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Racconti di Dominazione

02 – Seconda lezione

By 17 Agosto 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Ieri, dopo la mia prima esperienza, ho avuto paura che mi rimanessero i segni, ma sono scomparsi quasi subito, così questa mattina ho preso il treno e sono andata al mare.
A fianco a me c’è un bel ragazzo e mi sono accorta che ha puntato le mie gambe.
Se n’è accorta anche la ragazza che sta con lui ed ha preso a guardarmi male.
Se avesse potuto mi avrebbe fulminato.
Quando mi alzo per andare a fare il bagno lascio un po’ ondeggiare il mio culetto, sono brava a farlo, un movimento leggero, per niente volgare, che spesso fa restare gli uomini con lo sguardo incollato su di me.
Mi volto solo quando sono arrivata con i piedi nel bagnasciuga, lui guarda dalla mia parte mentre la ragazza, evidentemente alterata, gli parla e gesticola.
In spiaggia c’è troppo vento e così, nel primo pomeriggio, decido di tornare in città.
Ho qualcosa di importante da fare: comprare delle corde, perché lo spago proprio non va bene.
Sembra banale, ma non è per niente facile trovare una cosa del genere in una città semi deserta, ad Agosto.
è tutto chiuso e dove trovo aperto, al massimo mi offrono lo spago che già possiedo, o le corde plastificate per stendere i panni.
Alla fine sono riuscita a trovare un cordino di cotone bianco, decisamente più grosso dello spago ed abbastanza morbido.
Nota: Il giorno in cui è accaduto quanto sto raccontando, non avevo ancora ricevuto le tante risposte in cui mi si davano consigli sulle corde da comprare, ma devo dire che, andando ad intuito, ci ho indovinato abbastanza.
Faccio il tratto a piedi, dalla fermata dell’autobus fino a casa, quasi di corsa. Sono eccitata e non vedo l’ora di provare la corda nuova.
Butto la sacca con la roba del mare per terra, nell’ingresso, dopo aver tolto la matassa di corda e vado subito in camera da letto.
Le forbici.
Questa volta non le devo dimenticare.
Prendo anche un coltello affilato, non si sa mai.
Mi sento già bagnata e decido di eliminare subito lo slip del costume.
Per questa seconda volta mi viene di legare le mie caviglie ai piedi del letto, in modo da rimanere con le gambe divaricate.
Sciolgo la matassa e ne taglio due pezzi uguali abbastanza lunghi, poi mi piego in avanti ed inizio a legare un capo del primo pezzo al tubolare metallico del piede del letto.
Avanza abbastanza corda per legare bene la mia caviglia sinistra, ma decido di fissare prima l’altro pezzo e faccio bene, perché quando ho finito di legare la prima caviglia, sono già quasi immobilizzata.
Riesco, piegandomi molto in avanti, a prezzo di grossi sforzi a legare anche la seconda e devo ringraziare la danza classica, che ho fatto per molti anni, che mi ha lasciato una bella elasticità nei movimenti.
Vorrei legarmi anche le mani ma non so come fare, così, alla fine, prendo il pezzo di corda avanzato e me lo giro più volte intorno ai polsi.
Certo è una legatura finta, abbastanza lasca, ma il senso di avere anche le braccia bloccate c’è.
Sono stanca, perché tutta l’operazione è stata abbastanza faticosa, così mi riposo un po’, sdraiata, con le gambe aperte e le mani poggiate sulla pancia.
Non ho neanche fatto la doccia, la mia pelle è secca e piena di sale e i nodi sulle caviglie, nonostante la corda sia più morbida dello spago, mi fanno parecchio male.
Le dita mi scivolano in mezzo alle gambe e mi accorgo che la gonna, finita a contatto con il mio sesso, è già bella bagnata, così la sollevo e poggio i polsi ricoperti dalla corda sulle labbra che si sono già aperte.
è una sensazione forte e bellissima, le mani e la corda si inzuppano subito mentre lei si apre completamente.
Alla fine non resisto più e mi tolgo la corda dai polsi.
Tenendone teso un pezzo tra le mani l’affondo nella mia fica aperta e bagnata.
La corda viene completamente inghiottita e allora, sempre tenendola tesa, comincio a muoverla in su ed in giù.
Non fa male, perché il succo della mia fica ha completamente imbevuto il cotone della corda e allora comincio a muovermi ed a gemere.
Quando cambio leggermente posizione la corda, per un attimo, arriva a sfiorare il clitoride e mi scappa un grido, anche perché, di istinto ho allargato le gambe e le corde sono affondate nelle mie caviglie.
Recupero la posizione e la pressione si allenta, poi comincio a muovere il pezzo di corda in modo da raggiungere rapidamente (ma non troppo) l’orgasmo.
Le strusciatine sul clitoride si fanno mano mano più frequenti e più decise.
Io ho il clitoride molto piccolo, però, se viene stimolato nella maniera giusta, è in grado di regalarmi delle sensazioni molto forti e piacevoli.
Alla fine mi lascio andare completamente, la corda struscia di continuo sul mio ‘pirolino’ e sono così bagnata che mi sembra di essermela fatta sotto.
L’orgasmo, forte e improvviso, meglio dell’altra volta, mi arriva come una scossa di terremoto e mi lascia completamente esausta, al punto che, nonostante le caviglie mi diano parecchio fastidio, rimango distesa ancora qualche minuto prima di provare a slegarmi.
I nodi per fortuna si sciolgono abbastanza facilmente e così, stanca, bagnata e tremante posso andare a farmi la doccia.

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