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Racconti di Dominazione

famiglia povera

By 30 Luglio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Salve a tutti mi chiamo Sara, sono del veneto e voglio raccontarvi un episodio accaduto alcuni anni fa, quando ero ancora una adolescente. Ero la prima di quattro figli, nata da una madre sfortunata abbandonata dal marito dopo la nascita del mio ultimo fratello. Le nostre condizioni economiche erano pessime, dovetti sin dall’età di 14 anni andare a lavorare. La mamma mi aveva trovato un lavoro come cameriera e governante a casa di una nobil donna che abitava nel mio quartiere, una donna aristocratica con un odio verso i meno abbienti, con un carattere insopportabile, madre di due figli scatenati e viziati, con un marito sempre fuori per lavoro. Le mie mansioni andavano dall’ accudire i figli, alla pulizia della casa, al preparare pranzo e cena, fare la spesa, insomma ciò che fa una casalinga.
Il tutto era però reso impossibile dalle pretese della padrona, che non tollerava neanche il minimo ritardo, la minima imperfezione pena la cinghia, la bacchetta, la frusta, lo zoccolo, la spazzola ecc
Le punizioni mi venivano impartite durante l’ora del the quando il salotto della signora era pieno di gente, che mi osservava e si prendeva la briga di agevolare la signora punendomi a turno. Bastava che tardassi, che sbagliassi nella spesa, che non accontentassi uno dei pargoli che le prendevo, e ciò accadeva ogni giorno. Mi chiamava con la campanella, si sedeva in mezzo alla stanza e mi invitava a mettermi nuda, mani dietro la nuca esposta alla mercè dei suoi invitati, dovevo, per essere umiliata, sfilare davanti ad ognuno di loro prima e dopo la punizione, e sentire i commenti e anche qualche colpo che mi arrivava, il tutto senza dire parola alcuna. Quando finivo di sfilare, una delle amiche sempre presenti decideva la punizione ad esempio:
Sara ne avrai per 45 minuti e saranno 10 minuti con le mani, 10 di bacchetta data come si deve, 5 di spazzola di legno, 5 di mestolo di legno,5 di cinghia e ahimè 10 minuti di corda salata, data dall’uomo del pollaio, un signore anziano che accudiva le galline,capace di colpire con forza maestosa. Poi la signora continuava, riceverai il tutto senza muoverti e senza parlare, se proprio devi al massimo puoi piangere, ricorda se sento qualcosa faccio iniziare tutto da capo, e lo sai che raddoppierei o triplicherei la dose, ricordi quando con la spazzola ti tolsi la pelle dal sedere?? Su ora mettiti sulle ginocchia della Contessa che iniziamo: i colpi di mano erano ben distanziati, di forza moderata, non erano dolorosi, forse era la posizione e la mia umiliazione a fare più male. I primi 5 minuti andarono via lisci, ma poi la padrona iniziò a fare sul serio, colpiva sempre più forte e con un ritmo maggiore, cercando di colpire sempre lo stesso punto, il dolore iniziava a farsi sentire, tuttavia era sopportabile e pacato. Alla fine dei dieci minuti, la signora che teneva il tempo, diede alla mia padrona la bacchetta, la contessa mi fece inginocchiare sulla sedia, io sporgendo il sedere in fuori subii numerosi colpi dati con il solo scopo di farmi urlare per intensità e velocità, i presenti si scambiavano pareri, e commenti, divertiti dicevano:’il morso del cane non mente mai’ oppure ‘adesso urla e si riinizia’ e ancora ‘se fosse figlia mia le strapperei la pelle’, ma uno dei presenti disse alla padrona: contessa? Se permette gli ultimi 3 minuti posso continuare io, le assicuro che la farò urlare, la signora sollevata disse: se la fa urlare si dovrà iniziare da capo, e sarebbe molto carino da parte sua, forza si dia da fare, e quel porco non se lo fece dire due volte e mi fece soffrire molto ma non riuscii ad urlare evitando un altro supplizio. Lui sfiduciato e deluso si scusò con la signora, che rispose divertita l’uomo del pollaio con la corda la fa urlare’non tema ricominceremo da capo’.con le risate dei presenti. Finiti i colpi di bacchetta la padrona mi colpì senza forza con la spazzola e col mestolo, forse il dolore provocato dalla bacchetta rendeva meno evidente quello del mestolo e della spazzola, ma penso che il mio sedere era di colore viola scuro, perché quel maiale con la bacchetta era andato giù pesante. Finito col mestolo la contessa mi disse:vai nel pollaio dal signore e gli dici di salire il secchio con l’acqua salata e la corda pesante, saranno 10 minuti di corda per te, ma adesso vai che gli ospiti aspettano. Triste e piena di paura per ciò che mi attendeva andai dal