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Racconti CuckoldRacconti di Dominazione

Come posso rifiurare? (2)

By 4 Marzo 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Emanuela non è evidentemente preparata a questo trattamento, anzi non è proprio preparata alla situazione in cui si trova. Perché lo fa? Deve amare veramente il marito. Vabè!, dei motivi non me ne frega un cazzo. Adesso e tutta rossa, ansima invece di respirare, non è perché sta godendo, è solo per la vergogna. Ha seppellito lo sguardo sottoterra, ma non si muove. Però! Bravo il mio Dante, non so come sia riuscito a convincerla… e non me ne frega.
“Sentite cari: ho bisogno di lasciare libera la mia bestia”. Mi piace esprimermi così… mi sento più forte. “Cara.. non è che potresti aiutarmi a liberarla?”, mentre faccio questa quasi domanda forzo la testa della donna a scendere sotto il tavolo e guardo negli occhi il marito che sembra finalmente eccitarsi… gli brillano gli occhi. Del resto, sta realizzando un suo piano. Emanuela scende lentamente sotto il tavolo guardando negli occhi il marito che sembra volerla solo incitare. Io mi allontano dal tavolo in modo che lei possa avere più spazio possibile e stia comoda. Mi slaccia la cintura e i pantaloni, l’aiuto ad abbassare i miei slip. Il cazzo finalmente libero scatta come una molla, la colpisce sulla guancia e in un occhio, la botta sull’occhio le fa male. Si copre l’occhio e poi gli scappa una risatina. La scenetta comica fa ridere anche me,… ma mi piace pensare che lei non avesse calcolato bene la misura perché abituata ad altre dimensioni, adesso si deve abituare a questa. La guardo mentre lo accarezza, si, deve essere così, non sembra abituata a tanta grazia. Non avvicina la bocca e storce il naso, non mi sono lavato solo per vedere se è davvero convinta di quello che sta facendo. Sento l’odore un pò pungente che sale, posso immaginarmi il sapore.
“Senti Dante, ma tua moglie lo prende tutto in bocca, o e capace di fare solo seghette da scolaretta?”. Parlo a voce alta, voglio farmi sentire, il marito comincia a parlare con discrezione delle prestazioni della moglie, io invece voglio essere più diretto… no, anzi, voglio essere più volgare, sono o non sono un pò stronzo?. Adesso lei ha preso la cappella tra le labbra, comincia una specie di pompino… bhè, circa un pompino, sembra una sega sulla punta fatta usando le labbra… evidentemente non gradisce il sapore forte.
“Non parla molto tua moglie… ma c’è l’ha la lingua?… non la sento proprio”, rincaro la dose, fingendo di ignorare lei e guardando dritto negli occhi lui. Dante sembra uno scolaro impreparato durante un’interrogazione, a me piace la situazione, però un pompino fatto per bene è un’altra cosa. Sbircio sotto, lei è visibilmente rossa, credo c’è sia scattato l’orgoglio, adesso DEVE farmi vedere che comunque è una brava femmina, che non è assolutamente un’incapace, anche se deve ficcarti un cazzone duro in bocca. Ok, ho capito, qui devo prendere sempre io l’iniziativa, e così sia, porto la mano sotto il tavolo, afferro la nuca della donna e le spingo la testa verso il mio cazzo, che scivola in bocca… non ce la faccio a ficcarlo tutto, però credo di aver raggiunto la gola. Lei si ritrae, un fortissimo conato di vomito, diventa sempre più rossa ma si trattiene. Non forzo più di tanto, sei non è abituata prima o poi mi vomita sul pantalone calato… non se ne parla proprio. La riprendo dalla nuca e le detto il ritmo. Riprendo con calma a mangiare e a chiacchierare con Dante.
“Sai, io credo che la femmina si possa giudicare da come fa il pompino”
“Si, sono d’accordo”
“Giusto, le mezze femmine si limitano a farsi scopare, mugolano, si contorcono, vogliono far credere di partecipare chissà quanto, ma in realtà sono svogliate… direi quasi disinteressate.”
“Si, è vero, e poi un buon pompino non si può fingere.”
