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Racconti di Dominazione

23 – L’iniziazione

By 24 Giugno 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Seduto comodamente in poltrona sorseggio un bicchiere di brandy
stravecchio in attesa della tua venuta.
Metto su della musica e mi rimetto comodo, la stanza è sileziosa, solo
il piano di Bill Evans a riempire l’aria di note.
Sento una chiave entrare nella toppa, alcuni giri di essa e la porta si apre.
Sei arrivata puntuale, sai che non amo aspettare. Il ticchettio dei
tuoi tacchi si avvicina lungo il corridoio, la porta si apre, sentu la
tua voce tremante,
“Signore, ci siete? Posso entrare?”.
“Vieni pure puttanella”. Entri nella stanza a testa bassa, non hai il
coraggio di guardarmi, “Spogliati”.
Ubbidisci senza fiatare, sbottoni la tua camicetta e la sfili
lasciandola cadere a terra.
Le mani che si accingono a sbottonare la gonna, la zip che va giù ed
anche la gonna cade ai tuoi piedi.
Rimani con le calze ed il perizoma in pizzo, “Raccogli e metti le tue
cose a posto, non mi piace il disordine, puttanella”.
“Abbiamo un ospinte particolare oggi”, “ospite? …come ospite?” dici
esterefatta.
“Si abbiamo un ospite particolare, adesso togli il reggiseno e lo slip
e riponi tutto in ordine. Poi stenditi sul letto”
Ubbedisci senza disuctere, slacci il reggiseno e, all’atto di togliere
gli slip ti giri per non farmi vedere il tuo sesso.
“La vergogna di mostrarti nuda a me non ti è mai passata” dico
ridacchiando, “si…” dici sottomessa abbassando il capo e sentendo il
mio sguardo su di te.
“Vieni qui” ti ordino secco. Al sentire la mia voce sussulti, ti giri
e, comprendoti il sesso cun una mano ti avvicini.
“Sempre così, vero? Hai sempre vergogna di mostrarti al tuo signore”
dico guardandoti dalla mia posizione, comodamente seduto in poltrona.
Chini ancor di più il capo, “si, Signore”, “girati e chinati in
avanti” dico con tutta calma.
Rimani per un istante i silenzio poi… “devo?”.
Stizzito rispondo con rabbia alla tua stupida domanda, “che cosa lo
dico a fare allora, puttanella, certo che devi”.
Immediatamente esegui il mio ordine e ti abbassi in avanti portando le
mani alle ginocchia.
Ti guardo mentre rimani in quella umiliante posizione, mi alzo dallo
schienale della poltrona e con entrambe le mani ti allargo il culo.
Allargo completamente le tue chiappe, senti il buchetto tirare.
Un lieve suono, segno del digsagio che provi esce dalle tue labbra, “ah”.
Vedo aprirsi davanti a me anche le labbra della tua figa carnosa, un
suono piacevole e le labbra si schiudono mostrandomi il rosso vivo del
tuo sesso.
Sei già baganta, il luccichio dei tuoi umori è già evidente. “Sei
sempre in calore, puttanella eh!”
Le parole che quasi ti muoiono in gola, la voce tremante “si, signore”.
Senti due delle mie dita affondare nel tuo corpo, “ah!”, mugoli mentre
esse penetrano il tuo corpo.
Sei calda,gli umori subito ricoprono le mie dita, completamente,
facilitandomi nel compito.
Le tiro fuori e ne assaporo il profumo, “profumo di femmina”, mella
mia mente risuonano queste parole, “profumo di femmina”.
Quando hai sentito le mie dita ti sei irrigidita, e solo adesso che le
ho tirate fuori per un istante ti rilassi.
Non fai a tempo a tranquillizzarti. Hai il cuore che pulsa a mille,
senti la mia mano che riafferra il tuo culo e subito dopo, le mie dita
che di nuovo lo violano.
