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Racconti di Dominazione

Il nuovo capo di Silvia

By 9 Febbraio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

 

-Possiamo fare durare tutto questo molto a lungo, oppure risolvere tutto rapidamente, devi solamente darci quello che cerchiamo!-

 

Riccardo, nel suo tono, appariva duro, severo, guardava Silvia dall’alto al basso, camminandole nervosamente intorno mentre Marco e Francesco, i suoi tirapiedi da sempre, se ne stavano nei pressi della porta della camera da letto della ragazza.

 

-Vi ho già detto che non ho preso io i documenti..li ha presi il dottore!-

 

Riccardo si fermò alle spalle della giovane segretaria dello studio. Sospirò quasi con rassegnazione. Silvia poté sentire i piedi dell’uomo sfiorare i propri,ma non poteva volgersi, alzarsi. Quando, poco prima, vi aveva provato, in un momento Riccardo le aveva schioccato una cinghiata sulle gambe che l’aveva convinta a non muoversi troppo. Non le restava che starsene in ginocchio, fasciata nel suo elegante abito gocca e camicia a tinte scure, con le mani ben legate dietro la schiena, pregando che quei tre la smettessero di tormentarla. Teneva gli occhi strizzati, aveva paura, una paura fottuta di rimettervi lei per quel diavolo di capo che si ritrovava.

 

-Due giorni- sostenne l’uomo -Voglio concederti due giorni-

-Concedermi?- replicò lei -Ma io…-

-Se non avremo i documenti entro due giorni dirò ai ragazzi di divertirsi con te e con tua sorella minore, sono stato chiaro?-

Silvia sbiancò- Chi…Chiarissimo…-

-Molto bene- replicò Riccardo -Marco, slegale i polsi ed andiamo via…-

 

Quando i tre uomini, finalmetne, lasciarono l’abitazione della ragazza, lasciandola praticamente incolume fisicamente, Silvia portòle mani davnti alla bocca e cominciò a piangere. Aveva paura, ma non aveva il tempo di compiangersi. Doveva fare qualcosa, qualcosa che salvaguardasse se stessa e sua sorella Laura. Rivolgersi alle autorità? Se l’avesse fatto le indagini avrebbero dimostrato quante volte, lei stessa, si era lasciata colludere da quegli uomini, dunque, anche lei sarebbe stata incarcerata e condannata per qualche frode. L’unica soluzione era dare a Riccardo ciò che voleva, anche se questo significava dover affrontare a muso duro il dottore.

Il giorno seguente, dunque, quando l’uomo arrivò in studio, Silvia mise in atto il suo piano. Lo accolse cordialmente, come era solita fare. Quando luomo fu però all’interno della propria saletta medica, la segretaria chiuse la porta e si recò nella stessa stanza con atteggiamento deciso. Non ci volle molto prima che i due arrivassero alla lite.

 

-Se non consegno quei documenti a Riccardo se la prenderà con me e mia sorella!Possibile che valgano così tanto per lei?!-

-Razza di idiota non capisci?!- ruggì l’uomo -Ne va della mia credibilità di medico!-

-Ma quale credibilità del cazzo!Mi dia quei documenti altrimenti dovrò andare alla polizia!-

 

Fu un istante. Il dottore colpì in viso Silvia lasiandole lo stampo della sua mano sulla gota. La ragazza, stupita dal gesto dell’uomo, rimase quasi inebetita a fissarlo mentre questi, furioso, la guardava rabbiosamente.

 

-Cosa vuoi che me ne freghi di una troia come te o di quella puttanella di tua sorella?- sostenne -Ti sei fatta sbattere da praticamente tutti i miei pazienti e pensi che m’importi qualcosa se due criminali come quelli dovessero scoparti? Probabilmente ti piacerà pure perciò non rompermi i coglioni puttana!- Silvia poggiò la schiena alla porta, quasi spaventata dall’atteggiamento severo dell’uomo -Adesso torna al tuo lavoro cagna!Altrimetni ti prendo a calci nel culo fino a casa e ti licenzio!-

 

Sconvolta, Silvia si ritirò dallo studio dell’uomo. Non poteva finire così. Così, nonostante tutte le minacce dell’uomo afferrò la propria giacca e se ne andò, rassegnando lei stessa le dimissioni. Preso un autobus verso il centro città si recò a quellos chifoso bar dove Riccardo ed i suoi soci gestivano il giro di scommesse che tanto lei quanto il medico erano soliti frequentare. Li, la giovane chiese a Marco di poter parlare col capo, qualche minuto dopo venne accontentata.

 

Riccardo l’accolse nel proprio ufficio. Indossava un completo molto elegante e nonostante fosse ormai sulla cinquantina aveva un atteggiamento ed un carisma che lo facevano apaprire molto più giovane. Sposato con una donna albanese, padre di tre figli piuttosto giovani, Riccardo aveva fama di essere uno stramaledetto don giovanni. Per questo accolse felicemente la bella Silvia, una morettina tutta curve e sensualità, nonostante avesse così tanti impegni. La ragazza spiegò la situazione all’uomo col fiato corto, consegnando alla fine le chiavi dello studio medico e dicendo che se si fossero mossi per tempo, avrebebro sicuramente trovato i documenti nella valigetta del dottore. L’uomo annuì silentemente, pigiò un bottone sulla scrivania e dalla porta apparvero Marco e Francesco. Ben più loschi e nerboruti del loro capo. L’uomo allungòla chiave a marco, il più furbo dei due.

