Skip to main content
Racconti di Dominazione

Antonella la signora per bene

By 28 Agosto 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Antonella è una donna sposata. La classica brava madre di famiglia, 41 anni, ne bella ne brutta. Insomma una signora perbene, così come veniva definita da tutti, la classica donna casa e chiesa. Vive in un piccolo paesino di campagna del friuli, lavora come impiegata in una azienda locale. Fisicamente la si può descrivere così: capelli castani non lunghi, carnagione chiarissima, altezza 160 cm circa, un fisico un po’ cicciotello. Non era la classica donna che quando passava per strada si giravano a guardarla.
Ultimamente si era avvicinata al mondo dei computer, la sera non era più suo uso andare a letto presto, ma qualche oretta la trascorreva davanti al monitor, immersa in facebook o messanger.
Era un venerdì sera di qualche anno fa, forse complice la pioggia si mise davanti al pc, aggiorno le sue pagine facebook e apri come era solita fare messanger. Una strana richiesta di amicizia le si apri, lei sbatatamente accettò: un nick strano, forse pensò a qualche conoscente, insomma tra le sue amicizie si trovò questo nick: badboyscaserta. Il contatto al momento era offline, intanto lei continuò a giocare su facebook. Dopo poco tempo sentì un trillo, era questo fantomatico contatto con un messaggio’ciao!
Lei educatamente rispose, e dopo uno scambio di qualche ciao, come stai ecc.ecc. chiese”ma scusa chi sei’? Dall’altra parte, una risposta secca”dei tuoi amici ci hanno dato il tuo contatto’. Quel ‘ci’ rimase ben memorizzato nella sua testa. Il dialogo continuò nella forma qui sotto riportata:
antonella41:’..a capito, ma di dove sei’
badboyscaserta:’ vorrai dire di dove siamo, comunque di caserta’
antonella41:’ma scusa, non sei solo?’
badboyscaserta:’ no, sono con 4 amici, non sapevamo che fare e ci siamo messi a pc, quanti anni hai?’
antonella41:’41 e voi? Ma amici di chi siete scusa?’
badboyscaserta:’ noi da 19 ai 21’amici di uno che lavoro in magazzino da te’
antonella41:’capito, io adesso devo chiudere’
badboyscaserta:’ ci sentiamo domani allora, cara antonella ..vedi di esserci’
Quel vedi di esserci risuonò in lei come una minaccia, non sapeva se voler eliminare quel contatto o continuare. La sera dopo, sabato, riaprì il pc e messanger e quel fantomatico contatto era di nuovo online. Non serì che disse niente, la contattarono subito. Era circa l’una di notte, quella sera antonella era a casa da sola. La chattata continuò per un po’ con i classici, come va, che tempo fa, che hai fatto, ecc. ma ad un tratto le chiesero ‘perché non metti una foto nel profilo? Noi l’abbiamo se hai visto’. Lei tentò di raggirare il discorso parlando d’altro, ma i ragazzi si fecero sempre più imperiosi’ dai metti una foto cosa ti costa! Lei alla fine accettò e mise una foto del visto, classico viso da brava signora con gli occhiali. Il commento da parte dei ragazzi arrivò subito: ‘che bella, che belle labbra’. Lei ringraziò timidamente, e continuò a chattare tranquilla. Dopo un po’ arrivò la classica domande ‘descriviti bella’, lei inizialmente non capi o fece finta di non capire, ma loro imperiosi ‘allora? Dai descriviti o metti una foto completa devi essere una bella signora’. A quel punto lei iniziò, ‘be il viso l’avete visto, non sono tanto alta, circa un metro e sessanta, dovrei dimagrire un po” e s fermò. Loro con fare quasi prepotente ‘e il resto, signora a noi interessa come sta messa a tette’ lei a quel punto cominciò a ragionare e per farli stare buoni disse ‘ be una terza abbondante’ e loro ‘waw, che bocconcino di te’. Lei non disse niente, e cercò di chiudere la conversazione. Ma i ragazzi non mollavano, e avanzarono l’altra domanda ‘ e il culetto come ce l’hai?’ lei cominciò a preoccuparsi perché era lontana da questo mondo e dopo un po’ di insistenza da parte loro disse ‘ be normale, non essendo magrissima è un po’ formoso’ e i ragazzi ‘ mmmm ti vorremmo qui’ quelle parole la lasciarono di stucco.Era l’una passata, e i ragazzi le dissero ‘ giochi a qualcosa per passare il tempo’ lei pensando si fossero tranquillizzati ‘ ok a dama va bene’. I ragazzi però, sicuri delle loro intenzioni dissero ‘be non è bello giocare senza premio, se perdi ci mandi una tua foto se vinci te la mandiamo noi’. Inizialmente lei pur di non cacciarsi nei guai disse va bene e iniziò a giocare. Perse! Ligia al suo dovere, invio una foto, con camicetta bianca pantaloni..insomma una foto da madre di famiglia. I ragazzi dopo averla vista lei dissero ‘ be ti potevi sbilanciare, una in costume era più gradita, però sei molto attraente signora’. La conversazione continuò per parecchi sere. Passarono due mesi circa e continuarono a sentirsi, finchè lei per lavoro dovette andare alcuni giorni a Verona, alloggio in un hotel. Per passare le serate, si portò dietro il pc, ormai suo inseparabile compagno di avventura. Una sera cenato, ritornò nella sua camera accese il pc, e trovò quei ragazzi collegati. Appena entrata la contattarono, cominciandole a fargli apprezzamenti al suo viso e al suo corpo. Chattarono per parecchie ore, finchè in ragazzi con fare incessante le dissero” questa sera vogliamo sentirti, dacci il tuo numero di cellulare’. Lei prontamente rispose con un no secco, ma i ragazzi si fecero più intraprendenti e continuarono ‘vogliamo il tuo cell o tramite il nostro amico che lavora con te mettiamo in giro certe voci’ lei finalmente capì in che guaio si era cacciata. Dopo averli più volte raccomandati cedette e iniziò a scrivere il suo numero 366”’.. Passarono due secondo e arrivò un messaggio’CIAO CARA RISPONDI IMMEDIATAMENTE lei per paura rispose con un CIAO. La notte fu bersagliata da sms a cui non rispose, finche arrivò la chiamata e stremata alle 3 di notte rispose. Dall’altra parte si sentivano voci concitate di ragazzi ridere e sghignazzare mentre lei intontita chiese cosa volessero. Le chiesero dove si trovava e lei sbadatamente disse a Verona. La bersagliarono di chiamate finche fu costretta a dire il nome dell’albergo e il giorno dopo i ragazzi arrivarono.