“AH!!”, questa volta l’urlo proprompe dalla tua bocca deciso, senti le
dita che allargano lo sfintere penetrandolo, poi, quelle due dita si
spostano all’esterno dilatandoti il culo.
Lo apro, dialtandolo per un paio di centimetri, “AHIA”, ancor più
forte è l’urlo che emetti.
Ti irrigidisci sentendo così ancor più dolore, “rilassati, cagna, tra
poco dovrai usarlo. Ma non ti preoccupare, non sentirai tanto dolore”.
Sfilo le dita dal tuo culo e lo vedo lentamente richiudersi. Giri il
capo verso di me e con aria di domanda mi dici “No, signore…non
vorrei usarlo…”.
“Troia, non te lo faccio rovinare, non sono stupido, vai sul letto
muoviti”. “S-si Signore” e rapida ti avvii verso il talamo.
Ti accomodi sul letto e ti stendi, rimani immobile, le gambe chiuse,
le mani sul ventre. Fissi il soffitto in attesa.
“Pancia sotto”, ti ordino dalla mia comoda poltrona. “Subito” rispondi
svelta. Ti batte forte il cuore, ti giri lentamente e rimani immobile,
le mani lungo i fianchi.
“Allarga le cosce”, un nuovo ordine secco ti fa trasalire. Ubbidisci
immediatamente, “s…si..”.
Addosso ti sono rimaste solo le calze autoreggenti, mi avvcino a te,
mi metto al tuo fianco e con una mascherina copro i tuoi occhi.
Carezzando il tuo dolce viso, mi chino e ti bacio sul collo, vicino
all’orecchio.
Sei intimorita, senti un rumore metallico, non vedi quello che
succede. Trattieni il fiato per sentire meglio e capire di più.
Ti prendo per i polsi e li porto sulla tua testa, ti lego al letto con
delle manette.
“..no Signore, per favore” inizi a piagnucolare, “zitta o il tuo
culetto se la vedrà con mio cazzo”.
“Sto zitta, meglio di no, sarebbe troppo doloroso”, i tuoi pensieri ti
portano a più miti consiglie e silenziosa ti lasci legare.
Due cavigliere in cuoio si stringono intorno alle tue esili caviglie,
la sensazione che provi e di impossibilità a reagire a qualsiasi cosa.
Ti si blocca quasi il respiro in gola, adesso sei completamente
immobilizzata, con le cosce aperte.
Hai il presagio di qualcosa di importante, il sesso esposto alla vista
altrui e tu, tu non puoi far nulla per coprirlo.
“Vieni, adesso puoi entrare”, la mia voce rompe il silenzio delgli
ultimi minuti.
La porta si apre cigolando con un rumore sinistro, lentamente, un
suono che sembra durare una eternità.
Inizi ad agitarti, provi a liberarti senza riuscirci. “No signore, chi
c’è, no per favore”, sai di essere in mostra.
E sai di non poterci far niente. Il sangue pulsa nelle tempie, gocce
di sudore imperlano la tua fronte, passi si avvicinano a te.
“Puoi carezzarla, non aver timore” dico al mio interlocutore con
calma, “è tua adesso”.
“NO, chi c’è?”, nelal tua voce il terrore, la paura. Ti agito, tiri
forte con le braccia.
Una mano delicatamente ti tocca i capelli, ti carezza la testa.
“Sei tu Signore?”, parole che implorano, “NO”, rispondo secco.
La mano timorosa per un attimo si ritrae, “è tua” dico all’indirizzo
di chi ti carezza. Senti la mia voce arrivare da un’altra parte della
stanza.
“Chi è Signore, chi è?”, non ti rispondo, un cenno di assenso con la
testa mi fa capire che adesso è convinto.
Senti solo silenzio, un silenzio assordante. La mano che si posa sulla
tua schiena, è calda e tremolante, inizia delicatamente a carezzare la
tua pelle.
I muscoli del to corpo si irrigidiscono a quel contatto, contrai la
schiena, la mano inizia a scendere sempre di più.
