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troia si diventa

By 6 Marzo 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono una troia!!!

Sono veramente una troia!!!

Continuavo a ripetermelo.

Sono proprio una troia.

Una frase ricorrente nella mia mente in questo momento.

Eppure la cosa non mi tange.

A dirla tutta, mi piace.

Arrivare alla soglia dei cinquanta ed accorgersi di quanto dentro di me era rimasta sopita una anima del tutto sconosciuta.

Quanto in questi anni passati non abbia mai aperto gli occhi.

Cieca dinnanzi alle angherie che giorno dopo giorno subivo.

Sono sempre stata madre e moglie fedele.

Amavo il mio uomo, padrone della mia anima; ero sottomessa ai suoi voleri, a volte umilianti.

Ma mi andava bene, per l’amore che ci legava e per il figlio.

Mi sono sposata giovanissima e subito ho avuto Matteo, gioia dei miei occhi.

Ormai lui &egrave grande, vive in Danimarca dove ha trovato un lavoro come architetto.

Ci sentiamo spesso ma mi manca, anche se non ora, non in questo momento dove mi sto prodigando a soddisfare le mie voglie e le voglie di questi uomini intorno a me.

Era mio marito che decideva quando e come fare sesso. Ma era sempre e solo per il suo piacere personale.

Di quello che provavo io non gli interessava niente. Ne saperlo ne tanto meno darmelo.

Mi rintanavo in pensieri personali e mi dicevo che quella sbagliata ero io.

Non sapevo dare al mio uomo quello che voleva.

Ma non mi rendevo conto di essere come le tre scimmie….io non vedo, non sento e non parlo.

Anzi non volevo vedere, non volevo sentire, non volevo parlare, sarebbe meglio dire.

Non avevo mai da lui una parola dolce, un momento intimo appagante ma mi ripetevo all’infinito “La colpa &egrave mia”

Mi sbagliavo e non me ne rendevo conto.

Ora sono qui, con tre uomini che mi stanno toccando, palpando, coprendomi di saliva e di insulti.

Eppure mi piace, dio quanto mi piace.

Sono una troia! Questa frase ripetuta mi fa star bene.

Fino a un mese fa solo dire quella parola mi metteva soggezione. Mi si sporcava la bocca.

E anche la mia educazione bigotta mi imponeva un silenzio assoluto su tutto quello che riguardava il sesso.

Invece ora quella parola mi eccita, tutto quello che &egrave sesso mi eccita.

Non avevo mai provato sensazioni come queste. Soprattutto non ricordo se mi sono mai bagnata in mezzo alle gambe.
Ma da quando ho cominciato a pensare intensamente al sesso, così come adesso mi va di farlo, ho costantemente la figa bagnata; più che bagnata direi zuppa di umori.

Nulla fatica ad entrare. Ho scoperto di avere una figa che si dilata a dismisura, pur restando sempre molto elastica; riesce ad accettare la mia mano intera quindi membri di tutte le dimensioni e forme.

E non provo alcun dolore anzi ne provo un godimento esaltante.

Pensare che fino a poco tempo fa avevo visto solo il pistolino del maritino.

In seguito al mio ripensamento in fatto di sessualità ho conosciuto due uomini, in tempi diversi,che mi hanno fatto sentire quello che mio marito mai mi ha fatto sentire.

Una donna con la D maiuscola.

In questo momento ho davanti agli occhi due bei cazzoni pronti e turgidi. E non sono quelli di cui ho parlato prima.

Ed io sono appoggiata a pecorina ad un tavolo e dietro a me c’&egrave un terzo membro eretto e voglioso che mi struscia la cappella sulle grandi labbra.

Mi muovo come una cagna in calore per eccitarlo ancora di più mentre con la lingua mi delizio delle due cappelle che ho sotto il naso.

Sento odore di sesso, sento pulsare le vene sotto i colpi di lingua mentre alterno uno e l’altro.

Sento il sapore del sesso mentre spompino per bene prima uno e poi l’altro.

E dietro sento un bel pistolone che &egrave pronto a svasare le labbra della mia topa per entrare e scardinare quel anfratto del mio corpo che si adegua man mano alla penetrazione, senza sforzo.

