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Racconti di Dominazione

esperienza inaspettata

By 25 Dicembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Non so quanti di voi abbiano esperienza di comunità che accolgono ragazzi fino ai diciotto anni che altrimenti finirebbero al carcere dei minori. Io lavoro li. Dopo il mio quotidiano impegno a scuola come docente di lettere, la maggior parte del tempo la trascorro in comunità,
Purtroppo arrivano da noi situazioni di tutti i tipi, da quei bambini malnutriti per incoscienza, a quelli seriamente maltrattati, a quelli che avendo visto il padre e i genitori comportarsi in un certo modo, ripetono tali comportamenti essendo gli unici che hanno appreso. Proprio di quest’ultima categoria fa parte l’ultimo ragazzo arrivato, un quattordicenne, accompagnato da due vigili urbani e l’assistente sociale del Comune, è arrivato con un giorno di anticipo rispetto al previsto, tanto che ad accoglierlo ha trovato solo me e la cuoca, gli altri erano andati al mare con mio marito e due educatrici. Quelli del Comune, così li definiamo noi, lo hanno mollato all’ingresso come fosse un pacco.
Appena è entrato in casa ha esordito dicendo: – Che posto di merda. Almeno però ci siete voi due che mi fate indurire il cazzo. Da come siete vestite si vede che siete tutte e due da scopare.- Con la cuoca ci siamo guardate, non credevamo a quello che stavamo sentendo.
In effetti la cuoca a guardarla bene vestita con in camice da lavoro abbottonato sul davanti fino al ginocchia, forse non si era accorta che un bottone all’altezza delle mutande le era saltato e come si muoveva forniva al ragazzino uno spettacolo molto interessante. Rivolto a me poi: . Tu con quei pantaloni proprio non mi nascondi nulla, Ti entrano in mezzo a quelle belle chiappone e davanti si vede che hai la figa bella polposa. Quante sudate hai fatto fare ai maschi che hai avuto tra le cosce? Chissà che goduria a mettertelo dentro.

Ho subito bloccato il nuovo arrivato dicendogli:- senti, l’unica cosa che metti dentro è la tua valigia in camera e guai a te se ti permetti di nuovo. Non sei più a casa tua dove ti permettevano tutto ed eri un eroe se ti mostravi forte e uomo, sei un bambino prima ti adatti e meglio è per te. Forza, sali sopra-, lo seguivo. Arrivati al proprio letto ha appoggiato la valigia, si è rivolto verso di me e mi ha detto:- sto male-, gli ho chiesto cosa avesse e prendendomi il polso mi ha costretto ad appoggiare la mano sul suo pene dicendomi: -è durissimo mi fa male fai qualcosa, in quel momento mi ha sorpreso la sua intraprendenza e la sua sfacciataggine anche se viste le condizioni avrei potuto aspettarmi un suo comportamento del genere, ma non così. Devo essere diventata di tutti i colori dalla rabbia ma anche dalla vergogna. L’avrei disintegrato
Come mi teneva il polso mi sono resa conto della sua forza. Non riuscivo a divincolarmi dalla presa e costretta ad appoggiare la mano mi sono anche resa conto che era davvero molto duro e, a sentire al tatto, anche abbastanza grosso. Cercavo di togliermi da quella situazione e lui continuava a stringermi il polso costringendomi a palpargli l’uccello, diceva: -altre donne mi hanno detto che lo ho grosso come quello di un uomo, tu cosa dici? Secondo te è vero?-
Con la mano libera gli ho dato uno schiaffo, lui allora ha mollato la presa per spingermi sul letto. Mi ci ha letteralmente buttato sopra ed essendo questo attaccato alla parete, ho sbattuto la testa tra muro e spalliera, ho visto le stelle, Un po intontita è bastato un attimo affinché me lo ritrovassi sopra. Il suo petto mi bloccava sul letto la mano del ragazzino sul mio seno sinistro e scendeva verso la gamba, ha cominciato a palparmi la coscia nella sua parte esterna, le sue labbra all’altezza del mio orecchio. Lui diceva -mmmmsssiiiiiiiiii sei morbida, pienotta come piace a me, cosce polpose-, intanto sentivo la sua mano tra le cosce e nonostante le tenessi strette”saliva verso la figa. Ho sentito prima un dito accarezzarmi le labbra tra le gambe, mi sono irrigidita subito, lui se n’e accorto e ha detto -che c’è? Non dirmi che stai già venendo?- Quelle parole dette da un 14enne, un bimbo di cui potevo essere la madre, mi hanno sconvolto. Ero infuriata soprattutto con me stessa perché stavo cedendo.
La mano ha continuato e si è impossessata della mia vulva, Lui:- UUUHHHH figa carnosaaaaaa siiiiiiiiiiiiiiiiiii splendidaaa- Con un ginocchio cercava di aprirmi le gambe e cosi sentivo il suo cazzo duro sulla mia coscia. In quel momento la voce della cuoca che mi chiamava, ha fatto in modo che lui desistesse dall’impresa. Ho risposto alla mia collaboratrice: -Si? Eccomi, arrivo! Sono letteralmente schizzata via da sopra quel letto, dicendo al ragazzo che non l’avrebbe passata liscia, gli ho indicato l’armadio in cui riporre i suoi indumenti e di farlo in fretta che lo aspettavo giù. Mentre mi rassettavo e cercavo un contegno per uscire dalla stanza senza insospettire l’altra, da dietro una mano ovviamente del ragazzo, mi palpava una natica e mi si infilava tra le cosce per accarezzarmi la figa. Io ero imbestialita l’avrei incenerito, me ne sono andata. Ho detto alla collega che stavo parlando col ragazzino e lo stavo aiutando a sistemarsi la roba.
