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Racconti di Dominazione

ABUSATA

By 13 Maggio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi reputo una ragazza abbastanza carina, ho da poco superato la maggiore età, e fisicamente, mi sembra di piacere, sentendo e vedendo i ragazzi.
Sono alta 1,70, peso sui 50 kg, porto la quarta di seno e cosa dire’sono castana chiara, un po’ biondina, ho i capelli lunghi, lisci’ mi piace vestirmi carina, mi piace esser guardata, ammirata, giocare, ammiccare, fare la stupidina, mi piace vedere i ragazzi, ma soprattutto gli uomini che mi guardano,mi desiderano, e quelli più maturi che sono sfrontati, mi guardano in certi punti senza farsi problemi se li becco.
Era passato qualche mese da quando avevo lasciato il mio ragazzo, volevo sentirmi libera e volevo fare nuove esperienze, volevo sentirmi leggera, e scapricciarmi senza legami , con qualcuno che non mi conoscesse , proprio da una notte e via, da film, chi si &egrave visto si &egrave visto, chi c’&egrave c’&egrave chi non c’&egrave non c’&egrave.
Avevo una voglia di divertirmi e per questo decisi di prepararmi, di mettermi attraente.
Indossai dei collant velati, molto velati e sopra una minigonna abbastanza corta, fino metà gamba e sotto un perizoma. Sopra decisi di mettere una camicetta così da poter decidere e quando e se aprirla, quanto farla diventare scollata e sotto un reggiseno che desse una buona forma alla mia bella quarta. Volevo giocare, vedere il maschio impazzire, perdere il controllo.

Quella sera avevo voglia, si avevo voglia di fare l’amore e avevo accettato di uscire a cena con un uomo più grande di me, mi dava fiducia, mi sembrava una persona decisa, intraprendente e simpatica, io avevo 19 anni e lui 38, non volevo il ragazzino insicuro.
Venne a prendermi sotto casa, era primavera ma ancora non faceva questo caldo.
Mi portò in un buon ristorante, e durante tutta la serata dimostrò la sua esperienza di galantuomo deciso, forte, una persona distinta, vestita bene, probabilmente era un dirigente, non so, ma poco mi interessava, mi affascinava ed io avevo una grande voglia di fare l’amore, anzi di fare sesso, avevo voglia di lasciarmi andare, di divertirmi, di sfogarmi, di farlo impazzire e di sentirlo, si, lo scrivo qua perché nessuno mi conosce e riesco ad esprimere i miei pensieri senza vergognarmi, insomma volevo sentire un mastello duro che mi profanasse, che mi scopasse per bene.
Ero uscita da una storia impegnativa e dopo un po’ di tempo avevo voglia di esser spensierata.
Il vino era buono e continuava a versarmelo e continuava a corteggiarmi e a farmi ridere, finalmente mi stavo distraendo, mi stavo divertendo e volevo rimanere spensierata e recuperare il tempo perso.
Il ragazzo o il signore era messo bene e evidentemente palestrato; l’avevo conosciuto in un bar ad un aperitivo il giorno prima e volevo veramente non fare la bacchettona, non avevo voglia di farlo aspettare, intanto al massimo visto una volta poi l’avrei salutato, era solo per esser finalmente un po’ sbarazzina’
Mi misi a fare la sciocca, a fare le risatine che ai maschi tanto piacciono e con la scusa che il vino mi aveva scaldata, sentendo il suo sguardo sui miei seni decisi di accontentare la sua richiesta non detta, il suo interesse, la sua curiosità e con una scusa banale mi slacciai la camicetta di un paio di bottoni in modo che lui potesse godersi ben bene le mie tette naturali, la mia bella quarta opportunamente evidenziate da un reggiseno che me le schiacciava verso il centro e verso l’alto.
Capì che apprezzò il mio gesto dato che andò in tilt, però non era stupido ed il controllo lo aveva sempre.
Dopo l’amaro decidemmo di uscire, andammo a fare una passeggiata e parlando continuai a sentire i suoi occhi puntati sulle mie tette, sembrava non volesse più toglierli e dopo averlo beccato svariate volte mi misi a riderci sopra, felice che lo avevo in pugno.
Il gioco mi piaceva, mi sentivo su di giri e sentivo anche che lì, in mezzo alle gambe, probabilmente ero già’
Ci sedemmo ad una panchina e li ci mettemmo a parlare e dopo mezz’ora gli dissi: mi dai un bacio?
