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Racconti di Dominazione

Il Colloquio – Cap2 – Le pulizie

By 27 Giugno 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Sara si addormentò profondamente nel buio dello sgabuzzino, in quella sua nuova stanza prigione.
L’indomani Sara fu svegliata da Luca, lo stesso uomo che l’aveva aiutata a scendere dal lettino il giorno precedente.
Aveva poco più di 30 anni, il più giovane di tutta la commissione sicuramente.
Aveva il naso storto, una cosa che Sara non aveva notato il giorno prima ma il suo volto sembrava comunicare fiducia.
La svegliò con una leggera carezza sulla spalla.
Sarà le aprii gli occhi e lui mostrò un sorriso.
‘Perché &egrave così gentile con me?’ pensò.
“Vieni di là. La commissione vuole parlarti”
Sarà si alzò, aveva ancora la vagina e le cosce sporche della sua ex verginità.
Quando si accorse di essere nuda e sporca si coprì, ma subito dopo si ricordo che ciò non le era permesso.
Uscì dallo sgabuzzino, per tornare nella stanza dove era stata esaminata il giorno precedente.
La commissione era già riunita.
“Signorina, oggi &egrave il suo primo giorno di lavoro. Come si sente?” disse un uomo anziano, con i capelli grigi.
Sara avrebbe voluto urlare, avrebbe voluto esplodere in un pianto di lacrime e insulti, avrebbe voluto dire loro che avevano distrutto la sua vita.
“Sto bene” si limitò a dire.
“Abbiamo saputo che un gruppo di nostri dipendenti ieri ha tentato di stuprare alcune ragazze. Questo &egrave per noi qualcosa di intollerabile. Noi abbiamo a cura le nostre ragazze, per cui abbiamo escogitato un metodo per evitare che ciò non si ripeta mai più”
Il ‘metodo’ era poggiato sul tavolo. Si trattava di una specie di cintura di castità in ferro formata da una parte tonda intersecata ad una a semi cerchio la quale montava due enormi falli di plastica.
“L’idea &egrave che i falli impediranno qualunque tipo di penetrazione. Inoltre la cintura sarà chiusa con un lucchetto per evitare che venga rimosso da un malintenzionato. Quando avrà bisogno di andare in bagno potrà chiedere al nostro ginecologo, l’unico custode della chiave, di rimuovere la cintura. Ha capito?”
“S…sì” balbettò Sara.
“Per la verginità anteriore abbiamo già risolto ieri, dietro &egrave ancora vergine, giusto?”
Sarà annuì
“Non si preoccupi, il nostro ginecologo riuscirà in qualche modo a farle entrare il fallo anche nel sedere”
“Si poggi al lettino, si pieghi a 90′ e allarghi le gambe”aggiunse il ginecologo
Sarà fece come ordinato, in quella posizione la sua vagina e il suo ano erano perfettamente davanti alla vista della commissione.
Il ginecologo con un colpo netto inserì il primo fallo nella vagina della ragazza.
La penetrazione fu dolorosa. Era solo la seconda volta che la veniva penetrata e, proprio come la prima, la cosa era avvenuta senza nemmeno un po’ di lubrificante.
Poi prese il secondo fallo, lo appoggiò con forza sul buco di Sara e spinse.
Ma per quanto spingeva il fallò non riusciva ad entrare dal momento il buco era completamente chiuso. Nel frattempo Sara stringeva i denti per sopportare il dolore di quella potente spinta.
“Signorina, collabori! Provi a spingere come se stesse cagando. Altrimenti non andiamo proprio da nessuna parte”
Sara iniziò a spingere ma per quanto spingesse il buco non si dilatava abbastanza , non superava il centimetro di diametro mentre il fallo era largo almeno 5 cm
Allora prese del lubrificante e ci ricoprì il fallo. Riprovò anche in quel caso a spingere con tutta la forza che aveva ma l’unico risultato che otteneva era solo quello di far aumentare il dolore nello sfintere nella povera disgraziata.
“Voi due, aiutatemi” chiese a due dei presenti “tu mettiti alla sua destra e tu alla sua sinistra. Infilatele ognuno di voi un dito nel sedere”
I due fecero come ordinate, ma tanto era stretto l’ano che non riuscirono a infilare più della punte del proprio indice.
“Perfetto. Adesso spingete con forza verso l’esterno”
I due presero a tirare lo sfintere, ognuno dal proprio lato, Sara sentiva la carne tendersi fino allo spasmo, a quel punto il dolore era anche troppo forte per riuscire a sopportarlo in silenzio
“Vi prego, fermatevi. Vi supplico, non ce la faccio più” li implorava lei.
Ma i due continuavano a spingere mentre il ginecologo continuava a puntare l’enorme fallo sullo sfintere.
Ad un tratto si sentì come il rumore di uno strappo e la punta del fallo entrò per due centimetri dentro il retto della ragazza.
“Nooooo” gridò Sara.
“Bene, i primi due centimetri sono entrati, adesso basta solo dare une bella botta secca e gli altri 18 dovrebbero seguirli”
“No, no, no, vi prego, non fatelo, &egrave già un dolore allucinante così”
“Stai tranquilla, sarà solo un attimo”
Sarà terrorizzata provò ad alzarsi in piedi per fuggire via ma i due che le avevano dilatato il culo, la afferrarono saldamente e le impedirono di andarsene. Sarà provò a scalciare e a divincolarsi, sempre con il fallo incastrato dentro di lei per 2 cm, ma non ottenne nessun risultato, se non quello di essere uno spettacolo esilarante per la commissione che da dietro la guardava.
