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Racconti di Dominazione

I sogni e gli incubi di Angelica

By 11 Giugno 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Angelica si specchiava perplessa, nello specchio di quell’immenso bagno.

Vestita solo della parte disopra del babydoll trasparente che non superava di lunghezza le sue anche di seta gialla pregiatissima fatta arrivare apposta dalla Cina.

Quella ciocca non ne voleva sapere di essere governata, guardò la sua snuova stupenda piastra lisciante super lux, alzò la temperatura al massimo provocando un rivolo di fumo quando la ceramica passò sui capelli, ora la ciocca pareva aposto ma la controllò bene timorosa di aver provocato un danno con tutto quel fumo..

D’improvviso come un fantasma lui le piombò alle spalle facendola trasalire, i capelli arruffati il viso ancora un po’ assonnato:- Sciocchino mi hai fatto spaventare: disse ridendo appoggiandolapastra bollente sul marmo pregiato del bagno.

Mentre lui affondava il naso nei suoi capelli.

:-mmmm…che profumo biscicò con la voce ancora impastata dal sonno.

Ridendo lei si inarcò per apoggiargli meglio la testa sulla spalla, e farsi coccolare dalle sue labbra mentre le sussurrava paroline e la baciava.

La sua mano da dietro salì a torturargli i seni belli turgidi da quando era comparso sfiorandole i capezzoli sotto la seta, poi la scese con tocco lieve appena sottol’orlo dell’indimento cercando il glabro pube, esplorandola nel suo intimo..(che uomo fantastico che ho sono la donna più fortunat al mondo) pensava intanto.

Mugugnando di piacere si abbandonò a peso morto già sapeva cos al’aspettava con fare sicuro lui la sollevò e la riportò a letto mentre la piasta giaceva ancora bollente sul marmo.

La buttò facendola rimbalzare come piaceva a lei e di traverso rigoosamente di traverso dall aprima volta che fecero l’amore inquell amniera meravigliosa, non volleropiù cambiare il verso del letto.

Le si butto di sopra le alzò le braccia intrecciandolele mani conle sue, la baciò appassinatamente eslporandoc on cura ogni anfratto della sua bocca , scendendo aturturarle il collo con piccoli e insistenti bacini, lei fremeva lui entrò, in maniera normale senza perversioni, con semplicità e meravigliosamente.

Si muoveva lui, ma dopo un po’ si era fermato, lo faceva spesso era per riposarsi unpo’ ma anche per concentrarsi sui suoi seni, caldi rosei e morbidi da ciucciare, e lei quando glieli ciucciava impazziva di amore perchè le pareva un ciucciare tenero quasi da cucciolo.

Per sicurezza lei però aveva presol’abitudine di intrecciagli le gambe con le sue per non farlo scappare.

Ora lui si era stancato dei suoi seni e le mormora ll’orecchio di togliere le gambe e di alzarle verso l’alto, poi si scosta e le pare di cogliere un guizzo, difatti la minaccia tenendo in mano la piastra bollente.

Angelica si alza urlano e si ritrova sudaticcia e ansimante a casa sua nel suo letto sola.

Non èl aprima volta che lo sogna, e i sogni si assomigliano tutti quanti, lui, l’amore, la passione, la sorpresa, sgradevole.

Si fa una doccia veloce, erano passati sei mesi da quella volta, e lei non ha più voluto avere ache fare con lui.

L’aveva cancellato da tutto, e non passò mai più da quella via.

Tuttavia era daun po’ che compariva nei suoi sogni e doveva ammetterlo le mancava le mancava un casino.

Aveva rifiutato ogni avances di atlri uomini, pazzi di lei, consapevole che nessuno di loro sapesse portarla sin dove era sapientemente arrivato lui, e piuttosto sarebbe vissuta con quel bellissimo ricordo finoalla fine dei suoi giorni.

Si vestì per uscire a fare le spese natalizie.

Era l ametà di dicembre e fortunatamente non era un inverno rigido, ma Angelica in quei mesi aveva imparatoa valorizzarsi di più.

Se prima non usciva di casa bardata come se fosse a Cortina, ora si divertiva a scegliere viestiti carini ache d’inverno.

Indossò un corto vestitino di lana, calze autoreggenti nere e scarpe col tacco, non tanto alto però perchè aveva da poco imparato a portare i tacchi.

Aveva imparato aanche a valorizzare il viso con un filo di trucco, specialmente le labbra che secondo lei erano la cosa più carina del viso, belle e carnose.

A coprire il tutto un corto cappottino nero sciancrato in vita che le metteva in risalto le belle curve.

Uscia piedi, fece un giro largo e guarda un po’ quella mattina si ritovò a passare di la.

Mentre passava si sentiva il cuore in gola.

Ora vi era davanti, le pareva che il fiatole mancasse.

Allungò il collo oltre la siepe di zagare che erano solo dei rami spogli, e sembrava chiusa e silenziosa, il cuore le si fermò.

Si fermò nei pressi del cancelletto vicino al campanello

La sua mano fu più veloce della mente Dlin DLon…

Nulla.

dlin dlon

nulla di nuovo.

dlin dlon

Chi è?

Fece una voce gracchiosa.

Si umettò la bocca un colpetto di tosse, e un raspino fastidioso la fecero prendere tempo.

:- Chi è?

Insistè la voce.

:- Scu..scusi c’è …(come si chiama?? non mi ricordo) ..ehm..c’è il signor caroselli?

:- No nonc’è!

:- E…ehm.. e .. Co…Consuelo?

:- M Consuelo non lavora più qui da molti mesi ormai!!

:- G..grazie mi scusi:

:- No nulla ..salve.

Ecco! Lo sapeva se n’era probabilmente andato via scappando in Perù assieme a Consuelo, facendo da padre ai suoi numerosi figli e probabilmente facendole le corna con tutte le ragazze del villaggio.

Mugugnava tra le sue paranoie, quando il rumore di un motorino da cancello elettrico la desta, un auto punta pe rentrare, dal finestrino del guidatore uno sguardo torvolaosserva curioso, lei trasale, il cuore le balza in gola.

Anche lui dopo averla messa fuoco la riconosce e ora le sorride.

:- Come mai da queste parti?

:- Passavo cof…cof cof..

:- Tutto bene?

:- No, cioè si è che mi è venuto il raspino..cof .

Sto tornado ora dal supermercato ritiro la spesa e sono da te.Ti va di entrare a bere qualcosa di caldo?

:- Ma..no..non vorrei disturbare prima mi sa che ho parlato con tua madre è tutto chiuso.

:- Si a lei piace stare al buio è fatta così.

(uno normale no qua eh ?)

Angelica si ritrova pe rla seconda volta nella sua vita a varcare trepidante la soglia di quella casa.

La fa accomodare in cucina mentre fa avanti e indietro dal cortile per portare le sporte piene di ogni leccornia natalizia.

Angelica si guarda ttorno in quell aimmensa cucina. è di quelle in stile antica sicilia con le maioliche bianche eblu grandi credenze, e tutto a vista, pentole, mestoli. Al centro della cucina campeggia un grande tavolo di legno scuro e lucido, e al di sopra penzolano appesi al soffitto per mezzo di catenelle dei cestini ripieni di frutta e verdura Angelica trasale persa nei ricordi, scosta una massiccia sedia dilegno dal tavolo e si siede buona, certo era una cucina enorme per sole due persone.

