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Il racconto “Cinema Galeotto” è scomparso dal sito: spero che questa nuova edizione abbia maggior fortuna

Gli eventi che racconterò da qui in avanti si sono svolti a Milano tra il 1999 e il 2000, io avevo 45 anni e mia moglie Franca 42.

La storia era cominciata per caso: un sabato pomeriggio, io e Franca eravamo andati, cosa abbastanza usuale, al cinema a vedere “Wide shut eyes”, un film molto intenso, in cui l’erotismo, insieme al thriller, la fa da padrone, e in cui una coppia di coniugi sfiora la crisi del loro rapporto aprendosi ad esperienze con estranei alla coppia; la trama, abbastanza complessa, imponeva una certa attenzione e pertanto io e Franca, sebbene seduti vicini nel cinema pieno zeppo, ci ignorammo per tutta la durata dello spettacolo, e solo quando il film finì e ci alzammo per guadagnare l’uscita ci scambiammo qualche commento; data la folla che usciva tutta assieme non camminavamo affiancati, ma lei dietro di me, tenendosi con una mano alla cintura dei miei jeans: quando fummo fuori dal cinema tirammo un sospiro di sollievo, poi entrammo in un bar a bere qualcosa prima di rientrare a casa con l’auto: Franca sembrava essere alquanto accaldata, e chiese una Coca Cola, scelta per lei insolita, io mi presi un caffè, anche se erano le 6 del pomeriggio, poi recuperammo l’auto al parcheggio del multisala e rientrammo a casa.
Mentre avanzavamo lentamente nel traffico serale Franca mi disse, con uno strano tono: “Prima…lì, al cinema….. mi è successa una cosa che non avrei mai creduto possibile….”
“Ah, sì” risposi io, incuriosito, “che cosa?”
“Un tizio seduto di fianco a me mi ha messo una mano su una coscia…..”
“Apperò…e tu non gli hai mollato uno schiaffone?”
“No…..”
“Intendi dire che l’hai lasciato fare? Ma quanto ce la tenuta, la mano?”
“Per un pezzo….e non si è limitato a toccarmi la coscia…..”
“Stai cercando di dirmi che ti ha accarezzato come ha voluto senza che tu glielo impedissi?” ribattei con un tono leggermente alterato
“sì….”, concluse mia moglie.
Viaggiavamo in coda, in un continuo ferma e riparti, e questo mi permetteva di voltarmi a guardarla: Franca avevo uno strano sguardo, sembrava intontita, guardava dritto davanti a sé, al di là del parabrezza ed il suo viso era illuminato a tratti dagli stop e dalle frecce dell’auto davanti a noi; infine il traffico si sciolse, e in pochi minuti arrivammo a casa.
Dopo quell’ammissione, quel “sì” di Franca, la mia testa aveva cominciato ad inseguire i pensieri più bizzarri: da un lato pensavo di dover in qualche modo contestare il suo comportamento e il modo indifferente con cui mi aveva messo al corrente di quanto accadutole, dall’altro, lo devo confessare, mi sentivo in uno strano stato di eccitazione, e nella mia mente immaginavo la mia mogliettina che si lasciava sgrillettare da uno sconosciuto in un cinema, ricambiandogli poi il favore con una bella sega, fatta con le sue manine dall’ impeccabile manicure ….
Franca scese dall’auto e salì in casa mentre io scendevo nel box sotterraneo a metter via l’auto: arrivai quindi a casa circa cinque minuti dopo di Franca: stranamente, data l’ora, non era in cucina, e anche in bagno la luce era spenta: la chiamai:
“Franchina….ma dove sei?”
“ in camera da letto…dai, vieni….”
Il tono con cui Franca aveva detto queste parole non si prestava ad equivoci…era un invito bello e buono a raggiungerla con uno scopo ben preciso….
Entrai in camera, dove Franca aveva acceso la luce del suo comodino, era sdraiata sotto al lenzuolo, nuda e, appena toccata, mi resi conto che era letteralmente bagnata fradicia: devo precisare che mia moglie, una normalissima quarantaduenne, gradevole di viso, con qualche kg di troppo, un bel paio di tette e un culo un po’ grosso, non è mai stata quella che si definisce “una tigre” a letto…statisticamente era sicuramente più facile che fosse lei a rifiutare le mie avances, piuttosto che prendere l’iniziativa, e il fatto che si comportasse in maniera così sfacciata doveva sicuramente essere in stretta relazione con quanto accaduto al cinema; ovviamente non stetti tanto lì a pensarci su, la sgrillettai per un paio di minuti, giusto per poterle dire a ragion veduta “Ehi, ma sei fradicia…e devo dire grazie ad uno sconosciuto che ti ha sgrillettata al cinema? Allora li ho spesi bene i soldi del biglietto!” Il mio tono era volutamente leggero, di tutto avevo bisogno tranne che di una moglie che subito dopo essersi rivelata un po’ maiala, mi andava in paranoia con storie di rimorsi, timore che io non l’amassi più, fossi geloso…cazzo, avevo sempre sognato una moglie porcona, che indossasse intimo “rizzacazzi”, scarpe coi tacchi alti, gonne sopra al ginocchio, camicette scollate…ma finora tutto quello che ero riuscito ad ottenere era una manicure “french cut” e qualche reggiseno a balconcino, nient’altro: no alle calze autoreggenti, no ad un trucco un po’ vistoso: nei quasi quindici anni del nostro matrimonio non ero né riuscito a farmi dare il culo, né a farla stare in topless sulla spiaggia, e pensare che il seno era sempre stato il suo punto di forza: una autentica “D”, con due tettone rotonde, larghe, ornate da due areole color caffellate larghe quasi cinque centimetri, che se adeguatamente manipolate si “gonfiavano“ letteralmente, diventando enormi e caldissime, con i capezzoli ritti come due cazzettini…insomma una donna con cui fare sesso era sicuramente piacevole, ma che normalmente al sesso era poco e niente interessata: ma quella sera le cose andarono diversamente: avevo appena cominciato a manipolarla che Franca cominciò ad ansimare:
“Sì, mi sono fatta sgrillettare da un porco mai visto….e sono venuta almeno tre volte….al buio del cinema, senza nemmeno poterlo vedere in faccia…dai, adesso mettimelo dentro, ti prego, non ce la faccio più….ti prego, dai…
Non credevo alle mie orecchie, mia moglie che mi raccontava quello che aveva fatto CON UN ALTRO e mi implorava di scoparla….non era possibile!
Le saltai letteralmente addosso, e cominciai a pistonarla senza pietà: più spingevo e più sentivo la sua figa fradicia allargarsi intorno al mio cazzo…non sono certo un super dotato, ma ero sempre riuscito a sentirmela “bene intorno” la figa di Franca: non quella sera…mi agitavo all’interno di una cavità bollente e scivolosissima, talmente lubrificata da far diminuire anche quel gradevole attrito che costituisce il piacere di una scopata…non sentivo nulla e continuavo a pompare…per non correre il rischio di un ammosciamento da “mancato contatto” dovetti aiutarmi con un po’ di turpiloquio: “allora, porcona, è bastato che uno ti sgrillettasse al cinema per farti diventare una troia in calore? Senti che figa che ti ritrovi, sei larga come una caverna…ma come ti sarebbe venuta se ti avesse anche scopato….?”
“Sì, sì, sono una troia,….pompami forte, più forte, sfonda la figa della troia che sono…”
“Sei già sfondata, troia, se ti è bastata una sgrillettata al cinema, se gliel’avessi anche menato come saresti? Tu hai fame di cazzi, cara la mia porcona, e adesso lo sappiamo tutti e due…” fu troppo: poter dire alla mia solitamente tiepida mogliettina che era una troia mi fece venire senza preavviso: sborrai dentro Franca che si dimenava sotto di me, dicendo “Sì, sì, pompami forte, pompami ancora…..” quando le caddi di fianco, lei iniziò a sgrillettarsi ancora, mentre con tre dita si fotteva la figa: era una scena che avevo visto sul web in innumerevoli film porno , e la guardai mentre veniva, ansimando mentre agitava il bacino, sudata e col trucco ormai disfatto.
