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Racconti di Dominazione

Elisabetta e la settimana bianca

By 21 Novembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Elisabetta ed io avevamo scelto un piccolissimo paesino del Tirolo austriaco. L’albergo era tanto piccolo quanto dotato di tutti i comfort necessari per trascorrere una splendida settimana bianca. Era situato sulle pendici di una montagna che sovrastava e incastrava il paesino già sepolto dalla neve. Non ci si arrivava in macchina. La fermata intermedia della funivia era obbligatoria per poter accedere all’albergo.
Una trentina di posti, dava un’impressione di pulito e ordinato come solo gli alberghi di lusso austriaci di montagna sanno dare. Era inoltre dotato di una grande area fitness. Era la cosa che maggiormente mia moglie ed io desideravamo per poter finalmente rilassarci in completa libertà. Lettini e docce abbronzanti, bagno turco e sauna, idromassaggio di tutti i tipi, sale di massaggio per tutti i gusti, per uomo e donna. Infine, per nulla spiacevole, un personale completamente dedicato agli ospiti particolarmente gradevole alla vista e, soprattutto, molto disponibile a qualsiasi esigenza o desiderio manifestato dal cliente, maschio o femmina che fosse.
Essere svegliati al mattino da una splendida biondina assai poco vestita e molto sorridente, nonostante la presenza della moglie, era indubbiamente molto piacevole. ‘Anche stamattina ti sei fatto gli occhi e potresti almeno dormire con qualcosa addosso” mi apostrofò ogni mattina mia moglie Elisabetta fingendo una gelosia che in verità, in quella realtà non aveva motivo proprio di esistere Come pure, per lei, non era fastidioso e neppure troppo imbarazzante, avere a disposizione addirittura in camera un bel giovanottone biondo che nella sua funzione di cameriere da camera, a sua richiesta, era pronto a soddisfare tutte i suoi desideri e vizi come, ad esempio, farsi avvolgere nel caldo accappatoio quando usciva dalla doccia al mattino. E certamente mia moglie non faceva la doccia in costume da bagno
Ben presto Elisabetta aveva infatti superato tutti gli eventuali imbarazzi. Il piacere che continuamente aveva modo di provare le faceva rimuovere tutti gli ostacoli che le venivano dettati dal suo pudore. Intuimmo che qualsiasi nostro desiderio, di qualsiasi genere, sarebbe stato esaudito dal bel Manfred o dalla indubbiamente spigliata Greta.
Inizialmente Elisabetta ed io non avevamo nulla da chiedere: mia moglie infatti riusciva ogni notte a placare i miei bollenti spiriti ed io, pure, non mi tiravo indietro per sessualizzare al massimo la settimana bianca di mia moglie. Con il passare dei giorni, però, sia per curiosità che per manifestare il nostro dominio su Manfred e Greta le cose cambiarono. I due giovani austriaci ci fecero subito del resto ben intendere che piacevamo loro e che avevano percepito il nostro desiderio. Ci mostrarono la loro completa disponibilità.
Le prima avvisaglie di quanto l’ambiente fosse, per chi lo avesse voluto, alquanto libertino si verificarono naturalmente nelle stanze del bagno turco e della sauna. Mia moglie era abituata ad entrare nelle stanza con sempre qualcosina addosso. Talvolta il bikini, di dimensioni invero ridotte, altre volte solo un mini tanghino e, infine, quando lo riteneva opportuno, nuda ma con asciugamanino che a stento le copriva il sesso e i seni. Io, invece, mi proponevo sempre nudo e l’asciugamanino in dotazione lo usavo solo per sedermici sopra. ‘Sei sempre il solito maialino. Soffri se non puoi mostrare a tutti, anzi preferibilmente a tutte, il tuo bel cazzone’ Peccato per te che qui non ne vedo molte di femminucce!’ mi rimproverava spesso mia moglie. Senza però infastidirsi troppo.
Quella sera decidemmo, dopo una lunghissima ed estenuante giornata trascorsa sugli sci, di rilassarci con un bel idromassaggio e soprattutto con un bel bagno turco. Elisabetta indossò il suo bikini e mi anticipò nella zona fitness dove l’enorme vasca con idromassaggio già accoglieva alcuni ospiti. La raggiunsi poco dopo e notai un suo leggero nervosismo. C’erano solamente uomini, la maggior parte di una certa età. Ma, soprattutto, aveva ben presto scoperto che erano tutti completamente nudi. ‘Amore ‘ mi disse accogliendomi ‘ sono tutti nudi!’. ‘E’ un po’ la tradizione di tutti questi luoghi nordici’ le dissi per tranquillizzarla. – . Ti abituerai.’ ‘Va bene, ho capito. Ma sai, mi imbarazzanoun po” Mi sono fatta poi una cura di tanti grossi e penduli cazzoni. La maggioranza, poi, vista l’età avanzata, hanno anche un coloro grigiastro per nulla piacevole: hanno tutti le grinze e, poi, come degna conclusione, dei coglioni enormi, grigi con le grinze e, viste le dimensioni, penso strapieni di quella roba lì ‘ Insomma, hai capito cosa intendo’ Non è proprio un bello spettacolo! E inoltre, ho notato che essendo l’unica giovane donna tutti mi fissano con sguardi libidinosi e mi spogliano ulteriormente con gli occhi. Ti immagini’ Se mostrassi loro qualcosa questi sarebbero in grado di saltarmi addosso per poter finalmente sfogarsi. Chissà da quanto tempo non hanno la possibilità di’ insomma, hai capito, di vuotarseli con una giovane italiana’ Penso che mi farebbero nuotare nel loro sperma’Che schifo, che puzza!’ Sentendola così parlare non riuscii a fare a meno di sorridere. ‘Dai, non esagerare, il tutto non sarebbe forse così drammatico” ‘Cosa intendi dire ‘ mi interruppe immediatamente – . Non capisco” ‘Nulla, non c’è nulla da capire. Dai ‘ cambiai discorso ‘ usciamo e andiamo a farci un bagno turco. La saletta è qui vicina.’
Ci accoglie un ambiente caldissimo con una rilassante musica di sottofondo. I fumi del vapore salgono e scendono. La stanzetta sembra avvolta da una profumata ovatta. Non siamo soli. Di fronte, seduto in una posizione di estremo relax c’è un uomo. E’ giovane, biondissimo, un fisico statuario. Si intravede, tra i vapori, anche la sua indubbia bellezza. Ma, soprattutto, si nota che è completamente nudo e il pene, sebbene a riposo, denuncia delle dimensioni veramente notevoli. Ascolta musica con l’Ipod.
