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Racconti di Dominazione

Debito

By 8 Gennaio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

1 Lei non mi tiene più la mano.
Fin dalla prima volta fino ad ora, mentre giaceva sotto l’enorme corpo del maschio che la stava montando, mi aveva sempre tenuto la mano, ora invece è aggrappata alla sua schiena, mentre lui le dice, apri troia e accelera gli affondi, lei allarga di più le gambe, un grugnito suo, un urletto lei e so che le riversa una quantità di sperma in vagina quanto quasi un bicchiere, tanta, ha coglioni che sembrano palle da tennis, un membro doppio del mio, una cappella larga come una lattina di birra.
E’ un usuraio, ci ha rovinato, e da sei mesi si prende da mia moglie gli interessi che gli dobbiamo, ha le chiavi di casa nostra, entra quando vuole e fa ciò che vuole, ma da oggi credo che mia moglie sia sottomessa, prima lo odiava, ora quando lo vede le si inginocchia davanti e se lui lo desidera, gli lecca il membro, le palle, il culo.
Lui pesa più di 100 chili, è grande e grosso, sembra un orso.
Per farle il culo, ci ha invitati un pomeriggio in una sua villetta in campagna, credo perchè lei potesse urlare liberamente, le aveva preparato sul letto un cuscino a cilindro da metterle sotto la pancia, sul comodino aveva un oliatore da meccanico con un beccuccio modificato pieno di olio di vaselina. Lì, in una stanza da letto di quella bella casa, le dice spogliati e sdraiati lì, culo bene in alto, a me ordina di allargarle le chiappe, poi lui infila il beccuccio (modificato: più grosso, di legno), mia moglie già si dimena, lui le assesta un forte schiaffo sul culo, lei si ferma, lui pompa lei si irrigidisce, svuota l’oliatore nel suo intestino. Ha il cazzo molle, fa il giro del letto e glielo piazza in bocca, lei lo lavora. Diventa grosso nella sua bocca, lui le tiene la testa per tenerglielo in gola finchè lei non ha il viso paonazzo, le dice devi imparare a ingoiarlo di più, lo faremo…
Si piazza dietro di lei, quando la cappella passa dall’altra parte del buco mia moglie urla come una pazza, ma con i cento chili che la schiacciano ed io che la tengo ferma non ha scampo.
Alla sera mia moglie ha il buco aperto ed il cazzo in fondo al colon che entra ed esce tutto intero, alla pecorina, le munge le tette che pendono e le promette di lavorarle di tiralatte e ormoni,
– …le voglio più grosse!
le sussurra strizzandole. Era un mese che scopava regolarmente mia moglie una volta a settimana. In tutti i modi.
La prima volta la prese nel nostro letto, ci mise due ore a infilare tutto il suo cazzone nella figa di mia moglie che, con le lacrime agli occhi, gli implorava di fare piano. Io dovevo assistere e consolarla o tenerla ferma, decideva lui. Nella posizione classica con lui sopra, pompava adagio e spingeva inesorabile, intanto le sussurrava troia, vacca, apri bene, sapeva di essere grosso. Ci aveva avvisato che l’avrebbe riempita e mia moglie aveva ripreso ad assumere la pillola anticoncezionale.
Quando lui entra in casa nostra usa le chiavi, ci saluta e di solito va subito da mia moglie, la bacia sulla bocca con la lingua, la palpa, a volte le infila un dito in culo, lo so perchè lei in quel caso deve offrirsi e facilitarlo, magari piegandosi in avanti alzando la gonna, ha dita grosse, lunghe ed il suo pollice sembra il mio cazzo, decide di usarle quando il cazzo non gli si alza più, con mia moglie si sfianca, si svuota in vagina, si fa succhiare, cerca di incularla, non riesce, si fa succhiare di nuovo finchè non le riempe la bocca, le dice ti piace la mia crema? Lei ha imparato a forza di sberle sulle tette (lui dice che rassodano) a dire si mi piace, fammela bere. A volte lo lascia molle nella sua bocca, lei deve solo leccarlo, intanto deve massaggiargli il ventre per stimolargli la pisciata. Poi lui mi chiama, guarda qui mi dice, mia moglie inghiotte a occhi chiusi, quando finisce me la fa baciare e sento il gusto della sua orina. A quel punto le alza le gambe e mi dice “aiutami che le facciamo il fisting lo visto in un video porno, le infiliamo qualcosa… “.(continua)
3.continua. Ma ad un certo punto, forse si sente esausto, scende dal letto, guarda mia moglie sfinita, girata su un fianco, le prende una caviglia e la porta in alto fino quasi a sollevarle il bacino, la vagina spalancata che sgocciola del suo sperma, la esplora e mi guarda come per dire :
-visto? L‘ho aperta bene! E quanto l’ho riempita!
poi si scuote il cazzo moscio, le palle svuotate e le intima:
-Maria, preparami un bagno caldo.
