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Racconti di Dominazione

Fuori da ogni ragionevolezza

By 9 Luglio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Mentre li osservo nudi davanti a me non posso non chiedermi cosa ci faccio qui con loro.
Un pò di ragionevolezza… un barlume è rimasto o per lo meno abbastanza per trovare un flebile limite.
Il limite per non fare pazzie. Fermi, in pedi e nudi, mi fissano e io torno in me.
Cosa c’è?
Ordina.
Ordina? Toccatevi. Baciatevi.
Iniziano a toccarsi lentamente, con la delicatezza che un uomo può avere verso il suo simile.
Mani forti, carezze lievi ma decise e poi baci… Maurizio e Giorgio si baciano.
Le lingue si incrociano più volte fuori dalle loro bocche. Vogliono io veda il loro bacio.
Maurizio allunga una mano verso il culo di Giorgio e lo tocca. Mi guarda in volto in cerca del mio consenso.
Un mio cenno toglie ogni dubbio.
Inizia a tastarlo con sempre maggiore energia mentre io li osservo. Ha un bel culo Giorgio, snello e sostenuto, liscio e depilato come fosse un culo femminile. Maurizio lo strizza tra le mani e insinua un dito nello spacco. I loro corpi si avvicinano sempre più, i bacini di entrambi vengono a contatto. Io continuo a guardarli ipnotizzata.
Per la prima volta vedo due uomini fare sesso tra di loro davanti a me.
Resto ferma, seduta su una poltrona, e li guardo come fossi in trance. Misuro ogni millimetro dei loro corpi e cerco tracce delle loro carezze appena dopo il passaggio delle rispettive mani. Dopo un po’ intravedo i primi segni. Leggere scie bianche che ritornano del roseo colore della loro pelle. Sono il segno dei loro gesti che si fanno più forti e delle strette che diventano più intense.
Non procedono, continuano con gli stessi gesti finchè io non ordino ancora.
Ordina.
Padrona ordina.
In questo gioco mi hanno resa padrona, padrona di godere e di farli godere. Come IO voglio. Come più mi aggrada.
E allora la padrona ordina.
Fatemi vedere i vostri cazzi. Voglio vedere come sono ora.
I bacini si discostano ed entrambi si voltano verso di me mostrandomi la loro erezione. Si menano lentamente, coprono e scoprono le cappelle gonfie mentre osservo attentamente ogni particolare dei loro attributi.
Guardo Giorgio. Ha un bellissimo cazzo, ricurvo all’insù e con la cappella liscia. Una pelle chiara, rosea. Impossibile non guardarlo con desiderio.
Poi mi soffermo su Maurizio. Il suo è un cazzo più maturo. Diritto, molte vene in rilievo, un glande gonfio da mordere. Ed è con quella voglia di posare i miei denti su quella cappella fremente che ordino ancora.
Giorgio.
Si?
Succhiaglielo.
Si volta verso il cazzo di Maurizio e si inginocchia, poi apre la bocca, si lecca le labbra e protende la lingua verso il glande. Lo inumidisce tutto, lo cosparge di saliva per poi fare lo stesso con l’asta. La lucida godurioso davanti ai miei occhi e, dopo avermi rivolto uno sguardo, immerge il sesso di Maurizio nella sua bocca.
Nell’osservare il pompino sento le pulsazioni al basso ventre, prima deboli, ora diventare fortissime. L’eccitazione suscitatami da questi due porci quasi mi toglie il fiato, mi costringe ad allargare le gambe che prima erano accavallate e ad infilare le dita sotto la gonna.
In volto cerco di rimanere impassibile, di non tradire eccitazione in eccesso. Tento di restare padrona di me stessa quanto di loro.
Loro sono miei, io comando, io decido.
Le mie dita sfregano la stoffa degli slip umidi mentre Maurizio reclina in dietro la testa. I suoi gemiti si fanno più forti e il risucchio della bocca di Giorgio diventa così intenso da diffonderne il rumore in tutta la stanza. Lo tiene in bilico. Accellera e rallenta nei movimenti. Maurizio gode della piacevole sofferenza di un orgasmo che si approssima ma non arriva mai.
Basta.
Giorgio si ferma e si alza da terra.
