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Racconti di Dominazione

colloquio

By 23 Dicembre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Sei in treno ti stai annoiando, ed il pensiero corre a me, pensi come sarò come sarà il mio odore, pensi a come sarà sentire le mie mani sulla tua pelle, cosa proverai a guardarmi negli occhi davvero, mi cerchi negli occhi negli uomini del compartimento davanti a te, nessuno però coglie l’interesse.

Fai il mio numero, rispondo ti dopo le prime chiacchiere ti chiedo se ti sei vestita come piace a me, ti chiedo di decriverti al telefono, mentre lo fai scorgi lo sguardo del passeggero davanti a te che origlia la telefonata, me lo fai capire.

Dai passati la mano sul seno per far passare un po d’aria, nel compartimento in 6 fa caldo, ti sei pentita di aver meso in pantolini al ginocchio, e un po le gambe per far stemperare un po, mentre mi racconto che hai indossato il tanga nero che avevo inviato per posta, e che allargando le gambe sui pantaloni bianchi fa proprio un bell’effetto.

Ti dico di immaginare come sarebbe se fossi io in fianco a te nello scompartimento, e adesso avrei infilato la mano in mezzo ai pantaloni, li davanti a tutti gli altri, e ti avrei alzato la gambe appoggiondala e me divaricandole completamente,ti direi di immaginare che starei appoggiando la mano al tuo interno coscia, mentre tu adagiandoti dolcemente a me mi guarderesti con ammirazione quasi una gattina con le fusa abbracciandomi completamente e facendo casualmente scivolare la mano sui pantaloni…….alche cominci ad accaldarti, e nel compartimento fa troppo caldo. ti alzi per fare 2 passi, ma è più forte di te alzandoti dal compartimento ti giri, ed invece che accovacciarti a prendere la borsa ti pieghi a 90° facendo volteggiare il sedere a pochi CM dalla faccia del vicino…

esci, e mi racconti le facce che hai visto quando hai salutato il compartimento, ti avvicini al bagno per rinfrescarti manca poco all’arrivo, ci salutiamo.

Sei arrivata in stazione, scendi dal treno, mi cerchi con gli occhi…..

disperazione non mi trovi…:!!!

il primo pensiero è che sono uno stronzo che hai fatto il viaggio anche solo per vedermi e neanche vengo a prenderti alla stazione, vorresti tornare indietro,

quando in fianco a te vedi  che invece il tuo compango di compartimento ora sta salutando la compagna, prendi in mano il telefono per cancellare il mio numero, ma il telefono suona sono io, che fare rispondere?

<>, pur con malavoglia mi credi, e forza di dirigi al bar, cominci a camminare dopo due passi senti un odore, un odore che ti piace che ti è familiare, ce prima ancora che rifletti su dove lo hai già sentito, senti una mano sulla tua schiena, e le mie labbra sul tuo collo.

Non ti giri ha guardare, vuoi fare un la sostenuta, anche se sapevi che non ti avrei lasciata li da sola, cerco di fermarti, fingi di non voler farti fermare, ti cingo con più forza, ti tiro a me, ti faccio voltare di scatto, sai che mi piace quando fai la gatta che graffia, ti stringo a me, ti fermo le mani dietro la schiena, e ti guardo fissa negli occhi in silenzio, mi guardi…. mi fissi… sostieni lo sguardo in silenzio.

Ti lasci tenere ferme le mani dietro la schiena con solo la mia mano sinistra, mentre ti appoggi completamente a me, la mia mano destra ti tiene dai capelli,

ci baciamo, è un torrente in piena, ora entrambe le mie mani cingono le tue natiche, oltre ad abbracciarmi con le braccia, mi stringi, mi abbracci con le gambe, mi sposto,  ti appoggio al cartellone, con la mano sinistra cerchi la cernira dei pantaloni, io entro dalla schiena a dentro i tuoi pantaloni, rimaniamo vari minuti avvinghiati, cercando scoprirci di svelarci con le mani, ma incredibilmente ci accorgiamo che siamo in stazione, a malavoglia ci stacchiamo, mi rendiamoo conto assieme solo guardandoci che non abbiamo fatto una cosa….<>, <>..