Quando riprendemmo il fiato fu lei la prima a parlare:
“Scusami, non so cosa mi ha preso….” Si alzò per andare in bagno, dove la sentii che si faceva la doccia; “Si sente sporca…” pensai, “ basta che adesso non si faccia prendere da strani rimorsi…indietro non si torna, se si è lasciata sgrillettare per la prima volta, devo sfruttare la situazione; del resto prima di sposarci, ancora poco più che ragazzini era stato proprio al cinema che avevamo compiuto i primi passi sulla strada della reciproca conoscenza carnale…quanti ditalini e quante seghe ci eravamo fatti in qualche cinemino di periferia…e quando riuscii ad avere la prima auto, una 500 Fiat, come era d’obbligo a quei tempi…quante contorsioni per riuscire a scopare in qualche vietta buia…con la paura di vedere un guardone curiosare al di là del vetro appannato, o di finire illuminati dal faro girevole di una macchina dei carabinieri in pattuglia…e allora si era minorenni fino a 21 anni…. io ne avevo 22 – ma lei solo 17, se il caramba di turno era di quelli severi poteva farla venire a prendere in caserma dai suoi genitori, dopo aver fatto un verbale per atti osceni in luogo pubblico….per non parlare della paura che il profilattico nelle mille manovre a cui lo spazio ristretto obbligava, si sfilasse, con conseguente eiaculazione “in vaso proprio”, la vagina secondo la terminologia ecclesiastica, e successive notti insonni fino a che “non venivano”, un paio di settimane dopo!”
Mentre ero sdraiato sul letto che seguivo i miei pensieri, Franca era uscita dal bagno, con addosso il mio accappatoio, che le andava decisamente abbondante ed era andata in cucina.
Mi rivestii di fretta e la raggiunsi in cucina, dove stava mettendo sul fornello un pentola d’acqua:
“Bambola, se ti senti in imbarazzo sappi solo che poco fa mi hai fatto provare la più intensa delle emozioni!” le dissi mettendole un braccio sulle spalle
“Davvero non sei arrabbiato? Non ti faccio schifo dopo che un altro mi ha toccata?”
“Emmammamia…addirittura schifo! No no, tutt’altro, guarda, confesso che l’idea che ti sia “lasciata un po’ andare” mi ha fatto solo piacere…sai come si dice…”la routine ammazza l’amore”, e noi non facciamo eccezione…siamo insieme da talmente tanto tempo che è ovvio che non ci si emozioni più come all’inizio…ma oggi tu hai dimostrato di avere ancora una carica erotica straordinaria…”; a me l’idea di una moglie troia era sempre piaciuta…se per trasformarla in tal senso dovevo permetterle di farsi un po’ smanacciare da qualche spettatore di cinema…mi pareva un prezzo accettabile: mi fosse riuscito di farle pensare che il suo comportamento non aveva nulla di riprovevole avrei potuto spingerla anche più avanti sulla strada della trasgressione…
“No, guarda ti giuro non succederà mai più…non so cosa mi abbia preso…avrei dovuto tirargli subito un ceffone, altro che lasciarlo fare…ma come ho potuto, scusami, amore, ti prego, guarda davvero non succederà mai più una cosa del genere….”
Addio, era partita con la lagna del “non lo faccio più”…altro che troia, adesso mi diventava ancora più deprimente…ennò, non me lo potevo permettere: l’avevo assaggiata in calore, e mi era piaciuta, altro che, ed era piaciuto anche a lei, sia al cinema, per sua ammissione, sia poco prima a casa…quando si era grillettata per dieci minuti dopo che io ero venuto…le avrebbe fatto comodo un secondo cazzo, altro che storie: bisognava battere il ferro finchè era caldo…anche se non era precisamente un ferro….
“Ma fammi il piacere, cosa sono queste lagne…è successo che qualcuno ti ha toccato..per quello che ne so io anche quando ci siamo messi assieme, e son passati 25 anni, qualcuno ti aveva già, come dici tu “toccata” ma la cosa non è mai stata un problema, ti pare? E quindi perché dovrebbe esserlo adesso?” Non è che il mio ragionamento fosse proprio inattaccabile, ma provate voi ad improvvisare un discorso migliore in pochi minuti, con la fregola di convincere vostra moglie che è normalissimo farsi sgrillettare da uno sconosciuto al cinema…con l’intenzione, non dichiarata, ma già chiara nella vostra testa, di volerle far percorrere ben altri passi sul “pianeta del sesso”!
“Ma è diverso, siamo assieme adesso, e poi 25 anni fa ero vergine…lo sai benissimo, e non mi ero mai lasciata fare cose pesanti come quello che mi ha fatto quello là, al cinema…”
“Ma scusa, cosa ti avrebbe fatto di così imperdonabile…eravate seduti in un cinema, mica in una camera d’albergo!”
“Ma te l’ho detto..mi ha messo una mano sulla coscia…avrei potuto benissimo togliergliela …anche senza fare scene mi scambiavo di posto con te ed era tutto a posto…”
“E invece? Cosa ha fatto il tizio?” mi vergogno a dirlo, ma mentre glielo chiedevo avevo il cazzo duro come venti minuti prima, e per cercare di ottenere il massimo risultato col minimo sforzo, mi ero messo alle spalle di Franca, e le avevo infilato le mani nell’accappatoio, afferrandole le tette e massaggiandogliele a piene mani…Franca non si ribellò alle mie manovre, e intanto io insistetti: “Allora, ti ha solo messo una mano su una coscia…?”
“No, ovviamente…per un minuto o due è stato fermo lì, poi ha cominciato ad accarezzarmi all’interno …e intanto risaliva…io ero pietrificata: volevo cacciarlo via, ma non ci sono riuscita…e quello ha continuato a salire….”
“Mmm, interessante, continua…” per parte mia le stavo strofinando tra pollice e indice i capezzoli, che si erano induriti di brutto, e lei si era appoggiata a me…anche attraverso l’accappatoio doveva sentire che ce l’avevo duro….
“cosa vuoi che ti dica…a un certo punto ha cominciato a far scorrere un dito su e giù sul cavallo delle mutandine…ma avevo su i collant…quindi più di un tanto non poteva fare…”
“ma allora ci stiamo facendo tutti questi problemi perché uno ha sfiorato con un dito le tue mutandine….e io che credevo chissà che!” Era apertamente una sfida…volevo vedere cosa mi avrebbe risposto…
“non si è limitato a sfiorarmi le mutandine, con un dito mi ha strappato i collant, e dopo non si è limitato a strofinare sulla stoffa: è ….è entrato!”
“Davvero? Dentro alla tua fighetta? Così? Uomo fortunato!” …e donna porcona! Intanto avevo fatto scivolare la mano destra sempre più in giù…ormai anche il MIO dito era DENTRO alla sua “fighetta”…che non era per niente “etta”…ancora bagnata – e non di acqua – e larga…bella larga e fonda…offriva davvero una splendida sensazione di calore e di porconaggine….
“Sì-ì-ì…così…mmmm…sì, così, ancora, continua, ti prego…”
“E anche lui ha continuato …?”
“Mmm, sì, ha continuato…finchè non sono venuta…”
“Già… immagino, come stai venendo adesso, per caso?”
“Mmm, s-ì…proprio co-s-ì….ah… più forte adesso…sì, così, sì, sì……aah….sììì….”
“E allora è bastato che uno sconosciuto, senza chiedere il permesso ti mettesse un dito nella fighetta e tu hai cominciato a venire….”
“beh..forse erano anche due o tre dita…”
“Sei una troia, lo sai? “ e mentre glielo dicevo le infilavo altre due dita nella figa
“Sì…sì, lo so…ma non ci posso fare niente….” Mentre Franca ammetteva la sua “colpa” mi afferrava il cazzo con una mano cominciando a farmi una sega…afferrai al volo l’occasione e le chiesi:
“L’hai fatto anche a lui?” tremavo mentre aspettavo che mi rispondesse…
“Sì…”
Nonostante fossi venuto mezz’ora prima, appena la sentii sibilare la S, le venni sulla mano:
“Troia…..” le sibilai in un orecchio, mentre le ginocchia mi cedevano….
“Lo so….”
Null’altro…rimanemmo in silenzio, finché il coperchio non cominciò a ballonzolare sopra alla pentola e l’acqua bollente usciva e quasi spegneva la fiamma: la necessità di intervenire distolse Franca dai suoi pensieri, si staccò da me, si pulì la mano con un pezzo di scottex e tolse il coperchio, per poi gettare la pasta.
