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Racconti di Dominazione

011 Valeria e i guardoni 12

By 30 Aprile 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Premessa
A quanti avranno la pazienza di leggere questi racconti per la prima volta suggerisco di leggere i capitoli in ordine progressivo, sia per capire le emozioni e gli avvenimenti dalla prima esperienza agli sviluppi sempre più coinvolgenti ed imprevedibili, sia perché ogni capitolo ha rimandi a quelli che lo precedono. &egrave solo un consiglio, ognuno può leggere la storia come desidera.

Capitolo XIII ‘
La strana coppia

Cleo era seduta con Valeria e Caterina al tavolino del bar lungo il corso cittadino. Si godeva il calore del primo sole primaverile e spiegava con foga alle due amiche la sua idea ‘il tipo del negozio ha la passione per la fotografia e cerca ragazze giovani come noi per fare le modelle’ spiegò tutto di un fiato ‘vuole pubblicizzare la sua attività e dice che fare un calendario con ragazze che non posano per professione &egrave una trovata originale’
‘Cleo, tu sei speciale per infilarti nei casini’ disse Caterina.
‘non questa volta’ rispese Cleo ‘riflettete, noi siamo tre belle ragazze che male c’&egrave a sfruttare la cosa. Se al mare ti metti in topless e qualcuno ti fotografa neanche ci fai caso’
‘Qua ci dobbiamo spogliare sapendo di fare delle foto, ammettilo, non &egrave la stessa cosa.’ disse Valeria.
‘certo, al mare ci guardano gratis, qua in cambio ci prendiamo qualcosa. Un bel costume, una cinta o un asciugamano’
‘ma oltre al fantomatico calendario cosa ci fa il tipo con le nostre foto?’ chiese Caterina.
‘non lo so, gli uomini sono tutti guardoni. Forse ci si masturberà’ disse Cleo disinvolta.
‘ma cosa dici, che vergogna!’ Esclamò Valeria e si portò la mano alla bocca scandalizzata.
‘non fare la santarellina come al solito tu’ disse decisa Cleo ‘lo so che vai in auto a fare l’amore alla pineta’
‘e allora?’ rispose Vale sulla difensiva
‘lo sanno tutti che alla pineta di San Andrea &egrave pieno di guardoni. Sono sempre in agguato, ti guardano con i binocoli, si avvicinano alle automobili e ti spiano mentre fai sesso.’
‘Veramente? Io non lo sapevo!’ Vale arrossi rispondendo e abbasso gli occhi.
Cleo e Caterina si scambiarono uno sguardo capendo l’imbarazzo di Valeria.
‘quello che dice Cleo &egrave vero, anche a me e Terri &egrave capitato di essere spiati più di una volta’ disse Caterina ‘possibile che tu sei l’unica che non si &egrave mai accorta di niente?’.
‘io non ho mai visto un guardone’ menti Valeria.
Era nel panico, ingannare un uomo era relativamente facile ma darla a bere ad una donna &egrave tutta un’altra cosa.