Elisabetta ha un sussulto. La visione del modello nudo non poteva infatti non turbarla. E per tutta la durata del bagno non stacca gli occhi dall’enorme pene dell’uomo. Questi, evidentemente abituato a lunghissimi bagni turchi, con gli occhi socchiusi non dà alcun segno di insofferenza per i continui sguardi che la mia mogliettina gli lancia. Sa di essere bello, e si diverte evidentemente a confondere le donne che capitano in quel bagno turco. Mia moglie non si differenzia da tutte le altre e si turba. Il suo respiro denota una certa agitazione. E’ eccitata. Non capita tutti i giorni di potersi gustare un così bel maschio, e, soprattutto, nudo con una gran bel cazzo. Usciti, la provoco. ‘Carino, il tedeschino, vero? ‘ le chiedo ‘ ‘. Tedescone ‘ risponde lei con un sorriso a dir poco malizioso – . Bello, un corpo stupendo e’ tutto quanto a posto ‘ aggiunge sospirando – ‘. La visione di Helmut, era questo il suo nome, l’aveva indubbiamente eccitata. E pensai che di ciò avrei potuto, un’altra volta, approfittarne.
Quella notte non la scopai. Eravamo entrambi molto stanchi. Ma al mattino la situazione precipitò. I raggi del sole già alto che filtravano attraverso le tapparelle rischiaravano appena la stanza. Avevamo dimenticato di apporre sulla maniglia esterna della camera il classico ‘Non disturbare’. Greta entrò e ci sorprese ancora nel sonno. Io, completamente nudo, proponevo a causa delle emozioni del giorno prima, una erezione indubbiamente notevole. Mia moglie, con il solo perizoma rosa addosso, era tutta rannicchiata e mi cingeva i fianchi. Il suo volto e soprattutto la sua bocca erano a pochi centimetri dal mio cazzo. Lo spettacolo che offrivamo alla cameriera doveva essere indubbiamente carino. Ero sveglio. Finsi però di dormire e con gli occhi socchiusi notai che rimase per più di qualche secondo incantata ad ammirarci. Poi, a un certo punto, si scrollò ed inizio le pulizie del bagno. I rumori svegliarono mia moglie. ‘Amore ‘ le sussurrai ‘ di là c’è Greta’ ‘E allora? Lasciami dormire ancora un po’ amore. Sono ancora tanto stanca”. ‘Va bene ‘ le dissi tranquillizzandola – . Io però vorrei farle uno scherzetto alla tedeschina’ ‘ ‘Ho capito ‘ sospirò infastidita Elisabetta – . Fai quello che vuoi, lasciami però dormire. C’è il bagno, no? ‘ e così dicendo si staccò dal mio corpo e si girò dall’altra parte, mostrandomi il suo bellissimo culetto perizomato ‘ ‘.
Mi alzai in silenzio e mi affacciai al bagno. Greta, piegata, era intenta nella pulizia della doccia. Accortasi della mia presenza si voltò di scatto e rimase immobile a fissarmi. Il suo sguardo, in particolare, si era fissato sul cazzo che continuava a ‘soffrire’ di una violenta erezione. ‘Buongiorno. Cosa posso fare per lei? ‘ mi chiese con un tono della voce che denotava tutta la retorica della domanda – . ‘Non te lo immagini? ‘ le chiesi – . Prima vorrei che ti spogliassi anche tu, completamente, e che mi mostrassi come sei fatta’ Ti va?’. Non avevo neppure finito di parlare che già la giovane donna si era levata la camicetta e la gonna. E subito dopo si sganciò il reggiseno e, tutto da sola, si sfilò anche il microscopico perizoma di pizzo nero. ‘Ti piaccio? ‘ mi chiese in un buffissimo italiano che non nascondeva il suo accento tedesco – . Cosa ti piacerebbe che io ti faccia? A me piace tutto” ‘Il mattino ha l’oro in bocca’ – le dissi ridendo – . Io l’oro non ce l’ho, ma tanta tanta sborra sì’! Mi capisci, vero?’ A queste parole Greta non potè non arrossire violentemente. Si avvicinò, si inginocchiò e come esordio prese in mano il cazzo con entrambe le mani. E iniziò a segarmi, lentamente. Il supplizio durò poco. Capì che avevo troppa voglia di riempirle la bocca con il mio sperma. Si avvinghiò dietro al mio culo. Qui intrecciò le dita delle mani e poi, con la bocca, mi imprigionò il cazzo. E iniziò un lento su e giù lungo su tutta la canna del cazzo. E cambiava continuamente ritmo. Con gli occhi azzurri socchiusi cercava il mio sguardo. Lo trovò e fu in quel momento che non ressi e scaricai l’abbondante sborrata nella sua bocca. Già i primi fiotti gliela riempirono completamente. Ingurgitò tutto velocemente per poter raccogliere tutto il ben di Dio che continuavo a riversarle fino in fonda nella gola. E alla fine, sempre con la lingua, a dimostrazione di quanto aveva gradito il tutto, si dedicò a una splendida pulizia del cazzo e di tutto il resto. ‘Bellissimo! ‘ riuscì solo a dire la biondina ‘ ‘ e scappò fuori del bagno e della stanza. Non so se le pulizie del bagno erano state terminate, ma sinceramente non diedi a ciò molta importanza.
‘Mi sembra che tu abbia avuto un risveglio piuttosto agitato stamattina ‘ esordì mia moglie poco dopo quando si svegliò e dopo aver avuto sentore di quello che era successo – . Mi sempre che non tu non abbia perso tempo con la tedeschina’ Non ti si può lasciare un attimo da solo che tu subito ne approfitti’ Attento che chi la fa se la aspetti’. E cominciò a fissare Manfred che in quel momento era entrato in camera con la colazione.
‘Sei proprio un bel giovanotto ‘ gli disse mentre io già addentavo da lupo famelico le brioche – . Sono certo che oltre che carino, come Greta, tu sia anche bravo in altri particolari piccoli servizi” ‘Indubbiamente nessuna cliente donna si è mai lamentata di me e dei miei servizi. I mariti, forse, un po’ meno’ – rispose alludendo alla mia presenza in camera in quel momento – ‘. ‘Oh, questo non è un problema ‘ lo rassicurò – . Mio marito, a riguardo è molto comprensivo’ Come del resto io con lui! Avrei piacere quindi che ora, qui, ti mettessi comodo e che quindi mi facessi quello splendido massaggio che sono sicuro tu sei bravissimo a fare’ Ne ho proprio bisogno” ‘Certamente, signora. Prevedo che per ‘comodo’ lei intenda senza nulla addosso’ nudo, vero? – rispose senza alcun turbamento il bel biondino – . Sono certo che lei apprezzerà molto e che saprà ben farmi capire fino a dove posso spingermi” ‘Non preoccuparti ‘ lo tranquillizzò Elisabetta – . Ora mi stendo sul letto e tu puoi iniziare a massaggiarmi’ Poi, si vedrà!’ E così dicendo mia moglie si sdraiò completamente nuda sul letto con il pancino in giù. Allargò a dismisura le gambe e così facendo lasciava intravedere al massaggiatore tutta la sua intimità. Era già lucida.
