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Racconti di Dominazione

Cristina – Sir, arrivo

By 24 Marzo 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

Il treno viaggia veloce verso la sua meta avvicinandoti sempre di più alla tua, al vivere finalmente un’altro incontro con lui.
Vorresti che questi incontri fossero più frequenti per accontentare non solo la tua fica che si bagna quando lo pensi, cosa che accade ormai continuamente, la tua bocca avida del sapore del suo nettare, che sai che oggi ti farà gustare di nuovo, e stanca del tuo (sì perch&egrave hai l’ordine di ripulirti le dita ogni volta che provi un orgasmo, anche quando fai sesso con il tuo compagno e devi scappare al bagno per farlo, di nascosto da lui, assaggiando i tuoi umori mischiati al suo sperma), il clitoride e i capezzoli che non chiedono altro che una maggiore attenzione delle sue dita e della sua lingua, le tue natiche che ora amano quel leggero dolore quando vengono sculacciate perch&egrave anche loro pretendono la loro parte.
Non c’&egrave parte del corpo che non vibra al pensiero che presto saranno accontentate.
Logicamente la fica &egrave zuppa già da questa mattina quando ti sei alzata e avresti voluto calmarla dandoti piacere ma oggi non lo puoi fare!
Sai che ti vuole così! Eccitata al massimo e pronta a godere. Sai anche che non lo potrai fare se non dietro suo permesso che arriva sempre più tardi ma sempre più intenso.
Ora sei felice che utilizzi qualche procedimento sul tuo corpo, basati di regola su leggeri dolori o distrazioni, per allontanare sempre di più l’arrivo del tuo primo orgasmo, quello sempre più devastante e desiderato.
Il suono dell’arrivo di una mail ti distrae da questi pensieri e subito la fica si contrae e i capezzoli si inturgidiscono perch&egrave solo lui ha la tua mail segreta.
Fin quando non leggi la mail una paura si impossessa di te pensando ad un suo ritardo, o peggio, ad un imprevisto che non gli dia la possibilità di venire, ma poi sorridi perch&egrave capisci che il gioco sta iniziando.
L’ordine che arriva ha un effetto devastante in te ma per fortuna hai scelto posto il vicino al finestrino e sei sola. Ti alzi dal posto per guardare la gente presente nel vagone e vedi la loro indifferenza verso di te perch&egrave sono tutti occupati a leggere o a guardare film.
Mentre ti metti seduta, quando sei già nascosta ai loro occhi, con una mossa veloce alzi la gonna per un secondo per poi riportarla giù insieme alle tue mutandine nere.
Hai fatto il passo più importante e poco ci vuole a toglierle e riporle dentro la borsa.
Quando allarghi le gambe, anche se sei in un posto chiuso, senti arrivare un alito freddo che ti fa rabbrividre quando entra in contatto con la fica bagnata. Quei brividi che salgono verso la testa. I capezzoli reagiscono automaticamente e fanno capolino sulla tua camicia perché, come ordinato, sei senza reggiseno.
Speri che tornino normali prima di arrivare alla prossima fermata dove scenderai perch&egrave tutti possono vederli, cosa che non possono fare con le mutandine che non hai più.
Senti di nuovo il suono del cellulare e leggi la sua nuova mail dove ti ordino di sfregonare i tuoi capezzoli (sicuramente già eccitati e irti) perché
“voglio che tutti gli uomini presenti nel vagone e nell’intera stazione li notino facendogli venire in mente pensieri su di te.
C’&egrave chi penserà “guarda sta troia” chi invece “vorrei essere al posto del suo uomo” e chi invece “vorrei essere al centro del suo pensiero e desiderio” ma soprattutto voglio farti sentire desiderabile e al centro dell’attenzione.
