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Racconti di Dominazione

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By 2 Giugno 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Se tu mi incontrassi per strada, ti sembrerei anonima. Una ragazza come tante, una studentessa come tante, non particolarmente bella, non particolarmente interessante. Una ragazza come tante, che potresti dimenticare facilmente.
Ma se tu mi vedessi entrare nel mio regno, nel mio dungeon, ignorarmi sarebbe molto più difficile.

è il 17 dicembre. Una data un po’ rituale, l’inizio dei Saturnalia, una data che da anni si associa alla festa della playhouse Lenee. Aspettavo questo giorno con impazienza, conscia di quanto i partecipanti siano il meglio nel panorama bdsm, e di quanto io necessiti le attenzioni di un nuovo sub.
I due schiavi della padrona di casa, Roland e Lavinia, sono fermi alla porta, controllano la presenza del mio nome tra gli invitati, e mi indicano dove vestirmi. Per onorare Saturno, la festa vedrà tutti, dom e sub, con il volto coperto da una maschera, scelta da Domina Lenee stessa per ognuno di noi.
Non mi stupisce quindi che la mia sia in pizzo, completamente nera, eccetto che per i lacci viola che la assicurano al mio volto. Viola come gli stessi lacci che stringono il mio corpetto preferito, viola come i fiocchi del tanga nero abbinato, viola come la riga delle mie brasiliane, viola come il mio immancabile guanto vampirico, viola come lo smalto delle mie unghie, viola come il rossetto sulle mie labbra.
Mi dirigo verso il salone principale, dove la nostra Ospite ci aspetta tutti. Siamo una trentina, tutti mascherati, ma con tante stanze a nostra disposizione. è facile capire i ruoli di ognuno dei presenti, così come risaltano le coppie già formate. Le regole sono sempre le stesse: rispetto del ssc, uso obbligatorio di una safe-word, vietato chiudere le porte, vietato togliere le maschere.
Subito iniziano i giochi nelle diverse stanze: le coppie già formate stanno mostrando le loro performance per dare il tempo agli altri di riscaldarsi. E non è affatto difficile farlo. Anche solo il rumore dei gemiti e dei frustrini è una scarica diretta di pura estasi, ed in poco tempo mi sento inebriata da una voglia incontrollabile di sesso.
Entro in una delle stanze. La scena che sto guardando è di un uomo ed una donna. Lei indossa un reggiseno ed una culotte bianca, reggicalze e decoltè bianche, ma è decisamente la dom. Lui è coperto solo da uno striminzito paio di boxer neri, aderenti come una seconda pelle, mentre al collo ha una striscia di cuoio, nero. è chino supino ad una panca, con il volto rivolto al pubblico, e le mani legate ai lati della panca stessa. Il frustino scende veloce, sulla natica sinistra dell’uomo, che rimane immobile, ma si morde il labbro inferiore, come per trattenere un gemito. Lei sorride, soddisfatta, e colpisce ancora, questa volta sulla schiena, poi sulla coscia destra, poi in mezzo alle gambe dell’uomo, dritto sul suo sesso. Questa volta l’uomo non riesce a trattenere il gemito, ma lei continua, incurante, a colpire, con precisione, aumentando forza e frequenza della frusta. Mano a mano che le frustate si abbattono sull’uomo, la loro eccitazione cresce. E con la loro, la mia, immaginando di avere tra le mani quella frusta, sentendola quasi fendere l’aria e colpire con decisione la carne dell’uomo innanzi a me. Mentre la dom libera il sub, ordinandogli di cambiare posizione, mi si avvicina una mia vecchia conoscenza. Robert.
‘Che ci fa qui questa Domme tutta sola?’
‘Si gode lo spettacolo, cosa che tu, mio caro Dom, stai disturbando’ gli rispondo io un po’ altera.
Questo non fa altro che allargargli il sorriso, e quasi ghignando mi sussurra ‘ E non preferiresti crearla tu, una bella scena? Magari con me come co-protagonista?’
Alzo lo sguardo su di lui, scettica ‘E cosa avresti in mente?’