Lui si gettò e incominciammo a baciarci, mamma mia come lo faceva diversamente dal mio ex, come era bravo, sentì come un energia, come una scossa che percorse tutto il mio corpo fino alle gambe ma soprattutto fino lì’
Lui allungò la sua mano e la sentì grande, forte, decisa, avventarsi sulla mia gamba, io le avevo accavallate e lui iniziò ad accarezzarmela’mamma mia avevo una voglia’mi piaceva sentirla.
Lui a quel punto mi invitò a casa sua’poteva esser un po’ presto, però avevo una voglia e non volevo impegni’quindi gli dissi di si.
Salimmo in auto e mentre guidava mi mise una mano sulle gambe accarezzandole, anzi direi proprio palpandomele, capivo che i collant lo affascinavano.
Arrivato nella sua villetta e parcheggiata l’auto nel box, salimmo su, la sua villetta era isolata, quindi molto silenziosa’
Mi fece accomodare su un divano, la mia minigonna si accorciò enormemente mostrando a pieno la bellezza delle mie gambe le quali le accavallai. La camicetta era molto sbottonata, in caso mi avessero visto gli amici mi avrebbero catalogato come mignotta ma fortunatamente non erano presenti ed eravamo solo lui ed io, ero eccitatissima, avevo una voglia, mi sentivo bagnatissima.
I miei collant erano velatissimi e avevo paura che si vedesse quello che provavo o che gli macchiassi il divano, perché la mini si era accorciata molto.
Mi offrì nuovamente da bere ed io accettai, avevo voglia però volevo farlo anche impazzire un po’, avevo voglia di stuzzicarlo, di fare un po’ la’
Lui si avvicinò a me mi abbracciò, io un po’ mi spaventai, si avvicinò con la bocca ed iniziò a baciarmi ma con più decisione, con meno gentilezza, mi sentì la sua lingua entrare con forza dentro la mia bocca, con una mano mi trattenne un braccio e con l’altra affondò in mezzo ai miei seni, prima ne agguantò uno facendomi male e poi cercò di farla entrare in mezzo, sfruttando la porta aperta che io gli avevo dato’

Sentì quella grande mano fredda entrare dentro la mia intimità, perché anche se avevo lasciato la camicetta slacciata a tal punto da poter apprezzare i mie seni, cosa diversa era sentire una mano non conosciuta impossessarmi del mio seno.
Non feci in tempo a realizzare, ma in pochi secondi mi trovai una mano che mi abbracciava che cercava di tirarmi giù la camicetta e il reggiseno ed un’altra che stava impugnando quel seno indifeso.
Mi fece male, cercai di fermarlo ma un braccio era immobilizzato e l’altro non fu così forte.
Volevo parlare ma avevo una lingua , una bocca che non me lo permetteva.
Mi spaventai molto ma pensai che forse non avevo motivo’

A quel punto tolse la mano dal seno, dopo avermi strappato la camicetta con una forza inaspettata e si diresse giù in mezzo alle mie gambe affondandola dentro la minigonna.
Sentì quella grande mano in mezzo alle mie gambe calde, anche se praticamente nude, perché coperte da dei collant velatissimi, sui 20 denari circa,,, quindi la mano fredda mi diede dei brividi e così grande , lui la aprì molto agguantandomi bene tuta la gamba dalla sua parte.
Io da una parte , spaventata, volevo cercare di non sentirne il contatto ma per fermarla mi venne istintivo di chiuderle, ma lui forte come era entrò diretto, accarezzandola ben bene la gamba, fino al mio intimo, dove avevo un perizoma e non le mutandine normali, avevo un perizoma semi trasparente.
A quel punto andò avanti, io cercai di liberarmi, cercai di dimenarmi ma lui niente finch&egrave non spostò la sua bocca sul mio collo, sulle mie orecchie ed infine sulle mie tette tanto desiderate da lui.
Mi tirò via la camicetta lasciandomi sola col reggiseno e la camicetta la utilizzò per bloccarmi le braccia, i polsi, dietro la schiena.
Io spaventata cercai di calmarlo, gli dissi di andarci piano ma lui andò avanti e si mise a leccarmi e mordermi i seni.
