Skip to main content

Storia di Barbara

By 3 Agosto 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Trentotto anni, un figlio di sedici, bella presenza, credo di essere ancora desiderabile e, credevo di non essere una donna con desideri sessuali fuori dal normale, credevo’fino a quando vicino alla mia villa, &egrave venuta ad abitare una coppia con un figlio di circa diciotto anni.
Non mi ero mai interessata a nessun uomo che non fosse mio marito; vedere crescere mio figlio, &egrave stato eccitante e inebriante, da bambino, piano, &egrave diventato un ragazzo e questo non mi ha turbata, poi, &egrave arrivata quella nuova famiglia vicino a noi, &egrave tutto &egrave cambiato.
Mi sono accorta che mio marito era attratto dalla mia vicina, una ragazza normale sui trentacinque- quaranta anni, tutta forme e poca testa, ma indubbiamente sensuale, sempre vestita tirata e provocante, con quei sorrisini idioti, che tanto odio.
Istintivamente, sentendo che mio marito faceva il cascamorto con la vicina, mi sono messo a guardare meglio la loro famiglia, seguendone i movimenti e così, senza neanche accorgermene, ho preso una cotta per il loro figlio.
Abbiamo il giardino comunicante e il ragazzo, &egrave spesso fuori a curare la sua moto da cross, la tratta come l’amante più intima e la cura con una passione unica, immaginavo cosa dovesse essere , venire toccata da quelle mani giovani.
Vederlo tutti i giorni a torso nudo, i muscoli freschi, reattivi, la pelle sudata, i fianchi muscolosi, un viso sveglio e vispo, bello come può essere bello un ragazzo di diciotto anni.
Lo guardo da dietro la finestra mentre si muove veloce attorno alla moto, insieme a due suoi amici, dimostra più della sua età e sicuramente, &egrave un ragazzo che sa muoversi con le donne, più di una volta l’ho visto con alcune sue compagne e ha il comportamento del dominatore.
L’altro giorno si &egrave accorto che lo guardavo mentre stendevo i panni, era una giornata calda e ero uscita molto leggera, solo un vestito trasparente, che se guardato, nascondeva niente: l’intenzione, era di stendere due panni velocemente e rientrare in casa, non avevo pensato di essere vista, non c’era malizia da parte mia.
Sono al filo dei panni, mi allungo per stenderli, quando sento una voce;
– Barbara, ha bisogno di aiuto?
Riconosco la voce del ragazzo, mi giro imbarazzata, mi rendo conto improvvisamente di essere quasi nuda, vedo i suoi occhi, capisco cosa vede e cosa immagina;
– Non credo ce ne sia bisogno’
Lo vedo saltare la siepe senza aspettare la mia risposta, in un attimo mi &egrave vicino;
– Forza ,mi dia quella lenzuola, l’aiuto volentieri.
Prende un lembo della lenzuola sfiorandomi la mano: sento un brivido violento espandersi per tutto il corpo, ceco di stare calma e non fare vedere la mia agitazione, lui, mettendosi dietro di me, mi alza le mani e mi aiuta a tenere sospesa la tela bianca, facendo questo si appoggia al mio corpo da dietro, sento chiaramente il gonfiore che spinge sulle mie natiche.
Il mio vestito, in quella posizione si alza inevitabilmente, sotto non ho niente, rimango qualche secondo di troppo ferma in quella posizione, ma fortunatamente rinsavisco, mi sposto;
– Grazie Matteo, non ce ne era bisogno, ma sei stato molto gentile.
Lui mi guarda ne gli occhi, percepisco il suo desiderio, mi guarda tanto intensamente, che mentre parla, mi sento obbligata a abbassare lo sguardo, ho paura che capisca le mie sensazioni;
– &egrave un piacere in tutti i sensi, non esiti a chiamarmi per qualsiasi bisogno’Poi, soppesando l’ultima frase, si ripete;
– Qualsiasi bisogno’&egrave un piacere poterla accontentare.
Dice quella frase con un erotismo tale, che sento i miei umori bagnare copiosamente le cosce, mi rendo conto che devo chiudere subito quella discussione;
– Grazie Matteo, adesso rientro, comincio a sentire freddo.
– Si, ho visto che il suo corpo ha reagito’
Il suo sguardo sui miei capezzoli duri, era deciso come la sua sfacciataggine, pur essendo più grande di lui di venti anni, diventai rossa come una bambina, non ebbi la forza di ribattere;
– Grazie ancora, adesso &egrave meglio che vada..
Mi avviai verso casa sentendo i suoi occhi lascivi sul mio corpo, immaginavo cosa pensasse, guardando le mie natiche ondeggiare sotto la leggera stoffa, ero completamente partita, eccitata come l’ultima delle troie, avrei voluto che mi seguisse e mi sbattesse sulla porta, sul tavolo della sala, nel letto, insomma, ero completamente fusa, ragionavo con la fica..ma non accadde niente: andai alla finestra e piano, con le dita cominciai ad accarezzarmi, guardandolo tornare verso la sua moto.
Ebbi un orgasmo violentissimo nel momento in cui, lui, girandosi, mi fissò con l’aria del complice, come se sentisse quel momento, come se fosse a lui a scivolare dolcemente tra le mie cosce.
Dopo quella prima volta, cercai di non incontrarlo, volevo combattere contro quel desiderio perverso, ma inevitabilmente, la vicinanza e gli eventi che seguirono, fecero esplodere la situazione.
Una settimana dopo, fummo invitati a casa loro, non avrei mai voluto andarci, ma mio marito disse che il buon vicinato si doveva mantenere, e io riluttante accettai.
Durante il giorno, pensai mille volte a cosa mettermi, ero di nuovo molto eccitata d’incontrare Matteo e nello stesso tempo, incazzata con sua madre che faceva la svampita con mio marito.
Decisi di mettermi un vestito nero che arrivava alle ginocchia, mi donava e non era esagerato, misi un intimo particolarmente spinto pur sapendo che la serata sarebbe stata normale, o perlomeno lo pensavo, ma ebbi modo di ricredermi’

continua

Leave a Reply