Ridendo ci incamminiamo sul banchina del treno…..

Mi chiedi <>, <>, sorridi e mi guardi col tuo sguardo complice e interrogativo….

 

Arriviamo in stazione, entro al bar centrale, e ti chiedo cosa volevi da bere di fresco, dopo tutto il caldo del viaggio!! :-) , mentre trattengo con un sorriso la risata invece tu una risatina le fai e mi dici cosa ordinare  “da bere”.

Guardando in giro vedi quello dello scompartimento seduto al tavolo con la moglie, me lo fai notare, mi fai notare che ha l’occhio fisso sull’attaccatura della tua schiena nuda con i pantoli, da cui spunta i lembo di tanga, sapendo che mi piaci provocante hai messo la maglietta più aggressiva che avevo (penso che la camicetta che indossi, ti farebbe notare anche al buio, sei stata grandiosa), mi avvicino, ti cingo e infilo la mano tra il lembo del tanga, e la schiena, provo a strattonarlo un po, sento che esce di più ma non è il solo effetto che provoco, il filo si insinua tra le grandi labbra, allargandole un po, e i pantaloni che indossi certo non sono fatti per nascondere, infatti si disegnano le loro curve tendendo la stoffa, inoltre per assecondare il movimento inarchi un po anche il sedere verso dietro….

Tu sei girata e non lo vedi diventare paonazzo, faccio cadere “giuro involontariamente la tua borsa..eh eh eh ;->”,e tu allargando un po le gambe per aiutarti a scendere di più ti pieghi mantendole dritte, fino a raggiungere la borsa, , nell’operazione “sempre casualmente” vieni a sfiorare col viso i miei pantaloni (chissa in che zona?), ti rialzi mi guardi e mi chiedi cosa sto guardando, ti faccio girare, solo che sei sempre la solita e a te non basta girarti, ti siedi con mezzo sedere su una mi gamba, in modo da rimanere a gambe aperte appesa sulla mia coscia, prendi la mia mano, e mentre una la appoggi sul ventre sotto il seno, l’altra la fai scivolare sulla coscia destra, non curandoti del mondo circostante appoggi il viso al mio ti inarchi indietro, appoggiandoti completamentea al mio copro, e leccandomi il lobo dell’orecchio <>…

Ci alziamo ci dirigiamo insieme verso l’esterno, ma mentre usciamo ti giri, e mandi un baciotto con le dita, al “nostro amico”….

sei proprio incredibile….

Siamo, usciti, anche se per tutto il viaggio non hai tolto la mano dalla patta dei miei pantaloni (non che mi abbia dato fastidio, ma la prossima volta è meglio che mi lasci camminare libero, mi sentivo come al guinzaglio, solo che il guinzaglio era ancora al coperto, e quindi non camminavo proprio benissimo), ti indico il parco dei bambini, che a quest’ora è libero (ricordati che è sera, quasi notte (il viaggio dalla sicilia è lungo)), il parchetto sopratutto è abbastanza appartato, entriamo non mi dai nemmeno il tempo di abbracciarti ancora, che sei già acucciata ai miei piedi, ad armeggiare con il mio cazzo…

Cominci con il coccolarlo come sai fare tu, bacio, carezza, lo avvolgi con la tua lingua, poi lo fai scivolare sul tuo viso, fino a sentirlo tutto appoggiato, sei arrivata al punto di contatto di contatto con le palle, appoggi la punta della lingua, e mentre con le mani, lo schiacci sul tuo volta, con le labbra e la lingua giochi con la sacca delle balle….

