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Raffaella: da imprenditrice a puttana aziendale

By 12 Marzo 2018Dicembre 16th, 2019One Comment

Mi chiamo Raffaella, ho 37 anni, sposata e con due bellissime bambine, sono la titolare di una piccola azienda di distribuzione lasciatami in eredità da mio papà che &egrave venuto a mancare qualche anno fa. A causa della crisi l’azienda non va a gonfie vele e se non abbiamo ancora chiuso &egrave solo un miracolo… o quasi.

Un giorno, Andrea uno dei miei impiegati mi blocca mentre attraverso gli uffici per recarmi nel mio: ‘Scusa Raffaella, ti posso rubare 5 minuti finito il lavoro?’
‘Va bene, vieni pure nel mio ufficio prima di andare via’, chissà cosa vorrà questa volta Andrea, non sarà la solita richiesta di aumento, ormai avrà capito che non concedo aumenti a nessuno.

Più tardi…
TocToc, ‘Posso entrare?’
‘Entra pure, dimmi: di cosa volevi parlarmi?’
‘Sai, stavo dando un’occhiata ai conti della nostra azienda, anzi della tua azienda, e non capivo come facciamo ad andare avanti con la crisi che c’&egrave e con le poche vendite che riusciamo a realizzare’
‘Beh, sai…’
Mi fa un cenno con la mano per zittirmi. ‘Scusa, non ho ancora finito. Ho visto che stiamo a galla solo grazie ai finanziamenti delle banche. Ma come fa una banca a concedere un finanziamento ad una azienda messa così male? Ho fatto le mie ricerche e dentro al nostro bilancio ho trovato delle voci che non mi convincevano. Ho controllato e ricontrollato e alla fine ho capito che tu e la tua responsabile amministrativa avete gonfiato qualche voce per far si che l’azienda risultasse in positivo e poter così ottenere qualche soldo in più dalle banche.’
‘Ma che cazzo stai dicendo?’
Non faccio neanche a tempo a finire la frase che mi butta la cartellina che aveva in mano sulla scrivania.
‘Non sono venuto da te senza avere delle prove, trovi tutto in questa cartellina.’
Apro la cartellina, scorro velocemente i fogli al suo interno e scopro che ha veramente scoperto il mio imbroglio.
‘E adesso cosa intendi fare? Denunciarmi?’
‘No, non proprio…’
‘Cosa vuoi? Soldi?’
‘Non mi interessano neanche quelli.’
‘E allora cosa?’
‘Voglio te! Voglio che tu sia mia, di mia proprietà.’
‘Starai scherzando!’
‘Senti, o accetti di diventare per così dire ‘la mia schiava’ o consegno questo fascicolo, e per questo non intendo quello che hai in mano ma una delle svariate copie che tengo al sicuro, alle banche che in un battibaleno ti fanno chiudere e finire sul lastrico e sicuramente scatta anche una denuncia per truffa e frode finanziaria.’
‘Ma…’
‘Niente ma! Vediamo se hai capito bene cosa voglio.’
Detto questo, si alza fa il giro della scrivania, si abbassa la zip dei pantaloni e tira fuori il suo cazzo davanti al mio viso. Non voglio cedere, cerco di prendere tempo, ci sarà una via d’uscita a questa situazione.
‘Non ti ho convinta? Senti, o ci divertiamo assieme o finisci in rovina da sola, decidi tu.’
Mi tocca cedere, non ho via di scampo.
Mi avvicino al suo cazzo e comincio a leccarglielo e a prenderlo in bocca, &egrave bello duro, sicuramente ce l’aveva duro appena entrato nel mio ufficio, sapeva già come andava a finire. Cerco di lavormelo come meglio so fare, magari con un pompino fatto bene riesco a soddisfarlo e a mettere la parola fine a questa assurdità.
Le sue mani mi accarezzano la testa, si infilano in mezzo ai mie capelli, nel momento in cui prendo il suo cazzo in bocca, le sue mani tirano la mia testa verso di lui, poi mi lascia andare, ripete questo movimento svariate volte, sento il suo cazzo fino in gola, quasi mi strozza, sento le sue palle sulle mie labbre, trattengo qualche conato di vomito, quando mi tiene giù mi sento soffocare, alcune lacrime provocate dagli sforzi, mi rigano le guance, il trucco si sta sciogliendo, il rimmel mi cola lungo il viso e si mescola alla saliva che abbondante esce dalla mia bocca ogni volta che estrae il suo cazzo dalla mia gola, mi guardo riflessa nei vetri dell’ufficio, sembro una maschera grottesca. Mi sta letteralmente violentando la bocca.
Va avanti così per qualche minuto, poi mi dice di continuare da sola, io comincio a spompinarlo, mi aiuto anche con le mani ma lui mi blocca.
‘Ti ho detto di continuare da sola, come prima, o vuoi che te lo rispieghi?’ e mi blocca le mani dietro la schiena.
Senza dire nulla prendo il suo cazzo nella mia bocca e spingo la mia testa verso di lui. Me lo ritrovo in gola ma stavolta devo fare tutto da sola, non ho le sue mani che mi spingono la testa. Continuo su &egrave giù e ogni volta sento il suo cazzo spingersi sempre più in profondità nella mia gola, il mio naso arriva ai suoi peli pubici, ho tutto il suo cazzo nella mia bocca, non &egrave un cazzo lunghissimo ma rispetto a quello di mio marito sarà 5 cm più lungo, non che abbia mai fatto con mio marito una cosa del genere, i rari pompini che gli concedo sono fatti nella più completa normalità e in 2 minuti &egrave già venuto.
Mentre continuo nella mia opera di autosfondarmi la gola, le sue mani, ora libere, si infilano nella mia camicetta alla ricerca delle mie tette.
‘Cazzo! Che tette, &egrave da sempre che me le sogno. Sono talmente sode che quando le intravedevo dalla tua scollatura mi si induriva il cazzo in un attimo. E ora posso palparle finch&egrave voglio.’ E dicendo questo sento le sue mani che mi spremono i seni come fossero due arance, poi l’indice e il pollice stringono i mie capezzoli e me li strizzano, non riesco a trattenere un gridolino di dolore, soffocato dal suo cazzo in bocca.
Questo lo eccita ancora di più e finalmente lo sento venire nella mia bocca.
‘Ingoia tutto, non lasciarne cadere neanche una goccia’ disgustata non posso che ubbidire e a fatica mando giù il suo sperma.
‘Alzati’ mi alzo in piedi, ‘girati’ mi giro dandogli la schiena, mi afferra e mi stringe contro il suo corpo, mi sussurra all’orecchio ‘sei stata molto brava’, una mano si infila di nuovo nella mia camicetta e mi stringe un seno, l’altra mi sbottona i pantaloni e si infila nelle mie mutandine, le sue dita accarezzano la mia figa ‘senti come sei bagnata’, aveva ragione, anche se nella mia testa quel che avevo fatto non mi era piaciuto e mi ero sentita umiliata, il mio corpo aveva reagito in maniera opposta caricandosi di piacere.
‘Voglio che anche tu abbia la tua parte di piacere’ e così dicendo comincia a toccarmi il clitoride, le sue dita si infilano tra le mie grandi labbra, sento il piacere aumentare, comincio a gemere, l’altra mano lascia le mie tette, mi afferra la testa e la gira verso la sua, sento le sue labbra appoggiarsi alle mie, sento la sua bocca dischiudersi e la sua lingua entrare nella mia bocca, in modo quasi istintivo, disobbedendo al mio cervello, la mia lingua risponde a quella intrusione e cerca il contatto con la sua, lo scambio di saliva si fa più appassionato, le nostre lingue si avvinghiano l’una all’altra, il piacere dato dalla sua mano e dalla sua bocca continua a crescere, la mia testa va in black-out, ora comanda solo il mio corpo che raggiunto l’apice del piacere esplode in un violento orgasmo. L’essere in balia di Andrea, essere un oggetto nelle sue mani, ha provocato nel mio corpo delle sensazioni mai provate prima.
Togliendo le mani da dentro le mie mutandine afferra i miei peli pubici e li tira con forza, alcuni peli gli restano in mano, li guarda soddisfatto ‘Sai, mi sono sempre chiesto se eri rossa anche la sotto… e vedo che lo sei. Però quel cespuglio che ho sentito in mezzo alle tue gambe non mi piace proprio, domani ti voglio completamente depilata. Anzi no, lascia una strisciolina di peli nel mezzo, così sembrerai ancora più sexy.’
‘Ma io…’
‘Niente ma, non penserai che mi sia bastato quello che abbiamo appena fatto? Questo &egrave solo l’inizio del nostro nuovo ‘rapporto di lavoro’. Allora domani metti uno di quei vestitini leggeri che porti ogni tanto con una bella scollatura, questo look pantaloni e camicetta proprio non ti si addice. A domani, ciao. Ah, dimenticavo, questa mezz’ora la segno come straordinario.’
Esce e se ne va, io resto qui, ancora imbambolata, come se quello che &egrave appena successo fosse solo un sogno. Mi specchio sui vetri del mio ufficio, ho tutto il viso impiastricciato con il trucco che prima mi &egrave colato lungo le guance. Non posso certo uscire conciata così, vado in bagno e mi risistemo il trucco.

Lascio il mio ufficio e la mia azienda e me ne torno a casa per la cena, riesco in qualche modo a dissimulare l’accaduto e ne mio marito, ne le mie due bambine, si accorgono di nulla.

Dopo cena finalmente riesco a farmi una bella doccia purificatrice, ancora non riesco a credere a quello che &egrave successo, non posso diventare la schiava di un mio dipendente, non posso cedere a questo suo ricatto. Ci deve sicuramente essere qualche via di scampo a questa bizzarra situazione… Ma al momento non mi viene in mente nulla e decido di assecondare il mio aguzzino almeno finch&egrave non mi viene in mente qualcosa.
Apro l’acqua della doccia, prendo le forbici dal cassetto del bagno e comincio a sfoltirmi il cespuglio che ho in mezzo alle gambe, ho sempre avuto cura della mia zona bikini ma non mi sono mai depilata completamente, entro sotto la doccia e con il rasoio completo l’opera, mi depilo quasi completamente ma lascio giusto al centro una striscetta larga poco più di mezzo centimentro che arriva fino al clitoride. Finisco di lavarmi ed esco dalla doccia, ammiro il risultato della mia opera allo specchio, aveva ragione Andrea, quella riga di peli rossi sulla mia pelle candida da un tocco sexy alla mia fica. Peccato che mio marito non si accorga di nulla e non apprezzi questo nuovo look.

La serata finisce come al solito davanti alla tv con la mia famiglia, fino ad ora di andare a letto. Prima di addomentarmi penso ‘Non può essere vero, domani mattina mi sveglio e sarà stato solo un sogno…’
Purtroppo non &egrave stato solo un sogno, al risveglio il mio primo pensiero &egrave stato a quello che &egrave successo la sera prima.
Chissà cosa pretenderà ancora da me Andrea, per il momento mi conviene assecondarlo.
Come ordinato, indosso un vestitino floreale con una bella scollatura, sotto perizoma bianco leggermente trasparente e reggiseno coordinato.
Vado al lavoro e mi dirigo diretta nel mio ufficio, sembra una mattina come tutte le altre, Andrea mi saluta come se qualche ora prima non fosse successo niente.