La mattina seguente Antonella lavorò e come di consueto verso le 4 del pomeriggio tornò in hotel. Si stava preparando per la doccia, quando il bip bip di un sms le fece prendere il cellulare. Lesse il messaggio CHIAMACI SUBITO. Inizialmente non ci fece caso, ma dopo poco un nuovo messaggio arrivò: E ALLORA PERCHE’ NON CHIAMI? Lei a quel punto si fece forza e chiamò. Come la volta prima dall’altra parte del telefono, risatine e strilli, e lei con voce ferma disse COSA VOLETE? E loro in modo secco ed arrogante risposero VOGLIAMO TE SIGNORA, STASERA COLLEGATI AL PC E CI MANDI UN FOTO AVANTI RETRO IN COSTUME. Lei timidamente fece delle obbiezioni, ma alla fine chiuse la chiamata con un timido VA BENE. Finita la doccia, mise un costume nero che aveva in valigia e si fotografò, cercando di lasciare visibile il meno possibile. Puntualmente come ogni sera si collegò al pc e appena entrata arrivò un messaggio dei ragazzi CIAO SIGNORA, ALLORA PRIMA COSA SIAMO MOLTO VICINI A TE SECONDA COSA MANDA LE FOTO. Lei ormai, intontita inviò le due foto, ma la sua preoccupazione era la prima parte del messaggio, ovvero quel siamo molto vicini a te. I ragazzi, viste le sue foto non mancarono di far partire i loro apprezzamenti, BEH SIGNORA HA DELLE BELLE TETTE SA? PERO’ NON VA BENE LA SECONDA FOTO, SI PROCURI UN TANGA QUEL CULETTO E’ TROPPO COPERTO. Lei non sapeva più cosa fare, non reagiva era come drogata. Una sensazione di eccitazione la colpiva, ma la paura aveva il sopravvento. Chattò poco quella sera, i pensieri erano ben altri, aveva paura ma non poteva parlare con nessuno. Sapeva a cosa sarebbe andata incontro, sapeva che doveva probabilmente cedere il suo corpo, lei rispettosa madre di famiglia. Erano da poco passate le 11 di notte quanto, il suo cellulare squillò e un messaggio comparve CIAO BELLA, TI VA DI USCIRE? TI STIAMO ASPETTANDO FUORI VICINO LA TUA AUTO, NON E’ UNA VECCHIA PEUGEOT 205 BIANCA? VESTITI E SCENDI. Lei non seppe cosa fare, poggiò il telefono nel comodino e tentò di dormire. Un altro squillo, un altro sms ALLORA? MA LEGGI I SMS? MUOVITI E SCENDI. Lei a quel punto, presa dal terrore si mise i jeans e una camicetta e presa la borsetta scese. Uscì dall’hotel e vide davanti a se i 4 ragazzi. I loro sguardi erano da veri assatanati, già sicuri che da li a poco quella signora avrebbe soddisfatto le loro voglie. Lei rimase inebetita, e timidamente li salutò con un ciao. Loro, molto spavaldi le dissero: SALI NELLA TUA AUTO BELLA E CI ACCOMPAGNI A FARE UN GIRO. Salirono tutti nella sua vecchia Peugeot 205 bianca. Salirono tre dietro e il capo davanti. Lei timidamente, si mise a guidare e non sapendo dove andare timidamente disse DOVE DEVO ANDARE? Il capo rispose VEDI QUELLE LUCI LA IN FONDO, ECCO VAI LA. Partirono, era quasi mezzanotte e Antonella in auto con 4 ragazzi si dirigeva verso un posto sconosciuto. Durante il tragitto l’ammiravano e quello seduto davanti appoggio la mano sulla sua coscia facendo sobbalzare. Arrivarono sul posto, e davanti a lei comparve una lunga serie di gazebi illuminati e musica assordante. Scesero dall’auto e si incamminò con i ragazzi mentre questi cominciarono sempre più a toccarla. La brava signora del paesello ora era nelle mani di 4 balordi.