Ti ritrai di scatto, e lo fai sparire tutto, lo vedo entrare dentro te, e quando ormai hai il viso a contatto col io ventre, e sento la pelle delle balle, appoggiati al tuo mento, abbasso lo sguardo, e ti vedo.

Vedo i tuoi occhi, vedo il tuo sguardo, … felice. soddisfatta, ti piace il mio sapore, ti piace sentirlo invadere la tua bocca, e ti piace che  a farlo sia io, il tuo sguardo non riesce a nascondere nulla, dei tuoi sentimenti.

Cominci a muoverti avanti e indietro sempre fissandomi, sento scorrere la lingua e le labbra sul mio membro, voglio forzarti, voglio forzarti di più… e tu se la mia schiavetta lo capisci, incroci le tue mani dietro la schiena, e mi guardi ferma, appoggio una mano al tuo mento e con una i capelli, e ti muovo la testa, telo spingo fino a sentire le pareti della gola, avanti indietro, pià giù, lo tiro fuori, ti allargo la bocca un po con le mani, voglio far entrare anche le palle…..dovresti farcela…e infatti..fluff.

ti sento che mugugni, mentre ti tengo contro di me…e penso che mi piacerebbe che ti masturbassi mentre ti invado, e come tuo solito mi leggi nel pensiero, ed ecco la tua mano che comincia a giocare, col tuo sesso, anche se purtroppo i pantaloni non ti fanno giocare come vorresti, e sopratutto vorresti che fossi io a giocarci…..

Tolgo le mani, dalla tua testa, riprendi una boccata d’aria, ora voglio riguardarti mentre ricominci a giocare di tua iniziativa con l’uccello, dopo esserti dissetata per bene, .. <>, e tu obbediente ti alzi, e con ancora le goccine di saliva miste al risultato del tuo lavoro che pendono dalle labbra, ti fermi in piedi davanti a me guardandomi attraverso i capelli con la testa un inclinata.  ;-)

Mi piace quel tuo sguardo da bambina cresciuta che fatto la marachella, ma ha paura a dirmelo…

<>

 Entriamo in macchina, ai piedi del sedile c’è una scatola chiusa, ti siedi ed in silenzio comincia ad immaginare… ma da brava ne la apri e ne mi chiedi di aprirla, sai che quando sarà il momento  te lo dirò io…

Avvio la macchina…

è qualche minuto che ho avviato la macchina, ti ho chiesto come è andato il viaggio, se ti sei stancata, le cose più normali.

Mi ascolti mi rispondi quasi senza pensare, l’attenzione tua è rivolta alla scatola, stai pensando cosa mai potrò essermi inventato, con un misto di paura e eccitazione, fissi prima la scatola, poi me, cercando di carpirimi chissa quale segreto.

Mi accorgo del tuo silenzio e delle risposte senza animo, appoggio una mano sulla tua coscia sinistra, stringo un po, per riportarti all’attenzione ed al mondo reale e ti dico che stiamo andando al ristorante, avrai pur fame dopo il viaggio.

Mi rispondi che dovrei saperlo, che tu hai sempre sete prima della fame, e appoggi la mano sinistra sui miei pantaloni.

<>

senza ribattere nulla ti posizioni, sul sedile in modo da permettermi di continuare a giocare con la mia mano destra, e nello stesso tempo permettere te di prendere in bocca il mio cazzo.

il tragitto è breve (ma non ho intenzione di farti smettere), quindi mi protraggo un po, per le viette, mentre sei li con il tuo adorato bastone del comando tra le labbra…

e stai cercando in tutti i modi, di cavane fuori qualcosa, ma ti devi accontentare del suo sapore a secco, mi fermo.

Mi fermo davanti al ristorante, arriva il parcheggiatore, tiro giù il finestrino per pagare l’ingresso, ti vede si sofferma arrossa un po ma non fa commenti, proseguiamo nel parcheggio.