“No Signore, chi è, chi c’è qui con noi?”, ancora la tua voce rotta
dalla paura. Le dita si fermano per un attimo proprio prima di
arrivare sul tuo culo.
Quelle tue parole per un attimo lo hanno bloccato, si gira verso di
me, mi guarda in silenzio in cerca di una mia risposta.
“Guai a te se parli di nuovo puttanella!”, gli faccio un cenno di proseguire.
Rimani zitta, non rispondi, le esili dita iniziano a toccare il tuo
culo. Mani inesperte carezzano le tue natiche.
Muovi il bacino a destra e a sinistra, non vuoi quelle carezze.
Vorresti sapere chi è, com’è fatto. Se uomo o donna.
Se è nero o bianco. Vorresti sapere cosa vuole da te.
Le dita iniziano a indagare scorrendo nel solco del tuo culo, senti
che mi alzo.
Passi si avvicinano, mi siedo sul letto accanto a te. Ti afferro per i
capelli “Fai la brava Paola”.
Vorresti parlare, chiedere, ma hai paura. “AHI,….s…si.Signore”. Ti
calmi e mentre io accarezzo la tua testa.
Ti rilassi, senti quelle esili dita che indagano sul tuo corpo. I
polpastrelli carezzano il tuo culo.
“Perchè si sofferma così sul mio culo, chi è, cosa vuole”, pensi
mentre senti quel contatto.
Le dita scendono sempre più giù, le senti mentre solcano le labbra
della tua figa.
Ti scappa un “AH!” dalla bocca…., per tutta risposta ti bacio,
riempiendo la tua bocca con la mia lingua.
Quelle dita hanno preso coraggio, si insinuano nel tuo corpo sondando
quel morbido anfratto.
I tuoi umori colano abbondanti, per un attimo quelle dita si
allontanano dal tuo corpo.
Quelle dita vengono portate alla bocca.
Qualcuno si sta spognando, non sono io, io che continuo a carezzare la
tua testa rimanendo a fianco a te.
Vestiti volano via, in testa a te preghi affichè tutto finito.
Qualcuno sale sul letto
Preghi che non sia vero.
“Allargale bene il culo”, consiglio a colui che è insieme a noi.
Senti di nuovo quelle mani, piagnucoli un “no…Signore..”.
Un viso imberbe si infila tra le chiappe e senti una lingua
pentetrarti il culo, lecca con avidità.
Sentu tutto il tuo culo bagnato.
“No, lì non voglio” pensi, ma non puoi dirlo, ti irrigidisci tutta.
Quella sensizione, quel viso imberbe ti ha fatto pensare ad una donna,
“no, che schifo, una lesbica” altri pensieri prendono vita nella tua
testa.
Anche quelle dita esili ti hanno fatto pensare che chi sia nella
stanza sia una donna.
“una donna no, mi umilia troppo essere giocata da una donna”, non vuoi
essere presa da una donna.
Ti sentiresti troppo usata, troppo un oggetto, ma qualcosa di duro
urta vicino alla tua cosce bagnandola leggermente.
Ancora pensieri che non riescono ad uscire dalla tua bocca, “no, forse
è un uomo, speriamo non sia una donna con uno strapon”.
“E’ tuo, ti ho detto che è tuo, la puoi inculare senza problemi”.
Miagoli ancora un “…no…signore…lì no”, pian piano, quasi per non
farmi sentire.
Qualcuno monta si di te, non è molto pesante. Hai il culo tutto
insalivato, senti quaclosa che preme al suo ingresso.
Stringi i pugni e gridi, forte, “NOOOO!”
Una sberla ti centra in pieno viso, scompigliando tutti i tuoi capelli.
“Che cazzo strilli, cagna”, urlo nei tuoi confronti.
“Ahiaa”, lo schiaffo ti ha preso alla sprovvista, ti metti a piangere
ma non fai in tempo a riprenderti, a capire cosa stia succedendo che
quel cazzettino, sembra un grosso dito, ti entra nel culo ed inizia a
scoparti freneticamente.
