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Non accadrà mai più

By 20 Agosto 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

‘Sta sera vieni da me ci sono alcuni amici. Ti aspetto alle 21.00′
E’ cominciato con l’ SMS di Elena che mi ha inviato nel pomeriggio invitandomi a casa sua per la serata
Lei, la mia migliore amica, la mia fantasia segreta.
Da diversi mesi penso a lei in un modo diverso, è sempre più difficile starle vicino, parlarle quando vorrei andare oltre, il problema è che so che la cosa la infastidisce anzi le fa proprio schifo, me l’ha detto, quindi non mi sono mai esposta, anche se credo che abbia intuito il mio interesse.
Non so se andare o meno, non conosco quasi nessuno dei suoi amici, e poi vorrei restare a casa. Le mando un messaggio ‘Non mi va di uscire, ci vediamo domani per un caffè?’ mi risponde subito ‘Dai, mi fai compagnia sono quasi tutti uomini, e poi c’è il vino buono.’ Come posso dirle di no? ‘Va bene’ le rispondo. Capisco il messaggio subliminale ‘Vieni che beviamo assieme!’, noi quando beviamo…. BEVIAMO…… capita una volta all’anno, di solito siamo sole senza uomini che possano approfittare della situazione, non so se lei immagina che potrei essere proprio io ad approfittarne.
Comincio a pensare a lei brilla, credo che se c’è un occasione per provarci debba essere per forza questa sera.
Scelgo qualcosa di semplice jeans, camicia fuxia, li butto sul letto mentre vado a farmi la doccia.
Mentre l’acqua scorre sulla mia pelle, mi chiedo costantemente se sia meglio restare a casa o andare rischiando di rovinare irreparabilmente il nostro rapporto
Ora o mai più, mi dico guardandomi nello specchio con i capelli bagnati.
Mi asciugo, non amo il trucco pesante quindi solo rimmel e lucidalabbra.
Vado in camera a vestirmi, reggiseno push-up, perizoma rosa mi fermo a guardarmi un attimo allo specchio prima di finire di vestirmi. Superga a fiori e giacca in jeans completano l’abbigliamento.
Sospiro chiudendo la porta e dirigendomi verso casa sua. Temo di fare una cazzata, una grande e immensa cazzata.

Mi avvio verso casa sua a piedi, arrivo in meno di 5 minuti, lei è già fuori ad attendere gli invitati, indossa un abito corto dai colori accesi che scivola sulle sue forme femminili -Ciao, Tesoro, sei bellissima sta sera.- mi dice
-Anche tu.- Le rispondo baciandola sulle guance come sempre.
Ci accomodiamo in salotto, la prima cosa che fa è versarmi del vino -Dai Tesoro, bevi.-
Lei ovviamente non è al primo bicchiere, ma temo che la supererò presto.
Non faccio a tempo a terminare quello che ho nel bicchiere che lei immediatamente me lo riempie di nuovo, mi sorride e ci guardiamo negli occhi.
Bicchiere dopo bicchiere, il mio unico pensiero va a lei, visibilmente brilla, almeno quanto me.
La seguo mentre va fuori per fumare una sigaretta, ora o mai più mi ripeto. Il destino fa si che lei si fermi nell’angolo più buio della casa da dove gli altri non possono vederci.
Lei mi passa la sigaretta, alterniamo un tiro a testa, l’ultimo è mio -Finiscila pure.- mi dice porgendomela mentre si gira per tornare dentro.
L’alcol fa crollare le inibizioni -Aspetta…. fermati!- le dico, lei si volta, mi guarda sorridendo.
-Posso baciarti.- continuo.
-No.- risponde lei allontanandosi da me.
Getto la sigaretta -Ti prego.- le dico avvicinandomi. La guardo negli occhi e la bacio, la prima volta a labbra quasi chiuse, per vedere la sua reazione, potrebbe anche rifilarmi uno schiaffo, ma non sembra infastidita a tal punto.
Continuo a fissarla mentre le mie labbra lasciano le sue per un secondo, prima di baciarla di nuovo, di baciarla sul serio, le labbra socchiuse, la mia lingua cerca la sua, assaporo la morbidezza delle sue labbra, una scossa mi pervade la schiena, la guardo mentre lei ha gli occhi chiusi, e’ bellissima, risplende sotto la luce della luna.
La stringo a me, non vorrei lasciarla andare, vorrei che non esistesse null’altro oltre a noi due.
Sento dei passi avvicinarsi, la lascio andare, lei mi guarda e mi sorride, si gira per andare dentro casa, la seguo e torniamo dal resto degli invitati.

