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Vita da single

By 8 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Notte.

Interno di una palazzina rinascimentale nel quartiere universitario di Bologna quasi di fronte alla Pinacoteca nazionale.

E’ lì dove lavoro, da quando ho finito l’università.

Il monolocale &egrave ben arredato, piccolo ma sufficiente per una persona sola.

Mi svesto davanti allo specchio nell’oscurità della stanza; sbottono la camicetta di raso bianco la sfilo dalla gonna del tailleur grigio. Il mio seno, coperto da una casta canottierina di cotone bianco, segue ritmicamente il mio respiro.

Faccio scorrere la zip del Tailleur e lascio che la gonna scivoli a terra sfiorandomi i collant poi la raccolgo e la piego insieme alla camicetta.

Mi siedo sull’unica poltrona della stanza, quella davanti al televisore, e lentamente sfilo i collant; prima una gamba poi l’altra, mi piace il tocco delle mie mani calde sulle gambe depilate di fresco.

Poi torno davanti allo specchio, mi guardo ” Stai ancora insieme Stefy ” penso ” Nonostante i tuoi 30 anni ”

Che poi trent’anni non sono molti ma quando si vive tra casa e lavoro &egrave facile che ci si ritrovi invecchiati troppo presto, come se ci accorgessimo del tempo che passa solo quando oramai &egrave troppo tardi per recuperare’ per rimettersi insieme.

Osservo il letto basso riflesso nello specchio.

Una figura respira sotto il lenzuolo verdino.

Quando mia madre mi chiese di ospitare il mio cuginetto in casa per qualche giorno pensavo che mi avrebbe fatto piacere un po’ di compagnia: ” E’ solo per qualche giorno Stefy’ il prossimo anno studierà all’università lì a Bologna. Viene a prendere confidenza con il posto.. Sii buona con lui, &egrave un po’ timido’ non essere aggressiva’ pochi giorni passano in fretta'”

E così me lo ero ritrovato in casa: un paio di occhiali con montatura di tartaruga appoggiati su un faccino da studentello con quell’aria da imbranato che ti chiedi seriamente se &egrave l’università che deve fare o la prima superiore.

” Dovremo dormire insieme ” gli dissi durante la nostra prima cena ” perché vedi il divano e il letto in questa casa sono la stessa cosa’ Spero che per te non ci siano problemi ”

” No ” aveva risposto con gli occhi bassi raddrizzandosi gli occhiali con l’indice; aveva delle belle mani, pensai, forse suona il pianoforte.

In fondo non mi dava fastidio: non ci vedevamo quasi mai, io lavoravo ed ero a casa solo la sera, cenavamo insieme, qualche parola poi uscivo e quando rientravo lo trovavo lì, nella sua parte di letto che dormiva, il respiro silenzioso di chi ha ancora un sonno giovane.

” Domani se ne va’ forza ” mi dico a bassa voce guardando le mie labbra riflesse nello specchio.

Sfilo la canottierina e l’aria fresca di fine giugno mi inturgidisce i capezzoli’ prendo la camicia da notte e la infilo: &egrave verdina come il lenzuolo, mi assicuro che Luca stia dormendo quindi mi sfilo il perizoma bianco, rovisto nella cassettiera fine 800 e prendo un paio di succinte mutandine di raso nere. Le indosso’

Nel letto diviso penso che finalmente domani sarà più grosso, non sono abituata ad avere una presenza vicino, tanto meno maschile.

Fisso il soffitto affrescato, distendo le braccia un poco scostate dal corpo con le palme rivolte verso l’alto, mi rilasso, &egrave come fare buon viso a cattivo gioco; poi l’affresco si fa lontano confondendosi con il buio della stanza”

E’ un movimento che mi sveglia nel mezzo della notte. Apro gli occhi, i colori del soffitto sbiaditi dal buio mi fissano. Non mi sono mossa nel sonno, &egrave passato poco tempo. Mi accorgo di avere un peso sulla mano destra giro la testa verso quella parte; Luca si deve essere mosso durante il sonno ed ora sta lì, a pancia in giù, il viso rivolto verso di me ad una spanna di distanza e i suoi gioielli di maschio, chiusi nei boxer, appoggiati sulla mia mano rivolta verso l’alto.

Lui dorme’ non si &egrave accorto di nulla.

Rimango ferma, il suo respiro caldo inumidisce il mio collo. Non voglio svegliarlo, sarebbe imbarazzante, penso, quindi non ritiro la mano’ la muovo appena, i testicoli si separano fra le mie dita’ il suo membro e’ appoggiato disteso sul palmo della mia mano invasa dal sul calore.

Il movimento della mia mano, che tenta disperatamente di uscire, danno come una scossa, un richiamo all’attenti’ mi fermo’lascio che il pene di Luca scivoli dall’apertura dei boxer alle mie dita’ lo stringo leggermente con la mano tremante’ lo sento farsi vivo tra le mie carezze di donna’ un brivido corre nell’interno delle mie gambe’ avevo dimenticato com’era fatto un uomo, troppo presa dal mio lavoro, dagli impegni, dall’assurda volontà di chi ama la vita da single.

Mi scuoto dai miei pensieri, il membro di Luca si e’ ingrossato all’inverosimile tra la mia mano’ non ho mai fatto calcoli sulle misure di un uomo ed ho sempre odiato le donne che con fare ocheggiante decantano le lodi di uno o dell’altro, ma quello che mi trovavo rinchiuso tra le dita era qualcosa di veramente fuori misura.

