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scopata meccanica

By 27 Giugno 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Aspetto la mia nuova amante. Eccitato e curioso. Ho bisogno di un altro telefono per chiamarla.
Titubante l’ho ripreso in mano. Quel telefono spento da metà gennaio. Quel telefono sul quale &egrave transitato un soave, leggero, profondo, calamitoso flusso di amore che non pensavo fosse possibile. Quel telefono dal quale ho sentito per la prima volta la tua voce cosi sensuale e vicina al mio cuore. Quel telefono con il quale ci siamo eccitati e ci siamo scambiati parole di fuoco. Quel telefono che custodisce gelosamente tutte le foto che mi hai inviato e che non ho più la forza di guardare.
La mia mano senza controllo va nella cartella dei messaggi cancellati.
26 novembre. “nun ce pensà”. La fine di un amore. Era un sabato mattina. Mi ero appena svegliato e in bagno ti avevo scritto: “tp” (ti penso). Il mio stomaco si stringe. Scorro. Ci sono gli MMS. Tredici settembre. Io e te abbracciati insieme l’ultima volta che ci siamo visti. Smorfia sul mio viso. Due novembre. Tu che ti fotografi seminuda allo specchio coprendo le tue parti intime per farmi vedere il tuo taglio di capelli appena fatto. Sei bella. Sorrido. Ventisette agosto. Il tuo sesso perfettamente depilato fotografato da dietro. Sorrido, sto per eccitarmi. Vado oltre. Venticinque agosto. Tu in macchina seduta al posto di guida ti fotografi mentre mi mandi un bacio. Sei bellissima. Compare il testo. “Ciao a”. Ancora mi chiamavi “Amore”! Morsa nello stomaco. I pensieri si fanno bui. La rabbia sale. Insieme alle lacrime.
Chiudo.
La chiamo. E’ arrivata.
Sale. Le avevo chiesto di venire senza biancheria. Ha eseguito. Ha solo un vestito leggero senza nulla sotto. Appena entra comincio a palpeggiarla, le infilo subito un dito dentro. E’ già fradicia.
La porto in camera da letto. La scopo. Con rabbia. Senza passione. Senza amore. Vengo abbastanza velocemente. La pratica &egrave chiusa.
Ci stendiamo sul letto. Parliamo del più e del meno.
Ma la mia testa e il mio cuore sono da un’altra parte. Da una parte dove non ha più senso stare. E soprattutto dove non sarebbero mai dovuti andare.

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