Lei apre gli occhi socchiusi, si siede sul letto e si avvicina col viso per dare un ultima leccata al membro flaccido che ha davanti, lo fa con devozione, lui le accarezza dolcemente la testa, poi la prende per le mammelle e la fa alzare. La conduce in bagno, lei ha una mano in mezzo alle gambe per non perdere sperma e passandomi vicino mi attraversa con uno sguardo assente, entrano e lui chiude la porta a chiave.
Appoggio l’orecchio alla porta e sento l’acqua scrosciare nella vasca.
Dopo circa un’ora, sento tirare l’acqua del cesso, penso che hanno finito, invece sento Maria implorare “no!”, mi alzo, mi avvicino al bagno e sento il rumore di schiaffi, penso sul culo o sulle tette e mi viene il cazzo duro, poi la voce di lui alterata:
-più lingua, più lingua, lecca porca, spingi la lingua! Pulisci!
Maria lecca, sento il suo lavorare attraverso il vetro della porta. Un attimo e la porta si apre, lui si allaccia i calzoni, lei è china sul lavandino col culo arrossato che fa gargarismi e sputa, lui mi mette una mano sulla spalla e mi sussurra:
-mi sono fatto pulire il culo di lingua, che troia, non ho neanche insistito tanto, la prossima volta te lo faccio fare anche a te. –
Poi mi tasta il cazzo duro e sorride.
4.continua.Ci prepariamo velocemente, Maria indossa un intimo normale (ha il suo ciclo) gonna e camicetta. Di sotto, il SUV dai vetri oscurati è parcheggiato davanti al portone. Lui mi aspetta con le chiavi in mano, mi dice :
-guida tu.-
Lui apre la porta a Maria, la fa salire dietro e la segue, io seduto al volante guardo il sedile al mio fianco su cui sono appoggiati svariati oggetti: una videocamera professionale, un treppiede, una strana macchina con due tubi che terminano in due campane di vetro.
Questo armamentario mi fa rabbrividire. Dietro, lui la bacia a tutta lingua, eccitato, sento che le ordina:
-cara, libera il seno.
Poi rivolto a me:
-passami le campane di vetro e accendi il bottone rosso!
Io eseguo preoccupato, nel passargli ciò che mi chiede, scorgo mia moglie con la camicia slacciata e le mammelle offerte, i capezzoli già arrossati e duri per i pizzicotti che di sicuro hanno già ricevuto. Dalla macchinetta al mio fianco parte un ronzio sinistro, lui mi dice piano: girati e guida fino al motel ***. Mentre accendo l’auto sento Maria implorare: -no, Renzo(il nome di lui), mi farà male!
-Si cara, stai ferma, lo so, ma vedrai che risultati, resisti, sono dieci minuti tutti i giorni più le iniezioni…
Preoccupato, al primo stop mi volto per vedere cosa sta succedendo: le coppe di vetro sono applicate alle tette che sono già scure quasi violacee, i capezzoli smisurati per la depressione creata, Maria è trattenuta con le braccia dietro la schiena mentre lui la bacia sulla bocca e sul viso rigato dalle lacrime, però prima che torni il verde, lei mi vede, mi guarda, si libera le braccia e porta una mano verso i calzoni di lui, come per abbassargli la cerniera, poi chiude gli occhi e sospira, la macchinetta che pompa a intervalli regolari la fa sussultare: dolore per le mammelle o godimento?
Lui la piega di lato verso di se, mi porge il suo grosso dito medio alla bocca che io lecco e bagno di saliva, poi solleva la gonna e glielo infila dietro, lei si morde il labbro inferiore, la riporta dritta, lei resta seduta con il dito nel culo.
-Ti piace quando lo muovo?
– Sii! Ah le mie tette, Renzo! Le tette!
