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Racconti di Dominazione

gita sul lago

By 1 Settembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

D, muoviti pigrona, oggi si va in barca!
apro gli occhi e mi rigiro, guardo l’orologio: le 5, fuori ancora buio, ma siamo diventati matti???
mi tiri le coperte, sono nuda, come al solito, uno scapaccione e mi cacci sotto la doccia, nell’aria odore di caffè.
infilati giusto un maglionaccio e nient’altro, voglio saperti nuda, sotto
ringhio qualcosa da sotto l’acqua bollente, ceerco di dormire ancora un po’ sotto la doccia ma niente, urlaccio “caffèèèè prontoooo”
se torno a nascere, giuro, faccio la mistress e il caffè lo voglio a letto, non prima di mezzogiorno.
arriviamo al lago, il sole inizia appena a sorgere e tinge di rosa le montagne sullo sfondo, rabbrividisco appena nell’aria fresca ma fra poco sarà caldo, la giornata si preannuncia splendida.
ti aiuto a scaricare la macchina.. quando hai fatto tutta questa spesa? e tutta questa roba per noi 2 soli? mah…
leviamo gli ormeggi e via, la brezza ci spinge sul lago. dobbiamo fermarci a prendere degli amici, mi dici indifferente. e adesso che novità c’è da aspettarsi, mi chiedo? ma poi, beh, la giornata è bella, mi rilasso su un cuscino mentre tu fai andare la barca, io non ne sono proprio capace.
ci fermiamo ad un pontile non troppo distante, qualcuno aspetta, giovane, troppo giovane, da dove l’hai tirato fuori sto bambolotto?
sale, lo guardo da sotto in su con sospetto, lo annuso da lontano il classico fighetto, non mi piace, decido.
la barca procede placida, mi piace andar a vela piano senza che la barca si inclini troppo.
ti fermi, ormai siamo lontani, intorno nessuno, ora di merenda? quasi quasi ho fame.
D preparaci 2 drink, qualcosa di fresco, scendo nella cabina, guardo nel frigoriferino della cambusa, aranciata con ghiaccio e appena di vodka? dovrebbe andare, vi servo compunta, lui non mi guarda, chiacchiera con te, sta dicendo che la barca è indubbiamente bella ma manca qualcosa, tu annuisci.
D vieni qui per favore, ora sei in piedi, spogliati
lentamente sfilo il maglione, sono nuda, evito di guardare il fighetto che mi sta fissando la figa depilata, lo odio, probabilmente sono pure diventata rossa.
mi prendi un polso, mi tiri lievemente verso il boma e l’albero e mi leghi per i polsi, lievemente inchinata. altre corde a fissare le caviglie, adesso sono completamente esposta e acessibile da tutte le parti.
meglio così? chiedi al tuo ospite.
decisamente, posso dare uno sguardo più da vicino?
la sua mano comincia a sfiorarmi, prima lenta e poi più sicura, soppesa i seni, strizza appena i capezzoli già duri per il contatto con l’aria, esplora il mio sesso…
quindi è questa la tua cagna, pain, non male, tutto sommato.
bene, dici, e adesso vediamo che ci sai fare, signor aspirante master
mi sento gelare, non vorrai darmi davvero in pasto a questo pischello?
sai, D, lui è il figlio di una mia vecchia amante, si è scoperto di recente pulsioni dom e vorrebbe essere guidato agli inizi, che ne pensi?
che ne penso? (penso) che ti odio, che altro, te e lui.
la tua mano sulla spalla, le tue labbra all’orecchio, fai la brava D, desidero che lui sia soddisfatto, dopo, se sarai brava, ci sarà un premio per te.
non sono per niente contenta e si vede ma ha importanza quel che penso io?
ti sento scendere nella cabina e armeggiare, che hai in mente adesso? ti intravedo tornare con una borsa piena di roba, ti sento che la togli fuori, un pezzetto dopo l’altro e ti sento poggiare queste cose che non vedo sul sedile.
ecco, da cosa ti paicerebbe cominciare?
sento le mani di lui frugarmi, prende un capezzolo e, lentamente, lo stringe in una pinza, lo stesso fa con l’altro, la catenella che le unisce viene fissata al mio collare.
adesso la figa, pinze e pesetti… ahi, ma mi bagno
la sua mano sul culo, cazzo pain, il culo no lo sai, ci tengo per farmelo maneggiare da chi non sa come trattarlo. sento che lo fermi, gli dici qualcosa, sento la sua mano allargarmi le chiappe, sento qualcosa di viscido, beh, almeno gli hai detto di usare il lubrificaante. sento che la tua mano guida da sua, piano, lentissimamente, mi carezzi un po’ per rilassarmi, sai che la tua mano mi rilassa sempre, pianissimo il dildo penetra nel culo, fino in fondo.