Io ne approfittai per asciugarmi il cazzo, poi presi piatti e bicchieri e apparecchiai la tavola: un quarto d’ora dopo Franca ed io stavamo mangiando: durante il pasto non parlammo granché, poi mentre mia moglie lavava i due piatti io feci un giretto sul web: digitai “Cinema per coppie a Milano”, e anche se non trovai un indirizzo preciso, saltarono fuori diversi siti, in alcuni di quali venivano descritti incontri in qualche cinema di periferia.
Nel frattempo Franca se n’era andata letto, questa volta senza invitarmi a seguirla, ma a questo punto ero io che non volevo darle tregua, per cui mi feci una rapida doccia e mi infilai sotto le lenzuola con lei.
“Sonno?” chiesi prima di allungare una mano sul suo fianco
“Sono stravolta, ma non riesco a dormire…troppa confusione in testa…non so come ho potuto comportarmi così…e poi venirtelo anche a raccontare…non mi sembra possibile di essermi comportata così…
“Così…da troia?”
“Sì, proprio…”
“Ma davvero gli hai anche fatto una sega, alla fine?”
“Beh, è stata una cosa molto veloce…lui mi ha preso la mano…se l’è messa …lì, me la mossa…ed è venuto…Dio, che schifo…dopo mi ha dato un fazzoletto o un tovagliolino di carta e se n’è andato…ma prima mi ha detto in un orecchio “Brava, ci rivediamo!” “
“E a te piacerebbe………rivederlo?” una domanda così diretta era un azzardo, ma tant’è…non è che avessi proprio la situazione perfettamente sotto controllo…
“Ma stai scherzando? Ma non ci penso nemmeno! Chissà chi era quel depravato! Oddio, ma non è che potrebbe avermi attaccato qualche malattia…aspetta vado a lavarmi….”
Così dicendo Franca si era alzata, e si era infilata in bagno, dove sentii scorrere l’acqua mentre si lavava sul bidet…dopo un bel dieci minuti tornò a letto:
“Purificata? “ le domandai ridacchiando
“Non fare lo scemo, come ti sentiresti se un perfetto sconosciuto ti avesse smanacciato come ha fatto quello là con me? Non aveva mica i guanti, sai?”
Franca era in preda ad una notevole agitazione, era chiaro che era combattuta tra l’aver vissuto un’esperienza tanto inaspettata quanto eccitante, e contemporaneamente dover ammettere di essersi comportata in maniera – per il suo codice morale – riprovevole: dovevo riuscire a farle trascurare queste considerazioni negative, facendole capire che in fondo non era successo niente…o quasi!
Dopo qualche altro minuto di chiacchiere mia moglie si addormentò, e questo pose fine alle nostre elucubrazioni, ma non certo al mio arrovellarmi su come fare a sfruttare a mio vantaggio quanto era successo: onestamente non avevo mai osato sperare di poter avere un “trampolino” come quello che lo sconosciuto al cinema mi aveva messo a disposizione, sapevo però che non sarebbe stata una cosa facile spingere Franca a considerare la cosa come una delle tante che coinvolgono la sfera sessuale di due persone qualunque.
La mattina dopo Franca si alzò prima di me e cominciò a trafficare con la lavatrice nel bagno di servizio; dopo poco mi alzai anch’io e andai nello stesso bagno per svuotare la vescica: ci trovai mia moglie con in mano un ritaglio di stoffa, che sembrava una di quelle pezzuole per pulire gli occhiali, in raso; non c’avrei nemmeno fatto caso se non fosse stata proprio lei a farmelo vedere:
“Non ci posso credere! Guarda cosa mi aveva infilato nelle mutande il porco: è un invito a contattarlo!”
In effetti sulla pezzuolina di raso rosso, tutta stropicciata, c’era una scritta: “Come immaginavo sei una gran troia: quando vuoi ripetere l’esperienza contattami qui: mandrillo 60mi@ live.it A presto, porcona.”
La scritta era stampigliata, l’amico doveva essersela fatta con uno di quei timbri componibili da pochi soldi, evidentemente frequentava i cinema affollati dove si proiettavano spettacoli con un certo substrato erotico, poi identificava una possibile preda, immagino mentre il pubblico entrava in sala, le si piazzava accanto prima che la fila di sedili fosse piena, e poi tentava il colpo: come si dice in milanese “Se la va, la gà i gamb”… se la vittima invece si ribellava batteva in ritirata e buona notte…
“Apperò, organizzato l’amico…a quanto pare hai attirato le attenzioni di un habitué…”
“Macché habitué, quello è un maiale bello e buono, il fatto che lo faccia regolarmente è un’aggravante, mica un pregio…”
Franca non sembrava affatto interessata all’idea di avere ancora a che fare con il suo “molestatore”, eppure il fatto che, presa alla sprovvista, gli avesse permesso di sditalinarla prima, per poi sparargli una rapida sega, per me continuava a rappresentare una splendida occasione di “espandere le sue vedute”.
Decisi che avrei contattato io lo sconosciuto, tanto per capire con chi avevamo a che fare…
Mi collegai al web e scrissi una mail a mandrillo60:
“Ciao, sono il marito della porcona che hai sditalinato ieri sera al cinema Eden: secondo me le è piaciuto ma non lo vuole ammettere: che ne diresti di aiutarmi a disinibirla?”
Spedita la mail mi resi disponibile a qualcuno di quei lavori che le donne inventano per tenere occupati i mariti alla domenica, poi telefonai per due pizze a domicilio: dopo mangiato ce ne tornammo a letto, come era nostra abitudine alla domenica: dopo una breve pennica, appena sveglio, allungai una mano verso Franca: temevo che mi avrebbe respinto, ma invece mi lasciò manovrare come facevo abitualmente: cominciai a massaggiarle le tettone, poi mi dedicai ai capezzoli, pizzicandoglieli e tirandoglieli leggermente, quando sentii che le sue mammelle erano diventate più calde, passai ad occuparmi della figona: fu una sorpresa inaspettata: se l’era rasata! Le avevo chiesto di farlo mille volte ma si era sempre rifiutata con le solite motivazioni: quando i peli ricrescono fanno prurito, se devo andare dal ginecologo mi imbarazzerebbe…insomma le solite cose, e adesso….una “landing strip” sul pube e nemmeno un pelo sulle grandi labbra…uno spettacolo: non potei trattenermi dal dirle:
“Wow, grandi novità, qua sotto…a cosa devo la sorpresa?”
“Non fare lo stronzo, lo sai benissimo, dopo che quel maiale mi ha toccato avrei voluto bollirmela…la cosa più vicina è stata depilarmi!”
Io intanto continuavo ad accarezzarle la splendida figa che si era fatta, che sotto le mie dita sentivo, per la prima volta, liscia come la seta;
“Eh, che esagerata che sei…va bene, uno sconosciuto ti ha toccata, e tu hai toccato lui…sono cose che capitano tutti i giorni: pensa a quanti rapporti avvengono ogni giorno tra direttore e segretaria, tra commessa e magazziniere, tra mogli trascurate e venditori a domicilio…insomma un sacco di gente fa sesso senza amore, senza essere sposata, senz’altro scopo che darsi reciprocamente piacere..e ti risparmio tutto il vasto mondo del sesso a pagamento: escort, pornostar, ballerine di lap dance…insomma non siamo mica due bigotti: hai avuto un incontro ravvicinato del IV° tipo che non avevi né richiesto né previsto, ma che avresti potuto anche evitare semplicemente alzandoti e scambiandoti di posto con me, e bada bene che non è un rimprovero questo, è solo una constatazione: hai goduto sicuramente più per la situazione che per le sue dita, ma non ti sei tirata indietro nemmeno quando lui te l’ha messo in mano….a proposito, dimmi…ce l’aveva grosso?”
Sapevo che la domanda era infantile, ma la risposta me l’avrebbe data solo una vera Donna….
“Enorme…”
Basta, era fatta: qualunque altra risposta Franca avesse dato mi avrebbe o lasciato nel dubbio o raffreddato le mie speranze, ma quella parola, che mia moglie aveva pronunciato da sola, senza commenti, senza aggiungere altro mi colpì come una frustata: se Franca, nella concitazione del momento, aveva potuto apprezzare le misure dello sconosciuto voleva dire che NON era in uno stato di così totale sconvolgimento mentale: una parte di lei si sentiva in dovere di farmi sapere che l’esperienza era avvenuta contro la sua volontà, ma al di là di quella facciata perbene stava già divampando l’incendio della lussuria: la troia che era rimasta nascosta per vent’anni, voleva uscire allo scoperto!