Francesco telefonò a Giovanni, voleva sapere la data del prossimo incontro e parlagli di interessanti novità. Apprese con disappunto che c’erano problemi inaspettati, così decisero di vedersi al solito posto.
‘non so come’ cominciò a spiegare Giovanni ‘ma quella strega della sua amica ha capito qualche cosa. Ieri ero al bar, mentre Valeria chiacchierava fuori con le sue due amiche. Guardavo le prove del gran premio e questa Cleo si avvicina a me. &egrave una bella ragazza con un fondoschiena da urlo, mentre ero distratto a pensare che le avrei dato volentieri una pacca sul culo a bruciapelo mi domanda: ‘cosa &egrave questa storia dei guardoni?’
‘cavolo, e tu cosa hai risposto?’
‘il Campari soda mi &egrave andato di traverso, ho tossito e ho detto qualcosa tipo ‘non capisco, quali guardoni? Lei mi fissava e sono avvampato, devo essere diventato rosso come un semaforo’
‘ma a questa amica chi le ha detto dei nostri incontri?’
‘nessuno sembra, ha buttato lì la frase per vedere la mia reazione. Sembra che mentre parlavano tra loro sia venuto fuori che alla pineta ci sono i guardoni e Vale si &egrave imbarazzata. Questa Cleo ha mangiato la foglia e dalla mia reazione ha avuto la prova che c’&egrave sotto qualcosa, anche se non sa cosa.’
‘ma allora basta negare che problema c’&egrave.’
‘&egrave quello che dico anche io, ma Valeria &egrave preoccupata. Dice che ci siamo spinti troppo in là, che certe cose &egrave meglio evitarle e che la sua vita sarebbe distrutta se le sue amiche venissero a sapere le sue trasgressioni’
‘se sono amiche non dovrebbe temerle tanto’
‘prima di essere amiche sono donne. Quando sono insieme parlano male delle altre, poi la prima di loro che si allontana la fanno a fette. Questa Cleo &egrave amica di Vale e Caterina ma come lei non c’&egrave iniziano le critiche, tipo ‘Vale hai visto come si &egrave conciata Cleo l’altra sera?’ oppure ‘hai notato Cleo come cammina con quei tacchi? Sempre ha mostrare il mandolino, sembra che lo porta solo lei.’
Giovanni continuò ‘ora Valeria ha il terrore di essere al centro delle chiacchiere delle sue care amiche.’
‘Forse abbiamo sbagliato a tirare troppo la corda’ commentò Francesco ‘i cugini di Carlo non sono voyeur, vanno troppo dritti al sodo. Non capiscono certi piaceri, secondo loro noi siamo solo segaioli depravati. Per loro se non trombi non fai nulla. Adesso che si fa?’
‘non lo so’ disse Giovanni ‘diamole tempo, vedremo. Ma tu mi volevi parlare di una novità’
‘si ho una grande novità e una proposta da farti’.

Francesco spiegò eccitato che attraverso degli amici voyeur della costa aveva conosciuto una coppia formata da Bianca, una bella mora formosa sui trentacinque anni e dal marito Mario che era un appassionato cacciatore e appassionato guardone. Amavano entrambi lo scambio di coppia. Francesco li aveva filmati e fotografati mentre facevano sesso nella loro casa sulla riviera adriatica, perché praticavano anche lo scambio di foto e video. Attraverso questi scambi di foto avevano conosciuto Marcello un trentenne sposato con Adriana. La coppia aveva un rapporto particolare. Marcello godeva nell’umiliare la giovane moglie, mostrarla e guardarla sottomessa ad altri uomini, ad Adriana piaceva subire. Mario era convinto che Adriana prediligeva essere masochista.
Marcello chiedeva in cambio, agli uomini a cui cedeva la propria donna, di mettere a disposizione anche loro le mogli. Mario e Marcello, così, erano subito andati d’accordo ed erano diventati grandi amici.

‘allora che né pensi?’ chiese alla fine Francesco a Giovanni rimasto pensieroso.
‘&egrave interessante, si scambiano le mogli’
‘non &egrave proprio lo scambio classico, piuttosto organizzano delle orge dove di volta in volta mettono una delle donne al centro dell’attenzione. Ho fatto vedere loro un video tuo e di Valeria in automobile, sarebbero entusiasti se anche voi entraste nel giro.’
‘si ma come faccio’ rispose Giovanni ‘Valeria non accetterebbe mai, anzi, mi taglierebbe le palle con una mannaia se sapesse che partecipo ad un orgia.’
Francesco prese una busta con delle fotografie ‘guarda questa &egrave Adriana’ disse.
Giovanni guardo la foto di una giovanissima ragazza in costume da bagno. Era molto graziosa un vitino da vespa e due magnifici occhi verdi.
‘Ma &egrave una minorenne’ esclamò ‘avrà si e no sedici anni’
‘Sembra perché ha un corpo esile ed &egrave piccola di statura, ma ha già compiuto ventuno anni. Tra due giorni Adriana e Marcello vengono a casa mia con Mario. Io faccio la ripresa, ti piacerebbe partecipare?’
‘certo che mi piacerebbe, ma poi quando viene il mio turno di metterci la ragazza che gli racconto? Faccio la figura del peracottaro’.
‘Mario e Marcello non chiedono niente in cambio. Gli basta l’assicurazione che, in linea di principio, sei disponibile a convincere la tua ragazza. Se sono rose, fioriranno.’