Io gli ricordo che oggi Maria è indisposta, ha il suo ciclo, lui mi dice di non preoccuparmi e mi fa dondolare davanti agli occhi un oggetto cilindrico legato ad un cordino come un tampone, ma molto più grosso:
-Vai al motel, le infiliamo questo davanti, tu filmi mentre le rompo il culo. Spegni la tiralatte prima che le scoppino le tette!
La spengo, lui le toglie le campane di vetro e la sento che sussurra:
– grazie Renzo.
– Con queste addosso sei proprio una vacca da mungere… ricorda, tutte le sere, dieci minuti a pecora come una mucca, ti controllo sulla webcam!
I clacson delle auto in coda mi scuotono, il cazzo mi sfonda le mutande. Poi lui si rivolge a me, mi spiega che si possono fare soldi mettendo in internet dei video porno amatoriali e noi gli dobbiamo tanti soldi, e finchè lui non si stanca, Maria la fotte lui, mica gli altri, poi dopo si: poi la vendo bene, ma fino ad allora… Al motel lui fa il regista, punta la videocamera verso il letto, su cui Maria aspetta già nuda, sdraiata pancia sotto, con l’oggetto in fica da cui spunta il cordino, è nudo anche lui, poi mi dice :
– così va bene. Premi REC.
Sale sul letto rimanendo in ginocchio, si sega mentre Maria gli lecca i coglioni, poi la prende rudemente per i capelli e la scopa in bocca duro, lei mugola, glielo spinge in gola e lei si toglie, lui allora la sculaccia forte, le segna le chiappe, la insulta poi si toglie dalla sua bocca , le gira intorno e la costringe a offrire il culo di fianco, le apre le chiappe con una mano, con l’altra si sega, nel mentre Maria muove piano il culo, come se attendesse, come se dicesse fammelo, sbrigati e piagnucola, sente la mano che la divarica dietro. Si decide: lo appoggia al buchino e spinge di colpo, Maria urla e salta in avanti, lui la blocca e le solleva una gamba verso la videocamera, per mostrare meglio la penetrazione. Con tutto il suo peso la obbliga sotto di lui, pompa molto forte, con le gambe le tiene aperte le sue, intanto nell’orecchio le dice di prenderlo, prendilo tutto, troia, ti rompo, vacca, l’obiettivo è puntato sui coglioni che sbattono sulle povere chiappe di Maria. Lei continua a gemere, la solleva a pecorina, la pompa, se la porta a smorzacandela, la tira per le braccia per penetrarla meglio, immagino che il cazzo impalandola le arrivi in pancia, la fica aperta in primo piano il cordino che pende e che la riempie anche davanti. La riporta a pecora per sbatterla, col viso deformato dalle smorfie, verso di me che filmo, poi accelera i colpi, Maria si pone a culo in alto e viso nel cuscino, sembra che la voglia rompere in due, poi un grugnito e le viene nell’intestino, ancora più dentro se possibile, insultandola. Poi lui subito scende dal letto e mi dice: aiutami a sollevarla e continua a filmare la giriamo supina, le solleviamo le gambe e poi il bacino, fino a metterla col buco del culo ancora aperto a piombo sulla sua bocca. L’obbiettivo puntato. Lui le dice: avanti cara, spingi, butta fuori lei si sforza ed un rivolo di sperma cola dal buco sulla fica e sgocciola nella sua bocca spalancata ancora, spingi, te ne ho messo tanto. altro sforzo e altro sperma percorre la stessa via. Lei inghiotte il seme, lo gusta, guarda il suo carnefice. Lui le accarezza i capelli, la bacia dolcemente, lei corrisponde, lo abbraccia, lui si sdraia accanto a lei e se la tira a se, lei lo segue, io non esisto. Maria si addormenta fra le sue braccia. Io spengo la videocamera.
5 continua. Al ritorno in macchina è lui alla guida. Io al suo fianco, Maria nel sedile posteriore, addormentata, sfinita; al motel l’abbiamo inculata ancora, due volte io ed una volta lui, a me lei diceva :
– forza, spingi, il tuo non mi fa male, …vieni… riempi il culo della tua mogliettina –
Alla fine, quando si è alzata, ci ha chiamati in bagno, lei nella vasca in ginocchio:
– avanti, non dovete fare niente?-
Renzo ed io ci siamo avvicinati col cazzo moscio in mano e un attimo dopo le abbiamo pisciato addosso, io sul corpo, lui in viso e poi direttamente in bocca.
