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OrgiaRacconti di Dominazione

DA SIGNORA MATURA INSOSPETTABILE A TROIA SOTTOMESSA (12)

By 17 Aprile 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

DA SIGNORA MATURA INSOSPETTABILE A TROIA SOTTOMESSA (12)

Prima delle ferie incontrai ancora un paio di volta Mario, come sempre furono esperienze vulcaniche, mi chiavava ed inculava con passione, col suo gran bel cazzo, inoltre tra le altre cose mi fece provare anche il nuovo plug che aveva comprato quando eravamo andati nel pornoshop ad aquistare i vestiti per la festa, era poco più lungo di quello che mi aveva già fatto usare, ma la base del cono era ben più larga, e quando le faceva superare la corolla anale, la sentivo bene, inoltre dentro tendeva a tenermi in tensione le pareti dell’ano, comunque, anche se con un pò di fatica, riusciva tranquillamente a farmela sparire nel culo, non gli importava se mi scendeva qualche lacrima, tanto sapeva che il risultato finale sarebbe stato un orgasmo squassante, come ogni volta che lui abbusava di me, poi in genere finiva con lo scoparmi in gola mentre ero piena di qualche gioco spece se nel culo.
Infine iniziarono le vacanze. Partii con mio marito, tre settimane in sardegna, posto bellissimo, mare incantevole, spiaggette semi isolate, nel senzo che c’era pochissima gente, eravamo in una zona dell’isola tra le più esclusive, non quelle prese d’assalto dal turismo di massa. Iniziai a pensare alla mia situazione, a quello che avevo fatto in quegli ultimi mesi, a come mi ero trasformata, da tranquilla signora quasi rassegnata alla routine, un pò squallida, dal punto di vista sessuale, a baccanante, assatanata e troia, dopo un pò decisi che dovevo smettere di fare la pazza, dirmi che era stato un bel sogno da ricordare magari con la mano tra le cosce, ma farla finita, magari, stuzzicandolo un pò, potevo risvegliare un pò mio marito, non era certo dotato come Mario, però forse era anche colpa mia se lui si era adagiato su quelle rare e misere prestazioni! Così la seconda sera che eravamo sull’isola, cominciai le mie avance, prima manuali, poi mi tuffai giù per prenderglielo in bocca, ricordo che lo adorava, ed un tempo mi implorava di farglielo, mentre io glielo concedevo con il contagocce, schermandomi dietro una falsa maschera di pudore, quella sera invece, appena ebbi iniziato soltanto ad accennare la cosa, mi tirò sù dicendomi se ero impazzita, poi facendo finta di niente, mi salì sopra, me lo infilò con io che ero ancora quasi asciutta, e veloce come un lampo, in pochissime battute finì il tutto, bacino e si girò dall’altra parte, dopo due minuti già russava!!
Lo mandai mentalmente al diavolo, lui e tutti i miei buoni propositi sul tornare ad essere una brava moglie fedele!
Infatti in quei 20 giorni, senza stress, di riposo, solo altre due volte mi si avvicinò, sempre in maniera solita, sbrigativa, senza assolutamente un minimo preliminare e assolutamente senza neanche sfiorargli per la testa che io non provassi il minimo piacere!
Nel frattempo, ne la casetta vicino a noi, c’era una coppia romana, forse nostra coetanea, o poco più giovane, con lui, un discreto esemplare di maschio, sempre galante, mi fissava, spece se in costume, facendo cader l’occhio spesso sul mio decoltè e, lo sorpresi più volte, anche sul mio fondoschiena, con la lei che mi lanciava occhiate assassine, e commenti acidi a lui; effettivamente, anche perchè avevo voglia di una bella chiavata, ormai Mario e C. mi avevano abituata male ( o bene, dipende dai punti di vista) e mi sentivo un pò in astinenza di cazzo, più di una volta, specialmente nella seconda metà della vacanza, mi passò per la mente di trovar il modo di farmi dare da quel tizio una bella sbattuta, poi, ragionando sul rischio che l’arpia se ne accorgesse e facesse un bailame che avrebbe coinvolto mio marito sputtanandomi ai suoi occhi, facendo scoprire al cornuto la mia natura troiesca, feci prevalere il buonsenso e lasciai perdere, relegando lo sfogo delle mie voglie represse al dito medio, pur restando piacevolmente appagata di notare come riuscissi ad interessare un uomo anche solo con il linguaggio del corpo.