La grande stanza nel seminterrato di Francesco era quasi buia, solo due grandi fari illuminavano una sedia di legno impagliata ed un tavolino posti sulla parete di fondo. Sul tavolino c’erano delle candele, una borsa di pelle nera ed un paio di manette di metallo. Francesco nella semioscurità preparava un altro faro e la fedele videocamera. La stanza era stata vuotata di tutto, oltre alla sedia e al tavolo c’erano solo quattro sedie poste di fronte alla parte illuminata. Marcello spiegò ai tre uomini che quella sera avrebbero messo in scena un interrogatorio. Giovanni non sapeva cosa attendersi e si sentiva teso ed imbarazzato. Era seduto in silenzio a fianco di Mario, avrebbe voluto fare domande ma non né aveva il coraggio. Francesco guardò l’orologio, tutti aspettavano l’ingresso di Adriana che si trovava nell’altra stanza. La ragazza entro tenuta per un braccio da Marcello. Era vestita con una semplice gonna aderente, una camicia chiara, calze nere come le scarpe di pelle lucida che avevano un sottofondo di dieci centimetri e il tacco altissimo.

Marcello dietro di lei con tono brusco le ordinò ‘vai alla sedia e rimani zitta finché non sei interrogata’.
Lei senza dire niente attraversò la stanza con un passo ondeggiante e rimase in piedi, con le mani poggiate allo schienale della sedia. Aveva i capelli tagliati a caschetto di un biondo platino artificiale. I suoi occhi verdi cercavano di guardare verso gli uomini seduti nella semioscurità e con la mano destra si copriva il viso dalla luce forte che la colpiva.

‘adesso togliti la gonna e la camicetta’
‘che significa? Perché mi devo spogliare’
‘dobbiamo controllare che non porti niente nascosto addosso. Non discutere.’

La ragazza si strinse nervosamente le mani tra loro, guardo intorno incerta, poi cominciò a sbottonare la camicia e la tolse poggiandola sulla sedia. Apri la cinta di pelle nera che portava alla vita, slaccio la gonna e la sfilò. Era magra, piccola di statura ma proporzionata e fatta molto bene. Le scarpe con quegli zatteroni la alzavano di quasi diciotto centimetri e sembrava alta a dispetto dei suoi 156 centimetri. Aveva la pelle abbronzata e coperta da leggere lentiggini che denunciavano una carnagione molto chiara. Le calze nere autoreggenti e la biancheria intima mettevano in risalto l’incarnato. Francesco aveva già cominciato a riprendere la scena e accese anche il terzo faro al centro della stanza. Lo orientò e puntò contro il viso di lei come si usa fare negli interrogatori.

Marcello andò al tavolino di fianco alla sedia, accese le grosse candele e da una borsa di pelle nera prese una cartellina con dei documenti.
‘girati ora’ disse alla donna ‘e metti le mani dietro la schiena’ lei ubbidì.
Le bloccò i polsi con le manette.
‘perché le manette cosa ho fatto?’ chiese Adriana
‘&egrave solo una misura di sicurezza’ rispose Marcello che sposto la camicetta e la gonna su un’altra sedia. ‘Ora siediti lì e parla solo quando sei interrogata.’

Adriana si sedette tenendo le gambe unite e la testa china per evitare la luce violenta dei fari. Marcello poggiò il fascicolo sul tavolo e chiamò Mario ad aiutarlo. Mario sembrava conoscere bene quello che doveva fare, dalla borsa prese una corda. Si inginocchiò davanti ad Adriana e legò strette le caviglie con diversi giri di corda. Marcello si rivolse ai presenti indicando la moglie.