<>

fai tutto con foga sei troppo incuriosita, e stracciando la custodia di pelle estrai un dildo di gomma, un enorme dildo di gomma, attaccato all’interno di mutande di latex.

<>, <<è vero hai ragione, scendi dalla macchina e mettilo mentre sei fuori in piedi>>. pensi [cazzo ma non potevo stare zitta, so che alle volte ale sa essere un po bastardo, e quando fa così io proprio non riesco a dirgli di no, ora mi tocca uscire], scendi dalla macchina e cominci a infilarti il grosso fallo di gomma, ma è davvero grosso, e non eri ancora pronta per sentirlo tutto, quindi lasci tutto li com’è un po più della metà, tanto ci sono le mutandine di gomma, che lo reggono su anche se ti viene il dubbio che non sia finita, le mutandine hanno una ceriera in prossimita del sedere.

ora scendo io dalla macchina, mi avvicino a te, controllo il lavoro eseguito, ti guardo sorridente, <>…

 

entriamo, ma fai fatica a camminare normale, con sto coso li in mezzo se un po impedita, ma non osi perdere il mio passo. ci danno il tavolo io mi siedo, e vedo che nei tuoi occhi sta balenando un pensiero, e stai titubando <>, ma nella tua mente il pensiero che ti blocca è [come faccio a sedermi, non ci pò stare tutto, se mi siedo e come se mi impalassi da sola, su qualcosa di troppo anche per me].

Mi accorgo dei tuoi dubbi, mi alzo appoggio le mie mani sulle tue spalle, mi metto dietro di te, ti bacio prima il collo, poi su fino all’orecchio, dove ti sussurro, che sei speciale, che devi fidarti, se ti chiedo di farlo, è perchè so che puoi farcela, daltronede se non ti fidi del tuo master che gioco è…

E questi giochi un master come me sa che può farli solo con la sua schiava speciale!!! [che bastardo che è ale, mi ha convinta, adesso lo so che sono una cretina e mi siedero solo perchè me lo ha chiesto alla sua maniera,…catia sveglia..non ti ha mica drogato] ma a voce mi rispondi <>…

Ti accompagno con le mani fino a quando non sei completamente seduta, sentivo attraverso le mani il tuo corpo vibrare, faticare ogni centimetro della discesa sulla sedia, [cristo quanto è grosso mi squarta…ho tanta voglia di strillare.. mi ha portato qui in pubblico anche per togliermi il piacere di strillare..devo fare qualcosa non riesco a stare seduta con questo affare infilato], ti vedo che ti mordi il labbro per non strillare, e quando vedo che sei completamente seduta torno anche io al mio posto.

arriva il cameriere chiede se abbiamo ordinato stai per rispondere, quando una vibrazione parte dal dildo, e ti zittisce, al camerire rispondo io ordinando anche per te, al vibrazione aumenta, mi guardi già arrossata, puntando le mani sul tavolo sussurri a bassa voce, << che mi fai sei pazzo, se continui così mi metto a urlare qui in mezzo>>, ma un gemito di piacere di spezza l’ultimo pezzo di frase, la vibrazione aumenta, il fastidio ha lasciato posto ad un piacere immenso che ti pervade, lasci appoggiare la tua schiena allo schienale, braccia a penzoloni, e gambe aperte, per quanto ti consente il tavolo…

arrivano il vino e le portate, allento la vibrazione fino a spegnerla, torni un po in te..

mi sussurri grazie, e bevi un sorso di vino, alla fine dell’antipasto mi chiedi che devi andare in bagno, ti ricordo di portarti anche la custodia in pelle rossa.

