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Racconti di Dominazione

19 – La prima volta di Elisa

By 4 Dicembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

In ufficio non è ancora arrivato nessuno, tu sei stata la prima, hai posato la borsa, le chiavi e tutto il resto sulla scrivania. Hai sfilato il giubbotto e lo hai appeso all’appendiabiti, tacchi che ritmicamente percuotono le pedane del pavimento, ti avvii alla macchina del caffè. Una, due, tre monetine scompaiono nella fessura, guardi distrattamente cosa prendere, caffè, click, premi il pulsante, la macchina parte con i suoi rantoli e comincia la sua opera, passi, altri passi, non ci fai caso, ancora quel rumore infernale, tra qualche istante la bevanda calda sarà pronta.

“Ciao scricciolo”, una voce tranquilla alle tue spalle, ti giri di scatto, il cuore che batte, “finalmente posso incontrarti”. Rimani lì, ferma, non sai cosa fare, “bip-bip-bip”, il caffè è pronto, mi avvicino al distributore e, con calma prendo il bicchiere e te lo porgo, non dici ancora nulla, allunghi istintivamente la mano ed afferri il bicchiere, le nostre mani per la prima volta si toccano. Silenzio, anche la macchinetta sembra in attesa di scoprire gli esiti di questo incontro per te imprevisto. Rimani a fissarmi, io mi abbasso verso di te e ….

e mi fissi negli occhi. io li abbasso d’istinto,non immaginavo potessi trovarmi.

è presto, so che ancora il magazziniere non è ancora arrivato , come nemmeno gli altri. il venerdì sono io la prima in ufficio e anche l’unica. ma oggi no, oggi sei entrato da chissà dove e mi hai trovato. sei grande. la tua figura mi sovrasta, hai un profumo sottile che mi penetra dentro deciso e mi inebria. sento i tuoi occhi che mi fissano ancora, non dici una parola.

Non lascio il bicchiere, la tua mano esile che impercettibilmente sfiora la mia.

Non sfuggi quel contatto. Con un rapido movimento cingo la tua vita sottile e ti tiro a me.

Tremi.

Lascio la presa del bicchiere che inevitabilmente cade, rovesciando il suo contenuto sul pavimento.

Odore di caffè, odore di te!

Non scappi da quella presa che ti immobilizza, anzi, ti stringi a me.

Il tuo corpo è caldo e sento l’ansimare ritmico del tuo respiro.

Sguardo basso, silenzio, tiro su il tuo mento verso di me, non hai il coraggio di guardarmi negli occhi.

“profumi di cannella”, la mia voce calma rompe quell’assordante silenzio, provi ad alzare lo sguardo, non ci riesci, trovi la forza di allungare la mano ed accarezzarmi il petto, poggi il palmo ad ascoltare i battiti del mio cuore.

Sono Calmo, te ne accorgi dai battiti che percepisci, ti avvicini pian piano a me, la mia mano sotto il tuo mento a farti alzare la testa, mi lasci fare ma non alzi lo sguardo. Le dita sfiorano le tua labbra, mi abbasso verso di te, le mie labbra a sfiorare il tuo collo, sento il profumo delicato della tua giovane pelle, aspetti un bacio che non arriva. Non arriverà. la mia lingua lecca la tua pelle salendo su fino all’orecchio. Un fremito percorre il tuo corpo teso. Un brivido scende lungo la tua schiena, ti giro e ti faccio poggiare con le mani sul tavolino che è presente nella stanza, “cosa vuoi fare…” sussurri impaurita, “shhhhhhhhh, scricciolo, non parlare”, la mia risposta.

Rimani immobile, ti allargo leggermente le gambe, “ti prego… non farmi male” e giri il capo verso di me guardandomi con occhi imploranti, “FERMA, COME TI HO ORDINATO!” ti dico con tono di voce stizzito. Rigiri la testa e la chini impaurita, mille dubbi, mille paure, mille pensieri balenano nella tua testa, non riesci più a essere razionale.