Ora voglio Maurizio. Voglio che sia lui a succhiare Giorgio. Gli chiedo di mordergli il cazzo, di farlo rabbrividire, voglio la pelle d’oca su tutto il suo corpo.
Maurizio si inginocchia a sua volta e lascia colare un rivolo di saliva sulla cappella congestionata di Giorgio. Poi, con i denti, ne accarezza il glande. Con la lingua solletica il frenulo. Vedo i suoi primi brividi a fior di pelle, sento i gemiti di Giorgio ad ogni passaggio della bocca su di lui. Rimane fermo al suo posto, le mani che si protendono a voler spingere la testa dell’uomo tutta sul suo cazzo e la resistenza nel farlo.
Io decido, io comando.
Non do il mio consenso.
Maurizio tormenta Giorgio nelle stesso modo in cui lui ha fatto prima. Alterna imboccate più intense ad altre più deboli, alterna la carezza della lingua allo strisciare degli incisivi sulla pelle.
Spompinalo bene, porco.
Spompinalo bene perché poi’ poi lo vorrò nel tuo culo.
Maurizio mi ascolta e gode delle mie parole. Gode del pensiero che si affaccia nella sua testa ora. Prenderà il grosso cazzo di Giorgio nel culo per il suo piacere e per il mio.
Per incrementare la mia libido.
Ora è il momento.
Si ripulisce della saliva che gocciola dal suo mento e si volta. Maurizio poggia le mani a terra e porge il culo a Giorgio. Mi alzo anche io dalla poltrona. Lo inculerà Giorgio ma sarà come se lo facessi io. Giorgio gli lecca il culo mentre io lo penetro con le dita per ammorbidirlo. E’ bello largo il suo buco. Prendo in mano in cazzo di Giorgio e lo dirigo, poi con una mano sulle spalle lo spingo e lui inizia ad entrare. Vedo lo sfintere cedere, la cappella che passa con un po’ di fatica per poi lasciar scorrere l’asta con più facilità. Con uno scatto glielo mette tutto dentro fino ai coglioni.
La schiena tenta con fatica di non inarcarsi. La volontà lo costringe a tenersi in quella posizione, a pecora, con il culo proteso e il suo cazzo dentro.
Scopalo.
Giorgio inizia a sgroppare su di lui. Lo prende subito violentemente mentre Maurizio grida senza ritegno. Infilo una mano tra le sue gambe e tocco il suo cazzo. E’ duro come il ferro, un’asta dalle vene che sembra stiano per scoppiare, il glande privo di ogni forma di morbidezza, la pelle tesa, contratta nello sforzo di godere.
Tolgo la gonna e gli slip e mi infilo sotto di lui.
Giorgio rallenta fino a fermarsi.
Prendo il cazzo di Maurizio e lo dirigo verso la mia figa bollente. Mi penetro piano, lascio entrare a malapena il glande e poi ordino.
Giorgio scopaci entrambi.
Lui riparte. I suoi colpi poderosi spingono Maurizio a penetrarmi. Sento le spinte di Giorgio tramite il cazzo di Maurizio. E’ più grosso del normale, così gonfio da strisciarmi dentro e riempirmi tutta. Il suo già grosso attributo ha ora dimensioni notevoli. Mi sento aperta completamente, ho la sensazione che la mia figa si rompa per quanto me la pompa forte e vengo ripetutamente. Ogni orgasmo si libera in un urlo più intenso degli altri mentre i grugniti dei due uomini mi rimbombano nelle orecchie.
Poi un urlo liberatorio.
Maurizio si svuota dentro me. Sento il suo piacere, gli spasmi del suo corpo, il suo seme che mi schizza dentro e mi riempie. Esce piano lasciando il suo sperma colare tra le mie cosce.
Ordino.
Leccatemi, pulitemi.
Entrambi tra le mie gambe raccolgono gli umori misti allo sperma ripulendomi del tutto.
Mi alzo e prendo il giocattolo che ho portato per loro. Lo indosso facendomi aiutate. E’ uno strap on. Monta un grosso cazzo nero, un pene scurissimo e davvero lungo e largo, diritto e consistente. I primi sguardi di timore si trasformano in voglia lussuriosa.
Li invito a prepararsi.