Alla sua destra c’è la porta che pota nel grosso salone del pianoforte elo scorge nella penombra.

:- Dov’è tua madre . gli chiede: – Ma nelle sue stanze : risponde laconico lui mentre sistema la spesa nel grande frigo a due ante.

Guarda di nuovco quel grosso cestino penzolante non ce molta verdura ma frutta di stagione mele pompelmi arance, mandarini e melograni, frutta non adatta ai giochini che pacevano a lui, poi si sofferma aguardare un arancio, lo immagina intento a spellarlo e a dividerlo a spicchi, si immagina lei nuda su quel grande tavolone con le gambe bele aperte, chissà se la buccia d’arancio spruzzata direttamente sulla patatina grabra brucia come negli occhi? Poi prende uno spicchio d’arancio e glielo puccia dentro lei immagina il fresco contatto con quel frutto, ora lui lo ritira e se lo mangia con gusto coem se l’avesse pucciato nel cioccolato.

Poi ne prende unaltro e ancora ..e ancora ..e cncora..mmm..

:- Te, caffè, me? : A quelle parole Angelica si desta con un salrtello.

:- A che pensavi??? Porcellina!

:- Avvampando confermandogli i suoi sospetti si schiarisce al voce e prova a mantenersi sullo spiritoso puntandogli il dito esclamando :- Te! :Ma poi corregge il tiro e aggiunge :- Ben caldo e al limone.

In breve si ritovano uno di fronte all’altra sorseggiando un buon te caldo.

:- Come sta Consuelo, azzarda guardando distratta la buccia del limone che galleggia sul liquido dorato.

:- Consuelo? : Fa scoppiando in una fragorosa risata: Ma sai chge sei propio tremenda eh! Se n’è andata ho dovuto farlo minacciava di andare allpolizia a denunciarci entrambi, pensa che io poi mi sono svegliato a mezzogiorno inoltrato e lei poverina è rimasta qua per ben 15 ore! Diceva che ne aveva sopportate di tutte ma ora basta, così le ho dato un’ottima fuoriuscita da far vivere di rendita la sua famiglia per anni e se n’è tronata in perù.

(che vergogna ) pensava non credeva di essere così ..così…così sadica!!!

:-Ti va di fare un giro incentroper fare compere ntalizie? :Le chiede.

Lei fa finta di pensarci su fingendo qualche impegno improrogabile, ma facilmente rimandabile e annuisce.

:- Bene : fa lui, brandendole chiavi, :- Andiamo!

La fece accomodare dal lato passeggeri, poi si mise alla guida e poco dopo erano immersi nel traffico cittadino brulicante di gente indaffarate nelle compere delle feste.

Dopo alcuni minuti dove non si procedeva se non a singhiozzo:- Hai impegni per questo week end?

:- No ! :-Bene allora partiamo adesso ti porto in un posticino delizioso che ho trovato su internett ti va?

:-Ma..ma.. non ho portato il cambio.

:- E che problema c’è scusa, possiamo sempre comprare qualcosa lungola strada, dai facciamo così ti compro le cose seguendo il mio gusto che ne dici?

:- Ma..ma.. dai ma no…

:- Fidati ci divertiremo, lo sai chemi sei mnacata? : E mentre glielo dice le accarezza il mento, facendola sentire bambina.

Svicola le code prende la statale e parte in quarta destinazione ignota! Dopo un paio d’ore di viaggio decisero di fermarsi in un autogrill col ristorante, e ordinarono dei tagliolini, alla panna e acqua minerale, per secondo brasato al barolo per lui, che avanzò quasi tutto, e bistecca alla milanese e patatine per lei che si mangiò anche il brasato avanzato di lui, e poi anche un tiramisù, lui la guardò mangiare quasi divertito, e lei ne fu sorpesa pensava forse che le donne piluccassero? NOn ne aveva mai conosciuta una che mangiasse?
Bevverò un caffè e poi uscirono per immettersi nel traffico della A 4 abbastanza scorrevole per quel venerdì mattina di dicembre.
Appena saliti in auto però Lei si rese conto che aveva biosogno del bagno.
Si scusò e rientrò di corsa in autogrill, mentre lui ne aprofittò per far benzina.
I bagni per fortuna erano abbastanza areati, aprì una porta a caso e dopo aver allungato il collo per assicurarsi che non ci fossero sorprese, entrò.
Si tolse il capottino nero, e lo appese con cura al gancetto della porta, e lo fermò con il manico della borsa.
Alzò il vestitino verde di cachemire, abbassò il perizoma, le venne il dubbio di non aver chiuso a chiave la porta, e difatti così era.
Allungò la mano per girare la serratura, ma la porta si spalancò.
Le scappò quasi un urlo, ma poi vide che era lui, che con un dito sulla bocca le face segno di far silenzio.

:- Devo far ela pipì dai mi scappa – Si lamentò lei.

:- Posso guardare?

:- mmmok, ma fa il bravo li.

Con non poco imbarazzo si accuattò inposizione per non sporcarsi e per non poggiare le chiappe sul water lercio dell’autogrill, che se anche sembra pulito non lo è mai.
Lui intanto guardava e si toccava.
Nella posizione in cui si trovava la sua bocca sfiorava la lampo dei suoi pantaloni, le venne naturale abbassargliela, e infilarci un dito a mo di uncino per tirarglielo fuori.
:- Brava cucciola – disse lui che le facilitò il compito tirandolo fuori in tutto il suo splendpore, :-non ti alzare rimani così, – disse e glielo ficcò in bocca.

Angelica era indolenzita da quella posizione, finì la minzione e glielo prese in bocca ma per poco, era troppo scomoda.