Sono entrata in bagno. Mi è bastato toccarmi un pò e infilarmi un dito in vagina per avere un orgasmo tra i più potenti che abbia avuto in vita mia
Sono sposata e con mio marito va tutto bene, essendo impegnatissimi entrambi ci concediamo un po’ di intimità il sabato quando dormiamo entrambi a casa nostra A letto lui mi accarezza un po’, sale sopra di me io allargo le cosce lui si mette in mezzo, me lo infila e dopo un paio di su e giù viene e arrivo anche io con lui.
Preferiamo il sabato notte perché poi la domeniche tra la messa e io che dopo ho l’impegno come catechista ( quest’anno ho i bambini della 2′ media) non abbiamo tempo.
Non è la prima volta che qualcuno approfittava di situazioni particolari per allungare le mani, mi capitava spesso in autobus quando studiavo all’università, più che altro in quel caso sentivo il pene appoggiarsi o strofinarsi sulle cosce o sulle natiche ed è capitato che li sentissi anche venire. Oppure palpata sulle natiche, a volte anche in modo pesante, tanto da sentire le dita sul solco e accarezzarmi l’ano o scendere a toccarmi la figa in mezzo alle gambe. Solo una volta è capitato a casa. Appartamento condiviso tra studentesse, ero sola in casa stavo finendo di vestirmi quando ho sentito la chiave aprire la porta d’ingresso, pensando a una delle ragazze non mi soni preoccupata anche se sapevo che una lavorava e l’altra frequentava medicina e era strano che al mattino quasi appena uscite tornassero. Infatti era il padrone di casa venuto a reclamare la quota dell’affitto che una delle altre due ragazze non gli aveva ancora pagato.
Io in camicetta e mutandine stavo scegliendo nell’armadio che pantaloni mettermi, ero di spalle alla porta. Quando mi sono girata me lo sono vista sulla porta di camera che mi squadrava. Lei che vuole? Che ci fa qui? Mi sto vestendo se ne vada! E che sarà mai! Perché ti ho visto in mutandine? Mica sarò il primo! Avrai un ragazzo no? Comunque a cosce e culo sei messa davvero bene ”. CHE CHIAPPE, BIANCHE E SODE. Poi quei peli che li davanti spuntano un po’ fuori dalle mutandine”D’istinto mi sono coperta con gli stessi pantaloni che avevo tra le mani.- Cosa copri? Ormai ti ho vista, ti conosco un po’ di più, siamo in confidenza. Mentre parlava si avvicinava e mi costringeva a indietreggiare, fino ad appoggiarmi allo specchio che avevo in camere a tutta figura. Lo specchio rifletteva”la mia immagine”in camicetta e mutandine con dietro lui, il padrone di casa; le sue mani mi tenevano le braccia e si spostavano verso i seni. Mi diceva: -Sai, con la tua amica ababbiamo un accordo, quando lei non mi paga l’affitto io faccio finta di arrabbiarmi e le dico che c’è un altro modo per pagare, ama farsi prendere dopo che la blocco con le spalle al muro o la costringo a distendersi sul letto. Vedessi come gode! Intanto sentivo la sua mano palparmi le natiche e l’altra cingermi il petto per tenermi incollata a lui Avendo solo mutandine e camicetta per lui era gioco facile. Sulla sessantina ma ancora forte e atletico anche se non certo un bel uomo. Mi toccava e mi ansimava sul collo, mi stringeva fino a farmi male e intanto si strofinava su di me facendomi sentire sui”fianchi e sul sedere il contatto del suo corpo e quello che aveva tra le gambe eccitato
‘…NO….NO….STIA FERMO…MI…LASCI …MI FA SCHIFO!!!! NOOO!”’urlavo come una pazza cercando di staccarmi da lui, ma era forte e la mia ribellione era del tutto inutile, mi ha terrorizzata quando ho capito che stava armeggiando nei suoi pantaloni per tirarselo fuori. Stavo per urlare quando mi ha tappato la bocca. – Cazzo urli, vedrai che poi mi chiederai di non smettere, chissà come lo stringi bene con queste natiche belle polpose. Cosi dicendo ha infilato una mano nelle mie mutande. Voglio sentire quanto sei calda! voglio stringerti e farti sentire il mio cazzo quanto è duro…! Nessuno mi aveva mai toccata in quel modo! Mi teneva prigioniera, era veramente forte la sua stretta.
Ho cominciato a urlare…’MI LASCIA”MI LASCI ANDAREEEE…NOOOO”LI’ NOOOO!. Lui intanto diceva – Dai, che ne ho spaccato altre di queste, mentre mi infilava la mano tra le cosce davanti impossessandosi del mio sesso: – ce l’hai bella carnosa scommetto che è anche stretta e caldissima, evidentemente il tuo ragazzino ce lo ha piccolo, sentirai come te la allargo a dovere. Forse ti farà un po’ male all’inizio, ma poi sarai tu a volerne ancora di più dentro questa”patatina.
Ero completamente in suo potere. Godevo, le gambe non mi reggevano più; come le ho aperte leggermente cercando di liberarmi, il suo cazzo ci è finito in mezzo. In un attimo di lucidità di pensiero le ho richiuse stringendole forte l’una sull’altra per evitare che mi possedesse il quel modo e tenendo ben strette le cosce ho sentito in mezzo il suo pene. Era duro”e lo avvolgevo tutto con la parte più carnosa proprio vicino alla figa tanto che le grandi labbra si appoggiavano lungo quell’asta. Due cosce carnose e calde che si agitavano attorno al suo cazzo, labbra della figa che gli si poggiavano sopra hanno fatto si che lui non resistesse molto a quel trattamento, tanto che l’ho visto venire tra le mie cosce era come se fosse il mio. Gli schizzi hanno colpito lo specchio.