“Una vacca come te è avvezza a ben altre misure, vero cagna?” sussurro
nel tuo orecchio.
Dalla bocca ti esce un “ah ah ah ah” ritmico con i colpi che subisci e
rispondi alla mia domanda.
“Si signore, è piccolo. Senti che mi sto muovendo al tuo fianco, non
puoi vedere cosa succede.
Il cazzettino continua a scoparti nel culo, scopa freneticamente, come
fanno i giovani alle prime armi.
Ora affonda di più ma non fa male, quel piccolo cazzo ti penetra
completametne senza difficoltà.
Per te è solo più imbarazzante. Entra nel tuo culo rimepiendolo fino
alle palle, chi ti sta scopando lo infila a fondo. Lo senti ansimare
sopra di te.
Senti il profumo del mio cazzo vicino alla tua faccia, “apri bene la
bocca” ti ordino.
Ti giri verso la mia voce e allarghi le labbra più che puoi. Senti il
mio cazzo che, a fatica entra nella bocca spalancata.
Ti afferro per la testa ed inizio a scoparti lentamente in bocca, ti
senti un oggetto, una schiava da sesso.
“Ecco come devi scopare, tu vai troppo in fretta”, ti senti come una
vera troia, molto porca.
Per un attimo quel cazzetto si ferma nel tuo culo, senti che pulsa,
ela cosa ti eccita molto. Io intanto ti inizio a a scoparti in bocca
lentamente, la cappella che scompare nelle tue labbra, usi la lingua
per darmi più piacere, mentre col bacino dai il ritmo al cazzetto,
andandotelo a prendere, su e giù, su e giù.
Le mie mani che ti tengono la testa e di tanto in tanto affondo il mio
cazzo completamente nella tua bocca, quasi soffocandoti.
Ricambi succhiando forte. Bave di saliva ricoprono completamente il mio membro.
Oramai sei andata, non riesci più a trattenere il tuo piacere “voglio
dare piacere a tutti e due”, “voglio farvi sapere quanto sono porca”,
ma le parole si strozzano in gola, solo gemiti, gemiti di piacere. Sei
eccitatissima, vuoi godere anche tu vorresti essere libera ma non puoi
e la cosa ti arrapa ancora di più.
Il cazzetto di inizia a scopare con maggiore vigore, segno che non
resisterà ancora per molto, intanto tu inizia a mugolare, usi la
lingua bene per farmi venire assieme a lui.
L’impeto con cui ti riempie il culo aumenta ancor di più alla vista
del mio cazzo che scompare nella tua bocca.
Oramai non resisterà ancora per molto, sfilo il cazzo dalla tua bocca,
uno schiocco mentre tu cerchi di succiare ancora con forza e la
cappella che si poggi sulle tue labbra.
La tua lingua inizia a saettare, so che questo ti piace, sei
bravissima con la lingua.
Lavori di lingua e aspetti.., a quella vista quel cazzettino si irrigidisce e…
“AHHHHHHHHHHRRRGGGGGG!!!!!!”
Senti un fiotto caldo riempirti il culo, senti che vibra mentre ti riempie.
Un corpo si accascia su di te con tutto il suo peso, sei immobilizzata
completamente. Quel corpo continua a vibrare mentre svuota le sue
palle nel tuo culorimanendo ancora duro dentro di te. Gli ultimi colpi
più forti per svuotarsi tutto.
Lo senti ansimare accanto al tuo viso mentre la mia cappella rientra
di nuovo nella tua bocca, apri la bocca vogliosa, mugoli.
Vuoi sentirmi godere, succhi, la lingua che schiocca, baci la cappella
cercando di succhiare quel cazzo che è alle porte della tua bocca.
Lavori delicatamente con lingua e succhi con forza. La lingua che, da
sola, cerca il punto giusto per darmi piacere.
Ti afferro per i capelli, “cagna vuoi che ti venga in bocca, vero?”,
alzi lo sguardo a carcare il mio e fai cenno di si con la testa.