Il tedesco iniziò energicamente la sua opera. E più passava il tempo e sempre più i sospiri di mia moglie si facevano sentire. Contemporaneamente anche Manfred iniziò a mostrare tutta la sua eccitazione. Anche lui era ben fornito. Scappellato e con la cappella già tendenzialmente viola, non riusciva a nascondere una ormai notevole erezione. E fu a questo punto che mia moglie volle peggiorare la situazione. Si girò e mostrò per bene al massaggiatore tutto quello che poteva mostrare. Era in una posizione, con le gambe allargate al massimo, veramente oscena. Erano ben visibili le piccole e le grandi labbra. Pure il clitoride era ben visibile, gonfio e umido. Elisabetta infatti stava già godendo, in silenzio, e la rugiada le scendeva all’interno delle cosce. ‘Dammelo un attimo in mano’ ordinò a Manfred, che, per la verità, non attendeva altro. Subito la accontentò ma rimase deluso quando, dopo un veloce su e giù, mia moglie gli ordinò di allontanarsi. ‘Adesso mostrami quanto sei bravo tu a farti una sega. E, mi raccomando, attento a dove sborri.’ ‘Non capisco’ ebbe appena il tempo di dire il tedesco che subito mia moglie, con fare imperativo gli spiegò l’ultimo suo desiderio. ‘Devi finire l’ottimo massaggio che hai iniziato. Poi mi devi regalare la visione della tua sborrata in piedi. E solo allora, scarico, potrai riavvicinarti a me e, come vuoi, potrai godere del mio sesso’ Capitò?’ ‘Sì’, le rispose l’uomo. Continuò quindi il massaggio che aumentò ancor più eccitazione di mia moglie. Era tutta bagnata e con la sua rugiada bagnava le dita di Manfred che si soffermava delicatamente proprio lì’ Poi, ubbidendo all’ultimo desiderio di mia moglie si allontanò un paio di metri dal suo corpo e ritto di fronte al letto in mezzo alla stanza iniziò a farsi la sega. E mia moglie lo guardava. Le piaceva vedere il maschio sottomesso, costretto davanti a lei a masturbarsi e a vuotarsi di tutto il proprio liquido seminale. Indubbiamente Manfred viste le premesse, aveva sperato in qualcosa di diverso’ Comunque la situazione di sottomissione non dispiaceva neppure a lui. La vista di mia moglie nuda e il suo sguardo che non abbandonava un attimo la sua sempre più umida virilità, lo portò a livelli impensabili di eccitazione. Improvvisamente raggiunse l’orgasmo. Manfred sembrò mettersi sull’attenti. Intrecciò le dita delle mani dietro la nuca, con l’enorme asta del cazzo ritta rivolta al cielo e la cappella diventata ormai marrone. Iniziò a schizzare, come voleva mia moglie, in modo incontrollato, dappertutto. Sul letto, sulla parete, per terra, su se stesso. Il ventre piattissimo del ragazzo aveva dei continui sussulti mentre il suo cazzo pulsava e lanciava fiotti di bianchissima sperma dappertutto. ‘Bravo, complimenti, uno spettacolo bellissimo! Vedere un uomo costretto a masturbarsi e a sborrare in piedi come un cavallone in calore mi eccita tantissimo. Adesso, che ti sei ben svuotato, ti puoi riavvicinare. Vieni, con le dita puoi continuare a lavorarmi come preferisci. Sappi che però alla fine dovrai fare quello che noi donne siamo più o meno costrette a fare sempre con i nostri uomini. Hai capito, immagino. Preparati, infatti, a bere tutta la mia rugiada che riuscirò a offrirti’. Manfred non se lo fece dire due volte. Con due e anche tre dita invase la fighetta di mia moglie che cominciava sempre più a rendersi accogliente e ad allargarsi. A un certo punto il tedeschino fece una cosa che mai avrei sospettato mia moglie gli permettesse di fare. Manfred infatti a sorpresa le inserì, provocandole all’inizio anche un po’ di dolore, tutta la mano nella figa. Ovviamente gli orgasmi di mia moglie non si contavano più e fu allora che il tedesco decise di raccogliere nella sua bocca tutti gli umori che Elisabetta in quel momento di massimo godimento produceva in grandissima quantità. Gli riempì quasi la bocca. Il nauseabondo sapore e il non gradevolissimo odore del liquido di mia moglie era tollerato da Manfred solo perché la sua eccitazione era tale che lo costringeva contemporaneamente a sborrare di nuovo. ‘Grazie ‘ gli disse a un certo punto Elisabetta ‘ . Ho finito’. E Manfred, sempre gocciolante, prese i suoi indumenti ed uscì dalla stanza.
Non avrei mai pensato che mia mogli fosse stata in grado di fare tutto ciò a un uomo. Non sospettava però che, avendomi mostrato quanto fosse capace di essere spregiudicata e vogliosa, mi avrebbe così autorizzato a chiederle cose che mai mi sarei permesso di proporle.
E la prima prestazione particolare gliela chiesi già il giorno dopo, nella grande piscina idromassaggio dell’albergo.
Arrivammo in piscina molto presto. Era ancora deserta. Mia moglie, ben felice, si immerse nella caldissima acqua della vasca indossando solamente un tanghino. Io, nudo, mi allontanai un po’ da lei e diedi così l’impressione alle persone che presto arrivarono che mia moglie fosse lì da sola. Alla spicciolata, poco alla volta, arrivarono cinque uomini, tutti tedeschi, che si immersero nella piscina. Erano tutti non più giovani. E dotati di grandi ventri dovuti evidentemente alle grandi libagioni di birra.
Lo sguardo con il quale mia moglie li accolse era ben eloquente. Aveva ancora negli occhi lo splendido cazzone di Manfred e il fisico da modello di Helmut. Quelli sì che erano maschi. Tutti gli uomini che erano in ammollo non disdegnavano però di lanciare sguardi alla bella italiana e soprattutto ai suoi splendidi seni. Le misure dei loro cazzi, spesso nascosti dalle pance, erano però improponibili.