signore che mi diede un ceffone fortissimo e mi disse vai e mettiti in posizione che sto arrivando. Io salii mi misi in ginocchio sulla sedia, e attesi l’arrivo del signore del pollaio, che salutò i presenti e ordinandomi di allargare un po le gambe, io eseguii e la signora disse ‘mi raccomando signore del pollaio sia puntiglioso come sempre, usi la corda pesante la voglio fare urlare’, lui disse ‘urlerà’ detto ciò inizio a colpire il sedere con molta forza, la corda era bagnata col sale e questo bruciava molto, sentivo la pelle che cedeva sotto quei colpi, immediatamente iniziai a piangere guardandomi bene dall’ urlare, se l’avessi fatto sarebbe stata la fine, ma quando la signora disse che il tempo era scaduto con la delusione dei presenti, l’uomo del pollaio senza dire niente andò via con lo sguardo basso, e la signora disse che era incompetente. Comunque fui costretta a sfilare davanti ai presenti, compiaciuti del risultato avevo tagli profondi, dovuti alla corda, tutti toccavano con mano, cercando di farmi male, uno dei tanti mi allargò le natiche per guardare le mie intimità senza che potessi ribellarmi.
Tutto ciò lo facevo per 300 mila al mese, che erano comunque una manna per la mia famiglia, ma un giorno ci fu una svolta, la padrona volle che mia madre andasse da lei. Cosi fu il giorno dopo venne mia madre con me, dopo i convenevoli, i saluti e il resto la signora iniziò a parlare a mia madre di quanto fosse cara la vita di come i soldi non bastassero mai ecc. mia madre le chiese dove voleva arrivare e di andare al dunque, la signora disse: ‘lucia, sarebbe mia madre, tu sai che spesso sono costretta a punire tua figlia sul sedere per le sue mancanze, penso anche tu sia d’accordo, (risposta affermativa da parte di mia madre) con i miei metodi brutali ma efficaci, annuiva ancora mia madre, bene io penso che ciò inizi a non bastare’ allora mia madre chiese alla padrona di spiegarsi meglio, e lei tutto di un botto disse’ col tuo permesso vorrei aumentare lo stipendio di tua figlia a 600 mila, ma a patto che posso punirla su tutte le parti del corpo, con gli attrezzi che sono solita usare, specialmente amerei punire il suo seno cosi bello, ma anche fra le gambe, sulla schiena sulle cosce eccetera. Mia madre, per poco non si scagliò addosso alla padrona, rifiutando quella schifosa offerta, questo mi aveva illuso, infatti pensavo che mia madre l’avesse fatto per proteggermi, invece era solo seccata per la pochezza dei soldi, disse infatti se arriviamo a 900 mila, ne possiamo discutere, altrimenti non se ne parla, la padrona riflettè qualche minuto poi disse ok affare fatto,900 mila ma le faccio ciò che voglio, mia madre accettò prese i soldi del primo mese e senza neanche guardarmi mi lasciò con la signora, ma prima di andarsene la signora le chiese: lucia vuoi altre 500 mila? Mia madre ovviamente chiese cosa doveva in cambio e la signora le disse: punisci tua figlia davanti a me, è sempre stato il mio sogno, allora mia madre disse alla signora di prendere gli attrezzi e a me di mettermi nuda. La signora diede ovviamente carta bianca a mamma che mi disse: figliola prendi la bacchetta portamela e poi metti le tue meravigliose tette sulla sedia, in ginocchio, e conta a voce alta e ringrazia ogni colpo intesi?? Io non ebbi il tempo di rispondere che arrivò un colpo tremendo, infatti mia madre non avendo mai usato questo attrezzo non sapeva dosare la forza, io contai ringraziai ma dalla mia smorfia la mamma capì di avere esagerato e chiese alla padrona:è stato troppo forte? La padrona disse: no no, semmai poco forte aumenti pure non pensi che è sua figlia pensi a suo marito invece che l’ha lasciata e avrà rabbia per punire sta figlia. Mia madre portò ben 50 colpi terrificanti al termine del quale le tette mi facevano malissimo, la signora mi chiamò a se e le volle palpare stringere forte, soppesare senza sapere quanto dolore provavo. Dopo fu il turno della schiena; fu la signora a frustarmi, con lo staffile. Ogni colpo contare e ringraziare, e inoltre chiederne un altro, sempre piu forte, e la signora non si fece pregare, e mia madre non provava ne pena ne compassione, ero solo un modo per fare soldi e permettere ai miei fratelli di farsi un futuro. Quando la signora finì avevo la schiena tutta rigata e indolenzita, e mamma disse senza storie mostra alla signora il fiorellino, che facciamo le carezze, infatti la signora con spazzola e mestolo mi fece le carezze’
è una storia di pura fantasia
Anonimodel69@yahoo.it

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