A quel punto avevo i polsi immobilizzati dietro la testa , stavo scivolando verso terra e lui con una mano mi teneva ferma e con l’altra cercò di sbottonarmi il reggiseno.
A quel punto riuscì a slacciarmelo e lo tirò su e si avventò sulle mie tette, si mise a succhiarle ed a morderle, mi faceva male, coi denti.
A quel punto mi riprese da sotto, dalla vita e cercò di ritirarmi su dato che stavo scivolando verso il basso. Mi prese come fossi piuma, capì quanto fosse forte, incominciai a capire che poteva farmi quello che voleva.
Mi girò e mi mise col petto verso lo schienale del divano.
A quel punto i polsi ammanettati grazie alla camicetta, erano sopra il mio fondoschiena e lui riusciva a tenermele ben strette, immobili, con una sola mano.
Io avevo davanti i mie seni nudi e dietro la minigonna alzata con una visione per lui del mio sederino e del perizoma sexy che avevo scelto di indossare per lui.
A quel punto si sfilò la cintura e la utilizzò come rafforzo, per bloccarmi ancor di più i polsi, le mani.
Allora si tolse i pantaloni, le scarpe, gli slip e vidi una verga enorme uscirgli: voleva scoparmi.
Si tolse tutto, anche la sua maglietta e anche quella la usò per legarmi meglio i polsi, ero spaventata, mi stavo chiedendo che cosa volesse farmi’perché voleva legarmi così forte?
Mamma mia l’eccitazione era sparita, la paura mi aveva sopraffatto, adesso sentivo che ero veramente vincolata, mi sentivo sua, sua di chi?, .chi era costui? Chi l’aveva mai visto prima d’ora? mamma mia cosa avevo combinato’ero uscita, avevo bevuto, mi ero vestita provocante per uno che neanche conoscevo e in più ero andata a casa sua’in una villa distante dalle altre’
Allora, sicuro che non potessi muovermi, si mise a palparmi bene il sedere e poi mi strappò i collant, rompendoli in mezzo, affondò sulla mia patatina e disse: eheh che troia, lo sapevo’
Aveva sentito che ero bagnata.
Mi lasciò i collant strappati, divisi in due e il perizoma lasciandomelo solo su una gamba, sotto completamente nuda.
Mi diede delle carezze sul viso, perché mi vedeva come la sua bambola e subito dopo me lo mise in mezzo alle gambe, senza perdere tempo.
Sentì un dolore, l’avevo stretta, era da tanto che non lo facevo e lui lo spinse con forza.
Io mi ero depilata completamente la patatina e questo vidi che lo fece eccitare ancora di più.
Si mise a scoparmi in tutte le angolazioni ed io continuavo a sentire questo coso entrare ed uscire dentro il mio corpo.
Dopo un po’ mi prese come una bambola, e mi fece roteare rimettendomi come una cagnolina, dopo che me l’aveva messo con forza per 10 minuti facendomi sbattere con la testa contro il bracciolo, non curante e procurandomi dolore.
Ogni tanto mi baciava senza farmi respirare e quando mi mise coi seni verso il basso, oltre che scoparmi come fossi una bambola gonfiabile, mi palpò tute e due le tette, mungendomele, strizzandomele come fossi una vacca da mungere, mi faceva male’
A quel punto mi girò e mi prese la testa, mi mise il suo membro in bocca, tappandomi inizialmente il naso, lo sentì dentro, era durissimo, lungo, e non sapeva di fiori, sapeva proprio di sesso.
Sembrava come se mi stesse usando la bocca come fosse la mia patatina, mi stava scopando la bocca.
Dopo avermelo fatto succhiare per 10 minuti, durante i quali mi veniva sempre da vomitare, mi riprese e mi girò’.voleva scoparmi ancora.
Andò avanti per altri 20 minuti, sembrava non passassero mai, mi mise in ginocchio con la testa in basso, mi mise col viso in alto pendente dal bracciolo, voleva usarmi fino in fondo, come fossi sua, la sua bambola, il suo buco’
Io sentii delle sensazioni mai provate fino ad allora, di paura , di terrore, mischiate a piacere’
Gli dissi di avere pietà, di non venirmi dentro altrimenti sarei rimasta incinta.
Lui da quella posizione a cui mi aveva messa, in ginocchio col viso verso il basso , mi disse: va bene, avrò pietà..
