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Racconti di Dominazione

Il Monastero di Saint George…

By 19 Maggio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Rieccomi qui tra di voi, Jaques &egrave tornato finalmente a farmi visita e ha portarmi come spettatore nel suo mondo e nelle sue avventure.

Come sempre faccio i miei ossequi a tutti quelli che mi hanno scritto per complimenti e suggerimenti, grazie a tutti, non mi stancherò mai di dirlo, aggiungo solamente una cosa prima di proseguire: sono stato piacevolmente sorpreso da tutti i commenti femminili, grazie a voi tutte, girerò i complimenti anche al mio compagno di viaggi: Jaques’

Per chi dovesse capitare in questa pagina per la prima, vi consiglio, se volete, di leggere gli altri racconti, li trovate su questo sito, qualche click e voilà, a voi la scelta.

Ma ora credo sia giunto il momento di iniziare il nostro viaggio insieme cosa ne pensate?

Andiamo allora, Jaques ci aspetta, lui non ha fretta, ma non &egrave opportuno lasciarlo attendere troppo’

‘Non avrei potuto svegliarmi al tuo fianco con il pensiero che saresti dovuto andare, tu mi hai fatto rivivere in questa notte, e il ricordo mi accompagnerà per sempre.
Non credo che le nostre strade si rincontreranno, il futuro &egrave oscuro per te, ma ti dirò ora quello che volevi sapere.
Dovrai andare nel Monastero di Saint George e parlare con una monaca di nome Elisabeth, lei saprà indicarti la strada da seguire.

Stai molto attento, &egrave una mortale lei ma con poteri molti forti, pratica la stregoneria e si dice che il potere dei Vampiri non abbia effetto su di lei’
Spero di ricontrarti prima o poi Jaques, il tuo ricordo, arderà vivo in me per sempre’

Tua Laur&egravene’

Con queste parole mi allontanai dall’Amour the Mort , Laur&egravene mi aveva dato alla fine le informazioni di cui avevo bisogno, il suo ricordo era ancora vivido in me e dentro di me speravo che prima o poi, ci saremmo rincontrati.

Mi misi subito in viaggio, era l’alba di un giorno piovoso a Parigi, mi sembrate sorpresi per queste parole, sappiate che i Vampiri più vecchi non hanno paura della luce del sole, noi possiamo resistere al giorno, perdiamo parte del nostro potere, tuttavia non ne veniamo colpiti mortalmente.

Noleggiai una carrozza e partii per il Monastero di Saint George, il viaggio fu lungo e noioso e più mi avvicinavo alla metà,più pensavo alle parole dette da Laur&egravene sulla persona che avrei dovuto incontrare.

Arrivai così al Monastero in una notte di pioggia glaciale, la pesante porta di ferro era chiusa e battei ripetutamente l’anello di ferro prima che arrivasse qualcuno; si aprii un piccolo spioncino e due occhi mi fissarono ma senza proferir parola, allora dissi:
‘sono venuto qua per parlare con la monaca Elisabeth,so che &egrave qui, lo leggo nei vostri occhi, lei ha delle informazioni importanti per me e in un modo o nell’altro le otterrò’.

Il pertugio si richiuse e poco dopo sentii la porta aprirsi lasciandomi lo spazio per poter accedere nel monastero, una donna, vestita con una lunga tunica bianca e dei sandali di cuoio mi aspettava più avanti, la pelle,scura come la notte contrastava con gli abiti e metteva in risalto le forme generose che le vesti coprivano.

‘la tua visita ci &egrave stata preannunciata da una persona che noi teniamo molto in considerazione, ora seguimi, ti condurrò dalla nostra Signora Beneamata, lei &egrave ora occupata nella sala della Punizione’.

