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Racconti CuckoldRacconti di Dominazione

Come posso rifiutare? (1)

By 4 Marzo 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Mamma mia che palle! Sta riunione non vuol finire mai. Mi sto grattando la caviglia della gamba accavallata sotto il tavolo. Ma e sempre così quando si tratta di riunione con i fornitori, parlano, parlano, … tanto dovrebbero aver capito che verranno pagati, questo è sicuro, ma perché sono così rigidi sui tempi. Giovanni, il mio socio, cerca di mediare, del resto non possiamo mica esporci noi, anticipare i nostri soldi in attesa di incassare dai clienti.
Passa un’altra mezzora, guardo nervosamente il mio rolex. Adesso sembra che si siano convinti, o rassegnati, tanto per me è lo stesso. Chiamo Cristina, la mia segretaria personale, dico di portare caffè per tutti.
Entra nella sala dopo cinque minuti, oggi porta del pantaloni elasticizzati che nulla lasciano alla fantasia, vedo chiaramente lo spacco della figa. Io so perfettamente che è completamente depilata, del resto ho fatto una buona scelta, ma non pretenderà mica di lavorare qui e non darmela mai!. Quando si china per poggiare il vassoio mostra chiaramente le tette, e io sono sempre più soddisfatto della mia scelta. E’ proprio una gran figa, probabilmente sono rifatte… ma chissenefrega, fa delle spagnole incredibili, e questa è la cosa importante. Morettina, piccolina e piena di grinta, il fisico minuto è perfetto, per questo credo che sia anche merito di qualche ritoccatita. Lavora per me da meno di un anno, per adesso me la faccio solo io… almeno finché non mi viene a noia… poi si vedrà. Ricordo la segretaria precedente, grande stangona, alta più di un metro e ottanta. Bionda tinta, non era gran ché, tranne per il fatto che avevo il culo strettissimo… aveva, perché ci provavo talmente tanto gusto a sfondarglielo che dopo qualche mese di trattamento quotidiano avevo il cazzo che ci ballava dentro… e non ho un cazzo da sfigato. La inculavo anche quando aveva il ciclo, sapeva di dover venire in ufficio con l’assorbente interno. All’inizio, quando il culo non era rodato, andava via, dal suo ragazzo che l’attendeva in macchina sotto l’ufficio, con il culo pieno di sborra. Alla fine doveva tapparselo, per non perdere tutto mentre scendeva le scale. Mi sono stufato di lei prima di un anno, è stata comunque utile… quando le ho detto che non avevo più bisogno di lei ha pianto e mi ha implorato di non mandarla via. Ho accettato… al patto che dovesse rendere i suoi favori anche a qualche cliente per me importante. Per circa tre mesi l’ho fatta scopare un pò da tutti, sia quando avevo bisogno di “rilassare” il cliente, per renderlo più morbido nel concludere i contratti, sia quando era assolutamente inutile… sarà che sono un pò bastardo. Però a me piaceva vederla scendere le scale e salire in macchina dal suo uomo dopo che l’avevo fatta riempire da due tre clienti alla volta, magari se ero particolarmente arrapato ci mettevo anche io la mia dose di sborra. Poi lei metteva il salvaslip tirava su i pantaloni e correva via a giustificare in qualche modo il ritardo… spesso camminava male quando qualcuno gli rompeva veramente il culo. Ma il lavoro e lavoro.
Finalmente! questi pensieri hanno fatto volare il tempo. Adesso mi tocca salutare tutti, ho solo annuito con la testa ma non ho ascoltato le conclusioni. Spero di essere riuscito a mascherare la prepotente erezione.
Sono già le 17… non voglio fare tardi all’appuntamento con Dante. Adesso la Cristina mi porge il registro pieno di documenti da firmare, ma non può vedersela Ciccio il mio socio. E’ tutta roba tecnica, mi sa che devo perdere ancora qualche minuto. Sento il profumo che viene dalle tette di Cristina. E’ tardi e dovrei farmi passare l’eccitazione. Gli passo prepotentemente la mano nel solco delle chiappe e mi godo il calore che emana la sua figa, sarò un pò brusco, ma sono io il padrone. Combatto con la voglia che ho di trapanarle la figa così, distesa sulla scrivania e di depositargli in fondo all’utero un’abbondante sborrata, le palle sono gonfie e un pò mi fanno male. L’allontano.