Grugnendo e imprecando si è scaricato , mi ha detto che quello sperma era destinato al mio utero e che la sera stessa sarebbe tornato a ‘prendermi’ ho avuto solo il tempo di raccogliere la mia roba, fare le valige e scappare da quella casa per non rischiare di essere sverginata da quel mostro e presa da chissà chi.due giorni seguenti sono passati tranquillamente, senza che Simone ne combinasse altre, anche se continuavano le palpatine sulle natiche con il dito che puntualmente si piazzava tra di esse mentre il polpastrello cercava l’ingresso dell’ano senza potervi entrare per la presenza degli indumenti, ma comunque spingendosi quanto più possibile poteva: Una di quelle volte mi ha anche detto ‘ pensa se al posto del mio dito ci fosse la punta di un cazzo- non ha detto del mio cazzo, ma di un cazzo, proseguendo col dire ‘ so che anche altri ti vorrebbero per un’oretta o magari per tutta una notte. Mi ha scioccata. Ho ripensato subito al bar, a quegli uomini, a quelle parole dette dai due, alle loro facce orrende e i loro corpi grassocci, sudati”viscidi, schifosi, ma anche al dolore iniziale e poi al piacere che violentandomi le penetrazioni dei loro cazzo nella vagina e nel culo vergine, mi avrebbero procurato. Immaginavo di essere dentro quel locale con la serranda abbassata insieme a Rosella io nel bagno presa in piedi da dietro da uomini che entravano uno alla volta che non vedevo nemmeno in viso e Rosella stesa su due tavolini a cosce spalancate.
Quel pensiero mi ha distratto e quando sono tornata alla realtà, la mano di Simone era dentro i pantaloni della mia tuta che mi massaggiava la figa, era riuscito a mettermi un diti in figa, L’ho bloccato immediatamente dicendo ‘ ma sei impazzito? Nell’altra stanza ci soni gli altri e anche mio marito ‘ e lui ‘ si, ma qui sei sola a lavare i piatti e io ti aiuto. Senti Monica, – Dimmi Simone ‘domani vai al mercatino?
Si perché? Lui ‘ ti posso accompagnare Andrea mi ha detto che la mogliettina che ha l’ha comprata li e se c’è vorrei prenderla anche io. Io gli ho detto ‘ ma non vai al mare con gli altri? Lui ‘Dai fammi venire con te- ho acconsentito.
L’indomani siamo andati al mercatino, fatti gli acquisti, siamo tornati a casa. Tornando è successo quello che temevo, passando davanti a quel bar famigerato, qualcuno ha chiamato Simone e lui si è fermato rispondendo al saluto, il tizio ci voleva invitare dentro a bere qualcosa e nonostante le mieesistenze e titubanze siamo entrati. Simone voleva una birra ma io l’ho costretto a prendere una coca cola e io un’aranciata. Subiti due uomini si sono avvicinati, dopo le presentazioni hanno bevuto con noi. Ho sentito mani sulle chiappe Simone si era avvicinato a un altro cliente al tavolino e io ero attorniata dai tre uomini che con la scusa di discutere animatamente non si sono fatti scrupoli nell’appoggiarmi le mani un po’ dappertutto. Prima che la situazione degenerasse ho”preso Simone e con la scusa di dover cucinare per gli altri, visto che la cuoca aveva chiesto un giorno di permesso che rientravano dal mare siamo andati vie. Uno degli uomini visto che avevamo molti pacchi si è offerto di aiutarci a portarli. Entrati in casa l’ho fatto accomodare offrendogli un caffé, lui ha chiesto se c’era una birra ma non ne avevamo. Ad un certo punto mentre si discuteva seduti attorno al tavolo intenti a bere il caffé”Simone che intanto era salito in camera per mettere a posto gli acquisti e cambiarsi, è arrivato e si è seduto con noi”vicino a me”Il tizio diceva certo che deve avere il suo bel da fare a tenere a bada questi scalmanati Simone anticipandomi ‘ non siamo monelli, a volte”così dicendo mi ha toccato la coscia, io mi sono irrigidita e il tizio se n’è accorto chiedendo se vi fossero problemi io ho detto no e stavo per alzarmi quando Simone ha aggiunto ‘ ogni tanto la tocco e me la faccio pure.”SIMONE!! Ma che dici? Il tizio non si è scomposto ha aggiunto non ci credo e Simone ‘ si guarda come la tocco e mi ha messo la mano tra le cosce io ero infuriata ma incapace di reagire”Ero in piedi, Simone dietro col suo uccello appiccicato alle mie natiche e le sue mani che scorrazzavano in lungo e in largo sul mio corpo, sui vestiti, cercavo di bloccarlo e di staccarmi da lui ma con poco successo. Il tizio si godeva lo spettacolo seduto beatamente su una poltrona li in cucina, a due metri da noi.. Quando Simone è riuscito a”sbottonarmi i pantaloni e far saltare alcuni bottoni della camicetta, mi sono sentita persa, una delle sue mani dentro le mutandine, l’altra sulle tette. Ha squillato il telefono, ma questo non ha fermato il ragazzo, continuava a squillare e io ho detto con quel fiato che mi rimaneva in gola ‘ può essere mio marito se non rispondo si insospettisce, sa che siamo in casa. Li ho convinti e mi hanno fatto andare a rispondere seguendomi e non permettendomi di riabbottonare i vestiti. Il telefono stava sul tavolino vicino alla porta d’ingresso che era aperta io cercavo di coprirmi mentre parlavo al telefono con mio marito che mi chiedeva come mai ci ho messo tanto a rispondere, gli ho detto che ero sopra e sono dovuta scendere, con una mano tenevo la cornetta e l’altra mi era stata presa da Simone che se la è portata sul cazzo intanto l’altro vistosi libero e a pochi centimetri da me ha cominciato a far scendere i miei pantaloni fino a metà coscia mi palpava a piene mani le natiche e le cosce con il rischio che con la porta aperta potesse passare qualcuno e vedere la scena