Si girò senza aggiungere altro e la seguii attraverso larghi corridoi silenziosi illuminati da torce che davano su pesanti porte di ferro chiuse, davanti ad una di queste si fermò, il mio udito percepì suoni impossibili da confondere, dietro a quella porta qualcuno stava gridando di dolore’
‘non mi &egrave dato seguirti oltre, la Signora ti sta aspettando, addio’

Così dicendo si allontanò, lasciandomi davanti alla porta chiusa; con un solo gesto la aprii trovandomi di fronte una scena che mi lasciò per un attimo disorientato, una donna completamente nuda mi voltava le spalle, era stata legata mani e piedi a delle catene poste nel muro e implorava pietà mentre una sacerdotessa, vestita con una tunica cortissima di raso rosso e un copricapo in testa, la frustava incessantemente sul culo ormai rosso e livido:
‘Basta, basta, la prego mia Signora, le giuro sulla mia vita che non la offenderò più’la pregooo ‘

‘Zitta Peccatrice, conosci le regole del MIO monastero, nessuna di voi puoi sfuggirmi, vi &egrave proibito toccarvi se non lo ordino io e tu, hai disubbidito, credi che non sappia che ti sei masturbata furiosamente nella tua cella, pensi che non abbia veduto mentre ti infilavi il pomello del letto nella tua fighetta vogliosa?Pregami di smetterla, implorarmi di liberarti e forse, il nostro ospite vedendoti così umiliata metterà un buona parola per te ‘

‘ahhh, mi aiuti la prego, le dica di smettere, lei può farlo, ahhh, la prego’ ‘

Assistetti in silenzio a questa scena perversa, il mio volto non tradiva nessuna emozione, ma avevo notato che la donna agonizzante era allo stesso tempo molto eccitata, vedevo distintamente che dalla figa colavano i suoi umori sulle cosce, mi stava sottoponendo a una prova molto particolare, da quello che avessi detto o fatto sarebbe molto probabilmente dipeso quello che mi avrebbe svelato.

‘Non posso aiutarti in nessun modo, se una delle mie Schiave avesse trasgredito i miei ordini sarebbe incorsa nella mia ira, l’avrei fatta soffrire nei peggiori modi immaginabili,l’avrei usata come cesso senza pudore, perciò, ringrazia la tua Signora e me per quello che stai subendo’

La guardai con disprezzo, sapendo di avere gli occhi di Elisabeth puntati su di me, avevo smesso di frustarla per ascoltare le mie parole e quando finii, potei vedere un guizzo nei suoi occhi: avevo superato l’esame per ora’

Rise di gusto delle mie parole, percepivo che era umana, il sangue caldo e dolce scorreva in lei, ma c’era anche qualcos’altro, qualcosa che non riuscivo ancora a identificare, forse stregoneria? Erano vere allora le storie che mi erano state narrate? Ancora non lo sapevo ma immaginavo che tra non molto l’avrei scoperto.

‘Ahh, la mia Peccatrice, &egrave una brava attrice, ma non abbastanza da ingannarti non &egrave vero? Hai visto come si bagna quando la frusto? Non resiste, gode come una qualsiasi puttana di un bordello. Seguimi ora, qui abbiamo finito’

Detto questo, si avvicinò alla Schiava e le infilò l’impugnatura della frusta nel culo stretto, sentii le grida di dolore per quella penetrazione così inaspettata, ma continuò a spingere fino a quando rimase incastrata, sembrava una specie di coda ora e infatti deridendola disse:

‘ora si che sembri proprio una cagna in calore, qualcuno ti verrà a liberare’prima o poi’ ‘
Uscimmo dalla stanza e chiuse la pesante porta alle sue spalle, con un cenno del capo m’invitò a seguirla; il luogo era silenzioso,i suoi passi echeggiavano nei corridoi che stavamo percorrendo, i miei, silenziosi la seguivano a poca distanza.

Si fermò di fronte a un ampio portone chiuso dove erano incisi simboli mistici molto antichi e carichi di potere, ad un suo gesto, le porte si aprirono dolcemente senza emettere nessun suono e, per la seconda volta, rimasi sbalordito nel vedere cosa celavano.

Un corridoio stretto fendeva una moltitudine di banchi di legno tutti ben allineati dove erano inginocchiate in silenzio le monache in trepidante attesa; era questo un santuario nel monastero, le navate laterali erano rischiarate da fiaccole e, volgendo lo sguardo, potevo vedere che il luogo sacro era pieno di monache inginocchiate preganti.