Antonella si sentiva un po’ a disagio in quel posto frequentato per la maggior parte dei ragazzi, e mentre bevevano qualcosa uno dei ragazzi fissandola le disse TROVA UN MODO PER FARCI SALIRE IN CAMERA CON TE IN ALBERGO. Lei a quelle parole restò frastornata e un altro ragazzo le disse TE DA BRAVA SALI CI APRI LA PROTA DI SICUREZZA E NOI ENTRIAMO e lei tutta impaurita tentò di dire qualcosa ma le uniche parole che le uscirono dalla bocca furono NO, MI CHIEDETE TROPPO. I ragazzi allora fissandola le dissero TESORO FORSE NON HAI CAPITO, MA CON TE CI VOGLIAMO DIVERTIRE E TE SEI UN BEL BOCCONCINO. Lei allora quasi piagnucolante fece segno di si con il capo. E lentamente tornarono all’auto e partirono verso quella che per lei sarebbe stata una lunga notte. Durante il viaggio, chi le toccava i capelli, chi le cosce. Si fermarono a bordo strada, le fecero spegnere l’auto e quello seduto davanti la baciò. Lei inizialmente cercava di divincolarsi, ma poi dovette accettare e si fece baciare. In quel tratto di strada buio, nella zona industriale della città lei brava madre di famiglia stava assecondando le voglie di quattro ragazzi. La sua Peugeot 205 bianca era piccola per contenere tutti cinque perciò pensarono di dirigersi verso l’albergo. Arrivata in albergo salì e guardando se non ci fosse nessuno andò verso la porta di sicurezza e l’aprì facendoli entrare. Si diresse verso la sua camera ed entrarono. Appena dentro gli sguardi dei ragazzi si fecero più profondi e il terrore in lei scorreva. Dopo un po’ che parlavano a bassa voce, uno disse SIGNORA LEI INDOSSA TROPPE COSE PER I NOSTRI GUSTI. SI TOLGA LA CAMICETTA. In lei comparve il terrore più grande, ma avrebbe immaginato di spogliarsi davanti ad estranei. Se lo fece ripetere 4 volte, dopo di che con il terrore portò le sue mani verso il primo bottone ed in sequenza li aprì tutti. Mentre con le mani tentava di coprirsi, un reggiseno bianco fece capolino e le risate dei ragazzi erano sempre più forti. La incitarono a sfilarsi la camicetta, cosa che lei non ci mise molto a fare. Rimase in reggiseno e le sue tette bianche a stento erano ricoperte. Sia per l’agitazione, sia per i movimento, tentavano di uscire dal reggiseno. I ragazzi intanto la squadravano, commentando con frasi tipo CHE TETTE SIGNORA”SIGNORA TIENE LE PUPPE BIANCHE ‘ Dopo un po’ le chiesero di sfilarsi i jeans. Lei tentò inutilmente di persuaderli, e dopo cinque minuti forse per sfinimento e forse per eccitazione si tolse le scarpe e portò le mani verso il bottone dei jeans, lo aprì e lentamente fece scendere la cerniera. Portò le due mani verso i bordi dei jeans e iniziò un movimento verso il basso. I fischi cominciarono a farsi più forte. Fece scendere i jeans alle caviglie e dopo con un movimenti di piedi le tolse. Lei la brava signora era di fronte a 4 ragazzi con indosso un completino bianco. Le mutandine, forse un po’ piccole per le sue leggere rotondità lasciavano fuoriuscire nella parte superiore qualche pelo nero. Lei tentava di coprirsi, ma era inutile, erano troppo piccole. La fecero girare, e il suo culetto ricevette forti apprezzamenti e battute tipo’.SIGNORA, NON SO SE IL SUO CULETTO TORNERA’ A CASA INTERO’ma questa è un’altra puntata
Dopo averla fatta girare e rigirare i ragazzi si fecero più audaci e cominciarono ad accarezzarle il suo corpo.
Quando sentì le mani giocare con il gancio del suo reggiseno rabbrividì, e lentamente lo sentì sganciare.
Lentamente glielo sfilarono, lasciando liberarsi le sue bianche tette. AI primi baci sul collo lei reagì timidamente, ma l’eccitazione stava aumentando sempre più. Lentamente le accarezzarono i capezzoli che piano piano diventarono duri, segno che la sua paura, il suo terrore stava diventando eccitazione.
La stesero lentamente sul letto, dopo averle accarezzato il corpo, piano piano cominciarono e toglierle orologio, anelli, collane,’.e la lasciarono solo con le minuscole mutandine che presto sarebbero state tolte.
La signora, ormai era nelle loro mani. Uno dei ragazzi prese l’elastico delle mutandine e cominciò ad abbassarle. Un folto pelo nero fuoriusci, scatenando le risate dei ragazzi. Ora la signora era nuda, completamente nuda. La girarono a pancia in giù mettendo in mostra, un culetto bianco e morbido che da li a poco avrebbe perso la sua verginità.
I ragazzi, ormai nudi anche loro, si avvicinavano sempre più a lei, che non sapendo dove guardare chiuse lentamente gli occhi e strinse le gambe. L’eccitazione era tale, che la signora non poteva più resistere, se avesse potuto avrebbe sicuramente urlato di scoparla.
Socchiusero le luci della stanza e lasciarono solo che al luce esterna dei lampioni la illuminasse. Uno dei tipi le avvicino il suo membro alla bocca e accompagnando con la mano la testa di lei, la invitò a succhiare. Inizialmente impacciata e derisa poi si lasciò un po’ andare e cominciò a muovere su e giù, su e giù, mentre le mani degli altri cominciavano a frugare fra le gambe di lei che nel frattempo si stava bagnando sempre più. La fecero poi alzare, lei nuda, lei signora per bene, nuda in una stanza di motel, chi l’avrebbe mai detto? Una volta in piedi, la obbligarono a portare le sue mani tra le sue cosce e a toccarsi davanti a loro. Lei inizialmente titubante, poi prese coraggio, e iniziò. I movimenti fecero sobbalzare su e giù le sue tette.