Giro il mio viso verso di lui’ avvicino le mie labbra alle sue per sentire il suo respiro caldo direttamente nella mia bocca’ sa di buono’ faccio scorrere la lingua sulle sue labbra, lievemente poi mi rigiro e chiudo gli occhi.

” Sei una troia Stefy ” penso’ ” E’ un ragazzino’ dovevi accorgertene prima che ti mancava un uomo’ ora togli la mano da li sotto’delicatamente’in modo che non si svegli; ti giri dall’altra parte e torni a dormire'”

La voce della coscienza’

Quella coscienza che &egrave propria delle persone che vivono sole’ quella coscienza che ti lascia appena il tempo di gustare le cose prima di frenare ogni slancio’ quella coscienza che tutti, almeno una volta nella vita, hanno mandato al diavolo’ tutti tranne le persone sole.

Ritiro la mano lentamente, me la passo sul viso’ &egrave ancora calda e sa di uomo.

Mi giro dall’altra parte, rannicchio le gambe avvicinando un po’ le ginocchia al seno’ ho voglia di piangere, non dormirò più per questa notte.

Luca si &egrave mosso ancora, forse si &egrave girato su un fianco, penso, ho paura ad allungare la mano dietro di me pensando a quale emozione può darmi incrociare di nuovo le mie dita con il suo pene’ indietreggio con il corpo verso di lui solo qualche centimetro.

Non ho pensato che fosse così vicino.

E’ proprio dietro di me girato dalla mia parte ancora in piena fase di eccitazione’ il mio movimento ha portato il retro delle mie succinte mutandine nere a contatto con il suo bellissimo membro.

Mi fermo nel momento in cui si ferma il cuore’ ” Luca ” bisbiglio nel buio.

Silenzio’

Il respiro &egrave profondo’

Regolare’

Dorme, penso.

Il brivido all’interno delle gambe provato poco prima ora &egrave più vivo e localizzato in un punto preciso’ chiudo gli occhi e lo accarezzo con la mano’ dentro le mie mutandine’ non posso fare a meno di spingermi delicatamente contro il suo membro che , ad ogni mio movimento, cerca la strada tra la riga che separa le due metà del mio culetto.

Mi fermo.

Sta ancora dormendo’ non si &egrave accorto di nulla, penso. Forse posso osare un po’ di più, continuo a pensare’

Scosto le mutandine da dietro e appoggio il pene di Luca nella riga del culetto, inarco la schiena per sentirlo a contatto con entrambi i miei buchini’ stringo il culetto con le mani e lentamente’ quasi impercettibilmente comincio a strofinarlo contro la mia pelle più intima’ E’ un attimo e sento che la cosina comincia a svegliarsi e a lacrimare umore.’

Mi scosto ancora una volta.

Il respiro &egrave ancora profondo’

Ancora regolare’

Sfilo lentamente le mie mutandine che si appiccicano tra le gambe’

Ritorno nella mia posizione’ infilo il suo membro tra le gambe’.senza usare le mani’. di piatto contro la mia cosina muovo il bacino piano per non svegliarlo’ abbasso la testa e vedo la sua cappella che spunta tra le mie gambe, tra i radi ciuffetti chiari della mia cosina, intuisco il movimento delle grandi labbra che si allargano e si stringono al suo passaggio.

Per me &egrave un delirio’ troppo tempo &egrave passato dall’ultima volta e non voglio più fermarmi’ nonostante i miei movimenti siano sempre molto lenti e misurati’

Poi lo faccio uscire e appoggio il mio buchetto più stretto alla punta del suo membro’ bagnato dei miei umori

Mi dilato con le mani e spingo verso il basso’ il senso di ebbrezza che mi da quel contatto, lo sforzo del buchino che si dilata’ ingorda bocca che tutto vorrebbe attrarre ora dentro di se’ accendono le mie voglie più sfrenate’

Lo riposiziono tra le mie gambe, lascio che la sua punta stuzzichi il mio clitoride chiudo gli occhi e mi lascio venire in un orgasmo che mi toglie il fiato’ un grido sussurrato solamente’ soffocato nella lana del cuscino’

Poi un’inondazione di liquido caldo tra le mie cosce mi riporta nel buio del mio monolocale’

Anche Luca &egrave venuto’ sento che si ritrae’ tossisce’ non si &egrave accorto di nulla’

Il respiro torna profondo’

Regolare’

Mi accarezzo tra le gambe’ le mie dita si intingono nel suo seme’ lo raccolgono’lo avvicinano alle labbra’

Faccio passare le mie dita bagnate intorno alla mia lingua’ succhio avidamente’e poi ancora’ il suo sapore &egrave salato misto a quello del sapone per la mia igiene intima’

Mi alzo dal letto scoprendo il mio corpo e quello di Luca che ora &egrave supino con il pene fuori dai boxer ancora nell’eccitazione della sua giovinezza’ mi chino su di lui ‘ lecco con cura l’ultimo rivolo di seme che si spegne in fondo a quell’enormità’ lo gusto’

” Sei una troia Stefy'” sussurro’

Luca se n’e’ andato questa mattina presto’ dopo colazione.

” Ho fatto un sogno questa notte’ ” mi ha detto con la faccia nella tazza del latte’

” Davvero? ” gli ho chiesto io dall’angolo cottura ” Ed era un sogno bello? ”

” Si'” mi ha risposto

” Lo so'”

I nostri occhi si incontrarono fissi.

Per la prima volta’

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