‘questa donna si chiama Adriana. Finge di essere una giovane ragazza onesta e ingenua, ma &egrave solo una messa in scena.’
Apri il fascicolo dove si vedevano fogli scritti e fotografie.
‘Signori, voi questa sera sentenzierete se &egrave colpevole o innocente. Potete vedere dal fascicolo su di lei che &egrave un po’ che la teniamo sotto osservazione’ poi si rivolse a lei ‘&egrave meglio per te se dici ai signori quello hai fatto. Collabora per il tuo bene, confessa.’
Lei chino la testa ‘ti sbagli. Sono innocente, non ha fatto niente di male’
‘confessa quello che hai fatto, parla!’
‘Sono innocente, lo giuro!’
‘Tu menti! Ora vedremo se ti torna la memoria. Ti faremo confessare con le buone o con le cattive’
‘non mi fate del male, non ho niente da dire’ la voce di Adriana mostrava paura.

Marcello fece un cenno a Mario, che si alzò dalla sedia e si avvicino alla donna. Senza preamboli tirò giù la cerniera lampo dei calzoni e tirò fuori il grosso pene avvicinandolo alla bocca di Adriana con volgarità.
Lei mostro disgusto e girò il viso dall’altra parte supplicando il marito.
‘oh no, non chiedermi di fare questo, ti prego’
‘non fare tante storie te la sei cercata. Apri la bocca.’ disse Marcello serrando i pugni contro i fianchi.

‘oh no fermatevi, non potete volere questo da me, ho i miei diritti’
‘qua dentro c’&egrave solo il mio di diritto!’ urlò Marcello.
‘Puoi protestare finché vuoi, puoi urlare o chiedere aiuto, ma se non confessi subirai la giusta punizione. Vuoi dire qualcosa?’
‘non ho niente da dire, fermatevi!’

Mario si calò i calzoni e le mutande poi le strinse i capelli con la sinistra per tenerle ferma la testa e riprovò a spingerle in bocca l’uccello.
Marcella tenne le labbra serrate ostinatamente e cercò di girare la testa.
‘piccola stronza, succhia subito il cazzo al signore!’ Ordinò Marcello.
‘No! non voglio farlo, non voglio!’ Adriana si divincolò.
‘Non vuoi?’ disse calmo Marcello ‘ora vedremo.’

Prese dalla borsa un paio di forbici , alzò una spallina del reggiseno e la tagliò scoprendo un seno, poi afferrò anche l’altra spallina recidendola.
Adriana con un lamento si curvò in avanti per ripararsi ma Marcello la prese per le spalle e la tirò verso lo schienale della sedia mostrando a tutti i seni sodi e ben modellati. Slaccio il reggiseno e lo tirò via buttandolo a terra. Prese in mano una candela accesa e la mostrò alla donna.
‘se non vuoi succhiare il cazzo di questo signore vuole dire che preferisci questo’ e le versò cera bollente sul seno sinistro.
Adriana strillò e cercò di scostarsi per quanto poteva, legata come era.
Marcello con gli occhi pieni di libidine disse a Carlo ‘tienila ferma’ poi rivoltò alla donna ‘adesso ci divertiamo piccola’
Lei guardò impotente il marito che versava cera bollente sull’altro capezzolo e urlò di nuovo mentre due lacrime gli rigavano il viso.

Marcello prese un’altra delle grosse candele ‘vuoi che continuo?’
‘No! Fermo.’ Abbasso la testa e mormorò ‘lo faccio’
‘fai che cosa? Devi dirlo forte in modo che tutti possono capire’
‘succhio l’uccello a questo signore’

Mario allora si pose di nuovo in piedi di fronte a lei, quasi a cavallo della sedia, con l’uccello eretto proprio all’altezza della sua bocca.
Adriana chiuse gli occhi, schiuse appena le labbra e imbocco la punta del pene succhiandola.
Anche Giovanni e Francesco eccitati si erano avvicinati alla sedia per guardare.

Marcello guardò la donna con una smorfia di disapprovazione ‘ questo lo chiami fare un pompino?’
Aveva ancora in mano la candela piena di cera fusa e con gesto rapido la pigiò con forza sul capezzolo. Lo stoppino sfrigolò spegnendosi sulla pelle delicata. Lei spalancò gli occhi e urlò.