Non potevo più resistere, mi posizionai tra le gambe di mia moglie ed iniziai a leccargliela come non avevo mai fatto in vita mia: tutti sanno quanto una figa implume sia più gradevole ed accessibile di una “al naturale” e l’impegno che profusi nella manovra fu accolto come meritava da Franca, che mi incoraggiò a continuare, strofinandomisi lei stessa contro la bocca, e manifestando anche a voce il suo gradimento:
“Mmmm…sììì, così, così, leccamela bene…sì, così….”
Insomma andai avanti per un bel pezzo a leccargliela sia per dimostrarle che meritava un premio per essersela rasata, sia, soprattutto, che non “mi faceva schifo” leccargliela dopo che un altro l’aveva toccata.
Dopo il cunnilingus passammo a qualcosa di più hard: le diedi una bella ripassata, e quando non resistetti più la inondai di sborra, ma appena uscito afferrai dal cassetto del comodino un cospicuo fallo di gomma, simulacro del cazzo di non so quale attore del porno americano e glielo rivogai ben in fondo alla ben lubrificata figona; come mi aspettavo Franca gradì molto questo “cambio di cavallo in corsa”, e prese a sgrillettarsi forsennatamente, mentre col dildo continuavo a fotterla alla grande per almeno un altro quarto d’ora; quando, dopo tutta una serie di orgasmi subentranti mi chiese di smettere, la sua figa rimase aperta in maniera assolutamente oscena, e invece che rosa era rosso fuoco!
Quando riprendemmo fiato fu proprio lei la prima a parlare:
“Mmm, hai avuto un idea geniale con quel giochino….mi ci voleva proprio un piccolo supplemento d’ azione …”
“Ehi, mi sembra riduttivo chiamarlo “piccolo supplemento”…è almeno una spanna di cazzo, per non parlare del diametro…o forse quello che hai manipolato ieri sera era ancora più imponente?” Sapevo che la mia battuta avrebbe potuto farle ritornare le patturnie della sera precedente, ma ormai ero orientato sul metodo “o la va o la spacca”: in fin dei conti cosa avevo da perdere? Se mi avesse risposto mandandomi a quel paese avrei preso atto della impossibilità di mandare avanti il mio piano, ma se appena appena….
“Quanto sei stronzo! Ma è mai possibile che adesso ad ogni piè sospinto mi devi ricordare ‘sta storia? Non lo hai ancora capito che sono rimasta schifata dall’aver avuto le mani di quel pervertito addosso, altro che continuare a rimenarmela con quel tono di sufficienza!”
Così dicendo Franca si era alzata e se n’era andata in bagno, io mi morsi la lingua dandomi dello scemo per aver tirato troppo la corda, ma quando due minuti dopo tornò in camera per rivestirsi non seppi trattenermi e calai il carico da undici:
“E allora come te lo spieghi che da ieri sera sei in uno stato di eccitazione come non ti ho mai vista, che godi anche solo a farti toccare e che non ne hai mai abbastanza? La verità è che ti vergogni ad ammettere che una situazione per te insolita – e si suppone anche del tutto inaspettata – possa averti eccitato al punto che dodici ore dopo te ne stai ancora a gambe larghe, con una passera degna di una porno star, godendo come mai ti era successo prima, ecco la verità!” E adesso smettila di fare tutte queste scene da principessa oltraggiata e vieni a succhiarmelo!”
Ecco! L’avevo detto, se a questo punto il ceffone che non aveva tirato allo sconosciuto molestatore cinematografico fosse atterrato sulla mia di faccia non avrei potuto fare altro che dirmi “ben ti sta, così impari a fare il coglione!” e invece niente ceffone, Franca si limitò a accoccolarsi sul letto, con la faccia a pochi centimetri dal mio cazzo e le cosce rivolte verso di me, me lo prese in mano ancora moscio e bagnato delle sue secrezioni e se lo prese in bocca tutto; con una mano ricominciai a carezzarle la figa, mentre con l’altra, affondata nei capelli, le guidavo la testa in un lento su e giù, mentre il cazzo mi ritornava rapidamente duro.
Sentendo come era bagnata non persi altro tempo in convenevoli, ripresi il cazzo finto con cui l’avevo fatta godere pochi minuti prima e glielo spinsi fino in fondo nella figa ancora dilatata da prima, e mentre lei succhiava comincia a dirle:
“Ecco, brava, così, succhiami il cazzo, mentre quest’altro ti sfonda la figa da troia che ti ritrovi….senti come è grosso, ti tocca in posti dove non eri mai stata toccata prima, e ti cambia la forma….ti fa prendere la SUA forma…non ti tornerà mai come prima…..resterai larga e sfondata per sempre, e solo un cazzo grosso come il questo potrà farti godere veramente….”
Franca succhiava facendo un sacco di versi, non era la mia mano che la costringeva a prendersi il mio cazzo fino in gola, era lei che rischiando l’urto di vomito se lo portava dentro, fino a fargli toccare le tonsille….oramai sapevo che non mi avrebbe più rifiutato nulla: le piaceva essere usata, le piaceva sentirsi obbligata a fare delle cose che aveva sempre desiderato fare, ma che non aveva mai avuto il coraggio di chiedermi, ma adesso che il ghiaccio era rotto non sarebbe più potuta tonare indietro….
Con nella testa la sua immagine su un letto, circondata da maschi che le presentavano il cazzo da succhiare mentre uno la scopava alla pecorina le spruzzai in gola le poche gocce di sperma che ancora avevo a disposizione, mentre lei si sgrillettava ancora una volta il clitoride, reso arrossato ed ipersensibile da una ormai lunga serie di incontri ravvicinati col mio cazzo e col giocattolo “made in Usa”.
Quando smise di godere Franca rimase ancora diversi minuti con i piedi sul cuscino e la testa penzoloni fuori dal letto, il che mi permise di vedere lo spettacolo della sua figa glabra da cui fuoriusciva un rivolo di quello che le avevo pompato poco prima…evidentemente non abbastanza in fondo, se già tornava fuori!
Quando mia moglie si fu ripresa non si rifugiò, per l’ennesima fuga strategica, in bagno: nonostante quello che si era sentita dire mentre mi succhiava il cazzo Franca si sdraiò tranquillamente accanto a me, chiedendomi:
“E adesso cosa intendi fare?”
Cercai di buttarla in ridere, perché sinceramente a quel punto ero io quello che non sapeva che pesci prendere:
“Intendi dire oggi pomeriggio? Non saprei, sono incerto tra un caffè freddo e un bicchiere di Coca cola…ho la bocca asciutta, dopo tutto quel leccare….”
“A fare lo scemo sei sempre grande…sai benissimo cosa intendo: voglio sapere che intenzioni hai riguardo noi due…”
A quanto pareva la signora era impaziente di sapere i miei piani, e decisi di non deluderla:
“Per prima cosa credo che contatterò il tuo molestatore…in fin dei conti c’aveva visto giusto, non ti ha scritto di contattarlo?”
“Non è possibile! Non vorrai mica incontrarlo di nuovo?!”
“Ma scusa, se hai accettato le sue attenzioni senza difficoltà, cosa ci sarebbe di male ad incontrarlo ancora…non mi hai anche detto che ha degli argomenti solidissimi?”
“No posso nemmeno pensare di incontrarlo ancora…l’idea che mi possa toccare di nuovo…mi fa ribrezzo!”
“Allora preferiresti che fosse qualcun altro a toccarti? Non mi sembra molto sensato…il tizio del cinema è stato, tutto sommato, educato…ha tentato un approccio, tu non l’hai respinto, e lui PRIMA ti ha fatto godere, POI ti ha chiesto di ricambiargli il favore…e alla fine ti ha lasciato pure un recapito per contattarlo….se preferisci che lo faccia io….”
“Siete due maiali, tu e lui….lui per quello che mi ha fatto, tu perché mi stai mandando dritta a letto con lui….ma che razza di uomo ho sposato!?”
“Un uomo che sa apprezzarti da molti anni, ma che non ha potuto fare a meno di notare quanto l’episodio di ieri ti abbia cambiata … tutto qui! E’ inutile continuare a girarci intorno: quello che ti è successo potrà anche essere catalogato come “molestie”, ma ti ha cambiata, a parer mio in meglio: sei più consapevole, più determinata, anche più disponibile, bada bene, non nel senso che chiunque possa averti, ma nel senso che sei più disponibile a godere e a procurare piacere: quando ti ho detto “succhiamelo” non sei stata lì a pensarci su…l’hai fatto, e non mi è parso che lo facessi solo per darmi un contentino…sbaglio?”