“Ecco vedi… io darei un 10 a chi riesce a farti venire usando la lingua, magari ti fa l’intera pompa senza usare per niente le mani”
Appena dissi questa frase sento Emanuela lasciare il mio cazzo e continuare facendo roteare la lingua tutto intorno la cappella congestionata, e poi scorrere lungo l’asta.
Incalzo: “E se poi è proprio interessata a quello che sta facendo non trascura le palle”
“Si si, prendersi delicatamente le palle in bocca e succhiarle è proprio da amante del cazzo”
“Sono d’accordo…” continuo ” del resto se il cazzo lo vuoi devi guadagnartelo, sono tutte brave a lamentarsi quando non sentono la consistenza del marmo, ma poi non fanno niente per farlo diventare così”
“Così come?”
“Come il mio no?” dissi rivolgendomi ad Emanuela ” è abbastanza duro per i tuoi gusti?”
“Si durissimo ” Risponde lei, con voce bassissima e senza guardarmi, poi prende una alla volta le mie palle in bocca e inizia a massaggiarmele con la lingua.
“Adesso me la sto godendo tutta” riprendo il discorso con Dante. ” Questo favorisce la produzione di sperma… spero proprio che riesca a berlo tutto, non mi piace quando cola e va perso”
Questa frase provoca una reazione istantanea su tutti e due. Dante si illumina letteralmente, Emanuela si blocca un attimo, poi riprende a spompinarmi.
“Sai quando lecco una fica, non è che poi sputo via tutti i succhi, quando farcisco una femmina, non è che poi lei si toglie lo sperma dalla fica…”
“Giustissimo!” incalza Dante, non riesce a vedere nulla di quello che fa la moglie, però il solo discorso lo sta facendo eccitare.
Io mi sto godendo veramente la pompa, ogni tanto forzo con la mano la testa di Emanuela, mollo solo quanto la sento irrigidirsi per i conati, non riesco proprio a ficcarlo nella gola. Intanto sono parecchi minuti che succia, lecca, coccola e pompa sul mio cazzo. Bhè adesso non è che posso resistere all’infinito, sento che monta l’orgasmo e sto per eruttare. Prendo la bottiglia di vino e riempio il mio bicchiere e quello di Dante. Appena la poso ecco l’orgasmo che mi prende, me lo sto proprio godendo, non posso accettare che Emanuela si scosti e quindi le tengo la testa bloccata per tutto il tempo della venuta. Le contrazioni si susseguono veloci, la vedo stringere gli occhi, non mi soffocherà proprio adesso?, non mentre sto sborrando. Ho messo più di un minuto a svuotarmi le palle, ho ancora i brividi lungo la schiena, Guardo la donna che ha gli occhi arrossati e fuori dalle orbite, un pò alla volta sta mandando giù lo sperma. E’ sicuramente strapiena e fa fatica con una serie di piccoli ingoi. La tiro su anche se lei fa resistenza, è evidente che non vuol farsi vedere dal marito. Invece lui non aspetta altro, controvoglia si tira su a sedere. Non è rimasta traccia del suo rossetto, era comunque poco truccata, e la matita è colata dagli occhi sulle guance. Non è che ho spinto un pò troppo in gola. Non osa guardare il marito che invece la fissa. Sollevo il bicchiere e invito dante al brindisi. Anche lui prende e solleva il bicchiere, cin beviamo e mandiamo giù.
“Emanuela! stiamo brindando! manda giù anche tu… non essere maleducata”. Lei si sforza e manda giù tutto.
“Dante… ma non l’hai cresciuta a latte d’uccello?… sembra che si sforzi… non trovi?”
“Bhe!, veramente ogni tanto lo facciamo!”
“Ma come ogni tanto?… Non sai che una femmina per crescere sana e robusta ha bisogno della sua dose di sperma quotidiana!… Dovresti provvedere, se mai avessi bisogno… non hai che da avvisarmi”
Emanuela è sempre più rossa, le porgo il tovagliolo e faccio segno di pulirsi le lebbra sporche, qualcosa è colato fuori… ma pazienza, nessuno è perfetto.
Poi le riempio il bicchiere di vino e…. non avevo fatto caso all’etichetta.
“Dante… per questa serata hai fatto un’ottima scelta, pensavi a tua moglie quando hai optato per una bottiglia di ‘nero di troia’ ?”.
“Bhe, si… l’idea mi è piaciuta”.
