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Racconti Erotici

UNA DONNA, scampoli di una storia.

By 5 Maggio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

La valigia sul letto, scappare ancora, ma dove, questa volta.
Il pensiero vola alla mia prima fuga, la precedente. Vola a ricordarmi la mia vita, in questi ultimi mesi.

Era autunno, il freddo iniziava ad avanzare, ma non lo sentivo mentre preparavo la mia prima valigia (speravo fosse l’unica). Nessuna commozione, nessun tentennamento, solo la decisione di allontanarmi il più possibile da te, per non continuare ad esserne schiava, serva.
Soggiogata dal tuo carattere, non avevo neanche più il coraggio di dirti “Non mi va di far l’amore”. Mi penetravi ed io pensavo a cosa c’era alla televisione, mi voltavi sodomizzandomi senza ritegno, e poi mi dicevi “Prendilo in bocca” ed io lì, ubbidiente. Mai un orgasmo.

Non avrei mai pensato che in quel periodo, l’unica cosa che mi permettesse di andare avanti fosse una chat su internet. Amici virtuali per una vita non concreta.

Il treno che andava veloce, classico sguardo perso nel vuoto. Forse gli occhi di chi non ha niente da perdere.

Una città qualunque per diventare una donna qualunque.
Una città qualunque per non affrontare la realtà.
Una città sul mare per guardarlo d’inverno.
Una città senza tante regole per una donna che regole vuole.

E ora, scappare ancora, da te, uomo di merda, sì perché al mondo esistono due tipi di maschi, quelli di merda e quelli stronzi. I primi sono quelli che ti umiliano, che ti fanno sentire un essere inferiore; i secondi sono come i primi con la sola differenza che ogni tanto hanno qualche slancio di finta umanità, mirata ad ottenere qualcosa. Di questo te ne do atto tu appartieni ai primi, ma ormai ero così lobotomizzata, che avrei voluto, anche se finta, una parola dolce.

Ecco un cartello affittasi. Fa schifo, ma costa poco e poi posso vedere il mare dall’unico pertugio. Chiamarla finestra sarebbe come chiamare te uomo.

Il tempo passa, i soldi sono pochi, compro il giornale “Cercasi ragazza, bella presenza, per foto artistiche”. Ma che cazzo me ne frega tanto più in basso di così….
Apri bene le gambe, fai vedere la figa… click. Alza quelle tette su sbrigati… click. Indurisci quei cazzo di capezzoli su… click.

Ma come fate uomini di merda ad eccitarvi guardando un pezzo di carta, guardando un pò di pelo. Ma il cervello ce lo avete… e no avete solo un pezzo di carne in mezzo alle gambe, moscio. Ecco &egrave lì che stanno i vostri neuroni.

Mi propongono di fare foto porno… ma sì pagano bene e poi più nella merda di così. E così dopo le foto artistiche (????) ecco che mi scopano per farci un bel fotoromanzo. Che ridere. Sì che ridere con le lacrime.

Per fortuna c’&egrave il mare. Lui sì che &egrave bello con la sua calma, la sua forza. Quante volte ho pensato che saresti, tu mare, l’unico degno di prendermi, di prendere la mia anima, il mio corpo, i miei pensieri più profondi. Che bello sentirsi i capelli resi crespi dalla salsedine.

Che palle devo almeno comprarmi un paio di scarpe, queste non ne possono più. Ecco un negozio, quanta gente, chissà se c’&egrave una commessa libera. Signorina, signorina, senta ma secondo lei &egrave meglio questo sandalo grigio o questo color sabbia? Ma guarda un po’ pure per una commessa mi scambiano. Secondo me, visto che andiamo verso l’estate &egrave meglio quello color sabbia… starà molto bene su una gamba abbronzata. Grazie signorina, ha proprio ragione, penso che proverò questo, mi può portare il 38? Ma… Mi si avvicina il proprietario e mi sussurra: dai servi la signora, che poi ti regalo un paio di scarpe.. quelle che vuoi.