“Ma questo non vuol dire che sarei disposta a divenire “una dispensatrice di favori sessuali” nei confronti di chiunque….”
“…ma nei confronti di qualcuno che ti ha fatto provare “il brivido” penso proprio di sì…e sto parlando del tizio che ieri sera ti ha mandato a casa sconvolta ed arrapata come non mai!”
“No, non posso credere che tu voglia che lo incontri di nuovo, non è possibile…”
“Per carità, io non voglio nulla, ma, se permetti, non vorrei nemmeno che, dopo esserti scoperta così , diciamo, disponibile alle novità, decidessi per una sorta di pregiudizio di non proseguire perché quell’uomo ti fa paura…mi sbaglio?”
“No, è vero, mi fa paura, non sarei tranquilla…è stato talmente deciso…dava la netta impressione di sapere che non avrebbe trovato nessuna resistenza da parte mia…come se mi avesse giudicata solo per avermi vista quando siamo entrati..”
“Già, ti ha vista e capita…ma tu non l’hai visto quando ti si è seduto vicino?”
“Mmm, non saprei…quando ci siamo seduti c’erano almeno cinque o sei posti vuoti alla mia sinistra…poi si è seduto qualcuno quando le luci erano ancora accese….ma non era vicino a me…c’era un posto vuoto…deve aver cambiato posto dopo che hanno spento…ma quello seduto ad un posto di distanza era un ragazzo…era giovane, avrà avuto una ventina d’anni…mi ricordo di aver pensato “strano, un ragazzo che al sabato va al cinema da solo…”, ma aveva messo una borsa sul sedile vuoto tra di noi poi quando “quello” è arrivato e si è seduto vicino a me ha trovato il posto libero…gliel’aveva tenuto il ragazzo, apposta perché potesse piazzarsi vicino a me, e non doversi preoccupare del suo vicino, perché era un suo complice: sono un gruppo organizzato!”
“….e il “biglietto “ che ti ha lasciato nelle mutande lo conferma …un pezzo di carta può averlo chiunque, ma un pezzetto di stoffa liscia liscia…..col timbro poi…..eh sì, sono avanti, e non lasciano le cose a metà…vabbè, se non te la senti ti capisco…saresti in una posizione di inferiorità in confronto a degli habitué del cine -sex…lasciamo perdere…”
“Oh, finalmente l’hai capita…quel che è successo è stato un evento casuale, anche se il tizio l’aveva costruito ad arte…io sono stata così cretina da non respingerlo, ma non ci cascherò una seconda volta, lo sai benissimo!”
“Sì, certo, sono d’accordo…vabbè lasciamo stare che è meglio….”
A quel punto non ero più tanto sicuro di me, e dopo una rapida doccia mi misi al computer, mentre Franca trafficava in giro per casa; aprii la casella di posta da cui avevo scritto a mandrillo60: la sua risposta era lì che mi aspettava:
”Ciao, lieto di aver soddisfatto la signora: vi andrebbe un nuovo incontro, magari in locale più adatto?”
Decisi di stare al suo gioco, ma mettendo bene in chiaro che Franca non era proprio decisa ad incontrarlo di nuovo:
“Mi piacerebbe, ma Franca non è ancora convinta: le hai fatto un po’ paura, così deciso, e a me pare di aver capito che avete una specie di organizzazione che cerca di coinvolgere nuove coppie nei loro giochi ; immagino che ti sarà già capitata una coppia con la lei poco propensa…nel nostro caso io sono tuo alleato, ma non è che posso obbligare mia moglie a farsi smanacciare da uno sconosciuto ogni volta che andiamo al cinema…: consigli?”
Spedita la mail mi misi sul divano a guardare la TV…ma ero troppo gasato: ogni dieci minuti andavo al PC e aprivo la posta; ci volle un’ora buona perché Mandrillo60 mi rispondesse a sua volta, questa la sua mail:
“E’ così molto spesso, io consiglio questo metodo: portala ancora al cinema, meglio se a vedere un film un po’ eccitante, al giorno d’oggi non è difficile e pomiciala per bene…prendila larga, ma concludi con una sana sgrillettata, poi fattelo menare per bene…scommetto che da ragazzina se ne lasciava fare di ogni, al cinema, da te o da qualcun altro…deve ritornare a quei tempi, quando al cinema non ci andava per il film ma per il petting: se riuscirai a farla sentire come allora ci saranno buone probabilità che decida di rifarsi di tanti anni di noia coniugale. Ricontattami quando tua moglie sarà nuovamente abituata ad andare al cinema come ci andava da adolescente.”
Risposi che visto che andavamo al cinema al massimo un paio di volte al mese la manovra avrebbe richiesto un po’ di tempo, lo ringraziai per il consiglio e già che c’ero gli domandai come era abituato a gestire gli incontri.
Non ricevendo una risposta in tempi rapidi tornai davanti alla tv, anche se la mente non si sognava nemmeno lontanamente di seguire l’insopportabile maestrina di Kilimangiaro…. ma alla domenica pomeriggio il telecomando lo gestiva Franca…
Dopo una cena sbrigativa e un’altra ora di tv si fece l’ora di andare a letto: ero curioso di scoprire se Franca si sarebbe si sarebbe rannicchiata in un angolo del letto dandomi le spalle, come faceva il più delle volte o se si sarebbe mollemente sdraiata supina, lasciando aperta la possibilità di qualche interessante sviluppo: per parte mia mi infilai nel letto con il cuscino dietro la schiena e un libro in mano, perché fosse chiaro che non avevo poi tanta voglia di dormire.
Franca si fece attendere un po’ più del solito, quando si infilò sotto le lenzuola mi raggiunse il profumo “Acqua di rose”, che le rare volte che mia moglie era ben disposta per un eventuale “incontro ravvicinato” costituiva il suo “segnale”: ovviamente misi immediatamente via il libro che, con scarsissimo interesse, stavo leggendo, spensi la luce e mi sdraiai, girandomi verso di lei, ma senza toccarla, con l’aria di chi si aspetta che sia l’altro a fare la prima mossa.
“Dobbiamo parlare” esordì, al buio, mia moglie, girandosi su un fianco verso di me
“Ti ascolto” risposi, allungando una mano sulla coscia e trasalendo: quella grandissima troia non indossava il solito pigiama, ma aveva delle calze: spostando la mano verso l’alto sentii io laccetti del reggicalze, un articolo che le avevo comprato anni prima, ma che era rimasto chiuso in un cassetto fino a quella sera: inutile dire che salendo ancora non trovai mutandine: “Uh, bella sorpresa….sicura di voler solo “parlare?”
“Sciocco … ho solo pensato che visto che non te la sei presa per quello che è successo al cinema … ti meritavi un piccolo premio!”
“Ma veramente tu ti aspettavi che avrei ti fatto una scenataccia solo perché uno ti aveva un po’ trastullata al cinema? “
“Beh, secondo me qualunque marito l’avrebbe fatto…magari cercando anche di scoprire chi si era permesso di fare una cosa così volgare…”
“Beh, a costo di sorprenderti, o forse di deluderti, io il tizio che ti ha fatto quello che mi hai raccontato, lo ringrazierei…per aver fatto venire a galla un lato del tuo carattere che nemmeno tu conoscevi.”
“Già…il mio lato “troiesco”… aggiunse mia moglie con un tono amaro.
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Oramai l’esca era stata lanciata, se Franca, che dopo il matrimonio si era sempre comportata da santa, senza mai un guizzo né una sorpresa, rifiutando le mie avances più spesso di quanto non le accettasse, arrivava al punto di fare lei il primo passo, con la premeditazione delle calze con il reggicalze, che chiaramente dovevano servire a sconvolgermi al punto da farmi accettare tutto quello che lei mi avrebbe proposto, voleva dire che “il fattaccio” del cinema aveva fatto scattare nella sua testa qualcosa che da sempre era addormentato, ma pronto a svegliarsi, se a dare la sveglia fosse stata la persona giusta.
Mentre le accarezzavo la striscia di pelle che le calze le lasciavano scoperta, Franca si era sdraiata con le gambe aperte e le ginocchia leggermente piegate, facilitandomi l’accesso alla figa, ma io non volevo “andare subito al punto”, deciso a lasciare che, mentre si eccitava, manifestasse le sue intenzioni, prima di permetterle di godere.