La giornata scorre nella più completa normalità, verso metà pomeriggio mi arriva un messaggio sul nostro sistema di posta elettronica aziendale: ‘Inventati una scusa e chiedimi davanti a tutti di restare finito il lavoro’.
Ecco siamo al momento cruciale, lascio passare una mezz’ora e poi prendo forza e mi affaccio dal mio ufficio. ‘Andrea, ho bisogno che stasera di fermi un po’ di più, così finiamo di discutere di quella tua idea di cui mi parlavi ieri sera’
‘Ok, non c’&egrave problema’
‘Vuoi che mi fermi anch’io?’ mi dice Denise, la mia responsabile amministrativa.
Non me lo aspettavo, improvviso ‘No, non serve, ne devo discutere prima con Andrea, poi, appena definita la cosa, ci servirà anche il tuo aiuto, anzi l’aiuto di tutti’ Mi &egrave venuta proprio una bella risposta diplomatica.
‘Ok allora, non vedo l’ora di sapere cosa avete in mente’

Passano le 18.30 e finalmente arriva Andrea, sono allo stesso tempo impaurita e curiosa di sapere quello che mi aspetta. Lui si accomoda sulla sedia di fronte alla mia scrivania.

‘I tuoi colleghi?’
‘Stanno tutti uscendo’
‘Qualcuno sospetta qualcosa?’
‘Perch&egrave dovrebbero? Anche se Denise mi ha guardato in maniera strana, forse non le piace che tu abbia dei segreti con me’
‘Lo sai che lei &egrave il mio braccio destro, ogni cosa succede qui dentro lei ne &egrave sempre informata’
‘Non ti preoccupare, a tempo debito saprà tutto anche lei’
‘Cosa intendi dire?’
‘Niente, almeno per il momento’
Non insisto, sono già incasinata di mio non desidero sapere cos’altro passa per la testa ad Andrea.
‘Allora, vedo che ti sei vestita come ti ho detto… e sotto? Hai fatto come ti ho detto?’
‘Avevo altra scelta?’
‘Certo che ce l’avevi, ma penso che questa soluzione sia molto più piacevole. Per entrambi!’
‘Cos’hai in mente?’
Mi fa un cenno con la mano ‘Alzati e vieni qui’ mi alzo dalla mia poltrona, faccio il giro della scrivania e mi piazzo davanti a lui.
‘Fai due passi indietro, così ti posso ammirare meglio’
Ubbidisco
‘Sfilati il vestito’
Sposto le spalline del mio vestito e lo lascio scorrere lungo il mio corpo e cadere ai miei piedi. Resto davanti a lui solo in perizoma e reggiseno.
‘Meravigliosa. Sai, immaginavo che per quello che ti saresti aspettata avresti messo dell’intimo il meno sexy possibile, invece hai messo della biancheria da sballo.’
Ha ragione, non ci avevo pensato, potevo mettere delle mutande normali e uno di quei vecchi reggiseni che ho nel cassetto ed invece mi sono agghindata come se partecipassi ad una sfilata di sexy lingerie.
‘Girati lentamente su te stessa’ Comincio a ruotare, quando sono con il sedere di fronte a lui sento la sua esclamazione ‘Wow! Ferma così. Addirittura in perizoma! Hai un culo fantastico, ho sempre detto che la corsa ti faceva bene, lo hai rassodato in maniera incredibile, un anno fa non era così!’
Lusingata lo ringrazio ‘Grazie, in effetti tutti quei km di corsa hanno portato qualche beneficio’ Apprezzo veramente il suo complimento, ha faticato un bel po’ per rimettermi in forma e mio marito praticamente non se ne &egrave neanche accorto.
‘Voltati, vieni qui’
Mi avvicino a lui, mi mette le mani sui fianchi e mi guarda negli occhi ‘Sei bellissima’ incredibile, sto arrossendo, mi sta mettendo in imbarazzo, da quant’era che un uomo non mi faceva un complimento così, guardandomi negli occhi? Non riesco a rispondergli e sto diventando sempre più rossa in viso.
‘Devi scusarmi per ieri sera, lo so, sono stato un po’ violento, ma dovevo sfogarmi e fartela pagare per questi due anni in cui sei stata veramente una stronza, ci hai trattato tutti come delle merde ed era giusto che mi prendessi la mia rivincita.’ probabilmente ha ragione ma dopotutto l’azienda &egrave mia ed &egrave giusto che loro subiscano le mie sfuriate se qualcosa non viene fatto come si deve.
Mi tira verso di lui e comincia a baciarmi e mordicchiarmi la pancia, i brividi mi corrono lungo la schiena. Allunga le sue braccia lungo la schiena fino ad arrivare alla chiusura del mio reggiseno, con un colpo deciso la apre, accompagna le spalline lungo le mie braccia e me lo sfila. Adesso ho le mie tette proprio davanti il suo viso, le guarda qualche secondo incantato, scuote la testa e sospira come se non gli sembrasse reale. Poi le afferra con le mani e le accarezza delicatamente, inizia a baciarmi i capezzoli e a succhiarli, ogni tanto sento i suoi denti stringersi attorno ai capezzoli ma senza farmi male.
Questa sua delicatezza mi sta facendo eccitare, non sembra l’uomo che ieri mi ha costretto ad un pompino al limite del soffocamento.
Le sue mani scendono lungo i miei fianchi, arrivano al perizoma e me lo sfilano. Mi allontana un po’ per osservare meglio com’&egrave venuta l’opera di ‘disboscamento’, annuisce soddisfatto, ‘Perfetta, lo sapevi che così eri da sballo.’
Da un colpetto sopra la scrivania con la mano e mi dice ‘Siediti qui’, appoggio il sedere alla scrivania, lui mi afferra le gambe e me le alza in modo da avere la mia figa bene aperta all’altezza del suo viso, io per non perdere l’equilibrio appoggio le braccia indietro.
Andrea infila la sua testa tra le mie gambe ed inizia a leccarmela, sento la sua lingua prima sul clitoride, poi la sento infilarsi dentro la mia figa. Il piacere aumenta fino a che raggiungo un orgasmo incontenibile, nella foga afferro la testa di Andrea e la tengo schiacciata sul mio sesso e stringo le gambe, non voglio che smetta. Non riesco a credere a quello che ho provato, mio marito non mi fa mai venire così, quanto tempo ero che un uomo non mi faceva godere in questo modo? Saranno passati più di dieci anni. Ricordo uno dei miei fidanzati dell’università a cui piaceva farmi godere così.
Appena lo libero dalla morsa delle mie gambe si rialza e si cala i pantaloni assieme agli slip, strofina un po’ il suo cazzo sulla mia figa e poi mi penetra, il suo membro entra senza difficoltà, lubrificata com’&egrave dalla sua saliva. Mi scopa con forza e vigore, io distesa sulla scrivania e lui in piedi. Ad un certo punto mi infila una mano sotto la schiena, mi afferra, mi alza e si siede sulla poltrona con me sopra e senza mai sfilarsi da dentro di me.
‘Scopami’ mi dice, comincio a muovermi su e giù, ogni volta che scendo sento il suo pene entrarmi sempre più in profondità, mi piace, aumento il ritmo, lui mi chiede ‘Prendi la pillola?’
Annuisco ‘Si’.
‘Allora continua così’ dopo poco lo sento ansimare e il calore del suo sperma riempirmi il ventre. Mi sfilo e il suo seme mi cola lungo le gambe.
Lo guardo soddisfatta, era un bel po’ che non mi facevo una bella scopata, peccato non essere venuta di nuovo. Faccio per prendere i vestiti e rivestirmi, lui mi blocca ‘Non abbiamo finito, ripuliscimelo’.
Ingenuamente chiedo ‘Come?’
E lui sorridendo ‘Con la tua fantastica lingua.’
Mi inginocchio davanti a lui e comincio a leccarglielo e lo ripulisco da ogni goccia di sperma che ancora gli cola dal membro. Il mio lavoretto ha l’effetto di indurirlo di nuovo.
Alzo lo sguardo verso di lui e lo guardo compiaciuta.
‘Fai sesso anale?’ mi chiede.
‘Non ultimamente’ rispondo un po’ allarmata.
‘Da quanto non lo fai?’
‘Con mio marito non l’ho mai fatto.’
‘Perch&egrave?’
‘Quando lui me lo chiedeva io rifiutavo e col tempo ha smesso di chiedermelo.’
‘E da quanto siete sposati?’
‘Quasi dodici anni.’
‘E prima?’
‘Ho avuto qualche esperienza con qualche fidanzato precedente ma era una pratica che non mi entusiasmava’
‘Si vede che non era fatto bene.’
Così dicendo mi tira su, mi gira e mi mette a novanta gradi sulla mia scrivania.
Mi apre i glutei con le mani e comincia a leccarmi l’ano, sento la sua lingua infilarsi dentro, cerca di lubrificarmelo meglio che può, si stacca e sento un suo dito infilarsi nel mio buchetto, poi le dita diventano due e si fanno strada un po’ a forza nel mio culo.
‘Si sente che &egrave da un bel po’ che non lo prendi dietro, &egrave praticamente chiuso, cerca di rilassarti così non ti farà male’
Cerco di farlo e piano piano le sue dita dentro di me riescono a muoversi più liberamente.
‘Ecco, così va bene. Devi sapere che d’ora in poi il sesso anale sarà per te una pratica normale, anzi mi sa che lo prenderai più in culo che nella figa. Chissà quanti si sognano il tuo culo da favola e non vedono l’ora di farselo.’
Non afferro il senso di quella frase, sono troppo concentrata ad assaporate le sue dita che si muovono dentro di me. Finch&egrave non le toglie, si alza dietro di me e lo sento avvicinare il suo pene al mio culo e quasi senza preavviso me lo infila dentro.
‘Ahi’ e mi mordo un labbro.
‘Te l’avevo detto di rilassarti…’
Comincia così a scoparmi il culo, con io che mi tengo alla mia scrivania e le mie tette appoggiate sul piano freddo. Ogni tanto lo sfila completamente, aspetta che il mio culo si rilassi leggermente e si richiuda e poi me lo ributta dentro. Sarà andato avanti così una ventina di minuti, era già venuto prima, ora ci mette un po’ di più a venire, ho il culo in fiamme, non c’&egrave più lubrificazione ma finalmente lo sento venire, anche questa volta dentro di me.
Fa appena a tempo a sfilarsi da dentro di me che sento il mio cellulare squillare, lo afferro e rispondo ancora sconvolta ‘Ciao Amore, si scusa sono in ritardo, dovevo assolutamente finire un lavoro. Ok adesso parto, Ciao.’
‘Era mio marito.’
‘Per oggi abbiamo finito, puoi ricomporti e andare. Ci vediamo domani.’
Anche lui si riveste, lascia il mio ufficio e se ne va.