I movimenti si fecero sempre più veloci, e quando l’eccitazione era al massimo la presero e la stesero sul letto, le allargarono le gambe e cominciarono e leccarla con foga, mentre dalla sua bocca cominciavano a uscire i primi gemiti di piacere. Da li a poco sopra di lei si trovò un ragazzo che con vigore la stava montando avendo poca cura di farle male. Lentamente nella sua bocca comparve un altro membro, ormai lei non sapeva più a chi badare, e lentamente se la passarono tutti e quattro, lasciandola stesa a letto sfinita. Dalle sue gambe e dalla sua bocca colavano, segni del piacere appena passato. Ma non era finita. Dopo poco, la signora antonella fu di nuovo fatta alzare, e girare. I loro occhi erano sul suo culetto, però lei a questo punto cercò di frenare gli animi e disse ‘no ragazzi, siamo già andati oltre ora basta’.
Le risate che segurino furono molteplici, e dopo poco anche loro si alzarono e la circondarono, allungando le mani sulle sue intimità. L’eccitazione in lei tornò a crescere, e quando sentì le mani di uno che la piegava su un tavolino in lei comparve la paura e cominciò a dimenarsi. Ma nulla poteva, e quando senti un dito farsi spazio nel suo culetto fece un salto avanti. Da li a poco, dei grossi membri l’avrebbero penetrata con forza, provocandoli dolori inizialmente ma poi piacere, tale che lungo le sue gambe colavano i suoi umori, facendola vergognare davanti a 4 ragazzi.
I ragazzi vista la scena, cominciarono a ridere. La signora piegata sul tavolino di una stanza di hotel, lei signora perfetta casa e chiesa, era li con il suo bianco sedere esposto a 4 ragazzi arrapati.
Le dissero ‘ adesso vai e fatti una bella doccia davanti a noi’. Lei inizialmente titubante, entrò nel piccolo bagno e si chiuse la porta alle spalle. Ma i ragazzi la riaprirono di botto, e con fare autoritario dissero ‘ bella, ti lavi davanti a noi’. Lei con testa bassa, e cosciente che la situazione stava degenerando apri l’acqua della doccia e si lasciò bagnare, socchiuse gli occhi pensando fosse un sogno, ma subito dopo li riaprì. Quella che c’era davanti a lei era pura realtà. Cominciò a lavarsi, il suo corpo ormai usato e tra se e se capiva che ormai non era più suo quel corpo, ma era stato venduto a 4 ragazzi. Loro intanto, eccitati la guardavano, lei con capelli corti, pelle bianca candida, quelle tette bagnate dall’acqua della doccia che facevano scivolare l’acqua nella sua pancia pronunciata per finire nel suo folto cespuglio nero.
Finita la doccia si asciugò, e fece per uscire, ma i ragazzi impalati davanti alla porta la fecero indietreggiare, e chiusero la luce. Solo una lieve luminosità esterna illuminava quel bagno, lei non capiva cosa volessero ma quando si senti presa e appoggiata sul lavandino capi le loro intenzioni. Le sue gambe furono aperte al massimo, le sue intimità erano esposte ai loro volti eccitati, e le chiesero ‘ hai voglia antonella’, lei non rispose, al terzo ‘hai voglia urlato’ lei pronunciò un leggere ‘si’ e si trovo con un grosso membro tra le sue cosce. E di li per lei seguirono dieci minuti di penetrazione forte e la sua eccitazione saliva alle stelle. La brava signora, sbattuta come una zoccola, in hotel si stava eccitando. I suoi capezzoli diventarono sempre più duri. Il ragazzo al massimo dell’eccitazione, venne sulle sue cosce, poi lentamente prese le mani di lei e cominciò un movimento al fine di spalmarle tutto lo sperma nelle sue gambe. La lasciarono li, seduta sul lavandino, e uscirono. DI li a poco sentirono la doccia riaprirsi, e per lunghi minuti l’acqua scrosciare che puliva il suo corpo di futura schiava.
Poco dopo lei usci dal bagno, si vesti e non trovò più i ragazzi, ma solo un biglietto con su scritto’ ora grazie al telefonino abbiamo filmato tutto, sei nostra signora!
A quelle parole lei tremò, passò tutta la notte pensando e ripensando, ma chissà se era paura o eccitazione
La mattina seguente Antonella lasciò l’hotel e si diresse verso la sua vecchia peugeot 205 bianca. Caricò i bagagli e partì. Di li a poco sul suo cellulare arrivò un sms, lei accostò e lo lesse BUONGIORNO BELLA, CHIAMACI VELOCE. Lei sulle prima voleva lasciar perdere, poi prese e compose il numero e chiamò. Con voce tremante disse
Antonella: Buongiorno
Uno dei ragazzi : Ciao bella, volevo solo dirti per questa sera fatti trovare al bar Corallo in centro
Antonella: Ma devo tornare a casa non posso
Uno dei ragazzi : vuoi che il tuo filmino giri? Alle 20 li e buttò giù il telefono.
Lei presa dalla disperazione trascorse tutta la giornata tesa, svogliata, non sapeva cosa fare’un misto di paura ed eccitazione saliva dentro di lei.