Mi siedo nuovamente sul divano, continuo a ripensare alle sue labbra, i nostri occhi si incontrano continuamente, ci sorridiamo, probabilmente anche lei è un po’ scossa per quello che è successo.
Un bicchiere di vino, qualche patatina, un altro po’ di vino due chiacchiere con qualche uomo, principalmente per provocarli, ma nella mia mente c’è solo lei, scherzo, rido, provoco, mi struscio e non per caso su più di qualche presente.
I miei sguardi languidi e gli ammiccamenti più evidenti sono per l’unico invitato che ancora non mi ha rivolto la parola, sembra dall’alto del suo metro e novanta controllare tutta la serata.
Noto il suo bicchiere vuoto, afferro la prima bottiglia di prosecco, controllo se ce n’è ancora un po’ e poi mi avvicino a lui -Posso?- gli chiedo, -Certo.- risponde porgendomi il bicchiere che riempio prontamente.
Appoggio la bottiglia al tavolino dietro di me, piegandomi decisamente più del necessario.
Ci presentiamo, si chiama Riccardo, chiacchieriamo un po’, a dire il vero lui parla io annuisco, soprattutto faccio fatica a mantenere la concentrazione e a seguire il discorso a causa dell’eccitazione dovuta al bacio di prima e all’alcol.
-Scusa esco un attimo.- Gli dico dirigendomi verso la porta. Non so nemmeno se alla mia affermazione abbia detto qualcosa.