Poi lui mi ha ordinato di uscire ed hanno fatto insieme il bagno, l’ho sentita ancora mugolare, ma non immagino cose le abbia fatto.
In macchina, Renzo mi racconta che lui ha la “proprietà” di altre cinque coppie come Maria e me. Lui sceglie a chi prestare denaro.
Mi racconta :
– l’anno scorso si presenta in banca una coppia per un prestito, marito e moglie, lei mi scalda subito il sangue. Mora come Maria, ma formosetta, un seno da quarta abbondante, un culo fantastico, un viso dolce che mi immagino sofferente nel godere. Vestita semplicemente ma per questo ancor più desiderabile. Non concedo il prestito ma propongo loro lo stesso accordo che ho fatto con voi. Hanno bisogno e ci cascano. Adesso portiamo a casa Maria, e te la faccio conoscere. Tanto succederà che porterò altri amici a “conoscere” tua moglie –
Passiamo da casa e metto Maria a dormire. Renzo guida fin verso la periferia della città, all’approssimarsi ad una villetta, rallenta, aziona un telecomando e si apre il cancello. Entriamo in casa con le chiavi. Alberto e Rosetta, sono sul divano davanti alla tv. Alberto, saluta, si alza e va a prendere una birra, Rosetta si alza ma Renzo la ferma
– no, Rosy, stai in piedi così! –
si avvicina e la bacia in bocca, poi rivolto a me:
– spogliala! –
Io mi avvicino dico ciao e le apro la zip della tuta, sotto è nuda, ha davvero due tette da favola, per me una quinta, poi le abbasso i pantaloni di felpa fino alle caviglie, ha un piccolo slip che non copre abbastanza due rotondità da cinema di Tinto Brass, le sfilo facendole cadere sulle caviglie. Sono senza parole, il cazzo è esausto ma sono eccitato. Lui mi dice:
-toccala se è bagnata –
io eseguo e infilo una mano tra i riccioli, rispondo no, è asciutta, lui le dice
-piegati e appoggia le mani alla spalliera del divano
poi le sussurra qualcosa all’orecchio sfiorandole appena i capezzoli e le grandi areole, lei ha un piccolo riflesso in tutto il corpo. Mi dice “riprova” io da dietro le passo le dita nella spacca e rispondo
-è come infilare le dita in un barattolo di miele
in effetti la sua fica è un lago. Anche lui si accerta del fatto, ma usa due dita in modo brusco e lei geme alzandosi sulla punta dei piedi, lui le intima di non togliere le mani dalla spalliera, a me dice di toccarle e succhiarle e mordere i capezzoli, io eseguo con piacere, lui ad alta voce :
– adesso tre… –
e riprende a masturbarla con tre dita, lei geme, poi lui decreta:
– pronta! –
La fa alzare e spostare in prossimità del bordo del divano:
– adesso da brava fai quello che ti ho detto prima –
noto che il bracciolo termina con una palla di legno, le ordina:
– brava, siediti sopra –
poi rivolto a me:
– indovina chi le ha regalato questo divano?-
e mi sorride beffardo.
Rosy è appoggiata con la fica sulla grossa palla, è in piedi, si struscia sopra ma non affonda, Renzo con un cenno mi ordina di prenderla per una gamba, lui per l’altra, così la solleviamo, in braccio, lei quasi implora:
– ….piano! –
facciamo piano, ma lei accoglie in fica il grosso dildo con un urletto. La facciamo salire e scendere, entrare e uscire, lei forse è tesa, ma gode, rovescia la testa indietro e mi bacia a tutta lingua io la lascio andare e lei si impala ancora di più sul bracciolo sedendosi sopra, la palla di legno le sparisce nella pancia, le vado dietro e le strizzo fortissimo le tette obbligandola a raddrizzarsi e facilitare la penetrazione, è inarcata, spalle indietro e ventre in avanti, suo marito la guarda, ha il cazzo duro sotto i pantaloncini corti, Renzo gli schiaccia le palle :
– porco! –
Quando la facciamo alzare ha un buco aperto gocciolante e profondo al posto della fichetta asciutta di poco prima, ma non ha goduto, è ancora in fregola, rimane sdraiata con le mani in mezzo alle gambe aperte, Renzo mi guarda, poi decide e rivolgendosi al marito dice:
– continua tu, noi abbiamo finito –
così dicendo mi fa un cenno e ce ne andiamo, non senza salutare Rosetta, le ordina:
– girati! –
con un sonoro schiaffo sul culone,
– alla prossima… bella! –
Per circa un mese Maria ed io non abbiamo notizie del nostro amico, anche se tutte le sere lei si pone davanti alla webcam dalle 22.00 alle 22:15, in collegamento con lui, nuda, a quattro zampe con il tiralatte applicato, assumendo una pillola, ma una sera di quelle lei riceve una telefonata da lui. La avverte che il sabato successivo, lei con me, sarebbe recare all’indirizzo *** per le ventitrè, puntuale, accompagnata da me, ed incontrare lì Alberto e Rosetta.