Mi ripulisco con alcuni fazzoletti di carta dal suo sperma che ancora mi cola in mezzo alle gambe, mi rivesto e mi dirigo verso casa.
Il giorno seguente Andrea mi lascia in pace, e anche quello successivo, passa il fine settimana e anche lunedì non succede niente. Forse &egrave soddisfatto così e non vuole nient’altro da me, anche se so che avendomi in pugno sicuramente non si accontenterà di una volta sola.
Martedì mi arriva un suo messaggio sulla nostra posta interna: ‘ho bisogno di parlarti’. Non voglio dargliela vinta, non voglio cedere ancora al suo ricatto, almeno non senza opporre resistenza. Mi invento una scusa: ‘Stasera non posso, devo andare a prendere le mie figlie alla lezione di danza’.
‘Non serve che ci vediamo più tardi, va bene anche subito, tanto devo solo parlarti, se facciamo presto, poi puoi andare a prendere le tue figlie’
‘ok, vieni pure quando vuoi’
‘va bene, vengo nel tuo ufficio tra un’ora’

‘Ciao, eccomi qua’
‘Di cosa volevi parlarmi?’
‘Delle nuove ‘strategie commerciali’ per rilanciare la tua, nostra, azienda’
‘Inanzitutto mi nomini responsabile commerciale, visto che qui manca una figura che segua come si deve il lato commerciale e poi con il tuo aiuto mettiamo in campo delle ‘nuove tecniche’ per aumentare i nostri affari’
‘Cosa intendi con il mio aiuto?’
‘Intendo che nei prossimi mesi dovrai dedicarti anima e corpo alla tua azienda, più corpo che anima’
‘Ancora non riesco a capirti’ anche se in verità qualche idea stava prendendo sostanza nella mia testa.
‘In parole povere, il tuo corpo farà la differenza nelle nostre trattative commerciali. Sarà l’incentivo per i nostri venditori, sarà il premio per i nostri clienti, sarà il mezzo con cui otteremo maggiori sconti dai nostri fornitori e così via’
Sgrano gli occhi e mi ricompongo sulla mia poltrona ‘Cosa intendi dire? Che devo diventare la puttana della ditta???’
‘Beh… praticamente si.’
‘No, in nessun modo intendo prendere parte a questo tuo ridicolo gioco’
‘Ne sei proprio sicura? Dai un’occhiata all’e-mail che ti ho mandato prima di venire nel tuo ufficio’
Mi giro verso il mio pc, controllo la posta e trovo la e-mail di cui mi parlava Andrea, oggetto: ‘Strategie commerciali’, l’e-mail &egrave vuota ma ci sono degli allegati, li apro.
Sono quattro foto: la prima con io che gli faccio il pompino, una con lui che mi lecca la figa, la terza mentre mi scopa e l’ultima mentre mi prenda da dietro.
Mentre le guardo sbalordita lui aggiunge: ‘Questi sono solo quattro fermo-immagine, ho circa un’ora di filmato che documentano le tue performance di martedì e mercoledì sera.’
Resto senza parole.
‘Sai, sapevo che quella storia dei conti gonfiati non sarebbe stata sufficiente per sottometterti completamente ai miei voleri, quindi martedì scorso prima che tu arrivassi in ufficio ho nascosto una videocamera in uno dei fascicoli qui dietro’ e così dicendo indica lo scaffale pieno di fascicoli che sta di fronte alla mia scrivania.
‘Pensa se quel filmato arrivasse a tuo marito o ai tuoi suoceri o a qualche tuo collega. O magari perch&egrave no, ai genitori dei compagni di classe delle tue figlie e ai loro insegnanti, sbaglio o sei anche rappresentante dei genitori della più piccola?’
Già, lo ero. Se questa cosa va a finire nelle mani di tutta questa gente per me &egrave veramente la fine, sia professionale ma soprattutto personale.
Non posso che accettare le sue condizioni ‘Ok, hai vinto.’
‘Ottimo, allora inizieremo con la ‘nuova gestione aziendale’ domani sera, non prenderti impegni finito il lavoro, inventati una scusa e avvisa che arriverai a casa tardi. E ricordati che domani devi annunciare ufficialmente alle mie due colleghe che mi nomini responsabile commerciale, dì pure che ti ho proposto delle nuove idee innovative e che mi devi dare piena fiducia per realizzarle, cerca di essere convincente soprattutto con quella stronza di Denise che sicuramente avrà da ridire. Tutto chiaro?’
‘Si’ rispondo mestamente.
‘Allora rimaniamo d’accordo così. Adesso vai a prendere le tue bambine altrimenti arrivi tardi e salutamele, &egrave un po’ di tempo che non le vedo.’
Detto questo si alza e se ne va.
Ha ragione, se non mi sbrigo arrivo tardi dalle mie piccole, prendo le mie cose e me ne vado, cercando di non pensare a quello che &egrave appena successo e a quello che potrà succedere d’ora in avanti.

Il giorno seguente non posso che non fare quello che mi ha chiesto, a metà mattina esco nell’ufficio comune e, ottenuta l’attenzione dei miei tre impiegati, Andrea, Denise e Chiara, annuncio la nomina di Andrea come responsabile commerciale dandogli la mia piena fiducia per i nostri futuri affari. Anche Denise accetta di buon grado questa novità, forse sa che l’azienda non &egrave in buone acque e qualsiasi nuova idea &egrave la benvenuta, in fondo &egrave a rischio anche il suo posto di lavoro.

A fine giornata se ne vanno tutti tranne Andrea, lui viene nel mio ufficio e inizia ad illustrarmi la sua nuova ‘politica aziendale’.
‘Allora, prima di iniziare ad incrementare il nostro volume di vendite, dobbiamo sistemare alcune cose all’interno dell’azienda. So che i nostri 4 magazzinieri ti hanno chiesto ripetutamente un aumento o almeno un premio una-tantum, richiesta che tu ovviamente non hai preso in considerazione.’
‘Secondo te come faccio a concedere un premio o un aumento quando riesco a malapena a pagare gli stipendi normali?’
‘Giusto. Quindi se non puoi concedere premi in denaro dobbiamo trovare un’alternativa’ dicendo questo mi indica dall’alto al basso.
‘Vuoi che mi scopi i nostri magazzinieri?’
‘Diciamo che saranno loro a scopare te, tutti assieme’
‘Stai scherzando?’
‘No, per niente. Ho detto a loro di aspettare nello spogliatoio perch&egrave dovevi parlargli. Adesso ti spogli completamente e vieni con me.’
Vorrei disubbidire a quest’ordine ma so di non avere alternative quindi mi spoglio e resto nuda ‘Tieni pure i sandali, una donna nuda con i tacchi alti &egrave la fine del mondo.’
‘Ok andiamo’ e mi fa cenno di seguirlo.
Entriamo in magazzino, che &egrave comunicante con l’ufficio, e mi accompagna in mezzo ai scaffali di merce quasi vuoti. Tra due file di scaffali c’&egrave una pila di 4 o 5 bancali di legno alta circa 50 centimetri con qualche cartone sopra, i magazzinieri non ci sono. Guarda Andrea con aria interrogativa ‘Ho fatto preparare questa ‘pedana’ prima dai ragazzi, ma non hanno idea a cosa serva, pensavo di fargli una sorpresa. Sali qui sopra e mettiti a quattro zampe’
Faccio come mi dice.
‘Girati da quella parte’ così io non vedo chi arriva e chi arriva la prima cosa che vede &egrave il mio culo in bella mostra.
‘Ok, adesso aspetta qui, vado a chiamarli, quando torniamo cerca di fare la tua parte, ascolta e capirai’
Mentre sto pensando a quello che succederà da qui a poco, sento Andrea nello spogliatoio che parla con i magazzinieri ‘So che avete chiesto un aumento a Raffaella ma visto il periodo di crisi non può concedervelo’ a questa frase seguono alcuni commenti irriverenti del tipo ‘ma cazzo…’, ‘quella puttana…’,’sempre la solita scusa’, ‘quella troia…’ ovviamente so che sono rivolti a me, loro non sanno che sto sentendo tutto altrimenti non mi direbbero in faccia queste cose.
Andrea li zittisce e riprende la parola ‘Comunque Raffaella sta apprezzando il vostro impegno ed ha deciso di concedervi almeno un premio una-tantum’ adesso i commenti cambiano tono: ‘evvai!!!’, ‘era ora!’, ‘ma sul serio?’
‘Si, sul serio, Raffaella vi aspetta di la per comunicarvelo personalmente. Andiamo.’
Sento i ragazzi uscire dallo spogliatoio e venire verso di me, appena girano l’angolo e mi vedono, lì, nuda, che gli aspetto, restano di sasso, sembrano non capire, allora do un senso alle parole di Andrea ‘fai la tua parte’. Mi giro leggermente verso di loro e dico ‘Ragazzi, ecco il vostro premio!’ Ancora confusi si girano verso Andrea ‘Cosa aspettate, &egrave vostra. Ma prima una cosa soltanto, consegnatemi i vostri telefonini, nessuno deve filmare o fotografare quello che avverrà tra poco e sia chiaro tutto questo deve rimanere solo e soltanto tra noi’.
Un ‘ma certo’ quasi all’unisono accompagna la consegna dei telefonini nella mani di Andrea.
Si avvicinano a me, mi girano intorno, tentennano. La situazione paradossale mi sta facendo eccitare, essere un oggetto per coloro che fino ad oggi erano dei miei sottoposti che neanche consideravo mi sta facendo bagnare. ‘Ma cosa state aspettando, sono qui per esaudire ogni vostro desiderio’ vorrei gridargli, quanti vorrebbero scoparsi la propria titolare solo per vendicarsi dell’oppressione capitalista sulla classe operaia? (Ho anche il tempo per qualche considerazione da sindacalista).
Finalmente le loro mani cominciano a toccarmi, mi toccano le tette, mi sfiorano le natiche, mi accarezzano la schiena. Piano piano le loro attenzioni si fanno più audaci, le mie tette vengono strizzate al limite del dolore, le mie chiappe vengono schiaffeggiate, le loro mani senza più riserve cercano la mia figa, qualche dito più avventuroso ci si infila anche dentro, uno lo sento che cerca di farsi strada a fatica nel mio ano.
Chiudo gli occhi per assaporare meglio tutte queste mani che esplorano il mio corpo.
Li riapro e mi trovo in faccia il cazzo di Marco, il capomagazziniere, e senza tanti cortesie mi dice ‘Succhiami il cazzo, troia’ anch’io senza tante cortesie lo prendo e me lo ficco in bocca e comincio a succhiarlo avidamente, questa situazione ha totalmente sbloccato i miei freni inibitori e l’unica cosa che voglio e che questi quattro uomini mi scopino.
Un altro, Enrico, mi prende per i fianchi, mi tira un po’ indietro in modo che arrivi a filo della pedana improvvisata su cui mi trovo e me lo infila nella figa, sopra alla pedana sono giusta all’altezza dei loro cazzi. Continuo a spompinare Marco mentre Enrico mi scopa, si avvicina anche Samuel e lascio momentaneamente il cazzo di Marco per dedicarmi al suo, ma subito ritorno all’altro, continuo ad infilarmi in bocca prima un cazzo, poi l’altro. Intanto con la coda dell’occhio vedo Roberto che con una mano continua a masturbarselo mentre con l’altra continua a deliziarsi con le mie tette che sotto i colpi di Enrico ballonzolano avanti e indietro.
Enrico si vede bene dal venire e quando non ne può più si toglie e lascia il posto a Roberto che mi prende nella stessa posizione, anche lui mi scopa fino ad un attimo prima di venire. Ora &egrave il turno di Marco che però decide di farmi cambiare posizione, si infila sotto di me, trova la giusta sistemazione e con un colpo di reni me lo mette dentro, adesso devo dettare io il ritmo, non mi faccio pregare e inizio a cavalcare il mio stallone, Enrico e Roberto salgono sopra la pedana in modo da farmi trovare i loro cazzi proprio davanti al viso e io senza esitare li prendo in bocca a turno.
Sento la mano di Samuel sulla schiena che mi spinge giù, mi ritrovo la faccia contro quella di Marco, subito non capisco ma in un attimo realizzo che me lo vuole mettere nel culo, vorrei oppormi ma sono troppo presa per fare resistenza, sento il suo cazzo farsi strada a fatica nel mio ano, ma dopo la prima difficoltà entra fino in fondo. Per la prima volta nella mia vita sto subendo una doppia penetrazione. Sotto Roberto, dopo la pausa per permettere a Samuel di infilare il suo cazzo nel mio culo, riprende a spingere, sopra Samuel non &egrave da meno. Una volta che sento i due cazzi ben sistemati dentro di me mi rialzo leggermente e mi ritrovo di nuovo i due cazzi di Enrico e Marco pronti a essere spompinati e li accontento.
In tutto questo frangente, Andrea non partecipa alla festicciola che i suoi colleghi mi stanno facendo, se ne sta in disparte ad osservare tutta la scena.
Anche Samuel e Roberto stanno bene attenti a non venire e si tolgono dai miei buchi poco prima di venire. Ora &egrave il turno di Marco di sistemarsi sotto, ma questa volta Samuel e Roberto mi prendo e mi girano sotto sopra e posizionano il mio culo sopra il cazzo di Marco, il suo membro non fatica a trovare la strada del mio ano, già bene aperto dalla scopata precedente, una volta in posizione con la mia schiena appoggiata sul ventre di Marco, Enrico sale sulla pedana e me lo infila nella figa, il sandwich ha cambiato verso e fette di pane ma l’imbottitura &egrave sempre la stessa, io! Gli altri due pensano bene di non far riposare i loro cazzi e li offrono alla mia bocca, per fortuna non erano lontani a venire e dopo poco vengono a turno nella mia bocca con Andrea che mi ordina ‘Ingoia tutto, non vorrai sprecare il frutto prezioso di questa bella serata’ ed io mando giù e lecco le gocce che ancora colano dai loro cazzi.
‘E voi due’ dice Andrea ai due che ancora mi stanno scopando ‘potete venirle pure dentro…’ neanche fosse stato un ordine nel giro di qualche secondo sento prima Enrico venirmi nel culo e poi il caldo seme di Marco depositarsi nella mia figa. Una volta sfilati Andrea gli dice di farsi pulire i cazzi da me, che mi ritrovo a leccare i cazzi sporchi del loro sperma misto agli umori dei miei due buchi.