‘succhialo per bene o sarà peggio per te’ ordinò minaccioso Marcello.
Adriana impaurita aprì la bocca consentendo al grosso pene di Mario di entrare dentro fino alla gola.
‘adesso va bene, pensavi di cavartela con un effusione da liceale? Questo non &egrave il tuo boy friend e un uomo e devi fargli un signor pompino.’

Mario, come galvanizzato da quelle parole, le tenne ferma la testa con una mano sulla nuca e comincio a penetrala in bocca. Le infilava con forza il pene fino alla gola godendo nel sentire i suoi gemiti soffocati. Poi le lasciò la testa lasciandola succhiare da sola.
Marcello guardò soddisfatto per qualche minuto Adriana succhiare il pene dell’uomo. Poi intervenne facendo un cenno a Mario che sfilò l’uccello fradicio di saliva che colò sulle labbra e sulle tette.
Adriana con le mani legate dietro la schiena lacrimava ogni volta che quel grosso pene le entrava in gola ed ora cercava di respirare sputando e tossendo.

‘allora vuoi continuare a succhiare cazzi o vuoi confessare?’ chiese ossessivo Marcello.
‘non ho niente da confessare, non ho fatto nulla &egrave la verità’ sussurrò lei.
‘bene, continuiamo allora.’
Fece cenno di avvicinarsi a Giovanni che, nel frattempo, si era tolto i pantaloni e le mutande.
Giovanni era nervoso, aveva le mani gelate e il pene non era proprio eretto. Si pose davanti alla donna seduta tenendo l’uccello in mano per direzionarlo verso la bocca di lei.
Marcello afferrò la nuca di Adriana e le spinse in basso con prepotenza.
‘avanti non perdere tempo!’
Lei con un lamento imbocco il pene succhiandolo senza opporre resistenza.
Giovanni provò un onda di piacere, la bocca era caldissima e l’uccello reagì subito ingrossandosi e divenendo di colpo duro.
Adriana con le mani legate dietro la schiena non era in grado di regolare l’impeto del coito orale e Giovanni cominciò a pigiarle il sesso nella bocca. Godeva dei leggeri conati del corpo di Adriana quando spingeva il pene fin dentro la gola e si eccitò nel vedere i suoi occhi lacrimare per quelle continue intrusioni nella gola.
Replicò più volte quella stupenda emozione, poi lascio libera la testa per timore farla rimette.
Adriana, però, anche con la testa libera non si fermò. Ingoiava il pene con foga praticandogli un magnifico pompino.
Marcello si era spogliato a sua volta, si avvicinò di nuovo a guardare. Poi afferrò la testa di Adriana per i capelli e le sollevo il capo, sfilando il pene di Giovanni dalla bocca.
‘allora ti sei decisa a confessare?’
Adriana tossi, riprese fiato e rispose ‘non ho niente da dire, te lo ripeto, niente’.
‘allora succhia anche questo, troia!’ Disse.
Tirò la testa della donna verso di se e le infilò in bocca l’uccello fino ai testicoli diverse volte.
‘si così, succhia, avanti non fermarti voglio sborrare nella tua gola’
Adriana succhiava fino a quando il pene non le entrava tutto in bocca fino ai testicoli, allora la bocca sembrava gonfiarsi per respirare.
Marcello era eccitato allo spasimo, le afferrò con due mani la testa e si alzò sulle punte dei piedi spingendo senza alcuna remore il sesso nella bocca di Adriana fino a quando il viso della donna non arrossì e si schiaccio sulla sua pancia. La tenne ferma così per alcuni secondi, col glande infilato fin nella faringe, incurante del gemito di protesta. Rantolò dopo qualche secondo eiaculando direttamente nell’esofago delle donna.

‘ah si, ve e e n g o o o o ‘..’

Lascio libera la testa della donna solo quando ebbe finito di scaricare il suo godimento.
Adriana appena ebbe la gola libera respiro con forza immettendo aria fresca nei polmoni come un subacqueo che riemerge in superficie dopo un immersione in apnea.

Marcello svuotato dal violento orgasmo stramazzò su una sedia.
‘Ti sei decisa a dichiararti colpevole?’ le chiese.
‘couf, couff’ tossi Adriana ‘non ho niente da ammettere lercio maiale!’.

CONTINUA.

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