Io lo ringraziai’ma lui mi disse: però voglio il tuo culo
Io sentì un gelo, un ansia’.non l’avevo mai fatto’
Lui lo tirò fuori e con le mani mi spalancò le natiche, mi venne paura, mi misi a piangere dalla paura, dal terrore di quello che stava per succedermi, sentì uno sputo sul mio secondo canale, e poi sentì la sua carne, il suo mastello spingermi nel sederino. Io istintivamente lo strinsi, ma lui mi disse’se vuoi sentire meno male rilassati, lascialo disteso’io non so come lo ascoltai, forse perché lo presi come ordine, avrei fatto qualsiasi cosa pur di non rischiare di rimanere incinta di uno mai visto’
Lui sentì che mi ero distesa e senza troppi problemi spinse il suo arnese dentro il mio sedere.
Feci un grido fortissimo, urlai come una matta, lo imprecai, lo supplicai di smetterla di fare piano.
Sentivo del marmo aprirmi come una mela, un marmo che col passare del tempo pulsava.
Lui mi tenne ferma, mi strizzò le tette fortissimo gridando dal piacere, ma il dolore sui seni, dovuti anche alla sue unghie sulla mia pelle, fu niente rispetto a quell’oggetto che mi stava entrando.
Me lo mise tutto e appena completato, andò avanti ed indietro procurandomi ulteriore dolore, lancinante fino poi a sentire le botte dentro, quando il suo cazzo arrivava in fondo alla corsa.
Piangevo come una disperata, non avevo mai provato un dolore così forte, così lancinante in tutta la mia vita e non potevo bloccarlo, ero legata, tenuta ferma e sentivo che questo mio dolore lo faceva eccitare, era un porco, un maledetto porco schifoso, ma come poteva fare questo’.ed andava avanti, non si fermava, sembrava che fossi all’inferno per sempre.
Passò probabilmente almeno mezz’ora, ma per me era stata una vita, un pianto mai fatto in vita mia, delle lacrime tali da aver inzuppato tutto quello che avevo a contatto con gli occhi, col viso.
Inoltre ero tutta sudata e il cuore mi era battuto tantissimo come se stesse per venirmi un infarto, tremavo tutta, il mio corpo non mi rispondeva più, era distrutto, i muscoli stanchissimi, brividi ovunque e spesso non riuscivo a respirare, probabilmente per i colpi forti che lui mi aveva dato, per i dolori lancinanti, i dolori da farmi trattenere il respiro’
Ormai non avevo più forza per reagire, il dolore dietro si era trasformato in un bruciore, sentivo come un fuoco, lui poi non contento mi sculacciava con forza sempre maggiore le mie natiche e le teneva anche ferme, per aprirmelo meglio e inserirmi il suo coso’
Sentivo ormai le sue sensazioni, il suo piacere, io ero solo la sua bambola di carne, chiedevo di smetterla ma lui andava avanti, lo imprecavo, lo supplicavo fino a che sentì lui gridare ‘aveva raggiunto l’orgasmo.
Gridò dal piacere e mi strizzò i seni fortissimo, me lo mise più in dentro possibile, sembrò che volesse farmelo arrivare fino all’intestino, cercava di aprirmi le natiche le gambe , cercava di mettermi nella posizione che secondo lui gli avrebbe permesso di entrare ancor di più anche di un solo centimetro, perché la sua cappella potesse godere, procurargli maggior goduria e per me era ulteriore dolore, ulteriori lacrime.
Sentì un ondata di calore e di bruciore invadermi dietro e le sue grida mi spaventarono a tal punto da farmi sentire sua, totalmente sua, la sua ghescia, la sua femmina del piacere, quella sua eccitazione me la trasmise a tal punto da farmi provare in mezzo a quel dolore un orgasmo’si uno che non era stato l’unico’gli altri li avevo provati lungo tutti i soprusi di quella notte.
A quel punto si tolse e mi lasciò li, sola, nuda e il suo sperma , prodotto in quantità abbondanti uscì dal mio sedere e colò sulle mie gambe dove incontrò i collant rotti, inzuppati, si ma del mio piacere.
Alla fine della violenza, mi ero accorta che in fondo , mi era piaciuto e che non avevo mai provato un piacere, un orgasmo multiplo così , in tutta la mia vita’

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