Tutte avevano lo sguardo rivolto verso l’altare, nessuna si girò nella nostra direzione, erano soggiogate da un potere molto forte, Elisabeth le comandava secondo le sue esigenze più o meno perverse e loro, erano come burattini nelle sue mani, ma soprattutto, in questa congregazione non c’erano uomini, soltanto donne.

‘Entra ora nel mio Tempio, potrai assistere alla celebrazione che si terrà tra poco, seguimi, ho riservato a te un posto degno della tua fama’.

Mi fece sedere in una poltrona dall’alto schienale di velluto rosso con i braccioli finemente ricamati situata proprio davanti all’altare.

Questo era messo in posizione elevata rispetto al resto del santuario e vi regnava una pesante lastra di marmo bianco dove ai lati erano posti grossi candelieri d’ottone. Per adornare la pietra nuda era stato posto un drappo nero di raso che la copriva parzialmente.

Elisabeth senza attendere oltre iniziò a parlare con tono alto e sicuro:

‘Come ogni giorno, siete qui riunite per sperare che la vostra onestà e rettitudine verso di me sia premiata e che io, lasci ad almeno una di voi la possibilità di sfogare i propri istinti animali e di peccare ancora una volta davanti a tutte’ma oggi sarà diverso, oggi, tutte voi avrete la possibilità di sfogarvi, oggi, un Peccatore &egrave venuto a farci visita Sorelle ‘ rendetegli omaggio, sfogatevi su di lui’ ‘

Si alzarono tutte quante all’unisono pronte per balzarmi addosso, ma ormai, avevo intuito il piano di Elisabeth, qualcuno le aveva ordinato di uccidermi, quel qualcuno che aveva rapito mia sorella, Elisabeth avrebbe pagato per questo, il suo sangue sarebbe stato la giusta punizione’

‘Avanti cosa aspettate Sorelle, &egrave tutto per voi, perché siete immobili? Perché?’

‘non hai più nessun potere su di loro ancora non hai compreso cos’&egrave successo? Pensi davvero di potermi uccidere?&egrave vero, tu sei immune dal nostro potere ma loro no’loro sono mie adesso e ora’mi dirai quello che voglio sapere’

‘Mi ucciderà se ti rivelassi qualsiasi cosa, non posso farlo”

‘Anch’io lo farò in ogni modo ma potrei risparmiarti numerose sofferenze’.e darti un trapasso dolce come mai hai provato”
‘Nooo maiii’

Tentò di scappare fuggendo via ma a un mio cenno fu presa da alcune monache e bloccata:
‘Portatela nella stanza dove ella vi ha inflitto dolore e sofferenza, pagherà per quello che ha fatto’.

La stanza ora era vuota, la donna prima legata era ormai libera, Elisabeth fu legata allo stesso modo, polsi e caviglie alle catene, urlava e scalciava ma non provavo nessuna pietà per lei, troppo male aveva elargito gratuitamente, mi sarei posto come giudice e giustiziere nei suoi confronti; stavo cambiando a poco a poco, il Jaques che ero prima stava lasciando il posto a uno Jaques diverso’ &egrave vero, lo stavo facendo per qualcosa a cui tenevo veramente ma era giusto?

Tutto questo mi scorreva nella mente mentre esteriormente non lasciavo trasparire alcunché ma ormai era troppo tardi per poter cambiare il corso degli eventi’doveva pagare e così feci’

‘Bene, sai di cosa voglia ora? Ho voglia di farti provare una parte di quello che tu hai fatto a loro’iniziamo’.

