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Racconti Erotici

SOLEIL DE PARIS 39

By 15 Giugno 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Quegli occhi non avrebbero dimenticato mai i cieli rossastri e tersi di Parigi! No, non avrebbero dimenticato mai la malinconia di quelle torri, né il mistero delle cattedrali tristi, che tuffavano le loro immagini antiche nelle acque della Senna, o in mezzo alle nuvole dell’immenso, scintillanti e fredde!
A volte, le case, i tetti, sembravano piangere, di un pianto appassionato e inconsolabile. In altre occasioni, invece, pareva fosse sempre carnevale e le strade si vestivano a festa.
Anche un acrobata solitario, che si esibiva per strada, in mezzo ai passanti, con la speranza che gli facessero l’elemosina, bastava a commuovere il mesto spettatore.
Eppure, tutto brillava, i fiori sbocciavano, stormi di uccelli canori rallegravano le torri e i tetti antichi, i campanili e le case diroccate, ricoperte di edera.
Ricordo che qualcuna delle giovinette più avvenenti, passando lungo la Rue Vaugirard, o la Rue de Neuilly, sorrideva spensieratamente ai suoi spasimanti, salutandoli con uno sguardo pieno di passione, per poi fuggire come una farfalla, senza neppure rivolgere loro la parola.
La Mercantessa aveva dato appuntamento alla sua amica del cuore. La aspettava con ansia davanti ad un portone misterioso; voleva che si divertissero insieme, quel giorno.
In realtà, aveva dei propositi segreti’
La violinista arrivò con una vettura di piazza. Gettò subito le braccia al collo della sua amante, che, sempre appoggiandosi alla sua gruccia, aprì il portone con una chiave dorata e la invitò a scendere una rampa di scale.
Alla fine, le due si ritrovarono in un locale dove si giocava d’azzardo’ C’era tanto fumo, non ricordo se di tabacco o di canapa’ L’attenzione della Rossa venne subito destata da una grande statua di marmo bianco, che raffigurava una divinità orientale. Era la dea Visnù, o forse, una rivisitazione della antica Venere.
Intorno alla roulette, stavano sedute venti o trenta persone. Si trattava per lo più di borghesi, ricchi e viziosi, o di personaggi scelti tra la sfarzosa aristocrazia parigina.
Le donne portavano dei vestiti scollati e si ubriacavano. Il vino e lo champagne scorrevano a fiumi, i bicchieri si riempivano e si svuotavano rapidamente e le fiches volavano sul tappeto verde.
– Chi tiene il banco?
– Io.
– Signori, fate il vostro gioco!
– Punto sul due’ Sul dieci!
Queste ed altre parole venivano ripetute quasi in continuazione.
C’erano anche dei divanetti, sui quali si facevano dei pettegolezzi e non di rado ci si abbandonava alla maldicenza.
La Mercantessa notò due donne, ritte in piedi, vicino a un gruppo di uomini’ Credette di indovinare quale fosse la loro occupazione e sorrise. Le parvero talmente seducenti, che’ Oh!
– Dai, siediti al mio fianco! Giochiamo! ‘ disse la maliarda alla sua compagna. ‘ Mi porterai fortuna’
– Ma’ Dove mi hai portata? ‘ le chiese la Rossa, un po’ sbigottita.
– A divertirti! Su, lasciati andare!
La bionda era ricca e volle dimostrarlo alla sua amica con le puntate che fece.
Poi chiamò il cameriere e gli chiese di portare due bottiglie di champagne.
– Lasciale qui ‘ gli disse, quando venne e gliele consegnò. ‘ Sì, sul vassoio, con le due coppe’
La Mercantessa vinceva’ Poco dopo, cominciò a corteggiare ardentemente la sua amichetta, che la guardava con due occhi da cerbiatto. Bevvero insieme dello champagne, ma la Rossa, che aveva un debole per quella bevanda, esagerò, con grande soddisfazione della maliarda.
La roulette girava senza sosta sotto gli sguardi trasognati della violinista’ Quanti numeri! Il rosso, il nero’ C’era da impazzire!
– Ah, mi stai facendo morire ‘ mormorò la musicista, appoggiando la testa sulla spalla della sua amata. ‘ Ho l’impressione di essere un po’ ubriaca’
– Ma no, sarà l’emozione! ‘ disse la furbastra, sorridendo appassionatamente. ‘ Tu mi vuoi bene, non &egrave così?
– Sì, te ne voglio tanto, da svenire’
– Non sai quanto mi fa piacere sentirmi rivolgere queste parole. Mi consolano, lo sai?
– Allora, te ne dirò mille altre, va bene? Sono follemente innamorata di te, dei tuoi lunghi capelli, del tuo animo affettuoso, del tuo volto perfetto’
– Come sei cara! Allora, voglio che tu faccia una cosa per me’
– Dimmi! Tutto quello che vuoi!
– Devi mettere una firma qui’
A quel punto, la Mercantessa trasse di tasca una sorta di pergamena. Era un contratto, che voleva far firmare alla Rossa’
Perbacco, intendeva approfittare di quella ubriachezza passeggera, per’ Non oso pensarci!

‘Con la presente, io sottoscritta *** vendo il mio violino *** alla gentile signora *** per la somma di ***’.

Questo era, in sostanza, il contenuto dell’accordo. La bionda afferrò dolcemente la mano della poverina e, dopo averle fatto intingere la penna nel calamaio, le fece sottoscrivere quel patto. In quell’istante, l’ammaliatrice ebbe la sensazione di essersi impossessata per sempre di uno dei più preziosi strumenti musicali di Francia!
Per ringraziare la sua bella del servizio che le aveva reso, la baciò teneramente sulla bocca e le regalò una parte della somma che aveva vinto al gioco.
Tutto era accaduto fatalmente, nella clandestinità e nel mistero di quella bisca!
Ricordo che, alcuni giorni dopo, la Mercantessa incontrò in gran segreto il killer sconosciuto.
– Avete fallito! ‘ gli disse lei, con voce severa, sciogliendo i suoi capelli ed appoggiandosi alla parete, tappezzata di seta di Persia. ‘ Come &egrave stato possibile?
– Abbiate pazienza’ – rispose l’altro, mortificato. ‘ E’ stato per colpa della sfortuna’
– Vi avevo incaricato di ucciderlo, no? Ricordate il generoso acconto che vi ho già dato? Dovete liberarmi di chi ostacola la mia felicità!
– Ho solo bisogno di un po’ di tempo.
– Badate che se mi sentirò tradita’
– Non preoccupatevi! Saprò soddisfarvi, ma’ Il giorno in cui vi avrò servita, sarete disponibile a soddisfare qualcuna delle mie voglie?
La bionda aveva le spalle al muro. In quell’istante, era semplicemente meravigliosa. Il killer, vestito di nero, le stava davanti e volle accarezzarle i bei capelli’ Lei non riuscì a sottrarsi a quella strana lusinga.
– Vedrò se sarà possibile esaudire questo vostro desiderio ‘ mormorò poi la Mercantessa, dopo un istante di silenzio.
– Siete incantevole, lo sapete?
– Grazie’ Ma fareste meglio a pensare al vostro lavoro e a risparmiarvi questi complimenti!
– E chi me lo può proibire?
Fu allora che quell’uomo terribile cercò di baciarla, toccarla, sedurla. Ma non ci riuscì. L’altra seppe anticipare i suoi movimenti, si allontanò da lui e lo salutò. Andandosene, gli tirò un bacio. Forse, fu soltanto un modo per prenderlo in giro.

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