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Racconti Erotici

SOLEIL DE PARIS 36

By 12 Giugno 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Il salotto di Madame de’ era affollato. Tutti gli invitati si erano ricordati dell’appuntamento. Alcuni uomini viziosi fumavano sostanze proibite, seduti su di un canap’. Altri, leggevano i quotidiani pi’ famosi di Parigi e discorrevano a gran voce di politica e di borghesia. Le donne erano meravigliose. Giovani, elegantemente abbigliate, pettinate come bambole, si scambiavano dei complimenti e chiacchieravano di storie mondane e piccoli scandali rosa.
Una signorina dalle lunghe trecce nere, vestita con un abitino cremisi, che le lasciava le braccia nude, sfogliava annoiata un feuilleton, giunto oramai alla sua centoduesima uscita.
La padrona di casa, seduta al tavolo da gioco, fumava il sigaro e mescolava le carte, nell’attesa che gli ultimi ritardatari bussassero alla porta.
La sala era lussuosa; alle pareti erano appesi dei quadri di artisti famosi, raffiguranti belle donne, che, inseguite da maschi bramosi di accoppiarsi, correvano nude sui prati, o stavano sdraiate nude su dei morbidi letti, con una gamba alzata e il dito tra le labbra.
Alla destra di Madame de’ stava seduto l’impresario, che giocherellava con il suo bastone dal pomolo d’avorio. Altri giocatori si accingevano a prendere posto proprio in quel momento.
Le cameriere, in livrea, giravano a destra e a manca, recando delle gran guantiere colme di pasticcini e bevande. Si beveva il ruhm, il Grand-Marnier, lo champagne’
La Rossa suonava il violino, seduta in un angolo, accanto ad un giovane sconosciuto, che indossava una maglia a righe bianche e nere, portava un basco blu e strimpellava la fisarmonica. Ah, che musica cupa, ricca di accenti sonori e malizie segrete!
L’impresario chiam’ la violinista accanto a s’ Le disse:
– Restate vicina a me, cos’ mi porterete fortuna! Siete talmente bella’
– Oh, per quanto ancora dovr’ subire i vostri appassionati complimenti? ‘ gli rispose lei, sorridendo.
– Finch’ lo desidererete!
A quel punto, l’impresario si tolse il cappello a cilindro e lo riemp’ di biglietti di banca. Era disposto a giocarsi tutto quel denaro’
La Rossa gli si sedette accanto e cominci’ a confabulare con lui, a bassa voce, come se fossero stati due fidanzatini.
Pensate che lei gli prendeva la mano, gli sussurrava parole affettuose negli orecchi, anche se non osava dargli del tu’
La padrona di casa giocava con le carte. Erano mazzi francesi; ricordo le belle figure, dipinte a colori vivaci, di fanti, di regine, di re’
L’uscio si apr’ improvvisamente. Apparve una donna bionda, vestita di scuro, con in testa un cappello nero, ornato di fiori finti. Per camminare, si appoggiava ad una stampella di legno’
Ma’ Cielo! Era la Mercantessa! La Rossa la riconobbe in un istante e subito gli occhi suoi si riempirono di lacrime.
Che cosa le era capitato? Si stava dirigendo verso il tavolo da gioco’ La nostra protagonista non pot’ resistere. Si alz’ in piedi; per evitare quell’incontro, si rifugi’ accanto al suonatore di fisarmonica e riprese a far piangere il suo violino.
Lo sguardo della musicista incontr’ quello della sua vecchia conoscenza. Oh, io non vi so dire quali sentimenti appassionati, che slanci, quanta follia amorosa racchiudevano gli occhi di entrambe!
La bionda mosse le sue dolci labbra, come per rivolgere la parola alla sua amica del cuore, ma la voce le manc’. Cerc’ di tirarle un bacio, da lontano, ma non le riusc’. Io non so raccontarvi l’affetto e la tristezza che quelle due donne recavano in seno!
