Skip to main content
OrgiaRacconti di Dominazione

*Al centro, in ginocchio*

By 20 Settembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

-Così dovrebbe andare bene- Pensò Anna rimirando la propria immagine di fronte allo specchio.
Il Padrone le aveva ordinato di conciarsi come una volgare prostituta.
Le sembrava di aver fatto un buon lavoro dopotutto.
Minigonna in pelle nera appena sufficiente a coprire il culo, toppino corto e scollatissimo davanti e aperto sulla schiena, calze autoreggenti a rete a maglia larga, scarpe alte e aperte, capelli vaporosi e trucco pesante.
Quanto stonava quell’immagine allo specchio coi peluches e le bambole sparse qua e là nella cameretta!
-Esci di casa per le 20 in punto e vai al nostro parcheggio- Le parole di Lui le risuonavano in mente.
Uscì di corsa. Arrivò puntuale al luogo dell’appuntamento.
L’aria della sera la fece rabbrividire, specie dal momento che non portava le mutandine e quei rivoli freddi le arrivavano dritti alla fica nuda e depilata.
Stasera era la grande sera: Anna avrebbe dovuto dimostrare al Padrone tutta la sua devozione, non sarebbe stato facile, le aveva detto, la prova sarebbe stata durissima’ma se l’avesse portata a termine l’avrebbe reso fiero di lei. Ad Anna non servivano altre motivazioni.
Dopo qualche minuto di paura, tra macchine che accostavano e uomini arrapati alla vista di quella giovane puttana al ciglio della strada, finalmente Lui arrivò e la fece salire sulla sua auto.
-Ciao mia serva, sei perfetta- Le disse Lui riempendola d’orgoglio.
Anna abbassò la testa e si lasciò trascinare tra le braccia forti del suo uomo, che la baciò con una foga inaudita, portandole la mano alla patta per farle notare quali reazioni la sua vista e l’idea di quello che l’aspettava avessero scatenato in Lui.
Guidò veloce, in silenzio, accarezzandole di tanto in tanto le cosce scoperte.
Arrivarono a casa sua, Anna la conosceva bene.
Appena fermi Lui la guardò con aria seria.
-Mi aspetto il massimo stasera da te, mia piccola serva. Qualunque cosa troverai là dentro dovrai essere all’altezza della situazione e delle mie aspettative, siamo intesi?-
Anna annuì docilmente e seguì il Padrone all’interno.
La casa sembrava il set di un film porno, pensò Anna.
L’ampio salone era buio, illuminato solo da qualche lampadina rossa.
Qua e là erano seminate alcune candele accese.
I divani erano stati spostati, lasciando un enorme spazio al centro, sui morbidi tappeti.
Una poltrona spiccava all’esterno di quel cerchio di tappeti.
Anna vide il Padrone accomodarsi su quella poltrona.
-Inginocchiati al centro.- Le disse.
Anna obbedì, come la Sua natura e la voce severa dell’uomo le suggerivano.
Il Padrone prese il telefonino e Anna lo sentì dire – Tutto ok, venite.-
Rimase lì immobile per un tempo che le parve infinito.
Ad un tratto sentì bussare alla porta e dopo che il Padrone disse ‘Avanti’, una serie di uomini entrò nella stanza.
Nessuno disse niente: gli uomini si limitarono ad avvicinarsi ad Anna, circondandola.
Erano sei. Tutti diversi: vecchi, giovani, grassi, magri, accomunati da un solo particolare, erano tutti decisamente poco attraenti.
Era certa che, quando fosse avvenuto, il Padrone avrebbe scelto per lei individui simili’.questo era parte della prova!
Anna aveva intuito cosa sarebbe avvenuto.
Vide gli uomini accarezzarsi il cazzo dai pantaloni.
-Balla per loro e spogliati, serva.- Le intimò.
Anna non se lo fece ripetere.
Si posizionò in modo che il Padrone potesse vederla bene, dallo spazio che gli uomini avevano ricavato nel cerchio.
Si alzò e con lente movenze iniziò a danzare.
Lo fece piano, come aveva visto afre nei video hot.