“Sei un tipo simpatico, penso che andremo d’accordo… chissà come mai non ti ho notato prima? Vorrà dire che, fica di Manuela permettendo, dovrò recuperare il tempo perduto”
A questo punto risate e risatine si sprecano, Dante comincia a bere sul serio, io mi trattengo anche perché il viagra e viagra, e il mio cazzo comincia di nuovo a chiede attenzione. Non voglio anticipare i tempi.
Manuela porta via quanto è rimasto e porta in tavola un ottimo piatto di pasta con i funghi. Però che femmina, cucina anche bene. Forse non do tanta soddisfazione, lascio mezzo piatto pieno (a malincuore), ma voglio rimanere efficiente al 100% e quando lei si alza per liberare la tavola la fermo con un braccio, più che altro l’immobilizzo, sollevo il gonnellino corto e fiondo due dita nella figa. Non lo so, ma non mi sembra particolarmente umida, asciutta direi. Forse non ha gradito l’offerta di sperma di prima? Non si è eccitata? Ecchissenefrega!
Comincio a pensare che lei si aspettasse qualcosa di più romantico, una cosa da donne… allora avrebbe dovuto chiedere a una donna.
Adesso mi è venuta voglia di assaggiare un pò di fica, deve aver un buon sapore.
Le tiro su il gonnellino, fino alla vita, poi la faccio sedere di fronte a me, sul tavolo, le strizzo una tetta e la spingo per farla distendere. Lei non dice nulla ma stringe le gambe e oppone resistenza.
“Dante, apprezzo l’ospitalità… ma adesso non ci starebbe bene un pò di fica? Cosa devo fare per assaggiarne un pò?”
Dante per la prima volta nella serata si alza dalla sedia, gira intorno al tavolo poi affianco alla moglie le massaggia un capezzolo, la bacia appassionatamente e cominciano a succhiarsi le lingue.
Finalmente i muscoli della donna si sciolgono, Dante l’accompagna lentamente mentre si distende sul tavolo poggiandosi sui gomiti. Dante sposta posate piatti e bicchieri da dietro la schiena, non si sa mai.
Che bell’effetto le fanno le coccole del marito, la femmina ora è completamente rilassata, penso a Dante, chissà che sapore ha suo moglie? Di funghi o di ancora di sborra? Contento lui!
Ammiro le mutande… ma sono le mutande di Hello Kitty? magari no… ma poco ci manca. Le sfilo e le getto sulle loro facce mentre si baciano. Ammiro la fica, bella, pelo folto e curato, nulla che possa uscire dai lati del costume, tenuto corto e rasato nella parte inferiore, verso il culo. E poi si vede che è bionda naturale. La cosa mi eccita, non che ce ne fosse bisogno e mi tuffo con la faccia sulla fica. Profuma di buono, si sarà lavata con qualcosa che odora di talco, lecco, massaggio il clitoride e lecco. Mi piace pensare che se adesso si sta bagnando sia per merito mio… magari e per il marito che continua a baciarla e ad alternarsi con la lingua sui capezzoli, ma l’importante e che si sciolga. Ogni tanto mi fermo a guardare la spacca che si schiude, così ad occhio non mi sembra tanto serrata, un pò di allenamento a lucidare cazzi deve averlo fatto, il buco del culo invece sembra meno usurato. Ci spingo un dito dentro e lei si irrigidisce… vuol dire che DEVO sfondarle il culo. Continuo il lavoro di lingua per qualche minuto, poi il mio cazzo non può più essere lasciato solo. Mi sfilo mutande, pantaloni e carpe in un colpo solo e mi alzo in piedi. La coppia rimane a guardarmi con il cazzo svettante… sono imbambolati… tocca a me prendere l’iniziativa.
Mi sta bene. Prendo Emanuela per un braccio, la volto e la piego a 90 gradi sul tavolo mezzo sparecchiato, tiro su il gonnellino e devo fermarmi a rimirare lo spettacolo. Questo si che è un culo da femmina. Nulla di anoressico ne tantomeno, al contrario, niente cellulite o culo da trasporto eccezionale. E’ proprio quello che ogni femmina dovrebbe avere fianchi da donna e cosce potenti. Non resisto, separo le chiappe con le mani, il foro posteriore si dischiude appena un pò e poi punto il mio cazzone verso l’ano.

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