“Ti prego…non giudicarmi male…non sono una troia … anche se …”
Solo sentirle dire quella parola mi faceva rischiare di sborrare senza nemmeno essermelo toccato, e per evitare un tale incidente mi costringevo a pensare a qualcosa di spiacevole…debitori poco puntuali nei pagamenti, un problema di lavoro che avrei trovato al lunedì…
“..mi sono comportata come se lo fossi…”
Bene, pensai, sa di esserlo ma non lo vuole ammettere … potendo contare sulla complicità del molestatore la strada sembrava in discesa…
Mentre le passavo due dita sui capezzoli, già eretti, le domandai:
“Se posso chiedertelo…cosa pensi che ti abbia fatto comportare così…intendo il non avere respinto il tuo “ammiratore”… “
“Ci penso da ieri sera… sono confusa… amore, credimi… non voglio diventare una puttana, ma mi devi aiutare tu… “
Visto che il tono stava scivolando sul patetico cercai di ripiegare su qualche spiritosaggine:
“Oh, mamma mia, cucciola, ma ti pare il caso di usare certe parole? Scusami, ma quando vent’anni fa andavamo al cinema, non ti ricordi quanti ditalini ti ho fatto? E tu hai sempre ricambiato…qualche volta mi hai fatto anche un pompino…e so benissimo che non ero il primo ragazzo con cui ti eri lasciata andare…”
“ Ma eravamo giovani, erano le nostre prime esperienze…quello che è successo ieri è stato… è stata una brutta cosa, ecco!”
Non c’era niente da fare, l’educazione cattolica che la famiglia le aveva inculcato, con una visione peccaminosa del sesso che solo la mia insistenza adolescenziale era faticosamente riuscita a vincere, tornava fuori, ma stavolta ero deciso a non perdere l’occasione: se Franca si era lasciata andare e, cosa secondo me importante, pur nel buio e nella concitazione della sala aveva saputo notare (ed apprezzare) le cospicue dimensioni del cazzo del suo ammiratore, non volevo che potesse fare marcia indietro, quindi insistetti:
“Ma insomma, smettila con questa lagna! Sei rimasta in uno stato di eccitazione mai visto per ore, hai goduto più volte nelle ultime dodici ore che negli ultimi sei mesi, vorresti farmi credere che ti senti in colpa come una quattordicenne che è stata toccata per la prima volta e vuole andarlo a raccontare al confessore? Ma per favore, una volta per tutte, smetti di sentirti in colpa per una sciocchezza, una banale molestia che non comporta nessuna conseguenza…”
“Per te, forse, ma per me è stata una cosa tremenda …te l’ho detto, mi sono sentita sporca, quel maiale mi è anche venuto in mano…”
“Sì, e ti ha anche dato un fazzoletto per pulirti…vabbè, se la cosa ti ha turbato tanto mi dice perché sei venuta a letto con le calze e il reggicalze che ti ho regalato almeno 5 anni fa e non avevi mai voluto mettere? Vuoi che te lo dica io? Tu mi stai facendo vedere come ti vestirai la prossima volta che andremo al cinema!”
Alla mia risposta Franca rimase in silenzio, ma prese la mia mano e se la portò sulla figa: mai moglie non era precisamente una che si eccitava subito, ma stavolta aveva la figa già fradicia, mi sentii quindi in dovere di commentare la cosa:
“Eccola qua la verginella: solo a parlare di quello che ti è successo sbrodoli: onestamente io non ho capito che cosa ti abbia fatto partire ieri al cinema, forse la storia che scorreva sullo schermo, forse qualcosa che ti ha fatto tornare in mente di quando al cinema ci si andava per potersi pastrugnare in relativa sicurezza… non lo so e ti dirò, poco mi importa, resta il fatto che mi pare chiaro che non vedi l’ora di riprovarci, altro che “non sono una puttana, perdonami…” ; sta tranquilla: io non ti giudico, tantomeno per darti della puttana: siamo (eravamo) nel 2000, mica nell’ ‘800 e comunque stai pur tranquilla che queste cose succedevano anche allora, solo che poi qualcuno ne faceva una tragedia…adesso, per quello che mi riguarda, puoi lasciarti andare come preferisci, in fin dei conti dopo tanti anni insieme il sesso non era più quello di un tempo, ma se qualche piccola trasgressione ci aiuterà a ritrovare l’entusiasmo dei primi tempi… per me non ci sono problemi.”
Ovviamente mentre dispensavo queste “perle di saggezza” avevo continuato a massaggiare la figa di Franca e ormai avevo 4 dita dentro e le muovevo con notevole energia: considerato il gradimento che mia moglie manifestava, sbrodolando e mugolando, afferrai dal cassetto del comodino il cazzone che le avevo ficcato nella figa la sera prima dopo averla scopata e glielo servii senza tanti complimenti:
“Aaaah…siiiiì…così…dammelo tutto….tutto…”
“Certo che te lo do tutto, porcona, e visto che hai avuto la faccia di tolla di dirmi che quello a cui l’hai menato al cinema “ce l’aveva enorme” prova ad immaginare che quello che ti stai prendendo sia il suo cazzone… ti piacerebbe un cazzo vero grosso così, vero? Beh, vedrai che se tornerai al cinema lui troverà il modo di accontentarti…”
Visto che Franca continua a manifestare un notevole gradimento per il trattamento, fisico e verbale, che le stavo offrendo, pensai fosse un buon momento per farle fare un altro passo avanti sulla via della trasgressione: la obbligai a mettersi su un fianco e le presentai il cazzo da succhiare: se voleva tornare ai vecchi tempi… eccola servita! Come immaginavo la troia aveva preso il controllo della situazione: mentre con una mano si sgrillettava come una pazza, con l’altra mi teneva fermo l’uccello aspirandolo con la bocca:
“Ecco, brava, così, così…vedi che sei in grado di occuparti di due cazzi alla volta? E allora smettiamo di prenderci in giro: sei diventata una vera troia, e bada bene, è un vero complimento che ti sto facendo, significa che, meglio tardi che mai, ti sei liberata delle tue inibizioni e d’ora in poi, il sesso occuperà, nella tua vita, il posto che merita! “
Non potei resistere ancora a lungo: mentre le facevo andare dentro e fuori i 25 cme del cazzo di gomma le venni in bocca: per un istante Franca si immobilizzò, ma non ci fu bisogno di obbligarla: la mogliettina finalmente disinibita inghiottì tutto il “succo d’uomo” che le avevo eiaculato in gola: contemporaneamente con un ultimo sforzo dei suoi muscoli pelvici si liberò la figa dall’ingombrante ospite che per più di venti minuti l’aveva pompata ad un ritmo indiavolato.
Benché fossi appena venuto ero ancora decisamente eccitato e volevo togliermi un’altra soddisfazione: scoparla in figa dopo che si era presa il “big Toy”: per riuscirci avevo bisogno di un po’ di “carica” quindi, mentre piazzavo Franca in mezzo al letto con le gambe ben aperte, mentre le pennellavo la figa con la cappella del cazzo ancora moscio, presi a dirle: “Cara la mia porcona, ho appena visto quanto gradisci prenderti due cazzi alla volta, ma ho una curiosità: dopo che il tuo ammiratore ti avrà scopato con il tuo “enorme” cazzone come ti lascerà la tua bella fighetta? Mi accorgerò che sei cambiata? Non succederà che non mi sentirai più? “
Con questi bei discorsi ero riuscito a farmelo tornare duro e prima che mi si ammosciasse di nuovo lo spinsi nella figa spalancata di mia moglie: se speravo in una sua reazione rimasi deluso: Franca si limitò a emettere un lungo sospiro e mentre io cercavo di “prenderle le misure” la sentii muovere il bacino con una specie di movimento “ a pendolo” poi mi sentii dire: “Vedi? Se te la muovo così una volta me lo fai sentire a sinistra e una volta a destra!” detto questo si mise a ridere sguaiatamente.
“Sei veramente una troia…le sai tutte … e solo per averlo menato ad uno sconosciuto al cinema….”
“Sì, sono la tua troia, adesso lo sai … spero solo che passata la novità la cosa continui a fartelo tirare come stasera…”
Era troppo: venni, spremendo i miei poveri coglioni per un’ultima volta e mi accasciai sul letto, rischiando di schiacciare mia moglie che fece appena in tempo a rotolare via.
