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Racconti Erotici

SOLEIL DE PARIS 32

By 8 Giugno 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Fu così che la Rossa si mise in viaggio per Parigi, insieme con il suo giocoliere. Sarebbero stati amanti per la vita? Chissà!
Arrivò verso mezzanotte, alla Gare de’ Mentre camminava mano nella mano con il suo amico del cuore, venne quasi travolta da una folla di sconosciuti. Tutti portavano in testa una paglietta bianca, ornata con un nastro nero, e tenevano sottobraccio delle valigette. Una di esse si aprì improvvisamente: conteneva pennelli, colori e tavolozze.
Allora, la Rossa cap6ì che doveva essere arrivato il treno degli artisti’
La musica delle fisarmoniche la avvolse. Dopo un breve girotondo tra le case dai tetti viola e uno sguardo smarrito al boulevard, provò in cuor suo il desiderio di ballare.
Abbracciò appassionatamente il suo caro burlone ed improvvisò con lui una malinconica mazurca.
Passò una carrozza di ricchi borghesi; una bella donna si sporse dal finestrino e gettò alla folla una manciata di biglietti di banca e di fiori scarlatti.
Era Parigi! Era Parigi!
Ma dal villaggio di’, alcune ore dopo la partenza della meravigliosa violinista, era partito un carro, spinto da cavalli neri; a cassetta stava seduta una giovane donna, avvolta in un mantello color carbone; i suoi biondi capelli volavano nel vento. La sua lunga frusta schioccava in aria e’ Cielo!
La capitale di Francia era, all’epoca, affollata di artisti di ogni genere, di graziose ballerine, dalle labbra più rosse della porpora, che portavano sul volto delle maschere bianche, oh, quanti tutù candidi e viola, che bei collarini di seta blu! Alcune avevano delle gorgiere, altre indossavano dei guanti color avorio, di seta pura, sui quali spiccavano dei grandi anelli, con pietre preziose dai riflessi d’ambra. Oh, mani fatte per essere baciate e coccolate!
Rammento il fumo inebriante e mistico di un bistrot’ Era un fumo che sapeva d’oppio e di incontri amorosi!
Un’orchestrina, composta da tre o quattro musicisti, suonava un valzer. Al bancone c’era una ragazza di circa vent’anni, originaria della Normandia, che strizzava l’occhio a tutti gli uomini e stava parlando con un giovane gagà, che non le lesinava i complimenti. L’elegantone polemizzava con lei su di un articolo, pubblicato in un giornale che teneva in mano’ In realtà, quello era soltanto un modo per farle la corte. Dopo che se ne fu accorta, la giovinetta lo abbracciò e gli diede un bacio sulla guancia.
Alcuni uomini, vestiti con delle lunghe redingote blu, giocavano a carte. Uno di loro si era tolto il cappello a cilindro e confabulava con una cameriera.
Seduta a uno dei tavoli, c’era una ragazza bionda, dalle labbra dolcissime, che sorrideva spesso.
Aveva davanti a sé una bottiglia piena di brandy e se ne era versato un bicchierino, che sorseggiava languidamente.
La sua fantasia volava lontano. Correva verso la violinista dai capelli rossi. In mezzo al fumo del bistrot, nell’andirivieni delle cameriere, nel profumo di vino, d’ambrosia, si risvegliavano tutte le sue ardenti passioni.
Di tanto in tanto, sussurrava quel nome, l’amato nome, per poi raccomodarsi il bel fiocchetto blu scuro che portava al collo. Il denaro non le mancava.
Sì, avete indovinato, quella donna era la Mercantessa! Il suo arrivo a Parigi non era stato dei più felici. Seduta al tavolino, accarezzava tra le mani i petali di una rosa. Aveva un appuntamento. Con chi? Ve lo rivelerò fra breve.
La porta del bistrot si spalancava e si richiudeva in continuazione, per lasciar passare gente di ogni genere.
Ad un tratto, entrò un uomo tutto vestito di nero, che sembrava un cecchino. Dopo aver gettato uno sguardo tra la folla, andò a sedersi al tavolo della Mercantessa, che gli strizzò l’occhio e gli strinse la mano.

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