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Racconti CuckoldRacconti di Dominazione

Cornuto per la prima volta

By 6 Febbraio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Sono già le 11 quando finalmente troviamo quell’albergo tra le strade di campagna della periferia di Stoccolma, anche se sono consapevole che la notte per me e per la mia Padrona è appena iniziata. Il portiere, già ben remunerato per la sua discretezza , ci riconosce appena ci vede e, dopo un veloce ceck-in ci lascia entrare nella nostra stanza.

Appena rimaniamo da soli, la mia Padrona si toglie il soprabito e posso finalmente ammirarla in tutto il suo splendore: bustino in pelle nera e rossa che le solleva le grosse tette (come se avessero bisogno di sostegno per stare dritte), perizoma rosso e calze a rete nere, il tutto contornato da un paio di bellissime scarpe in pelle nera con tacco 10, non molto a spillo, insomma una vera signora. Io a quella vista sono già eccitato e subito, dopo essermi denudato, mi sono andato ad accucciare vicino ad i suoi piedi, baciandole la caviglia. Ero molto agitato per ciò che sarebbe successo stasera, di cui tra l’altro ero quasi completamente ignaro visto che ero stato lasciato all’oscuro di quasi tutti i dettagli, e il silenzio della mia ragazza di certo non aiutava a calmare la mia inquietudine, ma anche e soprattutto la mia eccitazione.

Così, passata mezz’ora circa, sento bussare alla porta. “Apri e accogli il nostro ospite come ti ho già detto di fare.” Allora mi alzo, mi dirigo alla porta apro e tutte le mie paure si concretizzano. Li fuori c’è il tipico, perfetto svedese che aspetta che io lo faccia entrare. Molto alto, sicuramente molto più di me, muscoloso quanto basta per non sembrare troppo esile, con il volto glabro dai tratti decisi tipici dell’uomo nordico e per di più vestito in giacca e camicia, cosa che metteva ancora più in risalto la mia nudità e il mio essere inadatto nei suoi confronti.

“La mia ragazza ti aspetta di là. Desidera fare sesso con te perchè, come puoi vedere il mio pisellino non è in grado di soddisfarla né per dimensioni, né per durata, quindi sente il bisogno di avere rapporti con un uomo più adatto al suo livello.” Era questa la frase, precedentemente concordata con la quale mi presentavo a quel ragazzo (credo che non aveva più di 30 anni). Detto questo, cercando di non notare l’aria divertita che aveva assunto nel vedermi così sottomesso ad una donna, lo porto vicino al letto dove è stesa la mia Padrona e credo che una tale vista non abbia lasciato indifferente neanche lui, dato il rigonfiamento notevole che si veniva a formare nei suoi pantaloni.

“Buonasera, mi chiamo John, nome inglese datomi da mia madre.” Dice l’ospite con il suo buon inglese. “Ciao John”- risponde la mia padrona-”come puoi vedere il mio ragazzo non ha i requisiti necessari per soddisfarmi perciò mi fa da schiavo, ma stasera ha veramente voglia di scopare, vieni qua che non mi piace perdere tempo in chiacchiere.” E dopo neanche un minuto la mia Padrona aveva già fatto stendere su letto il ragazzo e aveva messo a nudo la “dotazione”: si stava impegnando in uno dei suoi pompini, una delle sue specialità vista soprattutto la morbidezza delle sue labbra. Non sono una persona gelosa e sono ben consapevole del mio essere inadatto a soddisfare certi bisogni della mia ragazza, ma lo stesso una strana sensazione si stava facendo largo in me. Era come un misto tra l’invidia e la nostalgia di non avere più certe attenzioni da parte di una dea del sesso, che invece nei periodi dell’adolescenza si concedeva a me con cadenza praticamente giornaliera, e il senso di appagamento provato nel vederla felice finalmente nell’avere al suo fianco un partner suo pari dal punto di vista sessuale, ma le mie riflessioni da “estraneo” ai fatti avrebbero avuto vita molto breve.

“Tu lurida checca impotente, vieni qui e leccami il culo, che questo cazzo enorme mi sta veramente eccitando e ho voglia di venire, e poi almeno con la lingua te la cavi.” Non avevo infatti ancora notato le dimensioni di John, un pisello davvero invidiabile adesso che lo guardavo. Confrontando le misure con lo strap-on della mia ragazza doveva essere più di 20 cm, ma larghissimo, saranno stati più di 10 cm di circonferenza (sicuramente in grado di far sfigurare i miei 15 cm per 7 di circonferenza, o almeno credo, non l’ho mai misurato). Così, dopo averle tolto le mutandine, di cui evidentemente non avrebbe più avuto bisogno, inizio ad adempiere al primo degli ordini della serata.