Questa sera sono stato invitato da Dante a casa sua, per la seconda volta. Dante è un mio dipendente, un bravo dipendente, fa quello che gli viene detto di fare e non rompe i coglioni… cosa volere di più dal personale. Circa un mese fa, è andato via il responsabile della logistica, un rompicoglioni che non vi dico, pretendeva il rispetto ossessivo degli orari di lavoro, il pagamento degli straordinari e minacciava sciopero se ogni tanto ritardavo il pagamento degli stipendi… ma chi cazzo si crede di essere! I soldi sono miei, se ogni tanto dovete aspettare qualche giorno che sarà mai?. A Dante forse è passato in mente di prendere il suo posto, almeno per prestigio e per comodità sul lavoro, visto che di aumento di stipendio non se ne parla nemmeno. Oppure non ha nessun altro fine, ma mi ha messo la moglie nelle mie braccia. Emanuela, questo è il suo nome, è praticamente una ragazza, sembra abbastanza più giovane di lui, o forse lo è davvero. Sfoggia una bella capigliatura bionda, è ha le forme giuste al punto giusto, bel culo su belle cosce formate. Non ha il fisico delle modelle anoressiche, ma mi fa “tanto sesso”. Un paio di settimane fa dietro insistenza di Dante sono andato a trovarli a casa loro per una cena, di solito rifiuto sempre, non ho voglia di scazzarmi la serata inutilmente. Ma quella volta Dante ha insistito particolarmente dicendo più volte de DOVEVO conoscere Emanuela. Devo allungare di quasi un’ora per poter arrivare a casa loro, anche se la strada che da Foggia porta a Lucera è tutta un rettilineo, c’è sempre qualche pattuglia di sbirri stronzi con l’autovelox. Quella sera ho passato una serata tranquilla, o quasi. Si, perché sta stronza di Emanuela si è presentata a servire a tavola con una mini davvero mini, per quanto possa far finta di niente, in mio cazzo preme prepotentemente nei pantaloni, quasi quasi bussa!. Mangio, bevo, converso…. ma nella mente continua a passare l’immagine del marito che insisteva perché dovessi conoscere la moglie. Ma sarà il vino… ma adesso non ce la faccio più. Vediamo che succede. Appena mi passa vicino per portar via il piatto vuoto, con noncuranza, le sfioro la gamba… l’incavo del ginocchio. Lei ha come uno scatto, poi noto che perde tempo a sistemare bicchieri e raccogliere posate… si, sta solo perdendo tempo per non muoversi. Devo assicurarmene. La mia mano si fa più imprudente e piano piano sale sulla coscia, fino a sfiorare gli slip e a massaggiarle la fica, evito di introdurre le mie dita. Lei continua a perdere tempo, ma adesso guarda il marito, anzi si guardano… Mi sa che se ne è accorto e non dice nulla. Poi Emanuela va via in cucina, sono pieno di dubbi. E’ Dante a rompere il silenzio, “Ti piace? non la trovi adorabile?”. Avevo visto giusto “certo, mi fa un sacco sesso… e ha la patatina bollente” gli rispondo. Di solito non utilizzo parole come patatina, ma adesso devo capire bene fino a che punto posso arrivare e non voglio sembrare troppo stronzo. “Avevo detto a mia moglie che eri un tipo interessante, ma non sapevo se anche lei piacesse a te”.
“Certo, ma lei è d’accordo? Voglio essere sincero. Emanuela mi ha davvero eccitato, e adesso non posso neanche alzarmi dalla sedia per il dolore. Cosa posso fare con lei?”
“Ho un accordo con mia moglie, vorrei che lei fosse un pò più moderna. Sono convinto che esperienze nuove possano migliorare decisamente il nostro rapporto. Io non ho nessun problema su dove puoi arrivare, anzi vorrei stare a vedere cosa t’inventi.”
