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Racconti di Dominazione

Ancora a disposizione

By 8 Novembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Un altro sconosciuto mi aveva davvero scopato alla grande, la seconda volta. Mi aveva di nuovo sottomessa ai suoi voleri ed io mi ero trasformata nella sua bambola. Aveva abusato di me come e quanto aveva voluto e la cosa mi aveva fatto godere davvero come una pazza. Il mattino dopo mi sono svegliata ancora frastornata e, mentre ero ancora nel letto, con le parti intime indolenzite dai ripetuti abusi, ma anche estremamente eccitata mi sono masturbata, dopo che ho constatato che lui non c’era, ho anche chiamato senza ricevere risposta alcuna.
Prima che potessi finire, ho sentito insistentemente suonare alla porta. Visto che il campanello non smetteva di suonare ho indossato la tuta che mi ero portata sapendo di dover stare la notte fuori casa e sono andata ad aprire, L’ennesimo viso sconosciuto mi chiedeva notizie dei padroni di casa. Ho risposto che non sapevo dove fossero perché mi ero appena alzata e lui entrando dopo avermi spostata mi ha chiesto: -tu sei Monica vero? Senza aspettare che rispondessi ha continuato: – Certo che quando scelgono una figa la scelgono davvero bene. Non c’è da lamentarsi, mi hanno anche detto che basta toccarti un po’ nei punti giusti e sbrodoli subito come una cagnetta e a letto sei una vera aspira cazzi. Dopo tutto quello che mi era capitato quelle parole hanno comunque avuto il potere di colpirmi, di coinvolgermi, mi disturbavano, è vero, però, allo stesso tempo mi davano una sensazione di piacere, di voglia e questo mi terrorizzava ancora.
Mentre diceva così ha tentato di afferrarmi, io mi sono divincolata e sono corsa a chiudermi in bagno. Lui subito mi ha detto di uscire che se no sarebbe stato peggio per me, che tanto mi avrebbe scopata comunque e sarebbe stato peggio perché avrebbe detto l’accaduto agli altri.
Ho sentito la porta d’ingresso chiudersi e poi il silenzio. Ok è andato. Ho aperto con circospezione, ma appena messo il naso fuori mi soni sentita afferrare un braccio e mi sono ritrovata tra le sue braccia. Stringeva forte, pressava sulle reni costringendomi a incollare la mia pancia alla sua e la mia micia sul suo arnese che sentivi attraverso la tuta come se volesse infilarsi tra le mie cosce.
Ha detto: – “Adesso tu mi farai divertire -. Ho Cercato nuovamente di divincolarmi, ma lui mi ha afferrato per i capelli, girandomi la bocca verso la sua e baciandomi. Mi faceva schifo, ma non ho osato oppormi. La sua lingua mi frugava in bocca, mentre le sue mani scendevano sul mio culo a palparlo. Nella mia mente si mescolavano emozioni diverse: da un lato mi faceva senso fare quelle cose con quel vecchio porco, dall’altro quella situazione aveva in se un gusto del proibito, non so perché, ma stavolta lo sentivo di più e mi stava di nuovo facendo eccitare in modo assurdo, visto anche il fatto che prima non ero riuscita nemmeno a finire di masturbarmi. Si è staccato dalla mia bocca e ha guidato la mia mano sul suo pacco. Sotto la stoffa dei pantaloni sentii un rigonfiamento notevole: doveva avere un bel cazzone! Mi afferrò di nuovo per i capelli, girando il mio viso verso il suo e guardandomi negli occhi mi disse: “Hai sentito che bel cazzo che ho? Tanto lo so che ti piace, ti faccio mugolare mentre godi, mentre questo cazzo ti fotterà.
Mi ha messo di nuovo la lingua in bocca. Sentivo il suo cazzo ingrossarsi sotto la mia mano. Mi si stava annebbiando il cervello. Quella lingua che mi frullava in bocca e quel cazzo che si ingrossava e aspettava solo che io lo liberassi sai pantaloni mi stavano facendo sragionare. Istintivamente le mie mani erano sui bottoni e gli ho slacciato i pantaloni, che sono caduti ai suoi piedi. Subito dopo è toccato alle mutande e mi sono ritrovata in mano un cazzo veramente grosso. Si è staccato dalla mia bocca e mi ha spinto giù. Non doveva fare più molta fatica, ora. Le mie volontà di resistere erano già andate a farsi benedire e mi sono chinata davanti a lui prendendoglielo in bocca.
Pensando a cosa stavo facendo ho avuto per un attimo qualche rimorso: stavo facendo un pompino a un porco sconosciuto che sicuramente non aveva meno di 65 anni!!! Ma ormai non potevo più tornare indietro, le sue mani si erano posizionate sulla mia testa e mi spingevano avanti e indietro, mentre le mie labbra correvano sulla sua asta. Ho messo una mano su quel grosso cazzo iniziando a muoverla avanti e indietro. Lui era visibilmente eccitato, donna sconosciuta che gli piaceva, tutta a sua disposizione, una schiava, una bambola senza volontà, ma in carne ed ossa, calda e che reagiva ai suoi stimoli gli stava facendo un pompino! Sempre continuando a succhiare mi ha fatto togliere la maglietta lasciandomi con le tette al vento. Probabilmente la situazione lo aveva eccitato oltremisura, tanto che dopo pochi minuti di pompino lo sentii irrigidirsi e poco dopo iniziò a rovesciare un fiume di sborra nella mia bocca, che non riuscivo a contenerla tutta, tanto che poco dopo ha cominciato a colarmi sul viso e sulle tette. “Siii, così, brava sborro dai, ingoiala tutta Che brava troia che sei…”