La partita di bridge ebbe inizio. Dur’ a lungo. La Mercantessa approfitt’ di tutto quel tempo per corteggiare con gli sguardi colei che doveva essere sua.
La violinista la guardava, tutta commossa’ Avrebbe voluto abbracciarla, stringerla a s’, chiederle come era successo, consolarla! Che cosa mai significavano quella gruccia, quell’andatura incerta e zoppicante, quel suo volto mesto?
Prima che se ne andasse, la Rossa corse incontro alla sua amata e si gett’ ai suoi piedi.
– Per favore, non fingere di non riconoscermi! Non posso vivere senza di te, lo confesso! ‘ le disse subito la Mercantessa, piagnucolando. ‘ Tu non sai cosa mi ‘ capitato!
– Dimmelo tu. Io non oso chiedertelo! ‘ mormor’ l’altra.
– Un carro mi ha investita. E’ stato terribile! Non potr’ pi’ camminare come prima. Oh, me sventurata! Sapessi quanto ho sofferto! Soffro molto anche ora, s’! Ahim’!
– Farei volentieri qualcosa per te, se solo potessi! Non hai che da chiedermelo! Io ti aiuter’!
– Sei molto buona’ Grazie! Oh, grazie!
La Mercantessa appoggi’ la sua bella testa bionda sulla spalla della sua amica del cuore’ Cielo, le pianse addosso, s’! Oh, era inconsolabile, inconsolabile!
– Fa’ qualcosa per me, ti scongiuro! ‘ esclam’ la maliarda, con un sorprendente talento da attrice. ‘ Sono cos’ sola ed infelice! Aiutami!
– Stai tranquilla’ Ti prego, non piangere! Cos’ farai piangere anche me!
– E’ stato terribile!
– Appoggiati a me, su! Ti porto fino alla carrozza!
– Sei tanto cara’ Senza di te, morirei! Ti amo tanto, perdonami se te lo dico! Non riesco a uccidere il sentimento che tu sai ispirarmi!
La Mercantessa era riuscita nel suo intento. Non era mai stata zoppa. Aveva escogitato quella finzione per riavvicinarsi alla sua amata. Non appena fu salita nella sua vettura, gett’ in un angolo la stampella, di cui si era servita per riconquistare il cuore della violinista.
Sorrise a se stessa, perch’, pensava, presto quell’animo ribelle sarebbe stato soltanto suo, come quel violino, di inestimabile valore.
Abbiamo lasciato il povero giocoliere in un vicolo cieco, inseguito da un’ombra minacciosa’ Fortunatamente, quella volta il nostro eroe riusc’ a scamparla, scavalcando il muro.
Purtroppo, per’, una notte fece un altro brutto incontro. La luce cupa dei lampioni gli aveva fatto paura. Stava passeggiando in un quartiere un po’ malfamato. Giungevano fino a lui le voci degli ubriachi, gli schiamazzi e i versi delle prostitute, appartate con i loro clienti. Erano i suoni dei bassifondi. Non lontano da l’, in un bistrot, era scoppiata una rissa.
Il killer inseguiva il povero giocoliere con un pugnale in mano, la cui lama scintillava vagamente, nella luce lunare. Stava per prendergli la mano; poi, fingendo di chiedergli un’informazione, avrebbe portato a termine l’opera sua.
Triste destino, essere sgozzato’
Eppure, il burlone non aveva idea di ci’ che stava per capitargli. Innamorato della luna, la guardava con i suoi occhioni, pieni di fantasia. Provava l’ardente desiderio di suonare una serenata con il suo mandolino’
La lama d’argento guizz’ nelle tenebre profumate e misteriose di Parigi. S’udirono molte grida.
Fortunatamente, nel momento fatale, il giocoliere era caduto in un tombino rimasto aperto. Le sue urla avevano messo in fuga l’aggressore.
Nel frattempo, in un altro angolo elegante della capitale francese, la Mercantessa si dava al libertinaggio. Vestita in modo provocante, onde mostrare al mondo le sue splendide gambe ed il suo petto carnoso, passeggiava lungo un boulevard, decisa a chiedere a tutti di fare sesso con lei. Tirava dei baci nella notte.

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