Lo sento strusciare sulle pareti della figa poco alla volta come gli ho chiesto.

Perché sono una troia ed ora so cosa piace ad un uomo.

Deve sentirsi dire “Fottimi, trattami da troia, sono la tua puttana” perché &egrave così che gli piace.

Perché questa &egrave la donna che vuole.

Ma anche la donna lo vuole. Lo so che ad una donna piace sentirsi dare della puttana.

Ed io sono una troia, l’ho detto e lo ripeto “Sono una troia”

Non ne faccio un vanto per carità.

Ma a me piace.

Che i benpensanti si fottano e che gli altri invece apprezzino le mie forme fisiche e mentali.

Non sono bella.

Ho 48 anni portati bene, ma sono evidenti i segni del tempo che passa.

Nulla toglie che comunque piaccio ancora, e molto; ed i tre uomini con me lo confermano.

Chi sono costoro? Amici di mio marito.

Proprio lui mi ha dato questa malsana idea di fottere con loro.

Fargli le corna così &egrave il modo più bastardo, ma &egrave appagante.

Poi se lo merita.

Sono quegli amici che, quando venivano a casa nostra, lui mi diceva di non guardarli negli occhi perché ogni volta loro mi spogliavano guardandomi.

“Occhi a terra” diceva, il fottutissimo cornuto, ” Guai se incontri i loro sguardi. Potrebbero pensare male.”

Lo hanno fatto. E da come mi stanno usando, ed abusando, ne &egrave la controprova.

Come sono arrivata a questo punto? La colpa &egrave sempre del fesso, cio&egrave il mio marito.

Se l’&egrave cercata.

Anche se non poteva sapere che un concatenamento di eventi potessero svelare cose che io neanche mi immaginavo.

Una facciata tutto casa e lavoro, fuori casa tutto l’inverso. Bastardo di un Giano bifronte; davanti un sorriso dietro un vaffanculo.

Ma si era fidato troppo della mia metodicità. E questo lo ha fregato.

Era un Martedì pomeriggio, fine Marzo, una giornata tiepida di inizio primavera. Mi mancavano sale e un po’ di frutta e decisi di andare al supermercato a prenderli.

Complice la bella giornata e il tempo a disposizione decido per andare a piedi.

Di solito non vado al Martedì a far spesa e di solito non vado mai a piedi.

Tutti cambiamenti che portarono ad una visione diversa di tutta la mia vita, scialba ed insapore fino a quel momento.

Da casa mia, per arrivare al supermercato a piedi, si percorre una stradina sterrata che passa dietro ad un caseggiato diroccato, risparmiando un bel pezzo di cammino.

Mi incamminai per il tratturo quando, proprio in prossimità del caseggiato, in lontananza scorsi un auto posteggiata

Avvicinandomi vidi che la macchina sembrava quella del mio maritino.

Man mano che mi avvicinavo il sospetto divenne certezza.

Era proprio quella di mio marito.

Mi chiesi cosa faceva lì posteggiata quando in effetti lo sapevo al lavoro.

Arrivata ad una decina di metri vidi lui, semi sdraiato, con gli occhi chiusi.

La domanda era: come mai lì e perché dorme?

Ma non mi feci altre domande; scema che son stata.

Quando fui all’altezza del finestrino vidi una testa a livello inguine che si muoveva su e giù.

Fedifrago! Diedi una botta sul finestrino e vidi il terrore nei suoi occhi. Anche lei spaventata alzo la testa lasciando intravedere il membro in erezione. Era la Bettina. Una nostra amica d’infanzia.

Che zoccola. Ma più che lei, era lui e l’averlo scoperto con un’altra donna che mi fece infuriare.

Scese dall’auto, probabilmente con i pantaloni abbassati, mentre io mi allontanai in tutta fretta, giurando vendetta dentro di me.

Sputava frasi senza senso con un balbettio inusuale per lui. Non mi voltai più fino a casa dove scoppiai in un pianto liberatorio.

Ero ferita, allibita, cornuta. Ecco cosa ero. Una cornuta.