‘Ok ragazzi, per questa sera &egrave tutto e ringraziate Raffaella del premio che vi ha concesso.’
‘Grazie Capo’ arriva in coro da tutti e quattro.
‘E tu non ringrazi?’ mi dice Andrea
Ancora esausta dal trattamento appena ricevuto rispondo ‘Grazie a voi’
‘Quindi cari colleghi, come avete ben capito, la nostra titolare non può permettersi di darvi premi e aumenti in busta paga, ma se voi farete bene il vostro lavoro, senza rompere più le palle, e questo lo aggiungo io, Raffaella sarà lieta di concedervi ogni tanto questo ‘premio’. Siete d’accordo?’
‘Ogni tanto, quanto?’ chiede Marco
‘Ogni quanto lo deciderò io. Non preoccupatevi, sarà più spesso di quanto crediate, ve lo prometto.’
Dopo qualche confabulamento tra i quattro, Marco si fa da portavoce e a nome di tutti e dice ‘Ok, accettiamo.’
‘Perfetto! Buona serata ragazzi e mi raccomando non una parola con nessuno.’
‘Terremo la bocca chiusa, nessun problema.’

Andrea mi riaccompagna nel mio ufficio e mentre mi rivesto gli dico ‘pensavo partecipassi anche tu’
‘Perch&egrave, quattro non ti bastavano?’
‘No, non intendevo questo’ rispondo imbarazzata ‘&egrave solo che mi chiedevo perch&egrave non ti sei unito agli altri.’
‘Ho preferito godermi lo spettacolo, quante volte capita di assistere ad una gangbang dal vivo? A proposito sai cos’&egrave una gangbang?’
‘Un’orgia?’ rispondo io titubante, avevo già sentito quel termine ma non ne sapevo l’esatta definizione.
‘Quasi, in un orgia ci sono svariate donne e svariati uomini che fanno sesso tra loro, in una gangbang una sola donna &egrave al centro dell’attenzione di tutti gli uomini.’
‘Ti &egrave quindi piaciuto lo spettacolo?’
‘E’ stato fantastico, anzi, tu sei stata fantastica. Quasi mi scoppiava dentro i pantaloni, adesso vieni qui e fammi venire con la tua splendida bocca’ e così dicendo si abbassa la zip e lo tira fuori, lo aveva veramente durissimo.
Mi inginocchio davanti a lui e lo prendo in bocca, doveva essere veramente straeccitato perch&egrave dopo neanche un minuto &egrave venuto e mi ha riempito la bocca con una quantità di sperma esagerata, che come mi ha insegnato ho mandato giù.
‘Bravissima! E anche per stasera abbiamo finito, allora ci vediamo domani’
E come le altre sere come se niente fosse successo, prende e se ne va.
Le sere seguenti a quella con i magazzinieri Andrea mi ha voluto quasi ogni sera, solo una volta sono riuscita a convincerlo che non potevo fermarmi perch&egrave avevo un impegno con le mie figlie e lui non ha insisistito. Per fortuna che il suo ricatto vale solo per i giorni lavorativi e quindi almeno il fine settimana posso non pensare in quale incubo sono finita e godermi la mia famiglia.

Una sera della settimana seguente si presenta in ufficio da me con Chiara, una delle mie impiegate, si siedono sulle due poltroncine di fronte alla mia scrivania, la guardo, poi guardo lui con aria interrogativa.

‘Sai, oggi Chiara &egrave venuta da me dicendo che sapeva di noi, al che io gli ho chiesto cosa sapeva. Lei mi ha risposto ‘So che quando noi andiamo andiamo via la sera, tu ti sbatti Raffaella nel suo ufficio’
Io l’ho guardata perplesso e le ho risposto: ‘Ci vuoi ricattare perch&egrave siamo amanti?’
‘Amanti?’ mi fa lei ‘L’altra sera sono rientrata in ufficio perch&egrave avevo dimenticato il cellulare e ti ho sentito come la trattavi e la ricattavi, più che la tua amante lei mi sembra la tua schiava’
‘E quindi?’ Le rispondo io ‘Vuoi fare l’eroina e denunciarmi alla polizia o ai carabinieri?’
‘No, niente di tutto questo.’ mi risponde lei.
‘E allora cosa vuoi?’ le chiedo io.
‘Voglio solo partecipare anch’io alle vostre seratine, voglio potermi rifare anch’io di quella stronza che mi tratta come una merda. Voglio poterla umiliare come la puttana che &egrave.’
Li per li mi ha lasciata senza parole, pensavo che Chiara fosse una ragazza a modo, invece quell’esternazione me l’ha messa sotto un’altra luce e quindi l’ho invitata ad unirsi a noi questa sera’
‘Ma io… con una donna…’
Lui fa un cenno per zittirmi ‘C’&egrave sempre una prima volta, e poi sono sicuro che Chiara sarà un’eccellente maestra.’
‘Va bene’ rispondo come al solito rassegnata al mio destino.
‘Va bene… cosa?’ dice Chiara.
‘Va bene ci sto’ rispondo io.
‘E’ o non &egrave tua schiava?’ chiede lei guardando Andrea.
‘Si lo &egrave’ risponde lui.
‘E allora sei tu sei la sua schiava, lui &egrave il tuo padrone, quindi devi rispondere ‘va bene padrone’. E chiaro?’
‘E chiaro?’ replica Andrea, ammirato di come Chiara si &egrave rivolta a me.
‘Si’ rispondo.
‘Si… cosa?’ insiste Chiara.
‘Si, padrone.’
‘Brava, vedo che cominci a capire’ dice lei soddisfatta.