Lui però quando la vide alzarsi la guardò e fece quell’espressione che di solito hanno i bambini quando fanno i capricci con la bocca a mestolino, sapeva che Angelica non sarebbe resistita nemmeno un secondo a quella sapiente espressione, quando ai tempi della chatt, le chiedeva di alzare le gambe sul tavolo per fargliela vedere bene e lei non voleva temeva die ssere vista da qualcuno, mapoi lui faceva il mestolino e lei come ipnotizzata eseguiva, un giorno mentre si era appena appena seduta di nuovo in una posizione composta la porta del suo uffcio si spalancò ed entrò un suo collega che per fortuna non si accorse di nulla. (fiuuuu).
Così si rimise in quell aposizione scomoda da minzione in autogrill e gli fece un pompino, fino a farlo venire.
Ci volle almeno un quarto d’ora, non sentiva più le mascelle, per fortuna almeno lui l’avvisò e scaricò la sborra nel water.
:- Si ma tu non me la tocchi nemmeno? – Chiese un po’ delusa quando lui mise una mano sull maniglia per uscire.
– No – disse sospirando – Per te ho in mente di meglio.
Uscirono come se nulla fosse, lavandosi le mani ignorando i volti incuriositi e un po’ contrariati di alcune avventrici.
Tornarono all’auto le aprì da vero gentleman la portiera dal lato passeggeri, poi salì e mise in moto.
Lei si strinse nel cappotto un po’ infreddolita, lui premuroso alzò il riscaldamento al massimo.
Un paio d’ore più tardi lei giaceva assopita, lui la guardò approfittando del calo di traffico, aveva il viso rilassato e reclinato da un lato, le alzò piano la gonna e con la mano esplorò le sue cosce, arrivando al cadlo del suo intimo.
Lei sussultò.
Non voleva svegliarla, voleva soltanto sentirla.
Riprovò con più delicatezza, lei nel sonno le facilitò il compito aprendo unpo’ le cosce.
Arrivò alla seta del suo tanga, glielo scostò un poco, sentì il calore delle sue labra grandi le acarezzò lei mugugnò un poco.
Sorpassò quel primo ostacolo, accarezzò il clitolide, e poi entrò un pochino…
Mosse il dito avanti indietro, stando attento alla strada, voleva farla venire mentre dormiva.
Ma un clacson da tir la svegliò all’improvviso, lo guardò con espressione interrogativa, lui fece l’imbarazzato, ma lei prese la sua mano e l’affondò di più.
Lui allora la ritrasse con la scusa che doveva stare attento alla strada, mica poteva rischiare un incidente!
Lei delusa guardò fuori dal finestrino, un grosso Man procedeva parallello, guardò in alto verso l’autista, che evidentemente non si era perso lo spettacolo, le strizzò l’occhio.
Allora lui accellerò, sorpassò il tir, e mise la freccia verso un parcheggio alberato li vicino.
Entrò e il tir seguì l’auto.
:- Cosa vuoi fare? – Gli chiese unpo’ preoccupata.
– Farti godere un po’. ti va?
:- Ma lui? –
:- SE vuole guarda, altrimenti partecipa.
:- Ma se matto?
:- NOn ti va?
:- Ovvio che no!!
– Ok, lo facciamo solo guardare allora.
:- ma..ma…
:- Oh zitta!
Così dicendo le mise di nuovo le mani sotto la gonna le abbassò il perizoma fino alle ginocchia, le divaricò le gambe senza chiederle nemmeno il permesso e si abbassò avvicinandole la bocca.
Angelica prese un respiro profondo prima di trattenerlo, per assaporare il suo piacere, Guardò fuori dal finestrino, erano le diciassette ma già era buio, non vide chi c’era fuori a guardare in quell’abitacolo illuminato, me era sicura che gli spettatori erano più di uno.
La testa di lui era scomparsda sotto il suo vestito, ma sentiva solo il respiro era piacevole ma null’altro.
Aprì più che pote le cosce.
Allora lui si mosse veloce come un serpente sulla sua preda e zac, le diede un morso.

:- Ma haiaaa…

Dopo il morso però senti la sua lingua esplorare, fu piacevole, e si rilassò di nuovo.
Zac! Un altro morso, stavolta più potente del primo.
Angelica non avette nemmeno il tempo di replicare che senti lo schiocco di un bacio, e poi di nuovo la lingua che esplorava.
Cominciò a capire quelloc he lui voleva fargli, i morsi alternati alle lccate e ai baci procuravano delle leggere scossette, che vibravano come un diapason fin dentro alla pancia.
Angelica sentiva i sospiri e i mugugni del suo piccolo pubblico, sicuramente si stavano masturbando.
Di punto in bianco, lui smise, dicendo che nn potevano perdere troppo tempo, le diede un ultimo bacio la, poi uscì da sotto la gonna e l’aiutò a rimettersi il periozoma, salutò con la mano il pubblico, e disse di farlo anche lei che come un automa ubbidì, poi rimise in moto.
Più tardi verso l’ora di cena avevano lasciato l’autostrada da un po’, si fermarono in un piccolo albergo montanaro, per cenare e prendere una stanza per passare la notte. Alla reception sbrigò lui le faccende, e prese una camera per una notte.

Si fece dare le chiavi e poi salirono assieme in ascensore, dove lei sia vvicinò vogliosa ma lui la respinse.

Sbuffando uscì per prima dall’ascensore e gli tenne unpo’ il broncio.

Lui come se nulla fosse si avvicinò alla porta con il numero corrispondente alla chiave che teneva in mano.

Entrarono in quella stanza pulita ordinata e ordinaria.

Un armadio un letto una porta che dava in bagno, nella stessa parete dove era appoggiaa la testata del letto, un tavolino una sedia e un tv nulla più.

Angelica si diresse in bagno pensava che fosse un peccato non avere dietro il suo beauty, menomale che almeno all’autogrill aveva comprato uno spazzolino da denti, e un dentifricio, e una confezione di rasoi usa e getta e dela sachiuma da barba, per lui se ne avesse aqvuto bisogno.

Fu così che le venne un idea.

Usci dal bagno con un espressione che lui colse al volo.

Era seduto sul letto a daspettare che lei uscisse, le disse di prepararsi per la cena.

(che vuoi che faccia? ) pensò (ho gli stessi abiti di stamattina!)

Si sedette sul letto ad aspettare che lui si preparasse.

Quando uscì lui le chiese se si fosse preparata, lei allargò le braccia e alzò le spalle.

Alora lui un po’ spazientito la spinse sul letto in maniera forte che lei perse l’ìequilibrio e si sdraiò, poi le sollevò la gonne e le tolse il perizoma e lo lanciò lontano.

Ecco ora si che sei pronta.

:- Fanculo! Sibilò lei.

E andarono a cena.

:- Sei arrabbiata? – chiese lui dopo una bella mezzora di silenzio.

:- Umpf – Fu la risposta secca di Angelica alzando le spalle.

:- Bambina, capricciosa, guarda che ti sculaccio.

:- A lei piacevano un sacco queste atenzioni ma non voleva dargliela vinta, si voltò da un altra parte cercando di nascondere un sorriso un po’ commosso pure.

:- Aprile gambe, voglio sfiorarti col piede dai apri!

Lei eseguì mentre le tornava l’appetito, e si scofanò due porzioni di pizzoccheri e pure quelli che avanzò lui.

Mentre lui col piede gliela accarezzava.

Dopo un secondo, due bicchieri di buon rosso, e caffè, per lei mentre lui non andò oltre ai pizzoccheri, optarono pe runa bella passeggiata sotto le stelle.

Era infreddolita, lui le promise che l l’indomani le avrebbe comprato, l’occorrente per un bel week end in montagna.

Passeggiarono parlando del più e del meno, d’un tratto lui la costrinse ad un muro, poi con brutalità le mise la mano sottola gonna, e un dito nella fica, lei sussultò ma non di piacere ma restò come amutolita la sua fica non era bagnata anche perchè il freddo no aiutava.

:- Bene – fece lui soddisfatto:- lo facciamo qua? O toprniamo in albergo?

Lei zitta, aspettò che decidesse, e lui non decise, tolse la mano da li e … basta.(forse avrei dvuto dire qualcosa?) si chise.

Ora erano in camera, la povera Angelica non sapeva che pensare, (forse si è stancato di me?) Si diceva sconsolata.

Andò in bagno prima lui tornò nudo e si mise a letto.

Lei lo imitò ma lui si girò dall’altra parte e dopo due secondi già il respiro era diventato più pesante.

Angelica, piangendo si addormentò.

***

Si ritrovò in un corridoio lungo e malandato, con im mano un pacchetto rosso, ampie vetrate ad arco alla sua destra si affacciavano su di un cortile interno a pieno di archi e di gente vestita di bianco.

Il corridoio aveva l’aria di aver vissuto tempi migliori, le pareti erano a tratti sporche da rigacce nere, manate, e di chissà cosa, e a tratti dalla muffa, dalle numerose porte che si affacciavano, uscivano odori strani, misti di medicinali e escrementi.

