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Racconti di Dominazione

I miei primi passi da schiava

By 29 Settembre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Chi vuole contattarmi, insultarmi, etc può scrivere schiavafrancesca@gmail.com

mi chiamo Francesca e sono una delle schiave di padronebastardo(padrone29 su questo sito)
mi piace l’esibizione, l’umiliazione e la dominazione sotto qualsiasi forma. Mi piace l’idea di provare il fremito della vergogna, della paura di sbagliare, e l’emozione di sentirmi privata di volontà e di potere. Sono eccitata dall’imbarazzo e dell’umiliazione, inoltre mi eccita il timore di venire denudata, esposta, esaminata, perquisita e punita.
Ho anche un irresistibile attrazione per la sottomissione psicologica. Non so cosa sia scattato, ma ho deciso di condividere queste mie sensazioni con tutti voi.
Queste sensazioni però prima di conoscere padronebastardo erano solo tali e rimanevano solo tra me e il mio intimo.
La molla di conoscere padronebastardo &egrave venuta leggendo i suoi racconti in cui si narrava la storia di donne diventate schiave con fantasie molto simili alle mie.
Il primo approccio con lui &egrave stato molto duro: ho dovuto vincere la sua diffidenza, infatti lui mi trattava con evidente disprezzo, pensando fossi l’ennesima infatuata dalla dominazione dopo aver letto cinquanta sfumature di grigio. Per me che sono una bella ragazza(scusate la falsa modestia), era una novit’, non avevo mai trovato un uomo che si comportasse così, ero abituata a tutti che scodinzolano ai miei piedi. Gli chiedo allora di mettermi alla prova, infatti ero determinata a oltrepassare quella porta invisibile dove c’erano quelle fantasie che avevo represso da tempo. Lui mi dice che si può provare e che per testare la mia determinazione avrei dovuto sottopormi a dieci giorni di castit’ forzata, con l’obbligo di masturbarmi due volte al giorno fermandomi prima di venire e avrei dovuto usare un abbigliamento pi’ sexy e provocante sia sul lavoro, che a casa, che con gli amici. Questa proposta fu per me come un pugno nello stomaco, ero abituata a vestirmi in modo abbastanza castigato e sportivo e soprattutto a masturbarmi godendo almeno due volte al giorno, quindi resistere per molti giorni in questo modo era per me una prova parecchio dura, ma decisi di accettare la sfida volevo a tutti i costi diventare una schiava ed ero sicura che la mia forza di volont’ avrebbe sopperito alle difficolt’.
La mattina seguente mi svegliai sulle sei, mi masturbai fermandomi prima di venire il che mi lasciò in uno stato di frustrazione terribile.
Mi presentai al lavoro con una minigonna sopra le ginocchia che metteva bene in evidenza le mie gambe, il che attirava l’attenzione morbosa e allupata dei colleghi cosa che mi faceva vergognare non poco.Cercai di concentrarmi sul lavoro per non farci caso.
Tornata dal lavoro mi contattò il padrone chiedendomi cosa avessi fatto la sera. Io ebbi l’avventatezza di dire che dovevo andare a un compleanno al che mi venne ordinato di non indossare il reggiseno. Nonostante mi vergognassi da morire sapevo che dovevo dimostrare di essere all’altezza per diventare una sua schiava e decisi di obbedire.
Quella sera mi vergognai da morire: era un compleanno in discoteca dove c’era parecchia gente e tutti mi guardavano mentre ballavo. Si vedeva molto bene che ero senza reggiseno, infatti le tette mi ballavano in modo incredibile comunque mi muovessi. Qualche amica mi chiese come mai ero senza reggiseno io dissi perch&egrave mi sento più libera. Loro mi risposero dicendo che sono una troia. Mi vergognai da morire.
I giorni successivi furono tremendi il fatto di dovermi masturbare due volte al giorno e di non poter venire mi ha portato a uno stato di eccitazione permanente che si cominciava a vedere sempre di più fino a che mi accorsi che i miei umori erano fuori dalle mutande e colavano lentamente lungo una gamba, il che mi preoccupò visto che il mio collega si era accorto che c’era qualcosa di strano,anche se non capiva cosa.
Seppur con enorme difficolt’ arrivò sabato dove successe un altro evento che mi sconvolse: il mio padrone mi ordinò di ballare col più sfigato della compagnia uno che non avevo mai cagato neanche di striscio.
&egrave stata una serata che non dimenticherò facilmente. Dopo una mezzoretta di esitazione ho trovato il coraggio di andare da lui e chiedergli di ballare, mi ha detto subito di si e abbiamo iniziato.All’inizio era un po incredulo ma vedendo che io ballavo e gli ero molto vicino ha preso sempre più confidenza.
Con il passare del tempo le sue mani erano sempre più sicure, mi prendeva per i fianchi e il contatto con la pelle mi ha fatto eccitare, ormai davvero mi basta un
niente per venire.
Ho iniziato a strusciarmi con lui, e l’eccitazione mi ha fatto perdere il controllo, gli strusciavo il sedere e anche le tette, che essendo libere erano ormai eccitatissime.
Dopo una mezzoretta mi sono resa conto che due amici mi stavano guardando e mi sono vergognata tantissimo. Gli ho detto che volevo riposarmi, ma lui mi ha
accompagnato su un divanetto ed &egrave rimasto con me.Li ci ha provato spudoratamente, mi ha messo una mano sulla coscia e a quel punto non credevo ai miei occhi, mi sono sentita più troia che mai, il mio corpo ha risposto d’istinto aprendo le gambe.
Lui lo ha visto e mi ha sorriso non mi sono mai vergognata tanto, ha continuato
ad accarezzarmi l’interno coscia fino a quando per fortuna (e un’altra montagna
di vergogna) una mia amica da lontano mi guarda e sorride, alch&egrave riesco a
tornare in me e dirgli che si deve fermare.
Dopo aver passato indenne la serata ho capito che c’&egrave l’avrei fatta a raggiungere i dieci giorni, ormai so che potrò realizzare il mio sogno e diventare una delle sue schiave, servirlo per me &egrave un grande onore.