Mancavano poco alle 20 quando parcheggiò la sua vecchia auto nel parcheggio vicino al bar. Scese e dall’altra parte della strada molti occhi erano puntati su di lei. Lei non capiva i commenti, ma vedeva che la squadravano e sicuramente parlavano di lei. Erano i soliti ragazzi e due personaggi nuovi, due figure strane: un uomo basso e grosso con sigaro in bocca e un ragazzo di colore con una bandana in testa. Mentre lei attraversava la strada l’uomo basso e grasso disse agli altri: ‘non è il massimo, ma bisogna analizzare meglio la merce’.Lei vestita in jeans e una camicetta a fiori si avvicinò e salutò. Ma non entrarono nel bar, rimasero fuori a parlare. Era una di quelle classiche serate di fine estate, faceva ancora caldo, gli occhi erano puntati sul suo culo, che da li a poco sarebbe diventato merce. L’uomo basso e grosso la guardò e le diede un biglietto da visita e le disse ‘ dammi il tuo numero signora’ lei inizialmente titubante non cedette, ma poi lui continuò ‘abbiamo visto le tue performance nel video, non serve che fai tanto la santa’. A quelle parole lei gelò e volle scappare, ma ormai era in un gioco più grande di lei. Sempre l’uomo basso le fece una proposta ‘ senti bella per entrare nel nostro club bisogna essere soci, e i soci pagano. Le rate sono di 300 euro al mese’ lei impallidì quei soldi non li aveva e azzardò un ‘ma io non sono interessata a diventare socia’ e lui continuò ‘ aahahahahaha te no, ma gli altri che ti hanno visto nel video vogliono giocare con te e sai cosa intendo per giocare? Scoparti’perché sei troppo eccitante ance se non sei cosi bella..e rise’. Lei non si offese nemmeno per quel commento, ma voleva solo sparire, perché un attimo di pazzia l’aveva trascinata in un mondo non suo.
Dopo poco entrarono nel bar, che a definirlo bar era tanto. Banchi sporchi, sedie vecchie, fumo e personaggi loschi: vecchi, facce malavitose, ecc.
Entrò e di certo non passò inosservata, il tipo basso le diede una carezza nel culo per tastare e disse ad alta voce: ‘ è ancora soda la signora’ e rise a crepapelle. Tutti risero, e il clima da li a poco si fece più agitato. Antonella si sedette con i ragazzi e ordinò un caffe, però la fecero servire lei in tavola, lei la brava signora tutta casa e chiesa che camminava con un vassoio in mano tra vecchi arrapati. Dopo un po’ per riattivare l’attenzione, dal fondo della sala tra i fumi e il buio si senti una voce roca dire” voglio vedere le tette della signora’ lei fece finta di non capire, ma al terzo invito le scelte erano due: o usciva di corsa andando incontro a seri problemi, oppure si alzava e mostrava le sue bianche tette. Dopo poco, accompagnata da cori da stadio tipo ‘tette, tette , tette lei iniziò a portare timidamente le mani sui bottoni della camicetta e uno ad uno li apri mostrando un reggiseno bianco che conteneva quella sua terza misura abbondante. Accompagnata da una ola si sfilo la camicia e portò le mani dietro il reggiseno iniziando a sganciarlo. Il clima si faceva sempre più agitato, e mentre le spalline del reggiseno iniziavano a scendere tutti si misero in piedi aspettando il momento culminante’.di li a poco le sue tette bianche comparvero davanti ad un applauso enorme.
Lei piangeva, disperata, ma ormai era troppo tardi. Le richieste si facevano sempre piu audaci, e ormai non poteva di certo fermarsi. Le fecero togliere le scarpe e le chiesero in coro: ORA VIA IL RESTO. Lei incredula che tutto questo poteva accadere, mentre sperava di svegliarsi dal sogno portò le mani verso il bottone dei jeans e gli apri’.comparvero un paio di mutandine bianche mentre dalla parte superiore qualche ciuffo nero faceva capire a tutti come fossero le sue intimità Tutti risero come pazzi mentre i jeans avevano toccato terra e li stava lentamente togliendo.
Lentamente prese l’elastico con le mani e abbassò le mutandine, il silenzio regnava ora in sala’fino al boato finale quando lei rimase completamente nuda
Una volta nuda fu lentamente fatta passeggiare su e giu, con sguardi e commenti sempre più volgari. Le nuda, che camminava sulle sue scarpe avanti a molti uomini arrapati, una situazione che non avrebbe mai e poi mai immaginato. Ad un certo punto una voce possente urlò ‘ togliti le scarpe e gli occhiali’ lei ormai in balia obbedì.
Presero i suoi vestiti e li buttarono in un angolo, mentre unirono due tavoli e la stesero sopra a pancia in sue. Da li a poco moltissime mani cominciarono ad accarezzare il suo corpo, mentre lei dopo i primi timidi tentativi di sottrarsi chiuse gli occhi e si lasciò toccare.
Tra le sue cosce passavano mani e mani, il suo folto pelo cominciava a dare i primi segni di eccitazione’e il folto pelo nero lentamente iniziava a bagnarsi, mentre i movimenti del suo viso facevano capire che l’eccitazione la stava prendendo. Intanto dietro di lei, in due si erano ormai spogliati, e lentamente appoggiarono i loro membri al suo viso, lei dapprima con la bocca chiusa ma poi lentamente socchiuse le labbra e cominciò a prenderlo in bocca.
Iniziò a succhiare, mentre i commenti presero il sopravvento: ‘che troia, sembrava tanto tranquilla e guarda come si eccita’. Le sue labbra, prima restie ora erano vogliose di accogliere il membro nella sua bocca. Ma mentre lei faceva questo, apri gli occhi ed ebbe un sussulto. Accanto a lei un ragazzo di colore, con un membro enorme si stava sdraiando sopra di lei. Ebbe solo il coraggio di accennare un no con la testa, ma nel frattempo fu bloccata in quanto il tipo che era con il membro nella sua bocca innondò il suo viso e capelli. Dopo poco si allontanarono tutti dai tavoli, tranne il ragazzo di colore che dopo averle accarezzato il viso si sedette sopra le sue cosce, mentre gli occhi di lei erano su suo membro di proporzioni spropositate. Il terrore la gelò!