So che camminerai a testa bassa guardandoti i piedi, che il tuo viso sarà paonazzo e che, per te incredibilmente, avrai le gambe bagnate dai fluidi che usciranno dalla tua fica e che scenderanno lentamente ma inerosabilmente senza l’ostacolo delle mutandine. ”
Anche senza volerlo il solo leggere la mail ha già di per sé l’effetto da lui desiderato e quasi non ci sarebbe bisogno dello sfregamento per rendere ancora più turgidi i capezzoli ma lo fai, senza preoccuparti di eventuali sguardi, e il solo contatto tra le tue dita, la camicia e i sensibili capezzoli ti fa sentire una scossa nella fica che torna a pulsare come un cuore, ed il clitoride ti lancia il messaggio “ehi! Ci sono anch’io o te lo sei dimenticata? ”
Dalla tua bocca esce un basso e controllato mugolio di piacere e la mente vola vorticosamente con l’immaginazione a cosa ti farà a breve.
Ogni volta &egrave diverso, il tuo corpo viene usato e abusato, il dolore e il piacere cambia continuamente, aumenta e diminuisce in un’altalena di sensazioni che sono diventate ormai la tua vita.
Cerchi di pensare a qualcosa che possa far calmare il tuo stato di eccitazione e torni con il pensiero all’inizio del percorso, alla tua titubanza a spedire la prima di una lunga serie di fotografie sempre più imbarazzanti, almeno fino a quando non hai capito che era quello che desideravi anche te, al giorno in cui hai sentito per la prima volta la sua voce e al tremolio che si impossessò delle tue gambe fino quasi a cedere, al difficile periodo dell’operazione, al conforto ricevuto da questo sconosciuto Sir che avevi scelto già senza saperlo prima ancora di conoscerlo, a tutte le prove che hai dovuto superare obbedendo a ordini considerati a volte insensati, stupidi o infantili, ma sempre da te eseguiti con maggior devozione.
Tutto questo per poter vivere finalmente nella realtà quello che lui scriveva e prometteva, sentire finalmente il suo cazzo possederti mentre ti scopa spaccandoti la fica, la bocca o il culo.
All’inizio eri contraria al rapporto anale e lui non ti ha mai forzato nonostante potesse farlo in qualunque momento, perché lui &egrave il tuo Sir ed era chiaro che non gli avresti mai detto di no, ma ha atteso che fossi tu a chiederglielo in un momento di massima eccitazione e di devozione verso di lui.
Volevi fargli capire con i fatti quello che avevi scritto centinaia di volte quindi hai deciso di donargli l’ultima parte del tuo corpo rimasta senza sue attenzioni, e non te sei pentita.
Con lui non esiste la parola dolore perché ogni volta che inizi a provarlo incredibilmente succede il contrario perché inizia automaticamente il piacere.
A volte l’alternarsi tra dolore e piacere &egrave lungo. l’altalena non si ferma mai e lui ti spinge sempre più in alto aumentando gradualmente il dolore ed il piacere ma quello che trovi più difficile &egrave resistere alla voglia di godere aspettando il suo tanto sospirato permesso di farlo e quando finalmente arriva urlare al mondo intero il tuo “grazie Sir”.
Questi pensieri hanno un effetto contrario a quello sperato!
Dalla fica sgorgano fiumi di profumato e dolce piacere bagnando la gonna ed &egrave in quel momento che capisci sorridendo il messaggio del Sir e pensi:
Solo davanti a lui sono una sottomessa mentre davanti agli altri sono una donna e nessuno potrà mai affermare il contrario.
Ti ho visto subito quando sei scesa dal treno circondata da uomini che erano fermi parlando al cellulare, senza che ci fosse nessuno dall’altra parte della linea, intenti a squadarti.
Eri molto provocante su quelle scarpe con tacco a spillo, camicetta bianca con due spuntoni all’altezza del seno, la gonna svolazzante con una leggera ma ampia macchia all’altezza del pube, testa dritta, sguardo rivolto verso l’unico uomo presente per te nella stazione, cio&egrave me.
Hai camminato disivoltamente nonostante la fredda aria mattutina che ti faceva ghiacciare la fica ancora bagnata e le cosce dove erano scesi i tuoi umori.
Solo quando mi sei giunta davanti, o meglio quando i nostri occhi si sono incontrati senza nessun ostacolo tra di loro, quando hai potuto sentire il mio odore, come io il tuo, hai abbassato lo sguardo e come sempre diventando rossa in viso mi hai salutato con un semplice “buongiorno Sir” in attesa di ricevere il primo ordine della giornata.
“Buongiorno Cristina” ho risposto con calma “ho bisogno di un caff&egrave. Lo vuoi anche te?”