Entrò in una di queste, cerano dei letti ma pe rlo più vuoti, erano sei, solo il primo di fianco alla porta era occupato, era lui.

Era legato mani e piedi, alle sbarre laterali, anche le ginocchia erano piegate e legate.

Nudo giaceva su quel letto con aria spaventata, quando la vide si mise a piangere, pregandola di portarlo fuori da li.

Lei avvicinandosi posò il pacchetto sul comodino scarno sul quale cera un bicchiere con due dita di acqua e un cucchiaino dentro. un piatto vuoto di coccio sbeccato e un cucchiaio da minestra appoggiato di lato.

Mossa acompassione gli accarezzò la fronte, lui piangeva a singhiozzi, implorandola..

Lei lo guardò, guardò quel povero corpo legato, nella stanza arrivò una suora, recando un lungo tubo che senza tante cerimonie, anzi rimproverandolo di stare fermo, glielo infilò tutto nell sedere, ignorando i suoi strilli.

Angelica si bagnò e assistette come un automa a quella tortura, godendo…

Mentre se la toccava, si abbassò a consolarlo baciandogli la fronte, la bocca, limonandolo, lui ricambiò come se dalla sua bocca sgorgasse la vita.

Baciò le sue lacrime ne percepì il sapore, si scostò appena per prendere il pacchetto rosso, lo scartò, dentro cera una pinza da cucina, lo porse alla suora con la quale allargò di più il suo buco, dopo aver sfilato il tubo, Angelica intanto continuava a baciarlo.

Non paga la suora prese anche il cucchiaio da minestra e infierì di nuovo….

:- Basta! Si svegliò tutta sudata, che incubo, ma aveva urlato? Se si lui non se ne accorse, le dormiva sereno accanto.

La luce fioca della luna filtrava, e gli illuminava il viso, certo gli donava, per quello in chatt lui non voleva maia ccendere la luce anche quando fuori cer ail sole lui se ne stava sempr eli in penombra.

Non era bello, era alto, e decisamente troppo magro, sul viso ci sono sempre due occhiaie scure, fisicamente ricordava uno di quei ragazzi poco carini ma intelligentissimi che nei reality li facevano accompagnare a delle ragazze bellissime ma fintamente idiote.

Gli scostò le coperte, scoprì la schiena, gli passò un dito sulle vertebre a vista.

Poi arrivò alle sue chiappe, le venne in mente l’incubo, gliele accarezzò dolcemente, le chiappe erano davvero belle, due mezze mele, morbide e sode al punto giusto, di quelle che se ci affonfi un dito, te lo fanno rimbalzare restituendolo.

Avrebbe voluto anche esplorare più dentro ma aveva paura di una sua reazione improvvisa, non aveva mai visto il suo buco, si limitò a baciargli le chiappe dolcemente , prima uona poi l’altra, lui ebbe un leggero sussulto.

Sperando che non si svegliasse lo girò supino, l’ottava meraviglia (così aveva sopprannominato il suo pene già dai tempi della chatt) giaceva dormiente. Era bello, il più bello che vesse mai visto, non è che se ne intendesse, però si ricordava quei 4 0 5 che aveva visto in vita sua da molli erano, sempre coperti dallo scroto.

Il suo no.

Da molle conservava la stessa dignità di quando era duro.

Si abbassò per prenderglielo in bocca, e incominciò a succhiare, sperando di tirarglielo duro.

Si era lavato ma comunque ogni tanto usciva qualche gocciolina che ad Angelica non spiaceva aveva un buon sapore, come qualcosa di fruttato, e acidino al tempo stesso.

Desìderò farlo venire mentre dormiva desiderò che lui gli venisse in bocca, desiderò…berlo tutto.

Aveva un solo difetto, i peli, chenon erano molti ma un ventre e un pube glabri ad Angelica piacevano di più, per quello all’autogrill aveva comprato schiuma da barba e rasoii, chissà se se lo avrebbe lasciato fare.

Intantop succhiava eleccava leccava e succhiava muoveva le mani a vite una in un senso e l’altra nell’altro.

In breve divenne duro, e lei continuò imperterrita fino ache lui venne e lei lo bevve tutto, tutto come un nettare prezioso non en perse nemmeno una goccia.

POi felice sia ddormentò, leccandosi i baffi come se avesse bevuto la cosa più buona al mondo.

***

:- Ehm..salve dottore, guardi ho un neo qua.

:- Uhm…faccia vedere disse il medico con un occhio dietro una lente che glelo deformava ingrandendolo.

:- Qua sull aspalla vede?

:- Uhm si, no è un neo innoquo ne ha altri?

:- Sss..si, ecco qua sul piede

:- Uhm..altri?

:- Si qua sulla pancia e sulla schiena.

:- Uhmsi altri?

:- Ehm si ehm..

:- Su sigorina non si preoccupi ma le faccio paura? é il mio mestiere son dermatologo lei poi ha pagato circa 100 euro mca pe run solo neo!

:- No dottore no non ho paura di lei..

:- Allora mi faccia veder eglia ltri nei.

:- Sul pube ecco..

:- Uhm… si abbassi i pantaloni e le mutande ecco così si accomodi sullettino che guardo meglio.

:- S…si così?

:- Si ecco, uhm…uhm….uhm… faccia vedere posso? Diceva che ha paura di qualcosa?

:- S,,si ma non dilei ma sa di me..

:- Uhm..devo entrare, posso?

:- S..se deve..

:- Ecco così allarghi un po’ le cosce, uhmmm… ok ora può girarsi che esaminiamo dietro.

:- Aaaahhh dottore sicuro che non cera nulla li? sicuro sicuro?

:- No scuro, si giri ora che eamino dietro. Ecco brava così, ora apra un pochetto le gambe, di più ecco uhmmm… uhmmm..uhmmm

:- Quando ha finito di ummare dottore potrebbe toglier eil dito da li? Dottore..no ..no fa male haiiiiaaa..

:- Ferma qua c’è un grosso neo, devo esaminarlo bene, è un po’ dentro .

: Ma tanto li non batte il sol..haiiiiiiiiiiiiiiiii…cos’è???

:- E’ una lente apposte è cilindrica ferma così, apra di più no, non faccia ressistenza da brava apra su.

:- E’ freddo cosè? Dottore che faaaa?

***

Si svegliò di sopprassalto che il sole era già alto.

:- Buongiorno, cantilenò lui di buonumore.

:- Lei bofonchiò qualcosa ma era di umore pessimo.

Lui allora si chinò e le schioccò un bacio sulla bocca sussurrandole :- sei fantastica grazie per stanotte.

:- Prego, e sparì in bagno.

:- Fai in fretta a prepararti dopo colazione partiamo subito devo mettere le catene più in la troveremo la neve e abbiamo ancor aun paio d’ore di strada.

Quando uscì dal bagno le fece trovare un caldo completo da sci, senza sci.

Un pile, una giacca vento e un piao di pantaloni in pan dan, tutto griffatissimo e lui era già pronto con un completo uguale.

:-Dove andiamo? Chiese fingendo indifferenza.

:- Sain Morritz! Gongolò felice lui! Arrivarono a Saint Morritz verso la tarda mattinata, Trovaono subito un hotel nonostante il periodo (che culo).