Lui intanto cominciò a farle un massaggio sulla pancia di lei, lei tentava di spostarsi sapeva già cosa le sarebbe aspettato.Quando senti il membro di lui spingere tra le sue cosce, getto un urlo mentre gli altri cominciarono ad urlare di farglielo entrare tutto. Il dolore la portò a piangere a dirotto, mentre il tipo che la stava montando tentava in tutti i modi di penetrarla con forza. Lei non provava paicere, ma solo forte dolore. L’eccitazione negli altri era massima, vedevano una santa donna stesa sui dei tavoli di un bar con sopra un ragazzo il doppio di lei che la faceva piangere dal dolore.
Ad un certo punto, arrivato al culmine dell’eccitazione il ragazzo di colore estrasse il suo membro e schizzo ancora una volta sul volto di lei, piangente dal dolore. Fu lasciata li per un po’, dopo di che tentò di rialzarsi e cercò i suoi vestiti. Vestiti, che erano fatti sparire e per lei non era certo semplice riaverli. La situazione era molto interessante, lei nuda in mezzo a molti uomini che supplicava di riavere ciò che le era stato tolto. Intanto fuori era scesa la notte. Nel parcheggio di fronte solo la sua vecchia e scassata peugeot 205 bianca. Riapparve il tipo piccolo e grasso che con fare strafottente le disse: ‘rivuoi i vestiti? Allora preparati perché con la tua bocca ci devi soddisfare tutti e 20’. Lei a quelle parole rabbrividi, ma cosciente che non aveva voce in capitolo, si inginocchiò davanti al primo e iniziò, come la più puttana delle puttane.
Giunse verso il termine che era quasi svenuta, la sua bocca, le sue tette, erano un insieme di sperma mentre dai suoi occhi dei lacrimoni scendevano, ma nessuno si impietosiva, anzi veniva sempre più trattata da puttana.

Lentamente si rialzò, e piangendo cominciò a rivestirsi. Andò in bagno e tentò di sciacquarsi il viso almeno per rendersi presentabile. Ritornò nel bar, e fu apostrofata con vari commenti:
‘signora, soddisfatta? Hai ancora voglia?’
‘che bel servizio vero signora, era tanto che non godevi così?’
Uscì dalla porta e si avvicinò verso la sua auto, e dentro di se la paura la invase di nuovo: doveva tornare nella sua casa, ma dentro di sé c’erano una infinità di pensieri e paura. Voleva parlare e e liberarsi di quel peso nello stomaco, ma ne avrebbe poi subito le conseguenze. Arrivò nei pressi dell’auto, e quel losco personaggio basso e grosso la fissò e le disse ‘ non dire che sei una brava signora, ti ho visto all’opera hai voglia di cazzo e tanta’ lei prendendo coraggio rispose ‘ non è vero, non avevo altre scelte e ho dovuto assecondare le vostre voglie.’
Lui la fissò negli occhi e le disse ‘ ora salì in quel auto, con quei due signori che vedi nell’angolo e vai con loro. Lei impallidì a quelle parole, cercò di aprire la bocca ma fu subito zittita. Buttò l’occhio e la nell’angolo c’erano due signori, vicini ormai all’ottantina grassi, pelati che la guardavano con occhi da maiali pervertiti. Lei timidamente salì nella sua vecchia auto, e fece salire i due che a stento entravano in auto. Erano le 3 di notte, accese il motore e partì. Le strade a quell’ora erano completamente buie e deserte, i due in auto sogghignavano e pregustavano già di scoparsi quella brava madre di famiglia. Imboccarono la strada statale, lei non sapeva dove andare ma non aveva nemmeno il coraggio di chiederlo a loro, quando quello seduto dietro le disse con fare autoritario ‘fermati in quel motel più avanti’. A quelle parole lei balbettò un ‘ma a quest’ora sarà chiuso’ e il tipo ancora più autoritariamente le disse ‘si combina non preoccuparti, entri e chiedi una camera per tre.’ Lei a quelle parole quasi si bloccò, cominciava seriamente ad avere paura, e tanta. Ormai non capiva più nulla di dov’era, cosa faceva e con chi era. Arrivò nel parcheggio, era quasi pieno, soprattutto camion e furgoni. Era un motel di periferia, ritrovo di camionisti e personaggi strani, che andavano li per sfogare le loro voglie con prostitute o signore in cerca di trasgressione. Scesero dall’auto, lei dopo un po’ che era immobile, ricevette l’ordine ‘ dai su entra cosa aspetti che vengono a chiamarti?’ e parti. I due la guardavano e tra loro dissero ‘ahah che imbranata, ma adesso la sfondiamo per bene’. Lei entrò nel motel, e in portineria c’erano due signori che con fare malizioso le chiesero:
‘Desidera?’
Lei: ‘ vorrei, si vorrei una camera’
‘Singola’?
Lei: ‘no per tre persone’
DI li a poco i due signori entrarono e i portinai sorridendo dissero ‘ a in cerca di divertimento signora?’