Il ginecologo, oramai spazientito, appoggiò l’intera mano alla base del fallo e la spinse con tutta la forza del suo bicipite.
Il fallò, essendo lubrificato, ed essendo puntato a quel modo, penetrò in un istante, facendosi strada divaricando e lacerando la carne.
“AHHHHHHHHHHHHHHH” l’urlo di Sara fu disumano. Tutta la palazzina sentì quel grido, che a molti parve quello di un animale in agonia mandato al macello. Le pareti del suo retto bruciavano come se avesse un tizzone accesso dentro. E anche dopo l’inserimento il dolore rimaneva e non accennava a diminuire.
“Hai visto? Non &egrave stato poi così difficile”.
Detto questo il ginecologo fece passare le cinture di metallo in modo da chiudere la cintura. Fece scattare la serratura e tolse la chiave.
“Bene, adesso puoi andare al tuo primo incarico qui in azienda” disse l’uomo con i capelli grigi.
“Vada a pulire il bagno degli uomini, al quarto piano. Questo &egrave ciò di cui avrà bisogno” e così dicendo le porse una spugnetta vecchia e logora.
Sara la prese e uscì dalla stanza. Raggiunse il quarto piano e trovò il bagno.
Il bagno era enorme e completamente lercio, probabilmente non era mai stato lavato nei precedenti 5 anni. Sara ritenne che sarebbe stato impossibile pulirlo del tutto solo con quella spugnetta ma non osava immaginare le conseguenze di un suo rifiuto.
Iniziò a pulirlo che erano le 7 del mattino, non si fermò nemmeno per mangiare o per bere un bicchier d’acqua e dopo 14 ore, alle 9 di sera, il bagno poteva dirsi pulito.
A quel punto entrò un uomo. “Tu devi essere la nuova pulisci cessi” disse. “Ti sei data da fare un bel po’ per pulire questo cesso. Ma lo preferivo prima” Detto questo si calò pantaloni e mutande e pisciò sul vetro davanti ai lavandini, colpendoli tutti quanto con un unico flusso ben direzionato. Fatto questo uscì.
Sara era distrutta da tutte quelle ore di fila di lavoro, ma non si fece scoraggiare e con la stessa spugnetta con cui aveva lavato tutti i sanitari e i pavimenti, usando solamente l’acqua andò a ripulire lo specchio, anche se lo aveva pulito meno di mezz’ora prima.
Mentre stava pulendo lo specchio entrò un altro uomo.
“La nuova pulisci cessi, giusto??” Sara annuì.
“Ti ho portato un regalo” Detto questo, si calò mutande e pantaloni, si accucciò e cagò in mezzo al pavimento.
Finito di defecare si pulì il sedere, non usando la carta igienica, ma strofinando la parte sporca contro uno spigolo del muro.
“E’ meglio se pulisci tutto o per te sono guai” aggiunse.
Sarà provò a raccogliere la cacata lasciata nel mezzo della stanza con le mani, mettendole a cucchiaio, ma non riuscì nemmeno a prenderla tutta perché era troppo liquefatta.
Non fece nemmeno in tempo a portarla verso il water per gettarla via che l’uomo si affacciò verso il corridoio e gridò: “Hei gente, venite a vedere, la nuova pulisci cessi sta portando la mia merda in mano in giro per il bagno”
Immediatamente nel bagno arrivarono altri 6 uomini a godersi lo spettacolo.
“E’ vero, guarda come le piace trasportare la merda” disse uno
“Forse le piace tanto” disse un altro “Chissà che non le piaccia anche la mia. Tenetemela ferma”
Sara non sapeva cosa avessero intenzione di fare quei 7 uomini, ma aveva molta, moltissima paura.
Mentre 3 le tenevano ferme le gambe, le braccia e la testa, altri 3 le pisciarono addosso ricoprendola completamente di piscio dalla testa ai piedi, non esitando a colpirla in bocca e negli occhi. Il settimo invece, quello che aveva chiesto di tenerla ferma, le cagò in testa.
Siccome aveva la diarrea, le sue feci scesero dai capelli per posarsi lentamente su tutto il volto.
L’odore era insopportabile, il disgusto anche al punto che Sara non poté trattenere un immenso conato di vomito.
Il vomito le ricoprì il ventre, tranne una minuscola goccia che schizzò sulla scarpa di uno degli uomini di quel branco.
“Cosa osi sporcarmi inutile puttana? Adesso ti faccio vedere io se ti passa la voglia di schizzare vomito sugli altri”
Le ammanettarono braccia e gambe all’indietro, con della fasce di plastica dura, ad una tubatura dell’acqua, dopo averla messa inginocchiata per terra. La posizione era scomodissima, ma quella non era la cosa peggiore.
Il settimo iniziò a tirarsi una sega e anche gli altri presero a fare lo stesso.
Quando stava per venire con le dita spalancò per bene l’occhio destro di Sara, vi avvicinò il suo cazzo, e le venne copiosamente nell’occhio.
Il bruciore che provò fu immenso. Sara non aveva mai nemmeno potuto immaginare si potesse provare una sensazione simile all’occhio.
Iniziò a piangere disperata “Vi prego, slegatemi anche solo una mano, lasciatemi almeno pulire l’occhio, farò qualunque cosa, vi supplico”
Ma le sue suppliche a nulla valsero.
“Andiamo ragazzi ha ancora un occhio pulito”
Gli altri sei ragazzi si divisero e a turno le vennero anche loro negli occhi.
Fatto questo uscirono, lasciandola sola, inginocchiata, ricoperta di merda e accecata dal loro sperma.

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