Ho bisogno di un po’ d’aria, penso a lei, a quanto vorrei che mi seguisse, anche se sono certa sia impossibile. Mi appoggio con le spalle al muro della casa, guardo la luna, l’unica spettatrice di quanto poco prima è successo.
-Stavamo parlando te ne sei andata, tutto ok?- sussulto a queste parole non mi ero nemmeno accorta dell’arrivo di Riccardo.
Lui è davanti a me, non so cosa rispondergli, ma la sua mano prende il mio polso e avvicina la mia al suo cazzo, comincio automaticamente a segarlo piano, continuando a guardarlo negli occhi, la mia lingua scivola voluttuosa sulle mie labbra, cercando ancora il sapore di lei. Un uomo ora è solo un ripiego, è lei che voglio.
Mi mordo il labbro quando sento la sua mano premere contro sulla nuca, non ho la voglia o la forza per oppormi.
Mi abbasso, mi inginocchio, ammiro un attimo il suo sesso prima che le mie labbra si avvicinino per ricoprilo di piccoli e fugaci baci, per poi lasciarlo entrare completamente dentro la mia bocca.
Lo faccio scivolare fuori, per poi giocarci con la lingua.
Mi fermo un attimo, qui rischiamo di essere scoperti e non non ho intenzione di accontentarmi del suo cazzo in bocca. Mi alzo, lo guado -Veni con me!- gli ordino.
Ci allontaniamo nell’oscurità, verso un punto nascosto del giardino lontano dalla casa e dalla strada, non è certo un impresa facile visto che le sue mani ‘effetto polpo’ continuo a ritrovarmele dappertutto, mi fermo vicino al tiglio.
Mi guardo attorno prima di sfilarmi le scarpe, i jeans, mentre lui freneticamente mi sbottona la camicia, io slaccio il reggiseno e lo tolgo.
Appoggio i vestiti ad un ramo vicino, lui prende i seni tra le mani, li succhia alternandoli, quando inizia a baciarmi il collo li stringe, piego la testa di lato porgendoglielo completamente, sospiro quando comincia a mordicchiarlo.
Gli butto le braccia al collo tirandolo a me, faccio scorrere la lingua sulle sue labbra che apre velocemente immobilizzandola tra i denti. Sgrano gli occhi, tento un mezzo sorriso, il suo corpo si appoggia al mio indietreggio, mi fermo contro l’albero, immobilizzata, sento premere con forza la sua erezione sul mio addome.
La sua mano scende lungo il mio ventre, scorre sull’elastico del mio perizoma -Toglilo- sussurro, si abbassa per sfilarlo.
Quando arriva alle caviglie ne approfitto, alzo la gamba e la appoggio tra le sue scapole, premendo leggermente il tallone, lui sembra meravigliato, mentre alza lo sguardo sembra voglia obbiettare, ma appoggio la mano sulla sua testa, sposto leggermente il bacino in avanti.
La sua lingua scivola lungo le grandi labbra per poi soffermarsi delicatamente sul clitoride, si alza un flebile soffio di vento quando le sue labbra scivolano lungo tutta la fessura.
Sposto la gamba, appoggiandola a terra, si alza, mi prende i fianchi, mi fa girare, trattiene il bacino verso di se succede tutto così in fretta che mi accorgo solo di avere lui alle mie spalle, mentre sento la cintura dei suoi pantaloni sbattere sul terreno.
Provo a girarmi -Ferma bionda!- intima, nello stesso momento in cui sento le sue dita frugare dentro di me, vorrei mettermi a ridere’Deve ancora nascere l’uomo che può permettersi di dare ordini a ME, ma lasciamolo fare’ penso, con il sorriso stampato sulle labbra.
-Pensi di scoparmi o no?- chiedo spazientita, borbotta qualcosa, mentre afferro la sua mano intrisa dei miei umori, portandola alla bocca, la mia lingua scivola sulle sue dita mentre il suo cazzo si fa strada nella mia figa , gemo mentre continuo a succhiare le sue dita che sanno di me.
Mi scopa con forza, quasi con cattiveria, gemo, ansimo mentre lecco e mordo le sue dita, mentre le mie mani scivolano sulla corteccia ruvida.
La foga diminuisce quando si piega su di me, mordendomi le spalle -Accontentata.- dice ironico, mentre il suo cazzo affonda lentamente completamente dentro di me, lo guardo e gli mostro la lingua.
Le sue mani afferrano i miei fianchi, i nostri respiri sincronizzati, riprende a scoparmi con foga, inarco la schiena, alzando la testa, un respiro profondo prima di lasciarmi andare, lui repentinamente con la mano mi tappa la bocca, un urlo di piacere muore nella mia gola, mentre ogni singola cellula del mio corpo si contrae.
Gli affondi rapidi le mani che stringono i glutei fino a farmi male, mi danno la certezza che anche lui sta per venire, lo sento pulsare mentre il suo piacere si riversa in me .
Qualche secondo per riprendermi, letteralmente aggrappata all’albero, mentre lui rimane avvinghiato a me.
Sento lo sperma colare sulle gambe, devo ritornare alla festa, devo darmi una sistemata.
Mi passa i vestiti, faccio scivolare un dito sull’interno cosce, e lo lecco -Dovrei darmi una sistemata.- gli dico, prontamente mi porge un fazzolettino, che non sarà il massimo ma meglio di niente. Mi risistemo per quanto sia possibile in quella situazione.

Lui ritorna dagli altri prima di me, io entro dall’entrata sul retro e mi fermo un attimo a sistemarmi i capelli in bagno.
Appena esco dalla porta mi trovo davanti Elena -Tesoro devo andare è tardi.- le dico non permettendole di chiedermi nulla. -Ti accompagno al cancello.- Risponde.
Ci avviamo in silenzio, l’una accanto all’altra, oltrepasso il cancello, guardo la luna, mi volto verso di lei, le cingo il collo con il braccio tirandola a me e la bacio, con passione e trasporto mai provate, le nostre lingue complici un ultima volta, perché lo so….. non accadrà mai più.

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