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Racconti di Dominazione

Francesca la Schiava

By 4 Marzo 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Francesca era la mia schiava (vedi racconto precendente) giocavo con lei da mesi e oggi avevo preparato una scampagnata al supermercato.
Ormai erano le 17,il sole iniziava a calare e la temperatura a scendere,Francesca aveva l’ordine di raggiungermi a casa per le 17 in punto,passarono pochi secondi che suonarono alla porta,mi avviai ad aprire e mi trovai davanti la mia schiava,era vestita come le avevo detto,un vestito rosso molto corto,un bello spacco a V che era anche troppo vistoso e le lasciava scoperta buona parte dei seni,tacchi da 15 cm rossi,calze a rete molto trucco,niente intimo ovviamente,portava la borsa con dentro la roba che le avevo detto di prendere,”scusi il ritardo mio padrone” disse,io mi scostai per farla entrare una volta entrata le guardai il fondoschiena,e fui felice di vedere che una parte delle natiche fuoriusciva dall’abito,chiusi la porta continuando a guardarla aveva eseguito gli ordini fino a quel momento “non sei in ritardo” le risposi andandomi a sedere sulla poltrona “sai cosa devi fare” lei annui e appoggiò la borsa a terra,si tolse le scarpe e le ripose accanto,poi si tolse il vestito rosso e lo lasciò cadere sul pavimento,per poi metterlo vicino alla borsa e alle scarpe,poi con delicatezza tolse anche le calze a rete rosse,adesso che era senza tacchi la sua altezza era decisamente abbassata,i suoi capezzoli erano ben ritti e le sue labbra erano già leggermente umide “vieni a sederti” le dissi sorridendole,ordine che lei eseguì subito sedendosi accanto a me sul bracciolo della sedia inizia subito a toccarle i capezzoli duri,le piaceva molto,accavallò le gambe per mettersi più comoda sul bracciolo,levò un urlo quando le strizzai e tirai il capezzolo con forza martoriandolo un po’ con l’unghia “non ti è più concesso di accavallare le gambe o tenerle chiuse te lo sei scordato?” lei all’inizio si divincolò cercando di farmi lasciare la presa ma non cambio nulla,quindi dopo aver sentito le mie parole si calmo cercando di sopportare il dolore e allargo le gambe “perdonatemi padrone non accadrà più” io mollai la presa,la guardai male con tono di rimprovero “non è la prima volta che te ne dimentichi,dovrò punirti e vedere se ne te ricorderai” lei mi guardò in modo di supplica,era molto timorosa delle mie punizioni,anche se ogni umiliazione inflitta le portava un piacere intenso,voleva pregarmi ma poi abbassò lo sguardo perdendo nuovamente contro la sua voglia disse solo “si padrone” ero molto compiaciuto da quella cosa, andai in cucina,dicendole di seguirmi a gattoni,lei eseguì l’ordine e mi segui fino alla cucina,una volta li presi un pacchetto dal tavolo e glielo porsi “ti ho fatto un regalo spero ti piaccia” Francesca mi guardò era felice e rossa in viso come se sapesse di non meritarlo “grazie mio padrone” disse iniziando ad aprirlo,una volta aperto lei riconobbe il contenuto,mi guardo e mi sorrise,aveva in mano 3 paia di pantacollant,bianchi ,neri e grigi,lei adora i pantacollant,ed ero sicuro di conquistarla con quel regalo,quello che lei non sapeva però era che erano di 3 taglie più piccole della sua “indossa quelli bianchi fammi vedere come ti stanno” la guardai sorridere,aprirli e infilarli a fatica,quando finalmente li ebbe indossati sembrava che avesse un velo a coprirla,non solo si vedeva lo spacco della fica ma le labbra sembravano voler uscire fuori dal tessuto,le girai intorno e sorrisi appena vidi che anche il suo bel culo era molto in risalto le natiche erano ricoperte del velo dei pantacollant,che tirava come non mai rivelando il suo culo in tutta la sua perfezione “ti stanno bene le dissi perfetti” lei mi guardò “mi stanno molto stretti replicò,è come se non li avessi” io le sorrisi “ti danno fastidio? a me sembrano perfetti” lei guardò in basso le sue labbra erano ben visibili,il tessuto era stirato al massimo e si intravedeva