A quelle parole lei impallidì prese la chiave e salì. Le scale erano buie e i muri sporchi. Arrivò alla camera ed aprì la porta. Una puzza di fumo uscì dalla stanza, e da li si capiva che era stata usata da poco e nemmeno pulita. Anche i due entrarono e non aspettarono tanto prima di fissarla e dirle
‘facci vedere le tette, muoviti’
Lei capiva che la situazione era ben diversa dalle altre volte, questa volta erano quasi ordini per lei, e di certo non era in un posto dove poteva chiedere aiuto. Sapeva solo che la miglior cosa era ubbidire.
SI tolse lentamente la camicetta restando in reggiseno, che da li a poco fece scivolare verso il basso.
Uno dei due le disse ‘ toglitelo’ e lei ubbidì. I due si avvicinarono e cominciarono ad allungare le mani su di lei, giocando con le sue tette ma da li a poco lei si senti sfilare pantaloni e mutandine senza nemmeno che le fossero sbottonati. Era nuda, alla mercè delle loro mani che ormai frugavano ovunque. Tra le sue cosce, nelle sue tette, nel suo culo’.la stesero a letto, e uno dei due cominciò a baciarla appassionatamente. Lei non riusciva a divincolarsi, mentre l’altro iniziò lentamente a toccarla fra le sue cosce, accarezzando la sua folta peluria. Mentre inizialmente le toccate erano delicate cominciavano poi ad essere violente, e continuative. Di li a poco la sua paura la portò all’eccitazione. I due la capirono, e una volta nudi uno dei due si stese sopra di lei, e senza tanti preliminari cominciò a scoparla in maniera rude, sbattendo il suo corpo come fosse un oggetto. L’altro intanto porto il suo membro nella sua bocca, e mentre la insultava le muoveva la testa su e giù.
Lei non collaborava e per questo più di una volta fu insultata ‘muoviti puttana, dai che ti piace’, ‘ come va signora, da come è bagnata sembra molto vogliosa’. Il tutto continuò per un bel po’, dopo di che entrambi vennero e fu lasciata nuda sul letto per dieci minuti. Lei si rialzò andò verso il bagno ma fu bloccata, e ributtata a letto. Lei non capiva, ma dopo un po’ uno dei due tornò con una videocamera e le disse ‘ora da brava ti masturbi mentre noi riprendiamo’ lei rispose ‘no questo no vi prego’. Dopo un tira e molla lei cedette. SI stese a letto, portò la sua mano tra le cosce e iniziò un lento gioco che fece eccitare i due uomini. Dalla sua bocca uscivano dei gridolini di piacere che facevano capire che la brava donna di casa stava lentamente diventando una troia.
Passarono alcuni giorni e Antonella ripensava a quello che aveva passato. Erano giorni tranquilli, tra lei e lei pensava che forse l’incubo era finito. Ma si sbagliava e di brutto.
Era un sabato pomeriggio di fine settembre, lei con la sua auto si diresse al centro commerciale per le normali spese. Dopo un po’ che guardava le vetrine, sentì delle voci che le pareva di conoscere. Si girò, ed erano due ragazzi e il solito signore basso e grasso. Fece un saluto, ma la dissero di fermarsi.
Lei per non dare nell’occhio alla gente attorno, si fermò e parlò con loro. Il tipo grasso le disse
‘la spesa la fai dopo viene un attimo con noi’
Lei presa cosi alla sprovvista, prese e uscì con loro si diresse verso il parcheggio e si incamminarono.
Lei timidamente disse ‘ ma dove andiamo’ ma nessuno rispose.
Dopo circa 10 minuti che camminavano percorrendo una stradina, arrivarono in una vecchia casa abbandonata. Il primo aspetto non era dei migliori, un vecchio cancello arrugginito e degli alberi immensi rendevano questa casa poco entusiasmante. Passarono attraverso il cancello ed entrarono, lei non chiese nulla. Una volta dentro aprirono la porta, che non era nemmeno chiusa a chiave, e davanti a lei comparve una scena da film: un vecchio materasso sporco per terra, una finestra con gli scuri che a stento si chiudevano e tre sedie malconce riempivano le quattro mura.
Appena entrata si senti solo una parola proferita dal tipo basso e grasso ‘ Spogliati’
Lei al momento non capiva, ma di li a poco e lentamente i suoi abiti finirono sulla sedie, restava solo con un paio di mutandine nere e un paio di scarpe e le sue mani coprivano le sue tette.
Dopo un po’ il tipo le disse ‘sdraiati sul materasso e togliti quello che ti resta’, lei proferì solo ‘ ..ma è sporco’ ma il silenzio degli altri facevano capire che non aveva molte alternative.
Si tolse le scarpe, si sdriaiò e dopo aver portato le mani all’elastico si tolse le mutandine. Era nuda sdraiata su un vecchio e sudicio materasso in una casa disabitata.
Dopo 5 minuti di silenzio, la porta si riaprì, sembrava tutto programmato alla perfezione. Entrò di nuovo il tipo nero del bar superdotato, si proprio quello che le aveva fatto male. Ma questa volta le sue intenzioni erano diverse. Mentre i tipi si sedettero sulle sedie, il tipo di colore si spogliò e porto il suo membro verso la sua bocca obbligandola a succhiare. Dopo un po’ di resistenza lei, anche se intimorita, lo assecondò. SI vedeva la sua testa muoversi, guidata dalle mani di lui, mentre si sentivano gli sghignazzi degli altri che godevano lo spettacolo. La possedette sul materasso per oltre dieci minuti, facendo urlare di dolore e piacere. SI vedevano le gambe di lei allargarsi a dismisura per poter accogliere il grosso membro di lui. Dopo averla lasciata tranquilla per 5 minti, il nero si sdraiò sopra di lei, sembrava fin un momento di dolcezza, ma il movimenti delle sue mani sul culo di lei facevano capire bene le sue intenzioni. Dopo un po’, la girò a pancia in giù, lei tentò in tutti i modi di cercare una soluzione, stava capendo e questa volta veramente non voleva.