sono un po sudata e un po tesa, la tua mano continua a sfiorarmi il fianco e la nuca.
una cinghiata, improvvisa, forte, caccio un urlo, ma sarà mica diventato matto?
di nuovo tu fermi la sua mano e mostri. una frustata, una pausa e poi… un’altra frustata o una carezza? sempre tenere la tensione, mai far capire cosa accadrà subito dopo, se arriverà un altro colpo mordente o una carezza gentile o un leggero sfiorare il clitoride.
qualche colpo sulla schiena, strano, sono quelli che ho sempre amato di più.
le sue mani e le tue, una frustata e mani, mani dopo e durante, mi riscopro sempre più bagnata, adesso sono mani che mi percuotono o mi accarezzano, che giocano col dildo che ho in culo.
aspetta, dici, lentamente allenti le corde che mi stringono i polsi, ora sono inginocchio davanti a te, il tuo cazzo davanti agli occhi, sai che lo desidero, allungo la lingua ma ti scosti.
scopala, gli ordini, sento il cazzo, il suo cazzo penetrarmi ma voglio il tuo, voglio il tuo nella mia bocca. me lo avvicini il tanto che possa passarci appena la punta della lingua e poi me lo porti via, mi ci sfiori il viso… come ti odio e come ti desidero.
ecco, ora me lo offri, lo succhio come se da quello dipendesse la mia sopravvivenza, come se fosse acqua per qualcuno che ha sete. sento quel cazzo sconosciuto che mi penetra, con una mano sta lavorando anche col dildo, il tuo cazzo in bocca, sono piena dappertutto, la tua cinghia, inprovvisa, sulla schiena, un colpo, 2… godo come una cagna, godo mentre lui mi sborra nella figa e tu nella bocca, contemporaneamente uscite da me e il resto è sul mio viso, sulla mia schiena, su mio culo, sborra che mi scorre addosso… mi accascio ai tuoi piedi, in ginocchio, spossata, ti lecco i piedi mentre finisci di godere.
mi guardi, sorridi, guardi lui… ti prendi i cazzo fra le mani e cominci a pisciarmi addosso, guardandomi negli occhi, il tuo pupillo ti imita subito dopo e sono inondata dall’unina calda.
mi porgi il cazzo, lo succhio per pulirlo, avvicini anche il suo cazzo al mio viso e lecco anche lui, tu desideri, io devo.
lentamente liberi i miei seni, la mia figa, il mio culo, una carezza lieve.
alzati adesso, resta così, non voglio che tu ti pulisca per il momento, mi piaci così, portaci qualcosa da mangiare e mangia anche tu, ti voglio ai nostri piedi, mia cagna. stasera avrai il tuo premio, te lo sei guadagnato stavolta.
mmmm… se questo è il mio regalo e se deve essere il dolce…
il sorriso diventa appena crudele, non troppo, e poi torna dolce ma lei, lei credo lo abbia notato.
prendo una sottile benda e le bendo gli occhi, ho bisogno di un po’ di tempo e non voglio che veda, eh no, non voglio proprio… sorpresa sorpresa.
tu mi guardi, forse non sai o forse immagini, opti per sederti in un angolo e goderti la scena, tutto sommato sei un po’ curioso di dove andrò a parare.
io esco un attimo dalla cucina, mi si senti armeggiare, torno… le mani piene delle più svariate cose che butto su un ripiano… tu guardi divertito. c’è una candela rossa e delle pinzette unite da una catena, il mio collarino rosso, alcuni fiori di ibiscus, una rosa, un cuscino…
ma non sono ancora soddisfatta, continuo ad aprire e chiudere sportelli… una ciotola di fragole e della frutta sciroppata, miele e cubetti di ghiaccio, una piccola bottiglia di champagne… mmm.. forse ci siamo.
con delicatezza le lego i polsi alle gambe del tavolo, non stretti nè tirati, giusto il tanto di sapere che non si potrà muovere più di tanto, le faccio scivolare il cuscino sotto il sedere per inarcarla un po’ e le lego anche le caviglie con i nastri neri… guardo… sì, può andare.
così è pronta per quello che ho in mente.