Le spiega anche come si sarebbe dovuta vestire.
Sabato alle ventitrè siamo puntuali all’appuntamento, come anche gli altri nostri “amici”. Lui arriva mezzora dopo. Ci spiega che la villa ospita un club privato, ci saranno uomini che inviteranno le donne a ballare, ci sono separè, ci sono stanze per giochi particolari e Maria e Rosy dovranno “essere gentili” e ci sarà una sorpresa.
Noi mariti potremo guardare sia loro che altre coppie, ci sono spazi previsti per i guardoni.
Maria indossa un tubino di seta nero, corto a mezzacoscia con cerniera totale posteriore, Rosetta indossa una gonna grigia corta e camicetta nera trasparente sopra un reggiseno nero, tutte e due indossano calze autoreggenti scure. Sono molto attraenti. La serata passa con le due donne che vengono spesso invitate a ballare, un tipo grosso e sudato fa ballare più volte Maria, ed ogni volta che si congeda le dice :
“…a dopo” oppure “…a più tardi”.
Rosetta è più appariscente. Sul tardi Renzo ci presenta due signori attempati ma in forma, fanno ballare le due donne e quando si seggono le fanno sedere sulle proprie ginocchia. Ambedue vengono toccate sulle cosce e più su, sotto i vestiti, con noncuranza. Poi ci fanno alzare:
– seguiteci! –
Ci portano attraverso ad un corridoio buio con separè ai lati fino ad una porta con una tenda pesante come quella dei vecchi cinema, la oltrepassiamo. Dall’ altra parte ci aspetta una stanza circolare ad anfiteatro, con quattro gradinate a scendere, tutta di velluto e moquette porpora, al centro un grande letto circolare colmo di cuscini. Sulle gradinate, poltrone e tavolini occupati da uomini. Maria vicino a me ha un ssussulto. Le due donne vengono accompagnate da due signorine dai vestiti succinti verso il letto, lì giunte vengono spogliate completamente, tranne le scarpe con i tacchi e i laccetti. Si alzano quattro uomini dalle prime file e si dirigono a due a due verso Maria e Rosetta. Le fanno sdraiare sul letto ed aprendo loro le gambe cominciano a baciare e leccare chi la fica, chi le tette. Sopra il letto c’è uno schermo su cui è proiettato ciò che avviene, in primi piani dettagliati, un operatore filma girando loro intorno.
Dopo pochi minuti Rosetta è la prima ad essere penetrata :
– apri bene troia! –
Maria poco dopo.
Scoppia un applauso in sala, il primo piano dei due visi non da adito a dubbi, sono chiavate gagliardamente, il maschio che non chiava, le scopa in bocca. Io calcolo circa quindici minuti circa per gruppi di tre maschi per volta che le fottono anche contemporaneamente, dopo un ora, un calcolo facile mi dice che le due donne hanno preso dodici cazzi in tutti i buchi.
Rosetta mugola “piano, piano, piano” al ritmo delle inculate, Maria morde il cuscino quando un maschio la riempie di sperma. Nel frattempo due signorine e due ragazzi, vanno in giro per le poltrone a spompinare i presenti in sala, chi vuole, sborra loro in bocca, ma poi sputano tutto in un calice. Il calice pieno viene appoggiato vicino al letto. Il grassone che le aveva promesso “…a dopo” si avvicina a Maria e le chiede:
– sei pronta per me? –
Lei rassegnata si sdraia meglio e apre le cosce, lui la sotterra col suo corpo e la monta. Per venti minuti la pompa con continuità, lei sembra aprire ancora di più le cosce fino a che non emette un lunghissimo gemito e la sala applaude in piedi lui, per la venuta di lei. Lui si toglie da sopra e si sposta verso Rosetta, Maria si avvicina alla compagna e l’aiuta a farsi penetrare anche lei, guidando il cazzone, il maschio però si gode una lunga strizzata alle sue tettone ed ai capezzoli piccoli ma sensibili di Maria, tutte e due gridano e tutti alzano il calice di champagne, per le due donne è pronto un calice di sperma, che ambedue trangugiano in un fiato.