“No grazie Sir” hai risposto leggermente contrariata da questo ritardo.
Tu volevi andare subito in camera per poterti gustare qualcosa di diverso (hai già l’acquolina in bocca) ma come sempre, volente o no, non dici nulla.
Ci mettiamo seduti in un tavolino del bar interno della stazione e, dopo averti fatto sedere con il viso rivolto verso il flusso della gente, mi dirigo verso il bancone non prima di averti ordinato di stare con le gambe aperte per mostrare le tue grazie a questi poveri pendolari.
“Sì Sir” rispondi con un filo di voce mentre assimili l’ordine ricevuto
“Cristina la prossima volta te lo faccio gridare quel Sì Sir!” ti dico con voce ferma mentre vado al bar
Ti ho studiato attentamente. All’inizio avevi il viso in fiamme e respiravi a fatica, poi hai sfidato lo sguardo dei passanti eccitata al massimo, al punto che sembrava che i capezzoli stessero bucando la camicetta.
Alla fine ho pagato il conto e ti ho raggiunto e dopo averti fatta alzare ci siamo incamminati verso l’uscita della stazione sotto lo sguardo invidioso di tutti i guardoni.
So che questi sono momenti speciali per te e li ami tantissimo perch&egrave raramente camminiamo abbracciati come due fidanzati. Anche se sai che sei sempre al centro della mia attenzione quando siamo insieme ora hai l’impressione di essere unica, e per me lo sei e lo sarai sempre fin quando o smetterai di obbedire o sceglierai di chiudere questo rapporto.
Quando siamo entrati nella camera ti sei subito immessa nel tuo ruolo naturale e senza attendere ordini inutili ti sei spogliata e inginocchiata in attesa del mio ritorno dal bagno.
L’attesa &egrave stata breve ma intensa. Lo so! In questi pochi momenti di attesa hai cercato di concentrarti per non deludermi, cosa mai successa finora, e quando mi hai visto pronto all’azione il tuo stato di eccitazione ha raggiunto l’apice.
In mano avevo una benda nera che ho usato per bendarti gli occhi.
La tua reazione a questo &egrave stata un profondo sospiro che non ho saputo capire se di sollievo o di dispiacere e sei rimasta ferma nella tua posizione in attesa dell’inizio.
Come sempre ho avvicinato il cazzo alla tua bocca e, appena lo hai captato, l’hai aperta docilmente nella speranza che te lo dessi subito da succhiare. Era tutto il giorno che lo desideravi e sono voluto essere buono anche per via delle continue umiliazioni, e eccitazioni allo stesso tempo, a cui ti avevo sottoposto.
Hai cominciato dalla cappella, assaporandola come se fosse stato un dolce e succoso frutto maturo di cui non volevi perdere nulla per poi passare sull’asta, leccandola e succhiandola come sai piace a me, e finire con l’affondo finale fino a farmi sentire la tua gola sul gonfio glande.
Ormai hai capito i miei gusti, sai quello che mi piace, e non hai bisogno di essere guidata. Solo quando sono eccitato al punto di sentire avvicinare l’orgasmo prendo la testa e ti scopo letteralmente la bocca trattandoti come meriti.
&egrave vero che all’inizio ti dava fastidio sentirti chiamare troia, puttana o altro ma ora godi quando dico queste parole perché sai che &egrave un mio segno di affetto e non &egrave affatto dispregiativo.
Oggi però questo non l’ho fatto! Anzi ad un certo punto ti ho preso la testa con le mani ma solo per farti fermare e tu delusa hai mandato un altro sospirone.
Ti ho fatto alzare e sono rimasto sorpreso (ma perché mi domando) nel vedere quel fiume di fluidi che uscivano dalla tua fica e, spinti dalla gravità, scendevano lentamente le gambe.
Ti ho toccato prendendo un po’ di quei liquidi e tu, al solo tocco, sei scattata all’indietro come se avessi paura di non riuscire a controllare l’orgasmo che sentivi arrivare e di cui sentivi il bisogno.
Sarà colpa delle esperienze precedenti, sarà perché sei una grande porcellina vogliosa sempre di cazzo, il mio cazzo, se tu godi anche della mia vicinanza.