Come ti chiami? Perché me lo chiede? Così volevo dirti se ti va di lavorare nel mio negozio… ti do mille euro al mese. Perché pensa che sia in cerca di lavoro? Ragazza questa &egrave una città del sud, e anche non tanto grande, si sa tutto di tutti, soprattutto di una che arriva dal nord… volevo offrirti l’opportunità di fare un lavoro, diciamo diverso da quello che fai adesso. Dov’&egrave il trucco, vorrà portarmi a letto, penso. Senti ragazza se stai pensando che abbia delle intenzioni su di te ti stai sbagliando, voglio solo darti un lavoro, perché ti ho vista all’opera e sei brava, sai vendere. Dov’&egrave il trucco, ripenso.

Il tempo scorre, ed io invecchio, però chissà perché sto sorridendo.

Il lavoro al negozio di scarpe, &egrave duro, tante ore in piedi. Sto sempre all’erta, perché nessun uomo fa niente per niente. Guarda un po’ quel ragazzo, che carino.. desidera? Vorrei un paio di scarpe da tennis, ma mi raccomando le migliori…..
Il giorno dopo. Signorina, signorina – ma &egrave il ragazzo di ieri, quello carino – scusi avrei bisogno di un paio di scarpe da vela….
Oh guarda che quello ti fa il filo.. mi dicono. Ma dai cosa dici il filo a me… rispondo. Vorrà portarmi a letto.

Stanotte fa caldo, si sente che sta arrivando l’estate… ma perché penso a quel ragazzo che da 10 giorni viene a comprarsi un paio di scarpe?

Signorina, signorina – cazzo, ancora lui ma cosa vuole – vorrei… vorrei… – scusi cosa vuole? – invitarla a bere qualcosa, naturalmente quando ha finito in negozio. Mi gira la testa, lo stomaco si contrae, non dico niente, vado a servire un altro cliente.

Ragazze avete spento le luci, chiuso tutto, ci vediamo domani. Mi avvio verso casa…. signorina, scusi, non vorrei sembrarle insistente, ma oggi non mi ha dato risposta e mi sono permesso di aspettarla qui fuori… l’invito &egrave ancora valido.
Ma sì tanto non ho niente di meglio da fare.

Ormai &egrave notte, dopo l’aperitivo c’&egrave stata anche la pizza e quanto ho riso, però mi sono proprio divertita. Eccoci sotto casa mia, adesso vorrà salire (tutti gli uomini dopo averti offerto una cena pensano che sia loro diritto scoparti). Se ti va il giorno di chiusura potremmo andare al mare insieme, inizia a far caldino, ottimo per le prime tintarelle. Va bene.. Adesso mi chiede di salire. Invece no mi saluta… mi irrigidisco adesso tenterà di baciarmi… no va verso l’auto… ecco che ritorna, lo sapevo adesso dice scusa ho un po’ di sete mi inviti a salire…. Tieni avevi dimenticato l’accendino in auto.. ciao.

Non riesco a chiudere occhio, penso… penso… a questa serata passata con un ragazzo, stando attenta ad ogni suo gesto cercandone sempre il lato diabolico, il lato vizioso.

Che palle oggi in negozio, meno male che domani &egrave giorno di chiusura. Scusa… scusa… Ah sei tu. Si volevo dirti allora va bene per domani, la facciamo la passeggiata sulla spiaggia? Va bene. E penso ma perché ho accettato?

Il sole &egrave tiepido. Camminiamo, ma ogni volta che tu cerchi di prendermi per mano io mi allontano.

A casa ti faccio salire, così mi scoperai e poi non mi romperai più.

Mi abbandono, chiudo gli occhi contenta aspettando il momento del sonno. Sono felice.

Sono felice perché ho scopato o perché non ho scopato?

Sono felice perché mi sono sentita, mi hanno fatto sentire Donna, poi che abbia scopato o no, ha veramente poco importanza.

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