Skip to main content
Racconti di Dominazione

05 – Vietri

By 7 Settembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

“Ci sei mai stata in costiera?” domando.
“Andiamo là”.
Arriviamo in autostrada fino a Vietri, là c’è un panorama mozzafiato.
con te in macchina accanto a me Patty e tuo marito seduti dietro
fa caldo, il sole scotta in pieno mese di luglio la gonna leggera che indossi, svolazza per il vento he entra dal finestrino il vento fa svolazzare la leggera gonna che sale e ti scopre le cosce tu ti muovi sul sediolino fai in modo che le gambe restino scoperte e lo spacco si apra ptroprio tra le cosce ti metti in ginocchio su sedile per guardare dietro cosa combinano ed io ti dico attenta e ti tengo per la cintura che cinge la tua vita anche Patty ha una mini mini gonna tu riesci a vederle le mutandine, è intenta a descrivere il panorama a tuo marito…
che non presta affatto attenzione al panorama ma guarda il suo decoltè e le sue gambe tuo marito si affretta ad allungarsi dal finestrino dal lato di patty
l’occazione e buona per tuo marito per strusciarsi un pò su patty per sentirne il profumo della pelle di te sa tutto oramai, ma di patty ancora no.
Lui si affaccia al finestrino mentre patty gli indica le bellezze del posto io intanti ti tengo per la cintura Gli si struscia adosso e tu per ripicca…
ti risiedi imbronciata e la gonna sale, ti tiri su la gonna mostrando lo slip nero
fino a far vedere i riccioli folti della tua figa inizio a sudare, non posso ammirarti troppo, per fortuna tra un pò c’è la piazzola dove possiamo fermarci ad ammirare il panorama ci fermiamo
Patty ed oliver scendono intanto mi parli e la tua mani cade sulla mia gamba
Oliver ha la telecamera per riprendere il panorama mentre patty gli fa da cicerone Mi dici che hai caldo e che non vuoi prendere altro sole io resto in macchina con te mi sembra il minimo che un cavaliere possa fare
po vedi un posto al fresco e appena si allontanano scendi e ti incammini ancheggiando sulle scarpe dal tacco vertiginoso, io ti segui Siamo al ripraro degli alberi, sonno la loro fresca ombra, c’è una leggera e piacevole brezza marina da la noi vediamo loro due, Patty e tuo marito, ma loro non ci vedono bene perchè siamo in penombra inizi a sventolarti per il caldo con la gonna leggera mi mostri le tue splendide cosce mentre guardi cosa combinano
ora è patty che ha in mano al telecamera i tuoi slip fanno bella mostra di se
è Oliver, adesso, che con la scusa d’insegnarli ha una mano sulle sue chiappe mi metto al tuo fianco e guardo Patty ed Oliver tu ti appoggi a me
pensi tra te “patty sembra stare al gioco, la stronza” ti sussurro in un’orecchio, tu sei ancrora nei tuoi pensieri, vedi Patty che si struscia sulla sua patta che immagini gonfissima “ma una schiava non può essere gelosa” pensi li guardiamo assieme ti metto una mano sotto la gonna lui ora pensando che non vediamo da dietro mette una mano sul suo seno di patty
io continuo a guardare ma non dico nulla aspetto una tua reazione voglio le tue mutandine poi ti ordino “dammi gli slip, ho voglia di sentire il tuo profumo di femmina”
Obbidisci immedaitamente, Tra me penso “vedo che la mia schiava impara in fretta” intanto, ora sono io che ti accarezzo il seno sono arrivate altre macchine e tu non sai più cosa fare lora si staccano senza una parola tiri su, velocemente la gonna e sfili gli slip facendo ridiscendere la gonna qualcuno ha comunque notato la cosa mi conscegni in mano i tuoi slip non curante di ciò che accade intorno a noi li annuso e li metto in tasca.
