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Racconti Erotici

SOLEIL DE PARIS 42

By 18 Giugno 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Dovete sapere che il giocoliere aveva in programma un nuovo, fantastico spettacolo. I preparativi già erano iniziati. Il pubblico si sarebbe divertito. Tutti lo avrebbero applaudito, lo sapeva!
L’idea gli era venuta per caso. Un bel giorno, infatti, il burlone aveva incontrato la Mercantessa.
Al vedere una così bella donna, il suo primo, ardente desiderio era stato di stringerle la mano, dopo averla salutata, togliendosi il cappello (la solita bombetta colorata di cui altre volte vi ho parlato).
– Piacere di conoscervi, signorina’
– Ma’ Siete proprio voi? Il grande artista? Quale onore!
– Per’ Per servirvi! Non’ Non vi ha’ Mai detto nessuno che’ Siete incantevole?
– Adulatore!
L’incontro era avvenuto su di un lungofiume, al calar del sole.
Il giocoliere aveva voluto discorrere a lungo con la bionda, prima di farle la sua proposta. Me lo ricordo, mentre, appoggiato al parapetto con lei, ammirava i battelli a vapore, che passavano sulla Senna, mentre un vento di passione faceva volare forte quei lunghi capelli d’oro, che sembravano un mantello.
Alla fine, dopo una lunga discussione, la maliarda si era lasciata convincere, aveva acconsentito a partecipare allo spettacolo, cedendo alle lusinghe di quel balbuziente corteggiatore.
Rammento due labbra scarlatte, che sussurravano nell’ombra, ad un uomo vestito di nero’
– Badate bene! Mercoledì prossimo, al Gran Teatro ***, avrete un’occasione d’oro! Non fallite, o ve ne pentirete!
La Rossa non partecipò al numero del suo amante. Non ci sarebbe riuscita, nemmeno se l’avesse desiderato con tutte le sue forze.
Ormai, dagli occhi suoi, scendevano soltanto delle lacrime, simili alle gocce di pioggia che, una ad una, si tuffavano nel romantico fiume di Parigi.
Non faceva che vagabondare lungo i boulevard, entrava e usciva dai bistrot, poi tornava a casa ed improvvisava al pianoforte fino all’alba.
Pareva che fosse alla ricerca di nuovi amori, ma i divertimenti, le ballerine, i ragazzi borghesi, le gioie proibite, non bastavano per consolarla.
Le sembrava di vedere il volto della Mercantessa, dipinto nel cielo di Parigi, nell’ora del crepuscolo. La sua meravigliosa chioma brillava, sopra le torri campanarie e i tetti cupi, mentre si vedeva Notre-Dame, in lontananza.
– Amica mia’ Vieni da me! ‘ diceva l’apparizione. ‘ Abiteremo insieme e potrai suonare il tuo violino quando vorrai!
Poi, uno stormo di tortore si alzava in volo dagli ippocastani tristi e quel fantasma affettuoso svaniva così, nel vento!
– Non suonerò mai più ‘ vaneggiava la Rossa, prendendosi il volto fra le mani. ‘ Non suonerò mai più’ Mai più’ Lo sento’
Le parole sue si smarrivano nei gorgoglii vaghi della Senna, che fluiva sotto i ponti della capitale.
Venne il giorno del grande numero. La platea era affollata. Si alzò il sipario. Prima di cominciare, il giocoliere volle fare un discorsetto inaugurale, che fece sorridere un po’ tutti.
Subito dopo, entrò in scena la Mercantessa, accompagnata da uno stuolo di ballerine, travestite da farfalle.
Il pubblico si accorse che, non di rado, gli sguardi del grande artista cercavano una donna, in mezzo alla folla’ Era la Rossa, che, rannicchiata in un angolo, piangeva in silenzio.
Il suo amato fece l’impossibile, per rallegrarla.
Ricordo che, dopo aver danzato sui birilli colorati e aver lanciato una nuvola di bombette rosse nell’aria, il giocoliere si mise a ballare con la bionda, pieno d’euforia.
Poi, il burlone si fermò e parve colpito al cuore da un colpo, sparatogli dalla sua compagna, con una pistola ad acqua. Cominciò a balbettare le sue ultime parole, prima di morire’