nonostante il cancello che chiudeva il cortiletto antistante fosse a circa cinque o sei metri. Intanto mio marito mi annunciava che il tizio del ristorante al mare aveva invitato a pranzo lui , le educatrici e i ragazzi e non sarebbero rientrati a pranzo. Insomma, parlavo con mio marito al telefono mentre un quattordicenne mi obbligava a fargi una sega e un altro maiale sulla cinquantina mi appoggiava il suo cazzo sulla coscia e mi infilava un dito nel culo stavo impazzendo meno male che la telefonata è durata poco, Dopodichè l’uomo ha detto a Simone ‘ chiudi la porta e andiamo su, c’è un letto grande? Mi ha preso in braccio salendo per le scale, Simone ha aperto la porta della stanza in cui all’occorrenza ospitavamo occasionali visitatori, anche a volte parenti dei ragazzi. C’era un letto ad una piazza e uno matrimoniale mi ha buttata sul letto grande Il ragazzino mi teneva le mani e l’uomo mi ha tolto scarpe pantaloni e mutandine. Vedendomi nuda ha detto ‘ cazzo, è bona davvero! Guarda che tette, e che cosce, avvicinandosi mi ha infilato la mano tra le gambe e con un dito mi ha penetrata, io non ho capito più nulla, senza rendermene conto ho cominciato a muovere i fianchi andando incontri a quella mano, a quel dito che avevo dentro, il bastardo ha tolto immediatamente la mano e ha detto ‘cazzo è bollente, ha un lago dentro ‘ e ha aggiunto rivolto a Simone. ‘ cazzo stava già venendo, altro che santarellina casa e chiesa” questa non ne ha mai preso cazzo di vero uomo, di maschio: Vedrai come lo risucchia bene dentro, con questa ci divertiamo molto,”è fatta per prosciugare le palle del maschio, secondo me una volta che ne prova uno vero, questa qui non si stacca più dal cazzo. Poi, rivolto a me, ha aggiunto”’ mi ha detto Simone che prendi la pillola, è vero? Non capivo , mai avevo detto a Simone una cosa del genere, ma senza pensarci ho risposto di si ‘ e lui ‘ meglio, mi ti faccio senza preservativo, a cazzo nudo. Intanto mi soni accorta che tutto quello che succedeva lo vedevo nella tele che era li in camera. Quel bastardo di Simone aveva preso la telecamera, l’aveva accesa”collegandola alla TV.
Dai Simone, a te l’onore! Il ragazzino non se lo è fatto ripetere, mi si è avventato sopra, mi ha aperto le cosce e tenendosi l’uccello in mano lo ha puntato all’imbocco della figa, un colpo secco e l’ho sentito tutto, mi ha fatto male nonostante fossi gia sull’orlo dell’orgasmo visti i trattamenti precedenti, uno, due, tre colpi violenti di cazzo dentro le mie carni e sono esplosa, mi avvinghiavo a Simone, gli graffiavo la schiena, stringevo le cosce attorno ai suoi fianchi, godevo e non riuscivo a smettere di venire. Sentivo il cazzo del ragazzino duro, durissimo, le pareti della mia vagina gli si incollavano sempre di più attorno ,lo avvolgevano! Dopo circa cinque minuti e un paio di colpi dati in modo violento da farmi tremare, ha urlato e si è scaricato tutto dentro la mia figa.è rimasto steso sopra di me senza muoversi per un paio di minuti finché l’uomo non si è avvicinato e me lo ha letteralmente tolto di dosso. La stanza, essendo destinata agli ospiti, ha un piccolo bagno privato il tizio, Gianni, mi ha detto di andare a lavarmi, cosa che ho fatto. Intanto sentivo i commenti di Simone – cazzo questa ha un aspirapolvere tra le cosce. Mi stava risucchiando tutto dentro quella figona e poi, è stretta CAZZO SE E’ STRETTA!
Tornata in camera lui era sul letto con il suo pene in mano, ho tremato, non molto lungo ma enorme in quanto a diametro. Lui ‘ cosa c’è? Ti piace, Scommetto che quello di tuo marito non è neanche la metà di questo, che fai ti vergogni? Sei diventata tutta rossa dai vieni qui, io non volevo avevo paura pur avendone ancora voglia non volevo essere presa da quel mostro disumano, ma anche se Simone mi aveva fatto venire, sentivo che tra le cosce stava montando ancora la voglia. Istintivamente sono andata verso il ragazzino, che però con mia sorpresa, mi ha bloccata per consegnarmi a Gianni che ha detto ‘ cosa credi? Che io sia venuto qui per guardare Simone fotterti? Tanto prendi pure il mio e vedrai che mi chiederai di non smettere, non ti staccherai più dal cazzo, anzi scommetto che da oggi cambierai il tuo modo di vedere i maschi, la prima cosa che noterai sarà”il pacco . Altro che quel finocchio di tuo marito! Che pensi io rinunci a scoparti??? La tua figa ha bisogno di sapere cosa vuol dire farsi scopare” Mi ha buttata sul letto. Mi ha buttata sul letto. Me lo ha avvicinato alla bocca e mi ha ordinato di aprirla. Non volevo, ma due sberle mi hanno convinta, – se hai la figa più calda della bocca, sei un forno siiiiiiiiiiiiiiiiiii bravaaaaaaaaaaaaa cosiiiiiiiiiiiiiiiiii”le sue dita dentro la mia vagina avevano risvegliato la mia voglia ancora di più. Mi si è sistemato tra le cosce, ha appoggiato la cappella all’ingresso della vagina, è rimasto così fermo per un po’.. Separava le grandi labbra con il sul glande e lo portava su puntandolo sul clitoride, ho avuto terrore quando ho sentito quell’arnese puntare il mio ano, ma fortunatamente è risalito alla figa dicendo ‘ quello dopo.! Mi ha spalancato le gambe e mentre volevo convincerlo a lasciarmi stare …di non farlo mi ha penetrata in un colpo solo fino in fondo, lo ho sentito arrivare tutto dentro di me. Ho urlato con tutto il fiato che avevo, lui mi si e buttato sopra a mi ha messo la lingua in bocca per impedirmi di gridare ancora.”il mio pianto pian piano si trasformava in gemiti sotto i suoi colpi violenti.