‘Allora,’ mi dice Andrea ‘Chiara vuole vedere quanto troia sei, alzati e spogliati davanti a lei’
Ubbidisco agli ordini, mi posiziono davanti a lei e mi tolgo il vestito, restanto con il solo reggiseno, da qualche giorno Andrea mi ha ordinato di non mettere più le mutandine quando sono in ufficio.
‘Come vedi’ dice Andrea orgoglioso a Chiara ‘&egrave sempre pronta all’uso. Togliti anche il reggiseno’
Me lo tolgo e resto completamente nuda davanti a Chiara, lei mi guarda con un’espressione compiaciuta e allo stesso tempo vendicativa che mi mette i brividi.
Allunga le mani verso i miei capezzoli, li prende contemporanemante e li strizza con forza, faccio una smorfia di dolore ma non dico niente, non voglio darle questa soddisfazione. Poi infila la sua mano tra le mie gambe ed infila due dita nella mia figa.
‘E’ già un po’ bagnata’ dice ad Andrea.
‘Si’ risponde lui ‘anche se sembra che a lei non piaccia come la tratto, sotto sotto il suo corpo e la sua mente sono di avviso diverso.’
Aveva ragione, io cercavo di oppormi con la ragione a quelle situazioni ma appena mi ritrovavo nuda sentivo un calore partire dal basso ventre e diffondersi in tutto il corpo, come la sera in cui sono stata il giocattolino dei miei magazzinieri, in cui la mia testa ha iniziato a desiderare che loro mi prendessero senza alcun riguardo nei miei confronti.
Estrae le dita da dentro di me, ora ricoperte dei miei umori, e me le porta alla bocca ‘Succhia, senti il gusto della tua figa’ mi dice.
Socchiudo la bocca in modo che lei possa infilarci le sue dita e poi comincio a succhiarli, sento nella mia bocca il gusto acre del mio sesso. Quel sapore così intenso fa accendere in me il desiderio e comincio a succhiare e leccare ancora più avidamente le sue dita.
‘Vedo che ti piace il gusto della tua figa, vediamo se ti piace anche il gusto della mia. Inginocchiati.’ e così dicendo con molta disinvoltura si sfila le mutande da sotto la gonna, apre le gambe, e mi mostra la sua figa completamente depilata.
Mi inginocchio e avvicino il viso al suo pube, riluttante perch&egrave &egrave una cosa che mai avrei pensato di dover fare ma allo stesso tempo attratta da questa nuova esperienza.
Allungo la lingua verso il suo clitoride e inizio a leccarlo, sento il profumo del suo sesso che mi riempie le narici, corro con la lingua fino all’ingresso della sua vagina, sento i suoi gemiti sotto i colpi della mia lingua, la infilo dentro alla ricerca dei suoi umori, lei gradisce e con le mani mi tiene la testa in modo che non possa indietreggiare e dar respiro al mio affondo. Il mio naso, la mia bocca ed il mio mento si ricoprono della mia saliva mescolata ai suo umori, Lei continua a premere il mio viso contro di lei in modo che la mia bocca sia un tutt’uno con la sua figa.
‘Si troia, continua così che mi fai venire’ a quelle parole do maggior vigore alla mia azione per quel poco che posso muovere la mia lingua che cerca di entrare il più possibile in lei, mentre il mio naso stimola il suo clitoride.
Un ‘Si, dai, così, dai, siiiiiiiiiii…..’ mi fa capire che sono riuscita a farle raggiungere un intenso orgasmo.
Dopo qualche secondo finalmente mi lascia la testa, mi scosto un po’ da lei e la guardo soddisfatta, &egrave la prima volta che faccio venire una donna e in fondo mi &egrave piaciuto.
‘Ti &egrave piaciuto leccarmi la figa e farmi venire?’ mi chiede lei una volta ripresasi.
‘Si’ le rispondo compiaciuta.
‘Si… cosa’ mi fa lei.
‘Si Padrona’ le rispondo io convinta.
‘Vedo che la nostra schiavetta comincia a capire qual &egrave il suo vero ruolo’ dice lei rivolta ad Andrea.
‘E adesso cosa vuoi fare?’ chiede rivolto a Chiara.
‘Voglio vedere mentre te la scopi.’
‘Qualche richiesta particolare?’ fa lui.
‘Si, voglio che sia lei a scoparti, tu calati i pantaloni e lascia che sia lei a salirti sopra’
Andrea si toglie i pantaloni e si risiede sulla poltrona.
‘Hai capito cosa devi fare troia?’ mi dice Chiara insultandomi.
‘Si Padrona’ le rispondo. Questa situazione inverosimile, lei che mi tratta come fossi una schiava mi sta facendo eccitare tantissimo.
Salgo sopra Andrea e prima di infilarmi il suo cazzo dentro di me, mi giro verso Chiara e le dico con voce sottomessa ‘Dove lo devo prendere Padrona, nel culo o nella figa?’
Le scappa una risata ‘E brava la nostra schiava, hai fatto bene a chiederlo, a te non spetta neanche il diritto di scegliere dove prenderlo. Voglio che Andrea ti scopi la figa, al tuo culo ci penso io.’
La guarda con aria interrogativa ‘Muoviti cosa aspetti’ mi incita lei.
Prendo il cazzo di Andrea, lo posiziono sotto di me e mi lascio scivolare sopra di esso, appoggio le mani allo schienale della poltrona e con le tette giusto davanti alla sua faccia comincio ad andare su e giù, assaporando ad ogni discesa il suo membro che mi riempie il ventre.
Mentre sto scopando Andrea, con la coda dell’occhio vedo Chiara che armeggia con la sua borsa ed estrae qualcosa, giro la testa per guardare meglio ed ha in mano un fallo di gomma. Sarà stato circa il doppio sia di lunghezza che di circonferenza di qualsiasi cazzo di uomo io abbia mai visto.
‘Te l’ho detto che al tuo culo ci avrei pensato io’ mi dice sorridendo.
Nell’altra mano ha un flaconcino di lubrificante che versa abbondantemente sul fallo. Si avvicina a noi e dice ad Andrea di tirarmi verso di lui in modo che il mio culo risulti in una posizione più adatta alle sue attenzioni.
Con un dito sporco di lubrificante cerca il mio buchino, lo trova e ci scivola dentro facilmente, sia per il lubrificante, sia per le ripetute sessioni di sesso anale a cui mi ha già sottoposto Andrea.
‘E’ già bello aperto vedo’ dice lei ‘ma un cazzo così non l’hai mai preso, vero?’ mi chiede mostrandomi il fallo che tiene in mano.
‘No Padrona, non ho mai preso un cazzo così nel culo’ le rispondo.
‘Vuoi che ti infili questo cazzo nel culo mentre Andrea continua a scoparti?’
‘Si Padrona, voglio che mi infili quel cazzo nel culo’ sapevo che un ‘no’ non era accettabile e quindi ho deciso di stare al gioco, tanto sarebbe finito lo stesso nel mio culo, tanto valeva essere accondiscendente.
Chiara si accovaccia dietro di me e senza tante premesse infila in un sol colpo quel coso enorme dentro al mio culo. Questa volta il dolore che provo viene accompagnato da un gridolino, stringo ancor di più le mani sullo schienale della poltrona, come se questo potesse far apparire meno intenso la fitta che ho provato.
Piano piano mi rilasso e Chiara comincia a muovere dentro di me quel pezzo di plastica, il mio culo lentamente si adatta alle sue dimensioni e lei sentendo che scivola con sempre minore resistenza comincia a muoverlo con più rapidità.
Nel subire la tremenda penetrazione anale a cui Chiara mi aveva costretto, avevo smesso di muovermi su Andrea ma una volta che il fallo scorreva dolcemente dentro di me Chiara mi ordina di riprendere il mio movimento.
Allora ritorno a salire e scendere sul suo cazzo mentre lei continua a muovere l’altro nel mio culo, mi sembra di sentire i due cazzi dentro di me che si toccano, divisi solo da una sottile striscia di carne che separa il mio ano dalla mia vagina.
Sento che sto per venire, aumento l’intensità con cui mi isso sul suo palo e con cui mi lascio cadere per sentirmi riempita, dietro Chiara capisce cosa sta per accadere e anche lei aumenta la velocità con cui muove l’enorme fallo dentro di me.
Un attimo prima di venire sento Chiara che si alza dietro di me, distende il braccio per continuare a fottermi con l’attrezzo di plastica, con l’altra mano mi afferra il viso e lo giro verso di lei, vengo e nello stesso momento sento la lingua di lei entrare nella mia bocca alla ricerca di un bacio appassionato caricato di intensità dall’orgasmo che mi pervade da capo a piedi. Stremata rallento la mia cavalcata e stringo le gambe per assoporare fino all’ultimo momento il cazzo di Andrea dentro di me. La mia bocca e quella di Chiara sono ancora fuse una nell’altra, lei, presa dalla passionalità del bacio che ci scambiamo, lascia la presa del fallo che lentamente esce dal mio ano e cade per terra.
Noi siamo completamente appagate da quello che abbiamo appena completato ma Andrea, dal quale una volta venuta mi sono sfilata, ancora non &egrave venuto.
Chiara si abbassa sul suo cazzo ancora bello in tiro e con provata maestria lo prende in bocca e inizia a spompinarlo, Andrea non tarda a venire, era già sul punto di venire prima della nostra interruzione. Raccoglie tutto il suo seme in bocca ma non deglutisce, si avvicina a me, mi reclina la testa, poggia una mano sulla mia fronte e con l’altra mi prende il mento e mi apre la bocca, si porta sopra di me e rilascia il suo carico di sperma e saliva nella mia bocca.
‘Manda giù tutto’ mi ordina. Chiudo la bocca e deglutisco.
‘Brava, sei proprio una brava schiava, troia e schiava’

‘Bene,’ dice Andrea ‘per questa sera abbiamo finito, possiamo rivestirci ed andare a casa. Spero ti sia divertita stasera.’ rivolto a Chiara.
‘Moltissimo’ risponde lei ‘Non vedo l’ora di rifarlo.’
‘Non mancherà occasione, molto presto, ma dopo una serata così lasciamo alla nostra titolare qualche giorno per riprendersi. Non vogliamo che questi nostri incontri diventino monotonia.’
‘Hai ragione, ma promettimi che ripetetemo questa serata quanto prima.’
‘Promesso, prima di quanto pensi.’
‘Ok, alla prossima allora, ciao’

Chiara se ne va seguita da Andrea, io come al solito sono l’ultima che se ne va, riassetto come posso il mio ufficio, chiudo a chiave e finalmente me ne torno a casa.

Come promesso Andrea mi lascia qualche giorno di respiro ma il venerdì si presenta in ufficio da me assieme a Chiara.

‘Sai che giorno &egrave venerdì prossimo?’ mi fa Andrea.
‘Si, il 30 giugno, l’ultimo del mese’ gli rispondo, già sapendo dove vuole andare a parare.
‘E cosa devi fare quel giorno?’
‘Scopare con i ragazzi del magazzino.’
Chiara guarda stupita Andrea e gli chiede ‘Ho capito bene?’
‘Si Chiara, hai capito bene. Visto che Raffaella non può permettersi di concedere l’aumento ai magazzinieri si &egrave messa d’accordo che darà loro il premio che tanto insistentemente continuavano a chiedere ma anziché in denaro glielo darà in natura. Quindi tanto lei si concede ai nostri quattro colleghi del magazzino, tutti e quattro assieme.’
‘Tutti e quattro assieme?’ domanda Chiara guardandomi sbalordita.
‘Si, tutti e quattro assieme’ conferma lui ‘la prima volta, anche se era la prima volta, &egrave stata brava ma direi ancora inesperta. Quindi Chiara, visto che ho visto del talento in te, vorrei che venerdì prossimo ti unissi a noi.’
‘No, grazie, non ho nessuna intenzione di farmi sbattere da quei quattro coglioni che abbiamo in magazzino’ risponde Chiara.
‘Scusa, non mi sono spiegato bene, non voglio che tu partecipi alla gangbang che &egrave riservata solo ed esclusivamente a lei’ dice indicando me ‘ho bisogno di una persona che diriga lo spettacolo, di una regista insomma’
‘Puoi spiegarti meglio?’
‘Voglio che tu prepari l’evento di venerdì prossimo e che poi tu diriga lo spettacolo, potrai decidere cosa far fare alla nostra schiava qui di fronte e come la devono prendere i quattro ragazzi del magazzino.’
‘Questo mi piace. Ma perch&egrave parli di spettacolo?’ chiede lei.
‘Giusto, stavo tralasciando questo particolare. Venerdì prossimo avremmo un pubblico’ dice Andrea guardandomi e sorridendo.
‘Ho invitato una decina di nostri buoni clienti a cui ho promesso un premio in cambio di un buon ordine. Ancora non sanno di cosa si tratta, gli ho solo detto che sono tutti invitati qui da noi venerdì sera, terremmo un piccolo rinfresco e poi offriremo loro uno spettacolo molto particolare.’
Sono allibita, non riesco a credere a quello che Andrea sta dicendo, vuole che mi esibisca davanti a delle persone come fossi una pornostar.
‘Quindi lascio a te’ riferito a Chiara ‘i preparativi della serata. Parla con i ragazzi del magazzino e organizza per bene l’evento. Mi serve la tua carta di credito’ rivolto a me.
‘Per cosa?’ gli chiedo.
‘Tu dammela’ ribatte lui, senza darmi altre spiegazioni, frugo nella mia borsa, prendo il portafoglio, estraggo la carta di credito e gliela porgo.
Lui la consegna a Chiara aggiungendo ‘Prendi questa e compra un vestitino per lei adatto alla serata, decidi tu se cercare su internet o andare personalmente in un sexy shop e compra anche qualche altro accessorio se pensi possa servire. Ma non spendere troppo, due o trecento euro possono bastare. Non vogliamo che il maritino si insospettisca guardando l’estratto conto della sua carta di credito.’
‘Ok, definito questo, vi auguro un buon fine settimana, ci vediamo lunedì’ Andrea si alza e si dirige verso la porta, prima di uscire si gira verso di me e mi dice ‘so che vorresti fosse già venerdì prossimo ma sicuramente questa settimana d’attesa, con il pensiero a cosa potrà mai succedere venerdì, farà montare in te la voglia di cazzo in maniera esponenziale. Quindi fino a venerdì prossimo sei libera dai nostri impegni serali, ti voglio bella carica per lo spettacolo.’
Lascia il mio ufficio seguito da Chiara.

Aveva ragione Andrea, la settimana successiva &egrave stata una vera tortura per me, mi ritrovavo a sognare e fantasticare ad occhi aperti su come poteva essere quella serata per poi un attimo dopo esserne completamente spaventata e cercare una soluzione a questa assurda situazione in cui mi ero cacciata, soluzione che non riuscivo a trovare. O non volevo trovare?

La settimana &egrave volata e finalmente &egrave arrivato il venerdì tanto atteso, su consiglio di Andrea ho avvisato a casa che avevamo organizzato una cena con alcuni clienti e che sarei rientrata tardi.
All’ora di chiudere facciamo finta di andarcene a casa ma l’unica che ci va veramente &egrave Denise, &egrave oramai l’unica che ancora non sa cosa succede nella mia ditta.

