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Racconti Erotici

Vorrei potervi dire…

By 12 Novembre 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Ci sono parole, frasi, canzoni che entrano dentro il cuore.
E’ un attimo. Un istante prima il buio, poi d’improvviso la luce. Tutto ciò che prima sembrava nascondersi nell’oscurità ora appare davanti agli occhi. Ed &egrave sempre stato lì, solo che non lo vedevi. Ci sono realtà non sempre evidenti, specie quando ti ci trovi dentro.
E’ così nel bene e nel male.
Le parole degli amici, quelli che ti amano davvero, fanno male. Non le ascolti per salvarti, per non dover ammettere con te stessa che &egrave davvero così. Credi di farcela, credi di poter cambiare le cose. Ti convinci di avere la situazione sotto controllo, come se fosse semplicemente un problema di gestione’come se si potessero gestire i sentimenti.
E così &egrave in tutto ciò che di bello la vita ti regala, specie se tutto viene ‘dopo’. Dopo il buio, dopo la solitudine, dopo che ti sei convinta che non ci sarà mai più nessuno, mai nessun altro che saprà amarti.
E non hanno alcuna importanza le parole di chi ti osserva tutti i giorni, di chi ti vede rifiorire, di chi osserva la tua rinascita. Chi ti ama ti capisce. Chi ti ama piange e ride nella tua ombra. Gode di luce riflessa. Ma ci vuole tempo per comprendere che davvero qualcosa &egrave cambiato. Che non &egrave solo il folle bisogno di amare, la voglia di offrire a qualcuno tutto l’amore di cui sei capace. L’amore che hai accumulato dentro di te e che, ora, temi di non essere più capace di dare. Passi giornate serene, leggere, profumate come i fiori appena schiusi in una giornata di primavera. Torni a sorridere, torni a riassaporare il desiderio di uscire, di stare in mezzo alla gente. Saltelli invece che camminare. Canticchi sotto la doccia. Scarichi musica, masterizzi nuovi cd, ma la musica ora &egrave dolce, allegra. Musica nuova.
Torni a scrivere.
E qualcuno subito si accorge che non sono i racconti di qualche tempo fa. Manca il velo di malinconia che li copriva come un manto polveroso dopo che il dolore era finalmente svanito.
E’ tornata la speranza.
Il cielo azzurro &egrave striato di lievi fili di nuvole bianche, quasi a ricordare che hai sofferto, che non sarai mai più quella di un tempo, che sei semplicemente diversa, né migliore né peggiore. Hai solo paura, certo. Ma qualcosa in te comincia a farsi strada. Ti osservi da fuori, come fanno tutti. Rileggi ciò che scrivi, ricanti melodie dimenticate. Provi a torturarti con ciò che una volta faceva male, sorridendo quando esci indenne dalla prova.
Cerchi, quasi ne sentissi la mancanza, i problemi che colorano la tua vita. Speri che la mente torni ad arrovellarsi, a soffrire. Aspetti la depressione, il dolore acuto che stringeva l’anima, come se ne avvertissi un perverso desiderio. Ma non arriva. Non si soffre più. E’ ora di affrontare la realtà.
E poi arriva la frase. Quella fatta di due parole. Quella che senti solo nelle fiabe a lieto fine con il principe azzurro e la principessa. Arriva un’inebriante sensazione che confonde la mente ed i suoi pensieri. Arriva e colpisce proprio lì, dove solo poco tempo fa ti contorcevi dal male. Ora ti accarezzi sorridendo. Passi ore davanti alla sua foto, ascolti la sua musica nelle orecchie, immagini, sogni, pensi, desideri, speri e ricordi.
La sua voce, la sua espressione, il suo silenzio. Le sue labbra, le sue mani, il suo corpo.

Rileggo queste parole scritte solo pochi giorni fa’.
Stranamente non avevo ultimato il racconto. Chissà perché lo avevo rimandato.
Forse il dolore &egrave sempre e solo la naturale conseguenza della felicità. L’avevo trovata, l’ho provata davvero.
Abituarmi? No. Quello mai.
Ogni giorno era una riscoperta, una conferma che ieri non era solo un sogno. La speranza per il domani.
Ora sono qui trovare il modo di leccarmi le ferite. Torno a massaggiarmi dove so che fa più male. Smetto semplicemente di sorridere.
E mi torturo.
Ascoltando la sua musica, rileggendo le nostre cose, rivivendo i nostri momenti. Sembro un’adolescente, ma non posso farne a meno. Ogni cosa sembra ricordarmi della sua presenza, anzi della sua assenza. Una voce, una macchina, un cioccolatino. Persino il desiderio che a volte mi assale crudele. Lo scaccio con la mente, ma cresce dentro. Un bisogno di darmi, di avere. Bisogno di sentire le sue mani, la sua bocca.
Ma non mi vuole più.
La mente comanda, impone, detta regole che si sono sovvertite senza pietà. Regole che hanno bruciato un sogno. Regole che il corpo sembra non accettare, spingendo la mente a dimenticare. E a volte ci riesco. La mattina presto, prima ancora di essere sveglia del tutto, per poche frazioni di secondi mi sembra che il tempo non sia passato, che tutto sia immacolato, dolce e caldo come un tempo. Mi sembra di sorridere alla vita, di aspettare segnali di conferma, di presenza.
E la realtà, invece, &egrave ogni giorno più pesante.
La realtà &egrave che sono rimasta sola, di nuovo. Qualcuno mi chiede di aspettare, altri mi dicono di leggere le cose al rovescio. Di saper cogliere nell’assenza il desiderio di esserci, ma la paura di non poterlo fare. Di comprendere che il tempo ed il silenzio non sono un distacco, ma solo una pausa per comprendere. Che la profondità dei miei sentimenti a volte può far paura, spaventare, spingere ad allontanarsi. C’&egrave chi asciuga lacrime che non riesco a versare chiamandomi dea dell’amore. Chi mi abbraccia silenziosamente, chi dice di capirlo, di sapere cosa prova. Provo a credergli, provo a ragionare, provo a pensare con una testa che non &egrave la mia, con un bisogno che non so decifrare. Provo ad immedesimarmi. Provo a lavorare. Provo persino a mangiare.
Poi lascio stare.
So solo scrivere. Per me, per lui’anche per tutti coloro che mi leggeranno.
Provo a dirvi che gli amori sono fragili, ma quelli nuovi ancora di più. Sono sempre le prime cose delle quali si pensa di poter fare a meno. Si crede, sbagliando, che il tempo non abbia cementato un sentimento. Che siano piccoli fuochi lontani. Invece bruciano. Tanto. Bruciano nell’anima e tentare di spegnerli, a volte, fa più male che viverli.
Vorrei potervi spiegare come sa essere forte un amore segreto. Come sa nutrirsi delle piccole cose di tutti i giorni. Di una telefonata, di un semplice messaggio. Vorrei che sapeste quanta gioia c’&egrave nell’essere insieme, anche se per poche ore soltanto. Vorrei potervi descrivere la pienezza che c’&egrave in un gesto tanto desiderato, agognato, sognato. Il calore di un abbraccio che sa rimanere dentro, come un segno indelebile di ciò che si &egrave vissuto.
Vorrei potervi dire tante cose’ma so solo pensare a ciò che non ho più.
Voglio solo lui.

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