“ Oh cazzo John, non ce la faccio più, sono mesi che non mi faccio una sana scopata e anche quelle di prima con questa checca non è che mi soddisfacevano molto, sto morendo dalla voglia. Non resisto più.” La sento dire subito dopo essersi staccata, dal cazzo di quello che ormai era il suo amante, il suo uomo, almeno per stanotte. Poi, senza aggiungere altro, si mette a cavalcioni sopra l’ospite e si ficca in un colpo solo tutto quell’arnese nella fica. Giusto il tempo di una decina di secondi e sembra già essere a proprio agio così riempita, e inizia una lunghissima e selvaggia cavalcata, che io non posso fare altro se non guardare estasiato, almeno finchè non riceverò un nuovo ordine. Si muove su u giù con un ritmo ed una frequenza veramente animalesca, molto più vistosamente di come non avesse mai fatto con me. Le sue tette stavano sfidando sempre più la gravità muovendosi forsennatamente su e giù cercando invano di restare in sintonia con il suo bacino e come se non bastasse John l’aveva presa per i fianchi e con le sue braccia possenti la spingeva ancora di più sul suo cazzo ad ogni caduta, aiutandosi anche ad andarle incontro con le gambe. Si muovevano con una sincronia che non avrei mai creduto possibile. Credo inoltre che i loro gemiti stessero risvegliando l’intero albergo, e la mia Padrona aveva già avuto almeno tre orgasmi a giudicare dall’intensità delle sue urla di godimento e dai succhi che cadevano sul pube di John, che ormai era diventato talmente pieno di roba bianca da far sembrare quasi che avesse sborrato. Io invece sapevo bene che quello era solo il godimento della mia Padrona.

“Troia di merda leccami i piedi che sto cominciando a sudare.” mi sento dire dopo 5 minuti di tale spettacolo e ovviamente subito eseguo quanto mi viene richiesto cercando di far rimanere fresche le piante della mia Padrona, mentre lei era impegnata a mettermi le corna. “Ah cazzo, questo si che si chiama scopare, e io che pensavo di godere quando lo facevo con te, quei due minuti che resistevi in cui tra l’altro dovevo restare ferma per farti durare un po’, e non me la sentivo neanche tutta piena. Questo invece ad ogni colpo mi arriva fino all’utero, sembra di sentirlo dentro lo stomaco. Si cazzo, sto venendo di nuovo.”

Poi all’improvviso, lei si ferma e si toglie da quella posizione per dare un lungo e passionale bacio al suo amante. “John, sono troppo eccitata, finisci di spogliarti e poi ti prego, mettimelo in culo, voglio godermi il tuo cazzo in tutte le maniere possibili.” Mentre John si alza e si toglie la camicia, io vengo preso per i capelli dalla mia Padrona e sdraiato sul letto con i piedi verso la spalliera. Poi lei mi si siede in faccia e a questo punto non ha bisogno di aggiungere niente. Apro la bocca e comincio a leccarla cercando di ripulire un po’, ma l’impresa è veramente dura: l’interno della fica è pieno dei suoi densi succhi bianchicci e mi sembra che il mio infilare la lingua in quel buco ormai completamente aperto non faccia altro che farne produrne altri, ma il mio pensiero più grande adesso è un altro.

Quell’uomo stava per fare il culo alla mia Ragazza, davanti a me che guardavo le mie corna in diretta. Era palesa che l’intento della mia Padrona era quello di umiliarmi e sminuirmi e ci stava riuscendo benissimo. E credo che proprio questo stava alimentando i suoi esagerati godimenti, o almeno così mi piace pensare, perchè se gli orgasmi di quella sera fossero dipesi solo dal cazzo di John, io sarei stato veramente un essere inutile. Pensavo almeno che mi avrebbe fatto togliere da quella posizione e come prima mi avrebbe tenuto ai suoi piedi, invece si stava mettendo a pecora, sopra di me, come a voler fare un 69, ma facendo bene attenzione a non toccare il mio inutile pisello. “Non sarebbe giusto nei confronti del mio uomo se mentre scopo con lui, faccio godere anche te non trovi? Tu sei solo una checca col culo rotto e come tale sarai trattato!” “Grazie Padrona per come mi tratta, sono lieto e fortunato nel poter essere utile almeno in qualcosa.”

Ma lei non mi sta neanche ascoltando. La vedo sopra di me impegnata a godersi l’ingresso della cappella di John nel suo culo. Sembra che non le faccia minimamente male, ma anzi che abbia già iniziato a godere, e infatti le mie supposizioni sono confermate dagli spasmi della sua fica sulla mia lingua e dai succhi che mi arrivano direttamente in gola. Stavolta è John da solo a guidare la cosa. La tiene per i fianchi e la scopa ad un ritmo infernale tirandola a se e lasciandola andare, mentre io da sotto guardo ciò che non sarò mai in grado di fare e ricevo in faccia tutti i liquidi dei vari orgasmi che si susseguono in 10 minuti.

