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Racconti Erotici

Sorpresa – Vecchi racconti di ErosItalia

By 14 Giugno 2022No Comments

La mia segretaria era molto efficiente. Curava con attenzione tutte le pratiche che le affidavo. Aveva un solo difetto: non era carina. Piccola di statura, non proprio magra, bruttina di viso. Unica caratteristica apprezzabile un seno enorme. Si chiamava, Orsola. Una sera in cui ero molto stanco, lei entrò nella mia stanza per comunicarmi che purtroppo avevamo perso un importante affare. Una giornata da dimenticare. Vedendomi afflitto e stanco, Orsola mi disse: “Dottore, le faccio un massaggio?” “Perché no?” risposi. Mi si avvicinò e contrariamente ad ogni mia aspettativa, cominciò ad massaggiarmi energicamente il torace. Provai un notevole senso di sollievo. “Orsola, lei è molto brava” le dissi “So fare di meglio, se vuol provare” ribatté lei. Mi sentii imbarazzato, ma incuriosito risposi di si. Orsola si tolse la giacca e cominciò a stringermi, tirarmi, spostarmi, giostrando con il mio corpo, le spalle, le braccia, le gambe, le articolazioni, il collo con grande capacità e maestria. Mi sentii come rinato. La stanchezza era scomparsa. Era altresì comparsa una strana eccitazione, dovuta al ripetuto contatto con il suo corpo, accaldato per lo sforzo ed in particolare con il suo abbondante seno. Questa eccitazione, peraltro inattesa e non voluta, si era manifestata con un parziale indurimento del mio pene.
“Orsola lei è una maga del massaggio” dissi nascondendo l’imbarazzo “Dottore, vuole che vada avanti?” aggiunse lei sorridendo “Certo, continui pure” le risposi maliziosamente. Orsola mi lasciò stupefatto. Cominciò a massaggiarmi le spalle, facendo al contempo scorrere la sua gamba destra attraverso le mie. “Dottore, ma lei si è eccitato, noto che ha il cazzo duro” “Ma… veramente… ” balbettai, arrossendo. “Non si preoccupi, ci penso io” E senza darmi il tempo di controbattere si inginocchio tra le mie gambe, mi aprì i pantaloni e prese il mio pene in mano. “Orsola, cosa fa?” le dissi sorpreso “Dottore, io sono la sua segreteria ed è mio dovere badare al suo bene ed alla sua serenità, ma se vuole io smetto subito e torno alla mia scrivania” rispose, stringendo in mano il mio sesso ormai durissimo. Ero esterrefatto, Orsola la mia segretaria super efficiente, tutta dedita al lavoro, mi stava masturbando delicatamente. “Mhh, continui pure Orsola, la prego” le dissi “Vuole che le faccia un pompino, dottore?” rispose lei accondiscendente “Siiiiii, per carità lo prenda in bocca”.
Orsola cominciò a leccarlo e a baciarlo, poi se lo infilò in bocca e cominciò a succhiarlo avidamente. Su e giù con la testa, succhiava il mio cazzo, lo leccava in punta, lungo tutta la sua lunghezza, poi lo riprendeva in bocca e lo succhiava di nuovo. Se lo spingeva tutto in bocca fino ai testicoli, fino in gola. “Le piace dottore, le piace come le succhio il cazzo?” mi chiese spudoratamente “Shhhhggggg, lei è una troia Orsola, mi sta facendo un pompino eccezionale” “Voglio che lei stia bene dottore” insisté riprendendolo in bocca. Si tolse la camicia e rimase in reggiseno. Il suo seno era veramente grandioso. “Ora la faccio divertire dottore, il suo bel cazzo mi ringrazierà” “Si Orsola, fammi godere…”
Si infilò il mio pene sotto il reggiseno tra le sue imponenti tette ed inizio a dimenarsi, masturbando il cazzo tra le tette. Era così brava a muoversi che io ero ormai in preda ad un piacere sfrenato nel vedere la mia fedele Orsola che mi faceva una superba sega spagnola. La sua tecnica era così perfetta che, con il cazzo ben piantato fra le morbide tette, lei accoglieva la punta del cazzo in bocca dove lo lubrificava con la lingua cospargendolo di saliva. Poi giù di nuovo fra le tette dove ormai scorreva perfettamente grazie alla saliva lubrificante, poi in bocca. Una sensazione unica.
“Le piace dottore, le piace chiavarmi fra le tette e in bocca?” “Siiiiiii troia di una segretaria, sto per venire” “Aspetti dottore, non è ancora il momento, si alzi!” mi chiese “Cosa vuoi fare Orsola” le dissi alzandomi “Voglio leccarle le palle, dottore, se lei vuole” Mi tirò giù i pantaloni fino alle caviglie e sollevando il pene con una mano inizio a leccarmi i testicoli con voluttà. Con l’altra mano mi accarezzava il sedere ormai nudo. Era un crescendo di piacere e di sorpresa. La mia segretaria era una abilissima troia. “Si, Orsola, leccami, baciami le palle”. Orsola leccava e succhiava le palle, poi tirava giù il cazzo e lo prendeva in bocca, lo leccava e lo succhiava, tornava alle palle e le cospargeva di saliva, le prendeva ad una ad una delicatamente in bocca, poi di nuovo leccava il cazzo fino alla punta e se lo infilava