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Racconti di Dominazione

Ella

By 16 Settembre 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Una pigra domenica in cui ancora giaciamo a letto, immoti, dopo una notte di bagordi e sollazzi. La testa leggermente pesante e la bocca asciutta. Ti strofini e spingi contro di me il tuo sedere freddo. Lo sento contro il mio membro eretto, sento la mia voglia. Tra una cosa e tra un’altra &egrave parecchio che non facciamo sesso. Ho voglia. Respiri ancora lentamente, con gli occhi chiusi, persa chissà dove mentre ti stringo. Lascio scivolare la mia mano destra dal fianco dove ti stringo sul tuo sedere, ti accarezzo. Spingo sulla tua pelle a cerchi, ti stringo ed esercito pressione per riscaldarti. Calo la mano sulle mutandine, spingendole contro la pelle. Seguo i contorni avanti ed indietro con due dita: avvicinandole ed allontanandole, esercitando pressione alternamente ai bordi ed al centro. Inarchi la schiena, leggermente. Immagino voglia dire: ‘mi piace’. Con la mano sollevo la barriera che mi separa dalla tua carne e porto le dita inumidite a diretto contatto con la tua intimità. Ora scorrono veloci grazie alla saliva, mentre i tuoi tenui gemiti aumentano di intensità e frequenza. Adora questa posizione che mi consente di accedere facilmente alla tua vagina, mentre con la sinistra ti avvolgo e stringo i seni e posso affondare la testa nel tuo odore tra l’incavo spalla-collo. Mi soffermo col medio sulla soglia della tua fichetta e con la mano dilato le natiche. Grazie allo specchio formato parietale ai piedi del letto posso vedere anche il tuo buchetto dilatarsi. Mi perdo tra le pieghe di questa fantasia ancora irrealizzata. Ti sento gemere di frustrazione per il mio dito che non ti illude ma non ti penetra. Mi piace provocarti ma so che &egrave meglio non farti spazientire. Lascio il tuo fianco e mordo il sedere, lo stringo con entrambe le mani. Ti colpisco a palmo aperto e gemi. So quanto ti piace. Ti lecco la fichetta e sento i tuoi umori copiosi formarmisi sulla barba, impregnandomi del tuo odore. Mi sento particolarmente tuo. Sfiorandomi il pene con una mano mi comunichi i tuoi desideri. Vorrei sporgermi per raggiungere un preservativo ma blocchi il mio movimento flettendo la gamba sinistra. Mi sdraio su di te desideroso e timoroso al tempo stesso: non ricordo l’ultima volta che ho avuto il piacere della carne sulla carne: una sensazione di calore mi avvolge mentre mi adagio su di te. Mi muovo lentamente per darti piacere. I tuoi occhi sono chiusi e vedo i lineamenti di un sorriso sul tuo volto. Mi accosto al tuo viso e mi concentro sul tuo respiro, sulle mie sensazioni. Ti sussurro che sono prossimo all’orgasmo e tu sorridi in un sospiro. Inizi a sbattere il bacino freneticamente, come una forsennata e mi istruisci di riempirti mentre sento i tuoi muscoli contrarsi stretti sul mio pene forzando caldi fiotti di sperma. Gemo e urlo di piacere, a tratti anche di dolore ‘ per le tue strette eccessive ‘ e mi accascio infine sulla tua schiena madida di sudore. Dopo momenti interminabili in cui il tempo sembra fermarsi riscendo sul letto.
Mi chiedi se mi &egrave piaciuto. ‘Oh sì, moltissimo…grazie Ella.’ Appoggi la tua faccia alla mia aprendo finalmente e scrutandomi con quei bellissimi occhi verdi che sembrano portali per raggiungere altre dimensioni. Ridacchi divertita un po’ sbeffeggiandomi mentre mi inviti a guardare nello specchio i primi grumi di sperma fuoriuscire:’senza preservativo duri davvero pochino…e poi guarda che disastro. Una signora rispettabile non può certo andare in giro in questo stato.’
Adoro le tue gambe, l’odore della tua intimità: mi dà alla testa, non credo di poterne fare a meno. Allo sperma rinuncerei volentieri invece: all’odore, alla consistenza catarrosa, al gusto variabile tra lo schifoso e il niente di speciale. Ricordo ancora le miei miti proteste ai tempi e la tua reazione’Ne ho le palle piene di voi uomini! Sai quanti propinano storie sul contenuto proteico dello sperma e sulle proprietà magiche della spermidina[1] ma secondo te qualcuno di loro l’ha mai assaggiato??’ inutile argomentare razionalmente mostrando che io di certo non volevo importi o convincerti ad ingoiare il mio sperma ma solamente pulirti in altri modo: eri inamovibile: ‘Non farmi spazientire o 1) non mi scopi più 2) potrei pensare seriamente di farmi riempire da qualcun altro e poi…’ Mi basta ricordare tale discussione per superare la mia pigrizia post-coitale: la gelosia del pensarti con un altro ed il desiderio di farti felice. A questo penso mentre ti lecco, mentre ti penetro con la lingua percependo un umori misti, mentre rinfresco le tue grandi labbra e succhio il clitoride, che esponi alle mie attenzioni allontanando con la mano il lembo di pelli che lo racchiude, e inserisco a tuo comando una, due, tre dita per darti piacere. Sentirmi ancorato dalla tua mano al tuo bacino, mentre mi scopi la faccia sulla foga degli ultimi sì urlati a squarciagola prima di cadere preda di una serie di convulsioni semi-epilettiche. E la quiete dopo la tempesta… poter alzare lo sguardo dalle tue cosce vedendo i tuoi seni, il tuo corpo sudato e quell’espressione paradisiaca sul tuo viso: sei certamente una dea del piacere caduta in esilio su questo pianeta e io… je t’aime

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