Dopo aver passato un dito nella lingua, il nero cominciò a giocare con il sedere di lei, cercando di abituarla a ciò che di li a poco avrebbe provato. Dopo averle sollevato il culetto, si portò dietro di lei ed appoggio il suo membro. Mentre lentamente entrava nel suo sedere, lei aumentava le urla, ma di li a poco si trovò con un fazzoletto in bocca mentre il nero continuava ad aumentare i movimenti.
Lei non opponeva più resistenza, le sue tette ad ogni colpo sbattevano come spostate dal vento, dai suoi occhi grandi lacrime scendeva, mentre il suo sedere veniva oscenamente aperto.
Continuò cosi per oltre venti minuti, alla fine lei svenne, con il sedere ricoperto di sperma.
I giorni passarono e Antonella ormai subiva ogni tipo di angheria. Ormai non ci faceva nemmeno più caso, la situazione peggiorava di giorno in giorno. Nei giorni successivi perse il lavoro, e la situazione per lei peggiorò ancora di più. I giorni seguenti iniziò a cercarsi un monolocale e a bordo della sua vecchissima peugeot 205 bianca cominciò a girare. Finalmente ne trovò uno, in periferia vicino ad una discarica. Ma non guardò nulla, le interessava solo che con poche centinaia di euro poteva avere un tetto dove andare. Trasferì li le sue poche cose. Non aveva un parcheggio e ogni volta doveva girovagare per le stradine per trovare un posto. Il lavoro per lei ancora non era arrivato quindi cercava di campare con i pochi risparmi. E’ tarda sera di un giorno d’estate, Antonella arriva presso la sua abitazione e cerca un posto per l’auto. Parcheggia, scende ma davanti a se trova due ragazzi alti sui due metri, sudamericani. Le dicono di scendere, il posto è molto isolato e lei bassa di statura si trova davanti questi due armadi.
Vestita con un paio di jeans e una camicetta bianca capisce subito le loro intenzioni:
‘dacci i soldi’ le intimano i due, lei titubante prende quel poco che aveva nel portafoglio e da loro 30 euro. Una mega risata esce dalle loro bocche e commentano ‘ ci prendi in giro?’e intanto cominciano ad allungare le mani sul suo culo.Lei dapprima cerca di divincolarsi, ma poi stretta dai due e bloccata dalla sua auto non può fare altro che subire. I due insistono nel palparle il culo sempre più forte. Uno dei due inizia lentamente a tirarle i pantaloni verso il basso, lei cerca di urlare ma viene zittita con una mano. Attorno a lei solo alberi, per terra fango e niente altro. Sa di essere in trappola. Il tipo che le tira i pantaloni verso il basso le ha ormai scoperto mezzo culo mentre da davanti si inizia ad intravedere il suo folto pelo. Uno dei due le fa ‘ be di visto lasci a desiderare, ma mi sa che il tuo culetto ha bisogno di una lezione’. I suoi pantaloni e le su mutandine ormai erano a meta coscia, mentre i due si erano praticamente denudati. Fu fatta appoggiare al cofano dell’auto con il sedere all’insù, e uno alla volta cominciarono a scoparla. Dai occhi di lei cominciavano a scendere delle lacrime e i suoi occhiali si appannavano. I forti colpi facevano muovere su e giu perfino l’auto, mentre lei era oscenemente esposta alle loro voglie. Non faceva nemmeno più resistenza, ma subiva solamente. Fu lasciata li, dolorante, mezza nuda e senza soldi. Quando i due se ne andarono lei scoppiò in un forte pianto. Cerco di rivestirsi e si diresse verso la sua nuova casa. Sali dolorante le scale, le luci non funzionavano e dal sottoscala si sentivano forti odori. Arrivò alla sua porta aprì ed entrò. L’ambiente non era dei migliori, anzi. Si stava quasi pentendo. Aprì le finestre. Le pareti molto fini facevano sentire i rumori degli appartamenti vicini, urla, risate, ma non capiva cosa dicevano. Decise di prendere le sue cose e portarle dentro, ma quando riapri la porta davanti si trovò uomini e ragazzi. Non era certo la festa di benvenuto. Con un italiano stentato dissero: ‘ma guarda che bella signora è venuta qui, non ci inviti nella tua casa?’ lei balbettando disse’veramente stò ancora portando su le mie cose’. Ma loro entrarono sbattendo la porta, e le dissero ‘non ci interessa delle tue cose, abbiamo visto che entravi e siccome qui di donne non ce ne ci siamo eccitati guardandoti. Dai facci vedere qualcosa, spogliati’. La loro fretta e il loro tono la fecero preoccupare più del solito. Uno urlò ‘spogliati!’ A quel urlo lei iniziò lentamente a spogliarsi, e in pochi attimi fu nuda, indossava solo gli occhiali. ‘Quelli li puoi tenere le dissero, ti danno da signora per bene. Ma che bel culetto che hai le dissero, e lentamente iniziarono a toccarla.In pochi minuti si trovò con 15 persone addosso, non la si vedeva nemmeno più. Lei cercava di parlare, di urlare, ma niente. Fu presa in braccio, le sue gambe le furono allargate oscenemente e palpeggiata in ogni parte.
si accettano suggerimenti per la continuazione
asterx@live.it

1
2

Leave a Reply