le sfioro il corpo coi fiori di ibiscus, il polline si attacca alla pelle rendendola uno scintillio d’oro. la sento tesa, le accarezzo il viso e le infilo un pezzetto di frutta nella bocca, la bacio dolcemente… voglio che si rilassi, non sarò cattiva… solo un gioco.
sposto lo string lentamente e, altrettanto lentamente, le infilo qualche fragola nella figa insieme a qualche cubetto di ghiaccio e un po’ di champagne che comincia a scivolarle lungo le cosce, una ditata di miele spalmata sulle labbra e sul clitoride, rimetto a posto lo string, che le sensazioni si moltiplichino…
ahi… dimenticato qualcosisa… scappo via… un plug sottile, lo ungo per bene, sposto di nuovo lo sring e lo faccio scivolare nel culo.
mi fermo per accarezzarla, prendo la rosa e le sfioro la pelle dove è più sensibile, lentissimamente. tra le cosce, lungo lo stomaco, su fino ai capezzoli…
il collarino, glielo faccio scivolare intorno al collo, mi attardo a baciarla, le mie mani cercano i capezzoli, sono turgidi, li pinzo, prima l’uno e poi l’altro e lego la catenella al collare. li lecco un po’, poi ci passo sopra il ghiaccio e aspetto, adesso… adesso la cera, tante piccole gocce sul suo corpo a fare bellissimi ghirigori rossi.
saranno pronte le fragole?… lentissimamente le estraggo con le dita… un morso… mmm. vuoi assaggiare, dora? e le infilo in bocca una fragola lucida dei suoi umori e della mia saliva, chiudendole la boca con un bacio.
adesso è bella… passo le unghie sulla sua pelle, la mordicchio, un’altra fragola… vuoi assaggiare, padrone?
adesso… adesso vediamo… che inventarsi mai? silenziosamente ti faccio cenno di alzarti, ti sfilo i pantaloni, il tuo cazzo è già duro, una ditata di miele anche per te, lo succhio e lo assaporo, sempre tenendoti per il cazzo ti tiro verso di lei, verso la sua figa ancora piena di fragole… me lo hanno sempre detto di dedicarmi a preparare marmellate ghghgh.
tu capisci il gioco al volo, il tuo cazzo scivola dentro di lei, io mi abbasso per godermi la scena, una leccata alle tue palle, una mano che solletica il dildo nel culo…
lei mugola… no, non voglio che goda, neppure tu lo vuoi… esci da lei, io mi sostituisco a leccare la sua figa che adesso sa di fragole, il tuo cazzo che ha lo stesso sapore…
lentissimamente ti riporo dentro di lei, mentre la penetri approfitto per leccarti piano il culo… anche lì una ditata di miele: se dolce deve essere che dolce sia!
tu cerchi di afferrarmi, ti sfuggo, il gioco è mio e sono io a guidarlo.
mi avvicino a leccare lei e te insieme, ti lascio perso dentro di lei, col tuo ritmo più lento, mentre mi dedico ai suoi capezzoli. tolgo le pinze… la vedo rabbrividire dal piccolo dolore. i capezzoli sono più sensibili adesso, alterno ghiaccio e lingua, succhiate a morsi crudeli.
tu ti stai perdendo dentro di lei ma non ho finito… sorpesa… frustino :-)
un colpo sulla sua coscia ma il secondo arriva sul tuo culo… sbaglio? chissà
tu stai per godere, lei sta per godere, un altro colpo, uno a lei e uno a te… sei furibondo ma non hai voglia di mollarla non ora. vedo che stai per godere, sento che stai per godere… eh no, mio caro, non dentro di lei. ti spingo, il tuo cazzo scivola fuori, lo prendo in bocca, lascio cadere il frustino, una mano sulle tue palle e una nel tuo culo… godi, ti bevo ma non tutto, un po’ anche a lei, no? avvicino la mia bocca alla sua e la bacio mischiando saliva e sborra e succo di fragole.
lei non ha ancora goduto, le tolgo la benda, mi metto tra le sue gambe e comincio a leccarla e morderla… la scena ti fa tornare il desiderio, sei di nuovo duro (beh, questa è fantascienza ma mi sia concessa la licenza poetica), sei tra le mie gambe, mi prendi da dietro mentre io mi occupo di lei… la sento godere, e io… e io godo con lei sotto i colpi del tuo cazzo che mi riempie, della tua mano che mi afferra la figa mentre l’altra artiglia un capezzolo…
le slego con dolcezza, l’abbraccio e la bacio, ti guardo, ti sorrido… non c’è bisogno di dire grazie, ci siamo capiti

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