anche un po’ di carnagione,capì che li avevo presi più piccoli di proposito e rispose “no non mi danno fastidio devo solo abituarmi un po'” fui compiaciuto dalla risposta e le sorrisi maliziosamente ” dobbiamo andare a fare la spesa ” le dissi andando a frugare nella sua borsa,ne estrassi fuori la maglia beje questa a differenza dei fuseaux era anche troppo grande,gliela feci indossare le arrivava un po’ lunga e le copriva un po’ il culo e la fichetta,ma l’effetto che volevo io era fatto,la feci accucciare,a pecora,il suo culo si scoprì e la maglia larga le si sposto tutta in avanti e rimase penzoloni,e il suo seno una seconda calò verso il basso molto meno della scollatura della maglia,in questa posizione le sue tette erano ben visibili da chi aveva davanti lei non si accorse della cosa poichè le dissi di guardarmi in viso,la feci alzare soddisfatto le feci rimettere i suoi tacchi e uscimmo fuori casa per andare a fare la spesa,lei sembrava un po’ una troia che aspettava di andare a lavoro con quel trucco pesante e tutta così esposta.
Salimmo in auto,prima io e poi lei,mi misi la cintura e lei mi imitò poi mi mise la mano tra le gambe come sa che deve fare per un eventuale masturbazione durante il viaggio,stavolta però gliela scostai,e anzi fui io a iniziare a toccarla tra una cambiata e l’altra,lei godeva molto della cosa,ma quello che avevo in mente non poteva nemmeno immaginarlo.
Arrivati nel parcheggio del supermarket le porsi un mio vecchio telefono che uso solitamente come secondo numero,il telefono è vecchio di quelli ancora in bianco e nero,semplici e utili non è nemmeno grande ha una dimensione di 10 cm più o meno,lei lo prese guardandolo con aria interrogativa “che devo fare con questo?” mi chiese ,la mia risposta fu semplice le infilai la mano nei pantacollant e le toccai le labbra guardandola le dissi “va messo quì dentro” le abbassai un po’ a fatica i pantacollant le guardai la fica un po’ arrossata per via dello star stretto mi peci passare il telefono e lo feci entrare dentro,a lei stava piacendo la cosa ma ancora non aveva capito niente,una volta tutto dentro controllai di poterlo riprendere e che non uscisse per errore,le feci ritirare su i pantacollant e scesi dall’auto,Francesca sbiancò non pensava di dover andare a giro con quel telefono tra le gambe le aprii lo sportello e le dissi “scendi sbrigati” lei obbedì e disse “caminerò male così” io sorrisi e dissi “ce la farai tranquilla” la presi a braccetto e insieme entrammo nel supermarket,lei camminava male ma era brava sui tacchi e ci mise poco ad abituarsi,la sua fica però si stava bagnando a più non posso e i pantacollant così aderenti non tardarono a inumidirsi,le lascia la lista della spesa e le dissi che l’avrei osservata da lontano,lei inizio a subito a prendere la roba e metterla nel cestino,fin da subito qualche sguardo si posò su di lei,molti le guardavano il culo specialmente i più giovani ma nessuno si fermava a ammirare,quando fu il momento di chinarsi a prendere qualcosa in basso lei piegò le gambe e si rannicchiò per prenderla,in quel momento mi avvicinai dicendole “devi piegarti a 90 non voglio più vederti andare giù così chiaro?” lei mi guardo rossa in viso si sentiva osservata e sapeva che così facendo avrebbe ancora più esposto il suo culo “si” rispose “la prossima volta che sbagli qualcosa verrai punita e fidati te ne pentirai” lei sbiancò un po’ sperava di non essere messa alla berlina in pubblico ma sapeva che se avesse sbagliato ancora sarebbe successo,proseguì a fare la spesa,ogni volta che si piegava aveva un sacco di gente che la guardava,lei era sempre più rossa,quando si piegò per prendere delle arance io che ero nella corsia accanto vidi benissimo le sue tette,e così fece un altro che era vicino a me, che rimase a guardarla per qualche secondo,poi lei si ritirò su e lui si svegliò dal sonno,lo vidi andare verso di lei e aspettai per vedere cosa facesse,putroppo non fece nulla se non starle dietro per guardarla ogni volta che si chinava.
