– Ricordi, sbocciavan le viole’e le nostre parole, non ci lasceremo mai, mai, e poi mai’
Ascolto la canzone di Fabrizio De Andrè su questa panchina, spersa nel parco di questa città immensa.
Vedo i bambini giocare sotto gli occhi vigili delle madri, la gioia che mi circonda, contrasta con il dolore che sento dentro.
Gli occhi lucidi, unico segnale esterno della mia sofferenza. T
Torno ai ricordi
‘Dove ho sbagliato?’
Mi tormento: cerco nel mio passato gli errori lasciati per strada, scruto gli angoli nascosti dell’oblio per trovare una risposta.
‘Quando è successo che ti ho perso?’
Non trovo risposte alla mia sofferenza e questo mi fa impazzire, le tempie mi scoppiano, le mani leniscono lo sforzo della ricerca, il contatto delle dita sulla nuca, sono un momento di conforto.
La portiera della macchina ancora aperta, il nastro che continua a trasmettere la tua voce, un estraneo che ti parla: le stesse frasi, lo stesso tono, la stessa passione.
Torno indietro a cercare nei miei cassetti della memoria, ricordo tutto del nostro primo incontro, passo al rallentatore, la nostra vita vissuta insieme, la dolcezza della prima volta, le lacrime alla nascita di nostro figlio’ricordo tutto.
‘Dove ho sbagliato?’
– Ma come fan presto, amore, ad appassir le rose’
Frasi struggenti che mi feriscono dentro, quella canzone sembra scritta per me, in questo momento, tutto quello che è scuro o triste, mi penetra facendo crescere il mio dolore.
– Ieri mi hai fatto morire, sei stata una donna incredibile, quando fai all’amore, ti trasformi in una troia unica’
Penso a quelle parole impresse sul nastro.
‘Maledizione!
Tutto sbagliato, non avrei dovuto mettere quello stupido nastro.
Nascosto nel telefono: controllare mio figlio nel momento della pubertà, mi sembrava una grande idea, aiutarlo a crescere, potere valutare le sue amicizie, i comportamenti.
Il terrore della droga: con questa scusante, sono entrato nella sua vita intima e adesso mi trovo con la vita privata di mia moglie.
‘Dai: masturbati per me, fammi sentire quanto ti faccio morire.
Impietosamente le frasi dei due amanti mi lacerano dentro.
– Sono eccitato: fammi venire’adesso.
– Cosa vuoi che dica?
– Dimmi di ieri, di cosa ti piacerebbe fare oggi,
Ascolto affranto, mortificato nel mio orgoglio di uomo.
‘Sei stato grande: mi hai scopato da Dio, era una vita che non godevo così.
Non c’è pietà in quello scambio di sesso, io sono l’oggetto di paragone, la persona da umiliare, da denigrare, così la coscienza del diritto, si rafforza.
– Voglio di nuovo il tuo membro nella mia bocca, mi piace un casino quando ti sento venire.
Sento l’eccitazione crescere in quelle frasi, gemiti, sospiri, promesse d, altri incontri’
Lacrime salate: i bambini continuano a giocare, mentre io continuo a morire.
– E quando ti troverai con quei fiori appassiti ‘
La canzone sta finendo, come le parole di quel nastro.
Alzo lo sguardo, le nuvole si stanno aprendo, un tiepido raggio di sole a scaldare i primi giorni d’autunno.
‘forse non ho sbagliato”
‘Quando finisce un amore, così, com’ è finito il mio”
Ho sempre amato la musica, mi ha sempre accompagnato durante la vita, ogni momento, è legato ad una canzone
Cocciante segue De Andre, ma il filone è lo stesso, eppure quel raggio di sole, quei bambini che gridano la loro innocenza.
Cresce una ribellione.
Prendo il nastro che per due giorni ha accompagnato i miei pensieri, lo lancio verso i cigni che ingenuamente nel laghetto, il rumore del contatto li spaventa, si alzano in volo, mentre il nastro scende nel profondo dell’acqua con tutti i suoi racconti.
Mi alzo, aggiusto i capelli, levo il sale dalle mie ferite, un fioraio canta una canzone, proprio come quando vent’anni prima in quel parco.
Compro un mazzo di rose, come da tanto tempo non facevo, litigo con il mio orgoglio, penso a quante cose belle ho passato con lei.
– Non è detto che un amore debba sempre finire’
Torno a casa.
Apre la porta, mi guarda stupita, un sorriso imbarazzato, ma sincero.
– Ti amo amore’
Ancora lacrime, ma questa volta non sono le mie.
Il nastro si sta cancellando, portando con se le mie amarezze’
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Bhe...è difficile che si ricevi un commento, Questo sito non è tantissimo frequentato da gente attiva :)
Una serie di racconti sempre più eccitanti, alla fine Gianni ha raggiunto il suo scopo
Mi sa che alla prossima Gianni raggiunge l'obbiettivo
Un vero cuck, lei senza problemi gli racconta, d'altronde lui glielo aveva permesso al telefono