Fu allora che pensai di divertirmi e, soprattutto, di sollazzare i simpatici vecchietti. Fingendo di non conoscere mia moglie mi avvicinai a lei nella vasca. Mi ci appiccicai. Lei non capiva, ma fece finta di nulla. Ben visto dagli altri uomini iniziai a fissarla e in un perfetto inglese le feci dei complimenti. Mia moglie, imbarazzata, fece finta di nulla. Tutti sapevano che era italiana. Con ciò feci credere a tutti che lei era in quel momento sola. Una bellissima preda, quindi. E come tale finsi di trattarla. Le presi la mano e gliela feci appoggiare sul mio cazzo. Poi, con lo sguardo, la invitai a darsi da fare. Elisabetta, sorpresa, ebbe un sussulto: non capiva dove volevo arrivare. Provava vergogna e tento di mostrare sorpresa e imbarazzo. Tutti gli uomini infatti iniziarono inatti a fissarla per vedere come reagiva alla mia audace proposta. E arrossì violentemente. Sentiva ma non capiva i commenti che tutti e cinque gli uomini sussurrando si scambiavano tra loro. ‘Please” la incoraggiai. E mia moglie, fingendo di essere vittima di un prepotente e quindi rassegnata alle voglie dell’uomo, stette al gioco. Iniziò, lentamente, a farmi una dolcissima sega fissando negli occhi una alla volta gli improvvisati spettatori. Mentendo fingeva di chiedere aiuto. Ma ben presto si accorse, vista la totale trasparenza dell’acqua, che qualcuno, di fronte allo spettacolo che offriva, aveva iniziato invece ad accarezzarsi.
‘Amore, – mi sussurrò senza farsi sentire mia moglie ‘ guarda che questi, dopo, non si fermeranno a guardare soltanto’ Mi vorranno anche loro far la festa. Ti prego, portami via’ Io anche te la faccio la sega e regalo loro una bella scena da film hard, ma poi fammi uscire con te! Non voglio dopo doverli far sfogare. Cinque cazzi! Sono troppi. Ti prego… Che se li curino le loro mogli. Sono anche vecchi, poi” Io come risposta le slacciai il nodo del tanghino e lo feci volare fuori della vasca. E le sborrai subito in mano. Tutti videro il mio liquido propagarsi nell’acqua. E stavo ancora lanciando gli ultimi schizzi che uno dei cinque uomini si incollò a sua volta al fianco di mia moglie. E un altro fece lo stesso prendendo il mio posto. Elisabetta si ritrovò così in men che non si dica nuda e stretta tra due uomini che chiaramente le fecero intendere che avrebbero gradito lo stesso servizio che gentilmente aveva offerto a me.
‘E adesso, cosa faccio? ‘ mi chiese fissandomi indispettita – . Non vorrai mica che li faccia sborrare tutti’ Li hai ben visti.! Insomma! Hanno la pancia e hanno anche il pisello piccolino’ Non oso pensare alla fatica che dovrei fare per farli rizzare” Come risposta uscii dalla vasca e andai a chiudere a chiave la porta della saletta dell’idromassaggio. Fu in pratica il segnale d’inizio. I due uomini infatti, sorridendo, catturarono le mani di mia moglie e le fecero fare conoscenza dei loro cazzi. Uno dei due, sfrontatamente, in un italiano ridicolo, le disse: ‘Ho visto tutto! Tu bravissima” E mia moglie, infastidita ma rassegnata, iniziò a segarli tutti e due, contemporaneamente. In effetti erano piuttosto piccoli, ma lentamente iniziarono a indurirsi e iniziarono a dare segni di grande vitalità. Mia moglie era ed è evidentemente insuperabile nel fare una sega a un uomo. Sa abbinare i sapienti movimenti delle dita a sguardi che incendiano il maschio.
Gli altri tre intanto con un cenno d’intesa uscirono dall’acqua e andarono a sedersi tutti e tre, nudi, sul lato di uno dei lettini da relax vicino alla porta d’ingresso. Era evidente che erano in attesa. Mia moglie, infatti, doveva passare anche di là’
E intanto continuava a masturbare i due che avevano scelto la vasca. E lo faceva piuttosto energicamente. Era evidente la sua intenzione di farli sborrare prima possibile. Non le piacevano. Era imbarazzata e sperava di terminare prima possibile l’opera. Uno dei due iniziò ad ansimare. Era vicino all’orgasmo e anche mia moglie lo intuì. L’uomo prese energicamente tra le sue mani il volto di mia moglie e tentò di spalancarle la bocca. Voleva sborrare nella sua mano e contemporaneamente possederla baciandola. Mia moglie si rifiutava ma dovette desistere quando il vecchio tedescone le tappò le narici del naso. Per respirare Elisabetta dovette aprire la bocca e l’uomo ne approfittò per infilarle, violentemente, la lingua in bocca. E mentre la esplorava riempiendola di saliva, iniziò spargere i fiotti di sperma. E lo stesso iniziò a fare l’altro. Mia moglie era riuscita quindi a farli sborrare entrambi contemporaneamente e copiosamente. Elisabetta di scatto si svincolò e iniziò a salire i gradini della vasca. Era sua intenzione andare a ripulirisi dello sperma che le imbrattava ancora le mani e quindi recuperare il tanghino che avevo lanciato vicino alla porta. E quindi, finalmente, uscire. E solo allora si accorse che ad attenderla, vicino alla porta, c’erano gli altri tre uomini. Tutti e tre si stavano masturbando. Mia moglie rimase per qualche secondo pietrificata. E i tre uomini poterono così gustarsi la sua completa nudità e la visione della figa di mia moglie li eccitò ulteriormente. Elisabetta infatti aveva deciso di depilarsi quasi completamente. Aveva lasciato solo un piccolissimo ma folto triangolino di peli nerissimi a ornamento del suo ben evidente sesso. E così i tre pancioni bianchissimi ma pelosi dei tre uomini vennero praticamente sollevati dalle tre aste che attendevano di essere lavorate. ‘Viene qui, bella italiana ‘ disse il più panciuto dei tre – . Vogliamo anche noi vedere e sentire quanto sei brava. Inginocchiati pure qui davanti a me e continua il tuo lavoro. Mia moglie mi guardò, interrogandomi con lo sguardo. Ed io feci cenno di assecondarlo. ‘Ma dai, sono in tre’ Non l’ho mai fatto’ E poi, ho solo due mani” Ma così dicendo non riusciva a nascondere un leggero tremolio della voce. Era evidente che si stava eccitando. La situazione di completa sudditanza la turbava ma nello stesso istante le piaceva. E tanto! ‘Coraggio! ‘ continuò il tedesco che parlava in italiano e che era seduto in mezzo agli altri due – . Prendi pure in mano i due cazzi dei due miei amici’.