Lentamente le mie mani alzano la corta gonna di jeans che indossi, scopro il tuo culo, indossi un perizoma, magnifico. La mia mano che lo accarezza per alcuni istanti, vedo la pelle d’oca comparire prepotente, , salti per l’improvviso schiaffo che percuote le tue natiche, non te lo aspettavi, un grido, istintivo, esce forte dalla tua gola “Ahiiiiii!!!!”,

Provi a proteggere il tuo sedere con le mani ma immediatamente ti blocco e ti rimprovero “scricciolo, non ci si comporta così, lo sai, rimetti le mani dove stavano”.

Mi guardi per un attimo ma il mio sguardo severo ti gela, subito abbassi la testa e ti rigiri, lentamente rimetti le mani sul tavolino.

“Inarca meglio la schiena, da brava”, rimani immobile, i tuoi pensieri non ti fanno sentire le mie parole, “MUOVITI”, quella parola decisa e forte ti risveglia dai tuoi pensieri ed istintivamente inarchi la schiena mostrando ancor di più il tuo culetto sono, su una natica il segno rosso del primo schiaffo fa bella mostra di se.

Ti irrigidisci immaginando di ricevere altri colpi ma questo per te è peggio, mi accorgo di questa tua tensione ed i colpi ora diventato più delicati, , sobbalzi di nuovo ma inizi a “scioglierti”, adesso inizi a sentire gli schiaffi che colpiscono il tuo sedere in modo diverso, come se delle scariche di adrenalina percorressero tutto il tuo corpo ogni qualvolta vieni colpita.

Sfacciatamente, ad ogni colpo, inarchi sempre di più la schiena e dai primi “ahi-ahia”, adesso sei passata a dei mugolii di piacere, “ohhh!, Ahhh!, siii, ancora!”.

Sono bastati una decina di colpi e ti sei completamente sciolta. Il tuo culo oramai è rosso ed io continuerei ben volentieri ma il tempo, per me, passa troppo in fretta.

“Per essere stata la tua prima volta va bene così, scricciolo, ora un’ultima cosa”, ti abbasso la gonna coprendo il tuo magnifico fondo schiena, ti giri, “cosa c’è ancora che debbo fare?”, mi chiedi impaurita. “Adesso, Tu! Mi dai i tuoi slip, te li riconsegno stasera quando uscirai dal lavoro”.

A questa mia richiesta cerchi di resistere, ” ma come faccio? sarò tutta la giornata qui con le colleghe e soprattutto con i colleghi, non posso, ti prego!”, subito ti zittisco. “Nessun ma, se vuoi essere mia!”, ti fisso dritta negli occhi, resisti per un attimo poi alzi la gonna e le tue mani si preparano ad abbassare lo slip.

“Non ti ho detto di alzare la gonna”, rimani di stucco, non sai cosa fare. A quel punto scosto le tue mani e subito la gonna ricade al suo posto, mi accovaccio davanti a te continuando a guardarti negli occhi, infilo le mani sotto la gonna e, trovati gli slip, inizio ad abbassarli, lentamente.

Lo abbasso lentamente senza distogliere lo sguardo dai tuoi occhi, le mie mani scorrono lungo tutte le tue cosce, istintivamente mi aiuti a sfilarli. Sono tra le mie mani adesso, li porto al naso per sentire il tuo profumo di femmina, mi fissi incredula per quello che hai fatto, per quello che stai facendo, senti una stana, fresca, sensazione tra le gambe.

“A stasera al gran caffè Pedrocchi, mi troverai nella sala Ercolana, al secondo piano. 18.30 in punto”, senza aggiungere altro vado via.

Per alcuni minuti rimani ancora in quella stanza, solo quando il rantolo della macchina del caffè si fa sentire, ti risvegli da quel torpore che ti stava ammaliando, ti guardi intorno e torni alla tua scrivania.

Automaticamente ti siedi al tuo posto ma un pizzicore sul culo ti fa capire che tutto quel che è successo è vero. Allunghi una mano tra le cosce, fino al tuo sesso, sei bagnata!.

Sorridi per un attimo, “oggi sarà una giornata di lavoro intenso, scricciolo” dici tra a te stessa pensando a come potrebbe finire.

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