 

-Andate dal nostro amico a prendere il nostro- sostenne -Fate presto, la signorina ha detto che è ancora nel suo studio-

-Si capo-

 

I due andarono via. Silvia sorpirò rasserenandosi. Ma subito dopo l’imperiosa voce di Riccardo le ricordò la situazione.

 

-Sei stata molto brava a venire da me invece che andare dalla polizia, mi domando in quale altro modo tu possa essermi utile adesso-

Silvia lo guardò -U…Utile?-

-Sicuramente ti sei giocata il posto con questa storia no? Una disoccupata come te come mi ripagherà dei debiti di gioco?-

-Ah…io…io non ci avevo pensato…-

 

L’uomo sorrise, si alzò e si avvicinò alla ragazza, accarezzandole i capelli leggermente mossi.

 

-Sei fortunata…- ammise -Giusto ieri ho “licenziato” la mia segretaria-

-Sarah…?-

Riccardo annuì -Quella troietta si faceva scopare per amore…capisci?Amore…io…io ero il suo capo e poi io amo solo mia moglie- ironizzò -Voi ragazzine siete il mio palliativo…un divertimento effimero che mi piace prendermi ogni tanto…-

-Ed io…che…che posso fare?-

 

Riccardo si peigò su Silvia, infilando la mano sinistra sotto la sua camicetta e tastandole con forza il giovane seno. La giovane fece una smorfia, ma non gemette, si morse il labbro inferiore e questo fece sorridere l’uomo.

 

-Hai fama di essere una gran troia ragazza mia…- sostenne -Potresti prender il posto di Sarah…annullerei il tuo debito e ti pagherei regolarmente…che ne dici?-

 

Sivlia non sentiva di avere molte altre scelte. La mano di Riccardo el afferrava i seni con forza, dando il tormento prima ad uno e poi all’altro capezzolo, indubbiamente, creandole una situazione di dolore piacere che stava cominciando ad eccitarla.

 

-Io…Io penso che…che si possa fare…- ammise

Riccardo ritrasse l’artoe slacciò i pantaloni. In un momento abbassò i pantaloni ed i boxer, mostrando un gran pezzo di carne con poca peluria intorno.

 

-Allora sigliamo il contratto avanti…- sostenne -Suchiami il cazzo e bevi il mio seme troietta…-

-S…Si…-

 

Vincendo l’iniziale ribrezzo Silvia raccolse fra le mani il pene di Riccardo, cominciando con timide leccate ad indurne la tensione. Dopo qualche secondo, il cazzo di Riccardo era così in tiro da sembrare quello di un adoelscente alle priem esperienze. Silvia guardò il pezzo di carne, chiuse gli occhi e spalancata la bocca sentì l’uomo introdurlo con vigoria.

Senza alcuna premutra o riguardo Riccardo afferrò il capo di Silvia dai lati, cominciando a pompare nella bocca della ragazza come se fosse una fica accogliente ed umida. Silvia inizialmente trovò fastidiose le dimensioni dell’uomo, ma dopo uno o due conati cominciò a trarne piacere, così cinse l’uomo poggiando le mani sulle natiche di Riccardo ed invitandolo a dare colpi più profondi. Aprì anche gli occhi, cercando un contatto visivo con l’uomo. Il quale sorrise.

 

-Cazzo che bocca…- gemette Riccardo -Quanti ne succhi eh?Che puttana fantastica…per una volta le voci erano vere eh?-

 

L’uomo continuò a pompare, Silvia a succhiare, ad inumidirlo, a spingerselo giù. Alla fine, l’uomo, lanciò un grido di soddisfazione e tre copiose venute inondarono il palato di Silvia. L’uomo ritrasse il cazzo, vicolato alle labbra della giovane da un filameto di sperma che la ragazza fece subito sparire con le mani.

 

-Fammi vedere- intimò Riccardo, Silvia alzò la testa e spalancò la bocca, mostrandola piena del caldo sperma dell’uomo, il quale, dopo un sorrisetto, sputò in bocca alla ragazza quasi con piacere -E adecco ingoia tutto cagna, così il contratto sarà siglato su!-

 

Silvia chiuse gli occhi, ingoiò tutto e riaprì la bocca per far verificare il quanto all’uomo. Riccardo le accarezzò la guancia sinistra, sorrise.

 

-Sei assunta-

 

 

 

E così concludo il primo capitolo della mia storia. Come al solito lascio a disposizione la mia casella mail per ricevere messaggi e commenti riguardanti questo capitolo! : zangretor.hollysword@hotmail.it al prossimo capitolo!

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