Maurizio lecca il culo a Giorgio in attesa di essere preso da me. Non mi pongo molti problemi. Pur vedendolo divincolarsi, continuo ad entrare lenta ma costante attraverso lo stretto sfintere.
Contro ogni sospiro mi spingo dentro fino ai coglioni e poi lo estraggo quasi del tutto. Un affondo più forte e sento Giorgio mugugnare. Prendo ad impalarlo con vigore usando tutta la forza che ho e dicendo all’altro di guardare.
Guarda’ guarda bene perché poi verrà il tuo turno.
Maurizio, da porco qual è, mi porge il suo culo e lo muove, un culo molto maschile, non troppo rotondo ma morbido e peloso. La sua vista monta in me l’eccitazione e la voglia si tramuta in colpi sempre più forti per Giorgio. Arriva in fretta al culmine tanto da gridare di piacere. Si svuota a terra in lunghi schizzi. Raccoglie parte del suo prodotto e lo spalma sull’ano di Maurizio insieme ad abbondante saliva. Lo so che è ciò che vuole’ essere scopato da una donna, essere scopato dalla sua padrona.
Oggi mi ha resa sua padrona.
Penetro anche lui. Sento lo sforzo della sua carne che cerca di adattarsi al grosso arnese. Lo scopo mentre lo sculaccio. Gli sussurro ciò che vuole sentirsi dire’ che è un gran porco, che gli romperò il culo a copi di cazzo.
Giorgio si porta davanti a lui e gli mette il cazzo in bocca. Maurizio lo succhia avidamente tra un colpo e l’altro. Ogni tanto gli sfugge qualche gemito, gemiti di dolore e goduria insieme. Vedo lo sfintere arrossarsi sempre più dallo sforzo ma continuo. So che non è pago’ vuole che gli sfondi davvero il culo e lo accontento. Lo faccio felice sodomizzandolo con forza.
Voglio che goda a mio comando.
Ora che mi ha resa sua padrona voglio che abbia l’orgasmo quando io voglio.
E glielo ordino.
Gli ordino di godere.
Glielo ordino e continuo a penetrarlo forzatamente. Maurizio è ormai allo stremo e viene tra continui ruggiti di piacere.
Esco da lui e tolgo lo strap on. Li fisso entrambi.
Sono entrambi miei.
Ora tocca a me godere.
Giorgio, che ha già raggiunto una soddisfacente erezione, si porta tra le mie gambe. Inizia a scoparmi alternativamente con Maurizio. Mi prendono entrambi. Stanco uno subentra l’altro. Mi voltano più volte, mi prendono in mille posizioni facendomi venire senza darmi sosta.
Poi la libido prende il sopravvento anche sul briciolo di razionalità rimasta: voglio entrambi dentro me.
Faccio stendere Maurizio a terra e mi impalo su di lui. Giorgio, dietro me, mi lavora. Sento la sua lingua ammorbidirmi e le sue dita farsi strada. Poi il suo glande che sforza per entrare’ sento la pelle tirare, sfaldarsi, cedere. Sento il calore del corpo che si libera. Immenso piacere e poi dolore’ il dolore dei movimenti di entrambi.
Godimento e dolore.
Si muovono piano dentro me, sanno che sono ‘nuova’ a questa esperienza, nuova del tutto.
Mi procurano un forte orgasmo, un orgasmo contaminato ma intenso. Nel venire mi sento distruggere dal piacere, mi sembra di svenire. Il cuore vorrebbe uscire dal petto, il cervello è ormai spento, ogni fibra del mio essere vibra, si protende verso quel potente piacere.
Continuano a scoparmi finchè non sono soddisfatti mentre il mio orgasmo non si ferma ma si protrae fino a svanire lentamente.
Torno pian piano cosciente e padrona delle mie sensazioni.
Nel frattempo le loro spinte sono diminuite.
Li sento entrambi svuotarsi dentro me, venire ancora una volta.
Mi sollevano da terra e mi portano alla poltrona con le gambe tremanti. Il mio corpo è ancora scosso dal piacere. Appena seduta li guardo e li ringrazio dell’esperienza che mi hanno concesso di provare.
Loro ringraziano me.
Mi ringraziano perché sono la loro padrona.
Padrona Ambra.

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