‘Ho individuato due sub interessanti, magari potremmo giocarci un po’ insieme’, dice indicando
una ragazza minuta, con un perizoma nero e dei copri-capezzoli coordinati, e un giovane rossiccio, con dei pantaloni in latex neri. Entrambi sui venticinque anni, indossano un collare, e si guardano intorno un po’ spaesati, come a chiedere di esser presi e guidati nel piacere.
‘E sia.’
‘Ah, è sempre un piacere trattare con te, mia cara.’ risponde sorridendo. Si avvicina ai due ragazzi, e li invita ad unirsi a noi in un’altra stanza.
La stanza in cui entriamo è rossa, cupa, ma l’elemento che salta subito all’occhio è un gigantesco tavolo di contenzione che attira subito le nostre attenzioni.
Robert fa cenno al ragazzo di stendersi e sistemarsi lì sopra. Il ragazzo ha dei bei glutei, polpacci ben modellati, ed una splendida schiena muscolosa. Sotto ordine di Rob si denuda completamente, ma sono io a legare il suo cazzo voluminoso con lacci di cuoio, a bendargli gli occhi, e a legargli le mani sopra la testa, mentre un trattamento simile viene riservato per la ragazza, che viene legata su un cavalletto, a gambe aperte e seni scoperti.
Ci basta un’occhiata, ed io e Rob iniziamo a giocare con i due sub. Io inizio a frustare il ragazzo, mentre Rob preferisce sculacciare la ragazza. I loro gemiti ci istigano a continuare, ad assestare colpi più precisi e più forti. Vengo completamente assorbita dal mio sub, e dal piacere che mi sta trasmettendo. Uso il guanto per colpirlo, e sento la sua pelle graffiarsi al contatto. Salgo sul tavolo, e con il tacco gli striscio la schiena, lungo la colonna, affondandolo poi sopra i glutei. Il mio sub mugugna qualcosa di indistinto, ma quando sente le mie unghie conficcate nella sua schiena, si zittisce, emettendo un solo gemito. In ginocchio tra le sue gambe, faccio passare più volte le unghie sulla sua schiena, arrivando poi a stringergli i glutei, a graffiarli e massaggiarli, avvicinandomi al suo ano. Cospargo il dildo con del lubrificante, e senza preavviso glielo infilo tutto dentro, provocandogli un lamento roco, che si trasforma in un ansito quando inizio a muoverlo sollecitando la sua prostata. Mi stendo leggermente sul mio sub, strofinandomi sulle sue spalle larghe e arrossate, strusciando piano i miei seni contro di lui, continuando ovviamente la mia opera di tortura, mordendogli di tanto in tanto il collo, le spalle, le braccie tese.
Improvvisamente sento delle mani su di me, mani piccole e delicate che mi accarezzano in corrispondenza della mia intimità già bagnata.
Sento Rob ordinare alla sua sub di continuare, e rendere quelle carezze sempre più profonde, per trasformarle in una penetrazione. Il tocco inesperto di quella ragazzina riesce a farmi sorridere, ma all’improvviso lei cambia ritmo e diventa tutto più piacevole. Simultaneamente uomo e donna, penetrante e penetrata, mi sento quasi sopraffatta, il sangue caldo mi ribolle nelle vene ad ogni affondo.
Alzo gli occhi, ed incontro lo sguardo terribilmente eccitato di Rob, che ci gira attorno come un avvoltoio godendosi ogni angolazione. Si ferma alla testa del tavolo, ed allora ordino al mio sub di afferrargli il cazzo e stringere forte, per poi iniziare a muovere le mani lungo tutta la sua eccitazione. Troviamo il nostro ritmo, e ad ogni movimento della mano della ragazza corrisponde un mio affondo nel ragazzo, e quindi un movimento per Rob.
Ma anticipando i desideri di Rob, e soprattutto desiderando di sentirlo sopraffatto, ordino al sub di leccargli il cazzo, dalla base alla punta, ripetutamente, senza infilarlo in bocca, per poi sollecitare bene il glande ed il suo orifizio, solleticandolo con la lingua. Dopo pochi movimenti la risposta di Rob è ovvia. Afferra i capelli rossicci del sub, impedendogli di muoversi, e inizia a scopargli la bocca, costringendolo a prenderlo tutto, e ad adattarsi ai suoi movimenti secchi e veloci. Ci scambiamo un’occhiata, di pura intesa, ed entrambi ci stacchiamo dai sub, obbligandoli all’immobilità, riprendendo tutti fiato.