Per diversi minuti restai immobile, non era tanto il fatto di avere atto sesso con mia moglie tre volte nel giro di 20 ore, allora avevo ancora un’età che certe “prestazioni” me le consentiva, il punto era un altro: cosa era successo nella testa di una 42enne, tranquilla ragioniera impiegata nell’amministrazione di una piccola fabbrica di metalmeccanica, di famiglia cattolicissima, che prima di me aveva avuto, tra i 16 e i 17 due fidanzatini cui non aveva permesso nemmeno di toccargliela e che me l’aveva concessa solo dopo una estenuante serie di rifiuti durata tre anni, ma con il terrore che quando fosse rientrata a casa i suoi, solo guardandola, avrebbero capito che “l’irreparabile era successo”?
E la seconda domanda era: cosa potevo fare perché questa situazione assolutamente nuova si consolidasse, con i “vantaggi” di cui avevo già potuto godere?
Mandrillo 60 mi consigliava di riportarla al cinema e “lavorarla” come facevamo da ragazzi, ma che io pomiciassi mia moglie, con cui ovviamente avevo fatto sesso innumerevoli volte negli ultimi vent’anni, non poteva certamente essere la “trasgressione” che l’avrebbe incoraggiata ad esplorare quel mondo a cui si era a malapena affacciata 24 ore prima: ci voleva qualcosa di molto più concreto…e con “concreto” intendevo la possibilità di prendere in mano, in bocca e nella figa quel cazzo che Franca aveva definito “enorme”: insomma dovevo fare in modo che si incontrasse nuovamente con il suo ammiratore, e per farlo dovevo farle ammettere che l’esperienza al cinema, ben lungi dall’averla disgustata, le aveva messo addosso una tremenda voglia di cazzo…o, meglio, di cazzi!
Anche Franca era silenziosa….la troia, dopo aver goduto più volte in poche ore che negli ultimi due mesi, non credo riuscisse a ragionare tanto bene, ma potevo immaginare che stesse cercando di studiare in che maniera avrebbe potuto dare via libera alle sue aspirazioni troiesche senza rischiare di farsi sbattere fuori di casa…eppure la soluzione era tanto semplice: fare le cose in modo che io ne fossi al corrente e non limitarsi a fare porcate fuori casa, ma restare porca e disponibile anche quando tornava da me!
Passarono diversi minuti e alla fine capii che dovevo prendere io l’iniziativa, visto che Franca non osava farlo:
“Allora, bella mia, quando vuoi che torniamo al cinema?
La risposta della troia non si fece attendere: “Beh, se proprio ci tieni…”
Capito? Ero IO a tenerci!
Eccitato come ero non persi tempo e contattai Mandrillo60 con una mail in cui gli spiegavo che secondo me “la troia” era pronta per un secondo incontro ravvicinato e gli chiedevo dove lo volesse organizzare.
La risposta non si fece attendere: “Ciao, allora c’avevo visto giusto! Guarda, se vogliamo andare subito al dunque venite al cinema Splendor domani sera: mettevi nella penultima fila della galleria, sul lato sinistro, allo spettacolo delle 18:30, lascia lei alla tua destra”
Quando si dice “poche ma sentite parole”: gli risposi che per noi andava bene e lo salutai, dopo di che andai a dare la bella notizia a Franca:
“Allora, domani andiamo al cinema? “
Franca rimase perplessa: forse aveva sperato che io lasciassi cadere la cosa, ma d’altra aveva lasciato a me la decisione…
“E cosa si va a vedere? “
Io a dire il vero non avevo nemmeno chiesto al mio interlocutore che film fosse in programmazione : sapevo che si trattava di un cinema di periferia e che dava film che erano già circolati a in città, per cui risposi con una battutaccia: “La porcona va al cinema”!
Non l’avessi mai detto: Franca si incazzò come una jena, si alzò dal divano e se ne andò dritta in camera, sbattendo la porta.
Lasciai passare una decina di minuti per farla sbollire, dopo di che aprii la porta e l’ affrontai: “Senti bella, mezz’ora fa mi hai detto che lasciavi decidere a me se ripetere l’esperienza che ti ha tenuta in uno stato d’eccitazione per quasi 24 ore e adesso fai tutte queste storie per una battuta? Decidi tu, allora, ma poi non venirmi a dire che sono stato io ad impedirti di vivere la tua vita come vuoi tu!”
Franca non rispose, si limitò ad alzarsi dal letto e tornò in soggiorno, dove, cosa inaudita, prese un bicchiere dal mobile bar e si versò una generosa dose di whisky, poi sedette sul divano bevendolo a piccoli sorsi.
Sapevo che le rare volte che beveva qualcosa di forte poi le veniva un sonno tremendo e interpretai il suo comportamento come un modo tutto sommato gentile di mandami a quel paese.
Andammo a letto in tempi separati, lei prima io dopo un bel po’: ne approfittai per ricontattare Mandrillo 60 e chiedergli che film davano e come dovevo far vestire mia moglie: la risposta fu veloce: “Ma chissenefrega del film, non lo so, quello che a noi interessa è che un cinema che non fa mai il pieno, tantomeno nella galleria, dille che si vesta con una gonna a portafoglio, niente mutande, o al massimo un tanga, niente reggiseno, e un maglione bello comodo.”
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Lunedì mattina uscendo di casa dissi a mia moglie: “ ci vediamo stasera, verso le cinque e mezzo, fatti trovare pronta: ah, il tuo amico consiglia di vestirti comoda, con una gonna larga e un bel maglione largo…e non metterti biancheria!”
Prima che Franca mi tirasse dietro il tostapane chiusi la porta e scesi a prendere l’auto: dopo una mezz’ora ero al lavoro e mi diedi da fare per poter finire prima del solito; a mezzogiorno mangiai una barretta per non perdere tempo al bar e alle cinque avevo finito: saltai in auto, arrivai a casa e citofonai a Franca: “Sei pronta? Dai scendi che andiamo!”