Mentre ruotava ritmicamente il bacino tolse il top, poco alla volta, centimetro dopo centimetro, lasciando uscire il suo grosso seno e stringendolo e massaggiandolo un poco. Poi, con fare da gatta, prese a succhiarsi il dito, imitando un pompino, mentre con la mano libera calava poco a poco la gonna. Cercò lo sguardo del padrone per capire se togliere anche le calze.
-Va bene così, piccola- Le disse.
Anna era nuda, al centro di quell’improbabile cerchio.
-Ed ora datti da fare, falli godere.-
Anna tremava. Aveva paura, paura degli uomini, paura di non essere all’altezza.
Ma la sua fichetta reagiva come sempre alle richieste dell’uomo che la possedeva.
Gli uomini si abbassarono i pantaloni ed iniziarono ad avvicinarsi, reclamando le attenzioni della ragazza.
Il primo uomo le mise il cazzo in faccia, quasi costringendola ad ingoiarlo.
Anna lo prese in bocca, cominciando a spompinarlo. Con la mano ne afferrò un altro, iniziando una sega. Un altro cazzo si era posato sulla mano libera. Ora ne stava tenendo a bada tre. Ma anche gli altri premevano per averla. Sentiva mani ovunque. Due mani la afferrarono facendola sporgere in avanti. Così finì a 90 gradi. La posizione era scomoda, non riusciva a reggersi in equilibrio, con le mani impegnate.
Sentì un cazzo dietro sbatterle sul culo e strusciarsi tra le natiche.
In un attimo la rigirarono. Un uomo grasso e pelato si mise sotto di lei e le ficcò a forza il cazzo nella figa, che era ormai un lago di umori.
Un altro uomo, dietro di lei iniziò a premere per ficcare il grosso membro nel culo di Anna.
Senza troppi indugi la sfondò.
Ana non potè fare a meno di urlare sentendo i due cazzi muoversi in sincrono dentro di lei.
Ma non c’era tempo per godersela.
Altri 4 cazzi reclamavano la sua bocca.
Ne prese in bocca uno. L’uomo le scopava la bocca senza pudore, ansimando e agitandosi come un maiale.
Glia altri glielo sbattevano addosso. Uno le colpiva le guance con il cazzo umidiccio, altre mani le strizzavano i grossi seni e le stringevano i capezzoli.
Stava godendo davvero’ma l’occhio di Anna era sempre rivolto al suo Padrone, che dal suo trono la guardava soddisfatto con un’evidente erezione pronta ad esplodere, che Lui massaggiava piano.
Di colpo l’uomo dietro levò il cazzo dal culo di Anna’e lei lo sentì premere sulla fica, già piena dell’altro cazzo.
Voleva metterci anche il suo.
La figa era dilatata e fradicia, ma non abbastanza da contenere due cazzi di quelle dimensioni.
Ma all’uomo sembrò non importare. Spinse forte finchè non lo fece entrare tutto e prese a scoparla violentemente a ritmo col compare.
Anna non capiva piu’ nulla, vedeva agli uomini armeggiare col suo corpo, sentiva cazzi sfilarsi ed altri entrare. Ruotavano piazzandosi a turno nel suo culo, nella sua fica, nella sua bocca. Lei era pronta a tutto. Gemeva da brava puttanella e compiaceva i suoi clienti arrapati.
D’un tratto gli uomini si rimisero attorno a lei.
Ne rimase uno solo a slabbrare il culetto quasi vergine di Anna.
Gli altri, davanti a lei. Anna poteva vederli menarsi i cazzi duri e gonfi.
A turno le si piazzavano in bocca, mentre lei ne massaggiava con la mano un altro.
Anna ci sapeva fare. Sia con i pompini che con le seghe.
Iniziò a ciucciare forte il fortunato cazzo in bocca. Alternava lente giravolte con la lingua sulla cappella, a profonde succhiate in cui ingoiava per intero la lunghezza dell’asta, stringendo dolcemente coi denti mentre risaliva.
L’uomo la lasciò fare per un po’, per poi riprendere ad agitarsi a modo proprio.
-Succhia puttana, succhiamelo tutto-
Le urlava.
Anna sentiva gemiti e insulti di tutti i tipi.
Le voci di quegli uomini arrapati, il cazzo che la violentava nel culetto, le dita sempre piu’ numerose che le sfondavano la passera, i capezzoli sollecitati.. era troppo!
L’odore di cazzo la inebriava mentre si agitava convulsamente in preda ad un orgasmo incredibile.
-Troia schifosa- Sentì dire.
Era vero. Lei era la Sua troia e stava godendo così tanto, non per gli uomini, ma all’idea che il Padrone la stesse guardando e fosse fiero di lei.