La mia mente era sopraffatta da mille pensieri.

Ma stava anche succedendo una cosa stranissima.

Più pensavo a quello che avevo visto più in me cresceva un istinto primordiale strano ed insistente. La vista della stronza che ciucciava l’uccello di mio marito, senza che me ne rendessi al momento, mi aveva eccitata.

Così che, dopo i pianti e le imprecazioni, la perversione si stava prendendo una fetta del mio corpo.

Ero bagnata ed ero disorientata. Mi stava succedendo quello che mai e poi mai avrei potuto immaginare.

Mi sono eccitata pur essendo cornuta. E più ci pensavo e più mi eccitavo.

Sensazione anomala. Non ricordavo di averla mai provata.

E fra me e me mi chiedevo se mi ero persa ancora qualcos’altro della vita.

Specialmente per i risvolti dal lato sessuale.

E cominciai a toccarmi ed ad infilarmi le dita. Provai un orgasmo come mai avevo provato.

I pensieri si incrociavano con piccoli flash di ricordi passati.

E tutto aveva un senso ora.

Le uscite di lui con gli amici in orari strani, i ritardi e gli straordinari non preventivati.

Sto figlio di una mignotta! Chissà da quanto andava avanti.

Però, passato il momento di ira, mi stavo rendendo conto che poco mi importava.

In fondo cosa mi aveva dato fino a quel momento?

Qualcosa nella mia personalità stava cambiando. Non pensavo al tradimento bensì a come tradirlo.

Ma poi sarebbe stato un vero tradimento? Oppure stavo cercando un piacere personale?

Ero confusa.

Il ritorno di lui a casa interruppe tutte queste congetture.

Io non proferii parole. Nemmeno lui lo fece. Passarono due giorni di silenzio.

Ma dentro di me meditavo vendetta. Non mi degnava di uno sguardo l’adultero.

Paura? Penso di si. I miei occhi erano iniettati di sangue. Se solo avesse incrociato il mio sguardo lo avrei fulminato. Ma era strategia. Non mi interessava seguire quell’atteggiamento se non per fargliela pagare.

La vendetta &egrave un piatto che va mangiato freddo, dicono. Io non sono mai stata così fredda.

Non ho più paura di lui. Non ho più paura di ritorsioni. Ora sono io che lo tengo per le palle.

E da qui che &egrave cambiato tutto dentro me e fuori .

Internet &egrave una bella fucina di risorse in quanto a sesso.

Mi informai un pochino su quello che erano chat erotiche e siti di incontri.

Seguirono giorni in cui mi procurai qualche avventura.

E per fortuna mia ho sempre trovato persone giuste. In tutti i sensi. Di testa e di cazzo.

Ma volevo di più. Desideravo una rivincita più plateale.

E quale rivincita migliore di scoparmi i suoi amici?

Eccomi qui. Tre porci che mi palpano e mi scopano.

é stato relativamente facile convincerli. Son stata chiara fin dall’inizio.

Li ho contattati io, neanche troppo velatamente. Le condizioni erano semplici; tutti tre insieme e a turno avrebbero dovuto fare delle foto dove si doveva vedere bene che cosa facevamo e sopratutto bene in evidenza, chi erano.

Accettarono di buon grado anche perché il maritozzo aveva alzato troppo il tiro.

Scoprii che anche la moglie di uno dei tre era stata abbordata dal porco. Stava facendo troppo il galletto in giro. Mi chiesero solo la dovuta discrezione.

Ed anche io la pretendevo da loro.

Tutto ovvio, no! Le foto serviranno per il cornuto. Saranno il mio bel regalo per il suo compleanno fra qualche giorno. Un bel pacchettino che gli darò a tempo debito.

Ed io sarò li ad immortalare, con la mia fotocamera, la faccia quando le vedrà.

Sono una troia! E mi piace farmi sbattere.

I tre non mi lasciano tregua e va bene così.

Voglio godere, voglio prenderne a chilometri, voglio avere più maschi ai miei piedi, voglio farli sborrare tutti e voglio che mi vengano addosso.

Che troia che sono! Davvero, non sempre si nasce troia ma di sicuro lo si può diventare.

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