Entrarono nella grande hall, Angelica camminava col naso all’insù ammirando l’immenso lampadario che penzolava dominando austero…

Sbrigate le faccende burocratiche un garzone in livrea, fece cenno di seguirli, li accompagnò nell’ascensore, al quarto piano, e poi alla stanza 4o4, e aprì pe rloro la porta.

La stanza si presentava bella spaziosa, al’entrata sulla sinistra cera il bagno, dove sopra il lavandino campeggiava un immenso specchio illuminato a destra cera un enorme vano doccia a due ante, con una specie di alto gradino piastrellato, che era troppo grande per appoggiarci i cosmetici pensò.

Alla destra dell’entrata cera un grande armadio a muro.

Il letto campeggiava al centro coperto da soffici piumoni bianchi, davanti al letto un mobile cassettiera e sopr auna tv al plasma, un tavolo due sedie.

All’altro capo una parete tutta vetro con una porta finestra che dava sul terrazzino, coperto in parte di neve. La vista era mozzafiato sulle vallare dove da lontano si vedevano gli sciatori che abilmente serpeggiavano tra le piste.

Si voltò lui aveva già liquidato il ragazzo, le propose di fare una doccia ristoratrice prima di scendere a pranzo.

Accettò entusiasta, si spogliarono ed entrarono asseime, fortunatamente l’hotel forniva campioncini di shampoo e sapone.

Sotto la doccia giocarono come due bambini a tirarsi le microspugne, poi lui la insaponò per bene e la mise seduta sul monolite, lei un po’ preoccupata aveva paura dis civolare e farsi male ma lui la rassicurò.

:- Voglio ricambiare quello che tu mi hai fatto stanotte, sei stata splendida, non pensavo saresti capace di arrivare a tanto.

Così detto le si inginocchiò davanti, le sollevò e divaricò le gambe eprese aleccargli la clitolide, mandandola da subito in estasi.

Sentiva la lingua che vibrava sapiente ogni tanto dava deipiccoli mosrsettini che trovava fastidiosi ma doveva ammetterlo, contribuivano a darle quelle sensazioni sublimi che…..che….ooooooo ..si………..ooooooooo..copntinuaaa…no no siiiiiiiiiiii….

Ma sul più bello, come sempre si fermò. Dicendo non era ancora ora presto per il suo paradiso.

La sollevò in piedi le lavò via il sapone aprì lo scorrevole e con un buffetto sulla chiappa la fece uscire mentre lui finì di lavarsi.

Mezzora dopo erano a passeggio attendendo l’ora del pranzo. Fecero compere, poi entrarono in una scuola sci, dove lui la iscrisse pe runa lezxione che si sarebbe tenuta nel primo pomeriggio.

Lei non er amolto daccordo maldestra com’era si vedeva già a rotolare in un burrone, ma lui la rassicurò.

Andarono apranzo lei stavolta si tenne sul leggero, ordinando canederli, crauti, e salsicce..

Lui non toccò quasi nulla.

:- Ma perchè non mangi quasi mai? : Gli chiese tra un boccone e l’altro, per tutta risposta ottenne un alzata dispalle.

NOn insistette, dopo pranzo si recarono alla scuola di sci dove lei dovette per forza indossar equei trabiccoli traballanti e scivolosi sotto lo sguardo divertito di lui specialmente quando doveva tenere il sedere a monte e la testa a valle, evidentemente quella pozizione lo ispirava particolarmente.

Verso le 16 tornarono in hotel lui si fece consegnare due candidi e morbidi accappatoi stemmati e asseme tornarono in camera.

La fece spogliare di nuovo e le fece indossare uno di quelli e lo fece pur elui.

Uscirono di nuovo dalla stanza e presero l’ascensore, scesero al pian terreno ma da un altra apertura e Angelica fece così il suo ingresso nella lussuosa spa dell’hotel.

Era immensa, e profumata, dietro una vetrata facevano bellamostra di se le piscine, idromassaggi, cascate..

Dietro una ltra vetrata un centro relax dove si facevano massaggi bagni di fieno e di fango ayurveda e tutto pe riul benessere.

Ma lui la condusse fuori.

:- FUORI?

Fuori! Nella neve, a meno zero, dietro una dunetta li aspettava una vasca piena di acqua bollente idromassaggiante, le fece togliere l’accappatoio e lo tolse pur elui, li appoggiarono su una panca li vicino e si immersero in quel tepore.

Si rilassarono all’istante, era propio bello stare li in mezzo al freddo e non averlo affatto.

Angelica guardò lui adagiato nell’acqua ele venne un idea.

Lo abbracciò da dietro tenendolo pe rla testa, lui si dimenò sorpreso ma lei lo rassicurò, gli disse di rilassarsi e di pensare come se quell’acqua fosse il liquido amiotico e lui ci fosse tornato.

Gli fece piegar ela gambe in posizione fetale, gli accarezzò una guancia, ma lui non si rilassava, ci volle unpo’ prima che lui si lasciò andare completamente, rimasero così in silenzio Lei gli teneva la testa agalla pe rnon che affondasse mentre il resto deo corpo galleggiava leggero, gli guardò il viso ele parve di scorgere una lacrima.

All’improvviso però si aprì la porta che dava nella spa, e ne uscirono 5 energumeni con la barba e i capelli rossi.

Erano caciaroni e sicuramente ubriachi e disturbarono l aquiete dei due.

Lui si ridestò all’istante pareva sollevato e si stropicciò il viso lamentandosi dell’acqua negli occhi..

Si rimeisero seduti acerchio con i nuovi compagni che avevano l’alito di birra.

Uno di loro disse qualcosa lui nell’orecchio e lui guardandola ridacchiando accosentì?

Ma che cosa gli aveva chiesto?

Lo scoprì suo malgrado pochi istanti dopo, due degli energumeni uno alla sua destra e un altro alla sua sinistra le presero le braccia glele girarono dietro di lei sulla neve fredda: Cacciò un urlo dal dlore ma nessuno la considerò, intanto altri due le tenevano aperte le gambe.

Mentre le tenevano le braccia le toccavano anche le tette in maniera rude unaltro intanto, mise una mano dietro le sue chiappe ela sollevò apelo dell’acqua per guardarla, meglio.

Le infilò subito l’indice nel didietro e il pollice davanti, disse qualcosa in inglese agli altri che risero, Dalla sua posizione tentava di alzare la testa per vedere che cosa faceva lui, lo vide davanti seduto dall’altra parte della vasca abraccia larghe fuori dall’acqua a gustarsi la scena.

Qualcuno la obbligò a buttare indietro latesta e si sentì penetrare.

Era un pene piccolo, per fortuna durò anche poco non sentì molto.

Poi Toccò aun altro, stavolta sto qui insisteva con le dita divaricando a più non posso come se volesse cercare qualcosa, Angelica chiuse le gambe ma loro glielo impedirono.

Dopo aver per bene aperto tutto ciò che poeva aprire decis ed i entrare anche il secondo, questa volta lo sentì bene era molto grosso e Angelica ebbe paura che gli rimanesse incastrato dentro.

Anche sto qui non ci mise molto, e fu la volta di un terzo mentre si alternavano a tenerla per le gambee per le braccia.