La spese andò bene e io mi stavo divertendo a vedere tutti gli uomini che guardavano Francesca vogliosi,il tempo per la punizione arrivò presto quando un uomo sulla quarantina le disse “belle tette” subito dopo che si era chinata,solo allora lei si accorse che piegandosi le si scoprivano tutte le tette,arrossi ancora di più,io le guardavo i pantacollant e vedevo che la macchia di umido tra le gambe si allargava sempre di più,dopo la scoperta dei suoi seni in bella vista Francesca inizio a chinarsi tenendosi la maglia su,lo fece una volta,due alla terza volta decisi che era il momento di punirla,quindi presi il mio telefono e chiamai il mio secondo numero,la guardai fare tranquillamente compere,e d’improvviso sgranare gli occhi,trattenere un grido,ansimare e appoggiarsi al muro le gambe iniziarono a tremare,la macchia sui pantacollant adesso era visibile,decisi che bastava e attaccai,dopo poco vidi che lei riprendeva fiato,andai da lei e la aiutai a ricomporsi,nessuno l’aveva vista fare così putroppo,appena si fu ripresa mi disse “cosa ho sbagliato?” io le sorrisi “Non devi coprirti le tette,e poi mi andava e l’ho fatto” lei annui,si gurdò le gambe tremanti e i pantacollant bagnati “grazie,ma ho bagnato il suo regalo” io le toccai il punto umido e risposi “figurati,dovevi bagnarlo,è meglio così” ci avviammo alla cassa ,in fila francesca aveva dietro un ragazzo giovane che le fissava il culo,e mi disse poi che per “errore” nel prendere un sacchetto sotto la cassa il giovane le aveva strusciato la mano sul culo,pagai e uscimmo fuori,caricammo la roba in auto,ormai era buio e non si vedeva molto nel parcheggio,mi avvicinai a Francesca e la baciai appoggiandola alla macchina,le toccai il punto umido carezzandole le labbra, le piaceva,io mi staccai,nel parcheggio non c’era nessuno e eravamo semicoperti da un suv,le presi i lembi della maglia e gliela tirai via,il freddo le punse la pelle e lei si coprì s’istinto,io le tolsi le mani e le dissi che adesso doveva restare così finché volevo,montai in auto e aprii il finestrino del passeggero,le dissi di appoggiarsi li davanti e guardarmi,lei lo fece “ti prego se arriva qualcuno mi vede” ma io non l’ascoltai tirai fuori il telefono e feci partire la chiamata verso l’altro cellulare,lei capì e appena sentì vibrare dentro la sua fica si appoggiò al tettino inarcando la schiena e cercando di trattenersi “non trattenerti,godi” le intimai,lei iniziò ad ansimare poi a fare dei gemiti,stava godendo,la chiamata terminò da sola dopo un po’,le gambe le tremavano e stava continuando a bagnarsi “entra le dissi” entrò in auto le allargai le gambe e accesi la luce per vedere meglio,i pantacollant erano mezzi in mezzo alle gambe,come se lei avesse fatto pipì,le sorrisi e spensi la luce, accesi la macchina e iniziai ad andare verso casa,ogni tanto facevo vibrare il cellulare e Francesca gemeva come una matta,arrivati a casa le feci togliere il telefono,grondava di umori che lei ripulì con la bocca “grazie di tutto” mi disse,”non abbiamo ancora finito” le risposi….

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