diceva. Ha tolto il cazzo dalla mia bocca ed è rimasto a guardarmi: ero in ginocchio davanti a lui, con gli avanzi della sua sborra in faccia e sulle tette… “Sei una brava ragazza, ma adesso devi farmi felice davvero”. Ma come, non ne aveva abbastanza? “No dai basta!…
Mi voglio divertire ancora e sai che devi stare zitta, altrimenti ti sputtano! Andiamo, alzati!” Mi ha tirata su abbassandomi i pantaloni della tuta che avevo addosso: sono rimasta con addosso solo gli slip neri che portavo. “Sei davvero una bella ficona, mmmm che belle coscione! Ha cominciato a palparmele in modo osceno, ci ha infilato in mezzo la mano salendo a toccarmi il sesso. Sei bollente tra queste cosce, un vulcano pronto ad eruttare lava bollente. A cosce strette non ho potuto far nulla quando ho sentito spostare l’elastico delle mutandine e due dita infilarsi con un colpo secco, brutale, violento, dentro la vagina, Ho urlato, stavo per cadere a terra e mi sono aggrappata alle sue spalle, l’ ho graffiato con le unghie e lui ha detto, ahh, ti piace eh? Lo sento eccome, le mie dita sono immerse nel lago che hai in figa , siiiiiiiiiii sento il calore che sprigioni. Calore di femmina eccitata. Gli andavo incontro con il bacino, mi muovevo come un animale impazzito, sfregavo le cosce. Un altro colpo, secco ancora più violento e brutale del precedente e non ho capito più nulla. La vista annebbiata , non sapevo più chi ero. L’orgasmo era arrivato in modo assurdamente esplosivo.
Quando ha tolto la mano ho continuato a tremare per un bel paio di minuti. Andiamo di là!”
Mi ha ordinato, verso il divano del salotto, io con addosso solo le mutandine, mentre lui, liberatosi dei pantaloni e delle mutande che aveva ancora ai piedi, mi seguiva rimirando il mio culo. Non mi reggevo in piedi, mi ha abbracciata da dietro, leccandomi il collo. Sentivo il suo cazzo di nuovo duro che spingeva contro il mio culo. Mi ha piegata in avanti, appoggiandomi con le mani alla spalliera del divano, mi ha ammirato un attimo, poi mi ha tolto gli slip e si è chinato a leccarmela. Leccava davvero bene mi vergognavo da morire, mi sarei sotterrata, ma non potevo farci niente, mi piaceva. Intanto lui con una mano si menava il cazzo, che era tornato duro. Vedo che non ti dispiace, eh, gran troia? Quando mi sono seduta sul divano ancora una volta me lo ha messo in bocca già duro e con ancora il sapore della sborrata di poco prima. “Dai, succhia bene, che poi te lo sbatto dentro!”
Ormai era perfettamente in tiro. Mi sono spinta indietro sul divano, ho allargato le gambe e ho detto “Dai, prendimi…”oddio! Ancora, mi stava capitando ancora, io che incitavo uno sconosciuto a fottermi.
Non se lo e fatto dire due volte. Ha appoggiato la cappella alla mia figa ormai zuppa e lo ha spinto dentro facendo entrare solo la cappella, è rimasto così per un tempo che mi è sembrato eterno. L’ ho pregato di spingere a fondo, con i fianchi gli andavo incontro, stringevo le cosce e puntavo i talloni sulle sue natiche per costringerlo a entrare. Ha dato un colpo secco, duro, violentissimo, ho urlato come una pazza, mi ha tappato la bocca con la mano Lo sentivo che mi riempiva tutta, era davvero grosso. Ha cominciato a pompare, ormai ero completamente in balia dei sensi, un uomo di circa 65 anni mi stava chiavando di brutto sul divano di una casa a me sconosciuta e io non solo non mi opponevo, ma addirittura godevo!
Ho raggiunto infatti rapidamente un altro, mentre lui continuava a chiavarmi. “Girati!”, mi ha detto. Di nuovo a pecorina sul divano, com’ero prima, mi prese da dietro. Sentivo di nuovo il suo cazzo che riempiva la mia figa che gli si stringeva attorno, lo mungeva, lo aspirava tutto e lui ricominciava a pompare. Le sue mani sui miei fianchi, mi afferravano con decisione, guidandomi avanti e indietro. Un secondo orgasmo mi ha travolta. Lui non sembrava volerne sapere di venire, dopo la sborrata nella mia bocca di poco prima. Ha continuato a scoparmi alla pecorina ancora per un bel po’, tanto da darmi l’ennesimo orgasmo.
Ormai non ne potevo più, mi stava chiavando da mezz’ora e la mia figa era in fiamme, devastata da quel grosso cazzo. “Siiii, vengo, dai… “, l’ho sentito dire. Mi ha afferrato ancora più forte accelerando il ritmo. Volevo che mi venisse nella figa. “Sborrami dentro” ho urlato, ma in quel momento lo sentii uscire e poco dopo ho avvertito la sua sborra calda sulla mia schiena. Ha sborrato tantissimo anche questa volta.
Si è avvicinato con la faccia alla mia baciandomi in bocca, dicendomi: “Non ti volevo venire dentro, stai tranquilla… Anche perché io e te ci divertiremo ancora. Oggi pomeriggio ti accompagno io a Oristano, partiamo di pomeriggio perché dobbiamo fermarci da qualche parte
Mi ha guardato con uno sguardo da porco che non prometteva nulla di buono. Mi ha terrorizzata, ma allo stesso tempo cominciavo a eccitarmi di nuovo, chi mi avrebbe avuta ancora? Dove?

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