Chiara viene nel mio ufficio con in mano una borsa ‘Ecco il vestito per la tua grande serata’ e dicendo questo toglie dalla borsa un vestitino di similpelle rosso lungo non più di 50 centimetri.
‘Spogliati e indossalo, vediamo come ti sta, spero di aver indovinato la taglia.’
Il vestito mi calza a pennello, anche se definirlo un vestito &egrave troppo: non ha le coppe per il seno, quindi le mie tette sono completamente scoperte e nella parte bassa ha una specie di gonellina che arriva appena a metà sedere lasciando scoperta anche la mia figa.
Mentre mi vesto sento del movimento di la, sono i nostri clienti che stanno arrivando.

Per completare la mia vestizione Chiara estrae dalla borsa anche un paio di stivali in vernice rossi con un plateau di cinque, sei centimetri e un tacco a spillo che superava i quindici. Tutto questo rosso si abbinava perfettamente ai miei capelli rossi e alla mia pelle candida.
‘Perfetta! Il nostro pubblico ne sarà deliziato’ si complimenta Chiara.
‘Adesso un po’ di trucco, vogliamo che la nostra star sia perfetta’ tira fuori dalla sua borsa una trousse con dei trucchi e comincia a darsi da fare con il mio viso, dopo un po’ mi passa uno specchio e mi chiede cosa me ne pare. Ha fatto proprio un bel lavoro, forse ha esagerato troppo ma &egrave un trucco adatto alla serata che mi aspetta.
‘Ok, abbiamo quasi finito, un’ultima cosa e poi possiamo andare’ prende in mano uno strano oggetto, sembra una coda di cavallo con all’estremità un piccolo pomello.
‘Sai,’ mi dice mostrandomi il curioso oggetto ‘appena ho visto questo anal plug non ho saputo resistere e ho dovuto comprarlo per te.’ Poi si mette in bocca il pomello per inumidirlo, mi fa girare e piegare leggermente e me lo infila nell’ano in modo che solo la coda di cavallo penzoli dal mio sedere tra le mie gambe.
‘Adesso possiamo veramente andare’ e mi fa cenno di uscire dall’ufficio.

Così agghindata ci dirigiamo verso il magazzino, poco prima di giungere alla vista dei miei ospiti Chiara mi ferma e si schiarisce la voce, un segnale concordato con Andrea, il quale lo sento annunciare: ‘Signori graditi ospiti, prima chiedevate dov’era la signora Raffaella e finalmente sono lieto di potervi dire che Raffaella &egrave qui.’ Chiara mi fa cenno di proseguire ed eccomi palesarmi davanti a otto dei miei clienti più importanti, alcuni sono clienti storici che mi conoscono da quando ero ancora una ragazzina e c’era ancora mio padre a dirigere l’azienda.

Tutti mi guardano sbalorditi ‘Prego accomodatevi’ fa Andrea, senza staccarmi gli occhi di dosso prendono posto su alcune sedie diposte a semicerchio attorno ad una specie di palco realizzato affiancando alcune pile di bancali di legno e ricoprendole di moquette. Sulle scaffalature intorno al palco sono stati installati anche alcuni riflettori in modo che tutto sia ben illuminato.

‘Sali’ mi dice Chiara indicando il palco.

Quando sono sul palco Andrea dice che lo spettacolo può iniziare, a questo segnale arrivano i quattro ragazzi del magazzino completamente nudi e con i loro cazzi già in tiro. L’altra volta non ho potuto vedere com’erano fisicamente, questa volta ho il tempo di squadarli da capo a piedi, sono tutti e quattro muscolosi, due di loro hanno un po’ pancetta, sono tutti più giovani di me, vanno dai ventidue ai trentaquattro anni. Stavolta ho anche il tempo di notare i loro cazzi, sono tutti nella media, solo uno, quello di Samuel, il più giovane dei quattro, mi sembra un po’ più grosso e più lungo degli altri.

Salgono sulla pedana, si avvicinano e cominciano a palparmi, a strizzarmi i seni, a infilare le loro mani tra le mie gambe. Inizio a eccitarmi, so già che tra poco perderò il controllo e sarò schiava dei loro desideri. Davide mi gira la testa verso di lui e mi infila la lingua in bocca, non riesco a non ricambiare il bacio e la mia lingua cerca il contatto con la sua.

Dopo questi ‘preliminari’ mi fanno accovacciare in mezzo a loro in modo che possa prendere i loro cazzi in bocca, sono circondata da 4 cazzi, a turno li prendo e li spompino, ogni tanto qualcuno mi tiene la testa e cerca di spingermi il suo membro più a fondo possibile, lo sento arrivare fino in gola, gli occhi mi lacrimano per lo sforzo.
Quando sono stanchi della mia bocca mi fanno mettere a quattro zampe, con il viso rivolto verso il pubblico, in modo che tutti vedano quale troia si sta facendo scopare, mi tolgono l’anal plug con la coda di cavallo dall’ano e cominciano a scoparmi a turno prendendomi da dietro, gradendo molto di più il mio culo visto che quasi nessuno mi penetra nella figa, probabilmente tutto questo &egrave già stato deciso prima con Chiara che vedo sorridere soddisfatta.

Ben presto dopo che mi hanno ripassata per bene in quella posizione, mi fanno alzare, mi sollevanno in aria e aggrapata a Samuel me lo infila nella figa, da dietro Enrico si avvicina e me lo mette nel culo, sto subendo una doppia penetrazione sospesa a mezz’aria, i due si divertono a sollevarmi un po’ e poi lasciarmi cadere sui loro cazzi, lasciando che il peso del mio corpo faccia penetrare ancora di più i loro membri nei miei buchi. Mentre Samuel mi regge e continua a scoparmi davanti, gli altri tre si danno il cambio di dietro.

Quando sono tra Samuel e Roberto, probabilmete stanchi di sorreggermi, mi mettono giù, solo per farmi sedere sopra il cazzo di Enrico che senza fatica mi entra nel culo, con lui sotto di me e io a pancia in su, lascio la mia figa a disposizione degli altri tre che a rotazione se la scopano, sempre con il cazzo del primo nel culo.
Oramai sono esausta e sento i miei due buchi doloranti, loro invece sembrano averne all’infinito e non danno segni di voler venire e mettere fine a tutto questo.

Come una bambola vengo fatta alzare e una volta che Samuel si &egrave sistemato sotto di me, vengo fatta standere sopra di lui che me lo rimette nella figa, sento che &egrave Samuel anche perch&egrave il suo cazzo un po’ più grande degli altri mi riempie meglio.

‘Ok, ragazzi, offriamo al nostro pubblico il gran finale’ dice Chiara, probabilmente un segnale prestabilito con i quattro magazzinieri.
Uno di loro mi abbassa la schiena, sento del liquido, del lubrificante, che mi viene versato sull’ano e che mi cola lungo il perineo, sulla figa e inzuppa il membro di Samuel. Mi aspetto la solita doppia penetrazione, invece sento un cazzo che anzich&egrave appoggiarsi all’entrata del mio culo, cerca di infilarsi nella mia figa già piena di quello di Samuel. Al primo tentativo scivola via a causa del lubrificante ma al secondo, questa volta proprio grazie al lubrificante, trova la strada giusta e riesce a conquistare il suo posto all’interno della mia figa. Nell’istante in cui anche il secondo entra in me non riesco a trattenere una smorfia di dolore ma quando sono tutti e due dentro, comincio a rilassarmi e loro iniziano a spingere con moto alternato i loro cazzi dentro la mia figa. Sto subendo una doppia penetrazione vaginale!

Dopo qualche minuto di spinte ininterrotte sento il mio sesso praticamente dilaniato.

‘Adesso potete venire’ dice Chiara ‘e mi raccomando, non sporchiamo il bel vestito rosso che indossa Raffaella, quindi voi due’ indicando Samuel e Marco ‘venitele pure dentro, li dove siete. Mentre voi due’ indicanto Enrico e Roberto ‘Raffaella ha sete, cercate di dissetarla’.
Detto questo si avvicinano a me e mi sbattono i loro cazzi in bocca. Chiara ha stabilito bene i tempi perch&egrave, poco dopo, quasi all’unisono, tutti e quattro vengono dentro di me, due in bocca e gli altri due nella mia figa. Finalmente Samuel e Marco escono da me e lasciano riposare il mio sesso. Io mi accascio esausta.

‘Non penserai che sia finita così’ mi dice Chiara ‘andiamo, devi ringraziare i nostri ospiti per essere venuti qui questa sera, non puoi lasciarli andare via con le palle piene dopo che gli hai fatto stare più di un’ora con il cazzo duro.’
‘Un’ora? Chiara ha detto più di un’ora? Sono stata a farmi scopare per più di un’ora? Non me ne sono neanche accorta, il tempo &egrave veramente volato’.

Chiara mi accompagna davanti ad Andrea, il quale sapendo già cosa deve fare, si apre la lampo dei pantaloni, tira fuori il cazzo e mi fa inginocchiare, comincio a succhiarglielo, Chiara ha ragione, sono tutti belli carichi e non ci metto molto a farlo venire e a ricevere il suo carico di sperma nella mia bocca, deglutisco e con la coda dell’occhio vedo il suo vicino con il cazzo già pronto, Andrea ha dato a tutti il buon esempio. Sempre inginocchiata mi sposto su quel cazzo e pratico un altro pompino. Ripeto l’operazione con tutti e otto i miei clienti deglutendo ogni volta una buona dose di sperma, ogni volta assaporo un gusto diverso. Alla fine mi ritrovo ad aver inghiottito il seme di undici uomini e altri due sono venuti dentro di me.

La serata si conclude così, con i miei clienti che se ne vanno soddisfatti dello spettacolo, qualcuno si complimenta con me e mi dice che mio padre sarebbe stato orgoglioso di sua figlia disposta a tutto per il bene dell’azienda.

Chiara e Andrea congedano i nostri ospiti promettendo che ci sarà ancora occasione per vedermi all’opera e magari la prossima volta qualcuno di loro potrà anche partecipare.

Poi vengono da me ‘Sei stata magnifica’ mi dice Andrea, ‘Proprio una gran troia!’ aggiunge Chiara che si rivolge a me sempre in maniera volgare.

‘Accompagna Raffaella a rivestirsi, io do una mano ai ragazzi a sistemare qui in magazzino e poi ci vediamo lunedì, Buonanotte a tutte e due.’ conclude Andrea.
‘Buonanotte’ risponde Chiara.
”Notte’ rispondo io ‘e… grazie della serata’ aggiungo.
In fondo non posso dire di non essermi divertita.
Sono passati più di dieci giorni dalla mia esibizione davanti ad un pubblico, nelle scorse due settimane Andrea e Chiara hanno abusato di me varie volte, a volte uno da solo alla volta, altre volte tutti e due assieme. Chiara si diverte sadicamente ad infilarmi dei falli sempre più grossi sia davanti sia dietro.
E’ da poco più di un mese che sono praticamente la loro schiava ma i mie buchi sono talmente dilatati come lo possono essere quelli di un’attrice porno dopo anni di carriera.
Oramai sono rassegnata alla mia condizione, accetto di buon grado tutto quello che mi propongono.
Andrea, a mia insaputa, ha filmato anche lo spettacolo con i magazzinieri, rafforzando così il controllo che ha su di me, non saprei neanche come denunciarlo perch&egrave nei vari filmati che ha, sembro sempre consenziente, a dir la verità lo ero, visto che non potevo ribellarmi ho cercato di far buon viso a cattivo gioco e cercare di rendere piacevoli le mie disavventure.