Avvicino la mano al naso per sentire il tuo intenso profumo, lo assaporo lentamente come se fosse un vino d’annata, lo lecco per sentire il suo gusto dolce leggermente salato, e poi ti ho fatto aprire la bocca per farti ripulire le mie dita.
Sei brava. Sei veramente brava. Ami il tuo sapore che fino a poco tempo fa non avevi mai provato. Lo hai gustato centinaia di volte da quando mi conosci, ogni volta che ti sei masturbata come ringraziamento verso di me.
Ti sfioro i capezzoli che da questa mattina sono irti come chiodi e per questo sono più sensibili che mai.
Con le mano mi impossesso dei seni che stringo lentamente fino a quando una smorfia di dolore appare sulle tue labbra. Allora mi fermo e passo al clitoride ultrasensibile. Lo sfregolo un po’, con calma e delicatezza, ci gioco, lo muovo, lo stringo, e tu in quella posizione non puoi far altro che muovere il corpo per assecondare le mie attenzioni. Senti l’orgasmo che si sta avvicinando ma sai che non ti permetterò di godere così presto ed infatti prima di fermarmi te lo stringo con la giusta forza per farti sentire un poco di dolore solo per bloccare l’orgasmo.
Ti ho fatto inginocchiare di nuovo mentre sono andato a prendere qualcosa nella mia borsa.
Ti ho accompagnato sul letto senza toglierti la benda. Quando hai sentito che dovevi allargare le gambe lo hai fatto prima ancora che finissi la frase.
Sapevi che sarebbe arrivato questo momento e lo sognavi. Per te &egrave sempre un piacere essere spalancata davanti a me, alla mia merc&egrave, pronta a ricevere e sentire qualcosa di mio, cazzo o lingua che siano.
Invece inizi a sentire qualcosa che sfiora il clitoride, lo accarezza, lo solletica ma non &egrave assolutamente nulla di ciò. Non capisci ma, mamma mia, quanto &egrave bello. Il tuo corpo ha cercato di assecondare questa cosa frusciante e delicata, il tuo respiro &egrave accellerato, hai iniziato a muovere il bacino avanti e indietro, e hai capito che questa volta non avresti potuto resistere a lungo prima di godere anche se sapevi che era troppo presto.
I gemiti si sono fatti più alti e frequenti ed ero tentato di darti il mio permesso per godere ma volevo vedere cosa avresti fatto per farmi contento, per non disubbidire.
Se non avessi avuto la benda avrei visto sicuramente le gocce di sudore che imperlavano la fronte ma mi &egrave bastato vederle sul seno per saperlo.
Si vedeva che soffrivi per controllare l’orgasmo e oggi ho intenzione di essere molto buono con te quindi ti dico
‘masturbati e godi!’
‘grazie Sir’ rispondi con il fiatone mentre porti la mano all’altezza del clitoride e appena cominci a sgrillettarti inizi a godere squirzando il tuo piacere e bagnando il lenzuolo.
Il gemito &egrave lungo e prolungato quanto la durata dell’orgasmo che sembrava non finisse mai. Se una persona passava accanto alla porta avrebbe potuto pensare che ti stavo facendo del male.
Mentre godevi mi sono avvicinato a quella fontanella bevendo al volo quei schizzi meravigliosi fino a quando la mia lingua non ha raggiunto la gonfia fica, le grandi labbra, il tuo dito che continuava a muoversi freneticamente sul clitoride. Appena mi hai sentito ti sei fermata gustandoti il contatto della lingua che, partendo dal punto più basso, ripuliva lentamente la fica avvinandosi sempre di più al tuo centro erotico rappresentato dal clitoride.
L’ho imboccato e succhiato come fai tu con il mio cazzo e tu non hai resistito godendo di nuovo.
Sapevi che era quello che volevo, quello che cercavo. Un pretesto per punirti ed il solo pensiero della punizione, se fosse possibile, ti ha infoiato ancora di più.
Ti ho tolto la benda e finalmente ho goduto della vista dei tuoi occhi azzurri che sprigionavano felicità e godimento.
Mi sono seduto sulla sedia vicino al letto e ti ho chiamato.
Sapevi cosa volevo e subito hai barcollato fino a raggiungermi e metterti nella posizione per ricevere la punizione.