Rientrati a casa il lunedì lui prese il volo per l’est europeo ed io nel pomeriggio ero già tra le braccia di Mario. Nuda mi attaccavo a lui come un assetato ad una sorgente, mi inginocchiai tra le gambe e lo leccai da le cosce, le pieghe dell’inguine, i bei coglioni pelosi, finii nel solco delle chiappe e con decisione gliele aprii e con la lingua gli esplorai il buco del culo, il più a fondo che potei, poi lentamente, lasciando una scia di saliva come la bava di una lumaca, tornai pian piano al cazzo sù fino ad imboccare la cappella, la leccai tutta, la mordicchiai con delicatezza, feci ruotare a lungo la lingua su la corolla sotto la cappella, dove si annidiavano i sapori di maschio più forti, mi sentii fare dei risucchi osceni, poi spalancai la bocca e cecai di ingoiarla, facendomi entrare in gola il più possibile di quel cazzo maestoso, fino a sentirmi soffocare, ma anche allora, nonostante tutto, lottai contro i conati e non mi tirai indietro, finchè Mario, mi sollevo, sorrise guardandomi ne gli occhi, poi mi sollevo impalandomi il cazzo nella figa lì in piedi sollevandomi da terra, mettendomi, mentre mi teneva sollevata per le natiche, un dito dentro il culo!
In quel momento con un “hhhaaaarrrrrrgggghhhh” come un animale selvaggio esplosi ne mio primo orgasmo della serata, rimasi con le braccia attorno al suo collo, ansimante, mentre lui, sempre senza depormi a terra, sollevava le mie natiche, faceva uscire il cazzo della figa e lo faceva combaciare con la rosa del mio sfintere, allentò leggermente la presa che mi sosteneva puntando contemoraneamente in alto il cazzo, che senza problemi, si infilò nel culo, superando l’anello rettale senza sforzo.
“hai sempre un culo aperto ed accogliente, l’astinenza in vacanza non ha influito, he he he, ormai sei nel club delle culo rotte!”
Mi inculò a lungo, cambiando spesso posizione, per mettermi, per ultima, in ginocchio su una poltrona, piegata su la spalliera de la stessa, anche il ritmo cambiava spesso, da colpi lenti decisi e profondi a colpi che sembra volesse andar direttamente nell’intestino a rotazioni per allargarlo, almeno così diceva, dando nel contemo, sonori sculaccioni tento da lasciarmi segni quasi sul violaceo sopra le natiche, finchè con alcuni colpi ancor più profondi, che quasi mi facevan ribaltare, si pianto nel profondo, lo sentii pulsare e poi sentii il culo riempirsi di sborra calda, comiciai tremando ad avere un lungo orgasmo, mentre Mario con una mano mi stritolava una tetta ne gli spasmi dell’orgasmo.
Quando si fù ripreso, si stacco da me lasciandomi bocconi a cavallo della spalliera e mi si parò davanti ficcandomelo nuovamente in bocca per farselo ripulire come sempre, io mi sentivo colare il culo farcito dalla sua sborra, appena che lo ebbi ripulito feci per alzarmi per potermi andare a sciacquare ma lui me lo impedì.
“resta così, voglio provare un pò il nuovo plug”