7. in clinica, il clistere.
Alla fine della serata, Alberto ed io veniamo avvisati che le due donne sono “invitate” a passare la notte con un persona e che saranno riaccompagnate a casa l’indomani. Il giorno dopo, Renzo ci avvisa che Maria e Rosetta sono state ospitate in una clinica privata di un suo amico. Sono preoccupato. La trovo in un lettino, sofferente, mi spiega che il tale, che lei non ha mai visto in viso, l’ha inculata su di un cavalletto tutta la notte, con attrezzi sempre più grossi e ruvidi, fino a farla sanguinare; Rosetta, in altra stanza della clinica, invece è stata frustata con uno stiletto sulle tette e sui capezzoli. Arriva Renzo e mi spiega che Maria sarà “curata”, presenta solo delle leggere escoriazioni interne.
Poco dopo entrano in stanza tre medici spingendo un’apparecchiatura che posizionano accanto al letto di Maria. Sollevano il lenzuolo e tutti, i medici, Renzo ed io, vediamo il bel corpo nudo di mia moglie. Uno dei dottori accarezza il seno di Maria, arrossato dagli schiaffi, le sorride e la invita a girarsi a pancia sotto, un altro medico la solleva delicatamente per farle assumere la posizione “a uovo”, dietro di lei, il terzo le esplora lo sfintere con un divaricatore ed una lampadina sulla testa. Maria è sofferente. Dalla macchina viene estratto un tubo, con un terminale, Maria viene rigirata supina, le sollevano in alto le gambe, uno dei medici le infila nel buchino ferito il terminale della macchina, un altro mette in un serbatoio un sacchetto, che mi sembra un gel blu. Renzo le si avvicina e le accarezza il viso, lei gli sussurra:
– tesoro, non lasciarmi più a quelli là… mi fanno male! –
lui le sorride, fa un cenno e la macchina viene accesa. Maria ha un sussulto, una lacrima le riga il volto mentre il gel le viene pompato nel retto. “E’ un lenitivo”, mi rassicura un medico. Terminato il primo sacchetto, ne viene messo nella macchina un altro, Maria sussurra qualcosa all’orecchio di Renzo, accarezzandolo, lui le dice di avere pazienza, poi si sbottona la patta e le mette il grosso cazzo molle in bocca, lei lo accoglie.
La macchina ronza, Maria incomincia a dimenarsi, a lamentarsi, il ventre gonfio, Renzo la tiene ferma. Ancora un sacchetto, i medici si guardano, Maria ha le gambe divaricate, la fica spalancata, Renzo, lo stronzo, le accarezza il clitoride e le preme il ventre, lei si inarca e geme, poi lui si toglie i pantaloni, il cazzo duro, sale sul letto, si sdraia su di lei e la penetra. Maria urla, il peso e la pressione le è insopportabile. Renzo la bacia mentre la rovista in vagina col suo attrezzo, lei lo implora di smettere, di fare piano, lui le dice che serve a distribuire bene il gel. Poi la fa sedere sopra di lui, è impalata in fica e con il tubo nel culo, è come una bambola di pezza nelle braccia di Renzo. Però, mentre si muove lentamente sul cazzo, Renzo le chiede se vuole altro gel nel culo:
– ce ne ancora, cara, lo vuoi?”
lei ansima:
-siiii…! prova…! Piano però…! …Sono così piena! –
un medico le tasta il ventre e scuote la testa, ma la macchina viene riaccesa. Maria si ferma, si piega per accogliere meglio, intanto emette un gemito lunghissimo perchè Renzo ha ripreso a muoversi dentro di lei. Poi Renzo dice basta, svuotiamola. La macchina viene spenta, riprogammata e riaccesa per aspirare il contenuto, che sicuramente aveva riempito anche il colon di Maria.
Maria, riprende il suo colore naturale in viso, Renzo si sfila duro dal suo ventre, la fa inginocchiare tra le sue gambe e si fa succhiare il cazzo, quando il medico le sfila il terminale dal culo rotto, lui le spinge in gola la cappella, emette un grugnito:
-…TROIA ROTTAINCULO, BEVI –
e le rovescia in bocca tutto lo sperma facendola tossire.

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