Sentivo i testicoli sbattere sul mio sedere e lui emettere dei rantoli che mi ricordavano un”grugnito ad ogni volta che affondava l’uccello
Io nonostante un dolore atroce gli andavo incontro con il bacino e gli puntavo le unghie sulle spalle, lui continuava a spingere, lo sentivo, nonostante non fosse lungo la cappella mi sbatteva sull’utero ogni volta che spingeva a fondo. Lui mugolava e diceva””mmmmgggg siiiiiiiiiiiiiii, puttana sei bollente cazzo, sei bollenteeeeeeee. Me lo stava affondando tutto”dentro dicendo – senti come ti chiavo, ti sto chiavandooooooooo! Mi stava sventrando, il cazzo lo sentivo rovente e mi entrava dentro la figa con colpi che erano veramente pazzeschi; secchi e potenti sentivo sbattere i suoi testicoli sulle mie”chiappe. Ricordo che ho detto – AHHHHHHHH PORCO MI SFONDI, MI SPACCHIIIIIII- ad un certo punto non ce la facevo più. Dalla mia bocca sono uscite parole come ‘ daiiii continuaaaa più in fondo, ancora SPACCAMELAAAAAA -Mio Dio!! Vengo!!! Vengooo!!! Vengooooooo!!!!!!!!” Lui continuava imperito a spaccarmi la figa, io”tremando come una foglia non riuscivo e smettere di venire, 1-2-3-4 volte di seguito…”Dopo circa venti minuti di quel trattamento ho sentito che accelerava i colpi fino a che, grugnendo come fosse un maiale ha cominciato a scaricare il suo sperma dentro la mia figa, sentivo gli spruzzi colpirmi le pareti e il fondo della vagina che si contraeva ancora a ritmi più velociLo stavo praticamente mungendo con la figa. Anche dopo che sono cessati gli spruzzi e il cazzo si è afflosciato, la mia vagina ha continuato a pulsare per un pò dandomi sensazioni mai provate prima
Pensavo fosse finita li, ma lui continuava a starmi dentro non permettendomi di muovermi. Lo ha tirato fuori un attimo e sul suo pene c’era del sangue: – te l’ho detto che te la spaccavo! Mi vergognavo troppo. Mi era piaciuto come mai avevo provato.
Ha chiesto a Simone se avesse voluto fare con me qualcos’altro”e il ragazzino ha risposto che gli sarebbe piaciuto mettermelo in bocca ‘dai, avvicinati ha detto Gianni mentre in ginocchio sul letto tra le mie cosce continuava a tenere il cazzo dentro la mia vagina, Gianni ha continuato- fatti fare un pompino mentre io assisto cosi mi ritorna duro direttamente dentro la figa di questa e poi rivolto a me ‘ vedrai , ti tornerà la voglia in un attimo, ti bagnerai come non ti sei mai bagnata prima. Io cominciavo ad essere distrutta ma lui, Gianni, aveva ragione ne avevo voglia e questo mi spaventava. Ero davvero così vogliosa di essere presa? Stava venendo fuori una Monica completamente diversa. Ovviamente io mi vergognavo da morire, ma potevo farci poco, sia contro la loro forza, sia contro quelle sensazioni che sentivo provenire da dentro me stessa e che mi dicevano di lasciarmi andare completamente. No! Non potevo. Volevo e dovevo resistere. Sposata, insegnante, educatrice, per giunta catechista. Tra l’altro abbastanza conosciuta in quel posto’ no, non volevo, non potevo, non doveva succedere che io diventassi la loro ‘bambola’. Anche se, il mio corpo, il mio sesso, le mie gambe, i miei seni, dicevano il contrario. Poi c’era la telecamera. Che intenzioni avevano?come volevano usarla? Era servita solo ad eccitarci di più in quell’occasione (cosa che mi era successa) oppure,,,,,,,,,,,,,,,,?
Simone mi aveva costretto a voltare la faccia verso il suo uccello e a prenderlo in bocca, mi sono ritrovata a succhiarglielo senza rendermene conto, senza bisogno che mi forzasse. Gianni ,intanto, in ginocchio tra le mie gambe e li cazzo ancora dentro, anche se non durissimo come prima, si stava godendo lo spettacolo di me pompinara e con le dita mi stuzzicava il clitoride. Mi stava eccitando nuovamente. Sentivo in bocca Simone che stava crescendo sempre di più: Si sono detti qualcosa che io non ho sentito, Mi hanno fatta alzare e Simone si è steso sul letto a pancia in su, mi hanno detto che dovevo praticamente cavalcarlo mettendomi il suouccello nella figa, cosi ho fatto ubbidiente. Mi muovevo, dimenavo i fianchi,”mi stavo facendo il ragazzino. Come stavo fottendomi Simone, non mi sono resa conto che Gianni si era piazzato dietro me, me ne soni accorta quando ho sentito le sue mani sulla schiena poi sui seni. Mi ha spinto verso Simone il quale mi ha subito afferrato per le spalle mentre ancora stavo a cosce larghe sopra di lui col suo uccello in figa. Ho sentito una mano di Gianni sulla schiena e il suo glande appoggiarsi sulle natiche. Attimi di terrore soprattutto quando con lo stesso glande mi sono sentita separare le natiche, puntare all’ano e cominciare a spingere. Ho urlato ‘ NNNOOOOOOO! E il mio grido è proseguito in un”-AAAAAHHHHIIIIAAAAAA, quando ho sentito il bruciore del cazzo dentro il mio culo Simone mi ha tappato la bocca. Mi bruciava, mi faceva davvero male, era troppo. Troppo grosso, troppo per il mio sedere vergine, sentivo i rantoli di piacere di quel porco di Gianni mentre mi inculava e i SIIIII COSIIIIIIIIII DAI MUOVITI di Simone sotto di me che mi stava aprendo la figa. Un rantolo più potente di Gianni”ha accompagnati i getti di sperma dentro il mio sedere sembrava non volesse finire più di schizzare, mentre Simone per la seconda volta è venuto dentro la mia figa accompagnando gli schizzi con un -AAAHHHHH SSSSSSIIIII.