lo prese, era come ho detto un pò più lungo dell’altro, forse sui 20/22 cm, ma la cosa più importante era la base del cuneo, larga forse più del fondo di una bottiglia di vino, ci mise un pò di lubrificante, il buco era già bagnato della sua sborrata, largo con i muscoli rilassati dai 20 minuti e più di inculata appena presa, lui cominciò a spingere il cuneo, ne entro bene parecchio, ma ad un certo punto rimaneva bloccato, misi le mani ad allargarmi da sola le natiche, spingevo anche io contro quel coso, pur sentendo male volevo accontentarlo e prendermelo tutto in corpo, lui lo ruotava ed a brevi intervalli spingeva guadagnando di volta in volta qualche centimetro, poi sentii come cedere qualcosa dietro, come uno strappo e tra una miriade di fitte di dolore me lo trovai dentro il culo.
” che culo imperiale, ci si perde lì dentro”
Lo ruotò un poco, dava dei colpettini in sù ed in giù, poi agguantò la base estraendomelo, riallargando di forza l’anello dei muscoli sfinterici, rinnovandomi la miriade di stillettate che si irradiavano dal buco del culo ariivando dritte al cervello, un secondo ad ammirare il buco spanato, poi eccolo nuovamente a ficcarlo dentro di forza, così ripetendo il gioco almeno una decine di volte, finchè lo pianto profondamente dentro e lo sentii staccarsi da me, guardai con la coda dell’occhio, si stava infilando un guanto chirurgico, uno di quella scatola lasciata quì dal dottor Stefano, lui notò la mia occhiata e:
” sì, ho voglia di metterti la mano nel culo, ma stai tranquilla, col trattamento che ti stò facendo, non avrai problemi, comunque ricorda, per il tuo bene, non far resistenza, senti meno male”
Si unse bene la mano, poi dopo aver dato con l’altra mano ancora qualche colpo al plug che mi ostruiva il canale, lo estrasse di colpo, con un rumoroso “flopp” e dell’aria che con mio imbarazzo ne usci subito dopo ed immediatamente mise 4 dita dentro senza il minimo ostacolo, le ruotò, poi mise la mano a cuneo facendo aderire al foro anche il mignolo, ed iniziò ad entrare, un sobbalzo con un dolore più forte quando passò dall’anello sfinterico la parte delle nocche, quella più larga del cuneo della mano, poi in un attimo era sparito in culo tutto sino al polso. Comiciò a chiavarmi con la mano, quasi la estraeva per rientrare dentro di colpo, mi teneva una tetta pezoloni nell’altra mano, strizzandola, torcendole il capezzolo, tirandolo, intanto che il culo si rilassava sempre più sotto quei colpi, non faceva quasi più resistenza quando la mano appena estratta rientrava dentro il buco:
“sei una gran rotta in culo, te lo slabbreremo ancora molto di più, che peccato che non possiamo strapazzare queste tette da vacca, dai senti dove ti arrivo, voglio arrivare nell’intestino, VACCA!!”
Io ero lì che continuavo con un lamentoso “HHHHHHaaaaaaahhhhhhhhhhOhohohahaha”, quasi non connettevo, ondate di dolore si mischiavano a continui orgasmi, un tremore mi squoteva tutta, le gambe si muovevano in mosse inconsulte, finche non ribaltai la poltrona rovinando a terra semiincosciente. Estrasse definitivamente la mano dal culo, lasciandomi un vuoto terrificante, mi venne vicino e con pochi colpi di mano mi schizzo il suo piacere sul volto e sui capelli, poi si accasciò sul divano mentre io continuavo a giacere scomposta sul pavimento, incapace di trovar le forze per rialzarmi.
Dopo che ci eravamo riordinati, almeno minimamente, al momento di accomiatarci, mi disse che quella settimana doveva andar via per una consulenza di un lavoro importante, sarebbe rientrato sabato, perciò sino a lunedì prossimo non ci saremmo rivisti, mi promise anche di veder di organizzare qualche cosa con Stefano e che i suoi amici Torinesi, quelli della festicciola avevano chiesto di me, la cosa mi fece sorridere, un pò meno il discorso di Stefano, sapendo come fosse estremo, però in ogni caso poi sapeva farmi anche godere.

continua

per consigli e commenti scrivere a:
elisabetta_o@hotmail.it

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