Elisabetta, a questo punto, ubbidi. Si inginocchiò di fronte all’uomo e distendendo le braccia prese tra le dita i due cazzi che gia proponevano due cappelle violacee e già un po’ umide. E iniziò a masturbarli. Ma, in quella posizione, era costretta a rimanere con il volto praticamente attaccato all’enorme ventre peloso dell’uomo seduto al centro. E ben presto capì cosa questo voleva in particolare da lei.
I due uomini che mia moglie stava masturbando iniziarono intanto ad ansimare. Contemporaneamente tutti e due con le mani iniziarono a torturarle i seni. Ed Elisabetta iniziò a bagnarsi sempre di più. I tre uomini si accorsero che il dolce miele iniziava a scendere all’interno delle cosce della donna. E fu allora che il terzo uomo ordinò perentoriamente a mia moglie di aprire la bocca. ‘No. Non posso. Non mi piace. Il solo odore di quella roba lì mi nausea. Non posso neanche pensare poi al resto’ – si oppose mia moglie – . Mi spiace ma io lo sperma lo bevo solamente a mio marito. E non sempre” Ma il tono sempre più autoritario del tedesco le fece intendere che non aveva alternative. Avendo le mani occupate, con il naso e il volto iniziò a immergersi nel pancione dell’uomo alla ricerca del piccolo e nascosto cazzo. ‘Che schifo. Non ne posso più’ – sussurrò ‘ quando alla fine, tra le pieghe della pancia che aveva a fatica sollevato, lo trovò ‘ . Non riuscì a finire di dire che il piccolo ma grossissimo cazzo del tedesco le sfondò la bocca e iniziò a stantuffare. ‘Zitta e succhia, bella italiana. E dopo, quando lo deciderò io, berrai tutto quello che voglio io! Ho capito che ti piace. Vedo che stai godendo. E fra poco sarà ancora più bello” In effetti mia moglie stava godendo e cominciava ad avere orgasmi sempre più numerosi e rumorosi. Il tutto durò pochi minuti. I tre uomini vennero infatti quasi contemporaneamente. Prima i due uomini che mia moglie stava segando. Ansimando ed emettendo rumori gutturali iniziarono infatti a riversare nelle sue mani tutta la sperma che chissà da quanto tempo non avevano avuto la possibilità di liberare. Calde, attaccaticce e di pessimo odore le due sborrate le riempirono completamente le mani. Elisabetta, in segno di resa, le alzò al cielo rimanendo però sempre attaccata al cazzo del terzo uomo.
Questi infatti, con le mani a sua volta le strinse con forza le guance. Non voleva infatti che la bella italiana potesse sfuggire alla sua eruzione di sborra. Che avvenne pochi secondi dopo. Mia moglie riuscì a stento a protestare flebilmente: ‘No, ti prego, non dentro. Non ce la faccio, mi fa schifo’ Potrei vomitare” Ma l’uomo, imperterrito, iniziò a riversarle in bocca tutto il suo sperma. E continuava, senza fermarsi. Mia moglie, per la situazione in cui si trovava, aveva a sua volta orgasmi incontrollati e spruzzava anche lei la sua rugiada che le scendeva copiosamente tra le cosce. Il tedesco se ne accorse e volle rincarare la dose. Tenendo questa volta bloccato tra le sue cosce il volto di Elisabetta pensò bene, sempre rimanendo seduto, di allungarsi tutto e, senza alcun preavviso, di puntare con una certa violenza il dito indice della sua mano sul bel buchino del culetto di Elisabetta. Mia moglie, avendo subodorato le intenzioni dell’uomo, per non offrirgli facilmente anche il buco del culo, aveva iniziato a dimenare il marmoreo culetto, proprio per proteggersi dalla penetrazione. Subita però poco dopo la violenta e prepotente intromissione, mia moglie si irrigidì e non potè far nulla impegnata come era a succhiare il cazzone e a bere la quantità industriale di sperma che l’uomo continuava a versarle in gola. E intanto, anche lei, godeva ormai in modo ben visibile e rumoroso.
Ciò incoraggiò gli altri due uomini a riavvicinarsi. E mentre uno, non proprio dolcemente, le cingeva entrambi i polsi praticamente imprigionandola, l’altro, egualmente prepotentemente, le allargo le cosce e le infilò senza preavviso il dito medio dentro la splendida fighetta. E iniziò a sditalinarla. Fu il colpo finale. Elisabetta, abbandonate tutte le resistenze, si rilassò completamente e lasciò che i tre uomini si impadronissero di tutte le sue intimità. Lei, da parte sua, godeva in continuazione. Senza soste. E senza soste vide attorno a sé sborrate. Tutti gli uomini raggiunsero infatti nuovi orgasmi e, davanti a lei, orgogliosamente, le esibirono i loro violenti schizzi. E, naturalmente, ricoprirono con il loro sperma il suo bel corpo. I seni, il culetto, il ventre e, naturalmente, il bel viso di mia moglie furono tutti ricoperti dal giallognolo liquido seminale dei cinque tedeschi. I quali, completamente svuotati, finalmente, ringraziarono e lasciarono lì la donna, immobile e piena di sperma, in mezzo alla saletta dell’idromassaggio.
‘Soddisfatto? ‘ mi chiese Elisabetta – . Mi hai fatto fare ciò che solamente una ninfomane sarebbe stata capace di fare. Mi sono dovuta sorbire cinque cazzi e infinite sborrate’! Ne ho perso il conto! E lo sai quanto io detesti lo sperma’ Soprattutto se non è il tuo!’ ‘Ma sei sicura che hai dovuto proprio sorbirteli’ – la interruppi – . Non mi sembra proprio che ne abbia sofferto molto’ Anzi! Sei piena di sperma di uomo, è vero, ma anche le tue splendide cosce sono bagnate’ E’ quello è nettare, è il tuo nettare” ‘Sono sempre una femmina a cui il maschio piace sempre’ – mi rispose quasi per giustificarsi mia moglie ‘ ‘. ‘Non ho dubbi a riguardo ‘ le replicai – . E, anzi, a proposito, ora vorrei tanto portarti a fare un bel bagno turco” ‘Ma non mi vedi in che condizioni sono’ – rispose preoccupata mia moglie – . Se ci fosse qualcuno dentro e mi vedesse in questo stato” ‘Ma dai, non preoccuparti – la tranquillizzai – . Con quella nebbia’ E poi, forse, non c’è nessuno’ Oppure, al massimo, qualcuno che non ti darà fastidio vedere, anzi”
Alludevo naturalmente a Helmut, il bel tedescone che avevamo incontrato il giorno prima e che tanto aveva turbato mia moglie. Il pensiero di rivederselo la convinse a seguirmi all’interno della grande cabina del bagno turco. Entrammo. Il posto, questa volta era affollato. O, meglio, era troppo affollato per noi. Infatti, evidentemente, in quel momento disturbavamo.
