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Racconti di DominazioneVoyeur

Coppia sottomessa – al guinzaglio

By 17 Dicembre 2025No Comments

Dovetti aspettare a lungo perché finissero di prepararsi ma ne valse la pena. Maria si era messa un vestito leggero, lungo e nero, mentre mia moglie ne indossava uno rosso, molto appariscente, con un profondo spacco davanti ed una scollatura che arrivava all’ombelico, allacciato al collo e con la schiena completamente scoperta, tanto che si vedeva il filo delle mutandine sul solco del culo. Si era messa due grandi orecchini a ciondolo ed una collana rigida tipo collare, con un occhiello sul davanti.

Ci mettemmo in macchina, loro due salirono dietro e partimmo. Mentre guidavo Maria estrasse dalla borsa una sottile catenella con un gancetto, lo diede a Laura dicendole che era un piccolo regalo per lei, e di metterlo subito.
Laura lo aggancio’ al collare lasciandolo cadere, le arrivava all’ombelico. Capii subito di cosa si trattasse, era un guinzaglio. Laura la ringraziò baciando la sua Padrona in bocca. Quando si staccarono Maria le disse, “stasera ti voglio vedere porca come non mai, ti devi esibire senza ritegno come una zoccola. Non deludermi..”
Laura le rispose che avrebbe fatto del suo meglio, e per dimostrarlo allentò il vestito, che si aprì scoprendo quasi totalmente le tette.
Maria sorrise soddisfatta, “brava cagnetta, vedo che capisci al volo.”

Giunti all’appuntamento attendemmo un paio di minuti al parcheggio, poi vedemmo arrivare i due uomini puntuali. Scambiammo i saluti, i loro sguardi subito insistenti sul corpo di Laura, le chiesero di girarsi, per poterla ammirare anche da dietro. Laura si mise in posa, mettendo il peso su una gamba per accentuare la curva del culo, i due uomini apprezzarono tutta quella pelle in mostra, e notarono con compiacimento l’elastico del perizoma in bella vista. Fecero strada, imboccando un sentiero scarsamente illuminato.

Dopo qualche minuto arrivammo al casolare della festa. L’interno era a luce di candela, un sottofondo di musica caraibica proveniente da un angolo del locale dove una coppia di musicisti suonava dal vivo, c’era una piccola pista da ballo ed una decina di tavoli, ci accomodammo a quello che ci avevano riservato.
I nostri due ospiti fecero sedere Laura tra di loro. Nello scavalcare la panca le si aprì il vestito, mettendo in mostra la fica, tenuta aperta dalle solite mutandine. Laura chiese scusa, ma poi come si voltò per appoggiare la borsa a terra il vestito si abbassò, facendo uscire una tetta. Mia moglie si ricompose, ma era chiaro che faceva di proposito, li stava provocando, come le aveva ordinato Maria… ‘ti voglio vedere porca…”

Mi guardai attorno. Ai tavoli le donne erano quasi tutte di mezza età, e molto poco vestite. Più tardi venni a sapere che ci trovavamo ad una festa privata naturista, per quello nessuno rimase troppo scandalizzato per l’abbigliamento ed il comportamento di Laura.
La cena iniziò con aperitivi accompagnati da stuzzichini di pesce, mentre i due uomini diventarono presto più sfacciati, facevano battutine, toccando mia moglie sui fianchi, sulle braccia.
Laura rideva alle loro battute, per qualsiasi cazzata, incurante di avere le tette praticamente scoperte. Ad un tratto uno dei due la prese per la catenella dicendole, “Lo sai Laura, sembri una cagna al guinzaglio”, lei rispose “sì esatto, ma non mordo, sono molto docile”, mentre l’altro non aveva perso tempo, le aveva allargato le gambe e le accarezzava la fica. Maria commentò come le cagne andassero tenute al guinzaglio, e si misero a ridere. Gli chiese se fossero della zona, le risposero che abitavano lì vicino, ma erano originari del sud dove ancora avevano le famiglie, si erano trasferiti per lavoro, facevano i carabinieri.
Quello che teneva il guinzaglio in mano lo tiro’, fece alzare Laura e la portò in pista a ballare. In un attimo le infilò le mani sotto il vestito afferrandola per le chiappe, iniziando a baciarla voglioso, non ci volle molto che con quei movimenti le uscirono le tette, Altre coppie si unirono a loro in pista, e si confusero fra gli altri ballerini. Quando terminò il ballo tornarono al tavolo, lei tirata dalla catenella si sedette nuovamente con il vestito aperto. Era già in loro balia, a turno se la portavano in pista toccandola dappertutto, arrivarono al punto di farla passare per i tavoli col vestito aperto con la fica in bella vista che grondava umori, aveva l’interno coscia tutto bagnato.