Che spavento!
Ma era uno scherzo!
Lo spettacolo sarebbe stato comico e triste, ad un tempo. C’erano tanti striscioni vermigli, molti nastri di seta, numerose stelle filanti’ Gli squilli delle fanfare coprivano i singhiozzi di un’innocente.
Nascosto nell’oscurità di uno dei palchi, c’era il killer. Teneva il suo fucile di precisione a portata di mano. Presto, avrebbe sparato e allora’
Ricordo che, quella sera, il giocoliere volle anche improvvisare. Scambiò i propri vestiti con quelli della Mercantessa, davanti al pubblico. Si mise una parrucca bionda e diede la propria alla sua partner, che non poté rifiutare, suo malgrado.
Poi, i due cominciarono a rincorrersi sul palcoscenico, come due ossessi.
Di lì a poco sarebbe partito il colpo del killer, che non si era accorto del trucco e’
Cielo!
Bum! Bum!
Gli spari furono due. La Mercantessa, che portava gli abiti dell’amante della Rossa, cadde, morta.
La folla impazzì. Molti presero a gridare spaventati, altri imprecarono, tutti si misero a correre verso l’uscita, temendo che accadesse il peggio.
Una giovane donna, bionda, giaceva senza vita sul palcoscenico’
– Aiuto! Aiuto! Chiamate i gendarmi! ‘ urlavano.
La nostra eroina si precipitò in soccorso della sua amata, mentre il fantasma della morte si dileguava nelle tenebre.
– All’assassino! ‘ gridò la violinista, dando un ultimo bacio sulle labbra alla sua amica del cuore.
In fondo, quella morte era provvidenziale’
Ben presto, il sorriso ricomparve sulla bocca della nostra protagonista, che riuscì a rimpossessarsi del suo adorato violino e a bruciare il contratto che la maliarda aveva stipulato con lei.
La bella fece pace con il suo impresario e diede un nuovo concerto, in occasione dell’inaugurazione di un grande ponte ferroviario, sulla Senna.
Le parve di suonare all’Accademia degli Orfanelli, come una volta’ Tutti i fanciulli le stavano intorno’ Indossavano le loro divise carine e portavano dei graziosi fiocchi rosa o celesti’ Le facevano festa’
Ricordi!
Il giocoliere e la sua donna si sarebbero amati appassionatamente, senza che nessuno più potesse ostacolare il loro affetto.
Passeggiavano mano nella mano nei giardini incantati della capitale; una volta, salirono insieme sulla vetta della Torre Eiffel’
Lungo i boulevard, o nei viottoli, tutti li salutavano, quando li vedevano passare.
L’impresario, immensamente ricco, era disposto a compensare profumatamente il talento di quei due artisti, acclamati da un pubblico assai numeroso e festante.
Il volto della Mercantessa si era dileguato, come uno stormo di corvi, tra le brume misteriose che, all’alba, solevano avvolgere la cattedrale di Notre-Dame. La voce sua pareva essersi spenta, nel bruire languido del vento tra le fronde dei tigli, nei valzer melodiosi, improvvisati con le fisarmoniche, che i vagabondi sapevano suonare con tanta maestria.
La primavera sbocciava nei suoi profumi e nei suoi colori meravigliosi intorno ai due innamorati, che accarezzavano i fiori e le foglie con le loro mani bianche.
– Abbiamo trovato la felicità ‘ disse una volta la Rossa. ‘ Ora nessuno ce la potrà strappare! Vivremo di gioie perdute e fuggitive per tutta la vita!
Il giocoliere balbettava sempre, allegramente. Una volta, volle improvvisare una corte sperticata per la sua bella e riuscì a farla ridere affettuosamente.
Il sole di Parigi splendeva sulle guglie e le torri antiche, la Senna scorreva placida tra le sue sponde, i borghesi più ricchi, passando lungo i boulevard nelle loro lussuose carrozze, facevano piovere sui passanti nuvole di biglietti di banca.

FINE

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