“Sto per venire, non resisto più.” Solo questa frase mise fine alla lunga scopata dei due amanti, perchè la mia Padrona non voleva farsi venire nel culo: aveva altri programmi. Così si sfilo, mi cacciò a calci dal letto e si stese supina a gambe aperte. “Forza John, rimettilo di nuovo dentro e fammi continuare a godere.” Il ragazzo ovviamente, di fronte ad una scena simile, non se lo fece ripetere due volte e, messosi sul letto, si appoggiò le gambe della mia ragazza sulle spalle e cominciò a far viaggiare il suo cazzo avanti e indietro. Data la posizione, ovviamente anche questa volta era lui a condurre il gioco, ma il ritmo, se possibile, era ancora più elevato e gli orgasmi della mia Padrona ancora più lunghi e intensi. Ogni volta che quella mazza usciva fuori si vedeva sempre più piena dei liquidi densi che colavano a fiotti ormai, visto il numero di orgasmi raggiunti.

Mentre sono assorto, rapito dalla bellezza della scena, vengo preso brutalmente per i capelli dalla mia Padrona che mi spinge la faccia all’altezza della sua fica. “Guarda come si fa troia. È così che si fa godere una donna, non con quelle due spintarelle come fai tu. Ah vengo di nuovo!.” Poi comincia a prendermi a schiaffi, alternando le sue violente sberle in faccia ai suoi insulti alla mia virilità.

“Sto venendo!” Dice John, mentre cerca di togliersi. Ma a quel punto la mia ragazza si dimentica di me e mi spinge da un lato, stringe le sue gambe attorno all’amante e gli urla di venirle dentro, perchè lui se lo merita e perchè il primo sperma che vuole sentire in fica sarebbe stata la sborra di un vero uomo. Non ho fatto neanche in tempo a formulare un pensiero preciso sul fatto che non sarei stato io il primo a venire dentro la fica della mia donna, che John, quasi urlando dal piacere, riversa una quantità veramente incredibile di sborra. Poi, come precedentemente pattutito, prende le sue cose e esce istantaneamente, non prima però, di aver salutato con un bacio quella che avrebbe dovuto essere la mia donna, ma che invece per una notte è stata sua.

Appena la Padrona si è ripresa dagli innumerevoli orgasmi si gira verso di me e mi dice: “Non sono nel periodo in cui dovrei rimanere incinta, ma non si sa mai, quindi è meglio se ti dai da fare in fretta per ripulirmi, altrimenti poi dovrai spiegare a tutti, come mai tuo figlio sarà biondo e uomo, invece che moro e checca.” Io, un po’ spaventato da questa prospettiva, mi sdraio per terra, dandole modo di sedersi sulla mia faccia e mi metto al lavoro per ripulirle la fica. Il sapore dello sperma di John è per me veramente disgustoso, ma so già che a breve dovrò rispondere a riguardo che mi piace, e che godo nel bere dalla sua fica lo sperma del suo amante, perchè è così che lei vuole e anche perchè sinceramente, nonostante il disgusto e la preoccupazione, la situazione mi stava veramente eccitando molto. Ma anche questa volta la Padrona aveva altri programmi e aveva per me un’ultima sorpresa.

Così quando è del tutto pulita mi dice:”Ne vorresti ancora eh? Però sappi che se questa volta vieni io non farò più sesso con te, se non per ricordarmi quanto il tuo cazzo sia insulso e inutile.” “Si padrona”- risposi senza pensarci su -”Rimarrei anche tutta la notte a leccare tutto ciò che esce dalla sua fica.”

“E allora ti accontento checca, ma tu masturbati molto velocemente”. Poi si risiede sulla mia faccia, ma questa volta sento del liquido caldo che mi va a finire dritto in gola. Mi stava pisciando in bocca, dopo avermi fatto le corna con me presente e dopo che le avevo leccato via la sborra del suo amante dalla fica con la lingua. Io ovviamente non resistevo più ed esplodevo nel più lungo e appagante orgasmi della mia vita. Il primo da schiavo checca e non più da schiavo uomo.

 

 

 

 

Questa volta ho voluto a provare a sbizzarrirmi un pò con la forma e ho provato a raccontare usando due tempi verbali per rendere più realistico e nitido il ricordo, come si fa anche a voce quando si racconta per gli altri e non per se stessi. Come sempre scrivete critche e commenti, ma scrivete anche delle vostre personali esperienza sul tema a sadomaserg@gmail.com

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