Il bel Helmut era lì, bellissimo come sempre, sdraiato con gli occhi semichiusi, Ascoltava musica con le cuffiette e sembrava completamente assente. Ben in evidenza il suo bellissimo cazzo. Era rilassato e sempre statuario. I venti centimetri di canna turbarono subito mia moglie, ma ancor più aveva turbato la giovane tedesca che seduta di fronte al ragazzo aveva evidentemente fino a quel momento in tutte le maniere tentato di svegliare le voglie dell’uomo. Solo così si giustificava la posizione che la giovane donna aveva assunto proprio di fronte ad Helmut. Completamente nuda, seduta con le gambe allargate al massimo, e con le mani dietro alla nuca nel tentativo di raccogliere i lunghi capelli biondi offriva ad Helmut tutto il suo sesso, fin nei particolari. Era ovvio che avrebbe voluto scoparselo. Ma non ci era riuscita e, nel momento in cui eravamo entrati, aveva dato dei chiari segni di fastidio per la nostra intromissione. E, poco dopo, si alzò e uscì. Mia moglie non potè trattenere un sorrisetto di soddisfazione. E questa volta, senza nulla addosso, si sedette lei di fronte al bel tedesco. Mi chiamò però vicino a lei. Helmut aprì per un attimo gli occhi, la guardò e ritornò ad ascoltare la sua musica. La fighetta di mia moglie non lo aveva evidentemente turbato eccessivamente. Elisabetta a stento nascose un certo fastidio ma si consolò riprendendo ad ammirare il capolavoro della natura che seduto di fronte a lei, in particolare il suo cazzo. E non riusciva a nascondere una certa eccitazione.
Decisi allora di divertirmi approfittando della situazione. ‘Amore, ti vedo particolarmente su di giri ‘ le dissi – . Anch’io, vedendoti eccitata, mi sono ben scaldato. Potresti fare qualcosa”.’Cosa? ‘ mi chiese subito incuriosita ‘ Non siamo soli qui e lo sai che non mi piace esibirmi davanti ad altri” ‘Ma dai, voglio proprio vederti come sei capace di farmi un pompino davanti a un altro uomo che ti guarda! ‘ le dissi accarezzandole la nuca ‘ Sono sicuro che in pochi secondi riusciresti a farmi venire e penso che anche il tedesco apprezzerebbe moltissimo lo spettacolo che gli offriresti. Potrebbe piacergli la scena e apprezzare la tua bravura’. ‘Mi vergogno, lo sai ‘ mi rispose mia moglie – . Torniamo in camera e li ti faccio quello che vuoi”.
Non le diedi ascolto e con una certa decisione la spinsi verso il mio cazzo che era già pronto per essere spompinato. ‘Dai, lasciami, sono ancora piena dello sperma di quell’altro’ ‘ ebbe appena il tempo di dire mia moglie – . Sei proprio un prepotente’. E iniziò uno splendido lavoro di bocca. Helmut, sempre con gli occhi socchiusi, osservava fingendosi distaccato. Il suo cazzo però iniziò presto a tradire la sua attenzione verso la prestazione di mia moglie. E ben presto raggiunse una bellissima erezione. Mia moglie, mentre mi spompinava, non poteva fare a meno di fissare il bel cazzo del tedesco e con una mano si accarezzava la figa. Presto si bagnò tutta e il suo liquido iniziò a fuoriuscire copiosamente dalla sua umida fessurina.
Davanti a tale scena resistetti pochi secondi. ‘Amore, ti vengo in bocca ‘ le urlai – . Perdonami e mi raccomando, bevi tutto’. ‘Oh no, lo sai che non mi piacce’ Sei sempre il solito incontentabile’ – mi rispose fissando negli occhi Helmut che ormai aveva raggiunto un’erezione asinina – . E poi, guarda quello lì come si sta gustando la scena’ Non mi sembra proprio giusto di regalargli la visione della tua sborrata nella mia bocca. Dopo, magari, pieno come un otre di sperma andrà al bagno a farsi una gran bella sega in onore della tua sborra nella mia bocca. Perché lui, dalle donne, non si fa toccare.. Si fa solo guardare. ‘. Fu interrotta dal primo schizzo bollente di sborra che le entrò fino in fondo nella gola. E ne seguirono altri, ugualmente caldi e abbondanti. Riempita la bocca deglutì tutto emettendo dei sospiri che lasciavano trasparire tutto il fastidio che provava. ‘Basta, amore, non ne posso più’ Amo la tua sborra calda, ma puzza ed è troppo attaccaticcia’ – mi implorò mia moglie ” . E gli ultimi schizzi, allora, le inondarono il bel viso. Le labbra, gli occhi, il naso e i capelli furono tutti ricoperti dal mio bianchissimo sperma. ”Complimenti ‘ si fece sfuggire Elisabetta quando dopo l’ultimo sussulto il mio cazzo le riversò addosso l’ultimo schizzo di sborra – . Ti sei proprio superato oggi. Non mi sembra di essere adesso molto presentabile. Chissà cosa pensa di me ora il buon Helmut’ Il cazzo gli si è rizzato’ però!’
L’uomo evidentemente capiva l’italiano e a queste parole abbandonò la sua posizione di estremo relax e, in silenzio, si alzò. Lentamente si avvicinò a mia moglie e rimase immobile in piedi di fronte a lei. Aveva un fisico stupendo. E il cazzo, enorme e ritto, mostrava un’erezione di oltre venti centimetri. La cappella, già violacea, era umida e sembrava pronta a scaricare tutto il bianchissimo liquido che riempiva i pesantissimi coglioni. Mia moglie mi guardò e cercò un mio sguardo che significasse per lei un permesso. Io le sorrisi. Avuta la mia silenziosa autorizzazione avvicinò il volto al ventre del tedesco e con entrambe le mani tentò di catturare l’enorme asta. Non vedeva l’ora di poterla prendere in mano e accarezzarla. Se l’era sognato addirittura di notte il cazzo di Helmut! E, adesso, lo aveva lì, di fronte, pronto e tutto per lei. ‘Lascia che te lo accarezzi un po’ ‘ gli sussurrò – . Poi vedremo” Aveva pensato infatti di segarlo per un po’ e poi, dopo’ chissà. E fu a questo punto che, a sorpresa, Helmut si ritrasse. ‘No ‘ disse in un perfetto italiano – . Non mi toccare. Faccio io quello che voglio’. Così dicendo appoggiò la mano dietro la nuca di mia moglie. Mia moglie capì subito cosa sarebbe stata costretta a fare, di nuovo. ‘Stai ferma, guardami con gli occhi spalancati e apri la tua bellissima bocca” le ordinò. E con l’altra mano iniziò a farsi una lentissima sega proprio davanti agli occhi della mia bella Elisabetta. Avrebbe voluto tanto fargliela lei. Ma evidentemente lui voleva così dominarla ed umiliarla.