in bagno ti sfili tutto il dildo, e vedi che hai la gonna completamente fradicia dei tuoi umori, [che vergogna passegiare nel ristorante con una macchia come se mi fossi pisciata addosso, ma cosa mi succede, è vero mi piace fare del sesso ma con ale sto esagerando…. mi tratta come la sua troia…ed ora chissa quale diavoleria ci sarà in questa scatoletta, sicuramente qualcosa che vorrà mi infili anche dietro ma stavolta lo frego tanto non potrà capirlo che a casa…]

torni a sedere, e ti chiedo l’operazione e riuscita, mi dici ammiccando di si, e ti risiedi, ormai il fallo non da più fastidio, sei abituata e lubrificata bene per poterlo accogliere comodamente, dopo pochi minuti mi alzo, ti prendo per mano dicendoti di seguirmi al bagno…dei maschi.

dopo aver chiuso la porta <> mi rispondi di no, sciaf ti mollo uno schiaffetto, <> , << ma di cosa parli ale?>> sciaf, sciaf, (più forti) ti ordino di girarti e di appoggiare le mani al muro, dopo che l’hai fatto ti tiro su la gonna, slaccio la zip degli slip in gomma, <>. e prima di infilarci il dito, spank, una manata per saggiarne la consistenza, ti infili la mano in tasca e mi porgi il dildo anale che non ti eri messa prima, << catia avresti dovuto pensarci prima...ora è tardi>>, te lo strappo dalle mani, e lo infilo tra le tue labbra, ora le dita sono due, ma le tolgo per sodomozzarti

Ma è ancora presto, ed in più sei troppo asciutta, regolo al massimo il telecomando del dildo, cominci a fremere, vedo sin tremarti un po le ginocchia, ma il mio scopo sta funzionando vedo ituoi umori colare fuori dalle mutande e la saliva gocciolarti dalla bocca, con queste inumidisco il mio cazzo.

te lo supposto nel didietro, insisto 2 3 volte fonche non entra del tutto, sputi il dildo dalla bocca, <>, scivoli con le mani dalla parete, e ci appoggi la faccia, ma non riesci a sfilarti dal mio uccello, perchè ti cingo dai fianchi, ma il dolore ci mette poco a sparire surclassato dal piacere generato dal mio fallo, e dal vibratore…

Gemi, ti sento tendere tutti i muscoli, per un attimo, un urlo soffocato, sento che fai fatica a reggerti in piedi, ma hai bisogno di far venire anche me, quindi resisit ancora qualche minuto, e dopo che ti vengo nel retto ti lasci cadere stremata tra le mie braccia…

Togliamo tutto, usciamo dal bagno, anzi praticamente ti porto inbraccio fuori dal bagno, ma quando siamo al tavolo mi dici che sei stanca, sei in piedi dalla mattina alle 5 per prendere il treno << va bene catia andiamo a casa>>.

Dopo aver pagato, andiamo in macchina ti addormenti quasi subito, ma l’ultimo tuo pensiero è alle altre confezioni dentro la scatola, ma sei troppo stanca e ti addormenti sul sedile della macchina.

 …….

 dormi per quasi tutto il viaggio, ma io mi ritrovo spesso ad accarezzarti il viso, le guance le labbra è penso [quanto è bella e brava la mi catia, cosa ho fatto per meritarmi la fortuna di averla……]

A casa avevo preparato la sedia, (quelle con le corde e le manette) ma non ho il coraggio di svegliarti sei un angelo mentre dormi e comunque è già notte inoltrata, tuttosommato domani hai un colloquio. anche se con me…!

Ti prendo dolcemente, e ti porto giù dalla macchina come farei con una bambina, anche perchè in fondo tu SEI la MIA bambina, in casa ti adagio sul letto cercando di non svegliarti, ma nel dormiveglia mi sussurri <>.

Ti lascio dormire adagiando la scatola rossa che era in macchina ai piedi della tua parte di letto.

 

Al risveglio ti trovi ancora vestita sul letto, ti rendi conto però che è presto, hai voglia di fare una doccia, ma non sai, in fondo non è casa tua…

Fa nulla, Pensi che tanto è casa di ale, a lui farebbe solo piacere, anzi magari se si alza presto mi raggiunge anche lui!

cosi ti spogli, appoggi i vestiti del giorno prima sul letto, vai in bagno riconosci il io accappatoio dall’odore.