Chi mi vuole contattare può scrivere a schiavafrancesca@gmail.com

Oggi sono felicissima, sono riuscita a soddisfare il mio padrone, sono riuscita a resistere a dieci giorni di castità forzata.

Nel momento in cui sono passati dieci giorni esatti sono andata in bagno a masturbarmi, &egrave stato un orgasmo incredibile probabilmente dovuto alla voglia e agli stimoli che ho avuto in questi giorni e di cui devo ringraziare il mio padrone che perde il suo prezioso tempo ad educare una cagna come me.

&egrave stato un orgasmo talmente intenso che mi sono accasciata a terra e vi sono rimasta a terra per cinque minuti, un esperienza che non dimenticherò facilmente.

Dopo qualche ora mi chiama il padrone e mi ordina di scrivere la mia esperienza che dovrò pubblicare sui principali siti di racconti erotici e che poi provvederà a pubblicare sul suo blog.

La scrittura della prima parte della mia confessione &egrave stata devastante, infatti ho dovuto ripercorrere tutti questi giorni intensi, eccitanti e frustranti allo stesso modo: dal cambiamento di abbigliamento da sobrio a sexy, dalla masturbazione senza venire alla serata in discoteca con lo sfigato;rivivere questi momenti mi ha eccitato in modo incredibile e la mia passerina &egrave diventata un lago. Ho dovuto poi subire l’umiliazione di dover mettere l’indirizzo mail e di dover rispondere a quanti avevano letto la mia confessione e chiss’ cosa avevano pensato di me. Mi avevano scritto persone di tutti i tipi da semplici curiosi, ai soliti sfigati, a qualche vero padrone, a qualche lesbica. Un po’ alla volta bagnandomi per l’umiliazione risposi a tutti pur sapendo che il mio padrone legge tutte le mie mail e quindi sentendomi ancora pi’ umiliata.

Sapevo però di certo la castit’ forzata non sarebbe stata l’ultima prova a cui sarei stata sottoposta, infatti il giorno dopo arrivò la prova del zenzero.

Mi &egrave stato ordinato di andare dal fruttivendolo e comprare una radice di zenzero, metterla in frigo, poi sbucciarla, immergerla in acqua per liberarne le qualit’ irritanti e mettermela nel sederino per dieci minuti.

&egrave stato molto difficile all’inizio bruciava da morire, dopo circa un minuto l’ho tolta per una trentina di secondi prima di rimetterla nel sedere come mi era stato ordinato, oltre al bruciore non &egrave stato facile resistere anche perch&egrave non avevo mai introdotto nel culo oggetti che non fossero dita o cazzi.

Il padrone non fu però soddisfatto di come ho eseguito il suo ordine, infatti l’atto iniziale istintivo di togliere la radice di zenzero per il bruciore non era nei suoi ordini e mi disse che mi avrebbe punito.

Fui costretta a distendermi sul letto dopo di che il padrone con una spazzola di legno girata sul retro mi diede cinquanta colpi che dovetti contare uno ad uno stando attenta a non sbagliare altrimenti avrebbe ricominciato da zero.

Alla fine il culetto mi bruciava in modo lancinante difficilmente sarei riuscita a sedermi per un bel po’, ma mi resi conto che tutto questo aveva una sua logica e che la punizione era giusta perch&egrave non avevo reso felice il mio padrone in quanto non avevo obbedito ai suoi ordini nel modo in cui me lo aveva chiesto.

L’indomani avrei dovuto incontrarmi col mio fidanzato, che faceva pi’ di duecento km per venirmi a trovare, ma sapevo che senza il permesso del mio padrone non avrei potuto scopare con lui, quindi chiesi il permesso di poter far l’amore con lui. Il permesso mi fu accordato, ma avrei dovuto fare l’amore in modo casto senza far vedere la cagna che ero e che il mio ragazzo conosceva benissimo, ma che ormai era solo di proprietà del mio padrone.

Per fare come mi era stato ordinato mi inventai una crisi mistica fingendo di essere diventata una ragazza di chiesa e quindi dicendo al mio ragazzo che avrei fatto l’amore solo al buio, perché altrimenti era peccato. Non mi ero mai vergognata tanto pensando a che livelli ero arrivata, ma avevo capito che quella era la mia natura.

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