‘Dai, non mi piace, così’ – gli sussurrò infatti mia moglie spalancando gli occhi e la bocca – . Fammi essere donna. Non maltrattarmi, mi tratti solamente come una femmina in calore. E poi, lo hai anche già visto, non mi piace farmi sporcare di sperma e soprattutto ingoiare’ Faccio fatica a bere la sborra di mia marito’ Figurati quella di un altro uomo’ Ce l’hai enorme, poi, e i coglioni sono tanto gonfi e pieni che mi fanno addirittura paura! Mi soffocherai” ‘Zitta, bella italiana ‘ rispose l’uomo che iniziò ad emettere degli autentici grugniti e contemporaneamente iniziò a masturbarsi a due mani con una violenza che sicuramente mia moglie non avrebbe mai pensato di usare – . Preparati a una bellissima doccia bollente e a bere tanta roba. Tutto quello sperma che riempie i miei coglioni è stato preparato, giorno dopo giorno, da tutte le femmine che in questi giorni mi hanno provocato. Ogni giorno ho sentito di avere dentro di me sempre più sborra. Tutte mi hanno provocato e mi avevano fatto capire che mi avrebbero succhiato il cazzo. E, senza far storie, avrebbero bevuto avidamente tutto, fino a vuotarmi completamente i coglioni. Ma ho tenuto duro. Fin dal primo giorno, quando ti vidi per la prima volta nella hall dell’albergo, avevo deciso che avrei riempito te, la tua sensualissima bocca’ Anche perché avevo intuito che al tuo maritino piace guardarti, come dire’ sottomessa. E proprio oggi perché sono proprio pieno pieno è giuntò il momento”
Helmut iniziò ad ansimare sempre di più. Il ventre iniziò a scuotersi e il cazzo a pulsare. Il tedesco fece appena in tempo a puntare la cappella del cazzo divenuta ormai marrone sulla bocca di mia moglie che iniziò l’eruzione. Schizzi enormi, pesanti, bollenti entrarono nella bocca di Elisabetta che li raccolse rassegnata. Ben presto ne fu riempita. Iniziò a deglutire socchiudendo gli occhi. L’odore di sperma si propagò dappertutto. E lui continuava a svuotarsi. Costretta a socchiudere la bocca per deglutire Elisabetta dovette subire la pioggia di sperma sul viso: non furono risparmiati gli occhi, il naso e i capelli. Ben presto il suo bel volto divenne una autentica maschera di sperma. ‘Basta, ti prego, non ne posso più ‘ lo implorò Elisabetta ‘ ‘ . ‘Dai, dopo tutto è quello che avresti voluto’ – le urlò Helmut – . Anche se ti vergognavi ad ammetterlo! Adesso ho finito. Con la lingua pulisci tutto. In particolare la cappella”
Era l’ultima umiliazione. Mia moglie la subì ma contemporaneamente vedevo che il suo ciuffetto di peli attorno alla figa era fradicio e tante goccioline del suo umore scendevano lungo le lungue cosce. Era evidente che aveva goduto e continuava a farlo! Elisabetta non avrebbe mai pensato che avrebbe dovuto succhiare il cazzo di Helmut per pulirlo. E invece ora era lì, avvinta ad una autentica proboscide gocciolante di sperma. E lei doveva pulirla! ‘Anche i peli ‘ le ordinò perentoriamente ancora Helmut – . Non vedi che sono ancora sporchi di sperma?’ ‘Non hai pietà ‘ rispose questa volta indispettita mia moglie – . Non mi è mai successo di dover andare con la lingua nella foresta dei peli del cazzo di un uomo. E soprattutto di pulirli dalla sborra puzzolente schizzataci sopra’ ‘ Ma anche questa volta, rassegnata, iniziò l’opera. Con la bocca raccolse a ciuffi i biondissimi peli del tedesco e succhiandoli li pulì pazientemente. Solo quando tutto il pube di Helmut fu completamente insalivato e ripulito Elisabetta potè terminare l’umiliante operazione e quindi rialzarsi.