Libero il mio sub, massaggiandolo nel frattempo con il mio guanto, e gli impongo di alzarsi.
Faccio mettere a carponi la ragazza sul tavolo, imponendogli di prendere tra le labbra l’eccitazione di Rob, mentre il sub si fa largo tra le sue pieghe più intime. Io mi siedo su una poltrona lì vicino, desideriosa di non perdermi un solo istante, soprattutto quando Rob prende un frustino e con quello inizia a colpire la ragazza ogni volta che non riesce a prendergli tutto il cazzo in bocca. Mi tolgo il tanga, allargo le gambe. Non mi importa affatto degli altri spettatori che si affacciano sulla porta, per me ci siamo solo noi quattro. Quando vedo che i due sub sono sull’orlo dell’orgasmo, gli ordino di non muoversi, e soprattutto di non abbandonarsi al piacere. L’imposizione sembra portarli sull’orlo del cedimento, e la ragazza non riesce a limitarsi, e viene gemendo.
‘Oh, questo significa che devi proprio essere punita’ sospira Rob, adocchiando un gatto a nove code e delle corde.
Io invece guardo il rosso, e gli faccio segno di avvicinarsi. Gli chiedo di procedere sulle ginocchia, ed è così che arriva davanti a me. Gli conficco i tacchi delle scarpe vicino le clavicole, e lo sento gemere leggermente mentre guarda il mio sesso umido. Sempre usando il tacco gli spingo leggermente indietro la testa, e gli accarezzo il volto, soffermandomi sulle sue labbra. Inizia a baciarmi la scarpa, per poi risalire lungo le gambe, baciando le mordicchiando le mie calze, avvicinandosi al mio sesso. Arrivato all’interno coscia è Rob a dargli l’ordine di mordermi, conoscendo questo mio piccolo feticcio. Arriva alle mie grandi labbra, e le lecca, le succhia, le mordicchia, arrivando poi al mio clitoride e stimolandolo sempre di più. Il suo sguardo adorante mi eccita ulteriormente, ma prima che riesca ad affondare completamente la lingua in me, lo tiro da parte con un calcio, mandandolo a sbattere di schiena a terra.
Scendo dalla poltrona, e mi metto a cavalcioni su di lui, sfregando la mia intimità sulla sua eccitazione. Ma prima che possa fare qualsiasi cosa gli mordo la spalla, poi i capezzoli, lasciando una scia infuocata di saliva e sangue, e dirigendomi verso i suoi addominali. Con la lingua gli lambisco l’ombelico, mi rialzo e subitamente accolgo il suo cazzo nella mia vagina, iniziando a muovermi con il ritmo che più preferisco, immobilizzandolo a terra.
Sentire il suo cock-ring ogni volta che scendo su di lui è piacevole, è un’ulteriore prova, per me, del potere che ho su questo sub.
Sempre più vicina ad un bell’orgasmo, vedo la ragazza avvicinarsi piano, e portarsi dietro di me. Inizia a massaggiarmi il seno, a stringere e pizzicare i miei capezzoli, mentre Rob si fa leccare per bene dal mio sub.
Capisco che Rob è vicino quanto me all’orgasmo, il modo in cui digrigna i denti ne è un’ottima prova. Aumento i miei movimenti, e sono io la prima a venire, stremata dalle troppe emozioni, mentre Rob ordina al ragazzo di non lasciarsi andare assolutamente. A stento, ma il ragazzo si contiene, mentre Rob continua a sfondargli la bocca, quasi volesse arrivargli in gola, desiderioso di soddisfare finalmente la sua erezione. Nel frattempo dico alla ragazza di occuparsi del sub.
Vengono insieme, lui e Rob, ma è Rob che prende la ragazza per i capelli, e le impone di ripulirlo.
Ci guardiamo soddisfatti, e senza neanche un cenno ci allontaniamo dai due sub, ancora a terra ansanti, avvicinandoci alla porta.
Lo sguardo del ragazzo mi segue, e prima di uscire gli rivolgo un breve sorriso.
Ho trovato un mio piccolo diamante grezzo da raffinare.

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