Questo aveva un tocco più gentile, la mano gli tremava un po’ la faceva andare su e giù dal pube all’ano e viceversa, controllò anche dietro allargando un pochetto, Angelica ebbe paura che entrasse dali, ma poi anche questo decise pe ril davanti, e lo fece in maniera delicata ma lui aveva una cosa di diverso dagli altri, era caldo, molto caldo, sembrava febbricidante, si mosse poi brutalmente facendole sbatter ele chiappe sul bordo della vasca, poi smise pure lui, che avessero ricevuto ordini precisi?

Il sospetto si concretizzò anche col quarto che si vede sofriva di eiaculazione precoce, glielo poggiò soltanto.

Finalmente il quinto decise di entrare ebasta, anche questo era enorme si mosse deciso per dieci volte poi come se avessero ricevuto un ordine, la girarono sempre tendola perle mani e perle gambe e aturno le entrarono da dietro.

Riconobbe il primo, anches e era piccolo dietro faceva comunque male, stavolta non durò poco anzi, sembrava non smettesse più, Angelica aveva la pancia sulla neve e sentiva che da sopra nevicava e sentiva i fiocchi sulla schiena, si concentrò su queela sensazione ma nonfu facile silamentava il porco forse era troppostretta? Cercò di stringere ma la aprirono di più, e l’energumeno dal pene piccolo entrò meglio, stavolta lo sentì per bene e piangendo dal dolore pensò acos al’attendeva con gli altri.

Venne dentro, lo sentì il calore e poi quando uscì sentì un po’ di sollievo ma non fecce intempo a rilassarsi che ilsecondo era già li col glande puntato era quello colpene enorme, anche lui fece fatica anche con lui si sentì tirare le gambe ma questa volta lui entrò deciso e lei urlò dal dolore.

Alzò la testa verso la vetrata della spa e si rese conto di avere un piccolo pubblico, alcuni avventori e anche le lavoranti del posto.

Intanto quello col pene grosso continuava amuoversi dentro dilei, sentiva che le buttava adell’acqua calda addosso nel centro delle chiappe, anch elui venne dentro.

Fu la volta del terzo, Quello col pene caldo, prima lui prese una manciata di neve e glela passò sull’ano, poi entrò pure lui senza tanti complimenti, era caldissimo questo le dava anche delle manate di tanto in tanto, quando venne le sembrò che l’ustionasse..

Quando lo sentì uscire cercò di buttare fuori quella roba che si sentiva in pancia ma aveva male e non ci riuscì

Arrivò il quarto quello che prima gliela aveva solo poggiato, questo non entrò sentì però la sua lingua, farsi largo, un po’ le dette sollievo, sis entiva sudata e sporca non en potreva più, desiderava un bagno caldo desiderava tornarea casa, poi ancora uno squarcio e l apenetrò anche questo e come volevasi dimostrare venne appena dentro.

Il quinto, quello che prima l’aveva sbattuta per dieci volte replicò lei quasi svenne quando entrò questo sicuramente el i più grosso elungo di tutti.

POi venen anche questo, allora la lasciarono, Lui le si avvicinò scostò tutti quanti, usci dalla vasca per primo depositandol’accappatoio in terra tornò in vasca e la sollevò appoggiandola poi sull’accapatoio, lei tremava sfinita, prima di avvolgerla prese una manciata di neve egle la passò sulla fica e sull’ano, tenendola li fin che non si soglieva e poi ne rimetteva ancora, quando lei si lamentò, la prese di nuovo in braccio e si diresse nella spa, il pubblico aprì l aporta elui si diresse nel reparto massaggi dove la consegnò in manio esperte dove la consolarono con massaggi, bagni di fieno, di vapore di fango.. e tante coccole.

Sfinita e stremata più tardi tornò in camera e piombò nel letto in un sonno profondo.

Si risvegliò in un innaturale luce arancio, era coperta, infilata in un sacco a pelo, si guardò attorno e si rese conto di essere in una tenda del tipo igloo aprì la cerniera, sabbia, era in un deserto? Guardò meglio e annusò l’aria ch era salmastra, e se tendeva l’orecchio si sentiva anche il rumore della risacca.

Allungò il collo due gambe lunghe davanti e la sua voce lassù: – Buon giorno dormigliona, dai che sta albeggiando voglio far el’amore sulla spiaggia all’alba, il momento è propizio.

Uscì dall atenda strisciando, con un balzo fu in pedi e si unì alui saltellando e lui corse per giocare a pigliarsi.

Risate e gridolini si sentivano da lontano, poi le si avvicinò e si abbracciarono.

Si baciarono a lungo, lei si sdraiò lui in piedi davanti il sole che gli nasceva dietro, si tolse i pantaloni con aria solenne, la sua meraviglia svettava perfetta, angelica si sfilò il pezzo sotto del costume epoi il pezzo sopra,l’alba doveva sorprenderli nudi infilati uno dentro all’altra..

Scese piano sopra lei che lo accolse inarcandosi, quando lo sentì entrare, si sorprese come sempre del suo tocco, deciso e morbido e avvolgente, e tutto..semplicemente tutto… Intrecciò le gambe attorno le sue, lui le prese le mani e glele portò dietro la testa intrecciando le dita, le sue bocche erano una le carni erano una, il sole ormai era fuori dal mare..due ragazzi nel sole facevanol’amore…

****

Entrò piano nella stanza, sapeva che stava dormendo e non voleva svegliarla, anche lui si era dilungato al centro benessere, sorvegliando da lontano che le facessero il servizio ordinato.

Lasciò caderel’accappatoio e si infilò nel letto, la osservò di sottecchi, dormiva tranquilla, non sembrava avesse passato quel trattamento dei suoi amici scozzesi.

Le estetiste del centro dovevano aver fatto un buon lavoro, le scostò piano il piumone, e al osservò pensieroso.

Certo doveva propio volergli bene per sopportare tutto quel che le faceva.

Arrivato alla soglia dei 40 non pensava di trovare una donna così, anzi pensava di nontrovarla propio.

In effetti lui non aveva avuto molte donne, cioè non gratis, quelle poche con cui era stato le aveva dovute pagare, poi c’e stata Consuelo, si certo ma pure lei era stata pagata per i suoi servigi.

Lui lo sapeva che Consuelo era un regalo dei suoi fratelli, bastardi, come se si potessero permetter di sceglere al posto suo.

E poi era diventata pretenziosa continuava achiedere di più minacciandolo di denunciarlo.

Ora giaceva a pezzi a concimare il glicine, altro che toraare in Perù sta stronza.

Tutti ce l’avevano con lui, tutti lo deridevano, perchè era il figlio piccolo del notaio perch’è era l’unico a non aver aperto un suo studio perchè era un viziato fallito…

Tutti, tranne lei.

Lei con la sua dolcezza, sembrava non vedere i suoi piccoli difetti, disturbi mentali (dicevano i medici) Ma che ne sapevano loro? Ora cera lei, e lui se ne avrebbe preso cura.

La accarezzò piano, era tondetta e morbida, il suo contrario che era sempre stato molto magro, Le accarezzò il seno, pizzicandole piano i capezzoli, turgidi e grossi almeno un centimetro e mezzo di diametro, erano dolci da succhiare, e li baciò.

Scese a baciarle l’ombelico, poi il pube, allargò le grandi labra e baciò il clitolide, sentì il suo pene farsi duro, la penetrò piano piano, non era bagnata, meglio così adorava sentire le sue carni separarsi al suo passaggio, gli davano un senso come di riverenza nei suoi confronti si lamentò unpoco allora con le mani cercò di allargaglela tirando le grandilabra ecco così, ed entrò tutto.

