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Racconti di Dominazione

chiacchierate

By 10 Marzo 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

 

 

chiacchierate

 

“sono una troia, hai ragione….”

 

Le parole le escono come in un sussurro, con fatica.

 

Lui ascolta compiaciuto seduto comodamente in poltrona, le gambe accavallate, sorseggiando un franciacorta ghiacciato

 

Mentre lei in ginocchio e nuda davanti a lui gli porge il suo cervello, si umilia e, come al solito, si bagna.

 

“dobbiamo fare una chiacchierata su di te” le aveva annunciato.

 

Lei sa cosa significa…

 

Chiacchierate le chiama: una sua nuova idea.

 

Un nuovo modo per scoparsi il suo cervello, per piegarla ancora di più.

 

Tutto comincia con una sua idea, una teoria, diciamo, che a le poi tocca dimostrare.

 

Una cosa scientifica insomma

 

Una teoria dalla quale, una volta dimostrata, poi traggono assieme delle logiche conseguenze: quasi sempre dolorose o umilianti per lei.

 

Quella di oggi, la sua teoria, è che lei è una troia.

 

Se ne è convinto lui chissà come in questi giorni.

 

Conta poco che le prove siano esili e l’affermazione quantomeno esagerata: questo a lui non interessa.

 

E nemmeno a lei in fondo.

 

Perché è a lei che tocca il compito di dimostrare che è la pura e semplice verità:

 

“è una troia”

 

Affinché lei possa preparare una dettagliata requisitoria contro sé stessa gliela comunica sempre qualche giorno prima.

 

Cosicché per tutta la notte il suo cervello possa prepararsi ad essere stuprato.

 

Cosicché lei possa, tra sé e sé prepararsi ad argomentare, a spiegare, a dimostrare che, sì: lei è proprio una troia.

 

Lei ora è in posizione. in ginocchio, gambe leggermente aperte, mani dietro la schiena, sguardo basso.

 

“sono una poco di buono, hai ragione, sono una ragazza facile.”

 

Lui ascolta compiaciuto, forse si distingue anche nell’elegante gessato un gonfiore che segnala che anche il suo cazzo sta gradendo lo spettacolo.

 

“Ho già avuto cinque relazioni con vari uomini e sono tanti, troppi.”

 

Lei lo dice annuendo appena con il capo, come a convincersi, come a scusarsi.

 

Entrambi sanno che per una bella ragazza di 29 anni invece sono proprio pochi, ma entrambi sanno che la verità tra loro due è un concetto astratto, che c’è un padrone che decide qual è la verità, ed una femmina sottomessa pronta a tutto per dimostrare che quella verità è tutto ciò che lei chiede.

 

“uno anche sposato”

 

“che puttana!” interloquisce lui. Ma il tono è bonario.

 

“ci ho pensato, quando mi hai detto di cosa volevi parlare padrone. E penso tu abbia ragione: è che i maschi mi piacciono e cedo facilmente…”

 

“questo lo so amore, ma è meglio approfondire non credi?”

 

“si padrone, cosa vuoi sapere?”

 

Lui si china verso di lei le prende il mento con una mano per alzarle il viso e guardarla dritta negli occhi: 

 

Il tono ora è tagliente, sprezzante.

 

“intanto cominciamo col raccontare le cose come stanno: ti sei fatta scopare da cinque uomini, dei quali uno sposato. Come? Quanto? E perché? E ricorda amore che non sopporto ridicole romanticherie: sei una troia, ricordi? Evitiamo giri di parole, non prendiamoci in giro e soprattutto non farmi perdere la pazienza.”

 

“il primo è stato il mio primo fidanzato, Luca. Avevo 17 anni, lui 23”

 

“ed eri già una troia?”

 

“.. ehm… diciamo che avevo voglia di farlo…”

 

“diciamo che non vedevi l’ora che ti scopasse…”

 

“si padrone, volevo perdere la verginità.”

 

“si immagino come l’avrai ossessionato, supplicato, di chiavarti.”

 

“si Padrone probabilmente l’ho supplicato…”

 

“ti chiavava bene, amore?”

 

“era più esperto di me”

 

“allora forse era più esperto di te” 

 

la interrompe ridendo

 

“sapesse che puttana sei diventata…”

 

“pompini glieli facevi?”

 

“sì, i  primi tentativi, mi sa che non ero molto brava…”

 

“ingoiavi?”

