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viaggio nell’incognito

By 14 Maggio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

La sera ormai &egrave calata sopra la campagna e l’oscurità &egrave soltanto interrotta dal passaggio del treno. Siamo saliti tutti e due a milano per andare a ventimiglia. Non &egrave stato un incontro casuale il nostro. E’ una sera di luglio, calda, afosa e nemmeno il ronzio leggero del condizionatore riesce a rinfrescare i nostri corpi accaldati resi più ricettivi all’eccitazione dall’estate.
E’ la prima volta che ci vediamo veramente, ma ci eravamo conosciuti abbondantemente in chat prima e su messenger poi. Avevamo giocato a lungo con i nostri corpi e con le nostre sensazioni. Questa sera si potrebbe realizzare un sogno lungamente atteso da me, e forse anche da te. Appena ti ho vista da lontano ti ho subito riconosciuta, dall’immagine che mi ero fatto di te nella mia mente, e sono salito di corsa sul treno, per cercare di rilassare i miei muscoli…si, anche quel muscolo sente l’attesa.

Quando sei entrata, per precauzione avevo prenotato tutti i posti dello scompartimento fino a ventimiglia, sicch&egrave nessuno disturbasse la nostra intimità, io mi sono bloccato ad ammirare la tua spiccata femminilità. i piedini avvolti nei sandali di cuoio con le unghie decorate da una splendida french pedicure, le gambe lunge sode senza calze, i tuoi glutei appena appena visibili dal tuo vestitino estivo molto leggero e a disegni floreali, non volgare e nemmeno kitsch; per salire lungo il tuo corpo slanciato, non eccessivamente magro dalla pelle abbronzata.

Riesco a stento ad alzare lo sguardo fino ai tuoi occhi e li vedo luminosi e sinceramente ammirati; con le labbra lunghe e sottili accenni un sorriso pieno di malizia e mi chiedi se ti puoi sedere.

Chiudiamo la porta dello scompartimento lasciando luci e tendina tirata tanto per non dare troppo nell’occhio. Prima che il treno parta ci vorranno ancora una decina di minuti, ti spiego io che tutte le settimane faccio la stessa tratta tutte le domeniche sere, sullo stesso treno e nello stesso identico vagone.

ci sediamo uno di fronte all’altra vicino al finestrino dopo esserci dati un casto bacio sulla guancia, come due vecchi amici. ma sappiamo tutti e due che questo &egrave il preludio, ad una settimana tutta per noi al mare. che profumo magnifico hai. i tuoi capelli odorano di mandorla, sono lisci, luminosi e lucenti come nelle pubblicità e il tuo corpo emana un profumo dolce e sensuale intrecciato di ormoni personali….

Il treno finalmente &egrave partito, dopo la stazione di voghera il controllore entra a chiederci i biglietti e io so che da li a ventimiglia nessuno si azzarda più a controllare di nuovo i biglietti. alle 11 di sera sono stanchi anche loro. abbiamo parlato di tutto per quasi due ore, aspettando l’arrivo del bigliettaio, ci siamo baciati, ci siamo a lungo guardati e io mi sono chiesto, come posso resistere fino a ventimiglia? ho davanti a me una dea ammaliatrice che mi divora con lo sguardo…ma ho paura di accelerare troppo le cose…per fortuna che tu hai un carattere più forte del mio.

Abbiamo spento le luci, e dopo aver tirato la tendina ti avvicini al mio orecchio sussurrandomi: ti voglio ora…con coraggio e decisione ti bacio a lungo sulla bocca, le nostre lingue si intrecciano in abbracci sensuali, i miei denti si divertono a mordicchiare le tue labbra, la tua lingua e tu fai lo stesso gioco seducente con me. con una gamba sei appoggiata sul sedile tra le mie gambe e il ginocchio lo avvicini al mio membro per stimolare la sua erezione soffocata dai pantaloni. io ti faccio girare, per farti sedere sulle mie gambe. tu mi usi come tua poltrona personale e ti accomodi sul mio corpo mentre io ti massaggio la nuca tra i capelli lucenti, baciandoti sul collo e mordicchiando i lobi delle tue orecchie. stai impazzendo tu come sto impazzendo io, allora decido di esplorare le tue gambe per arrivare al sogno che ho tanto desiderato. arrivo alle mutandine e finalmente sento, lo sento vibrare e fremere, il tuo membro eccitato che da tempo mi preparavo a soddisfare col mio corpo. lo massaggio da sopra le mutandine di raso, ormai troppo piccole per contenerlo tutto, lo sento crescere e inturgidirsi sulla mia mano, ti strappo mugolii di piacere e con voce strozzata mi preghi di toglierlo dalla prigione masturbandoti con vigore. accetto volentieri mentre tu spingi sempre di più la tua schiena contro la mia e lo tiro fuori, ancora mezzo mollo, con la cappella non ancora uscita dalla sua protezione pronto a farlo inturgidire con le mie mani. inizio a giocare come un bambino con il suo regalo di natale, lo scappello fino in fondo per poi farlo ricoprire di nuovo con la pelle, lo lascio stare per prendere sul mio palmo le tue palle incredibilmente grosse e stringerle delicatamente nella mia mano. poi ti masturbo violentemente fino alla quasi completa erezione per bloccarmi di colpo con tua immensa sorpresa.
ti sorrido e tu capisci il mio desiderio…allora ti siedi sull’altro sedile allargando oscenamente le gambe davanti a me. ragazzi, quanto sei eccitante. non immaginavo potessi avere un pene da 25 cm sotto quel corpicino così aggraziato e femminile, con i seni sodi e proporzionati. io mi inginocchio davanti a te baciando con voluttà le tue gambe, salendo al ventre con l’ombelico, ridiscendendo per poi salire leccando l’inguine e arrivare a baciare i tuoi testicoli. le palle…che grosse liscie, che occupano quasi tutta la mia bocca. ma tu hai fretta, di sentire il calore dellla mia bocca di provare la mia saliva su di te e lo capisco da come afferri la mia testa per avvicinarla alla tua asta. ti soddifso, la prendo tutta in bocca fino in fondo, &egrave in gola ma che esperienza incredibile. il gusto intenso del tuo corpo &egrave indescrivibile, l’afrore maschile che emani intriso del profumo femminile &egrave così eccitante, il gusto intenso del tuo sudore per il caldo…&egrave un sogno. lo desideravo da così tanto tempo. cercando la tua approvazione con gli occhi, rislago verso il glande mentre con una mano ti meno l’asta e le do un senso rotatorio. ormai la pelle &egrave andata via dalla cappella e mi diverto a leccarla, rosa e turgida e vibrante, come un gelato, più di un gelato perch&egrave questa ha il pregio di non finire mai. giro la testa e lecco l’asta per tutta la sua lunghezza mentre con l’altra mano cerco di toccarti i seni, di titillarti i capezzoli ormai turgidi e vogliosi di essere leccati.

ti lecco e ti masturbo con vigore per un tempo interminabile finch&egrave non sei in procinto di venire…la voglio tutta la tua sborra. tutta quanta dentro la mia bocca.
allora ti alzi, mi dici di stare fermo immobile e inizi a scoparmi tu come se la mia bocca fosse una figa e dopo altri interminabili minuti mi inondi la mia cavità orale col tuo liquido caldo, bianco, dolce amaro…e la tua faccia &egrave contratta in una smorfia di piacere e di eccitazione e di rilassamento.

siate clementi con le critiche a questo mio primo racconto. ditemi come migliorare a mosmaiorum@libero.it

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