Un giorno di metà settimana si presentano tutti e due nel mio ufficio.
‘Se non sbaglio questo fine settimana c’&egrave l’annuale fiera del nostro settore?’ mi chiede Andrea.
‘Si, ma quest’anno non avevo intenzione di andarci’ gli rispondo.
‘E invece ci devi andare, dobbiamo rafforzare i nostri contatti e ricercare nuovi fornitori e nuove opportunità. Io putroppo non posso venire, ho preso un impegno al quale non posso rinunciare, ma Chiara si &egrave offerta di accompagnarti.’
La cosa si fa preoccupante, Chiara si &egrave sempre dimostrata molto più sadica nei miei confronti rispetto ad Andrea, sicuramente questo viaggio avrà dei risvolti pericolosi.
‘E visto che non &egrave il caso che alla sera vi mettiate alla guida per tornare a casa, Chiara ha prenotato una camera d’albergo per sabato sera. Sicuramente non avrai problemi a giustificarti con tuo marito, tanto dormi via con una tua dipendente, se fossi venuto io con te potrebbe pensare che tu lo tradisca, ma visto che vai con Chiara non si farà idee strane.’
‘Ok, vedrò di trovare la giusta scusa per avvisarlo con così poco anticipo’ gli dico.
‘E ricordati che Chiara ha la mia piena approvazione per tutto quello che succederà nel vostro viaggio di lavoro’ conclude Andrea, mettendo in chiaro che per nessun motivo potrò esentarmi da quel che accadrà.

E’ sabato mattina, Chiara decide di passarmi a prendere a casa, così mio marito &egrave più tranquillo vedendo che &egrave lei la mia accompagnatrice, visto che nelle ultime settimane arrivavo sempre a casa tardi la sera aveva cominciato a nutrire qualche sospetto. Salutato mio marito e le mie piccole ci mettiamo in strada.

Una volta chiuso lo sportello dell’auto Chiara mette subito in chiaro quale sarà l’andamento del week-end. Visiteremo la fiera come stabilito, dobbiamo veramente cercare nuove opportunità per restare sul mercato, ma ci saranno anche dei piacevoli intermezzi, a detta di Chiara. Per questi due giorni sarò in tutto e per tutto la sua schiava, dovrò chiamarla sempre Padrona e dovrò eseguire ogni suo ordine senza la minima esitazione, altrimenti so già come va a finire.

Prendiamo l’autostrada, appena entrati mi ordina di togliermi le mutandine, le faccio vedere che non ce le ho, sapevo già che le avrei indossate per poco, così ho preferito non indossarle da subito, lei apprezza la mia presa d’iniziativa, si alza la gonna e mi fa vedere che anche lei non le porta. Un paio di camionisti gradiscono il nostro spettacolo e ci strombazzano ripetutamente.
Mentre guida Chiara allunga una mano in mezzo alle mie gambe ed inizia a toccarmi, mi accarezza il clitoride, le sue dita si infilano dentro di me, continua a masturbarmi finch&egrave non arrivo all’orgasmo.
Mi chiede, anzi ordina, di ricambiare, allungo una mano verso di lei ma me la blocca.
‘No, mia cara’ mi dice ‘devi farmi venire con la lingua.’
‘Ma come…’ cerco di farla ragionare ‘&egrave pericoloso, non posso leccartela finch&egrave stai guidando.’
Lei non vuol sentire ragioni, mi prende la testa e me la spinge verso il suo basso ventre. Come una contorsionista cerco di infilarla tra le sue gambe, con la leva del cambio che non facilita il mio compito. Lei tira un po’ indietro il sedile per aiutarmi ad arrivare meglio al suo sesso, non so come ho fatto ma sono nella giusta posizione e comincio a leccarle e succhiarle il clitoride. Dopo qualche affondo della mia lingua lei inizia a gemere, distratta dal piacere accenna una lieve sbandata.
‘Forse hai ragione, &egrave pericoloso. Meglio se accostiamo.’
Senza farmi alzare da dove sono, effettua una brusca decelarazione, accosta in una piazzola di sosta e mi fa terminare quello che avevo lasciato a metà. Per fortuna che nelle settimane scorse ho imparato come piace essere leccata Chiara e quindi non ci metto molto a farla venire
‘Mi sa proprio che ci divertiremo in questi due giorni’ mi dice lei soddisfatta prima di ripartire.

Il nostro viaggio verso la fiera prosegue tranquillamente, sembriamo due amiche, due colleghe in un piacevole viaggio di lavoro.

Dopo poco meno di un’ora di viaggio, ne manca altrettanto per arrivare a destinazione, Chiara mi chiede se mi va un caff&egrave, accetto molto volentieri la sosta, anche perch&egrave devo per forza andare in bagno.
Ci fermiamo al primo autogrill, ci prendiamo il nostro caff&egrave e andiamo tutte e due in bagno, non riuscivo più a trattenere la pipì. Anche Chiara ne approfitta per farla.
La sento lamentarsi ‘Qui da me &egrave finita la carta igienica.’
‘Te la porto io’ mi offro senza indugi.
Mi avvicino al suo bagno e lei mi invita ad entrare, faccio per porgerle la carta ma lei mi guarda sorridendo ‘La carta me la irrita, meglio se me la pulisci con la tua lingua’ mi dice mettendo un piede sopra il bordo del water per aprire meglio le gambe. Come al solito non discuto, mi abbasso e comincio a ripulirle con la lingua la figa ancora bagnata della sua urina, sento il gusto acre di quel liquido riempirmi la bocca.

‘Bene, bene’ mi dice lei uscendo dal bagno, ‘visto che non mi pare giusto che questa nostra trasferta gravi sul bilancio aziendale, dobbiamo trovare un altro modo per pagarci il pranzo’ aggiunge con fare che sottointendeva che aveva già pensato a tutto lei.
‘Adesso, entri nel bagno degli uomini e chiedi se qualcuno vuole farsi fare un pompino per 5 euro.’

La guardo con aria interrogativa.

‘Non sto scherzando, vai!’ Mi dice indicando il bagno degli uomini.

Esito un istante ma poi mi infilo nel bagno degli uomini, tre o quattro stanno pisciando negli orinatoi, un altro paio si ta lavando le mani e sicuramente dietro alle porte chiuse ce ne saranno altri.
Uno di loro nel vedermi entrare mi dice ‘Signora, mi sa che ha sbagliato bagno, questo &egrave quello degli uomini.’
‘Invece sono nel bagno giusto,’ rispondo io, ‘devo racimolare un po’ di soldi per pagare il pranzo a me e alla mia amica,’ indico Chiara che &egrave ferma appena fuori dalla porta ‘a qualcuno di voi gentili signori va di farsi fare un pompino per 5 euro?’

Domanda stupida!

In un attimo tre di loro sono già vicino a me con il cazzo fuori, mi accovaccio e comincio a succhiarli, altri mi circondano poco dopo, dai gabinetti escono altri quattro uomini, che quando hanno sentito la mia proposta hanno finito in fretta i loro bisogni per unirsi al gruppo. Mi ritrovo a ingoiare cazzi di tutte le forme e dimensioni, alcuni, quelli di uomini ben vestiti sono puliti e insapori, altri, quelli di alcuni camionisti invece non vedono una doccia da qualche giorno, il loro odore &egrave quasi nauseabondo ed il gusto forte e deciso, altri ancora mi porgono le loro aste ancora gocciolanti dalla pisciata appena terminata. Nell’orgia di cazzi che mi attorniano non posso fare selezioni e mi porto alla bocca tutti senza distinzioni. Mano a mano che vengono nella mia bocca, i primi lasciano il posto a quelli dietro e andandosene gratificati lasciano i 5 euro a Chiara.
Altri uomini entrano nel bagno, anche attirati dal passaparola che in un attimo ha fatto il giro dell’autogrill. Tra i vari uomini che vedo sfilare davanti a me ne noto anche due con una polo rossa, sono due dipendenti dell’autogrill.

Dopo quasi mezz’ora di pompini la fila di uomini si esaurisce o quasi, Chiara finalmente decide che può bastare, viene a prendermi e mi riporta nel bagno delle donne, dove mi do una ripulita prima di riprendere il viaggio.

In auto Chiara conta i soldi: 130 euro. ‘Complimenti, ci possiamo permettere un bel pranzetto oggi, ma non so se tu hai ancora fame dopo esserti bevuta la sborra di 26 uomini…’ aggiunge ridendo. Infatti ero piena, come mi aveva ordinato Chiara non ho lasciato cadere una sola goccia di sperma.
Finalmente arriviamo alla fiera, la visita si svolge in maniera professionale, Chiara mi lascia fare il mio lavoro, scambio due chiacchiere con i vecchi fornitori, prendo i nominativi di qualcuno interessante, ci guardiamo attorno in cerca di qualche novità. Visitiamo diversi stand, la fiera a differenza degli scorsi anni ha preso un indirizzo più internazionale, con la crisi tutti cercano nuovi mercati e nuove opportunità, ci sono società sudamericane, asiatiche e anche africane, oltre che le solite dal resto dell’Europa.
Ad ora di pranzo andiamo in un buon ristorante a spendere i soldi che duramente ho guadagnato. Dopo pranzo rientriamo alla fiera e finiamo il nostro giro. Abbiamo raccolto molte brochure di vari espositori, tra questi sicuramente ci saranno quelli che faranno la differenza per la mia azienda.

Verso ora di cena di dirigiamo verso il nostro albergo, non ho idea di dove abbia prenotato Chiara. Mi porta in un hotel a 4 stelle con spa e centro benessere.
La guardo ed esclamo ‘Starai scherzando, non ce lo possiamo permettere un posto del genere.’
‘Non ti preoccupare, ho già in mente come potrai non far sborsare neanche un euro alla nostra ditta’ risponde lei sorridendo.
Saliamo alla nostra camera, ci facciamo una doccia e poi ci prepariamo per la cena. Chiara mi fa mettere in tiro, un vestitino molto leggero e provocante e niente intimo sotto, per il tocco finale mi infila nel mio buchino un anal plug con sulla parte terminale una piccola gemma viola. ‘Questo &egrave l’unico gioiello che dovresti indossare stasera’ dice lei ammirando il mio culo con al centro la gemma.

Saliamo in auto e ci dirigiamo verso il ristorante, una volta entrate Chiara si avvicina ad un tavolo con tre uomini di colore, li avevo già conosciuti nel pomeriggio alla fiera.

‘Questi gentili signori si sono offerti di invitarci a cena stasera, ovviamente io in cambio gli ho promesso il ‘dessert’. E poi se sarai brava ci pagheranno anche l’hotel’ mi dice Chiara.
‘E’ un piacere rivedervi’ gli dico molto cortesemente non dando importanza a quello che mi ha appenda detto Chiara, che praticamente mi sta vendendo come fossi una prostituta.
‘Anche per noi, speriamo di passare una bella serata assieme’ mi risponde uno di loro in un buon italiano ma con un marcato accento francese.

Durante la cena facciamo conoscenza, Abasi, Nassor e Salehe hanno tutti e tre intorno ai 30 anni, sono del Senegal ma lavorano da diversi anni in Francia con una società di import-export tra il loro paese e l’Europa e stanno cercando nuovi clienti in Italia. Purtroppo non sono il tipo di fornitori che stavo cercando, operano in un altro settore.

La cena &egrave ottima, il vino pure, anzi devo avere anche esagerato un po’, forse per essere più sciolta per il dopocena che mi attende.

Finito di cenare, invitiamo i nostri amici a seguirci al nostro hotel, senza dire niente passiamo per la reception accompagnate dai tre uomini di colore, chissà cosa avranno pensato gli adetti al banco: due escort di lusso che hanno trovato tre clienti da soddisfare.

