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Racconti Erotici

Vita d’ufficio capitolo 20 – Sabrina firma il contratto

By 12 Ottobre 2022No Comments

Dalla porta del mio ufficio vedo entrare Sabrina, porta un vestito rosa corallo abbastanza scollato, con le maniche a coprire giusto le spalle e una parte inferiore abbastanza larga lunga fino al ginocchio e scarpe con un minimo di tacco.
È l’occasione per farle firmare il contratto e sfruttare il momento in cui è disponibile.
Passa subito a chiedermi se il contratto è a disposizione.
Io intanto noto il reggiseno bianco dall’ampio foro della manica e dallo spacco dietro la schiena.
La visione non mi piace per nulla.
Le rispondo che il contratto arriverà nel pomeriggio.
Le ragazze rientrano nel pomeriggio.
Sabrina torna nel mio ufficio chiedendo del contratto.
Le dico di presentarsi nel mio ufficio a firmare, però, le dico, a mio parere sotto quel vestito non si dovrebbe vedere il reggiseno…
Lei mi chiede come deve prendere l’informazione e che se è un ricatto non le interessa firmare.
Le dico che non è un ricatto, le do un’indicazione che mi agevolerebbe nel ricordarmi di non dire nulla a Elena… e poi lei mi ha chiesto due favori, di metterla in regola e non dire nulla ad Elena, comunque per me non è un problema tenerla in nero.
Le dico di passare da me dopo che le altre saranno uscite, se vuole prenderà ciò che le viene altrimenti avrà i sui sei mesi di contratto.
Arriva sera e le ragazze passano a salutare ed escono.
Ancora non ho visto Sabrina, che sia uscita senza salutare?
Do uno sguardo alla sua webcam, vedo che la parte alta del vestito è stata tolta, adesso vedo che si sta sfilando il reggipetto, prima una spallina, poi l’altra, sorreggendolo con la mano libera.
A visione me lo sta facendo diventare di marmo, Sabrina che mi regala prima uno spogliarello poi la visione del suo seno nudo.
Poi la vedo rivestirsi mentre però il reggiseno in microfibra bianco rimane sulla scrivania.
Già quello mi fa eccitare.
La vedo arrivare a passo abbastanza svelto.
Si volta mostrando il foro della manica e la schiena senza il reggiseno e chiude la porta.
Si volta di nuovo verso di me, io la riguardo da capo a piedi indugiando sull’incavo del suo bel seno.
Mi guarda negli occhi tra lo sconsolato e il determinato, anche se pare un controsenso non so definire altrimenti il suo sguardo, e mi dice che deve firmare.
Le dico che se vuole firmare deve prima inginocchiarsi.
Ovviamente capisce tutto e fa per sbottonarsi il vestito e le dico che per quello ci sarà tempo dopo, adesso voglio godermi l’incavo stretto mentre me lo succhia.
Me lo succhia davvero bene tenendomi le palle con una mano e andando su e giù con un buon ritmo, si vede che vuol finire presto.
Intanto io mi godo la visione dell’incavo del suo seno fino in fondo e questo mi aiuta a godermi ancora di più il pompino.
Reclino la testa e tengo ferma la sua mentre le vengo in bocca.
La lascio rialzare, mi chiede spazientita se adesso può firmare quel benedetto contratto.
Dopo averle sbottonato il vestito dico che adesso può firmare.
Vicino alla scrivania non ci sono sedie se non la mia e io mi godo lo spettacolo delle tette di Sabrina mentre lei è un minimo inclinata in avanti a firmare.
Firma e si sporge ancora in avanti a pormi il contratto firmato.
Io resto un attimo incantato a guardale ancora le tette.
“Dov’è la mia copia?” mi chiede.
“Eccola” rispondo, dopo essermi ripreso e aver girato intorno alla scrivania.
“Però adesso mi diverto un po’, non sai da quanto volevo le tue tette“ aggiungo.
Appoggio sulla scrivania il contratto e prima che si giri ho in mano il suo seno sinistro.
Lei sussulta presa di sorpresa mentre mi sposto a toccare l’ampia areola del suo seno destro attorno al capezzolo che inizia a inturgidirsi.
Inizio a succhiarle il capezzolo sinistro mentre lei si trastulla quello destro.
Lei continua ad ansimare mentre le alzo il vestito e inizio a toccarle la figa da sopra le mutande.
D’istinto lei mi prende l’uccello e inizia una sega tenendolo in pugno con tutta la mano e mi incita a toccarla, io continuo a toccarla finchè non la sento ansimare più forte e venire bagnando le mutande e reclinando la testa.
Fa per fermarsi ma le faccio continuare la sega finchè anch’io non vengo bagnando i pantaloni.
Le dico che adesso può andare ma di non ritenersi del tutto libera, ogni tanto se non vuole che Elena sappia del suo divorzio dovrà venire a rinfrescarmi la memoria.
Lei si lecca la mano sporca, mi ringrazia si riveste e se ne va lasciandomi in ufficio il reggiseno.

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