Dopo l’ennesimo ballo sembravano svaniti, eravamo rimasti al tavolo solo io e Maria, che mi parlava ricoprendomi di insulti. Mi dava del cornuto, mi chiedeva dove pensavo fossero finiti mia moglie ed i due carabinieri, diceva che Laura era nei bagni a succhiare cazzi, o a farsi scopare in ogni buco. Io non sapevo che rispondere, quelle parole mi umiliavano ma allo stesso tempo mi facevano diventare il cazzettino tutto duro, abbassavo la testa, conscio che molto probabilmente Maria aveva ragione, quello era proprio ciò che stava facendo mia moglie, in quel momento.

Li vedemmo tornare solo dopo una mezz’ora, con Laura in mezzo, tutta scompigliata. Non fecero in tempo ad arrivare al tavolo che venne invitata a ballare da un ragazzo di giovane età, piuttosto grasso. I carabinieri gliela consegnarono porgendogli il guinzaglio, gli dissero di tenersela per tutto il tempo che voleva.

Il giovane prese il guinzaglio e le diede uno strattone, tirandola a sé, mettendole subito le mani addosso. La toccò fra le cosce ma si bloccò. Quando si guardò la mano si accorse che era sporca di sborra, segno che i due carabinieri se l’erano appena chiavata ed ora parte dello sperma le stava colando dalla figa. Il ragazzo le ficcò le dita in bocca e lei le succhiò senza opporre resistenza.
Il ciccione riprese a masturbarla in mezzo alla pista, senza alcun ritegno, poi anche loro sparirono e allora decisi di uscire a prendere una boccata d’aria.

Quando fui fuori sentii dei gemiti, mi voltai in direzione di quei suoni inconfondibili. Grazie al chiaro di luna vidi Laura impalata di schiena sopra quel ciccione, si dimenava su di lui. Cercai di nascondermi per continuare a guardare, Laura andava su e giù sull’asta bella lunga, dimenandosi con bramosia. Il giovane la stava inculando fino in fondo tenendola per i capelli, la faceva sobbalzare come una cagna. Nel tentativo di afferrarle le tette le strappò parte del vestito, ora era tenuto chiuso solo da un piccolo lembo di stoffa. Riuscì ad afferrarle le tette, gliele strizzava e le tirava verso il basso, allungandogliele oscenamente, ed intanto la penetrava in profondità con colpi potenti, facendola godere come una troia. Finalmente si mise a svuotarsi dentro di lei, strizzando sempre più le tette, le conficcò le unghie nella carne facendola urlare di piacere. Rientrai nel salone di corsa, per non farmi scoprire; quando Maria mi vide si mise a ridere, m’ero venuto nuovamente addosso, la macchia di sperma chiaramente visibile sui pantaloni.

Poco dopo rientrò anche il ciccione seguito da Laura al guinzaglio. Mia moglie aveva il vestito aperto davanti, tenuto assieme da due strisce sottili di tessuto, con fica e tette completamente scoperti, la fica che gocciolava ancora di sperma e le tette segnate dalle unghie. Laura aveva un’espressione soddisfatta. Rivolgendosi a Maria le chiese, “come sto andando, padrona?”
Maria si alzò, diede l’ultimo strattone al vestito facendolo cadere. Lo raccolse gettandolo sulla panca, prese Laura ora completamente nuda per il guinzaglio facendola girare e alzando la voce disse, “scusateci per il disturbo, dovevo addestrare la cagna ad obbedire adeguatamente.” Guardai i pochi rimasti ma quasi tutti non fecero troppo caso a quello show. Ci alzammo, Maria raccolse il vestito di Laura e tenendola per il guinzaglio uscimmo dal locale. Appena fuori i due carabinieri si misero ad insultare mia moglie, le davano della gran troia, le dicevano che era una puttana, una schiava. Lei annuì, e rispose semplicemente, “si, lo sono, io appartengo a Maria, la mia Padrona.”