NOns i mosse, non voleva venire, voleva solo sentirsi dentro di lei.

Angelica gli dava serenità gli dava quelle certezze che gli erano sempre mancate, Angelica era la terra sotto i piedi.

Lei splendida nel suo vestito di seta vaporoso, grazie ad una voluminosa sottogonna rigida.. Passeggiava per Parc de la Villette, coperta dal suo ombrellino che faceva pan-dan col vestito e il cappellino in tinta.

Era un po’ timorosa, ma per nulla al mondo avrebbe rinunciato a questo momento.

Lui l’aspettava più in la, ansioso e trepidante, era arrivato un po’ in anticipo, il cuore in tumutlo non vedeva l’ora di incontrarla.

Si erano dati apuntamento per quel giorno propio li nel posto dove si sono conosciuti, alla festa di fidanzamento della cugina di lei.

Era stato amora aprima vista, il classico colpo di fulmine, ma purtroppo, era un amore contro il destino, si perchè lei era già stata promessa da suo padre, un facoltoso banchiere di Parigi, ad un generale di capitaneria, più vecchio di lei di dieci anni.

Pure lui che era figlio di un avvocato e di una ballerina dell’operà, aveva una promessa sposa impostagli dalla famiglia, ma era ancora un infante, avrebbe dovuto spettare almeno almeno cinque o sei anni, che arrivasse all’età dell’adolescenza.

Ai due non importava, loro erano certi soltanto di una cosa, dell’amore che provavano l’uno pe rl’altra, e così decisero, che quello era il giorno, un anno dopo il loro primo incontro decisero di appartenersi, la loro prima volta doveva essere li.

La vide arrvare la riconobbe dall’ombrellino rosa pastello, le andò in contro con il cuor ein gola.

Lei lo vide correrle incontro, ebbe un tuffo alla bocca dellos tomaco, avrebbero voluto abbracciarsi subito, ma per galateo lui si tolse il cappello e lei le porse il dorso della mano, che lui le prese e si chinò a baciargliela, mentra l’altra mano stava sulla schiena con in mano il cappello.

POi i due si guardarono negli occhi, lui la accompagnò dietro un cespuglio, dove aveva già steso una coperta.

La fece accomodare, e si sedette accanto, si mormoranono dolci paroline, poi lei con un sospiro si butto giù supina.

La lunga gonna rigida e gonfia si alzò su di lei, assomigliando al coperchio di un baule, al coperchio del vaso di Pandora per lui.

Ora lui si posizionò davanti alle sue gambe e lei lo vide sparire dietro quel paravento.

Cominciò ad armeggiare con la coulisse delle enormi mutandoni, di cotone bordate di sangallo, Alla fine riuscì a slacciare i numerosi nodi, e provò asfilargliele, lei alzò un po’ il sedere per facilitargli il compito.

Una volta tolte le mutandone, si ritrovò davanti delle mutande più succinte, del tipo coulottes, tutte di pizzo bianco nel quale tra le trine si intravedevano i ricci di pelo pubico.

A quella vista lui si eccitò e senti il suo membro erigersi.

Cercò di togliere anche quelle ma fu più maldestro e si ruppero propio nel punto del suo intimo.

Si scusò imbarazzato affacciandosi con la testa oltre il sipario e lei ebbe una risatina isterica ma poi aprì di più le cosce.

Con la mano che gli tremava provò a toccargliela per vedere cosa succedeva, lei che non se l’aspettava ebbe un sussulto.

Per lui non er ala prima volta, suo padre un giorno, l’aveva portato in uno di quei bordelli, per essere iniziato (così aveva detto) da una prostituta, La signora fu abbastanza delicata e gentile, le insegnò come doveva toccarla per farle piacere, le insegnò i punti magici suoi e gli fece scoprire i propri, poi però al momento dell’atto in se, si spaventò e scappò in bagno chiuso achiave e si masturbò.

Ora era li sapeva più o meno dove toccarla ma poi?

Decise di non pensarci su e cominciò a passare il dito oltre quell’irto pelo, e toccò la sua carne viva lei sussultò ancora poi, provò ad entrare dipiù, e lei mugugnò ma si vergonò e così si morse un labbro.

Le aprì di più le gambe, e si abbassò per annusarla, l’odore era pungente ma invitante, provò a leccare quella cosa umida che le usciva come le aveva detto la perostituta quella volta, gli faceva un po’ schifo ma quando l’assaggiò ne convenne che era il nettare più buono che avesse mai assaggiato, e così si attaccò avido, mentre lei gemeva di piacere e sembrava regalrgliene a litri.

Il suo membro era durissimo, sentì il desiderio di penetrarla.

Si affacciò oltre la gonnellona per chiederle il permesso, quando vide la sua espressione si compiaque con se stesso per averle fatto provare l’estasi, e decis edi entrare, senza preavviso.

Lei dapprima sorpresa, gemette e lanciò un urletto ma non era di piacere, era il dolore per la rottura dell’imene.

Perse un po’ di sangue voleva che lui si fermasse ma la fua foga era talmente tanta che non se ne sarebbe neppure accorto, strinse i denti più che potè, ma poi quella tortura sfociò nella cosa più bella che avesse mai visto e provato.

Ora i due giaciono abbracciati vicini su una coperta dietro un cespuglio in mezzo a di Parc de la Villette, sono felici…

Un paio d’anni dopo lei era sposata al suo generale elui aspettava ancora che la sua futura sposa cambiasse i denti da latte.

In quella vita non erano destinati, ma di nascosto si videro ancora, lei ebbe cinque figli ma di sicuro due non erano dell’uomo che si era sposata ma di quello che si era scelta.

***

Quella domenica mattina Angelica si sentiva uno straccio. Si trascinò in bagno accese le luci di quell’immenso specchio, l’immagine che le rimandava era di una angelica distrutta, aveva la fica e il sedere che le bruciavano ancora, si appoggiò con le mani al marmo pregiato del lavandino, e si allargò le gambe più che potè per avere un po’ di sollievo. NOn pensava a nulla, meglio non farlo, stava solo li così a fissare le sue mani appoggiate al lavabo.

Era li d aun po’ quando alzò la testa lo vide dietro di lei che l’osservava perplesso.

POi l’abbracciò da dietro prendendole i seni, lo respinse, incazzata, lui allora le accarezzò la fica in quell aposizione invitante ma lei chiusela gambe e si girò stizzita per uscire da li.

L’abbracciò e la prese in braccio facendola sedere sul vuoto del lavabo e fece scorrere l’acqua, fredda, poi gli rinfrescò da dietro prima l’ano e poi la patata docemente, sussurrandole dolciparioline e complimenti per tutto.

In fondo quelle carezze che le dava per bagnarla non erano male, si lasciò andare, affondò il viso nelle sue spalle, e si inebriò dell’odore della sua pelle.

Lui scorse appoggiato sul marmo, la bomboletta di schiuma da barba e i rasoi, visto che lei era glabrissima, meritpo anche delle estetiste del centro, le chiese cosa voleva fare di quella roba, lei bofonchiò che avrebbe voluto raderlo sul petto e sul pube e sulle gambe, l’ano..eccecc..