“Voglio sentire la tua voce”, dico con calma, “si signore, voglio che
tu mi venga in bocca”.
“Gridalo, gridalo” ti urlo, “fai sentire a tutti che vuoi che ti venga
in bocca, urla che sei una troia”.
“SBORRAMI IN BOCCA SIGNORE”
“SONO UNA TROIA, GODIMI IN BOCCA”
“Allora tira fuori la lingua, puttanella” ti ordino, “muoviti”.
Spalanchi la bocca, tiri fuori la lingua. Intanto sento lo sperma che
ti cola fuori dal culo.
Poggio la cappella sulla tua lingua mentre inizio a segarmi, rimani
ferma, immobile, in attesa dello schizzo caldo.
La lingua che morbida carezza sotto la cappela facendomi arrivare con
maggiore velocità.
Senti il cazzo che pulsa, senti che sto per venire e rimani ferma. A
bocca aperta, con la lingua fuori.
Stringo con forza il mio cazzo per non schizzarti il mio seme fino in
gola e lentamente faccio colare fuori le gocce del mio piacere sulla
tua lingua.
Prima una goccia, puoi uno, e poi due – tre getti, densi e rapidi.
La tua lingua che inizia a riempirsi del mio seme, adesso hai la
lingua completamente piena.
La ritiri per bere tutto il mio sapore, per goderti tutto il mio amore.
Chiudi la bocca, deglutisci. La riapri per pulirmi bene il membro.
Lentamente chi è addosso a te si sta riprendendo mentre il cazzetto
oramai moscio ti esce dal culo.
Si alza e si toglie dal tuo copro sudato, le cosce aperte ed
immobilizzate. Lo sperma che ti esce dal culo e cola nella tua figa
aperta.
E’ freddo, fastidioso, è imbarazzante per te quella situazione adesso.
Mi stacco da te e senti le mie dita che si insinuano nel tuo culo, per
poi scendere nella tua figa.
Non riesci a capire cosa io stia facendo ma hai ancora tanta voglia.
Con le dita raccolgo lo sperma che ti ha riempito il culo, ne ho le
dita completamente coperte.
Un attimo, le dita che sia allontanano e fanno la loro comparsa nella tua bocca.
“Finisci di pulire tutto, puttanella”, lecchi le dita, senti sapore di
sperma, le succhi come se facessi un pompino
Senti sapore di sperma misto ai tuoi umori, le mie dita affondano fino
in gola spingendo quasi con violenza.
Per la prima volta senti una voce che non è la mia, “Posso andare
adesso?”, una voce quasi infantile, di un ragazzo.
Te ne eri quasi dimenticata, “vai” gli dico, ancora rumore di passi e
senti la porta che si richiude.
“Padrone, per favore, posso vedere chi è stato?”, mi dici implorante.
“NO!” è la mia risposta.
Solo in quel momento ti libero dalle manette e dalle cavigliere,
“ahhh, libera…”, adesso ti senti rassicurata. Tutto è finito oramai.
Ti giri sulla schiena, “che male stare nella posizione” dici
sottovoce, quasi timorosa che io possa sentirti.
“SIgnore….avete pensato a voi due….ma mi avete fatto venire una
voglia…..”, dici con aria sorniona e lasciva mentre allarghi le
gambe toccandoti la fica e il seno.
“Vuoi venire? fallo allora”, da un cassetto tiro fuori un grosso fallo
di gomma, “scopati da sola” aggiungo mentre ti passo quell’oggetto.
“Perchè non richiama l’altro uomo….così in due…sarebbe più bello”
aggiungi mentre prendi il grosso dildo.
“Sono io che decido come tu devi venire, puttanella”, sei troppo
calda per aspettare, ed inizia ascoparti con quell’oggetto senza
sentire più quella vergogna che ti attanagliava.
Mi alzo dal letto e mi siedo sulla poltrona davanti al letto.
“Fammi godere lo spettacolo”

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