Mi avvicinai a lei da dietro e le strappai la tunica lasciandola completamente nuda, presi un frustino nero di pelle lungo circa sessanta centimetri e incominciai lentamente a passarglielo sulla schiena scendendo giù fino alla spaccatura del culo e infine in mezzo alle cosce aperte facendoglielo sentire tutto, volevo che godesse nel dolore; sarebbe stata una lunga notte’

Smisi di farglielo sentire e iniziai a frustarla sul culo natica per natica, lasciandole dei segni rossi ogni volta,
‘Conta Signora, voglio sentirti contare le frustate che ti sto dando e non perdere il conto altrimenti dovrò ricominciare”
‘1’
‘2’
‘3’
‘ah…4’
‘ahh’ 5 ‘
‘ahhh’6’

Aumentai il ritmo all’improvviso e impresi maggiore forza

‘ahhh che male’30 ahhh’
‘ti prego’ahhh 35”
‘ohhh mio Signore’aiuto..50”

Continuai fino a quando il culo non era diventato di un rosso acceso, smisi dicendole:

‘bene, vedo che hai tenuto il conto’meriti una ricompensa per la tua bravura’

Dicendo così, le passi l’impugnatura del frustino in mezzo alle labbra della figa per tutta la sua lunghezza, avanti e indietro metodicamente, senza fretta e in un attimo lo infilai dentro di lei fino in fondo…

‘ahhh mi fai male’smettila’ahhh’ti prego fermati, fermati’

Lo lasciai così penzolante dalla figa, stretto dentro di lei:
‘Ora, fino a quando non vorrò, non ti dovrà cadere hai capito? Se cadrà, ti ucciderò così lentamente che mi pregherai di morire’vediamo quanto sei brava ora”

Presi un dildo di legno liscio, scuro, lungo circa trenta centimetri con un grosso diametro e, portandomi davanti a lei dissi:

‘Ora dovrai leccarlo per bene, se non vorrai, allora sarò costretto a infilartelo dolorosamente nel culo,perciò credo che ti convenga farmi vedere quanto sei brava con quella bocca’vediamo, lecca ora’

Senza attendere oltre lo infilai forzatamente nella sua bocca, vedevo la lingua che cercava di leccare il più possibile di questo enorme arnese, la saliva scendeva in rivoli densi sopra e provava a sputarci sopra per renderlo più scivoloso possibile.

Lo tolsi di scatto e girandole intorno con molta lentezza incominciai a farglielo sentire nello spacco del culo, su e giù,molto lentamente, sentivo il buchino stretto che si contraeva ad ogni passaggio,mi avvicinai all’orecchio’

‘come sei stretta’con questo ti spaccherò il culo malamente sai? Dovresti sentire il mio cazzo come si sta indurendo mentre ti umilio’ma sai cosa mi fa più eccitare? Mi infiamma il fatto che ti stai eccitando’lo sento’lo percepisco’brami tutto questo, sei solo una troia qualunque, una Schiava che ha bisogno di farsi umiliare e provare dolore per provare piacere’

Iniziai a forzare il culo con il dildo, spingendolo sempre più dentro, eruppe in un urlo di dolore atroce, lo sentivo aprirsi sempre di più, l’anello del culo cedeva a quel pezzo di legno duro, lo spinsi fino a quando non entrò quasi tutto. Le urla erano ininterrotte:
‘BASTA, BASTA, SMETTILA, mi stai spaccando in due’oh Dei’ti supplico’AHHH”

‘Attenta, mi sembra che la frusta stia scivolando dalla tua figa bagnata, non vorrai certo che accada no?’

Vidi le gambe che si serravano intorno all’impugnatura della frusta resa scivolosa dai suoi umori copiosi, ma non ero ancora soddisfatto del trattamento che stavo infliggendo’

Mi riportai davanti a lei e prendendo delle pinze tenute insieme da una catena d’argento le applicai sui capezzoli duri stringendoli saldamente’non resistette più e esplose in un orgasmo spudorato, gridando parole incomprensibili e dimenandosi per quello che potevano permetterle le catene, dopo questo, svenne immediatamente rilasciando la frusta che cadde a terra e anche il dildo fuoriuscì dal culo lasciandola oscenamente aperta.