Si scostò da lei per guardarla bene in viso, le mise una mano sul mento:

:- Io mi lascio fare, ma se per caso mi fai male o mi tagli, guarda che ti punirò.

Le passò un brividò lungo la schiena ma acconsentì a quella condizione.

Lui si preparò solenne pe ril trattamento, si sedette buono buono sul bordo del marmo, lei le passò una spugnetta bagnata di quelle fornite dall’hotel, sul petto poi la schiuma da barba e iniziò col rasoio.

Fece piano piano, ma lui non stava fermo, per il solletico e non le facilitava certo il compito.

Quando arrivò al pube lo fece sedere meglio sul marmo facendolo appoggiare con la schiena allo specchio, poi alzò il pene e passò sotto ai testicoli, lo fece alzare in piedi, e lo girò anovanta gradi per passare sull’osso sacro e introdursi fino all’ano.

Fu così che lui sussultò e si ferì leggermente.

:-HAI!

:- Scu..scusa ma se non stai fermo…

:- Basta mi hai fatto male.

:- Ti disinfetto con un po’ di acqua, poi..

:- No nono…non hai capito ti ho detto che ti punivo e ora ti meriti la tua punizione.

Così dicendo abbassò il coperchio del water e vi sedette sopra tenendo per un braccio Angelica, che si dimenava piagnucolante.

La costrinse sulle sue ginocchia con il sedere in alto, e incominciò a sculacciarla forte.

:- Te l’avevo detto, te l’avevo detto o no?? Eh? SCIAFFF!!!

:- S..sisi.. Hai!

:- Bambina cattiva e monella SCIAFFF!!!

:-Haiaaaa basta..

:- No te ne meriti cento!

E le diede cento sonori schiaffoni sul sedere, alterndoli a volte con palpate edivaricate per controllare se si bagnasse, se era si, allora la puniva perchè una punizione non doveva far piacere, se era no la puniva perchè avrebbe dovuto provare piacere…

Alla fine delle cento sculacciate le prese il braccio destro quello più vicino al suo torace e se lopassò attornoa lle spalle, costringendola ad alzarsi e a guardarlo..

:- Hei Cucciolotta? Ora sei pronta vieni, ti porto in paradiso.

La fece alzare, sempre tendola pe run braccio la trascinò in camera, ma anzichè buttarla sulletto si diresse verso la porta finestra, anche se il sole svettava alto quella domenica, il freddo era pungente, uscirono entrambi nudi la appoggiò sul tavolino e tastò che fosse bagnata.

Lo era, la girò a novanta, mentre Angelica senza forze si lasciava fare tutto come una bambolina, le tastò il dietro, e decise che andava bene, prese una manciata di neve e gliel’appoggiò si lamentò debolmente.

:- Bene, è ora.

Tornarono in camera, eluil e fece prendere la rincorsa e la buttò sul letto di traverso lei rimbalzò inerme.

Si avvicinò piano gattoni sopra di lei, che lo guardava spenta.

Incominciò col baciarle la fronte, una miriade di bacini che scesero sugli occhi sulle guance, sulle lacrime, , continuò sul collo, giù, giù, fino ai seni che nonostante l’apatia erano belli turgidi, e allora glieli succhiò come piaceva ad angelica con quel fare da cucciolo, ingordo, si concentrò su quello finchè lei non si decise a reagire.

Gli prese la testa, mentre lui gli succhiava i seni, poi lo abbracciò desiderò che lui la penetrasse subito, ma lui, continuò a tempestarla di bacini senza tralasciare nessun millimetro della sua pelle.

Quando arrivò al pube la girò sulla schena e ripresa coi bacini dalla nuca, e poi giù giù..sulle chiappe, lo senti passare dall’osso sacro scendere a esplorare in mezzo…Lui scese ancora, sulla coscia, giù sul polpaccio, giù, alla caviglia, giù, sul tallone, fino alle dita baciandole tutte, edappertutto.

Quando ebbe finito tornò alla base dell’altra chiappa e ricominciò da capo, sulla coscia, nell’interno ginocchio, sul polpaccio, sulla caviglia, sul tallone passando per lapiante del piede arrivando sulle dita e baciandogliele tutte, passando anche con l alingua tra le dita.

La rigirò di nuovo davanti,riprese dalla coscia destra rifacedno il tutto e poi ricominciò ancora sualla sinistra.

POi ritronò alla bocca e la limonò avidamente lei lo accolse abbracciandolo pazza, pazza, ma pazza di lui.

Sentiva il suo glande durissimo che sfiorava la passerina, allargò più che potè le gambe pe rinvogliarlo ad entrare, ma ottenne solo che luile prese le mani gliele portò dietro alla testa intecciando le dita conle sue..

Voleva che l’implorasse di penetrarla.

Da quella posizinoe lei non poteva far nulla solo aspettare se avesse avuto le mani libere le avrebbe messe sulle sue chiappe per spingerselo dentro.

Alla fine lui si decise e con uno scatto rapido le fu dentro.

Oooooooohhhhh….. che bello era sentirselo entrare finalmente, come lo aveva desiderato, altrochè quei brutti ceffi degli scozzesi, quello era il pene fatto apposta per lei.

Quando entrava era come una musica, sentiva ogni sua cellula annullarsi le carni separarsi per far spazio al loro signore.

La sua vagina era il tempio il suo pene l’idolo.

Tutto in lei era stato creato per lui, lo sapeva lo sentiva, era suo non ceraltro da fare era LUI!

Ora si muoveva, dentro. Era sublime dentro. Era Memraviglia, dentro.

Si muoveva… :- non uscire noo : per sicurezza mise le gambe sopra intrecciandole .

Si muoveva come era bravo, oppure no, era fatto per lei tutto in lui era perfetto.. Le gambe incominciavano a tremare.

Si muoveva e la baciava i dolori della fica che aveva piano piano scompariva, lasciando il posto ad una piccola scintilla di calore che incominciava a serpeggiare, fino all’ombelico, epoi giù nelle gambe, fino all apuntadei piedi e poi su finoa lla punta dei capelli…IL CALORE ohhhhhhhhhhhhh….

ARRIVA….eccolo….ooooooohhhhhhhhhhh……….

Esplodeeeeeee………….

Ilparadiso ……. Fuochi d’artificio, fiumi colorati…….mondi pianeti lontani………..

Il cielo era arancio, il mare giallo…………..

Il PARADISO……………

Sublime…………

Fece fatica Angelica capire dove fosse, Lui le giaceva accanto, guardandola fiero, sapeva che anche stavolta era riuscito nel suo intento.

NOngli chiese se le era piaciuto come un amante insicuro, lui lo sapeva perchè quando fai godere una donna davvero..lo sai punto.

Lo guardò colma d’amore per quell’essere che ancora conosceva così poco, ma quando trovi la tua metà vera nonti devi fare troppe paturnie, te la tieni così com’è.

Mangiarono qualcosa per strada, prima di partire per il ritorno, inontrarono anche gli scozzesi che la riconobbero e la salutarono calorosamente con un abbraccio e anche con un bacio in fronte, Anche le estetiste e gli avventori che viderola scena lo stupro degli scozzesi vennero a salutarla, qualcuno le palpò il culo, un altro passò invece un bigliettino al suo compagno, il quale stizzo l’occhio, con fare complice, poi entrambi si voltarono a guardarla.

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