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Racconti di Dominazione

Il cliente più atteso.

By 28 Agosto 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Indosserai i collant, sotto la gonna, oggi. 

Da tempo non lo fai, ti ho educata alla disciplina del mio gusto, alla pelle levigata delle tue natiche a portata delle mie mani possessive, ovunque io voglia, senza intoppi.

Ma oggi è diverso, è una settimana che lo aspetti.

Una settimana che aspetti lui, lo sconosciuto, l’uomo che ti ha voluta in collant, oggi.

L’uomo che ti ha voluta in collant, oggi, coi tuoi peli e i tuoi umori che sfregano contro il nylon. Oggi non ti servono slip, ti ha scritto nella lettera, vergata a mano perchè ti masturbassi, immaginando quella mano sconosciuta che scriveva su di te, sul tuo corpo, come fosse la sua carta.

Sarà un cliente, ti ha detto.
Uno dei tanti, nella tua giornata di lavoro, ti chiederà di mostrargli dei mobili, come tutti.

Forse sarà solo, forse accompagnato da una donna. Sarai all’oscuro, ti ha detto.

La voglia ti accompagna per tutta la mattina, un cliente dopo l’altro, sei euforica e esausta. Ogni uomo, ogni cliente è un fallo piantato nel tuo sesso fradicio, nella tua mente, ogni uomo è un monumento alla tua voglia insoddisfatto, di fronte al quale vorresti piegarti, supplice, adorante.

Infine, la chiusura.

Mi avvicino a te, mentre fingi di riordinare le carte, in attesa che il negozio si svuoti.

Ci sono delle persone che vorrebbero rivedere dei mobili che gli hai mostrato prima, ti dico.

Il negozio è vuoto, si avvicinano, è la signora che è con lui, una donna sui 40 come lui, nella tua mente ormai è sua moglie – è lei, a farti strada, fra i tuoi mobili, fra cucine, tappeti, letti, divani – fino a lì.

Qui, dice al marito, mentre le tue mani sudate stringono ancora la cartellina del negozio.

Finalmente, il tuo corpo piegato a 90 gradi, su quella scrivania liscia, vuota. Mi guardi e sorridi, mentre senti l’erezione già forte di lui fra le tue natiche, fra gli strati ancora spessi di tessuto che vi separano.

Ci mostra a tutti il tuo culo, disegnato e velato dai collant, siamo in tre a osservare il tuo bacino che non riesce a stare fermo, che cerca muovendosi la punta di quel fallo, il fallo che da tutta la mattina si è piantato, durissimo e profondo, nel tuo cervello in calore.

La moglie fa un cenno, lui ti abbassa i collant, sei sua, finalmente.

Il primo orgasmo arriva subito, come fossi un ragazzino al primo amplesso, non puoi trattenerti.

In silenzio, ascoltiamo i colpi che ti aprono, il rimbombo delle tue urla che si diffondono fra i mobili vuoti, in quell’immensa esposizione che ora è divenuta l’esposizione del tuo orgasmo – ne produci un altro, e un altro ancora.

Infine, ti stende su quel tavolo, lo guardi in faccia, finalmente – è il suo orgasmo, che ti vuole mostrare, perchè resti impresso nei tuoi occhi.

Esce da te, infine – ti tiene le cosce aperte, ancora, con le mani.
Ti guarda, la tua fica che pulsa cercando ancora di tenere quel seme che inizia a colare a fuori, abbondante.

Ti guarda sua moglie, infila un dito, la tua fica è così aperta che quasi non ti accorgi, finchè non la vedi succhiare i vostri fluidi dal dito, soddisfatta – e sorridi.

Io ti guardo, ti accarezzo il clito, un poco, chiedo ad entrambi di tenerti ancora, una gamba per ciascuno – basta un minuto di carezze leggere, ancora, mentre ti chiamo per nome.

Chiudi gli occhi, ti dico, quando ti sento pronta a venire, e sono le mie mani ora a tenerti le cosce, e quando torni al mondo, poi – sei con me sola, fra quei mobili, ancora mia, solamente.

 

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