Ti sei messa prona sulle mie gambe mettendo bene in fuori le natiche che sarebbero diventate a breve il bersaglio delle mie mani.
La prima sculacciata ti ha sorpreso ma poi ti sei rilassata accogliendo con un nuovo piacere la serie successiva che variava di forza, intensità, velocità e obiettivo.
Quando ho terminato le tue natiche erano di un colore rossiccio uniforme mentre dalla tua bocca iniziavano ad uscire lamenti di dolore e forse qualche lagrimuccia facendo scomparire momentaneamente la tua perenne eccitazione.
Questa però &egrave tornata all’istante quando, restando seduto, ti ho ordinato di alzarti.
Come sempre c’&egrave un’altenarsi di piacere e dolore ed ora toccava al piacere. Al solo pensiero ti sei bagnata all’istante e sapevo che la tua mente cercava di immaginare cosa mi sarei inventato, cosa avrei usato del tuo corpo, quanto ti avrei fatto aspettare per godere e quanto avresti goduto.
Ti ho detto di ringraziarmi per la punizione e tu lo hai all’istante inginocchiandoti e mettendo la testa tra le mie cosce fino ad imboccare il cazzo in un solo boccone.
Non puoi immaginare quante volte l’ho desiderato fare al lavoro con quella stronza della mia collega per farla zittire. Sono convinto che rimarebbe shoccata ma poi ‘ lo farebbe volentieri. Ma lei non merita questo. Con lei non sarei così calmo e mi comporterei da sadico e per questo non l’ho mai fatto e mai lo farò.
Dopo un po’ quando ormai già pregustavi il momento in cui avrei invaso la tua gola ti ho fermato e bendato di nuovo.
Ti ho accompagnato al letto e messa alla pecorina facendoti appoggiare il seno sul letto. Stai già godendo come una porca! I tuoi buchi pulsavano dal piacere e dalla voglia di essere profanati.
Ti ho accarezzato delicamente le natiche godendo del tepore che sentivo e avvicinandomi con lentezza al centro. Sono passato sull’ano e tu mi hai risposto con un mugolio come se fosse una preghiera per poi arrivare alla fica che si &egrave aperta al mio passaggio. Il gemito aumentava ed io insistevo a sfiorarti per farti soffrire, per mandarti fuori di testa prima del momento e ‘ della sorpresa.
Hai sentito che mi allontanavo e ti sei allarmata per questa cosa nuova. Di regola appoggio la cappella da qualche parte ed entro di botto facendotela sentire bene in profondità prima di cominciare a spaccarti con spinte sempre più violenti mandandoti in estasi.
Sono ritornato subito e mi hai sentito armeggiare con qualcosa, lo strappo di una bustina, il tocco di qualcosa di solido sulle grandi labbra, il suo ingresso nella fica che accettava questa cosa estranea quasi con riluttanza prima di iniziare a provare piacere, il su e giù profondo e veloce comandato dalla mia mano, sempre più veloce, le sensazioni che aumentano di intensità, ti avvolgono, ti fanno rabbrividire e ‘
‘fai da sola’ ti dico con un sorriso che tu non puoi vedere
Allunghi la mano e prendi in mano con curiosità quell’oggetto finora sconosciuto. Senti il preservativo che lo avvolge e che non ti permette di capire cosa sia
‘non ti permettere di godere oppure questa volta te lo faccio scarlatto’ dico bruscamente dandoti contemporaneamente una sonora sculacciata quando vedo dai tuoi sussulti l’avvicinarsi dell’ennesimo orgasmo
Noto che la mia reazione ti ha leggermente freddato ma i gemiti non mentono e capisco che sei al limite.
Per non dover mantenere la promessa fatta pochi secondi prima accellero il mio piano e poso il glande sull’ano che continua a mandarmi messaggi ipnotici (prendimi, prendimi) e spingo entrando con relativa facilità.
Ora sei piena, Un cazzo in culo e un cetriolo in fica e tu stai volando verso il desiderato orgasmo che ti ho permesso di avere.
Sono passate diverse ore e sto rientrando sul treno che mi riporta a Roma e penso che abbiamo avuto fortuna a incontrarci.

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