Gli uomini la liberarono da quella morsa.
Si misero tutti di fronte a lei, cominciando a menarselo forte davanti al suo viso.
Il primo uomo venne dopo pochi colpi.
-Bevi troia- le urlò svuotandosi i coglioni.
Un mare di sperma le inondò il viso, mentre Anna, a bocca spalancata, cercava di ingoiarne il piu’ possibile.
L’uomo lo strizzò bene nella sua bocca per poi allontanarsi compiaciuto.
Un secondo uomo si fece avanti.
Glielo mise in bocca ed Anna rispose succhiando con foga.
Poco dopo un altro enorme schizzo la colpì in faccia, colando sui seni e imbrattandola bene.
Ed ecco il terzo e il quarto insieme, ai lati di Anna, che così poteva guardare da troia il Padrone, le misero i cazzi in mano. Lei li segò brevemente finchè non esplosero sul suo corpo ormai profanato.
Fu la volta del quinto che venne sbattendole il cazzo sulle guance arrossate.
Infine l’ultimo la riempì di sborra nei capelli.
Anna era lurida. Colava sperma ovunque.
Gli uomini si pulirono e rivestirono, salutarono con un cenno il Padrone e se ne andarono, lasciandoli soli.
-Sei davvero una grandissima zoccola serva- Le disse Lui.
Poi si avvicinò come una furia, l’afferrò per i capelli e la trascinò letteralmente fino al bagno.
-Spogliati ed entra!- le ordinò buttandola verso la grande vasca da bagno.
Anna tolse scarpe e calze ed entrò nella vasca, nuda e tremante.
-Sei una lurida troia sporca. Guardati, hai sborra ovunque. Devo pulirti, lo capisci,. Vero?-
Anna annuì.
L’uomo si aprì la patta.
Tirò fuori il grosso cazzo’Anna non l’aveva mai visto piu’ duro e pulsante prima.
-Apri la bocca.-
Anna obbedì e l’uomo iniziò a pisciare. Nella sua bocca, sul suo corpo.
Quell’umiliazione non faceva che alimentare la voglia di Anna.
Una volta finito la guardò con disprezzo.
-Mi fai schifo, sei tutta sporca, vedi di lavarti per bene.-
Anna pianse.
Rimase sola in quel bagno, completamente imbrattata e dilatata’ciònonostante la sua fica continuava a pulsare e bagnarsi.
Aprì l’acqua e si lavò con cura.
Fatto questo si asciugò alla bene meglio e corse dal Padrone nel salotto.
Lo trovò sulla poltrona, senza pantaloni, col cazzo bene in vista.
Erano passati almeno 10 minuti ma ancora stava dritto come non mai.
Senza dire una parola si alzò, la fece cadere e si piazzò dietro di lei.
In un solo durissimo colpo fu nel suo culo.
La sbatteva con tutta la sua forza.
-Troia, sei la mia troia.-
Diceva, ansimando.
-Sì Padrone, solo Tua.-
Anna stava godendo di nuovo.
Dovette resistere alla tentazione di sditalinarsi.
L’uomo era fuori di sé. Lo spettacolo di poco prima doveva averlo mandato in estasi.
Ma era molto piu’ brutale del solito, molto violento.
Uscì dal suo culo come un ossesso.
Le andò davanti e glielo ficcò tutto in gola.
Muoveva il bacino con violenti colpi di reni, soffocandola di cazzo.
Prese a tirarle i capelli e di colpo, strattonandola, uscì da lei e la tirò, sempre per i capelli nuovamente al cesso.
Piazzatola davanti alla tazza tornò dietro e riaffondò nel suo culetto ormai aperto.
Mentre la scopava le teneva la testa per i capelli.
DI colpo spinse con forza la testa di Anna nel cesso, continuando a fotterla.
-Troia, troia, troia- Le urlava in preda all’eccitazione.
-Godo Padroneeeeeeeee-
Anna era fuori di sé.
Non fece in tempo a riprendersi dalle scosse dell’orgasmo clamoroso che il Padrone le fu addosso col cazzo gonfio, reclamando la sua bocca.
Pochi colpi soffocanti e numerosi fiotti di sborra calda le riempirono la gola.
Il Padrone era sempre stato chiaro in proposito: Anna doveva bere fino all’ultima goccia.
Così fece.
Fino a soffocare, ingoiò quello che per lei era nettare delizioso.
Mandò giu’ tutto e poi, testa china e sguardo basso disse: -Grazie mio Padrone.-
-Quanto ti amo mia piccola serva.-

Commenti e suggerimenti sempre graditissimi! Kiz

Leave a Reply