Fecero strada per tornare all’auto, tenendo mia moglie ancora totalmente nuda al guinzaglio, le toccavano il culo, le tette, le davano sonore sculacciate, facendola balzare in avanti ed emettere gemiti di dolore, le belle tette ballonzolanti. Continuavano ad umiliarla, la fermavano e le facevano aprire le gambe, per penetrarla in figa con le dita, lì all’aperto, sul sentiero.

Un carabiniere fece una richiesta a Maria. Doveva un favore ad un tizio e così le chiese se poteva prendere in prestito Laura per una notte.
Maria rifletté un attimo, gli chiese dove l’avrebbe portata. Il carabiniere le diede il nome di un cinema porno in periferia, vicino al porto,
Maria sorrise, gli disse che ci avrebbe pensato e gli avrebbe fatto sapere. Arrivati all’auto Maria distese il vestito sul sedile, Laura salì in macchina ancora tutta nuda, salutammo i carabinieri e partimmo.

Arrivati a casa mi fermai sul cancello per farle entrare. Tornai indietro a parcheggiare, quando uscii sentii un fischio, dietro la siepe vidi la sagoma del vicino che mi fece segno di avvicinarmi, mi disse di passare subito da lui.
Chiusi il cancello del garage, salii per raggiungere il suo appartamento. Quando entrai sentii la sua voce provenire dal bagno, mi disse di chiudere la porta, poi lui uscì dal bagno completamente nudo e mi disse, “Cornuto, finalmente siete tornati, ho voglia…”

Si sedette sulla poltrona, menandosi il cazzo già di marmo. Mi ordinò di spogliarmi, non sapevo cosa fare ma lo ripete’ una seconda volta con cattiveria ed allora lo feci, mi misi nudo davanti a lui. Mi guardò dicendomi che facevo proprio schifo, che puzzavo di sborra, mi chiese se mi fossi venuto addosso come al solito. “Ora inginocchiati e succhiami il cazzo!”
Mi inginocchiai di fronte a lui, iniziando ad ingoiare il cazzo succhiandolo meglio che potevo, mentre lui dava spinte profonde, facendomi sbavare. Allargò le gambe facendomi leccare anche il culo, poi mi fece alzare, mi girò di schiena tirandomi verso di lui, mi prese per il collo facendomi mettere le gambe sui braccioli. Mi intimò di non muovermi, sentii che con la mano aveva indirizzato la cappella sul buco del culo iniziando a spingere, lo sentivo entrare lentamente. Lo supplicavo di smettere, ma lui prendendomi per le spalle mi fece scendere di peso, me lo mise tutto dentro. Mi mancò il respiro, sentivo un dolore intenso ma non feci in tempo a riprendermi che lui iniziò ad incularmi profondo e veloce con colpi violenti e ripetuti che mi facevano sobbalzare. Ben presto il dolore si trasformò in piacere, sentire il suo cazzo nel culo era bello, mi pervase una strana sensazione di tepore mentre lui mi faceva sobbalzare insultandomi, d’un tratto iniziai a sborrare ancora una volta col pisello moscio.

Si sfilò dicendomi che gli facevo schifo, che non ero un vero uomo. Mi appoggiò alla poltrona schiacciandomi la testa sul cuscino, me lo schiaffò dentro di nuovo, si mise a scoparmi furiosamente con colpi violenti, finché come un animale lo estrasse ficcandomelo in bocca, mi venne direttamente in gola con schizzi violenti che finirono direttamente nello stomaco.
Quando lo sfilò mi prese per un braccio e continuando ad insultarmi mi portò in bagno, mi fece inginocchiare nella doccia.
“Questo è il tuo posto, cesso!”
Mi rimise il cazzo in bocca iniziando una lunga pisciata, tenendomi la faccia schiacciata sul suo pube. Dovetti berne il più possibile ma non ce la feci tutta, tanta piscia mi colava sul corpo. Quando finì mi afferrò per un braccio, aprì la porta buttandomi fuori nudo, mi gettò i vestiti per terra, mi lasciò salutandomi con un insulto, “alla prossima, cesso di uomo!”

(Continua. Dedicato a Laura, una donna speciale. Mi trovate a dueamanti@tutamail.com)

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