in bocca. Io sentivo il piacere risalire dal profondo del cervello e correre lungo il corpo, volevo venire, ma non potevo, non vi riuscivo. Quando me lo succhiava sentivo che stavo per eiaculare, ma lei immediatamente, quasi accorgendosene, lo lasciava e riprendeva a leccarmi le palle. La mano destra poi aveva preso possesso del mio sedere e lo accarezzava, si infilava nel solco tra le natiche fino all’ano, lo solleticava amorevolmente, lo stuzzicava con un dito, lo sfiorava, poi lo aggrediva quasi a penetrarlo provocandomi infiniti sobbalzi. “Ora le voglio leccare il culo dottore, vuole che le baci il buco del culo?” E ciò dicendo, senza aspettare la mia risposta fu dietro di me, mi spinse leggermente facendomi flettere verso la scrivania e cominciò ad ungere il mio ano con la sua saettante lingua. Intanto con le mani mi accarezzava il pene e lo scroto. Non finiva mai di stupirmi. La sua lingua cercava di insinuarsi nel mio sedere quasi a volermi sodomizzare. “Dottore sono la sua segretaria, cos’altro vuole che faccia?” “Voglio chiavarla in bocca Orsola e poi godere” “Mi versi pure lo sperma in bocca dottore, voglio sentire il suo sapore”. La feci stendere sulla scrivania, con la testa riversa oltre l’orlo e mi avvicinai a lei. Il mio pene erto e duro era a pochi centimetri dalla sua bocca. Riusciva a leccarlo, ma non ad ingoiarlo. Le accarezzai i seni. Erano grossi e flaccidi. Glieli strinsi con cattiveria. “Ohhhhhhh si, mi faccia male, dottore, la prego” fece Orsola. Le spostai il reggiseno scoprendole le tette. I suoi capezzoli erano grandi e duri e si ergevano prepotenti sui seni flaccidi e cascanti. Gli presi i capezzoli tra le dita e li strinsi, poi li tirai con ferocia. “Mmmmmmmm ahhhhhh ahiiiiiii” si lamentò Orsola “Scusa Orsola, mi dispiace” le dissi pentito “Li morda dottore, li tormenti tra i denti” Orsola era una troia indescrivibile ed io non me ne ero mai accorto. Mi infuriai. Le presi una tetta in bocca e la morsi con violenza “Ahhhhhhhhhhh” gridò Orsola. Poi gli leccai e gli succhiai le tette. A lungo con voluttà. Lei apprezzava e mugolava, si leccava le dita e le labbra, godeva. Cercava di allungarsi e di sporgersi per prendersi il cazzo in bocca, ma non vi riusciva. “Mi chiavi in bocca, dottore, voglio il suo cazzo in bocca” urlava “Siiiii, ora la fotto, Orsola, le riempio la bocca” ribattei “Lo voglio, voglio la sua sborra in gola” pregava. Le afferrai la testa fra le mani e le sprofondai il cazzo in gola. Cominciai a chiavarla, prima lentamente poi a ritmo elevato. Il mio pene scompariva nella sua gola per poi uscirne e rientrare, serrato nella sua bocca deformata dallo sforzo di succhiare. Lei assecondava i miei movimenti e li intensificava cingendomi il bacino con le mani e incitandomi a chiavarla con maggior veemenza. “Mmmmmggggggg slurppppppp” mugolava come impazzita. Due o tre volte fu scossa da conati di vomito dovuti alla pressione che il mio cazzo esercitava nella sua gola, ma non si fermava spingendosi il cazzo sempre più dentro la bocca. Nonostante fossi allo spasimo non riuscivo a godere. Ad un certo punto esausto mi fermai e lo estrassi dalla sua bocca. “Non si preoccupi dottore, venga” Si stese sulla scrivania in posizione perpendicolare rispetto a me e cominciò a masturbarmi dolcemente “Appoggi il suo cazzo qui fra le mie labbra e si muova lentamente” Lo feci. Lei con il mio cazzo fra le labbra lo leccava instancabile, lo ungeva di saliva, lo stringeva e lo carezzava. “Venga dottore, mi eiaculi in bocca, la prego”. Questa posizione mi piacque molto, mi rilassai e stringendo tra le mani un seno di Orsola, raggiunsi l’agognato orgasmo. “Siiiiiiii, mi bagni, mi inondi, mi allaghi la bocca”. Le schizzai in bocca fiotti di sperma caldo, lo ingoiò, le spruzzai in faccia e sulle labbra. Il piacere mi trapassò da parte a parte. Il miglior orgasmo della mia vita. Orsola si sparse con le dita lo sperma sulla faccia, si lecco le dita, riprese il cazzo in bocca e lo succhio finché il pene non tornò alle normali proporzioni. “Posso chiederle un piacere, dottore “disse Orsola “Certo” risposi “Mi sputi in bocca, sa, è un’abitudine” mi chiese. Sconcertato da questa richiesta, ma riconoscente per l’incredibile orgasmo raccolsi tutta la saliva che avevo in gola e avvicinando la mia bocca alla sua sputai una gran quantità di saliva. Orsola aprì le labbra, accolse la mia saliva in bocca e la ingoiò “Grazie dottore, ha ancora bisogno di me?” disse ricomponendosi “No Orsola, puoi andare” le dissi “Quando vuole, posso offrirle il mio culo” riprese “Si, ho capito che sei una segretaria tuttofare” “Buona serata dottore” “Arrivederci Orsola, arrivederci”

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