Io stesa su Simone e Gianni abbandonato sulla mia schiena, mi ha chiesto ‘ ma eri vergine in culo? Sei strettissima cazzo mi facevi male all’uccello come stringevi e Simone ha aggiunto ‘ le hai sverginato il culo, guarda, hai sangue sul cazzo.
Mi avevano abbandonata sul letto mentre sentivo l’acqua scorrere, probabilmente si stavano facendo una doccia. Io non avevo la forza di alzarmi, ero rannicchiata su quel letto tremavo, mai provato tanti orgasmi e tanto piacere tutto assieme. Simone mi ha detto che andava con Gianni e tornava più tardi. Ho avuto la forza di alzarmi lavarmi alla meglio e andare in camera dove di solito dormivo le notti che stavo in comunità, sperando che mio marito al rientro non entrasse nella camera dove ero stata violentata, accorgendosi del letto disfatto e sporco di sangue.
Un giorno della settimana successiva ero appena arrivata in comunità. Ero arrivata direttamente da scuola senza passare da casa e sentivo il bisogno di farmi una doccia; sono andata nel solito bagno degli ospiti e mi sono spogliata infilandomi sotto lo scroscio dell’acqua. Una volta finito ho aperto il box e prima di prendere l’asciugamani mi soni accorta della presenza di Mirko li nel bagno. Ho fatto uno scatto per arrivare al telo per coprirmi: -Cosa ci fai tu qui? Vattene immediatamente! Lui ha detto: – Tanto ti ho già vista nuda! Io: – Come mi hai già vista? VAI FUORIIIIIII. E’ inutile che urli siamo soli. Vieni con me! Mi ha tirataper il braccio portandomi nella stanza doba la televisione accesa stava trasmettendo lemie prestazioni con Hianni e Simone.
Terrore! Se era finita in mano al ragazzino, poteva essere stata fatta vedere o data a chiunque altro.Anche al bar.
Come al solito, purtroppo, ci ho messo davvero poco a scaldarmi. Lui, continuando a masturbarmi ea scaldarmi. Lui, continuando a masturbarmi e succhiare il seno, è riuscito ad eccitarmi. Si è piazzato tra le mie cosce e senza preliminari ha cominciato a fottermi. Appena è entrato mi ha procurato un orgasmo, ho stretto le cosce attorno ai suoi fianchi e lui ha cominciato a dire cose del tipo: – SIIIIII, lo sapevooo ti piace, sei una puttana calda, hai la figa bollente, baciandomi il collo steso su di me palpandomi la coscia, ho sentito i suoi schizzi sbattermi sulle pareti della vagina proprio nel momento in cui stava per montarmi un altro orgasmo.
Mi ha lasciato così, con l’orgasmo insoddisfatto. Stavo impazzendo.
Le mie dita sono servite poco nel tentativo di placcare lo stato in cui mi aveva lasciata Mirko, tanto che quando lui è uscito di casa ho anche pensato ad una qualsiasi scusa che mi permettesse di entrare da sola in quel bar, ma il pudore, la vergogna mi bloccavano.
Le voglia era tanta, mi stava facendo uscire di testa, così come era tanta la paura di ammettere che mi sarei concessa al primo maschio che avessi visto passare per strada, magari incollandomi e strusciandomi addosso a lui, bello o brutto che fosse, sporco o pulito, gentile o rozzo, anzi mi veniva da pensare che se fosse stato uno schifoso maiale andava meglio, così da non impietosirsi se all’ultimo momento avessi dei rimorsi e mi volessi tirare indietro, con i miei no dai non farlo; basta! Non voglio più! Senza ascoltarmi mi avrebbe attaccato schiena al muro, frugata tra le cosce sotto la gonna, sentire che mi alza una coscia portandosela sul fianco e senza scrupoli con un colpo solo potente e deciso mi penetra li, per strada in un angolo semi deserto. Ormai ero cambiata, sempre di più prendeva corpo in me l’idea di entrare in quel bar succedesse quel che succedesse. Però la paura era tanta, cittadina piccola, insegnante, catechista di buona famiglia, non ricca ma conosciuta, mio marito, i miei genitori, uno zio molto ben introdotto nel mondo della chiesa…. Non potevo, non era possibile!
Perchè mi stava succedendo tutto questo? Il pensiero andava sempre a quel bar. Più che un bar io lo considero una bettola, ogni volta che passo di fronte mi tremano le gambe sopratutto da quando ho sentito dei commenti di tre individui che fanno parte del popolo che frequenta quel tugurio indirizzati a me mentre aspettando fuori uno dei ragazzi entrato a prendersi una bibita, sono stata costretta ad entrare per recuperarlo visto che non lo vedevo uscire, scoprendo che si era messo a giocare con quelle macchinette infernali che noi gli avevamo proibito.
Probabilmente mezzi ubriachi hanno cominciato a parlare in modo che li sentissi descrivendo le loro avventure con non so quali donne mogli di chissà chi. Uno dei tre rivolto verso di me ha detto agli amici; -Perché, a questa no? Bassottina però……. A culo e cosce è messa bene, credo che un pompino lo sappia davvero fare bene. Magari togliendole quel maglione si scoprono anche un bel paio di tette.
Da dietro il bancone quello che doveva essere il proprietario ha aggiunto è la professoressa di mia nipote, poi ha continuato: – mi ha detto Bruno che una volta, mentre l’ha vista scendere dalla macchina gli ha offerto uno spettacolo che non dimenticherà facilmente. Aveva la gonna e come ha messo il piede fuori dalla macchina una folata di vento le ha scoperto le gambe fino alle mutandine, lei forse convinta di non essere vista non si è preoccupata di abbassarsi subito il vestito. Bruno ha detto che lei non poteva vederlo ma lui se l’è guardata tutta e se si fosse trattenuta ancora due minuti in quella posizione, l’avrebbe fatta risalire in macchina, portata chissà dove e se la sarebbe fatta. Lei però si è ricomposta, è scesa ha chiuso la macchina ed è entrata a scuola Ha detto che è andato in bagno a farsi una sega micidiale.