“Bhè visto che sei franco c’è poco da inventare, voglio affondare il mio cazzo in quella figa morbida e calda”
“Si… ho capito, è che lei non è abituata, non facciamo certe cose, per cui non bisogna intimorirla… capisci, dovrebbe sciogliersi un pò… non è convinta che certe cose possano aiutarci.”
“Ok… cercherò di non essere brusco… eccola che ritorna”
Emanuela entro nella sala con un vassoio, portava una bottiglia di limoncello fatto in casa e bicchieri ghiacciati. Ci accomodammo sui divani e cominciammo a sorseggiare. Avevo la coppia seduta davanti a me, tra una chiacchiera e l’altra guardavo Dante, come potevo fare qualcosa se la mogliettina era seduta accanto a lui e si strusciava addosso?. Poco dopo Emanuela prese i bicchieri portò in cucina, al ritorno Dante si alzò con una scusa e le disse “Siediti pure accanto al nostro ospite, non lasciarlo solo… torno in un attimo”, e sparì. Emanuela era seduta accanto a me, il suo odore mi inebriò, non aveva quei profumi aggressivi che portano le donne oggi, sembrava quasi di talco. Purtroppo non aveva un effetto rilassante, ebbe sul mo cazzo l’effetto del drappo rosso per il toro. Bene, adesso tocca a me. Riposai la gamba sulle sue cosce e lentamente, mentre continuavo ad elogiare la sua cucina, risalii verso la figa. In occasioni normali a quest’ora la starei certamente sfondando, ma non volevo forzare. Adesso il mio pollice massaggiava il clitoride, lei sembrava un pò tranquillizzarsi. I nostri volti erano vicinissimi, ci respiravamo a vicenda, lei indubbiamente con il respiro più affannato. Scorso gli slip e la massaggio direttamente sul clitoride e tra le labbra. Scatta il bacio, sarà per il desiderio di penetrarla, ma ficco la lingua tutta dentro la sua bocca. Emanuela si ritrae comincia a respingermi, io di rimando affondo due dita nella sua fica bollente. Lei ha un sussulto, comincia quasi a tremare mentre frullo le dita all’interno della vagina e la lingua nella sua bocca, nel frattempo vedo il marito all’ingresso della sala che ci guarda, compiaciuto ed in silenzio.
Adesso la guardo negli occhi, ha gli occhi lucidi, anzi sembra proprio che pianga. Riesce a sfuggire alla mia presa, si alza in piedi e fugge via verso il piano superire. Adesso sono solo con il marito, mi guarda con espressione quasi mortificata, addirittura mi chiede scusa. “Scusa, non prevedevo questa reazione… dovrei parlarci… ades…”.
Lo interrompo io, adesso riprendo il controllo, in fondo sono io il padrone.
“Vabè, lascia stare. Se tua moglie non vuole non fa niente, però la prossima volta non farmi neanche provare, non mi piace fare figure di merda, e poi adesso mi fa male il cazzo da quanto mi tira”.
Cerco di non mortificarlo più di tanto, ripeto che non importa e vado via.
Sta tirando sulla statale per Foggia, vado a tutta velocità, penso che se non mi facessero schivo gli uomini stasera avrei inculato lui. Ma se vedo un autovelox lo tiro sotto, a costo di rovinare il mio Q7 nuovo.
Quando arrivo a casa sono ancora nervoso, trovo mia moglie che guarda il grande fratello in tv. Che palle!, la bacio, prima sulla bocca e poi sulle tette. lei si scansa e mi respinge. Insisto, le tiro giù il pigiamone e comincio un’opera incessante di stimolazione della figa e delle tette. Si bagna solo un pò, poi non ce la faggio più, la stendo sul divano e comincio a montarla, sono troppo in tiro e magari sarò un pò rozzo. Mia moglie mugola, non so se per piacere o per dolore, ma non me ne frega niente, continuo a montarla finché finalmente non gli rilascio in fondo alla figa una potente sborratona. Mi dà fastidio il fatto che lei abbia continuato a guardare la tv, ma che cazzo ci troverà in quattro coglioni chiusi in una casa? Anni fa, quando ci siamo conosciuti non era così, non so chi dei due si sia stufato per prima dell’altro, comunque, quando non sono riuscito in altro modo a svuotarmi le palle, un buco disponibile dove scaricare la sborra serve sempre.