Oliver e patty stanno ritornando passiamo vicino a chi aveva notato il tuo gesto
gli andiamo incontro tu fai finta di nulla, tieni la testa bassa, leggermente imbarazzata io dico, al fortunato che si è goduto la scena, senza preoccuparmi “è la mia schiava”, e gli sorrido Mi guardi imbronciata, come se avessi fatto quanlche cosa che non dovevo.
Ho deciso, ti punisco chiedo a tuo marito di sedersi davanti, tu andrai dietro con Patty.
Prendiamo posto, io alla guida, accanto a me tuo marito, dietro di lui ti siedi tu e dietro di me si accomoda Patty.
Usciamo dall’autostrada, passiamo Vietri e ci avviamo verso Positano ed Amalfi.
Poso il tuo slip nel vano porta oggetti, nella console centrale, tu notando il mio gesto sei letteralmente presa dal panico d’un tratto diventi silenziosa, adesso hai un forte timore che tuo marito se ne accorga io, ogni vlta che tuo marito si rigira verso l’abitacolo , o coinvolgo in disucssioni sul panorama e sul giro che faremo Patty mi da corda inconsapevolmente, e riesco sempre a distrarlo, le mie occhiate dallo specchietto sono sempre attente ad ogni tua reazione, ti coinvolgo nelle discussioni, e tu inizi a rispondere, pian piano ti sciogli oramai non fai più caso ai tuoi slip, lì in bella mostra.
Inizi scioglierti, cominci a giocare con me mentre Patty e tuo marito continuano nei loro discorsi sulla costiera.
Ogni tanto, quando noti che guardo nello specchietto allarghi le cosce,
stando attenta a che nè Patty, nè tuo marito notino i tuoi gesti.
Sei fantastica.
Ad un certo punto noto un magnifico posto dove poterci fermare, ma lo abbiamo appena passato.
Dietro di noi non giungono macchine, posso fare una retromarcia, mi giro verso dietro e nella manovra ti meto una mano su di una coscia.
La stringo con forza, devi capire che sei mia, solo mia.
Anche Patty e tuo marito si sono girati per guardare indietro, non fanno caso alla mia mano, pure tu adesso stringi la mia mano con forza, affondi le tue unchie nella mia carne, io non lascio la presa e tu finalmente cedi.
Fermiano la macchina per fare un’altra sosta. Da questa piccola terrazza sul mare si vede tutta la costiera si arriva a vedere giù fino a Pestum ed Agropoli.
La giornata è tersa ed il cielo di luglio è azzurrissimo.
Vicino c’è una trattoria, caratteristica con un mangifico pergolato che affaccia sul mare.
Oramai si è fatta ora di pranzo, decidiamo di pranzare lì.
Mentre ci incamminiamo, dici che hai dimenticato una cosa in macchina, ovviamente, mi chiedi di accompagnarti.
Patty e tuo marito iniziano ad andare mentre io ti accompagno alla macchina.
Entrano nella trattoria, adesso siamo soli,
ti baci sul collo,
“stronzo” mi dici
“se si accorgeva che lì c’erano le mie mutandine, sarebbe successo un macello”
“stronza, così t voglio” dico io.
Apro la portiera dell’auto, ti allunghi nell’abitacolo, la gonna leggera si alza per un colpo di vento ed io ti palpo il culo nudo, la tu figa è bagantissima,
hai preso i tuoi slip, ti giri e ti siedi sul sediolino, me li porgi e senza dire nulla alzi una gamba verso di me, ti fisso negli occhi e senza dire nulla infilo lo slip.
Le tue cosce sono aperte, in modo sguaiato, vedo tutto il tuo sesso, come un magnifico fiore tropicale, il cui profumo si diffonde indebriante.
“Troia, ecco cosa sei, una magnifica troia”
“No, non sono una troia, sono la tua puttanella”
“Già, sei la mia puttanella”.
Ti ricomponi ed esci dall’auto. Io la chiudo ed andiamo a pranzo.

Per un feedback: https://raccontimilu.com/viewuser.php?action=contact&uid=5054

Leave a Reply