Avevo il cazzo durissimo e la voglia di saziarmi stava ormai arrivando al culmine, prima però dovevo farla rinvenire, aprii la patta dei pantaloni e feci uscire il cazzo, era troppo duro per quello che volevo fare, perciò dovetti aspettare un po’ prima di indirizzarlo nel suo culo e rilasciare la vescica,la riempii della mia urina, facendola schizzare ovunque, si risveglio subito sentendo il caldo invaderle gli intestini, all’inizio, non capii bene cosa stavo facendo ma poi vide il liquido colare sul pavimento e imprecò contro di me:

‘AHHH maledetto, porco perverso, maiale, cosa mi stai facendo aiuto’basta’.ti dirò tutto quello che so ti prego”

Finii di riempirla per bene, e senza risponderle, con ancora il cazzo fuori, andai davanti a lei dicendole:

‘dimmelo avanti, dimmi che non hai provato piacere in tutto questo, dimmi che non stai godendo come una cagna, sei come una puttana di strada”

‘Porco maiale’bastardo’si..SI..sto godendo come non mai, mi hai umiliata e resa il tuo cesso e sto godendo’basta ti prego’te l’ho detto’ti imploro’ti dirò quello che so”

‘Bene, ma dovrai parlare mentre ti scoperò’.ti farò sentire per bene ora tutto il mio cazzo”

Così dicendo la liberai dalle catene, cadde pesantemente a terra, incapace di reggersi con le proprie gambe, l’urina usciva dal suo culo in fiotti imbrattando tutto il pavimento, la trascinai per i capelli ad un ceppo di legno dove la misi a novanta gradi bloccandole le braccia e le gambe.
‘ora, ti scoperò fino a quando non ti riempirò la figa di sborra, nel mentre che lo farò dovrai dirmi tutto quello che sai,bene,iniziamo”

La penetrai con violenza strappandole subito urla di dolore e piacere, ormai godeva senza ritegno:
‘Ohhh si cazzo, si, sfondami la figa dai’ahhh..ecco’ tua sorella..ahhh’&egrave rinchiusa in un Castello’ohhh’che cazzo’in Inghilterra,vicino..ahhh,vicino a Londra’il Barone Randall la tiene’prig’ohhh’prigioniera. Ora scopami’daiii’sborrami ‘

Avevo quello che mi serviva, un nome, un luogo,ora, avrei potuto saziarmi di lei’finalmente.

La sbattei con violenza, il cazzo fradicio dei suoi umori entrava e usciva da lei, la tenevo per i fianchi stringendola saldamente.
Stavo per godere, ormai non resistevo più’la bestia insita in me stava per uscire fuori, venni con tutto me stesso dentro di lei e nel contempo la mia bocca si attaccò a lei succhiandole la vita e il potere’

Una scarica di piacere m’invase il corpo appena il sangue caldo mi penetrò in bocca
‘ahhhhh si succhiami, succhiami porco’riempimiiii”

A poco poco, la vita defluì da lei penetrando in me, mi sentivo gonfio di piacere e potere e mi staccai da lei facendole uscire dalla figa la mia sborra che colò sulle cosce e infine a terra’

Andai via da lì immediatamente, non provavo nulla per quello che avevo appena fatto,nessun rancore o vergogna,pensavo solamente al viaggio da compiere, finalmente la mia meta era certa, mi sarei vendicato di tutti coloro che avevano fatto questo a mia sorella’

Ma ora &egrave tardi, bisogna che andiate, il vostro tempo qui &egrave finito amici miei’ La prossima volta sarete partecipi di quello che successe in quel castello’

Come vedete Jaques sta cambiando, sta diventando perverso e sadico, saranno stati gli avvenimenti a portarlo in quella direzione o &egrave sempre stato così? Cominciate a temerlo e provare ribrezzo per lui? A questo non mi &egrave dato sapere la risposta, solo voi in fondo alla vostra anima avete la risposta’

Come sempre per critiche e suggerimenti ma sopratutto se vorreste che continuassi la storia contattatemi all’indirizzo: demon80blonde@yahoo.com Per chi lo dovesse leggere spero piaccia come &egrave piaciuto a me scriverlo. Graditi ovviamente i commenti femminili.

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