L’indomani ha cercato di portarsela a casa, con la scusa che all’ora di uscita da scuola non le si metteva in moto la macchina e lo aveva chiamato per darle una mano. Alla fine, dopo aver fatta rimettere in moto la macchina l’aveva invitata ad entrare per lavarsi le mani e darsi una rinfrescata, ma lei non ha voluto. Se avesse messo piede dentro… altro che rinfrescata si sarebbe presa. lo conosci Bruno, no?

Bruno, il custode della scuola dove insegno. Era tutto vero, tutto coincideva con il racconto, la folata di vento, la gonna che si solleva, io intenta a prendere i libri che avrei dovuto utilizzare in classe la mattina e che stavo raccogliendo sul sedile passeggeri, l’unica cosa di cui non potevo ricordare era Bruno al quale stavo offrendo lo spettacolo delle mie cosce nude, non potevo saperlo, proprio non avevo idea che lui in quel momento potesse vedermi in quello stato, se avessi appena immaginato figuriamoci se non avrei accuratamente evitato di offrirgli in visione le cosce scoperte.
Mi ha invitato a entrare a casa sua quella volta, ma non ero voluta entrare non per paura, ma perché avevo fretta come al solito; ma chi poteva immaginare………

Un giorno, agli inizi del mese,si è presentato in comunità un tizio dicendo di essere lo zio di Mirko. Dopo aver passato con il ragazzo tutta la giornata fuori lo ha riaccompagnato verso le 19.00 dicendo che avrebbero voluto averlo a casa per le feste. Ne abbiamo discusso con il team degli educatori, decidendo di concedergli di andare. Certo che se avessi detto tutto quello che era successo veramente, non solo lui si sarebbe dimenticato il viaggio a Cagliari, ma sarebbe tornato alla svelta al carcere minorile. E di me? Cosa ne sarebbe stato? Del rapporto con mio marito? Paura, ma anche voglia di non confessare tutto, cioè il fatto che avevo provato piacere in quella situazione, un piacere che il mio uomo fino a quel momento non mi aveva saputo dare, ho desistito.
Pensavamo all’inizio di mettere Mirko su un treno e avvisare questi zii di andare a prenderlo alla Stazione all’arrivo questa sarebbe stata anche una prove per capire se potevamo fidarci di lui, ma all’improvviso qualcosa è cambiato, ci siamo ricordati che dovevamo ritirare dei documenti urgenti dal Tribunale dei minori prima di fine anno. Cosi anziché piazzarlo su un treno e ‘spedirlo’ da questi zii, abbiamo deciso di andare in macchina e sbrigare anche queste altre commissioni.
Un altro imprevisto ha spostato la partenza dalla mattina al tardo pomeriggio; il padre di uno degli educatori stava male, quindi, essendo di strada, abbiamo aspettato che finisse il turno e verso le 18 siamo partiti io Mirko e l’educatore. Per essere presto l’indomani in tribunale avrei dormito con le cugine di Mirko a casa degli zii. Inutile dire che mentre l’educatore era con noi non è successo nulla. Non appena usciti dal paese in cui l’educatore aveva famiglia le mani di Mirko hanno cominciato a muoversi. Meno male che da lì mancavano meno di 15 minuti a destinazione.
Arrivati a casa degli zii subito qualcosa mi ha insospettito, a parte il fatto che di fantomatiche zie e nipoti non se ne scorgeva l’ombra, ma non c’era nemmeno aria di presenza femminile in quella casa. Insomma, ero stata ingannata ancora una volta ,avevo capito troppo tardi che il tranello nei miei confronti era riuscito,

Fino alla sera verso le 20.00 non è successo nulla di particolare fino a quando sono arrivati un altro uomo sulla sessantina e un altro ragazzino con una donna
Da quando aveva messo piede in casa l’uomo non aveva smesso di guardarmi, mi sentivo i suoi occhi addosso, non riuscivo a non pensare a quello che mi avrebbe fatto se fosse stato solo con me. Questo dubbio è diventato certezza quando il gruppetto di uomini non accorgendosi della mia presenza stava intervistando Mirko chiedendogli di raccontare l’esperienza di come mi aveva scopata. Accorgendosi della mia presenza si sono zittiti facendo finta di niente.
Mentre uscivo dal bagno, mi sono sentita spingere di nuovo dentro, era il vecchio sessantenne che mi ha detto subito che voleva un pompino io all’inizio ho provato ad alzare la voce ma lui ha ribadito: -senti troia, ti sei fatta sbattere da dei ragazzini e adesso non vuoi farti trattare da quello che sei? UNA SVUOTA COGLIONI! Dai mettiti in ginocchio! A quelle parole sopratutto ad essere chiamate svuota coglioni le gambe mi hanno ceduto e senza rendermene conto avevo il suo cazzo di fronte alle mie tette. Mi ha ordinato di scoprirle e di fargli una spagnola, Io schiacciavo il mio seno per avvolgerglielo il più possibile. Non ho un seno abbondantissimo, ma riuscivo comunque ad avvolgerlo e masturbarlo sentendo che anche cosi mi aumentava il calore tra le cosce. Fino a che non lo ho sentito indurirsi ed esplodere inondandomi la faccia.
Mi ha abbandonata li e mi sono potuta ripulire almeno un po’.
Dopo aver cenato qualcuno ha proposto la discoteca, non era assolutamente mia intenzione seguirli, ma ahimè non ero in condizione di opporre resistenza più di tanto. Il vino della cena più l’ammazza caffè avevano fatto effetto. Mi sono ritrovata in macchina tra il vecchio e il ragazzino che erano arrivati a casa per cena. Inutile dire che sentivo mani dappertutto e ad un certo punto ho anche rinunciato a cercare di fermarli.