‘Ho finito? ‘ chiese Elisabetta con una flebile voce, pensando di aver terminato la sua prestazione – . Mi sembra che ti sei divertito abbastanza, approfittando anche troppo di me e di mio marito” ‘No, signora. Lei è un po’ troppo orgogliosa’ E soprattutto è troppo altezzosa e smorfiosa’ rispose con tono ancora più provocante Helmut ‘ ‘. ‘Non capisco, so di essere una bella donna. E allora? Mi sembra che anche tu mi hai, a tuo modo, apprezzato’ Non capisco dove vuoi arrivare ‘ rispose mia moglie con tono duro sperando di concludere così la vicenda ‘ ‘. Helmut non rispose, usci un attimo dallo stanzino del bagno turco e vi rientrò pochi secondi dopo. In mano aveva un attrezzo della vicina palestra, probabilmente un peso, in acciaio, che aveva la forma e la dimensione di un grosso cetriolo. ‘Oh no! ‘ esclamò subito preoccupatissima Elisabetta – . Cosa vuoi farmi con quel coso? E’ grande, enorme e freddo’ ‘ Vedrai che ce la farai’ Devi solo seguire i miei consigli’ – la interruppe Helmut – . Devi prima di tutto fare, sempre davanti a me, un bellissimo pompino a questo coso. Come quello che hai fatto a tuo marito prima e che hai voluto tanto che io ammirassi. Ti consiglio di insalivarlo più possibile. Altrimenti potrebbe farti male quando inizierai a spingertelo dentro” ‘Dentro dove ‘ chiese allarmata mia moglie – . Io ho solo due buchini, e nessuno dei due reggerebbero assolutamente quella roba lì’ E’ enorme’ fredda’ mi farebbe sicuramente tanto male!’ ‘Tranquilla, bella italiana ‘ rincarò la dose Helmut ‘ ho visto buchini del culo piccolissimi allargarsi a dismisura pur di poter farlo entrare tutto, quel coso” ‘Cosa? Dovrei io, davanti a te, mettermelo da sola dentro’ Dovrei praticamente torturarmi in tua presenza ‘ quasi gli urlò Elisabetta – . ‘ ‘Potrai diminuire le sofferenze, se vuoi, facendo contemporaneamente altre due cose ‘ iniziò a spiegarle il tedesco – . Entrambe ti darebbero un gran piacere e probabilmente ti allevierebbero il contemporaneo dolore che potresti sentire dentro il tuo culetto’. ‘Sentiamo cosa dovrei fare’ – chiese incuriosita, ma sempre preoccupatissima mia moglie – .’ ‘Vedi, a tuo marito la scena sicuramente piacerà e quindi tu sarai così gentile di aiutarlo nel raggiungere un altro orgasmo. Con l’altra mano a disposizione gli dovrai fare, in pratica, una bellissima sega. Sempre davanti a me, naturalmente. Ma anch’io voglio essere gentile questa volta. Voglio aiutarti in qualche momento che potrebbe essere veramente difficile quando lo strumentino comincerà a salire lungo il tuo intestino. Ti offro la possibilità, mentre ti starai inculando, di succhiarmi il cazzo. Potrai baciarlo, bagnarlo e poi, se vorrai, bere il mio seme. Mi sembra che lo desideravi tanto, prima”
Elisabetta rimase senza parole e cercò il mio sguardo. Era confusa e cercava un mio incoraggiamento. ‘E dai prova ‘ le dissi ‘ ‘. E iniziai a masturbarmi. Non ne avevo bisogno perché già avevo raggiunto una notevole erezione sentendo le parole di Helmut e vedendo le espressioni di mia moglie.
Elisabetta rispose prendendo in mano lo strumento che Helmut gli aveva offerto per il giochino: davanti a noi due iniziò un bagnatissimo pompino. Durò parecchi minuti. Aveva già gli occhi socchiusi, mia moglie. E così si mise nella posizione che aveva scelto. Si adagiò su un morbido sgabello, appoggiandosi con il ventre. Una splendida posizione alla pecorina, con le bellissime lunghe gambe allargate al massimo, avrebbe dovuto facilitare quella che era una auto-inculata. Aveva scelto indubbiamente la posizione migliore. Mi avvicinai e le presi senza titubanze una mano. E lei iniziò a lavorarmi. ‘Comincio ‘ disse ‘ . Ti piace così?’ ‘Sei bellissima ‘ le risposi – . Continua, sei bravissima” A quel punto si avvicinò anche Helmut. Propose a mia moglie in visione il suo bel cazzo che già aveva ripreso le sue notevoli dimensioni. Le sollevò dolcemente il mento e appoggiò la cappella sulle labbra di mia moglie. Finalmente Elisabetta poteva sentire il cazzo dell’uomo. ‘Signora ‘ le ordinò Helmut ‘ le farò assaporare il mio cazzo solo nel momento in cui lei inizierà a penetrarsi il culo. Coraggio’ Vedrà, il cazzo di suo marito in mano e soprattutto il mio in bocca, le farà sentire meno dolore” ‘Vigliacco ‘ sibilò mia moglie ‘ . Va bene, adesso comincio, piano piano però” E infatti iniziò a spingere l’enorme cetriolone d’acciaio dentro il suo buchino. Si vedeva che aveva rilassato più possibile i muscoli dello sfintere. Dopo anni che sopportava nel suo bellissimo culetto le mie penetrazioni, aveva imparato che per meglio sopportare l’inculata doveva rilassare la muscolatura. A maggior ragione in questo caso quando l’ospite aveva tali dimensioni! Ma il fastidio si fece però effettivamente sentire meno del temuto. Helmut, infatti, aveva contemporaneamente violato la sua bocca. E mia moglie se lo stava spompinando con un ardore da sedicenne al primo pompino. Contemporaneamente con l’altra mano mi segava e sentiva il mio sesso crescergli sempre di più in mano. E iniziò a mugolare dando chiari segni di godimento. E ogni volta che Helmut estraeva il cazzo dalla sua bocca sapeva ciò che doveva fare: un’altra spinta in su del cetriolone dentro il suo intestino. Questo piacevolissimo dentro e fuori andò avanti per pochi minuti. Elisabetta infatti si stava superando nello spompinare Helmut. L’aveva tanto desiderato’ Il tedesco quindi non ebbe più la forza di uscire dall’accogliente bocca di mia moglie che a sua volta, orgasmo dietro orgasmo, non aveva più bisogno di incoraggiamenti per continuare la propria inculata. Anzi, lo strumento d’acciaio era stato ormai tutto infilato nel buco del culo e nell’intestino e mia moglie, urlando, aveva iniziato un vorticoso su è giù. E le sue urla si mescolarono alle mie e a quelle di Helmut quando, poco dopo, venimmo. Io, in mano, lui nella bocca spalancata al massimo di mia moglie.
Ancora gocciolante della sborra mia e del tedesco, mia moglie fremente si rimise il tanghino, l’accappatoio e scappò in camera.
Quando rientrai anch’io la ritrovai sconvolta. Helmut l’aveva usata e poi gettata. Era ancora gocciolante della sua sborra. Pretese il mio cazzo. Voleva sentirselo tutto dentro. Se lo infilò con violenza dentro la figa già allagata e mi cavalcò forsennatamente. Godette di nuovo anche lei, riempiendomi del suo liquido. Ancora uno, due, tanti orgasmi. Ne perse il conto. L’ultimo fu accompagnato dalla mia sborrata che puntuale giunse nel momento di maggior estasi. E la riempii tutta la figa con il mio caldo liquido. Lo sperma, mio e di Helmut, continuava ancora a uscirle da tutte le parti. Guardava e assaggiava compiaciute le colate bianche. Lo sperma mio era diverso da quello di Helmut. ‘Sai ‘ mi disse – hanno un sapore diverso. E anche l’odore’ Preferisco però la tua sborra. è meno acida e, soprattutto, meno bollente ‘. Mi ringraziò. ‘Ma queste cose ‘ mi disse ancora mentendo ‘ non farmele più fare, va bene?’
Era stata quella l’ultima notte. La vacanza era giunta al termine. Il mattino dopo abbandonammo l’albergo ma sapevamo che ci saremmo tornati molto presto.

Per giudizi, commenti, suggerimenti, soprattutto da parte di voi femminucce, scrivere a: mikimarkfc@libero.it

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