Riconosci l’odore di ale, rimani qualche minutoa stringerlo, e assaporare con le narici questo odore che ti inebria.

Accendi l’acqua, aspetti che diventa calda, entri.

Nel frattempo io sono nel dormiveglia mi giro per cercarti ma non ti trovo, mi sveglio del tutto, e sento il rumore della doccia, scendo….

Decido di venire in doccia con te, (tanto ho davvero una doccia grossa), sono dietro i vetri, prima di entrare ti guardo attraverso i vetri, mi gusto la visione del tuo corpo, la visione delle goccie d’acqua che scivolano su dite, cadendo dai capelli, e gocciolando sul seno e sulle natiche.

Ti accorgi della mia presenza, apri gli occhi, e scostando la porta della doccia, mi dici, dai su entra che fai li impalato fuori?

entro in doccia anch’io comincio a massaggiarti il collo la schiena, passandolo col sapone, ma il solo sfiorarti mi eccita, te ne accorgi, e anche se sei dischiena cingi con una mano il pisello e il resto le palle. te lo avvicino, sento la cappella sfiorarti il taglio del sedere.

passo una mano sul seno ti avvicino a te e ti sussurro <>, mi rispondi <>.

Ti giro, ti stringo, e ti bacio follemente sotto la doccia, e quando mi stacco, ti dico guardandoti negli occhi <>. finiamo la doccia esco prima io e quando esci ti porgo il mio accappatoio.

Torniamo in camera e mi chiedi come mai c’è ancora la scatola, <> ci divertiremo oggi pomeriggio. dopo il tuo colloquio sarò in ferie>>.

Ci vestiamo  e ci dirigiamo verso la ditta dove lavoro.

arriati in ditta io vado nel mio ufficio e a te ti lascio nella sala d’aspetto, dopo circa 2 ore ormai sei davvero incazzata convinta che sei venuta a fare un viaggio per nulla, e che io non abbia alcuna voce in capitolo per farti avere nessun lavoro…

Ti chiama la capa del personale, 20 minuti di colloquio con lei, poi ti passa al caposupremo, altra mezzora di colloquio, ed alla fine il capo ti dice, che secondo lui non sei adatta per il posto, ma che comunque l’ultima parola spetta all’ ing.Farina, che ti aspetta nel suo ufficio e ti da un consiglio, <> (si anche il capo fa sempre qualche avance a tutte).

Ti accompagna al mio ufficio ti apre la porta ma non entra, mi trovi da solo alla scrivani intento a scrivere.

<>, <>, <>, <>,<>.

Alche tutta arrabbiata, ti alzi e fai per dirigerti alla porta, mi alzo anche io, e più rapido di te (io non porto tacchi), ti prendo per la mano strattonandoti ti cade la borsa, ti appoggio di schiena al muro, alzo entrambe le mani in alto e letengo ferme con la sinistra, mentre la destra ti sta già alzando la gonna.

ti bisbiglio <>, oramai ho la mano nelle mutande, tu allarghi le gambe per farmi passare meglio e mi dici << si padroncino ale, cominciamo il colloquio!!!>>.

La parte hard la viviamo assieme, con trasporto come se fossimo ancora all’asciutto come se non ti avessi mai usata così.

Mi chiedi cosa provo ad usarti, ad avere finalmente una “segretaria personale”, tutta per te…..

dopo circa un’ora, diamo fine al colloquio ti dico di rivestirti e di tornare dalla capa del personale che ti farà sapere lei quando cominci..

 Ma quando arrivi la, noti l’ostilità nei sui occhi, ti fa sedere, ti si avvicina e ti dice all’orecchio <>..

 La guardi con sufficenza e gli dici <> con un ghignetto soddisfatto…

 

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