Raggiungiamo la nostra suite, Chiara invita i nostri amici a mettersi comodi sul divano mentre noi andiamo in bagno a prepararci. I nostri preparativi consistono solo nel toglierci il vestito, io resto completamente nuda mentre Chiara per il momento resta in intimo, si infila degli stivaletti con tacco a spillo e prende dalla sua borsa un piccolo frustino, insomma una tenuta da dominatrice.

‘Mettiti a quattro zampe’ mi ordina, mi abbasso.

‘Ok, adesso possiamo uscire’ esco dal bagno camminando a quattro zampe con Chiara che mi accarezza il sedere con il frustino.
Mi dirigo verso i nostri ospiti che mi stanno aspettando nudi sul divano. Hanno tutti e tre i cazzi già belli in tiro, uno &egrave un po’ più grande del cazzo più grande abbia mai visto, gli altri due invece sono enormi, saranno ben oltre i 25 centimetri. Questo conferma quello che dicono degli uomini di colore.

‘Allora Signori’ dice Chiara ‘come promesso la mia cagnetta &egrave qui per esaudire ogni vostro desiderio, potete fare di lei quello che volete e lei non dirà niente. Vero cagna?’ mi chiede.
‘Si Padrona’ le rispondo.
‘E loro chi sono?’
‘I miei Padroni’
‘Vedo che hai capito. Inizia con succhiare quei loro magnifici cazzi di ebano. Fino in fondo!’

Sempre a quattro zampe mi avvicino al divano dove sono accomodati i tre uomini e comincio a succhiare il cazzo di Salehe, l’attrezzo più piccolo dei tre, voglio andare per gradi. Dopo averlo slinguazzato un po’, me lo infilo in bocca e inizio a spingermelo in gola, ho qualche difficoltà, non ho mai visto un cazzo così, lui molto gentilmente mi spinge la testa verso il suo pube, con qualche sforzo e al limite del soffocamento riesco a scendere fino alla base, l’uomo allenta la pressione sulla mia testa in modo che possa arretrare di qualche centimetro e poi me la rischiaccia in basso, fa così una decina di volte, verso la fine la mia gola non ha difficoltà a far stare tutto il suo cazzo dentro, soddisfatto mi lascia andare.
Intanto Chiara ha preso posto in una delle due poltrone di fronte al divano, mentre mi guarda eccitata si massaggia il clitoride.
Mi dedico al secondo cazzo, e tra i rimanenti scelgo quello meno grosso, quello di Nassor, l’altro mi pare impossibile possa entrare nella mia bocca. Anche il secondo uomo mi aiuta ad ingoiarlo spingendomi in basso la testa, ma nonostante tutti i suoi sforzi non riesco che a prenderne in bocca poco più di tre quarti. Un po’ contrariato ma appagato del mio impegno mi lascia andare.
Non mi resta che dedicarmi a Abasi, il cui membro come detto ha una circonferenza esagerata, riesco comunque a prenderlo in bocca e anche stavolta la mia testa viene aiutata a scendere il più possibile, ho la lingua tutta premuta in basso che non riesce neanche a muoversi da quanto questo questo cazzo mi riempie completamente la bocca. Anche di questo arrivo a circa tre quarti dell’asta, Abasi vorrebbe che ne ingoiassi di più ma &egrave fisicamente impossibile, mi lascia andare comunque anche lui gratificato dalla mia perfomace.
‘Vieni qui’ mi ordina Chiara, vado da lei con il trucco completamente sfatto dalle lacrime che mi sono uscite dagli sforzi e dalla saliva che ho lasciato sui tre enormi cazzi.

Si tira da una parte le mutandine e capisco che devo leccargliela, &egrave zuppa dei suoi umori, lo spettacolo, la mia sottomissione, le &egrave evidentemente piaciuta. La lecco avidamente, nelle ultime settimane ho iniziato ad aprezzare il gusto della sua figa, sentire il suo odore che sale nelle mie narici mi eccita ogni volta di più.
Sento che sta per venire ma mi ferma, ‘basta così,’ evidentemente vuole rimanere eccitata al massimo. Mi fa girare e mi toglie l’anal plug dal culo che finora era stato in bella vista dei nostri ospiti, mi da un paio di slinguazzate all’ano per lubrificarlo un po’.

‘E’ ora che offriamo questo bel gioiellino ai nostri amici, siediti sui loro cazzi.’

Mi alzo e ritorno dai tre uomini, anche stavolta seguo lo stesso ordine, comincio dal ‘più piccolo’ per così dire. Appoggio il mio buchino sulla sua cappella e lo lascio scivolare dentro di me, una volta che lo sento bene dentro di me inizio un metodico saliscendi, ad ogni disceda lo sento farsi sempre più posto dentro al mio culo finch&egrave non sento le mie natiche appoggiarsi alle sue cosce, &egrave tutto dentro di me, continuo a salire e scendere ed ogni volta che sono in fondo mi fermo qualche secondo per assaporare quell’attrezzo che mi rempie tutta.

Chiara mi fa segno di cambiare uomo, quindi mi sposto su Nassor, oramai il mio buchino &egrave già bello aperto e il suo membro non fa nessuna fatica a entrare, ma essendo questo più lungo del precedente non riesco a prenderlo fino in fondo. Nassor mi aiuta prendendomi i fianchi e spingendomi verso il basso, piano piano, un po’ dolorosamente, sento il suo cazzo farsi strada nel mio intestino ed entrare fino in fondo in me, una volta che sono ben posizionata l’uomo mi afferra le natiche mi solleva un po’ e poi mi lascia cadere, lasciando che sia il peso del mio corpo a farmi scendere lungo la sua asta, le fitte dolorose iniziali vengono mano a mano sostituite da fitte di piacere ogni volta che il suo cazzo &egrave completamente in me.
Quando oramai ci sto prendendo gusto Chiara mi dice di cambiare nuovamente. Mi sposto su Abasi, prima di sedermi sul suo membro, lui mi apre le natiche e mi slinguazza per bene il buco per permettere al suo enorme cazzo di penetrare più agevolmente, il mio culo già ben dilatato dalle due precedenti penetrazioni non ha nessuna difficoltà ad accettare il suo enorme cazzo e senza esitazioni scivola fino in fondo dentro di me. Non mi serve neanche il suo aiuto, tenendomi con le mani sulla sue cosce inizio un frenetico saliscendi, davanti a me Chiara si sta masturbando sempre più velocemente.
Ad un certo punto Abasi si alza di scatto, proiettandomi in avanti a quattro zampe senza togliere il cazzo dentro di me, la mia faccia finisce a pochi centimentri dalla figa di Chiara.

‘Lecca la figa della tua Padrona’ mi ordina Abasi, avvicino ancora di più il viso alla figa di Chiara e inizio a leccargliela mentre lui non smette di scoparmi il culo.

Nassor e Salehe si alzano dal divano e si avvicinano a Chiara offrendole i loro cazzi che lei avidamente ingoia a turno.

‘Vediamo se questa puttana bianca &egrave troia come la sua schiava’ dice Salehe, scostandomi dalla figa di Chiara e piantondole dentro il suo cazzo senza tanti preamboli. Lei non fa una piega straeccitata com’&egrave e con la figa ben lubrificata dalla mia saliva. Accetta con gusto gli affondi di Salehe gemendo ad ogni spinta, ogni tanto lo tira fuori e me lo ficca in bocca così che possa assaggiare anche i succhi più profondi del sesso di Chiara.

Abasi con gesto atletico si tira su e si siede sul divano sempre tenendo il suo cazzo dentro al mio culo, mi tira su le gambe e le allarga, invitando Nassor a scoparmi la figa. In un istante mi trovo penetrata da due enormi cazzi di colore. Questi uomini hanno una resistenza incredibile, non danno il minimo segno di voler venire e continuano imperterriti a scopare Chiara e me.

Abasi mi fa girare, vuole guardarmi in faccia mentre mi scopa la figa, mi prende la testa, me la tira verso la sua e mi ficca la lingua in bocca, ormai presa dalla frenesia della scopata, non posso che ricambiare lo scambio di saliva.

Gli altri due si danno il cambio, Salehe si prende il mio culo mentre Nassor va ad allargare quello di Chiara che finora non aveva ricevuto attenzioni. Presto Salehe si lamenta che il mio ano &egrave stato dilatato troppo dal cazzone enorme di Abasi e non risce a gustarselo a dovere, io invece lo sento bene e fino in fondo.

Sento Chiara che bisbiglia qualcosa all’orecchio di Nassor, lui si stacca da lei, si infila tra me e Salehe e cerca la via per il mio buchino già occupato da un altro cazzo.

‘Noooo!!!!’ grido appena capisco le loro intenzioni.

Ma Abasi mi tappa la bocca e Salehe insiste nel suo affondo finch&egrave il mio ano cede e lascia posto ad un secondo cazzo. Sento il mio sfintere al limite della lacerazione, Chiara si avvicina, mi prende il viso, mi bacia, mi dice di rilassarmi e con una mano cerca il mio clitoride ed inizia ad accarezzarlo. Lentamente il mio ano inizia a rilassarsi e a non stringere più intorno ai due membri. Quando i due uomini capiscono che hanno via libera iniziano a spingere e così fa anche Abasi nell’altro mio buco. Ogni tanto Salehe lo toglie dal mio culo per farlo respirare un attimo ma subito lo rimette dentro, il mio ano oramai non fa più resistenza, &egrave al massimo della dilatazione.
I due cazzi nel culo, il terzo nella figa e le mani di Chiara che mi toccano il clitoride e mi palpano le tette fa sfociare in me un orgasmo violento che quasi mi fa perdere i sensi.

Finalmente si stancano di quella posizione e si tolgono tutti e tre da me, i miei buchi sono completamente aperti. Come non lo erano mai stati prima.

Mi lasciano quasi esamine sul divano, loro non sono ancora venuti e Chiara &egrave ancora piena di energia, la scopano due alla volta anche se in due buchi diversi, lei non ha l’onore come me di prenderne tre in una volta, anche se il terzo lo soddisfa con la bocca con gran maestria.

I tre uomini di colore si stanno ancora divertendo e non danno segno di cedimento.

‘Queste due donne bianche sono proprio delle gran troie’ dice uno di loro.
‘E’ più troia la ‘padrona’ o la ‘schiava’?’ domanda l’altro.
‘Qui non ci sono padrone, sono tutte e due schiave del cazzo nero!’ risponde il terzo ridendo.
‘Già, ora sono le nostre schiave. Vero?’ Ci chiede Abasi.
‘Si Padrone,’ rispondiamo all’unisono Chiara e io.
‘Tu vieni qua’ dice rivolto a me.

Mi avvicino a lui, toglie il suo membro dalla figa di Chiara me lo ficca in bocca e rilascia il suo carico di sperma nella mia gola, poco dopo, mentre sto ancora deglutendo, Salehe fa lo stesso nella bocca di Chiara. Manca solo Nassor, che non esce dal culo di lei e le viene dentro.
‘Spingi fuori il succo che Nassor ti ha lasciato dentro e lascia che la tua amica lo beva direttamente dal tuo culo’ le ordina Abasi.
Chiara spinge finch&egrave lo sperma fuoriesce dal suo ano, io avvicino la lingua e comincio a succhiare il nettare che esce dal suo orifizio.

‘Brave le nostre schiave’ si congratula Nassor con gli altri due.

‘Cosa volete che facciano adesso i vostri nuovi Padroni?’

Sento Chiara rispondere: ‘Scopare, ancora!’ mentre lentamente, esausta, mi addormento scivolando sul divano’

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