 

“allora no”

 

“hai imparato dopo eh…”

 

“…”

 

“e il culo? Ti ha rotto anche quello il primo fidanzatino?

 

“ci ha provato ma non ci siamo riusciti”

 

“poverino, sapesse che ora ormai è più aperto della tua figa….”

 

“è vero?”

 

“cosa padrone?”

 

“che il tuo culo adesso è più aperto della tua figa, cretina”

 

“si padrone”

 

“e perché ora è più aperto della tua figa?”

 

“perché ormai tu usi quasi solo quello padrone”

 

“e perchè tu sei….”

 

“.. io sono una troia padrone”

 

“e dopo questo primo findanzatino quando hai cominciato a farti inculare?”

 

La ragazza ha lo sguardo basso ora, lui con la gamba accavallata ha cominciato ad accarezzarle con la scarpa una coscia

 

Lei ha l’assoluta consapevolezza che lui sarà sempre più crudo e spietato e che lei, incredibilmente proprio per questo, tra un po’ sarà un lago tra le gambe.

 

Ma la ragazza sa anche che non è un gioco, e che queste chiacchierate, poi hanno delle conseguenze, che lui deciderà qualche ulteriore grado di sottomissione per lei, che la piegherà ancora di più.

 

“il primo è stato Bruno, avevo vent’anni, ma lo abbiamo fatto solo due o tre volte”

 

“lo abbiamo fatto? ti ho insegnato a parlare così?”

 

Lui le ha preso i capelli e le ha alzato di nuovo la testa per sibilare queste parole dritte in faccia.

 

“scusami padrone… lui mi ha inculata solo due o tre volte…”

 

“non gli piaceva?”

 

“no e che io mi lamentavo troppo”

 

“intanto eri diventata la succhiacazzi che sei ora?”

 

“si con lui ho imparato a succhiare”

 

“e a bere?

 

“si certo”

 

“raccontami dell’uomo sposato”

 

“quello è stato prima di conoscere te padrone, era uno conosciuto ad un corso”

 

“e lo sapevi che era spostato?”

 

“l’ho scoperto quasi subito”

 

“e ovviamente ciò non ti ha trattenuto dall’allargare le cosce come il tuo solito eh?”

 

“no padrone”

 

“lo vedi che sei una troia?”

 

“lo so padrone…”

 

Lui ora le infila il piede tra le gambe e la punta della sua scarpa preme appena sulla sua figa facendola sussultare

 

Poi le prende il viso e la bacia sulle labbra con stupefacente dolcezza

 

“lo sei veramente amore?”

 

“si padrone sono una troia”

 

“amore me lo dici con parole tue perché sei una troia? mi convinci di questo?”

 

Lei gli sorride e lo bacia sulle labbra. Di solito non potrebbe permettersi certi slanci, ma sa che lui la perdonerà perché ora lo convincerà e lo stupirà porgendogli il suo cervello.

 

“sono una troia padrone e l’ho scoperto grazie a te. Vivo per soddisfarti, per farti venire. Ti regalo il mio dolore, le mie penitenze: non è un gioco, è così, puoi fare di me quello che vuoi, puoi usarmi come preferisci, mettermi in un angolo mentre ti dedichi ad altre donne, per poi riprendermi con te, sfogarti su di me, tutto padrone… tutto.”

 

“non capisci un cazzo”

 

 la gela lui

 

“certo sei mia e fai tutto quello che voglio io, ci mancherebbe, ma non me ne frega un cazzo, quello di cui stiamo discutendo stasera è che tu sei una troia, che non è tutto merito mio, che tu comunque eri predisposta ad essere ridotta così e che non puoi farne a meno..”

 

Ora la ragazza comincia a capire: questo è più difficile, questo è l’ulteriore scalino che lui vuole farle scendere.

 

Non c’è più il rapporto speciale, l’amore che spiega ogni cosa, che giustifica la sua sottomissione.

 

Quello che vuole lui è che lei ammetta di essere portata a stare inginocchio, a farsi scopare e sodomizzare, insomma lui vuole toglierle l’alibi vuole che lei svolga un competo ed accurato atto di accusa contro sé stessa.

 

La ragazza capisce che la chiacchierata sarà ancora lunga e le conseguenze dolorose.

 

 

 

 

 

http://neurosodomia.blogspot.com/

 

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