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Racconti di Dominazione

Errori..

By 5 Giugno 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Aurora era arrabbiata.. anzi no, era infuriata. Quel deficiente del suo ragazzo le aveva dato buca di nuovo.. ma questa volta no che non l’avrebbe passata liscia. Dovevano ritrovarsi alle undici di sera davanti ad un bar per poi andare insieme a ballare ma lui aveva deciso di farsi qualche bicchierino di troppo e ora dormiva beato in macchina di un suo amico. Si era degnato di chiamarla con un’ ora di ritardo dall’orario dell’appuntamento. Stavolta però lei non sarebbe tornata a casa. No. Sarebbe andata a ballare lo stesso. Da sola. Si era truccata con dei colori che sfumavano dal verde al blu oceano e portava un vestito bianco, corto e molto aderente che le metteva in risalto il prosperoso seno e il culo tondo e sodo portava dei tacchi a spillo molto sexy che la facevano sembrare ancora più magra e degli orecchini lunghi che spuntavano fuori dai capelli lasciati sciolti e fluenti sulle spalle. Prese la macchina e si diresse verso la discoteca. Parcheggiò lontano a causa dell’orario e a piedi andò verso l’entrata. Ballarono un po’ Una volta dentro si buttò nella mischia e ballò con una miriade di persone per un tempo che le parve interminabile. Si divertì, bevve qualche bicchiere senza esagerare e conobbe molte persone. Un tipo in particolare la colpì. Si trovava in mezzo a un gruppo di giovani ragazzi. Era moro, alto occhi scuri, aveva una carnagione scura. La guardava con insistenza e lei provava a colpirlo facendo risaltare sempre di più le sue forme con mosse sempre più azzardate. insieme poi si divisero. Quando si fece tardi lei si diresse verso l’uscita. Fuori era freddo e c’erano molte persone intente a fumare o farsi passare una sbornia. Lei affrettò il passo e si diresse verso la sua macchina. Si sentiva inquieta. Iniziò a correre come se fosse seguita. Entrò in macchina e si tranquillizzò un po’ quando ad un tratto sentì la sua portiera aprirsi e una mano scivolarle sulla bocca. Non vedeva nulla. La persona la salutò con voce roca: ‘ciao bellezza’. Era un uomo. Aurora tremò. ‘hai freddo? Tranquilla ti scalderò io.’ E si mise a ridere. La fece spostare a forza sul posto del passeggero. ‘ora zitta se non vuoi passare guai’. Aurora si sentì ghiacciare il sangue nelle vene. L’uomo mise in moto la macchina e si diresse verso un vicolo buoi e isolato. Quando si trovarono in mezzo al nulla e al buio l’uomo si girò verso di lei e la guardò. Lei teneva gli occhi chiusi e i pugni serrati. Aveva paura. Una paura folle. L’uomo le preso il viso tra le mani e iniziò ad accarezzarle le guance. ‘Sei davvero bella sai..’ le sussurrò. Di colpo e con brutalità la fece scendere dalla macchine e la fece salire sul sedile posteriore dove la fece allungare. Accarezzò tutto il suo profilo con una mano poi sorrise maliziosamente maligno. Tirò fuori un coltello e lo passò sul suo abito tagliandolo in due e aprendo quel corpo femminile alla vista dello sconosciuto. Aurora aveva iniziato a piangere e a rimproverarsi di non essersene tornata a casa, ma ormai era tardi. L’uomo le legò un pezzo di stoffa sulla bocca per non farla parlare e uno sui polsi così da impedirle movimenti. Le sfilò il reggiseno e gli slip godendosi la visione che gli si presentava davanti. Il freddo della notte aveva fatto inturgidire i capezzoli di Aurora che ora erano completamente esposti all’uomo come la sua intimità. L’uomo stava sudando e cercava di contenere i movimenti per far durare tutto di più. Famelico si diresse con la bocca verso i suoi seni e iniziò e succhiarli abilmente e a mordicchiarli provocando in Aurora un piacere perverso, mentre le accarezzava i contorni della pancia e delle cosce. Quando si stancò le spalancò le gambe e ci tuffò il viso iniziando a leccare il clitoride e le grandi labbra che gli si presentarono davanti. Aurora che prima aveva paura, ora iniziava a godersi il tutto e non si dimenava più, anzi, cercava ancora più le attenzioni di quella bocca su di lei. Una parte della sua coscienza le diceva che sbagliava, ma lei non se ne curava. Si stava solo divertendo. Avrebbe voluto tenere le sue mani sulla testa del uomo, ma erano legate così dovette accontentarsi di inarcare leggermente la schiene e emettere piccoli gemiti. L’uomo si accorse del cambiamento di umore della sua sottomessa e se ne compiacque. Di colpo infilò due dita nella fessura bagnata di lei provocandole un immenso piacere. Muoveva ritmicamente la sua mano su e giù. Quando non sentì più ostacoli aggiunse un altro dito e Aurora iniziò a gemere più forte. Si fermò ansimante e guardò quel meraviglioso carpo di donna come un leone guarda la sua preda dopo una settimana di digiuno. Si slacciò velocemente la cinta e le si sedette sopra. Infilò il suo membro nella bocca di lei che iniziò a leccarlo e succhiarlo con ingordigia. Si muoveva con la bocca e lo stuzzicava con la lingua. Mano a mano che lavorava le dimensioni crescevano e lei nonostante facesse sempre più fatica si impegnava sempre di più. Lui le venne in bocca senza preavviso, ma non si fermò e la costrinse a continuare finché il membro non fu di nuovo dritto. La voltò e la mise a novanta. Aveva un bel culo. Le aprì le natiche con le mani e infilò il membro nell’intimità di lei senza troppi complimenti. Lei provò a urlare ma non poté, così emise solo una specie di rantolo. Lui teneva le mani sulle sue spalle e le penetrava con forza facendole sentire il suo membro fin dentro la pancia. Iniziò a pulsare e Aurora cercò di urlare per pregarlo di non venire dentro di lei, ma non poté proferire parola, così lo sconosciuto la innondò del suo sperma e si accasciò su di lei. Le ripulì il culo del liquido fuori uscito e con un dito iniziò a stuzzicarle l’altro buchetto penetrandolo con le dita. Lei si dimenò, ma non potè fare altro che arrendersi alle carezze dell’uomo. La penetrò delicatamente sta volta, godendosi ogni istante. Aurora piangeva dal dolore ma non poteva muoversi. Dopo un po’ anche lei iniziò a sentire piacere e lui la sfondava sempre con più foga e slancio. Aurora si sorprese a pensare che provava più piacere cos’ che a essere penetrata nell’altra fessura. Si arrese all’incanto del piacere e venne rantolando e accasciandosi sotto le forti spinte dell’uomo. ‘Sembra una bestia che si accoppia’ pensò la ragazza e lo lasciò fare finché non sentì dell’altro liquido riempirla. L’uomo si fermò e la voltò per guardarla in volto. ‘brava piccola troietta , sei davvero una puttanella” ma si interruppe lanciando un grido. Per la prima volta da quando era stata rapita Aurora ebbe il coraggio di aprire gli occhi ma avrebbe preferito non averlo mai fatto. Accanto a lui c’era colui che le aveva detto di essere ubriaco e di non poter venire a ballare con lei. In effetti l’aria da ubriaco ce l’aveva e anche il fiato era terribile. Continuarono a guardarsi sconvolti tutti e due.

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