Ripenso ancora a quella serata, sì, è proprio il caso di vedere come andrà a finire. Adesso sono nel mio bagno e mi rilasso avvolto dall’eco che fa il wc con una pisciata copiosa. Passa un brivido lungo la schiena e mi sgrullo. Oggi fa caldo, sento l’odore del sudore salire dalla zona inguinale, sto per lavarmi… mi fermo. Nella mia mente perversa è balenata un’idea. Lo infilo dentro le mutande così, un pò bagnato. Dalla scrivania prendo una pillola di viagra e me la sparo con una birra gelata. Non ho bisogno del viagra, ma questa sera voglio dare più del normale. Dante mi ha assicurato che la moglie si è convinta, lui vuole “iniziarla” ad una vita sessuale nuova, più aperta ma lei è ancora reticente, non hanno altre esperienze e quindi è da comprendere l’atteggiamento di Emanuela.
Sarà… ma a me delle loro esperienze nuove non frega un cazzo, però non so se posso aiutarli ad avere una vita sessuale più aperta… ma sono certo che posso aiutarli ad avere qualcos’altro di più aperto. Mi sono raccomandato con Dante, non voglio più perdere tempo, mi ha assicurato di procedere senza esitazioni, la moglie non deve avere il tempo di pensare a quello che succede, la prendo e basta. Mmmm… questo mi piace.
Il viagra sta facendo effetto, quindi l’acceleratore del mio Q7 è a tavoletta… fortunatamente Dante e Emanuela abitano in una villetta in periferia, non devo entrare in paese, il centro storico di Lucera poi… figuriamoci, con il mio suv neanche ce la faccio a passare.
Lei mi viene incontro per prima, prendo i lunghi capelli biondi e tiro indietro la testa, poi la forzo contro la mia bocca e la penetro con la lingua intanto che le faccio sentire la mia erezione contro il suo ventre, così senza neanche dire buonasera. Non si aspettava un’entrata del genere, ha subito gli occhi lucidi, se adesso si mette a piangere e scappa meno il marito… anzi prima lo inculo e poi lo meno… ho un dolore terribile al cazzo che ora si sta estendendo alle palle. Comunque mi contengo, lei si trattiene, ricambia il bacio e poi mi saluta. Adesso posso fermarmi un attimo a guardarla. Indossa sempre gonne corte, mette in evidenza le cosce possenti, e fa bene, è veramente desiderabile. Sopra la mini solo una maglietta, intravedo i capezzoli, non porta reggiseno. Il seno è contenuto (credo una terza), ma perfetto, tondo e sodo. Non resisto ad una veloce strizzatina, forse sono un pò rozzo visto che lei risponde con “aiaaaa…”, sembra una ragazzina quando fa così. Ok, devo onorare l’ospitalità, dieci minuto dopo sono siamo tutti e tre seduti a tavola, Dante mi siede di fronte, Monica alla mia sinistra. Ha preparato una serie di assaggini, credo si tratti di finger food, o come cazzo si chiama sto cibo da paraculi… Però è buono, si vede che ci ha messo molto impegno e molto del suo tempo a preparare, inoltre non mi appesantisce, mi sento leggero. Bevo poco vino, non voglio rovinare l’effetto del viagra. Già, il viagra, se per caso l’avessi dimenticato c’è il cazzo duro come pietra che preme contro i miei pantaloni. Cominciano a parlare del più e del meno… non va bene, devo fare come prima, quando sono arrivato. Prendo il controllo, anche del discorso, e mentre la mia mano sale tra le cosce di Emanuela, rivolgendomi a tutti e due dico chiaramente “Ho fatto come mi hai detto, sono qui e non credo di resistere oltre… la fica di tua moglie mi sta bruciando le mani per quanto è calda”. Intanto spingo due dita all’interno. “E’ asciutta… non è che non hai voglia?”.

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