Arrivati nel locale hanno continuato a farmi tracannare di tutto e ad un certo momento mi sono ritrovata in pista dove cercavo di tenere a bada 2 ragazzini che non potevano avere più di 15 o 16 anni. La musica andava, i corpi si muovevano tra mille altri intenti sentivo i due sempre più addosso, il primo, con la mano a godersi la fica palpeggiandomela a dovere; sentivo il dito che scorreva in verticale sulle labbra della vagina. Ho pensato al fatto che meno male avevo indossato i pantaloni fino a quando non ho sentito abbassare la lampo, ero terrorizzata ma non ho avuto il coraggio di reagire in nessun modo. L’altro, dietro d lo sentivo bene appoggiarsi sempre di più col suo pene, ogni volta che cercavo di allontanare il ventre dalla mano che ormai si era intrufolata bene tra le cosce davanti. Cercavo di evitare di dare nell’occhio per la vergogna ma forse anche perché cominciavo a non riuscire più a dire di no ai due maiali che mi stavano spupazzando. Loro, i maschi approfittando della situazione, agivano pressoché indisturbati. Ho sentito il maschio dietro staccarsi un attimo dal mio corpo per poi subito ripiombarmi addosso dietro, si era sistemato meglio per fa finire il suo pene proprio sul solco al centro delle mie natiche ma lo sentivo anche tra cosce e natiche mi stava costringendo a sedermici sopra.
Nessuno si accorgeva del mio terrore e della vergogna, ma anche del piacere che stavo cominciando a provare. Eravamo incollati gli uni agli altri. I due maiali avevano cominciato, chi sulla mano e chi sulla cappella e su tutta l’asta,attraverso i miei pantaloni a cogliere il miele che sentivo colarmi tra le cosce. Il tizio davanti mi ha sussurrato chiaramente che voleva scoparmi: -chissà che piacere riesci a dare al maschio che te lo infila nella figa sono sicuro che mi farai divertire con questa bella ficona che ti ritrovi tra le cosce. Scommetto che mi farai fare una gran scopata ! Quelle parole. La situazione, la paura di essere vista hanno fatto esplodere l’orgasmo. Ho capito che anche le parole contribuivano. Mi sono resa conto ancora di più che i piaceri che il corpo può dare a volte si provano nelle situazioni meno volute e ricercate. M i hanno trascinata in bagno e li è successo ancora: palpata, frugata spogliata io ubriaca fradicia ho sentito afferrarmi una tetta, il capezzolo e massaggiarmelo tra indice e pollice. Ero loro!uno dei due si era tirato fuori l’uccello, mi ha preso il polso portando la mia mano ad afferrargli il cazzo e a masturbarlo, prima muovendo lui la mia mano sul suo uccello, ma poco dopo, stavo continuando da sola a fargli una sega mentre lui mi frugava nella figa con due dita dicendomi: ecco, vedi? Le senti le dita dentro? L’altro dietro di me sentivo il suo uccello che stava scoppiando dentro i pantaloni, l’ ha tirato fuori e col glande dopo avermi scoperto il culo mi separava le chiappe, trovato l’ingresso ha dato un colpo di reni e me lo ha infilato dentro. Dalla mia bocca è uscito un AAAHHHH. Lui: – il tuo culo è mio troiaaaa COSIIIII TUTTOOOOO MUOVILO DAIIIII!! SI BRAVAAAAAAAA. Sentivo i suoi rantoli e i suoi grugniti.
Un altro colpo e lo ha infilato fino ai coglioni. Sentivo la sua pancia sbattere sulle mie natiche. Lui diceva: – SIII BELLE CHIAPPE GROSSE MI PIACIII!!
Il tizio davanti ha detto: – non hai resistito eh? Ti piace questa troietta? Com’è? Stretta? Ti piace? Brutto porco. – Cazzo se è stretta. Lo sento avvolto tutto dalle sue natiche da come stringe mi fa male al cazzo , mi piace eccome, tra un po’ la inondo. – dai sfondala, continua a incularla che adesso le alzo una coscia e me la chiavo, le allargo bene la fica. Così ha fatto. Mi ha alzato la coscia portandosela sul fianco, ha portato la cappella sulla mia fica e mi ha infilzata. Io a quel punto mi sono lamentata con un AAAHHHHIIIIAAA gutturale ed ho iniziato a venire. Ero completamente loro, con la testa abbandonata all’indietro sulla spalla di quello che la inculava e le unghie piantate sulle spalle del maschio che mi stava aprendo la figa, ricordo di aver detto: – SSSSIIIIIIIIII VENGOOOOOO GOOODOOOOOOO DAIIIII BASTARDIIIIII SIIIIIIIII GODOOOOOOOOOO MI STATE ROVINANDOOO. Il maschio davanti ha detto: – questa mi sta allagando il cazzo con i suoi succhi di figa, è della mia misura me lo avvolge come un guanto, me la sento tutta sul cazzo sssiiiiiii. Che scopata!! Si dai bella. Senti cosa vuol dire maschio? Non te li aspettavi due cazzi così da dei ragazzini eh?. Quanti ne hai fatti venire con questa figa bollente? Poi rivolto all’amico: – Me lo sta strizzando tutto non mi fa uscire più, le vengo dentroooooooo SSSSIIIIIIIIIIII AHHH SCHIZZOOOOOOOOOOOOO senti come ti innaffio la vaginaaa e in quel momento anche quello che si godeva il mio culo si èsvuotato i coglioni, tra le mie chiappe e io ancora: – AHHH VENGO DI NUOVOOOO SVUOTATI LE PALLE STRONZOOOOOO DENTRO IL MIO CULOOOOOO DAIIIIII E TU MAIALE INNAFFIAMI LA FICAAAAACOSIIIIIIIIII.

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