Mentre attraversavamo Milano avvertivo il tormento che mia moglie stava vivendo: suo marito la stava portando ad incontrare uno sconosciuto con cui aveva già avuto un “incontro ravvicinato” e che si aspettava che avrebbe avuto libertà d’azione con la sua collaborazione e la mia benedizione: sapevo che dentro di sé si stava dando della puttana, ma intanto non si sognava nemmeno di fermarmi: arrivammo nella zona del cinema con un certo anticipo, ma ci volle un po’ per trovare un posto per parcheggiare l’auto, quindi arrivammo al cinema 5 minuti prima dell’inizio dello spettacolo: chiei due biglietti per la galleria ed ebbi l’impressione che la cassiera ci guardasse in modo un po’ strano, comunque salimmo le scale e salimmo nella parte alta della sala: guardando verso lo schermo potevo vedere che la zona era praticamente vuota: guidai Franca verso i posti di sinistra della penultima fila e mi sedetti accanto a lei, lasciando due posti liberi alla nostra sinistra: il film iniziò, era un vecchio spaghetti western con Clint Eastwood, con un certo cinismo pensai che con le continue sparatorie non ci sarebbero stati problemi se a Franca fosse sfuggito un gemito…
Dopo una decina di minuti, duranti i quali avevo tenuto la mano di mia moglie stretta nella mia: era fredda e sudaticcia, evidentemente la signora era nervosa: ma ecco che una figura piuttosto massiccia entra nella nostra file e si siede nel sedile a sinistra di Franca: “Ciao cari, grazie di aver accettato il mio invito!” detto questo l’uomo, che dalla voce poteva avere una quarantina d’anni, mise una mano sulla coscia di Franca, che mi strinse la mano, come dire “ci siamo!” e poi me la lasciò, prevedendo che le sarebbe servita: l’uomo stava evidentemente esplorando le zone intime di mia moglie ed evidentemente trovò tutto di suo gusto, perché le bisbigliò “brava porcellina, vedo che sei pronta farti fare un bel servizietto!” Franca allargò le gambe, facilitando l’accesso al suo masturbatore: “Mmmm, sei già fradicia…c’avevo visto giusto l’altra volta…sei una vera troia: ma è la prima volta che ti fai fare al cinema?” Franca quasi balbettando rispose: “S..sì” “Bene, vedrai che non resterai delusa!” Mentre l’uomo si stava dando da fare tra le gambe di Franca vidi che alle spalle di mia moglie si era accomodato un altro uomo, che nell’ombra pareva più giovane dell’altro: il giovanotto si spostò in avanti e allungò le braccia, posando le mani sulle tette di Franca, che ubbidendo alle istruzioni non indossava il reggiseno: il tipo iniziò a manipolargliele con una certa energia: Franca si abbassò sul sedile allargando ancora di più le gambe: era chiaro che il trattamento le risultava piacevole, molto piacevole. I due continuarono ad occuparsi di mia moglie finchè non fu chiaro che la porca era venuta almeno un paio di volte, poi l’uomo che l’aveva masturbata si portò la mano con cui aveva sondato la figa di mia moglie alla bocca dicendo”Puro miele di troia…adesso vieni qui che ti faccio assaggiare il mio!” Franca dovette tirarsi su per poi piegarsi verso l’uomo, che aveva estratto il cazzo dai pantaloni e lo stava presentando a mia moglie perché glielo prendesse in bocca: “Eccoti il premio, adesso fammi vedere come sei brava a succhiare un cazzo!” Franca non era mai stata particolarmente dedita al sesso orale, che tra noi era sempre stato un ripiego quando io avevo troppa voglia per aspettare la fine del ciclo, ma in quell’occasione era evidente che la troia aveva preso il sopravvento: nel buio della galleria potevo vedere la testa di mia moglie alzarsi ed abbassarsi con un ritmo che lo sconosciuto doveva trovare di suo gusto, perché lo sentivo che la incoraggiava: “Sì, sì, brava, dai così……non fu una cosa lunga: dopo meno di cinque minuti l’uomo che mia moglie stava spompinando le trattenne la testa, dicendole :”Brava troia, adesso bevi tutto, mi raccomando!” Franca, che non mi aveva mai permesso di venirle in bocca, né tantomeno aveva mai inghiottito la mia sborra non si oppose: sia pure con qualche verso e un colpo di tosse, probabilmente dovuto alla quantità di succo d’uomo che il tizio le aveva scaricato in gola, inghiottì tutto e senza nemmeno che le venisse richiesto, si preoccupò di pulire con le labbra la cappella del cazzo che aveva appena fatto sborrare. L’uomo ne fu entusiasta e si complimentò alla sua maniera: “Ma sei una formidabile pompinara! Allora prendi fiato perché devi far vedere la tua bravura anche al mio giovane amico!” Il ragazzo che si era dedicato alle poppe di mia moglie si era infatti alzato e si era avvicinato a me: era chiaro che avrei dovuto cedergli il mio posto: mi andai a sedere dove prima era stato lui e così assistetti allo spettacolo della mia donna che serviva il secondo cazzo della serata: anche il giovane apprezzò la bravura di Franca, cui non risparmiò i complimenti: “Cazzo, che pompa…sei una troia di pompinara…dai,dai prendimelo fino in gola che ti sborro direttamente nello stoo..maa..cooo….!”
Franca fece più fatica ad accontentarlo: ebbe dei conati e tossì violentemente ma alla fine dovette riuscire ad accontentare anche lui, dopo di che si appoggiò allo schienale stravolta.
I due però non erano ancora del tutto soddisfatti: tenendole le cosce aperte appoggiate sulle loro si assicurarono un perfetto accesso alla figa e con due dita ciascuno gliela fotterono finché lei stessa, sgrillettandosi, non venne sibilando “Sìììììì, sìììì, sìììì, cosììì”
Il primo tempo del film era terminato: dopo un istante di buio assoluto le luci della sala iniziarono ad accendersi, i due porci che si erano divertiti con Franca si alzarono tirando su la cerniera dei pantaloni e si allontanarono calcandosi ben bene in testa i berretti.
Mia moglie ed io restammo seduti ancora una decina di minuti, poi Franca, con una voce che sembrava provenire dalle profondità dell’inferno mi disse: “Portami a casa!” Mentre uscivamo dal cine feci giusto in tempo a vedere la cassiera che chiacchierava con la maschera, sentendoci scendere le scale si girò per un attimo verso di noi, poi indicandoci con un cenno della testa dovette spiegare all’uomo che chiaramente non eravamo venuti in quel posto perché appassionati di western: l’uomo, sicuramente un pensionato che arrotondava facendo il servizio, fece un ghigno laido e guardando mia moglie mimò un movimento con il bacino che non dava adito a dubbi sul suo pensiero.
Avevo parcheggiato la macchina a poche centinaia di metri dal cine, quindi ci arrivammo in pochi minuti, minuti in cui Franca non profferì verbo: entrai in macchina e le aprii la portiera: Franca si sedette, e mentre si allacciava la cintura disse: “Dio, come sono caduta in basso!”
“Ossignore, adesso non cominciare con la lagna di quella che si vergogna perché si è lasciata un po’ andare: ho visto, sai, con che entusiasmo li spompinavi… e ho anche notato che hai mandato giù tutto senza problemi…quindi ringrazia tuo marito che ti permette tanta libertà e non cadere nel patetico!” Non c’ero andato leggero, ma non ero disposto ad accettare che la furbacchiona, dopo essersi comportata da troia, facesse atto di pentimento e a me, invece che di avere in casa una troia mi toccasse di trovarmi in casa una madonnina infilzata piagnucolosa e per nulla collaborante!
Nella mezz’oretta che impiegammo per tornare a casa Franca non parlò, scese appena arrivammo davanti a casa mentre io andavo a mettere l’auto nel box: quando pochi minuti dopo aprii la porta di casa trovai tutto buio, tranne una fioca luce proveniente dalla camera da letto: mi fiondai dentro e trovai Franca nuda sul letto con nella figa il cazzone di gomma: “Dai spogliati, non ce la faccio più….” Obbedii lasciando cadere i vestiti per terra e mi buttai sul letto: Franca mi prese la mano e se la guidò sul cazzo finto : “Dai, sfondami la figa…dammelo tutto… fammelo sentire fino in fondo…” l’ accontentai mentre lei si sgrillettava furiosamente: impiegò almeno 10 minuti a raggiungere un orgasmo che la lasciò senza fiato e con la figa aperta come una bocca senza denti: dopo vari minuti, ripreso fiato la prima cosa che disse fu: “ non posso continuare così…io ho fame di cazzo…e al cinema li posso solo menare e succhiare… ma ho bisogno di sentirmelo dentro: dai tocca a te adesso..fammi sentire che ti piace avere una moglie troia….” Era andata: avevo puntato tutto su un numero ed era uscito: la troia che dormiva nella mia noiosa mogliettina si era risvegliata, affamata e decisa ad avere tutto quello che per anni aveva inconsapevolmente desiderato. Glielo ficcai dentro con rabbia, e ancora una volta mi resi conto di quanto il mio cazzo fosse ormai inadeguato, ma non era stato il cazzo di gomma ad allargargliela, era la voglia sfrenata che gliela faceva stare aperta fradicia e spalancata ci scivolai dentro ed iniziai a pistonarla con rabbia, avrei voluto sentirle dire : “piano, piano, mi fai male così…” ma rimasi deluso: mia moglie, piantandomi le unghie nella schiena iniziò a gridarmi nell’orecchio: “dai, dai, fammi sentire il tuo cazzo che mi apre, che mi sfonda la figa, pompami, pompami forte, dai così, così….” Dopo aver visto Franca all’opera con due maschi al cinema, sentirla gridare così mi fece venire come un ragazzino alla sua prima volta, ma del resto QUELLA era una prima volta…la prima volta che non “facevamo l’amore”, ma che scopavamo come animali.
Una volta finito di scopare, mentre Franca si faceva la doccia, io mi precipitai al PC, aperta la mail ci trovai subito un messaggio di Mandrillo:
“Ciao, credo che tua moglie sia rimasta soddisfatta dal trattamento e direi che possiamo passare alla fase tre: la prossima volta me la porterò nel bagno del cinema per scoparla, ti va?”
Rimasi perplesso: sappiamo tutti che i cessi dei cinema sono locali schifosi in cui può entrare gente in ogni momento, come si poteva pretendere di portarci una donna per scoparla? Rispondendo feci presente la mia perplessità, ma il mio corrispondente mi tranquillizzò:
“La volta prossima si cambia cinema, vi porto dove c’è un bagno per il personale e ho la chiave”
A quanto pareva il tizio era ben organizzato, restava da stabilire se Franca sarebbe stata dell’idea …ma da come si era comportata pochi minuti prima la troia sembrava ben avviata sulla via della trasgressione

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